LA LIBERA PAROLA (The Free Word) P'JBLISHED EVERY SATURDAY by A. OirSKPPK DI SILVESTRO EDITOR-! S-CHIEt 906 Carpenter St. PhiUi., Pa. Bell Phonr. Walnut 74*72 Anno 2. - ** Adonto 1919 - No. 41 SUBSCRI RTIO fVJ One year, io advance . . 5 2.00 Si* monih<t 1 12, . . tf 1.25 Single copy 0.03 ADVERTISING RATES per Inse rtlon Display adt. per inch, tinaie colomn $0.75 Politicai notices 4: 44 44 J.OO Amuumcnh *' 44 4 * 0.75 per montH Display adt. per inch, single column 52.00 Politicai notices 44 44 4t 3.00 Afnuncments ** u ** 2.00 Readiog matter per line of 13 ems 0.15 Translation and set tip type paid scparately AH paymcnts must be made to LA LIBERA PAROLA cortesie eò auòaci imprese p<*uin»tte d'albo ho il cuore colmo, inondato di te nerezza, di una gioia immensa. Un'o ra è scorsa da! nostro incontro, un'ora sola e a me pare un'eternità. Non so come ci siamo incontrati. I" camminavo solo nelle ampie sale de! Mu-eo, mirando ed (ammirando ogni cosa, penetrato dalla solennità dello ambiente e commosso. Ella era nel tempio, sola, e un fascio di erysante mi, primissimi, le languivi fra le bianche mani. Vestiva una candida tunica, un po' aperta al davanti. (Io vedevo il palpito delle sue vene ai sommo del seno). Aveva un viso di madonna incor niciato da un'aureola di capelli ricci, biondisismi, aurei; aveva gli occhi azzurri, nuotanti in un fluido di dol cezza estrema, gli occhi cosi teneri, cosi profondamente pensosi. Mi è par sa un angelo perduto in quel tem pio, tanto ella era celestialmente as sorta. Aveva le labbra schiuse, for manti un arco voluttuoso, da cui pa reva uscisse un tenuissimo sospiro: <juella bocca era piegata ad un sor riso continuo. Io lungamente l'ho mirata, perdu to in un divino pensiero d'amore. Era tanto, tanto bello quell'angelo, tarit',' triste e tanto carezzatore quel suo suo sguardo, limpido e teneramente azzurro! L'angelo aveva il fascino di una vi sione. Quando »i mosso i! rumore del suo passo non s'intese. Non un fruscio, nulla, nulla. Ella sfiorava le grandi lastre del candido marmo pavimenta no. lo pure la seguiva, tutto assorto: l'anima traboccantemi d'amore: ella intanto mirava le gagliarde e solenni bellezze dell'antico tempio marmoreo. Poi il suo sguardo s'è incontrati) nel mio; io ho aVuto un sussulto in tutto il mio essere, così vero ed in tenso che mi è sorto dalla profondità dell'anima una dolcezza sconfinata ed una indefinibile desolazione insieme. Un lampo ; poi ella era ritornata a carezzare con la fissità del suo sguar do, pieno d'azzurro e di tenerezza, le navate ampie, affogate interamente in una tinta di viola. In quell'istante mi è parso che tut to sorridesse d'intorno e che una gran voce intonasse un canto glorioso di trionfo. L'anima innamorata splendea. .. • Il la filigrana eccola di Catullo: I giuramenti del le donne sono incisi sul soffio dello ztffiro e sulla superficie delle onde. • * * poemetto: il lago t: ricordi n Quella sera vogavamo silenziosi sulle placide acque. Lungi da noi s'udiva lieve, cadenzato il ton fo che facevano i remi nel fendere le onde armoniose, leggermente incre spate. Dalla riva piena d'incanto, ne! gorgoglio del flotto che passava sulle ghiaje del lido, tra la poesia incan tevole di quel silenzio misterioso, sen timmo d'un tratto gli accenti di una voce melodica, sconosciuta. Noi ascoltammo: essi nell'aura so spiravano: "0 tempo! sospendi il tuo volo; e voi, ore fuggenti, sospendete la vo stra corsa. Lasciateci assaporare le rapide delizie dei giorni nostri