I GIOVANNI VERGA & I thsssasas^^iii^^assiißmaiisßSSSiis^ssassÈii Non v'e' italiano, che non conosca o non abbia sentito parlare di quel gioiello d'arte musicale italiana mo derna: "La Cavalleria Rusticana", quel dramma musicale che formo' luna sorgente di fortuna per il Ma scagni. l'autore, e per la Casa Edi trice Musicale Sonzogno, di Mila no. La musica eccellente della Caval leria Rusticana, ove e' trasfusa tut ta un'onda di melanconia, la genia lità' e la drammaticita' della frase, rese simpatico di un subito l'autore al pubblico, che riconobbe nel Ma scagni un genio musicale; perche', nelle note suggestive del suo primo lavoro, la musica scende all'animo e vi conquide il cuore. La Cavalleria Rusticana rese ce lebre il Mascagni tutto d'un tratto, perche' si dovette constatare trovar si di fronte, non più' al maestro sco nosciuto di Cerignola, ma ad un in gegno, ad un genio musicale non co mune. Pochi conoscono che il libretto della Cavalleria Rusticana fu inspi rato dalla potenza delle scene nelle Novelle Rusticane di Giovanni Ver ga, che non hanno chi le pareggi nel la rappresentazione dalla vita cam pestre siciliana. Verga nacque a Catania nel 1840, il suo nome e' ormai gloria vera d'l talia, e forma un vanto della Sicilia letteraria d'oggigiorno. Quest'anno tutta l'ltalia lettera ria ha commemorato l'ottantesimo genetliaco di Giovanni Verga, ed i primari letterati, in uno stupendo al bo, ne hanno esaltato l'ingegno e la sua eletta opera artistica. Fu nomi nato Senatore, nomina tardiva, per che' in Italia havvi la tradizione d'onorare l'ingegno, in tarda età', oppure quando si e' morti. ♦ * * Senza sussiego, nel numero uni co de "La Libera Parola", senza dar mi l'aria di fare della critica let teraria, perche' non posseggo i re quisiti ne'*la cultura necessaria, vo glio gettare giù' alla buona schizzi a punta di penna, che mi rammenta no "li temiti mialiddi" della mia giovinezza vissuti nell'lsola del So le, quando io, studente, con i miei amici compagni il Prof. Alfonso Sansone, insegnante di Storia nel l'Università' di Palermo, Prof. Giu seppe Dalu', Prof. Vincenzo Ger vasi, Prof. Marcantonio Di Giovan ni, discorrevamo entusiasti dell'ope ra artistica dello scrittore catane se. E nui mi sorgono a migliaia lo reminiscenze, e nelle tristezze della vita immigrata, alla lettura delle stu pende opere d'arte del Verga, ram mentando il sommo scrittore veri sta, rivivo. Nell'opera del roman ziere siciliano c'è' la naturalezza, la semplicità' dello stile, la vividissima dipintura dei fatti, le descrizioni ve re, la profonda conoscenza dell'ani ma popolare siciliana, tutte magnifi che qualità' che ben di rado si trova no negli altri autori cosi' armonio samente fuse come in Giovanni Verga. * * * Nel 1870, la Sicilia vantava un gran poeta, Mario llapisardi, inge gno poderoso, inspirato dalla gran dezza armonica del verso, come dal la venusta' di forma e di concezio ni ardite. Anche Aurelio Costanzo, con i suoi versi, lodati tanto dal Settem brini, s'era mostrato uno squisito poeta. I suoi Eroi della soffitta, u na delle composizioni poetiche pri marie italiane di carattere sociale, castigata di forma e di supremi in tenti d'arte, con uno scopo di mis sione sociale. Come prosatori, ve n'erano non pochi ; Uno stimato, l'lsidoro La Lu mia, che scrisse diversi saggi di Sto ria Siciliana di forbitissima forma, d'efficaee concezione e d'acuta criti ca storica. Pero' l'isola, niente affatto posse deva, come l'aveva già' Napoli col Mastriani e la Calabria col Misasi, uno scrittore che eccellesse nella let teratura piacevole novellistica e del romanzo. Si conoscevano le novelle ed i racconti del Cinares e del Na varro, i racconti educativi della poe tessa Rosina Muzio Salvo; circolaro no dei romanzi storici, la maggior parte gretta imitazione, salvo qual cheduno di qualche pregio, come i romanzi di Giuseppe Patiri : "Majo ne e Pletruccio Cloni", ed il "Beppi no da Montemaggiore", romanzo del Salvatore Aguglia, padre del Se natore Aguglia e parente della cele bre artista Mimi' Auguglia. •* * » Tale lacuna fu riempita tra il 1870 ed il 1880 da due scrittori isolani, il Giovanni Verga ed il Luigi Ca puana; che con le loro concezioni novellistiche si mostrarono originali, non solo, mal valenti psicologhi e co noscitori profondi d'un'arte schiet ta e vera che d'un subito conquisto' la benevolenza di lettori e letterati. 