La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, June 14, 1919, Image 1

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    PUBMSHED AND DISTRIBUTED UNDER Nq, 500 AUTHORIZED BY THE ACT OF OCTOBER G, 1917, ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHILADELPHIA, PA., BY OKDER OF THE PRESIDENT. A. S. BL'RLESON, POSTMASTEE GEN,
LA LIBERA BARQLA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Stori* Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 11. - Numero 23
il Pilli
In verità, se si risalisse fino ai
più eccelsi gradini della storia,
forse non si riuscirebbe a trova
re una triade più omogenea di
quella che da circa sei mesi, a
via di ingiustizie, di soprusi, di
usurpazioni, sta mettendo a du
ra prova la infinita pazienza dei
popoli.
Fin dai primi giorni della Con
ferenza e forse anche in epoca
anteriore, i rappresentanti della
Francia e dell'lnghilterra, dovet
tero, insieme con Wilson, orgra*-
nizzare, a base di illecite conces
sioni scambievoli, un vergognoso
complotto contro le Nazioni che
per la guerra avevano fatti i
maggiori sacrificii ed erano sta
te gli artefici veri della comune
salvezza: intendiamo parlare del
l'ltalia e del Belgio.
Accanto all'ingratitudine ed al
tradimento per queste Nazioni
alleate che, con indifferenza o
con incoscienza, vennero sacrifi
cate al più brutale egoismo, alla
più smodata ambizione, ai più
loschi interessi, s'erge, come fan
tasma, l'odio cieco e selvaggio
contro i vinti nemici che si vo
gliono a tutti i costi schiacciare,
lasciando loro solamente gli oc
chi per piangere e riducendoli al
la miserrima condizione di iloti.
I patti imposti ai tedeschi sono
così duri, così tracotanti che il
trattato di pace consegnato gior
ni or sono alla Germania, costi
tuisce un monumento d'infamia
imperituro e perenne.
La pace di Brenno, dettata ai
Romani entro le mura dell'Urbe;
quella ancora più dura dal Sena
to di Roma imposta alla debella
ta Cartagine, dopo la caduta del
l'eccelsa città, sono cento volte
da preferirsi a questo capolavoro
di ignominia redatto in piena lu
ce del secolo XX ed alla cui com
pilazione ha contribuito larga
mente colui che ha saputo ingan
nare la buona fede dei popoli, fa
cendosi credere il redentore degli
oppressi, l'apostolo della giusti
zia, il campione disinteressato
dei deboli.
Già da tutte le parti del mondo
e non solo dalle nazioni neutrali
o dai partiti estremi, ma da tut
ti i paesi e da tutti i partiti, si
vàn levando voci di protesta, po
tenti ed autorevoli, contro la im
provvida ferocia affilata ai danni
di un popolo inerme, oramai po
sto dal fato, per un lungo perio
do di tempo, nella impossibilità
di nuocere a chicchessia.
E se Wilson, Lloyd George e
Clemenceau, queste tre laide fi
gure cui le insaziabili voglie han
fatto totalmente smarrire il sen
so della realtà, si ostineranno a
rimaner sordi alle migliaia di gri
di che si innalzano come cori mi
nacciosi da mille parti diverse,
finiranno col provocare un orribi- !
le scatenamento della furia dei
popoli.
L'ltalia doveroso constatar- j
lo nella infamia della diploma
zia, non è nè colpevole nè com
plice. Essa sola è pura tra tante ;
bassezze di odii, di baratti, di
menzogne, perchè non ha insoz- j
eato le sue mani nell'infamia di
Versailles.
Vi sono molti, alti finanzieri,
grandi associazioni, affaristi e
simili lordure, i quali tentano
giustificare od attenuare la cri
minalità della detestabile triade,
affermando che se la Germania
fosse uscita vittoriosa dall'imma
ne conflitto, avrebbe dettato con
dizioni ben più dure ed inaccet
tabili.
Potrebbe darsi ; e gli eventi ci
hanno appreso che sarebbe sta
ta una lezione salutare e ben me
ritata pei manipolatori di oggi,
che han messo a nudo i loro pra
vi istinti di tradimento e di fro
de.
