La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, April 21, 1917, Page 4, Image 4

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L'anima francese a Venezia
Venezia, sorride e mpiende nei
quadri di Ziem e di Joyant, me
glio ancora ia quelli di Fromen
tino e di Meissonier.
Edgard Quinet, nella atta,
"fantastique ìe flot", ebbe ia "re
velation de l'art", come scrisse la
veaova di queil'ilustre apostolo-m
libertà. La fervida arte francese,
in riva alle lavane, trova ìa reaitn
delle torme sognate. E nell'ango
lo di un campiello, sul margine di
una fondamenta, baciata dall'on
detta verde, al piede di un ponte,
alio sbocco di un rivo, abbiamo
potuto conoscere, tutti intenti ad
entrare nell'anima di Venezia,
l'lmer. il Gaucherel, il Rosier, il
Bruneri, il Decamps. il Mouchei.
il de Champeaux. il Burges, il
Laborne e venti altn. Ai quali fu
altresì fonte d'inspirazione la
scuola veneziana "la moins seve
re" per dirla con Davesies di
Pontes "la moins ideaie, peut
etre, mais assurement la pius se
duisante, !a plus delicieuse."
Il fascino dei colore veneziani'
sedusse anche Regnault, gentili
e nobii figura di pittore, vissuti
per l'arte, morto a ventotto ann, !
per la patria. Un amico, che coi.
amorosa pietà ne descrisse l'axu- j
mo e l'ingegno, attesta che il co
lorito di Eegnauit ai formo sui
veneziani al Louvre, sul '( listo
nei Sepolcro'' di Tiziano, in spe
cie, e sulle "Nozze di Cana" dei
Veronese. Di questo ultimo ei
vagheggiava farne una copia del
la grandezza dell'originale.
Certamente, noi non compren
diamo /arte come gli antichi, ma
pur e sentiamo attratti versi
quelli artefici sublimi, che sfo
gliavano, assai meglio di noi, il
libro della imaginazione e, come
diceva Paolo Veronese, dipinge
vano senza molte considerazioni,
Tutto il rovescio a' di nostri, in
Francia, specialmente dopo l'im
pulso classico e iredilo del David,
l'arte, rinnoveliandosi, si è fatta
ricercatrice. Qualche volta anzi e
li critico che uccide l'artefice, il
Delacroix. Art Scheffer, il Dela
roche, abbandonando il dispoti
smo accademico, opprimente il
genio dell'artefice, ebbero meno
cura del doiore, che di an .senti
mento intenso e di emozioni in
time. Però là, al Louvre, fra
Giorgione e Tiziano, fra Cima da
Conegliano e il Carpaccio, fra
Gentile Bellini e il Tintoretto,
troneggiava sempre, splendido
come un genio, superbo come un
re, iJ Veronese, "le plus grand
coloriste qui ait jamais existe",
come lo chiama il Gautier. E quel
suo tinteggiare intenso, succu
lento, in mezzo ai quale i toni ar
gentini splendono, e i luccichii
metallici mandan faville, ha avu
to azione possente anche sulla
scuola romantica, la quale, come
dice ii Blanc, rimise in grande o
nore la scuola veneziana. Tale in
flusso si riconosce, più che in al
cun altro, in Tomaso Couturè,
nei suoi "Romani della decaden
za '. E non può non riconoscersi
nei Delacroix, che coi anacroni
smo degno di Paolo rappresento'
Mann Faiiero, decapitato sulla
scala dei Giganti, eretta da An
tonio Rizzo cent'anni dopo il sup
plizio del principe ribelle.
Ma, in tutti i pittori stranieri.
Venezia ricorda con più amore
l'opera e ìa vita di Leopoldo Ro
bert. I suoi "Pescatori dell'Adria
tico" paiono ora comparse da
teatro, ma non bisogna dimenti
care che il Robert, fra la conven
zione accademica, studiando con
amore il vero, fu uno dei precur
sori. L'ingegno egli aveva alto e
posente, per far respirar dalla
tela l'aria libera deila vita reale.
Ei sentiva il disdegno della con
venzionalità e comprendeva la
Venezia vera, non la città, dive
nuta troppe volte il tema abusato
dar retori de l'arte.
Innamorato dell'arte, il Robert
concepiva la perfezione entro
e uori di sè, senza mai poterla
ragpungere. Forse in questa lot
™ » sua anima si spezzò. L'in
*ai suicido' a Venezia nel
i i.&tó e, uon uunenucaio. Ha paci.
. neil isola ai oan ÀLiclieie.
