PUBMSHED AND DISTRIBUTED UNDER Nq, 500 AUTHORIZED BY THE ACT OF OCTOBER G, 1917, ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHILADELPHIA, PA., BY OKDER OF THE PRESIDENT. A. S. BL'RLESON, POSTMASTEE GEN, LA LIBERA BARQLA I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Stori* Nazionale. A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street ANNO 11. - Numero 23 il Pilli In verità, se si risalisse fino ai più eccelsi gradini della storia, forse non si riuscirebbe a trova re una triade più omogenea di quella che da circa sei mesi, a via di ingiustizie, di soprusi, di usurpazioni, sta mettendo a du ra prova la infinita pazienza dei popoli. Fin dai primi giorni della Con ferenza e forse anche in epoca anteriore, i rappresentanti della Francia e dell'lnghilterra, dovet tero, insieme con Wilson, orgra*- nizzare, a base di illecite conces sioni scambievoli, un vergognoso complotto contro le Nazioni che per la guerra avevano fatti i maggiori sacrificii ed erano sta te gli artefici veri della comune salvezza: intendiamo parlare del l'ltalia e del Belgio. Accanto all'ingratitudine ed al tradimento per queste Nazioni alleate che, con indifferenza o con incoscienza, vennero sacrifi cate al più brutale egoismo, alla più smodata ambizione, ai più loschi interessi, s'erge, come fan tasma, l'odio cieco e selvaggio contro i vinti nemici che si vo gliono a tutti i costi schiacciare, lasciando loro solamente gli oc chi per piangere e riducendoli al la miserrima condizione di iloti. I patti imposti ai tedeschi sono così duri, così tracotanti che il trattato di pace consegnato gior ni or sono alla Germania, costi tuisce un monumento d'infamia imperituro e perenne. La pace di Brenno, dettata ai Romani entro le mura dell'Urbe; quella ancora più dura dal Sena to di Roma imposta alla debella ta Cartagine, dopo la caduta del l'eccelsa città, sono cento volte da preferirsi a questo capolavoro di ignominia redatto in piena lu ce del secolo XX ed alla cui com pilazione ha contribuito larga mente colui che ha saputo ingan nare la buona fede dei popoli, fa cendosi credere il redentore degli oppressi, l'apostolo della giusti zia, il campione disinteressato dei deboli. Già da tutte le parti del mondo e non solo dalle nazioni neutrali o dai partiti estremi, ma da tut ti i paesi e da tutti i partiti, si vàn levando voci di protesta, po tenti ed autorevoli, contro la im provvida ferocia affilata ai danni di un popolo inerme, oramai po sto dal fato, per un lungo perio do di tempo, nella impossibilità di nuocere a chicchessia. E se Wilson, Lloyd George e Clemenceau, queste tre laide fi gure cui le insaziabili voglie han fatto totalmente smarrire il sen so della realtà, si ostineranno a rimaner sordi alle migliaia di gri di che si innalzano come cori mi nacciosi da mille parti diverse, finiranno col provocare un orribi- ! le scatenamento della furia dei popoli. L'ltalia doveroso constatar- j lo nella infamia della diploma zia, non è nè colpevole nè com plice. Essa sola è pura tra tante ; bassezze di odii, di baratti, di menzogne, perchè non ha insoz- j eato le sue mani nell'infamia di Versailles. Vi sono molti, alti finanzieri, grandi associazioni, affaristi e simili lordure, i quali tentano giustificare od attenuare la cri minalità della detestabile triade, affermando che se la Germania fosse uscita vittoriosa dall'imma ne conflitto, avrebbe dettato con dizioni ben più dure ed inaccet tabili. Potrebbe darsi ; e gli eventi ci hanno appreso che sarebbe sta ta una lezione salutare e ben me ritata pei manipolatori di oggi, che han messo a nudo i loro pra vi istinti di tradimento e di