LA SITUAZIONE IN ITALIA L'ltalia, come tutta l'Europa, at traversa una erisi finanziaria ed eco nomica che si ripercuote sui rapporti tra capitale e lavoro. Il rincaro co stante dei viveri, ed in genere delle materie necessarie alla vita, provoca una continua richiesta d'aumento nei salari. Ma gli operai nostri, da un po' di tempo, chiedono anche qualche cosa di più'; chiedono il controllo sulla produzione. Gli arricchiti di guerra hanno fat to uno sfoggio troppo imprudente, troppo vistoso della loro ricchezza, e gii operai si sono ribellati a questi cumuli ingenti, che derivano per gran parte dalla speculazione, ma che sembravano totalmente frutto del la voro, ed hanno chiesta la laro parte. La domanda, dopo lo scandalo, o' nonnaie. C'e' da chiedersi forse come non sia stata fatta prima ; e come mai gli industriali non abbiano acce duto prima all'idea del controllo e della compartecipazione, che econo misti accorti predicano da lungo tempo. Dieci anni fa l'On. Luzzatt.i, che non può' essere sospetto, poneva già' a questo modo il dilemma: "Lo sciopero in permanenza o la parteci pazione ai profitti del lavoro". Come mai, per arrivarci, si e' fatto tanto chiasso, cosi' da far correre per il mondo la notizia che l'ltalia era in rivoluzione? E, si noti, non la ri voluzione di diritto, che effettiva mente si sta compiendo, ma la rivo luzione di fatto ! Ora, la rivoluzione di fatto, la ri voluzione violenta, e' in questo mo mento impossibile in Italia. Anche i massimalisti sanno in quali condi zioni essa ha ridotta la Russia, che pure ha grano e materie prime in ab bondanza sul suo sterminato territo rio. Ti* rivoluzione affamerebbe in po chi mesi l'ltalia, che deriva dall'este ro il carbone, i grassi, i metalli ed li na buona meta' del giano di cui la sua popolazione ha bisogno. Le agita zioni operaie hanno già' svalutato e normemonte la nostra moneta; la ri voluzione le toglierebbe completa mente valore, facendo venir meno al l'ltalia il solo mezzo di scambio, di cui, data la sua limitata produzione per l'esportazione, essa possa avvaler si. Invece questa rivoluzione di dirit to, se si compie attraverso il Parla mento, ci sembra benefica. Senza es sere socialisti, crediamo ferinamente che presto o tardi il capitale sara' completamente assorbito dal lavoro. Dove il capitale eia padrone ed il la voro servo, saranno scambiate le par ti: vaJe a dire che vi sara' il capi talista che prenderà' il suo salario "Ecco t'avvenire glorioso scriveva Luigi Luzzatti parecchi anni fa della partecipazione ai benefici del lavoro. Essa contiene in germe non soltanto l'eguaglianza del capitale col lavoro, ma la superiorità' del lavoro cui capitale. Essa ne trasformerà' il carattere: il capitale presterà' al la voro che sara' padrone nella sua offi- - cina, e non dovrà' nulla allo Stato, . nulla alle teorie di un socialismo i antieconomico, ma tutto alla sua at tività', alla sua saggezza, alla sua fe de, alla sua speranza nel bene". Perche' dunque non ci eleverem mo anche noi alla visione d'una pace sociale che sia simbolo di equità', nella quale il lavoro rigenerato affra telli le classi, mentre vediamo quali orrori o quali infinite rovine si gene rino in Russia dalla lotta di classe trasformata in guerra civile? » » ♦ I<o sforzo immane d'una guerra lunga ed aspra, come quella da noi sostenuta, non può' non provocare crisi e disagi in ogni organismo so ciale, per quanto saldo esso sia. Ma temperate le asprezze, interpretate attraverso radicali e profonde rifor me le odierne esigenze sociali, inal veate lo nuove correnti di elevazione e di progresso, il buon senso di tutte' le classi del popolo italiano, che co me nessun altro ama la sua terra, che sente l'orgoglio di saperla ri spettata per la sua geniale attività' a per il suo paziente ìavoro, come sen tirebbe la umiliazione di saperla de risa pei; la sua ignavia e per la sua miseria ; che non dimentica la storia secolare della sua schiavitù', conse guenza unica delle interne discordie e dei conflitti fratricidi; che non i gnora come nell'equilibrio e