Ma noi non possiamo dimenti
care che quando i Tedeschi sce
sero in campo, dichiararono a
pertamente che miravano ad as
soggettare l'Europa con la pun
ta dei loro brandi ; mentre gli al
leati dell'lntesa, nel raccogliere
la sfida, si accaparrarono la sim
patia universale e l'ausilio di
mezzo mondo, dando ad intendere
che pugnavano pel trionfo del
diritto minacciato dalla forza
bruta, per la tutela del debole che
stava per diventare vittima del
prepotente.
Ciò che i tedeschi avrebbero
fatto se la fortuna delle armi fos
se stata ad essi seconda, non giu
stifica menomamente ciò che
stanno facendo gli alleati o per
meglio dire i tre rappresentanti
della coalizione plutocratica, del
colossale monopolio finanziario.
Essi dovrebbero tener presen
te, se fossero animati da oneste
intenzioni, che il militarismo
prussiano è stato abbattuto, che
ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
il Kaiser, che ne era il massimo
esponente, è in esilio e chi dovrà
| subire le dure condizioni impo
: ste sarà il popolo tedesco che del
la terribile confragrazione è ii
meno responsabile.
Non solo: ma Wilson il purita
no, il riesumatore erti-comico
di quelle viete anticaglie che son
conosciute, forse per ironia, col
nome dei quattordici punti di
Wilson, calpestati tante volte e
tante volte misconusciuti nel gi
ro di pochi mesi, aveva fatto, in
altri tempi, intravedere una pace
meno drastica, meno dragoniana,
compendiata nella forinola: nè
vincitori nè vinti.
Ma anche questa foi*mola, co
me tutto il resto del bagaglio
wilsoniano, è affogata misera
mente nel mare del ridicolo e
l'uomo è divenuto oggi la favola
di tutto il mondo, che ride alle
rapide metamorfosi di questo
grosso camaleonte che, da ame
ricano autentico, morde ben vo
lentieri all'esca del dollaro !
In mezzo a tante brutture, in
mezzo a tanta vergogna 11011 può
recarci meraviglia se l'infamia
di un trattato tessuto col favore
delle tenebre, abbia avuto, come
sua appendice, anche lo scandalo.
E' scoppiato come una bomba
nell'aula del Senato Americano,
allorché il Senatore Lodge ha ri
velato che il famoso trattato di
Versailles, di cui Senato e Parla
mento di America e di tutti gli
Stati dell'lntesa ignorano il con
tenuto, gira già, in quadruplice
esemplare, tra le mani adunche
dei grossi banchieri di Wall
Street.
Questo fatto gravissimo ci ri
chiama alla mente i vecchi me
todi del defunto impero austria
co e proietta nuovi sprazzi di lu
ce sulla figura del Presidente
Wilson.
Tutti ricordano che nel luglio
del 1914, il faimoso ultimatum
dell'Austria alla Serbia, che fu
la favilla che fece divampare
l'incendio sterminatore, era stato
comunicato a Giovanni Giolitti.
allora semplice deputato, quando
ancora lo ignorava il Capo del
Governo italiano, che era il cupo
di un Governo alleato!
Coloro che si affannano per
salvare Wilson dall'estremo nau
fragio, gridano che se i banchie
ri di Wall St. hanno già in loro
potere copie del trattato, la col
pa di questo sconcio, di quest'e
normità non deve attribuirsi a
Wilson ma ad altri e forse ai te
deschi.
Magra scusa; ridicola difesa!...
I giornali hanno riferito che la
Germania ha lanciato migliaia e
migliaia di copie in tutte le città
tedesche e nei paesi neutrali; e
se questa fosse la fonte, in Ame
rica non se ne avrebbero quattro
copie soltanto ed i privilegiati
non sarebbero solamente gli alti
papaveri della finanza.
Così, con questo nuovo atto,
Wilson ha percorso tutta la gam- j
ma della vergogna ed è pervenuto
all'ultimo gradino di una sinistra
celebrità, che nessuno al mondo
gli invidia.
LA LIBERA PAROLA.
idilli, minaccia, sii
e, poi, luoQendo [icone olle
Goni di Giustizia
Amici c simpatizzanti, leggete del
la nuova metamorfosi e meditate
sulla curiosa gesta!