fro de. Ma noi non possiamo dimenti care che quando i Tedeschi sce sero in campo, dichiararono a pertamente che miravano ad as soggettare l'Europa con la pun ta dei loro brandi ; mentre gli al leati dell'lntesa, nel raccogliere la sfida, si accaparrarono la sim patia universale e l'ausilio di mezzo mondo, dando ad intendere che pugnavano pel trionfo del diritto minacciato dalla forza bruta, per la tutela del debole che stava per diventare vittima del prepotente. Ciò che i tedeschi avrebbero fatto se la fortuna delle armi fos se stata ad essi seconda, non giu stifica menomamente ciò che stanno facendo gli alleati o per meglio dire i tre rappresentanti della coalizione plutocratica, del colossale monopolio finanziario. Essi dovrebbero tener presen te, se fossero animati da oneste intenzioni, che il militarismo prussiano è stato abbattuto, che ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER il Kaiser, che ne era il massimo esponente, è in esilio e chi dovrà | subire le dure condizioni impo : ste sarà il popolo tedesco che del la terribile confragrazione è ii meno responsabile. Non solo: ma Wilson il purita no, il riesumatore erti-comico di quelle viete anticaglie che son conosciute, forse per ironia, col nome dei quattordici punti di Wilson, calpestati tante volte e tante volte misconusciuti nel gi ro di pochi mesi, aveva fatto, in altri tempi, intravedere una pace meno drastica, meno dragoniana, compendiata nella forinola: nè vincitori nè vinti. Ma anche questa foi*mola, co me tutto il resto del bagaglio wilsoniano, è affogata misera mente nel mare del ridicolo e l'uomo è divenuto oggi la favola di tutto il mondo, che ride alle rapide metamorfosi di questo grosso camaleonte che, da ame ricano autentico, morde ben vo lentieri all'esca del dollaro ! In mezzo a tante brutture, in mezzo a tanta vergogna 11011 può recarci meraviglia se l'infamia di un trattato tessuto col favore delle tenebre, abbia avuto, come sua appendice, anche lo scandalo. E' scoppiato come una bomba nell'aula del Senato Americano, allorché il Senatore Lodge ha ri velato che il famoso trattato di Versailles, di cui Senato e Parla mento di America e di tutti gli Stati dell'lntesa ignorano il con tenuto, gira già, in quadruplice esemplare, tra le mani adunche dei grossi banchieri di Wall Street. Questo fatto gravissimo ci ri chiama alla mente i vecchi me todi del defunto impero austria co e proietta nuovi sprazzi di lu ce sulla figura del Presidente Wilson. Tutti ricordano che nel luglio del 1914, il faimoso ultimatum dell'Austria alla Serbia, che fu la favilla che fece divampare l'incendio sterminatore, era stato comunicato a Giovanni Giolitti. allora semplice deputato, quando ancora lo ignorava il Capo del Governo italiano, che era il cupo di un Governo alleato! Coloro che si affannano per salvare Wilson dall'estremo nau fragio, gridano che se i banchie ri di Wall St. hanno già in loro potere copie del trattato, la col pa di questo sconcio, di quest'e normità non deve attribuirsi a Wilson ma ad altri e forse ai te deschi. Magra scusa; ridicola difesa!... I giornali hanno riferito che la Germania ha lanciato migliaia e migliaia di copie in tutte le città tedesche e nei paesi neutrali; e se questa fosse la fonte, in Ame rica non se ne avrebbero quattro copie soltanto ed i privilegiati non sarebbero solamente gli alti papaveri della finanza. Così, con questo nuovo atto, Wilson ha percorso tutta la gam- j ma della vergogna ed è pervenuto all'ultimo gradino di una sinistra celebrità, che nessuno al mondo gli invidia. LA LIBERA PAROLA. idilli, minaccia, sii e, poi, luoQendo [icone olle Goni di