più belli, più sorridenti. Quanti sventu rati implorano che passiate veloci per essi. Ascoltateli e rapiteli alle ongoscie che li consumano. Dimenticate i feli ci!.... Ma invano imploro qualche tre gua: il tempo passa, scorre e mi sfuggi. Io dico alla notte silente e miste riosa: sii più lenta, ma l'aurora al lontana la notte! Amiamo dunque, amiamo! Affret tiamoci a godere l'ora scorrevole. L'uomo non ha porto, il tempo non ha riva. Questo passa e noi passiamo Oh lago! o mute scogliere! o antri, « foreste oscure! Ricordatevi —, voi che il tempo risparmia ricordatevi «li questa notte, conservatene almeno il ricordo affettuoso! Ch'esso aleggi nella tua tranquillità, ch'esso sia nelle tue burrasche, o caro lago, e nelle ri denti bellezze delle tue rive fiorite, in quei neri abeti, nelle rupi selvagge che si protendono sulle acque e su ess: si rispecchiano.... Che esso fremi nello zeffiro che passa, nel mormorio delle onde ripetuto dalle tue rive d'in canto, ch'esso ondeggi nei molli chia rori della luna che inargenta il tuo piano azzurrino. Che l'aura gemente, che la canna sospirosa, che i profu mi dell'aria imbalsamata, tutto quel le che sente, vede, sospira, tutto di ca: "Essi hanno amato'.". • « » piccolo pastello: la deliziosa ha il viso d'un alabastro squisita mente sentimentale. Basta guardar!') per esser subito affascinato dall'in canto d'una fremente passione. E' si ciliana r le si legge negli occhi pro fondi l'abisso d'una passione tremen da. E' siciliana, ma ha i capelli leg germente color castagno, segno di ooo«>ocpacKX>oo<KH3ooooooooooooooooooooo<x>ooocK>0!OOooooooooooc8x>oocwoooooocwo©ODooooc>otK>ooooooooc>CH>o> , aooooo<^ #T : PRIMA BANCA NAZIONALE A PITTSBURGH i (First National Bank at Pittsburgh, Pa.) » CAPITALE E SOPRAVANZO $ 5 MILIONI Ispezionata dal Governo s n* . 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Balla il waltzer con una rilascia tezza sentimentale, standovi vicina ma pur cosi lontana. Nella conver sazione vi si svela come un tesoro na scosto di passionalità vulcanica e d'a more fatto di delizie e d'abbandono. Voi pensate: ecco la donna felice che diciassette anni d'America non son riusciti a modificare l'intelligenza svegliata, la sentimentalità squisita mente italiana, il fascino muliebre che solo può riempire il terrìbile vuo to della vostra anima. Voi pensate: ecco la donna tua, ecco l'anima ge mella che il destino ti ha predestina ta Eppure finite il waltzer e tutto svanisce. Essa toma ad essere più lontana ancora e di lei non vi rimane che il ricordo spasimante ed il nome armoniosissimo che mormorate, invo cate: Bettina! il pt'nriicro la mente si ricorda sempre di ciò che ha dato. Il cuore non ricorda mai ciò che ha ricevuto . alia Signora G. Io vorrei poggiare il mio labbro Sul tuo labro più roseo d'un fiore, E cosi, nell'amplesso d'amore, I profumi, l'ebrezza goder. Io vorrei poggiare il mio core Sul tuo seno aulente di vita, Sul tuo seno che all'estasi invita E così sul tuo core sognar. Volto d'angelo, eterea fanciulla, Io vorrei i tuoi baci, il tuo cuore, E col roseo vessillo d'amore Vita e Morte da baldo sfidar. Conte AZZURRO. Piccola Posta OIREVAS. Mi dici di essere 'tranquillo" assicurandomi di aver 'ambiato oggetto (soggetto avresti dovuto dire, caro Misasi) e poi batti sullo stesso chiodo. Che cosa dovrò dirti ancora per farti capire che in tendo ignorare i due personaggi che si scambiano delle cortesie letterarie poetiche? Specialmente del ferraio, non voglio saperne. Scrivi