II reazionario, ribelle o rivoluzio
nario Nunzio Saggcse, com'egli stes
so si definisce, che non accusa mai
nessuno davanti ai poteri costituiti,
dichiarazione da lui fatta davanti al
Grande Comitato Arbitri di Pennsyl
vania dell'O. F. d'l., perchè, come ha
sempre affermato, egli non crede al
la giustizia borghese, ha commesso
un atto poco pulito, quello cioè di
metterci il bavaglio dopo di averci
insultati e sfidati.
Nunzio Saggcse ha accusato il
nostro direttore di averlo diffamato,
e il magistrato Joseph Coward ha
accettato perciò il "bail" di 600 dol
lori, offerto dal commerciante Naz
zareno Monticelli. Il nostro diretto;
re "waive the hearing", ha cioè ac
cettato l'atto d'accusa senza che av
venisse discussione alcuna davanti
al Magistrato, ripromettendosi di di
fendersi in Corte.
Ci esimiamo dal commentare que
st'atto che depone molto male di chi
provoca una discussione in pubblico
e poi si nasconde dietro la toga del
giudice, laddove non è ammessa nes
suna prova quando il preteso dif
famato è un privato cittadino. Noi
però seguiremo la stessa via del Sag
gese. Il nostro direttore lo farà ar
restare per le reiterate diffamazio
ni perpetrate a suo danno prima,
durante e dopo la gravissima ma
lattia, nelle logge dell'Ordine F. d'l.
e fuori, verbalmente e per iscritto
Lo faranno pure arrestare, ciascu
no per conto suo, i membri del Gran
de Concilio di questo Stato ed altresì
i componenti del Grande Comitato
arbitro, accusati dal Saggese di es
sere stati subornati da Giuseppe Di
Silvestro. Grande Venerabile dei Fi
gli d'ltalia.
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI SEMPRE, corsi L_A FIACCOLA IN PUGNO -CI
"Kntered as second-class matter Aprii 19. 1918. at (he post office at Philadelphia, Pa.. under the Act of March 3. 1879",
La grande manifestazione di italianità' al " Walton Hotel "
Tributo di riconoscenza
Diciamolo subito. 11 banchetto di
i riconoscenza dato, dalla colonia i
taliana di Philadelphia, al tenente
colonnello Dr. Clarence P. Franklin
ed al tenente Ellwood J. Rotan, la
sera del 5 corrente mese, al Walton
Hotel, ha superato, per molteplici
j ragioni, che è ovvio qui esporre, tut
ti gli altri banchetti svoltisi prece
dentemente. Abbiamo detto di rico
•loscenza, ed aggiungiamo per un du
pi.ee scopo: per l'opera eroicamente
spesa nel fronte italiano e per la
incessante ed attiva propaganda che
Essi, fin dal loro ritorno dall'ltalia,
van facendo in mezzo all'elemento
americano, in tutte le circostanze e
dovunque, convincendo i più irridu
cibili alla nostra causa. Infatti sul
frontespizio dell'elegante Menù era
detto che il banchetto veniva dato
In appreciation of their vvork at the
italian front, and their nohle and
miliring cftorts for the triumph of
justice and civilization".
Serata di propaganda
. Una serata di intensa propaganda
perchè il banchetto, oltre al tributo
di gratitudine per i festeggiati, fu iì
mezzo per raggiungere il fine. Nel
l'ora torbida che la patria nostra sta
attraversando, è necessario far sa
pere al paese che ci ospl'a perchè
l'ltalia entrò nel conflit.c mondiale,
j i sacrifizii eroicamente incontrati e
i la vittoria delle vittorie da essa ot
' tenuta, mercè il valore del suo Eser
cito e la perseveranza del popolo. A
questo fine furono invitati molti a
mericani e la stampa cittadina, per
chè ascoltassero la verità dalla boc
ca dei due ufficiali dell'Armata ame
ricana, che non possono essere tac
ciati di "chauvinismo".
Erano stati invitati, oltre agli a
inericani partecipanti e a tutta la
stampa di lingua inglese, una settan
tina di persone scelte e rappresenta
tive di questa città, sia nel campo
giuridico clic commerciale e sociale,
e quelli che non potettero interve
nire per una ragione o per l'altra,
scusarono la loro assenza con lettie
re e telegrammi lusinghieri, auspi
cando al riconoscimento «lelle abi
tazioni italiane ed augurando piene
successo alla manifestazione della
serata.