Giustizia Amici c simpatizzanti, leggete del la nuova metamorfosi e meditate sulla curiosa gesta! II reazionario, ribelle o rivoluzio nario Nunzio Saggcse, com'egli stes so si definisce, che non accusa mai nessuno davanti ai poteri costituiti, dichiarazione da lui fatta davanti al Grande Comitato Arbitri di Pennsyl vania dell'O. F. d'l., perchè, come ha sempre affermato, egli non crede al la giustizia borghese, ha commesso un atto poco pulito, quello cioè di metterci il bavaglio dopo di averci insultati e sfidati. Nunzio Saggcse ha accusato il nostro direttore di averlo diffamato, e il magistrato Joseph Coward ha accettato perciò il "bail" di 600 dol lori, offerto dal commerciante Naz zareno Monticelli. Il nostro diretto; re "waive the hearing", ha cioè ac cettato l'atto d'accusa senza che av venisse discussione alcuna davanti al Magistrato, ripromettendosi di di fendersi in Corte. Ci esimiamo dal commentare que st'atto che depone molto male di chi provoca una discussione in pubblico e poi si nasconde dietro la toga del giudice, laddove non è ammessa nes suna prova quando il preteso dif famato è un privato cittadino. Noi però seguiremo la stessa via del Sag gese. Il nostro direttore lo farà ar restare per le reiterate diffamazio ni perpetrate a suo danno prima, durante e dopo la gravissima ma lattia, nelle logge dell'Ordine F. d'l. e fuori, verbalmente e per iscritto Lo faranno pure arrestare, ciascu no per conto suo, i membri del Gran de Concilio di questo Stato ed altresì i componenti del Grande Comitato arbitro, accusati dal Saggese di es sere stati subornati da Giuseppe Di Silvestro. Grande Venerabile dei Fi gli d'ltalia. WITH THE LARGEST CIRCULATION AVANTI SEMPRE, corsi L_A FIACCOLA IN PUGNO -CI "Kntered as second-class matter Aprii 19. 1918. at (he post office at Philadelphia, Pa.. under the Act of March 3. 1879", La grande manifestazione di italianità' al " Walton Hotel " Tributo di riconoscenza Diciamolo subito. 11 banchetto di i riconoscenza dato, dalla colonia i taliana di Philadelphia, al tenente colonnello Dr. Clarence P. Franklin ed al tenente Ellwood J. Rotan, la sera del 5 corrente mese, al Walton Hotel, ha superato, per molteplici j ragioni, che è ovvio qui esporre, tut ti gli altri banchetti svoltisi prece dentemente. Abbiamo detto di rico •loscenza, ed aggiungiamo per un du pi.ee scopo: per l'opera eroicamente spesa nel fronte italiano e per la incessante ed attiva propaganda che Essi, fin dal loro ritorno dall'ltalia, van facendo in mezzo all'elemento americano, in tutte le circostanze e dovunque, convincendo i più irridu cibili alla nostra causa. Infatti sul frontespizio dell'elegante Menù era detto che il banchetto veniva dato In appreciation of their vvork at the italian front, and their nohle and miliring cftorts for the triumph of justice and civilization". Serata di propaganda . Una serata di intensa propaganda perchè il banchetto, oltre al tributo di gratitudine per i festeggiati, fu iì mezzo per raggiungere il fine. Nel l'ora torbida che la patria nostra sta attraversando, è necessario far sa pere al paese che ci ospl'a perchè l'ltalia entrò nel conflit.c mondiale, j i sacrifizii eroicamente incontrati e i la vittoria delle vittorie da essa ot ' tenuta, mercè il valore del suo Eser cito e la perseveranza del popolo. A questo fine furono invitati molti a mericani e la stampa cittadina, per chè ascoltassero la verità dalla boc ca dei due ufficiali dell'Armata ame ricana, che non possono essere tac ciati di "chauvinismo". Erano stati invitati, oltre agli a inericani partecipanti e a tutta la stampa di lingua inglese, una settan tina di persone