nell'ar monia delle varie forze nazionali (non nell'asservimento delle une o nel predominio delle altre) risieda il segreto di ogni civile convivenza pro spera e forte; il buon senso di tutte le classi del popolo italiano, diceva mo, trionferà' delle calunnie che ci investono e delle invidie che si ap puntano su di noi. Molte nazioni straniere hanno in teressi in Italia. Quando le maestran ze occuparono la fabbrica Michelin a Torino, la Francia ha protestato. Ed il popolo italiano sa che la Jugosla via non aspetterebbe che il nostro di sfacimento per piombare su Trieste, e i Tedeschi si riprenderebbero il Trentino senza colpo ferire. Ora, per Trieste e Trento e per la civiltà', di cui il nostro spirito nazionale e' un alto animatore, einquecentomila uo mini sono morti pur ieri ! Se noi non fossimo vittime d'una singolare tendenza, che ci spinge a esporre al sole i nostri difetti, inve ce di confermarli a noi stessi per emendarli; a ingigantire le nostre avversità' e a ritenere che gli altri popoli vivano in un'oasi di benessere e di pace, dimenticando che nessuno j e cosi f elife o cosi' sfortunato come' si immagina, noi avremmo una mag gior fiducia in noi stessi e risparirrie remmo alla Nazione l'onta di ingiu ■ sti giudizi e apocalittiche previsio ni. Comunque, tutte le lotte possono ! La Questione del Mezzogiorno Un problema vecchio, ma sempre , nuovo, perche' mai risolto. Ne par e liamo nonostante che un centinaio i di scrittori e pubblicisti se ne sinno r occupati invano. Perche'? per addi ; tare ai lettori un libro nuovo sul - riguardo, pubblicato da Pietro .La vino (La questione meridionale que ' stione nazionale Roma, Tipogra ; fia dell'Unione Editrice) che ricon ■ nette la scottante questione alla ri - costruzione economica di tutta l'lta » lia dopo la guerra. Fenomeno raro se non del tutto > unico nella storia delle nazioni ci , vili del mondo, il problema del mez i zogiorno e' il profondo contrasto tra ' le condizioni sociali od economiche dell'ltalia meridionale con quelle dell'ltalia settentrionale. ! Prima dell'unita' d'ltalia questo fenomeno non esisteva, ma fu deter minate da cause molteplici di varia natura, quando con l'unita' nazio nale il Mezzogiorno fece la sua en trata nella civiltà' con immensi sacrifici "per aspera ad astra" Cavour ne ebbe una chiara visione e le sue idee furono raccolte da E. Ar iom (Il cùtìle di Cavour e la que stione del Napoletana in Nuova Antologia). Ma dopo la sua morte immatura, quel problema dileguo' dalla niente dei suoi successori, che dovettero affrontare altri problemi più' impellenti. La terza guerra d'in dipendenza, l'occupazione di Roma e sopra tutto il problema finanzia rio per varii lustri rivolse la men te dei nostri uomini di governo dal problema del Mezzogiorno. Il primo a disseppellirlo fu l'illustre storico Pasquale Villari, che ne fece una questione vitale alla Camera Italia na, e quando s'accorse che il Min ghetti se ne lavava le mani, ritenen do tale questione come un di più' al suo programma politico, ricorse «Ila stampa. In moltissimi articoli raccolti poi in volume (Le lettere meridionali ed altri scritti sulla questione sociale in Italia Firen ze, Le Mormier 1878) descrive i mali ed i disagi materiali e morali in cui, malgrado l'unificazione della Patria, si dibattono le popolazioni del Mez zogiorno. Oli scritti del Villari eser citarono sugli animi degli studiosi d'economia un grande incentivo, e parecchi scrittori si occuparono del la questione sotto diversi punti di vi sta. Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino pubblicarono un'inchiesta sulla Sicilia, e Giustino Fortunato, in oltre trenta anni di puliblicazioni, ha cercato di distruggere la leggen da di un Mezzogiorno ricco e torpi do. Le inferiorità' del Sud, secon do la sua teoria fisico-storica, dipen de dal clima, dal suolo c dalla con figurazione topografica, c la inferio rità' morale e spirituale degli abitan ti non sarebbe in gran parte che il riflesso della natura, secondo i ver si del Tasso "La terra molle, lieta c dilettosa Simili a se' gli abitator produce Anche Francesco Ciccotti spiega il problema del Mezzogiorno.col fat tore economico, determinato dallo speciali condizioni dell'ambiente fi sico. Diversa teoria pertanto accam pa il Prof. Fiore (La base Psicologi ca della questione mcridiorwlc). Egli ritiene che le condizioni del Mezzogiorno siano un effetto diret to del carattere e dell'anima delle sue popolazioni, che mancano dello spirito di socialità', o. se l'hanno, e' deficiente, anomalo e talora addirit tura patologico. L'eccessivo indivi dualismo e la mancanza di un tipo unico psicologico sarebbero le vere cause dei nostri mali, e queste cau se a loro volta sarebbero determina te dall'estensione di territorio e dalla differenza di paesaggio, che impedi scono l'affratellamento dei popoli. La concezione di Arturo Labriola si basa sulla teoria che il progresjo umano non e' che la risultante della lotta di classe e la mancanza di ta le lotta e' da ritenersi eausa effi ciente del ristagno del Mezzogiorno. Or la lotta di classe e' determinata dalla grande industria, la quale fino n pochi anni fa non aveva fatto ca polino nel Mezzogiorno e vi e' tut tora bambina. Un volume molto interessante e' quello di Francesco Perrone (Il Pro blema del Mezzogiorno Napoli, Pierro, 1913). Con minuziosa ana lisi l'autore no esamina le diverse teo rie, mettendone in rilievo i pregi ed i difetti. Egli e' d'avviso che la de ficienza spirituale dei popoli del Sud non e' un vizio dell'anima ma piutto sto una malattia di stanchezza. I poltroni del Mezzoziorno, egli dice, non appartengono a quegli esseri che non fur mai vivi, situati da Dante nell'lnferno, ma a coloro che sem bra n lassi, messi nel Purgatorio. Il problema meridionale, secondo il Perrone, e' d'indole economica e mor rale. "Nel mezzogiorno della Peni sola", egli scrive, "mi e' parso sempre che una grande lacuna sussistere « vi mancasse la suprema forza fat ' trice del progresso, cioè', il deside | rio del mesrHo morale. Pertanto do j ve regna lo spirito, la' e' st.nso di giu stizia: dove si da' importanza al l'elevazione, la' e' .dempimento dei doveri; dove e' agitazione di forze interiori, la' e' fonte di vita; dove (fremere, intense e febbrili, nel he I Paese., tutti i contrasti possono acuir ! ti, tutte le passioni possono disfre narsi, ma ne' cuore di ogni italiane si agiterà' sempre il sentimento, i voto, il proposito dei grandi che han no fatta la patria: L'ltalia avanti tutto! L'ltalia sopra tutto! API. i e' pungolo di coscienza, la' e' elc - .mento di progresso". > Il merito d'aver portato la questio , ne del Mezzogiorno fuori di ogni inr . determinatezza spetta all'On. Pran -1 eesco Saverio Nitti, che dal campo ■ astratto e delle vaghe affermazioni la porto' in quello delle ricerche ob ■ biettive. I suoi libri su tale argo mento sono parecchi, tutti pieni di dati statistici che sono la base di un trattamento essenzialmente scienti fico. I fenomeni sociali per lui non hanno valore se non quando siano statisticamente determinabili. La teoria etno-antropologica, una delle tante escogitate per spiegare la in teriorità' del Mezzogiorno, e' sopra tutto da lui "presa di mira, denuda ta, sviscerata e mostrata falsa. Se condo quella teoria pessimista, ab bracciata dal Troilo e dal Sergi, in I Italia non vi sarebbero che due rnz j ze, l'inferiore e la superiore ; quella ! detta anche mediterranea, porta in ' se' i germi della decadenza. Tutti gli | sforzi, por quanto poderosi, sareb j liero vani per uscire dalla tremenda situazione. Che giova nella fata dar di coz zo? ed avrebbero l'identico risultato del lavoro delle Danaidi. j Contro tale dottrina pessimista, « he dal Loria fu definita la teoria Idei poltroni della sociologia, insorse ro Napoleone Colajanni e Francesco Xitti. Il primo ha brillamente di mostrato che la diversità' delle razze c ilei clima non determina nei popoli alcuna inferiorità', e l'altro ha stori camente e con dati statistici dimo strato clic le attuali differenze tra Nord e Sud non hanno alcun carat tere di necessita' e di fatalità', ma rappresentano