Gli assenti si scusano
Scusarono la loro assenza gl'il
lustri giudici 011 Moschzisker, della
Corte Suprema di Pennsylvania. Mo
naglian, William H. Staake. William
C. Ferguson, Charles I!, McMichael,
Joseph P. Rogcrs, William 11. Shoe
maker e Charles Y. Andeuried delle
Common Please Courts; Chas W.
Hrown, presidentegiudice delle Cor
ti Municipali; il District Attorney
della Contea on. Samuel P. Rotan; il
1 Congressman on. J. Hainpton Moore;
l'Arcivescovo D. J. Dougherty e il
Rev. N. F. Fisher della Chiesa di
San Giovanni; il senatore statale
■ Clayton Hackett, per se e per la sua
signora; E. Passmore, governor del
ila Federai Reserve Bank di Phila
jdelphia; l'avv. E. R. Woodroff, col
lega del tenente Rotan e compagno
d'Ufficio; l'editore del giornale North
: American Mr. Von Valkenburg, ar
i dente fautore della causa italiana;
i E. McLain Watterse e per se e le lo
j ro signore Edward Stotesbury. Wil
liam B. Lwin, John H. Mason, Leslie
| W. Miller, M. F. Hanson, P. M. Gum
mere e qualche altro del quale non
ricordiamo il ionie,
Sempre antitaliano
Degli italiani che la pretendono a
maggiorenti della colonia, non inter
venne, e non aderì neanche per
che il suo nome non figura nella li
sta dei partecipanti il Cav. Uff. C.
C. A. Baldi e nessun altro della sua
numerosa famiglia, mentre quando
debbono mostrarsi al pubblico, non
per l'italianità ma per scopi bassa
mente affaristici, non disdegnano di
accoppiare i loro baldi nomi a quelli
dei loro stallieri. Perchè il pubblico
sappia e giudichi, il Cav. Uff. C. C.
A. Baldi fu fra i primi ad essere in
vitato a far parte del comitato e si
ricevette diverse lettere ad altre se
dute. Quando fy notata la sua persi
stente assenza e qualcuno s| recò a
domandargli quanti biglietti voles
se, egli rimase trasognato e finse di
ignorare che fosse in progetto un
banchetto, ma poi, fingendo di ap
prenderne lo scopo e la data, inter
venne subito a suo sollievo il solito
"taccuino" di occasione, e fu costret
to a rifiutarsi perchè la data coinci
deva esattamente con un altro im
pegno assunto precedentemente e
non credette neanche potere farsi
sostituire dall'altro fratello, pure ca
yaliere, o da uno dei suoi diversi fi
gli. Mancarono anche quelli che gli
fanno sempre corona.
La Sala, la disposizione delle
tavole ed II menu'
La sala del banchetto e la galleria
di entrata erano decorati con i co
lori italiani ed americani. Alle tavo
le d'onore avevano preso posto, in
quella principale di mezzo, da sini
stra a destra di chi guarda, oltre ai
i festeggiati ed al presidente del Co
i mitato Cav. Francesco Roma che se
devano nel centro, il tenente A. Da
i vis, la signora E. W. Lank, signor:
• J. W. Martin, moglie del giudic*
I Martin; on. Joseph Fuffington, giù
PHILADELPHIA, PA., 14 GIUGNO, 1919
Il banchetto al Ten. Colonnello Franklin e al Tenente Rotan
I dice della Corte federale; signora C.
! B. Franklin, moglie del tenente co
lonnello; Cav. Uff. Gaetano Poccar
di. Console generale di Philadelphia;
Capitano Alessandro Sapelli. signora
G. Poccardi, moglie del nostro Con
sole; l'Avv. E. V. Alessandroni, mae
stro di cerimonie; signora E. Bon
niwell. moglie del giudice lìonniwell;
Thomas F. McNichols, giudice della
Corte Municipale: signora E. W.
I.ank, J. W. Martin, giudice della
Corte di Common Pleas; signora J.
W. Braden, giudice Bonniwell e mag
giore G W. liraden. anche reduce
oall'ltalia. Nell'altra tavola d'onore.
jC'ienf J. JZotan •
ì ,
• al lato sinistro sedevano il Capita- '
i no medico Dr. V. Marcucci, C. F.