Venezia e ia .scuoia pittorica,
più ancora elle stuuiate a agii o
, uierni pittori uancesi, i urono
comprese e latte comprendere aa
. alcuni critici d'oitr alpe.
Certo iiiauc palla lungamente
, e con giudizi finiscimi deila >cuo
,i ia veneta. Alia fulgida resta del
cinquecento egli prexensce ia mi
te alba del Bellini e dei Carpac
cio, quei fiore di coscienza cri
stiana, che ie età posteriori uon
trovarono più.
U Topfer, con quel suo sereno
spinto i odsservazione, guarda
meravigliato l'architettura varia,
pittoresca, libera, e ia sua parola
piena di buon senso e di solito co
sì caima prende il tono di un in
no. "Quelle nouveautè!" egli e
sciama. "Quelle majesttueuse bi
zarrerie! Quel ensemble d'orien
j taie somtuositè et d'austeri tè
; massive I"
E quaie griao d'entusiasmo e
sce dalle pagine di chi fu chia
mato il pittore deila moderna
letteratura.' Venezia, con la
gaiezza ellenica delle sue lagune,
I doveva ben essere la patria idea
| e di chi. come Teofilo Gautier,
aveva sempre amato le plastiche
serenità del marmo e il sangue
fluente sotto le carni bianche, i
ricchi broccati e i fiori aperti, lo
sfarzo eie feste. Egli stesso
scrive: "Chaque homme se choi
sit una au deux villes, patries
qu'il fait habiter par ses reves."
Venezia effettuava i sogni suoi.
Nei descriverla, egli, che posse
deva come niun altro ia scienza
dei colore, cade nei difetti dei
cinquecentisti veneziani; l'incer
tezza dei disegno e ia povertà dei
concetto, dissimulate dai prodigi
dei permeilo e della ricca armonia
delle tinte. Ma io stile iridato dei
-10 scrittore francese, rende, come
meglio non si potrebbe, ie case
scintillanti al sole, come fossero
di corallo, le chiese di marmo e le
acque rifulgenti come oro.
il Tame e un filosofo, che ha
chiara l'idea deile leggi regola
trici di un popolo, ma dà sover
chia importanza ai clima, alle
condizioni storiche, alla razza,
tutte cause complesse, le quali
hanno grande efficacia sull'opera
considerate con criteri assoluti.
Neilo studiare un'epoca deila sto
ria egli cerca scoprire le condizio
ni generatrici, studiando le pas
sioni mutevoli e drammatiche de
gli uomini, come un "problema
di meccanica psicologia". La fra
se è del Taine e nveia intero il
suo metodo. Visitando Venezia,
ei vuoi mettere in relazione l'ar
tefice con la società e col paese,
nei quali è vissuto. Venezia è a
canto al mare. In un paese a
sdutto ciò che prima colpisce è
11 "contorn :'o' in un paese umi
do, il "colore". Ecco perchè Vene
zia e la Fiandra hanno dato i due
più grandi coloritori : Tiziano e
Rubens. Per meglio comprendere
il sorriso, la forza rigogliosa di
un'aite, lieta festa per gli occhi,
il Taine studia la vita originale
del paese, lo squisito raffinamen
to dei sensi e del costume. Ma
l'ha egii Taine meditata la storia
veneziana, con quell'ansiosa e a
un tempo scevra cura di ricerca,
che lo ha guidato nello studio del
le origini della Francia contem
poranea? Non si può affermare
i ciò'. La frase -smagliante ratio o
mai s'accompagna alla conoscen
■ za profonda dei fatti. Ma quando
i egli entra nelle pinacoteche e
• guarda Tiziano, Paolo, Tint.oret
Ì to, con ammirazione da vero arti
i sta. dimenticando le predilette
. teoriche, lasciando da parte le di
- pendenze e le condizioni filosofi
i che e storiche, si abbandona a
- quel suo naturale impulso, che e
) gli fa sentire così vivamente i
molteplici effetti del bello,
t E dopo il Topfr, il Gautier, il
"> Taine, quanti altri francesi, come
i il Rio, il Davesies de Pontes, il
- Boullier, il Coindet, il Viardot, il
- Mantz, il Dumesnil ecc. prima di
si chiudere la lista dei critici d'arte
LA RASSEGNA PHILADELPHIPA. SABATO, 21 APRILE 1917
veneziana ! Arte, che è riflesso
delle consuetudini e dell'indole di
questo poi>olo, la cuistoria fu nel
tempo moderno studiata di pre
fei-enza dai francesi, cominciando
dal aDru, |>er finire col Gaiibert, j
con Armami Baschet, col Didot,
col Feuillet de Conches. con Phi
( larete '"haries, con Carlo Yriar
te, col Mas Latrie, con Houssave.