il risultato di parec chie cause. Il Nitti esamina il pro blema sotto tutti i punti di vista e trova, tra le molteplici cause dell'in feriorità' meridionale, il regime do ganale o quello finanziario tra le prime. Il Mezzogiorno fu considera to un suolo naturalmente ricco, trop po favorito dalla natura, eccezional- j mente cospicuo, il più' bello, il fer- j itile paese di Europa. Il Nitti prova clic questa e' una illusione prodotta da scrittori pa trioti e dalla situazione dell'ltalia j meridionale ni tempo dell'Unita'. In fatti Vincenzo Coco, esule a Milano nel 1804, ave\a descritto il Mezzo giorno come il pili ferace suolo sot to il più' dolce clima, e Pet rat celli della (lattina, profugo a Torino nel j 1849, lo aveva definito una terra per\ r.ui Iddio esaurì' la sua opulenza nella creazione. 11 Kcjno delle due Sicilie, quando fu fatta l'Unita' d'l -1 nlin. era in condizioni di gran lunga più' vantaggiose di fronte agli altri Stati della Penisola, giacche' pagava meno imposte, aveva un debito pub blico assai tenue, immensi beni ec clesiastici e demaniali ed una gran quantità' di moneta metallica in cir colazione. Sotto il nuovo Regno perciò' i maggiori gravami si fecero pesare sul mezzogiorno, e perche' le due prime guerre d'lndipendenza erano state fatte solo dal Nord, sembro' logico imporre ai Meridionali un contribu to di sacrifizi. Quindi la fusione dei debiti e la unificazone dei diversi si stemi tributari. Tutti i miliardi, pre si dallo Stato a contribuenti con la vendita dei beni demaniali ed ec clesiastici del Sud, furono in massi ma parte spesi nel Nord in opere fer roviarie, idrauliche, portuali, per scuole, pel servizio postale e telegra fico ecc. Aggiungi a questo l'ingiu stizia del nostro sistema tributario, pel quale il Sud proporzionalmente alla sua ricchezza paga per imposte di ogni natura assai più' del Nord, e troverai le vere cause dell'inferio rità' del Mezzogiorno d'ltalia. Ne' basta. Nel 1887 con la politica doga nale il Mezzogiorno divenne una co lonia di consumo in favore dei pro duttori del settentrione. La delin quenza, l'analfabetismo, la miseria morale e materiale hanno origine dalla politica interna partigiana. Il Mezzogiorno infatti e' servito solo a j formare le maggioranze ministeriali; i Prefetti non hanno avuto altre fun zioni che di fare le elezioni a favore del Governo, la rappresentanza po litica della ba=sa Italia, salvo poche eccezioni, e' stata per lo più' compo sta di persone, che han fatto servi re il medaglino a procurare affari, a vendere piccoli favori ed a cor rompere la giustizia. IJI configurazione topografica e i lavori poco sviluppati di bonifica nel Mezzogiorno sono altri .fattori non trascurabili della sua inferiori tà'. Mentre l'ltalia Settentrionale si avvicina ai grandi paesi dell'Euro pa centrale per la sua produzione e per le sue forme di vita pubblica, | l'ltalia meridionale ne e' lontana, quasi isolata, per il poco sviluppo della marina mercantile. Mentre l'l talia settentrionale ha fiumi d'irri gazione, canali, strade e ferrovie, j che sono l'anima del commercio e j dell'industria; nell'ltalia meridione-' le per l'imprevidpnza del Governo i fiumi ed i torrenti non sono ener gie fecondatrici, ma le loro aeque, i Invece di trasformarsi in energia | motrice, straripando, ne spogliano j ogni anno il suolo e lo immiserisco- j LA LIBERA PAROLA no, dilagando in pantani e sono cen tri d'infezione e di malaria. La nuova opera di Pietro Lanino /sulla questione meridionale, che ci ,ha dato l'opportunità' • di scrivere ! questi accenni sullo scabroso dibat -1 tito e mai risolto problema, secon !do una breve relazione nella Rasse gna Bibliografica della Rivista Po polare di Napoleone Colaianni, por ta un titolo che dice meno di quel lo che contiene, perche' oltre delle condizioni economiche del Mezzo giorno si occupa, per via delle com parazioni, delle condizioni di tutta Italia. Mostra la grande importanza che ha l'agricoltura per il Mezzo giorno e per la Sicilia. Esamina tut ti gli aspetti del problema con molta serietà'; la