• Sienkiewicz, segretario del comitato j
. generale straniero del Liberty Loan, j
. giudice John M. I'atterson. Harry i
> Watts, H. J. Horan e H. D. Eberlin.
i Prima che incominciasse il servizio
. ] del banchetto, il presidente del Co
; ! mitato Cav. Francesco Roma, salu
■ \ tato al suo alzarsi dalla marcia rea
■ ' le e dall'inno americano, presentò i
i due festeggiati, acclamati entusia
■ sticamente dai presenti.
i II menù fu servito splendidamen
te e consisteva di queste portate:
HEARTS OF CELERY
QUF.EN OLIVES
SMALL CHKRRYSTONE CLAMS
1 POTAGE MINESTROM
BAKED HALIBUT FLORF.NTINE
MEDOC AND RIESLING
HALF ROAST SQUAB CHICKEN
Vini: BIANCO E ROSSO
> MONTE GRAPPA ICE CREAM
' CAKES ALPINE
DEMI TASSE
! Come si svolse il Banchetto
1 Durante la consumazione del me
nù regnarono sovrane la serietà e
' l'ordine ed il famoso trio italo-ameri
-1 cano, diretto dal signor John Ales
sandroni che accompagnava al piano,
tenne divertiti i commensali con
1 canzoni e romanze cantate in italia
. no ed in inglese.
I discorsi
' Al Caffè si diede la stura ai di
scorsi che questa volta furono tutti
improntati a patriottismo, sincera
~ mente sentito. Parlò per primo il
[ maestro di cerimonie avv. E. V. Ales
• | sandroni, che fu felicissimo per tut
ta la serata, nel suo discorso e nel
la presentazione degli oratori.
j : "Nella primavera del 1917" egli
I incominciò, "gl'italiani d'ltalia diede
! ro il loro cuore a questi due eroici
I Ufficiali dell'Esercito Americano;
! nella primavera del 1919 noi italia
ni d'America diamo questa sera ad
essi il nostro cuore". Il maestro di
cerimonie rifece la storia dell'entra
a ta dell'America in guerra e ricordò
i- che i voti dei due festeggiati, di vo
i- lere andare nel fronte italiano, fu
n rono alfine esauditi: l'uno e l'altro
i- lasciarono la loro pratica professio
li na'.e e le loro famiglie e partirono,
i- senza rimpianto ma con la fede di
•- apostoli nell'anima, nella speranza
i- che il loro contributo riuscisse utile
a alla causa da essi sposata. L'avv. A-;
e lessandroni continuò ricordando di
u- avere incontrato all'Art Club, dopo
il suo ritorno, il tenente Rotan, che
vestiva ancora la divisa militare, e
di essersi intrattenuto con lui a par
lare delle cose nostre. "Il collega
Rotati" soggiunse il maestro di ce
rimonie, "mi tenne un discorso che
fu una rivelazione. Mi disse del la
voro fatto dall'Esercito italiano e
mi ripetè le partile che. prima della
ultima offensiva, erano sulle bocche
'di l'itti i si.'rl.t; d'ltalia dal genera
li' l'ia/ ali rtimo fantaccino, c>ò di
\i:i-ere o morire. E si vinse. !<■ tan
ni diceva; l'Armata nemica fu rot
ta in due e disfatta dalla persisten
za delle truppe italiane". L'avv. Ales
I .sandroni conchiuse pregando gl'ita
: Mani di ricordare sempre i due fe
steggiati che rappresentano il mi
: glior sangue Americano.
Parla il Regio Console Generale
Presentato con parole molto lusin
ghieri si alzò a parlare il R.'gio Con
sole generale Cav. Ul». Gaetano Poc
cardi che nella brevità del suo di
scorso si disse lieto di presenziare
la dimostrazione di italianità fatta
ai due illustri ospiti i quali, avevano
potuto constatu-e de visu l'eroismo
dei nostri soldati e i sacrifizii soste
nuti dal popolo italiano. Continuan
do, il Cav. Poccardi mostrò ta sua
gratitudine ai festeggiati che ave
vano assolta la missione di curare i
feriti con la speranza che nel batte
simo di sangue sia maggiormente
consolidata la cementazione delle
due Nazioni, Italia e America. Con
chiuse in inglese rugurandosi che
possa sempre esistere fra le due Na
zioni e i due popoli il vero spirito di
lealtà e di fratellanza.