dunque su altro soggetto (non oggetto) e ti ac contenterò. Silfi Il generassimo Armando Vittorio Diaz, comandante supremo dell'Eser cito italiano, nacque in Napoli il 5 dicembre 1861. A 18 anni, non anco ra compiuti, cioè nel settembre 1879 entrò nell'accademia militare di To rino dalla quale, nel luglio 1882, usci va col grado di sottotenente di arti glieria. Nell'aprile del 1884 fu pro mosso tenente e nel marzo 1890 ca pitano. N'el 1894 ottenne la gradua zione dal colleggio di guerra e il no vembre del successivo anno fu asse gnato al comando generale. A settem bre del 1899 fu promosso, per sele zione, maggiore ed assegnato alla fanteria, però, con questo grado, nel marzo 1901 tornò al comando genera e. Promosso tenente colonnello nell'a crile 1905 e colonnello nel giugni del l ( 'l" f'i assunto prima al comando iel 21.0 reggimento fanteria e poscia iti maggio del 1912 a quello del 93.0 Fanteria che fu mandato in I ripolita iia e Cirenaica dove prese parte! alla fuerra. Ferito il 20 settembre di que 'anno tornò in Italia nel gennaio del 1913 e fu nuovamente assegnato al 'ornando generale nella veste di capo li uno degli uffici. Il 1914, e propria nente nell'ottobre fu promosso mag are generale e per pochi giorni ve ìiva assegnato alla brigata Siena, per ndi tornare al comando generale. Nel lovembre dello stesso anno il gene rale Diaz fu nominato componente la Commissione esaminatrice che aveva 'incarico di assegnare le medaglie al calore. Mei maggio 1915, quando l'ltalia lichiarò la guerra all'Austria. Egli ra già al fronte. A giugno del 1910 u promosso tenente generale e nel 'uttobre del 1917 assunse il comando li un corpo d'armata. 1/8 novembre lello stesso anno fu nominato capo upremo dell'armata italiana che tut tora comanda da quel giorno. Il fi invernili e 1917 fu elevato a generale l'esercito per meriti di guerra. Il generale Diaz è senatore del Re mo d'ltalia dal febbraio 1918. 11 generale Diaz ha fatto la campa rmi di guerra turca negli anni 1911- 912 e quella attuale 1915-1918. Nel guerra turca fu ferito alla spalla iirùstra e nella guerra testé termina a al braccio sinistro. Ha ottenuto le seguenti decorazio li e medaglie: Cavaliere di Gran Croce nell'or line militare di Savoia. Cavaliere della Grande Croci li lUOrdine SS. Maurizio e Lazzaro. Cavaliere della Grande Croci dell'Ordine della Corona d'ltalia. Due croci di guerra e una meda glia d'argento. MOTIVAZIONI DELLE DECORA ZIONI CONFERITE AL GE .SERALE A. DIAZ. Croce di l ffiziale nell'Ordine Militare di Savoia* Nel combattimento di Sidi Bilal (20 settembre 1912) comandò le truppe dipendenti con calma e slancio ammi revoli, a rincalzo ed a sostegno di al tre da tempo impegnate contro forze nemiche, riuscendo, con l'opportuna e pronta avanzata dei suoi reparti, ad occupare una posizione il cui posses so determinò l'inizio della ritirata del l'avversario. Ferito gravemente alla spalla sinistra, rimase sul campo fi no a che non gli fu data assicurazio ne che l'azione del reggimento anda va svolgendosi con pieno successo. (R. D. 16 marzo 1913). Medaglia d'argento al valor Militare. Comandante di Corpo d'Armata, durante una ricognizione nelle linee p:u avanzate rimaneva colpito a! braccio da palletta di granata a dop pio effetto. Vincendo l'aspra soffe renza prodotta dalla ferita, riusciva a dissimulare l'una e l'altra, e pro cedeva oltre, imperturbato, fino all'e saurimento del proprio compito; oc cupandosi con la serenità e l'interes samento consueti, di cgni