11 Capuana mori' professore di lek tere italiane anni or sono a Catania, dettando lezioni in quell'Università'. Il suo libro di fiabe: "C'era una volta ha percorso trionfalmente tutti i paesi civili, tradotto più' vol te nelle varie lingue d'Europa, come la traduzione di altri suoi libri fu i assunta in Francia «la Riboux ed il I Germania dal Kameling. * « » ; Giovanni Verga vive a Catania e brache' ottantenne, la lettera tu ri contemporanea aspetta dall'arte sui magnifica, qualche altro capolavo r». * * * Oggi in Sicilia, lo scrivo non pei orgoglio di regione, ma come sodili sfazione d'isolano, la vasta produ 1 zione della letteratura dei siciliani onora lo sviluppo intellettuale dellf Nazione, e molti scrittori isolani so no cari a tutta l'ltalia. Luigi Pieandello, il novelliere u moristico della buona, bella, sana, o nesta e serena giocondità' nostrana Ragusa Moleti, il cesellatore fine, si gnorile, scomparso teste' dalla scena del mondo; Nuccio Giuseppe, il poeta novelliere dell'infanzia. De Ro berto Federico, l'autore dei "Viceré' " e dell'"lllusione", due poderosi ro manzi. i Rosso San Secondo e Lui gi Notolli, valenti anch'essi e tanti altri, suggellano presentemente nei loro lavori le energie intellettive dei figli della Sicilia, Il primo lavoro pubblicato dal Verga fu un voluminoso romanzo' "1 Carbonari delia Montagna", sentiva l'influenza della letteratura romanti ca. Si affaccio' in seguito con la "Peccatrice" che non eccedette pei originalità d'arte e di forma, era uno studio di documento umano, clic passo' inosservato; mentre la "Gia cinta" del Capuana aveva suscitati un interesse maggiore e sollevate po lemiche vivissime nella critica lette raria italiana di quei tempi. * * * Verga, dopo i primi lavori pubbli co', nell'/ /lustrazione Popolare, una delle buone riviste a buon mercato, che usciva a Milano, edita dai Fra telli Tre 'es "La Storia d'una Capi nera" un romanzo in forma di let tere. Il Direttore dell'lllustrazione, Raffaele Barbiere, riconobbe il va lore significativo del lavoro e Io pre sento' ai lettori del giornale benevol mente, benché' l'autore fosse alle prime armi nelle produzioni di tal fatta. Il lavoro ebbe un successo, apri la via all'autore, tutti i giornali Ict terarii di quel tempo avevano ad o nore pubblicare le produzioni novel listiche dello scrittore siciliano, ed i principali editori di Milano offri rono condizioni lusinghiere anche da' lato finanziario, per avere nelle lor< case un romanzo del Verga e lan ciarlo alla lettura dell'intellettuali ta' italiana che ben a ragione nei la \ori del romanziere siciliano, aveva una conferma, che costituivano o perc di buona arte e di studii psico logici. Numerosa e' la produzione roman tica, novellistica e drammatica del Verga. "I>a Storia di una Capinera' e stata tradotta in diverse lingue, ed in Francia, dove desto' vivissi ma impressione, il lavoro e' state tradotto varie volte da letterati e scrittori come Landel e Rovanne. Il romanzo ha il fine di dipinge re i ricordi d'una influenza chie sastica che, anche dopo il 1860, ha dominato la Sicilia. E' l'istoria di una giovanotta, ardente di vero amo re e di passione, che la matrigna inganna per seppellirla in un conven to, onde soppiantarla con la figlia proprio nel matrimonio del giovane amante della povera capinera. Sof fre le pene più' inenarrabili la gio vinetta, e scrive lettere all'amica, che affascinano per lo sviluppo del la vita psichica della monaca di sgraziata e per la verità' dei costu mi d'ambiente. Si stenta a credere che nella Si cilia di oggi si rinnovi l'istoria del la Monaca di Monza, scrive lo scrit tore francese Charles Dejob, e che una famiglia dabbene forzi una gio vanetta a prendere i voti monastici usando moine e sottefurgi. Tanto ef ficace e' la lettura del romanzo! Ver ga fa scrivere alla protagonista let tere passionali, strazianti, che de scrivono la vita del convento in miv niera vera e magistrale. Verga, senza prendere in ridicolo la fede cristiana, flagella le mano vre delle monache e degli ecclesia stici eh usarono mezzi illeciti, bu giardi, per manomettere la liberta' d'una giovinetta inesperta, che face vano morire in maniera cosi' stra ziante. Il romanzo