Il discorsu dell'Oratore Ufficiale
L'oratore Ufficiale avv. Aladino
Autilio, sebbene, com'egli stesso dis
se sia malandato in salute, ebbe degli
scatti, entusiastici e generosi, quan
do parlò dell'ltalia . dei suoi Grandi,
e i presenti gli fecero una meritata
dimostrazione di affetto sottolinean
do, con nutriti applausi, i punti più
salienti del suo discorso.
L'Oratore Ufficiale sentì il dove
re, prima di tutto, di tributare un me
ritato elogio al maestro di cerimo
nie, avv. Alessandroni, suo associato
per oltre dieci anni, per il modo co
me presiedeva alla festa e ne dirigeva
l'andamento. Egli si disse orgoglio
so dell'onore conferitogli. S'intrat
tenne sull'Unità d'ltalia sognata dai
nostri Grandi, Mazzini primo fra tut
ti, il cui sogno si era alfine realizza
to. Parlò dei primi emigranti italia
ni ingiustamente maltrattati; della
lingua, degli usi, delle leggi e delle i
stituzioni Americane affatto diffe
renti dalle nostre che facevano tro
vare a disagio i primi italiani che
approdarono in queste terre; della
educazione e temperamento latino e
' conchiuse con un inno alato alle vir
ì tù di nostra stirpe.
il Brillante e sarcastico si rivela
il capitano Sapelli
Il clou" della serata fu il discor
so del capitano Alessandro Sapelli.
[ in inglese prima ed in italiano dopo
a richiesta del sempre impenitente
, artista Giuseppe Iìrocato.
Il capitano Sapelli era venuto ap
positamente da New York a brevt
distanza dall'altra volta, domenica
lo giugno, quando parlò al liroad
vvay Theatre.
Egli padroneggiò mirabilmente
la lingua inglese nella quale parlò
con raffinato sarcasmo, con sobrietà
di concetti esponendo fatti, dicendo
delle verità scottanti da fare arros
sire. s • fosse stato presente, anche il
demagogo in quarantottesimo.
"110 accettato e gradito l'invito",
incomi 'ciò il capitano Sapelli, "per
chè io sono sempre contento quando
posso essere vicino a soldati. Dome
nica scorsa, il caldo soffocante mi a
veva fatto esclamare "never again",
• ioè che il"!* avrei più tentato un
viaggio per Phila.. con una tempe
ratura tropicale. Ma ho dovutó con
traddirmi «piando ho saputo che si
dava un "testimonial dinner" a due
bravi ufficiali che dell'ltalia hanno
riportata in America la più bella im
pressione lo sono soldato da quan
do avevo 18 anni. Fui sottotenente
in Africa ; feci la campagna in Tripo
litania. Non le ferite mi fecero di
mettere ila capitano, ma la vita i
nattiva mentre a me piace di com
battere e vincere, lavorare e sogna
re e la vita vale la pena di viverla
quanti > la si spende proficuamente.
1 tedeschi e i croati, bestiali e bru
tali, mi hanno avuto due volte ma
non per sempre. L'lta'ia è oggi una
grande Nazione, grande in tutte le
sue esplicazioni, rispettata e temuta,
da non dover titubare circa il suo
I avvenire. Basti ricordare che, in o
maggio alle simpatie suscitate anche
112 nei popoli che le furono nemici, nel
l'attuale guerra un battaglione a
fricano ha combattuto per I-Cssa.
"La guerra non è terminata e la
pace non sarà fatta da politicanti
che sono più o meno "proud to fight",
ma per virtù militari. I soldati quan
do sono in guerra combattono stre
imamente ed eroicamente fino all'ul
timo momento, ma «piando dicono
pace è pace e coloro che perdono
debbono pagare lo scotto.
