4 L'anima francese a Venezia Venezia, sorride e mpiende nei quadri di Ziem e di Joyant, me glio ancora ia quelli di Fromen tino e di Meissonier. Edgard Quinet, nella atta, "fantastique ìe flot", ebbe ia "re velation de l'art", come scrisse la veaova di queil'ilustre apostolo-m libertà. La fervida arte francese, in riva alle lavane, trova ìa reaitn delle torme sognate. E nell'ango lo di un campiello, sul margine di una fondamenta, baciata dall'on detta verde, al piede di un ponte, alio sbocco di un rivo, abbiamo potuto conoscere, tutti intenti ad entrare nell'anima di Venezia, l'lmer. il Gaucherel, il Rosier, il Bruneri, il Decamps. il Mouchei. il de Champeaux. il Burges, il Laborne e venti altn. Ai quali fu altresì fonte d'inspirazione la scuola veneziana "la moins seve re" per dirla con Davesies di Pontes "la moins ideaie, peut etre, mais assurement la pius se duisante, !a plus delicieuse." Il fascino dei colore veneziani' sedusse anche Regnault, gentili e nobii figura di pittore, vissuti per l'arte, morto a ventotto ann, ! per la patria. Un amico, che coi. amorosa pietà ne descrisse l'axu- j mo e l'ingegno, attesta che il co lorito di Eegnauit ai formo sui veneziani al Louvre, sul '( listo nei Sepolcro'' di Tiziano, in spe cie, e sulle "Nozze di Cana" dei Veronese. Di questo ultimo ei vagheggiava farne una copia del la grandezza dell'originale. Certamente, noi non compren diamo /arte come gli antichi, ma pur e sentiamo attratti versi quelli artefici sublimi, che sfo gliavano, assai meglio di noi, il libro della imaginazione e, come diceva Paolo Veronese, dipinge vano senza molte considerazioni, Tutto il rovescio a' di nostri, in Francia, specialmente dopo l'im pulso classico e iredilo del David, l'arte, rinnoveliandosi, si è fatta ricercatrice. Qualche volta anzi e li critico che uccide l'artefice, il Delacroix. Art Scheffer, il Dela roche, abbandonando il dispoti smo accademico, opprimente il genio dell'artefice, ebbero meno cura del doiore, che di an .senti mento intenso e di emozioni in time. Però là, al Louvre, fra Giorgione e Tiziano, fra Cima da Conegliano e il Carpaccio, fra Gentile Bellini e il Tintoretto, troneggiava sempre, splendido come un genio, superbo come un re, iJ Veronese, "le plus grand coloriste qui ait jamais existe", come lo chiama il Gautier. E quel suo tinteggiare intenso, succu lento, in mezzo ai quale i toni ar gentini splendono, e i luccichii metallici mandan faville, ha avu to azione possente anche sulla scuola romantica, la quale, come dice ii Blanc, rimise in grande o nore la scuola veneziana. Tale in flusso si riconosce, più che in al cun altro, in Tomaso Couturè, nei suoi "Romani della decaden za '. E non può non riconoscersi nei Delacroix, che coi anacroni smo degno di Paolo rappresento' Mann Faiiero, decapitato sulla scala dei Giganti, eretta da An tonio Rizzo cent'anni dopo il sup plizio del principe ribelle. Ma, in tutti i pittori stranieri. Venezia ricorda con più amore l'opera e ìa vita di Leopoldo Ro bert. I suoi "Pescatori dell'Adria tico" paiono ora comparse da teatro, ma non bisogna dimenti care che il Robert, fra la conven zione accademica, studiando con amore il vero, fu uno dei precur sori. L'ingegno egli aveva alto e posente, per far respirar dalla tela l'aria libera deila vita reale. Ei sentiva il disdegno della con venzionalità e comprendeva la Venezia vera, non la città, dive nuta troppe volte il tema abusato dar retori de l'arte. Innamorato dell'arte, il Robert concepiva la perfezione entro e uori di sè, senza mai poterla ragpungere. Forse in questa lot ™ » sua anima si spezzò. L'in *ai suicido' a Venezia nel i i.