desto' viva im pressione, per la semplicità' della forma e nello stesso tempo, come dicemmo sopra, per la verità' dei costumi. Il Verga porta con i suoi roman zi, con le sue novelle, un notevole contributo d'osservazioni e di inda gini, della vita dell'ambiente sici liano, con pensiero d'artista, e cor pensiero inspirato da un supremo i deale, il rinnovamento sociale del la sua Sicilia. A proposito delle Novelle Rusti cane del Verga, Napoleone Colajan ni, nel suo pregevole libro: Gli av venimenti di Sicilia e le loro causi cosi' ne giudica il valore. "Quest'odio di classe che, pei quanto giustificato, parla del veri odio di classe in Sicilia preesistcnU agli ultimi moti dei fasci, in me prò dusse sempre un senso di sgomenti per le sue possibili esplosioni, in spiro' ad uno scrittore conservatori uno dei bozzetti suoi più' indovi i nati, elle ritraggono In vita e le pas sioni del popolo siciliano. U. V'erga infatti, tra le sue Novelle rusticane ne ha una intitolata Liberta', ch< i tutta intera dovrebbe essere riprodot t ta a dimostrazione completa del co' me senza i Fauci e senza il sociali smo, nell'isola potessero verificare: fatti identici nella natura e più' gra vi negli episodi di quelli del 1893 < J 8?) t, ma basterà' ai lettori l'esordii eloquente". Il Verga aveva pubblicato questi novella nella Domenica I.etterarii ' del Martini, nel Marzo 1882. Fu ri prodotta nelle Novelle Rusticane e dite del Casanova di Torino ne 1883. L'esordio della novella Liberta' denunzia in un modo mirabile, l'o dio contro i cappeddi, i ricchi, ac canto alia esistenza del latifondo. Lo trascrivo per giudicarne il va lore. « "Sciorinarono dal campanile ui fazzoletto a tre colori, suonarono li campane a stormo e cominciarono i gridare in piazza : Vira la Liberta' "Come il mare in tempesta, la fol la spumeggiava e ondeggiava davan ti al casino dei galantuomini, davan li al Municipio, sugli scalini «lella chiesa: un mare di berrette bian che, le scuri e le falci che luccicava no. Poi irruppe in una stradicciuola "A te prima barone! che hai fat lo nerbare hi gente dai tuoi cnmpie ri ! "Innanzi a tutti gli altri una stre ira, coi vecchi capelli irti sul cupo armata soltanto dalle unghie A te prete del diavolo! clic ci hai sue ••biuta l'anima! A te, sbirro! eh< hai fatto la giustizia solo per chi nor aveva niente ! A te, guardaboschi che hai venduto la tua ctfrne e la carne del prossimo per due tari' a] giorno ! "Ed il sangue che fumava ed uh briaeava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue Ai i/alantuomi Ai cappeddi! Am mazza ! ammazza. Addosso ai capped di." E replica il Colajanni : "L'arte non poteva meglio riassumere gli odii generati da secolari ingiustizk quando al grido di l'ira la Liberta gli oppressi credevano che fosse ar rivata l'ora della vendetta e della ri pa razione". 110 voluto trascrivere il giudizio del Colajanni ed in parte il Iwzzet fo Liberta', per mostrare, come il Verga IHI ritratto nei suoi lavori la vita siciliana. Gli avvenimenti at tuali della Sicilia corroborano evi dentemente i giudizi dettati artisti camente trent'anni or sono. Nell'i sola si Ita sete ili giustizia, e non e' sentimento bolscevico l'attuale imi tazione. 110 abusato a lungo della pazien za del lettore, ma non voglio finire, -enza che io non m'intrattenga a par lare del Capolavoro del Verga, i Malavoglia. l'l' un romanzo vero nel senso lar go della parola, senza scimmiottare quelli della letteratura francese ve rista, non e' ne" pessimista, ne' tam poco ottimista, ma ci da' l'impres sione della realta presa al vivo in maniera ammirabile. In tutte le sco rie del romanzo, essenziale, dramma tiche della commovente istoria, il lettore gusta con piacere ascoltare la ingenua parola dei personaggi, una famiglia dei pescatori. Nessun personaggio d'nna condi zione d'un rilievo, d'una cultura su periore, non e' mischiato ai poveri pescatori e contadini ili Asci-'lVczza che egli mette in iscena. Il Verga, col romanzo i "Malavoglia", ha sotto scritto a piene mani il principio na turalistico che la sventura elegge il suo domicilio presso gli operai e vi installa, presto o tarili, il vizio. Un vecchio pescatore, sotto il suo povero tetto, a furia di lavoro stentato, por ta un po' di prosperila', invia suo figlio Bastiano in un porto vicino