"Non abbiate paura che io voglia
interferire con la vostra digestione
e solo perchè io sono italiano voglia
parlare di cose italiane; ma posso
bene assicurarvi che non vi sarebbe
irò stati italiani scontenti, nè boi
| shevichi russi, se la pace fosse sta
! ta dettata da Pershing e Diaz. Quan
do il soldato dice la parola pace, pa
ce sarà fatta, senza equivoci o egoi
stici interessi.
i "Mezzo milione «li morti, un mi
llione di mutilati e di feriti, milioni
di donne e ragazzi che soffrirono il
freddo e la fame e che ora debbono
lottare contro ingordi capitalisti, re-,
clamano Trento. Trieste, Fiume ed l ,
altri diritti inalienabili. Non v'ha
dubbio che questi diritti essi avran
no perchè la pace sarà dettata da
Franklin, Rotan e da me".
Aveva appena terminato di parla
re in inglese, che il Capitano Sapel
■ li, aderendo alla richiesta dell'artista
■ fotografo signor Brocato, si alzò di
nuovo e ci fece sentire la sua pa
rola. calda di entusiasmo, nella dol
: ce lingua del si.
1 Che cosa disse il Capitano Sapelli
i nella lingua che egli assicurò di sa
i per parlare un pochino meglio di
quella inglese? Tentiamo di racco
gliere, come meglio sappiamo e pos
siamo. qualche suo pensiero,
i "Noi italiani" ammonì il Capitano
. Sapc'li, "dobbiamo essere uniti nelle
I speranze, nel pensiero, nell'azione
perche l'ltalia veda realizzati i suoi
diritti. Essa attraversa un grave mo
mento che sarà altresì grave per al
tre nazioni se non intenderanno la
ragione. I Serbi, che hanno provo
cato questa guerra con un altro u
suale assassinio politico, debbono a
' noi la loro salvezza, perchè fu in vir
i tù della nostra marina se neanche
uno di quei soldati perì. Essi si sono
oggi uniti ai greci che si misero con
I gli alleati dopo avere aiutata la ger
ii mania ; i croati sempre perfidi, che
j hanno combattuto contro di noi fino
all'ultima ora, si sono associati a
j speculatori poco puliti ed hanno ri
petuto con noi gli stessi tranelli do
po la guerra nei balconi. Ma si ri
j cordino serbi greci e croati che l'ef
ficienza e la unità d'ltalia di oggi
j sono differenti di quelle di ieri e se
da sola è stata capace a schiacciare
. l'autocrazia tedesca, schiaccerà do
. mani tutte le piccole Austrie che vo
_ lessero sorgere. Prima di finire desi
-0 dero ripetere le stesse parole che
. pronunziai domenica scorsa al Bro
a adway Theatre di «juesta Città.
"Quando ripenso alla settimana
dal 14 al 21 aprile, cpoc* in cui i de
* legati italiani furono corretti ad ab
-1 bandoliere la Conferenza della Pace,
- aettimanta Santa della Passione Di
- Tina, davanti ai miei occhi li svolge
a /
I Office: Bell Pilone 1361 Grand Residence; Ilell I'hoae 6fißo J llLland
Cav. Dottor Francesco Sunseri
c 800 Webster Avenue - Pittsburgh, Pa.
Dirimpetto la I lanca De I.uca
OIA' CAPITANO MEDICO DELL'ESERCITO ITALIANO
e CURA DELLE MALATTIE SECONDO I TROVATI DELLE SCIENZE MEDICHE E OELU SIFILIDE COL 606 112
r- Orarlo: 8 - lt A. M. dalle 12 - 1 P. M. d«lle t - 8 P. M.
Fa quel che devi, &vveng&
che può'.
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
la visione di un'altra Passione, di
un altra grande tragedia umana. £
vedo Annias, il fanatico accusatore,
assertore e difensore degli Scribi e
Farisei; vedo Erode, crudele e dispo
tico padrone della terra e del mari
e vedo Pilato amico infedele e vile.
Vedo nell'ombra Giuda Iscariota che
conta il denaro, frutto del turpe mer
cato e Bar Abbas bruto ed assassi
no portato in trionfo dalla folla bria
ca mentre il Giusto ascende la peno
sa via del Calvario. Ed innanzi a me
appare il Popolo d'ltalia, crocefisso
e sanguinante, come Lui inchiodato
sulla croce da quelli ctie Esso ha sal
vato col suo soffrire, col suo marti
rio, col suo sangue. Ed allora alle
mie labbra sale irresistibile il grido:
Percuotete, o traditori, offendete
senza pietà', coronatelo di spine acu
te dategli a bere l'aceto ed il fiele,
non risparmiategli onta, non marti
rio non torture. Cosi voi affrettere
te. dategli à bere l'aceto ed il fiele,
pi" potente egli si ergerò per sven
tolare sul mondo la sua sacra ban
diera verde come la speranza, bian
ca come la fede rossa come l'amore.