scelte e rappresenta tive di questa città, sia nel campo giuridico clic commerciale e sociale, e quelli che non potettero interve nire per una ragione o per l'altra, scusarono la loro assenza con lettie re e telegrammi lusinghieri, auspi cando al riconoscimento «lelle abi tazioni italiane ed augurando piene successo alla manifestazione della serata. Gli assenti si scusano Scusarono la loro assenza gl'il lustri giudici 011 Moschzisker, della Corte Suprema di Pennsylvania. Mo naglian, William H. Staake. William C. Ferguson, Charles I!, McMichael, Joseph P. Rogcrs, William 11. Shoe maker e Charles Y. Andeuried delle Common Please Courts; Chas W. Hrown, presidentegiudice delle Cor ti Municipali; il District Attorney della Contea on. Samuel P. Rotan; il 1 Congressman on. J. Hainpton Moore; l'Arcivescovo D. J. Dougherty e il Rev. N. F. Fisher della Chiesa di San Giovanni; il senatore statale ■ Clayton Hackett, per se e per la sua signora; E. Passmore, governor del ila Federai Reserve Bank di Phila jdelphia; l'avv. E. R. Woodroff, col lega del tenente Rotan e compagno d'Ufficio; l'editore del giornale North : American Mr. Von Valkenburg, ar i dente fautore della causa italiana; i E. McLain Watterse e per se e le lo j ro signore Edward Stotesbury. Wil liam B. Lwin, John H. Mason, Leslie | W. Miller, M. F. Hanson, P. M. Gum mere e qualche altro del quale non ricordiamo il ionie, Sempre antitaliano Degli italiani che la pretendono a maggiorenti della colonia, non inter venne, e non aderì neanche per che il suo nome non figura nella li sta dei partecipanti il Cav. Uff. C. C. A. Baldi e nessun altro della sua numerosa famiglia, mentre quando debbono mostrarsi al pubblico, non per l'italianità ma per scopi bassa mente affaristici, non disdegnano di accoppiare i loro baldi nomi a quelli dei loro stallieri. Perchè il pubblico sappia e giudichi, il Cav. Uff. C. C. A. Baldi fu fra i primi ad essere in vitato a far parte del comitato e si ricevette diverse lettere ad altre se dute. Quando fy notata la sua persi stente assenza e qualcuno s| recò a domandargli quanti biglietti voles se, egli rimase trasognato e finse di ignorare che fosse in progetto un banchetto, ma poi, fingendo di ap prenderne lo scopo e la data, inter venne subito a suo sollievo il solito "taccuino" di occasione, e fu costret to a rifiutarsi perchè la data coinci deva esattamente con un altro im pegno assunto precedentemente e non credette neanche potere farsi sostituire dall'altro fratello, pure ca yaliere, o da uno dei suoi diversi fi gli. Mancarono anche quelli che gli fanno sempre corona. La Sala, la disposizione delle tavole ed II menu' La sala del banchetto e la galleria di entrata erano decorati con i co lori italiani ed americani. Alle tavo le d'onore avevano preso posto, in quella principale di mezzo, da sini stra a destra di chi guarda, oltre ai i festeggiati ed al presidente del Co i mitato Cav. Francesco Roma che se devano nel centro, il tenente A. Da i vis, la signora E. W. Lank, signor: • J. W. Martin, moglie del giudic* I Martin; on. Joseph Fuffington, giù PHILADELPHIA, PA., 14 GIUGNO, 1919 Il banchetto al Ten. Colonnello Franklin e al Tenente Rotan I dice della Corte federale; signora C. ! B. Franklin, moglie del tenente co lonnello; Cav. Uff. Gaetano Poccar di. Console generale di Philadelphia; Capitano Alessandro Sapelli. signora G. Poccardi, moglie del nostro Con sole; l'Avv. E. V. Alessandroni, mae stro di cerimonie; signora E. Bon niwell. moglie del giudice lìonniwell; Thomas F. McNichols, giudice della Corte Municipale: signora E. W. I.ank, J. W. Martin, giudice della Corte di Common