col Leeomte, col Nodier, col
Thuasne, col Bonnat, col Baur
net, con Havard. col Didier e altri
molti. Fra 1 quali, alcuni ritrasse
ro con brio superficiale, con fal
lacia di giudizi e con errori di
fatto, le costumanze, l'aspetto e
la -tona del paese, altri, con pro
fondo studio, hanno saputo rac
cogliere i grandi concetti, che e
manano dai vecchi documenti di
Venezia repubblicana, le idee, che
sbucciano dalle pietre dei suoi
monumenti.
Spettava poi ad un veneziano,
divenuto francese, far meglio co
noscere alla nuova patria d'ado
zione il tramonto di Venezia.
Quell'età e quel paese, che videro I
nascere il Goldoni, il Marcello ed j
il Tienolo, rivivono nel romanzo I <
dello Scudo: "Le chevalier Sai'- ì'
ti' Lo Scudo nacque nel 1806 : '
abbandonò presto la patria e an
dò' a Parigi, ove divenne france
se d'indole, d'affetti, di lingua.
La Francia non chiese mai la
fede di nascita, né fece mai pagar
gabelle di frontiera agli ingegni,
che si rivolsero a lei, anzi assimi
lò a sè le forze, che le giunsero
in ogni tempo dai paesi stranieri.
E agli stranieri, oppressi dalla ti
rannide, fu cortesemente ospita
le, e agli esuli, fuggenti la schia
vitù, diede sempre rifugio. Vene
zia particolarmente deve ricorda
re con riconoscenza come Danie
le Manin abbia trovate in Parigi
amicizie sincere, e come egli, per !
virtù del suo lungo martirio, ab- !
i>ia saputo far amare la causa !
lella patria, per l'esule magnani- !
no palpito continuo dell'anima. !
Pompeo Molmenti j j
COLLEZIONE E I
COLLEZIONISTI I
! i
li
L'lmperatore Cario d'Austria, ;
ra le tante eredita lasciategli da ]
Francesco Giuseppe, ha trovato !
una collezione meravigliosa di j ■
pietre preziose.
Straordinaria per bellezza è u- ! J
n'opale grossissima, dei valore di J
un milione.
Ma le opali portano sfortu- j
na, e si dice che l'imperatore stia j
per sbarazzarsi della magnifica e \
pericolosa gemma, vendendola. j
Una delle più curiose collezioni 1
è quella formata recentemente da I )
Sarah Bernhardt: una collezio- :<
ne di gambe artificiali.
Quando l'illustre tragica do- ■
vette essere amputata di una !
gamba, tutti gli ortopedici del
mondo le inviarono saggi della lo
ro merce, sperando, se fossero
stati prescelti, di giovarsene a
scopo di reclame.
La grande Sarah non rispose
ad alcuno, e riunì tutte le gambe j
artificiali in una vetrina dove i .
visitatori possono osservare la i
bizzarra raccolta.
L'EBREO ERRANTE *
I
E' proprio il caso di dire cosL I
Un console tedesco di una città j
del West, avendo ricevuto i'ordi
ne da questo Governo Federale di '
portare le tende altrove, volle re- I
carsi nei Giappone, indi in Cina, |
e cola trasformarsi in cittadino |
della repubblica dei gialli, peFpo- |
ter raggiungere immolestato il
suo padrone, d "divino" e "invin- '
cibile" Kaiser e presentargli i '
suoi omaggi per la guerra..... vin- '
ta. |
Arrivato a Tokio, e riconosciu- |
to per tedesco, non gli permisero |
lo sbarco, e con la coda fra le
gambe, voltò la prua verso Shan- '
gai, Cina. I
Combinazione o caso volle, che I
proprio quel giorno la Cina di- 1
chiaro rotte ie relazioni diploma
tiche con la Germania, naturai*
•nente aeroraeno lo vollero fra
loro.
Adesso è in giro nell'oceano in
cerca di qualche mano amica che
gli porga qualche aiuto qualche
cortesia
Il giomaie americano da .cui fu
rilevata la notizia. 1 domanda:
"E perchè non chiede al Dio
Kaiser un sottomarino automo
bile"'"
E noi aggiungiamo:
Bug-, 'o S» e nel suo roman o
"./Ebreo errante" paria del tra
dizionale ebreo della Giudea, mi:
.'ggi non è più lui, il posto d'o
i-ore spetta al tedesco.
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