"L'umana giustizia può mancarci,
ma la Divina giustizia e' eterna ed
immutabile e noi confidiamo in Dio."
Al Capitano Sapelli, che durante
i suoi due di-corsi tu freneticamen
te applaudito, in ultimo fu fatta una
sentitissima dimostrazione di simpa
tia. tutti in piedi gridando evviva al
suo nome.
La presentazione di due doni
ai festeggiati
I/avvocato Alessandro™ prima di
presentare l'altro oratore, lesse in
italiano ed in inglese un messaggio
di Gabriele D'Annunzio, mandato
per telegramma alla Gazzetta di To
rino. Legge altresì altre lettere di a
desione fra le quali una del coman
dante del Reggimento del quale fa
ceva parte Franklin, del sindaco di
Alien town e del figlio di costui.
Siccome ci accorgiamo che Io spa
zio incomincia a mancarci, siamo co
stretti di rinunziare a riportare i
lii ani più salienti dei discors i degli
altri e diciamo semplicemente che
parlarono inoltre i giudici Jos. Buf
fington. .1. Willis Martin ed Eugene
C. Bonniwell.
Finiti i discorsi di quelli che erano
-tati designati, il maestro di cerimo
nie. con appropriate e sentite paro
le. presentò ai festeggiati due orologi
d'oro, i migliori fabbricati in Ame
rica, doni di questa colonia italiana,
con nella cassa interna la seguente
iscrizione e per ciascuno dei festeg
giati, in un monogramma, il proprio
nome :
"Presented by the italiana
of Philadelphia
June sth, 1919"
I festeggiati ringraziano
Entrambi i festeggiati, il tenente
colonnello Franklin prima e il tenen
te Kotan dopo di lui. ringraziarono
del regalo ricevuto ed assicurarono
di tenerlo fra i più preziosi ricordi
della loro vita.
Il tenente Colonnello parlò lunga
mente dell'ltalia e di tutto ciò che fi
gli aveva potuto ivi costatare duran
te la guerra la quale, egli disse, fr*
tanto male ha insegnato alle nazio
ni di conoscersi l'una e l'altra e di
scoprire ed ammirare le altrui virtù.
Il tenente colonnello elogiò gl'italia
ni di America, di Philadelphia spe
cialmente. i quali, durante la campa
gna dei diversi prestiti nazionali a
mericani, fra l'elemento straniero,
hanno battuto il "record".
Il tenente Rotan pronunziò un ef
ficacissimo e lungo discorso durante
il quale raccomandò di non smentire
il generoso sangue latino che gli i
taliani hanno nelle loro »ene dicen
dosi pronto egli stesso a partecipare
con noi perchè giustizia sia resa al
l'ltalia.
Parlò dell'opera svolta nella san
guinosa guerra dal glorioso eserci
to italiano ed elogiò la prontezza, la
gagliardia degli arditi che muniti di.
solo coltello erano sempre in prima
fila, petto a petto, contro i nemici.
Il tenente Rotan conchiuse assicu
rando che il popolo Americano non
1 sarà mai comandato da nessun odio
so dittatore e non si farà soggioga
re dall'autocrazia di un solo uomo.
II Gomitato del banchetto
Il Comitato Esecutivo del ban«
; chc'.to era così costituito:
Presidente Cav. Francesco Roma,
Maestro di cerimonie avv. E. V.
; A essandroni : A. Giuseppe Di Silve
stio; Edoardo Chiera ; Dr. Adamo
D'Alessandro; Frank Rosatto; Anto
nio Raggio; Giuseppe G. Brocato;
Frank Lucci; Roberto Lombardi;
Giuseppe Falanga; Chas. A. Nardel
lo; Domenico Monticelli; Vincenzo
D'Ambrosio ; Avv. Thomas S. Russo,
Costantino Costantini.
P»r la verità per?> dobbiamo dire
che la riuscita del banchetto è dovu
ti. ;n massima parte, al presidente
del Comitato Cav. Roma.