Pleas; signora J. W. Braden, giudice Bonniwell e mag giore G W. liraden. anche reduce oall'ltalia. Nell'altra tavola d'onore. jC'ienf J. JZotan • ì , • al lato sinistro sedevano il Capita- ' i no medico Dr. V. Marcucci, C. F. • Sienkiewicz, segretario del comitato j . generale straniero del Liberty Loan, j . giudice John M. I'atterson. Harry i > Watts, H. J. Horan e H. D. Eberlin. i Prima che incominciasse il servizio . ] del banchetto, il presidente del Co ; ! mitato Cav. Francesco Roma, salu ■ \ tato al suo alzarsi dalla marcia rea ■ ' le e dall'inno americano, presentò i i due festeggiati, acclamati entusia ■ sticamente dai presenti. i II menù fu servito splendidamen te e consisteva di queste portate: HEARTS OF CELERY QUF.EN OLIVES SMALL CHKRRYSTONE CLAMS 1 POTAGE MINESTROM BAKED HALIBUT FLORF.NTINE MEDOC AND RIESLING HALF ROAST SQUAB CHICKEN Vini: BIANCO E ROSSO > MONTE GRAPPA ICE CREAM ' CAKES ALPINE DEMI TASSE ! Come si svolse il Banchetto 1 Durante la consumazione del me nù regnarono sovrane la serietà e ' l'ordine ed il famoso trio italo-ameri -1 cano, diretto dal signor John Ales sandroni che accompagnava al piano, tenne divertiti i commensali con 1 canzoni e romanze cantate in italia . no ed in inglese. I discorsi ' Al Caffè si diede la stura ai di scorsi che questa volta furono tutti improntati a patriottismo, sincera ~ mente sentito. Parlò per primo il [ maestro di cerimonie avv. E. V. Ales • | sandroni, che fu felicissimo per tut ta la serata, nel suo discorso e nel la presentazione degli oratori. j : "Nella primavera del 1917" egli I incominciò, "gl'italiani d'ltalia diede ! ro il loro cuore a questi due eroici I Ufficiali dell'Esercito Americano; ! nella primavera del 1919 noi italia ni d'America diamo questa sera ad essi il nostro cuore". Il maestro di cerimonie rifece la storia dell'entra a ta dell'America in guerra e ricordò i- che i voti dei due festeggiati, di vo i- lere andare nel fronte italiano, fu n rono alfine esauditi: l'uno e l'altro i- lasciarono la loro pratica professio li na'.e e le loro famiglie e partirono, i- senza rimpianto ma con la fede di •- apostoli nell'anima, nella speranza i- che il loro contributo riuscisse utile a alla causa da essi sposata. L'avv. A-; e lessandroni continuò ricordando di u- avere incontrato all'Art Club, dopo il suo ritorno, il tenente Rotan, che vestiva ancora la divisa militare, e di essersi intrattenuto con lui a par lare delle cose nostre. "Il collega Rotati" soggiunse il maestro di ce rimonie, "mi tenne un discorso che fu una rivelazione. Mi disse del la voro fatto dall'Esercito italiano e mi ripetè le partile che. prima della ultima offensiva, erano sulle bocche 'di l'itti i si.'rl.t; d'ltalia dal genera li' l'ia/ ali rtimo fantaccino, c>ò di \i:i-ere o morire. E si vinse. !<■ tan ni diceva; l'Armata nemica fu rot ta in due e disfatta dalla persisten za delle truppe italiane". L'avv. Ales I .sandroni conchiuse pregando gl'ita : Mani di ricordare sempre i due fe steggiati che rappresentano il mi : glior sangue Americano. Parla il Regio Console Generale Presentato con parole molto lusin ghieri si alzò a parlare il R.'gio Con sole generale Cav. Ul». Gaetano Poc cardi che nella brevità del suo di scorso si disse lieto di presenziare la dimostrazione di italianità fatta ai due illustri ospiti i quali, avevano potuto constatu-e de visu l'eroismo dei nostri soldati e i sacrifizii soste nuti dal popolo italiano. Continuan do, il Cav. Poccardi mostrò ta sua gratitudine ai festeggiati che ave vano assolta la missione di curare i feriti con la speranza che nel batte simo di sangue sia maggiormente consolidata la