&tó e, uon uunenucaio. Ha paci. . neil isola ai oan ÀLiclieie. Venezia e ia .scuoia pittorica, più ancora elle stuuiate a agii o , uierni pittori uancesi, i urono comprese e latte comprendere aa . alcuni critici d'oitr alpe. Certo iiiauc palla lungamente , e con giudizi finiscimi deila >cuo ,i ia veneta. Alia fulgida resta del cinquecento egli prexensce ia mi te alba del Bellini e dei Carpac cio, quei fiore di coscienza cri stiana, che ie età posteriori uon trovarono più. U Topfer, con quel suo sereno spinto i odsservazione, guarda meravigliato l'architettura varia, pittoresca, libera, e ia sua parola piena di buon senso e di solito co sì caima prende il tono di un in no. "Quelle nouveautè!" egli e sciama. "Quelle majesttueuse bi zarrerie! Quel ensemble d'orien j taie somtuositè et d'austeri tè ; massive I" E quaie griao d'entusiasmo e sce dalle pagine di chi fu chia mato il pittore deila moderna letteratura.' Venezia, con la gaiezza ellenica delle sue lagune, I doveva ben essere la patria idea | e di chi. come Teofilo Gautier, aveva sempre amato le plastiche serenità del marmo e il sangue fluente sotto le carni bianche, i ricchi broccati e i fiori aperti, lo sfarzo eie feste. Egli stesso scrive: "Chaque homme se choi sit una au deux villes, patries qu'il fait habiter par ses reves." Venezia effettuava i sogni suoi. Nei descriverla, egli, che posse deva come niun altro ia scienza dei colore, cade nei difetti dei cinquecentisti veneziani; l'incer tezza dei disegno e ia povertà dei concetto, dissimulate dai prodigi dei permeilo e della ricca armonia delle tinte. Ma io stile iridato dei -10 scrittore francese, rende, come meglio non si potrebbe, ie case scintillanti al sole, come fossero di corallo, le chiese di marmo e le acque rifulgenti come oro. il Tame e un filosofo, che ha chiara l'idea deile leggi regola trici di un popolo, ma dà sover chia importanza ai clima, alle condizioni storiche, alla razza, tutte cause complesse, le quali hanno grande efficacia sull'opera considerate con criteri assoluti. Neilo studiare un'epoca deila sto ria egli cerca scoprire le condizio ni generatrici, studiando le pas sioni mutevoli e drammatiche de gli uomini, come un "problema di meccanica psicologia". La fra se è del Taine e nveia intero il suo metodo. Visitando Venezia, ei vuoi mettere in relazione l'ar tefice con la società e col paese, nei quali è vissuto. Venezia è a canto al mare. In un paese a sdutto ciò che prima colpisce è 11 "contorn :'o' in un paese umi do, il "colore". Ecco perchè Vene zia e la Fiandra hanno dato i due più grandi coloritori : Tiziano e Rubens. Per meglio comprendere il sorriso, la forza rigogliosa di un'aite, lieta festa per gli occhi, il Taine studia la vita originale del paese, lo squisito raffinamen to dei sensi e del costume. Ma l'ha egii Taine meditata la storia veneziana, con quell'ansiosa e a un tempo scevra cura di ricerca, che lo ha guidato nello studio del le origini della Francia contem poranea? Non si può affermare i ciò'. La frase -smagliante ratio o mai s'accompagna alla conoscen ■ za profonda dei fatti. Ma quando i egli entra nelle pinacoteche e • guarda Tiziano, Paolo, Tint.oret Ì to, con ammirazione da vero arti i sta. dimenticando le predilette . teoriche, lasciando da parte le di - pendenze e le condizioni filosofi i che e storiche, si abbandona a - quel suo naturale impulso, che e ) gli fa sentire così vivamente i molteplici effetti del bello, t E dopo il Topfr, il Gautier, il "> Taine, quanti altri francesi, come i il Rio, il Davesies de Pontes, il - Boullier, il Coindet, il Viardot, il - Mantz, il Dumesnil ecc. prima di si chiudere la lista dei critici d'arte LA RASSEGNA PHILADELPHIPA. SABATO, 21 APRILE 1917 veneziana ! Arte, che è riflesso delle consuetudini e dell'indole di questo poi>olo, la cuistoria fu nel tempo moderno studiata di pre fei-enza dai francesi, cominciando dal aDru, |>er finire col Gaiibert, j con Armami Baschet, col Didot, col Feuillet de Conches. con Phi ( larete '"haries, con Carlo Yriar te, col Mas Latrie, con Houssave. col Leeomte, col Nodier, col Thuasne, col Bonnat, col Baur net, con Havard. col Didier e altri molti. Fra 1 quali, alcuni ritrasse ro con brio superficiale, con