con un carico di lupini : una tempe sta gli inghiotte, uno dei suoi nipoti, Lucio e' ucciso negli equipaggi della flotta a Li ssa : un usuraio espropria la casa al vecchio pescatore, c un ma trimonio vantaggioso che egli aveva preparato eolla nipote, Mena, cade d'un colpo. La I/onga, la sua nuora, timore di (olerà; un alilo dji suoi nipoti va lungi in cerca di fortuna, ritorna ceneiieo, prende l'abitudine dell'iibbriachezza, si da' in braccio d'una taverniera, s'affili* con i con trabbandieri e finisce condannato dalla Corte d'Assise per un colpo di coltello dato ad un doganiere, Lisa, una delle sue sorelle diventa di cat tivi costumi ed il povero nonno, il pescatare accasciato dalle sventure, muore all'ospedale. Il Verga ha dimostrato, in buona misura, nel romanzo i Malavoglia, che la vita della povera gente e' ne cessariamente fatta d'atroci dolori. A coloro che amano la dipintura dei caratteri, offre, il romanziere sicilia no, un mendicante ipocrita, un usu raio, una lingua di vipera. 110 accennato a sommi capi i per sonaggi del romanzo, ma la figura del vecchio pescatore e' tratteggiata con verità' ammirabile, artistica. In verità', se si compiange, lo BÌ rispetta, si ammira e qualche volta lo si invidia. Quei suoi costumi pa triarcali, il povero pescatore li sa sempre mantenere con tutto che la] sventura ha penetrato nel suo foco- LA LIBERA PAROLA lare. Delle mancanze di due suoi ni poti egli si duole dippiu'. Mai s'era visto e conosciuto un üb briaco nei Malavoglia, é fino alla vi gilia del giorno di tale onta dentro la sua famiglia, il nipoti» aveva di mostrato la sua energia nei pericoli del mare, e non aveva voluto Ba sarsi senza il permesso del nonno. La Mena, che figura graziosa! quanta prudenza, semplicità', riser va negli addii all'onesto vetturale che avrebbe preferito al Iksl partito so gnato e che deve lasciare il paese in cerca d'onesto lavoro. E con quanta tenerezza di ma dre essa prova di trattenere la ci vetteria della sorella Lisa ! La nuora del vecchio pescatore, la Longa, mostra non solamente la fortezza nel lavoro, il coraggio nelle sventure, ma anche quella della de licatezza. Quando la speculazione tentata dal vecchio pescatore lo ha rovinato, essa rinunzia alla sua ipo teca legale sopra il tetto domestico, rinunzia spontaneamente dicendo: "Tutti noi abbiamo comperato i luppini". Il vecchio pescatore onesto si com muove del sacrificio volontario della N RI Irnnmnnr 7A I 1 ■ ir v ifl S |ln *•'■ < * J.J * . J I Jyijo! g§ DEI FRATELLI SETTANNI gì || SITUATA ALLE 13 STRADE IN DICKINSON p g3 Por le feste Natalizie essa si trova in Brado di servire SI Sg alla estesissima clientela tutte le qualità' di latticini, gj 3jjj freschi e stagionati, a pre**i più' rhe modici. . : |P A mezzo nostro ringrazia gli amici che hanno appoggiato per 1» |[ s| passato il negozio ed augura loro felicissime le Feste NATALIZIE || ED UN BUON PRINCIPIO D'ANNO iarD gf b ] Loggia Enrico Dunant j No. 865 o i b DELL'ORDINE FIGLI D'ITALIA fi IN AMERICA WILMERDING, PA. j Beli Phone, Dick 1 uso n »HILA BA IN OCCASIONE DELLE FESTE NATALIZIE IL SIGNOR BELLINO AUGURA AI SUOI CLENTI FELICITA' IMPERITURA nuora, e non sogna pm un momen to per pagare i suoi debiti, profitta re degli artifizii che suggerisce il suo avvocato. 'Quanta onesta' nell'animo del vecchio pescatore e della nuora. E la famiglia, con tutte le travet sie, a forza di coraggio e d'offezio ne reciprova, vive in una viti» tolle rabile, anzi relativamente felice, af fine di riacquistare il bene perdu to, la casetta. Il libro e' rimarchevole per lo svolgimento. Non vi s'incontrano scene lubriche, e tratti d'osservazio ne v'abbondano. Lo stile della lingua sobrio, e' dei siciliani clic parlano, in uno stile che esplica il loro pensiero. For se taluni gliene hanno fatto un tor to, mentre la maggioranza dei cri tici l'ha lodato. Il libro del Verga e' un capolavo ro d'arte, ed 'e' un felice sintomo per l'ltalia »he un siciliano abbia da to alla letteratura simile gioiello, non calunniando certa classe della società' dell'isola, ma dipingendo con simpatia tanto comunativa, la vita delle sue classi lavoratrici. IHlca, Dicembre. 1920. Antonino Mercurio Cornelia GIÙSEPPE DE STEFANO CO7 Washington Avenne WiLmington, Del. 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