cementazione delle due Nazioni, Italia e America. Con chiuse in inglese rugurandosi che possa sempre esistere fra le due Na zioni e i due popoli il vero spirito di lealtà e di fratellanza. Il discorsu dell'Oratore Ufficiale L'oratore Ufficiale avv. Aladino Autilio, sebbene, com'egli stesso dis se sia malandato in salute, ebbe degli scatti, entusiastici e generosi, quan do parlò dell'ltalia . dei suoi Grandi, e i presenti gli fecero una meritata dimostrazione di affetto sottolinean do, con nutriti applausi, i punti più salienti del suo discorso. L'Oratore Ufficiale sentì il dove re, prima di tutto, di tributare un me ritato elogio al maestro di cerimo nie, avv. Alessandroni, suo associato per oltre dieci anni, per il modo co me presiedeva alla festa e ne dirigeva l'andamento. Egli si disse orgoglio so dell'onore conferitogli. S'intrat tenne sull'Unità d'ltalia sognata dai nostri Grandi, Mazzini primo fra tut ti, il cui sogno si era alfine realizza to. Parlò dei primi emigranti italia ni ingiustamente maltrattati; della lingua, degli usi, delle leggi e delle i stituzioni Americane affatto diffe renti dalle nostre che facevano tro vare a disagio i primi italiani che approdarono in queste terre; della educazione e temperamento latino e ' conchiuse con un inno alato alle vir ì tù di nostra stirpe. il Brillante e sarcastico si rivela il capitano Sapelli Il clou" della serata fu il discor so del capitano Alessandro Sapelli. [ in inglese prima ed in italiano dopo a richiesta del sempre impenitente , artista Giuseppe Iìrocato. Il capitano Sapelli era venuto ap positamente da New York a brevt distanza dall'altra volta, domenica lo giugno, quando parlò al liroad vvay Theatre. Egli padroneggiò mirabilmente la lingua inglese nella quale parlò con raffinato sarcasmo, con sobrietà di concetti esponendo fatti, dicendo delle verità scottanti da fare arros sire. s • fosse stato presente, anche il demagogo in quarantottesimo. "110 accettato e gradito l'invito", incomi 'ciò il capitano Sapelli, "per chè io sono sempre contento quando posso essere vicino a soldati. Dome nica scorsa, il caldo soffocante mi a veva fatto esclamare "never again", • ioè che il"!* avrei più tentato un viaggio per Phila.. con una tempe ratura tropicale. Ma ho dovutó con traddirmi «piando ho saputo che si dava un "testimonial dinner" a due bravi ufficiali che dell'ltalia hanno riportata in America la più bella im pressione lo sono soldato da quan do avevo 18 anni. Fui sottotenente in Africa ; feci la campagna in Tripo litania. Non le ferite mi fecero di mettere ila capitano, ma la vita i nattiva mentre a me piace di com battere e vincere, lavorare e sogna re e la vita vale la pena di viverla quanti > la si spende proficuamente. 1 tedeschi e i croati, bestiali e bru tali, mi hanno avuto due volte ma non per sempre. L'lta'ia è oggi una grande Nazione, grande in tutte le sue esplicazioni, rispettata e temuta, da non dover titubare circa il suo I avvenire. Basti ricordare che, in o maggio alle simpatie suscitate anche 112 nei popoli che le furono nemici, nel l'attuale guerra un battaglione a fricano ha combattuto per I-Cssa. "La guerra non è terminata e la pace non sarà fatta da politicanti che sono più o meno "proud to fight", ma per virtù militari. I soldati quan do sono in guerra combattono stre imamente ed eroicamente fino all'ul timo momento, ma «piando dicono pace è pace e coloro che perdono debbono pagare lo scotto. "Non abbiate paura che io voglia interferire con la vostra digestione e solo perchè io sono italiano voglia parlare di cose italiane; ma posso bene assicurarvi che non vi sarebbe irò stati italiani