fal lacia di giudizi e con errori di fatto, le costumanze, l'aspetto e la -tona del paese, altri, con pro fondo studio, hanno saputo rac cogliere i grandi concetti, che e manano dai vecchi documenti di Venezia repubblicana, le idee, che sbucciano dalle pietre dei suoi monumenti. Spettava poi ad un veneziano, divenuto francese, far meglio co noscere alla nuova patria d'ado zione il tramonto di Venezia. Quell'età e quel paese, che videro I nascere il Goldoni, il Marcello ed j il Tienolo, rivivono nel romanzo I < dello Scudo: "Le chevalier Sai'- ì' ti' Lo Scudo nacque nel 1806 : ' abbandonò presto la patria e an dò' a Parigi, ove divenne france se d'indole, d'affetti, di lingua. La Francia non chiese mai la fede di nascita, né fece mai pagar gabelle di frontiera agli ingegni, che si rivolsero a lei, anzi assimi lò a sè le forze, che le giunsero in ogni tempo dai paesi stranieri. E agli stranieri, oppressi dalla ti rannide, fu cortesemente ospita le, e agli esuli, fuggenti la schia vitù, diede sempre rifugio. Vene zia particolarmente deve ricorda re con riconoscenza come Danie le Manin abbia trovate in Parigi amicizie sincere, e come egli, per ! virtù del suo lungo martirio, ab- ! i>ia saputo far amare la causa ! lella patria, per l'esule magnani- ! no palpito continuo dell'anima. ! Pompeo Molmenti j j COLLEZIONE E I COLLEZIONISTI I ! i li L'lmperatore Cario d'Austria, ; ra le tante eredita lasciategli da ] Francesco Giuseppe, ha trovato ! una collezione meravigliosa di j ■ pietre preziose. Straordinaria per bellezza è u- ! J n'opale grossissima, dei valore di J un milione. Ma le opali portano sfortu- j na, e si dice che l'imperatore stia j per sbarazzarsi della magnifica e \ pericolosa gemma, vendendola. j Una delle più curiose collezioni 1 è quella formata recentemente da I ) Sarah Bernhardt: una collezio- :< ne di gambe artificiali. Quando l'illustre tragica do- ■ vette essere amputata di una ! gamba, tutti gli ortopedici del mondo le inviarono saggi della lo ro merce, sperando, se fossero stati prescelti, di giovarsene a scopo di reclame. La grande Sarah non rispose ad alcuno, e riunì tutte le gambe j artificiali in una vetrina dove i . visitatori possono osservare la i bizzarra raccolta. L'EBREO ERRANTE * I E' proprio il caso di dire cosL I Un console tedesco di una città j del West, avendo ricevuto i'ordi ne da questo Governo Federale di ' portare le tende altrove, volle re- I carsi nei Giappone, indi in Cina, | e cola trasformarsi in cittadino | della repubblica dei gialli, peFpo- | ter raggiungere immolestato il suo padrone, d "divino" e "invin- ' cibile" Kaiser e presentargli i ' suoi omaggi per la guerra..... vin- ' ta. | Arrivato a Tokio, e riconosciu- | to per tedesco, non gli permisero | lo sbarco, e con la coda fra le gambe, voltò la prua verso Shan- ' gai, Cina. I Combinazione o caso volle, che I proprio quel giorno la Cina di- 1 chiaro rotte ie relazioni diploma tiche con la Germania, naturai* •nente aeroraeno lo vollero fra loro. Adesso è in giro nell'oceano in cerca di qualche mano amica che gli porga qualche aiuto qualche cortesia Il giomaie americano da .cui fu rilevata la notizia. 1 domanda: "E perchè non chiede al Dio Kaiser un sottomarino automo bile"'" E noi aggiungiamo: Bug-, 'o S» e nel suo roman o "./Ebreo errante" paria del tra dizionale ebreo della Giudea, mi: .'ggi non è più lui, il posto d'o i-ore spetta al tedesco. Dr. Ignazio Cortese 1025 CHRISTIAN STREET Philadelphia, Pa. • —— _ 1 ~ « ? : • ? i. « X Telephone. Walnut 8025 5 4 I i • ; 5 ; Anthony Rossi : : * 1 SALOON : • 9 * • 9 * ♦ v 4 t * ♦ • « * * ♦ W * * % ♦ 112 * | S. li. < <>r. 9th & Catharine Streets \ . ; : ♦ I i * 5 Philaclelphia t • ; ; » • ♦ li tOl 6ERAROINO ji |l STUDIO NOTARILE E DI REAL ESTATE | \ || 717 Walnut Street Philadelphia. Pa. jj ] P ... Il »! Atti .Notarili in Italiano ed in Inglese * ; |! 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