bonifica, la cultura agra ria la estensione della cultura zoo tecnica in alcune regioni a prefe renza dell'alborea che e' più' idonea per altre regioni ; la produzione del vino, dell'olio, degli agrumi, ecc. ; la necessita' di strade, di abitazioni, di sicurezza; la elettrificazione delle ferrovie; la irrigazione ecc. Sfata la leggenda delle terre in colte e tocca il problema del latifon do con molta abilita', la cui soluzio ne deve essere fatta senza criteri uniformi. I grafici che si riscontrano in ap pendice sono una completa documen tazione statistica delle condizioni e conomiche delle varie regioni. Noi riteniamo che l'opera del La nino sia una reintegrazione di quan to altri prima di lui hanno scritto sul problema economico della nostra Nazione. Dr. F. Cubicciotti. E. PALMA del No. 252 No. 15th Street augura BUON NATALE AGLI AMICI I Roberto Lombardi ; ; CONTRATTORE * j lì li -«v» — a iy . , m , ~| t , _ _ _ j ,| j, Avete voi fatto esaminare i vostri denti da quando siete tornato dalle vacanze? Un pochino di cura adesso vi risparmiera' maggiori disturbi più' tardi. Se desiderate un esame con i raggi X : se volete avere i denti estratti con la somministrazione del gas' o mediante il sistema del l'anestesia locale, cioè' senza essere addormentato, recatevi dal DR. H. P. HURLONG DENTISTA nei suol Uffici alla CASA BIANCA 1240 South Broad Street Philadelphia, Fa +x - - « e IG. Theodoricus Maionello AVVOCATO ITALIANO UFFICII : ; CENTRALE BASSA CITTA' ! 1302 North American Building 1316 So. Broad Street ! q Dalle ore 9A. M. alle SP. M. Dalle ore 6.30 alle BP.M. 1 PHILADELPHIA, PA, '- i «»5««COGO6OC<0CC<5OS«Oa0CO©000eCCO5O00OS0000iB©9OB©0« • f iÌm Ì. :Ì.j -i f* "T*T ■ ' ìjf i ~ **■' ■' ? ■ ! f AUGURI SINCERI ALLA VASTA CLIENTELA DELLA ! BANCA EUROPEA DIPARTIMENTO ITALIANO PITTSBURGH STATE B A INI K 506 QRANT STREET 507 FIFTH AVENUE B y PITTSBURGH, PA. I " " " 'il <i > I SALUMI ED AUGURI DA f i PASQALE BUFANO : 1 > < CONNELLSVILLE. PA. \ 1 \ I _ > 'S^eoosccocccoosososoQoooccosccosooosoeoosoecoeoaoceo 0 » Bell Phone, 6951 Keystone Phone, Race 39-11 | ANGEI.O CUSANO REAL ESTATE BROKER NOTAIO PUBBLICO 9 Si presta denaro su prima e seconda Ipoteca —Si redigono strumenti [ 8 Si esigono rendite ed interessi -1 8 ASSICURAZIONI DI TITOLI E CONTRO IL FUOCO jj 1641 South 17th Street Philadelphia, Pa. j ——— —' " | | V , , ! , , ,i ~~ Bell Phone, Grant 2834 < MARCO CALABRO* ! INTERPRETE ITALIANO { Traduzioni dall'italiano nell'inglese e viceversa i > NOTAIO PUBBLICO RISCOSSIONI di SALARI, CREDITI, ecc. \ McGeach Building Stanza 313 PITTSBURGH, PA. * ! iGOoecoeaoQo«caoaoißCttteaaßae&B umomumnnm^ Dr. Nicola Albanese j Direttore-Proprietario di una elegante e bene avviata FAR -1 MACIA in Chester, Pa., e Presidente della Commissione Cas sa di Previdenza dell'Ordine Figli d'ltalia in Pennsylvania augura FELICISSIME FESTE NATALIZIE ai suoi clienti, ai fratelli dell'Ordine ed alla lunga schiera di suoi amici. In occasione delle Feste Natalizie il Signor ' ; NICOLA DI LEMMO Fitzwater Strects, Philadelphia, Pa. dell'angolo S. E. Cor. 7th and , J e in Srado di poter fornire alla sua estesa clientela, i ì alla quale augura buon Natale, j LE MIGLIORI BIBITE GAZZOSE che offre il Mercato 1 I DIRETTORI DELLA FEDERAL T g FANNO I LORO MIGLIORI AUGURI AI LORO CLIENTI, AUGURAN- j DO AD ES C I MAGGIORE PROSPERITÀ' PER L'AVVENIRE jj ®OOCCOCCOOOOCCOCCCOCCCOGOOOOOOOOO?>SOOOOOOCCCOCOOCOGO^ N 0 8 Bell Phone. Dickinson 115-1 FONDATA DA 13 ANNI 0 | Capitol Indemnity Society f of Washington, D. C. Sb 8 J. M. MAGGITTI, Vice Presidente S i 8 | CAPITOL INDEMNITY 1316 So. Broad St. Philadelphia, Pa. g 8 SI pagano sussidii per malattte da 2 a 25 dollari settima- V V Q nali edi raorto da 100 a 3 mila dollar! g s osoMceoosoooooogceoog>sGcoe«accooecososoe«fiooeccooo&. II Dottor EUTIMIO MASELLI CON UFFICIO AL No. 615 WEBSTER AVENUE PITTSBURGH. PA. Augura Buon Natale a tutti i suoi clienti ed amici Bell Phone, Grant 3489. West Penn Leather and Supply Co, BRUNO CERCHIADO E JOSEPH ZWICK. 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