scontenti, nè boi | shevichi russi, se la pace fosse sta ! ta dettata da Pershing e Diaz. Quan do il soldato dice la parola pace, pa ce sarà fatta, senza equivoci o egoi stici interessi. i "Mezzo milione «li morti, un mi llione di mutilati e di feriti, milioni di donne e ragazzi che soffrirono il freddo e la fame e che ora debbono lottare contro ingordi capitalisti, re-, clamano Trento. Trieste, Fiume ed l , altri diritti inalienabili. Non v'ha dubbio che questi diritti essi avran no perchè la pace sarà dettata da Franklin, Rotan e da me". Aveva appena terminato di parla re in inglese, che il Capitano Sapel ■ li, aderendo alla richiesta dell'artista ■ fotografo signor Brocato, si alzò di nuovo e ci fece sentire la sua pa rola. calda di entusiasmo, nella dol : ce lingua del si. 1 Che cosa disse il Capitano Sapelli i nella lingua che egli assicurò di sa i per parlare un pochino meglio di quella inglese? Tentiamo di racco gliere, come meglio sappiamo e pos siamo. qualche suo pensiero, i "Noi italiani" ammonì il Capitano . Sapc'li, "dobbiamo essere uniti nelle I speranze, nel pensiero, nell'azione perche l'ltalia veda realizzati i suoi diritti. Essa attraversa un grave mo mento che sarà altresì grave per al tre nazioni se non intenderanno la ragione. I Serbi, che hanno provo cato questa guerra con un altro u suale assassinio politico, debbono a ' noi la loro salvezza, perchè fu in vir i tù della nostra marina se neanche uno di quei soldati perì. Essi si sono oggi uniti ai greci che si misero con I gli alleati dopo avere aiutata la ger ii mania ; i croati sempre perfidi, che j hanno combattuto contro di noi fino all'ultima ora, si sono associati a j speculatori poco puliti ed hanno ri petuto con noi gli stessi tranelli do po la guerra nei balconi. Ma si ri j cordino serbi greci e croati che l'ef ficienza e la unità d'ltalia di oggi j sono differenti di quelle di ieri e se da sola è stata capace a schiacciare . l'autocrazia tedesca, schiaccerà do . mani tutte le piccole Austrie che vo _ lessero sorgere. Prima di finire desi -0 dero ripetere le stesse parole che . pronunziai domenica scorsa al Bro a adway Theatre di «juesta Città. "Quando ripenso alla settimana dal 14 al 21 aprile, cpoc* in cui i de * legati italiani furono corretti ad ab -1 bandoliere la Conferenza della Pace, - aettimanta Santa della Passione Di - Tina, davanti ai miei occhi li svolge a / I Office: Bell Pilone 1361 Grand Residence; Ilell I'hoae 6fißo J llLland Cav. Dottor Francesco Sunseri c 800 Webster Avenue - Pittsburgh, Pa. Dirimpetto la I lanca De I.uca OIA' CAPITANO MEDICO DELL'ESERCITO ITALIANO e CURA DELLE MALATTIE SECONDO I TROVATI DELLE SCIENZE MEDICHE E OELU SIFILIDE COL 606 112 r- Orarlo: 8 - lt A. M. dalle 12 - 1 P. M. d«lle t - 8 P. M. Fa quel che devi, &vveng& che può'. Abbonamento Annuo $ 2.00 Una Copia 3 Soldi la visione di un'altra Passione, di un altra grande tragedia umana. £ vedo Annias, il fanatico accusatore, assertore e difensore degli Scribi e Farisei; vedo Erode, crudele e dispo tico padrone della terra e del mari e vedo Pilato amico infedele e vile. Vedo nell'ombra Giuda Iscariota che conta il denaro, frutto del turpe mer cato e Bar Abbas bruto ed assassi no portato in trionfo dalla folla bria ca mentre il Giusto ascende la peno sa via del Calvario. Ed innanzi a me appare il Popolo d'ltalia, crocefisso e sanguinante, come Lui inchiodato sulla croce da quelli ctie Esso ha sal vato col suo soffrire, col suo marti rio, col suo sangue. Ed allora alle mie labbra sale irresistibile il grido: Percuotete, o traditori, offendete senza pietà', coronatelo di spine acu te dategli a bere l'aceto ed il fiele, non risparmiategli onta, non marti rio non torture. Cosi voi affrettere te. dategli à bere l'aceto ed il fiele, pi" potente egli si ergerò per sven tolare sul mondo la sua sacra ban diera verde come la speranza, bian ca come la fede rossa come l'amore. "L'umana giustizia può mancarci, ma la Divina giustizia e' eterna ed immutabile e noi confidiamo in Dio." Al Capitano Sapelli, che durante i suoi due di-corsi tu freneticamen te applaudito, in ultimo fu fatta una sentitissima dimostrazione di simpa tia. tutti in piedi gridando evviva al suo nome. La presentazione di due doni ai festeggiati I/avvocato Alessandro™ prima di presentare l'altro oratore, lesse in italiano ed in inglese un messaggio di Gabriele D'Annunzio, mandato per telegramma alla Gazzetta di To rino. Legge altresì altre lettere di a desione fra le quali una del coman dante del Reggimento del quale fa ceva parte Franklin, del sindaco di Alien town e del figlio di costui. Siccome ci accorgiamo che Io spa zio incomincia a mancarci, siamo co stretti di rinunziare a riportare i lii ani più salienti dei discors i degli altri e diciamo semplicemente che parlarono inoltre i giudici Jos. Buf fington. .1. Willis Martin ed Eugene C. Bonniwell. Finiti i discorsi di quelli che erano -tati designati, il maestro di cerimo nie. con appropriate e sentite paro le. presentò ai festeggiati due orologi d'oro, i migliori fabbricati in Ame rica, doni di questa colonia italiana, con nella cassa interna la seguente iscrizione e per ciascuno dei festeg giati, in un monogramma, il proprio nome : "Presented by the italiana of Philadelphia June sth, 1919" I festeggiati ringraziano Entrambi i festeggiati, il tenente colonnello Franklin prima e il tenen te Kotan dopo di lui. ringraziarono del regalo ricevuto ed assicurarono di tenerlo fra i più preziosi ricordi della loro vita. Il tenente Colonnello parlò lunga mente dell'ltalia e di tutto ciò che fi gli aveva potuto ivi costatare duran te la guerra la quale, egli disse, fr* tanto male ha insegnato alle nazio ni di conoscersi l'una e l'altra e di scoprire ed ammirare le altrui virtù. Il tenente colonnello elogiò gl'italia ni di America, di Philadelphia spe cialmente. i quali, durante la campa gna dei diversi prestiti nazionali a mericani, fra l'elemento straniero, hanno battuto il "record". Il tenente Rotan pronunziò un ef ficacissimo e lungo discorso durante il quale raccomandò di non smentire il generoso sangue latino che gli i taliani hanno nelle loro »ene dicen dosi pronto egli stesso a partecipare con noi perchè giustizia sia resa al l'ltalia. Parlò dell'opera svolta nella san guinosa guerra dal glorioso eserci to italiano ed elogiò la prontezza, la gagliardia degli arditi che muniti di. solo coltello erano sempre in prima fila, petto a petto, contro i nemici. Il tenente Rotan conchiuse assicu rando che il popolo Americano non 1 sarà mai comandato da nessun odio so dittatore e non si farà soggioga re dall'autocrazia di un solo uomo. II Gomitato del banchetto Il Comitato Esecutivo del ban« ; chc'.to era così costituito: Presidente Cav. Francesco Roma, Maestro di cerimonie avv. E. V. ; A essandroni : A. Giuseppe Di Silve stio; Edoardo Chiera ; Dr. Adamo D'Alessandro; Frank Rosatto; Anto nio Raggio; Giuseppe G. Brocato; Frank Lucci; Roberto Lombardi; Giuseppe Falanga; Chas. A. Nardel lo; Domenico Monticelli; Vincenzo D'Ambrosio ; Avv. Thomas S. Russo, Costantino Costantini. P»r la verità per?> dobbiamo dire che la riuscita del banchetto è dovu ti. ;n massima parte, al presidente del Comitato Cav. Roma.
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