partico lare, e lasciandosi curare soltanto al cune ore più tardi: esempio nobilis-. Simo di forza d'animo e sentimento, del dovere. Carso-Strada Grotte-Sa-1 LETTE: R E: CANZONI ABRUZZESI Richiamo di cose lontane, echi ridesti nella profondità d,ei ricor di: quale strana e dolce intempe stività tocca i giorni che paiono stridere sull'avvenire come porte sbattute dalla tempesta intorno ai cardini pericolanti? Non ab biamo perduta la gioia che sboc cia comi- un fiore e il dolore che s'ingentilisce come una nuvola nei colori del tramonto? Viene il canto da una verde contrada d'Abruzzo, come su un vento rapido e di lunga lena un profumo di pingui orti e di vigne che fioriscono; e tanto è in esso tutta la ragione, che vi si avver tono il sale del mare e l'aroma dei pascoli montani, la fragranza dei frutteti nelle valli tra il San dro e il Vomano e l'odore dei bo schi marsi. Si direbbe una raccol ta di canti popolari, per ciò che v'è di spontaneo, e di primitivo; ma è l'opera d'un poeta e, se il noiv.e non lo dicesse, lo direbbe la grazia degli svolgimenti che ogni motivo vi trova e la sicurezza della fattura che tornisce ogni verso e ogni strofa senza toglier loro nulla di quella semplicità che parrebbe non potei - essere se non ingenua ed estemporanea. Il poeta, Cesare de Titta, non è ignoto, anche fuori dell'Abruz zo. Lo ricordano certamente quel li che ne lessero gli eleganti di stici latini a fronte delle "Elegie romane" di Gabriele d'Annunzio. E' un colto e sereno maestro di adolescenti nella sua Lanciano, è un latinista sicuro, un artefice di versi italiani non mediocre, un appassionato della sua terra, del la sua gente; uno spirito aperto, in cui si riflettono e svariano le tradizioni e i sentimenti del po polo in mezzo a cui vive. Questo suo breve volume è tut to un rivo di vera poesia, che si aggiunge degnamente al meglio della nostra presente letteratura dialettale. 11 De Titta è un genia le interprete: vorremmo dire li no strumentatore sagace dei frammenti di musiche raccolti in mezzo a' suoi. Fine poeta, non aggrava mai della sua nitida ve ste letteraria la immediatezza del motivo popolare è passato attra verso lo spirito d'un artista e vi ria asquistato il suo compiuto va lore. Come si sente che è saturo li vita paesana e come in lui si riconosce quel cantar fresco, che sembra l'anima delle opere quoti diane. La vera originalità d'un volume che vuol essere l'eco d'u na vita comune, è in questa feli ne coerenza dell'arte individuale 3 della intatta e fragrante messe collettiva. Galanterie pastorali e gemiti li passioni, offerte d'amore come fasci di rose e d'erbe odorose, rimpianti, dispetti, lagrime che hanno la lucentezza delle rugia de, invocazioni, abbandoni, cieli di maggio sopra le campagne in pompa e sopra le chiese in festa. ;ieli di novembre sopra i cimite ri, vicoli, loggette, viottole, telai nella penombra, gramole nel so le, e tutto l'amore! Frequente una tenerezza prossima all'acco LA LIBERA PAROLA blici; 3 ottobre 1917. D. L. 7 febbraio 1918. Croce di Commendatore dell'Ordine Militare di Sa\oia. Comandante di un Corpo di Arma ta destinato ad operare in un settore 'li altissima importanza, con truppe già duramente provate da precedenti operazioni, resisteva vittoriosamente ad una impetuosa controffensiva ne mica, e nelle successive azioni offen sive, mercè la sagace e minuziosa preparazione, l'energica ed intelligen te condotta delle truppe, di cui sem pre efficace animatore, riusciva a con quistare brillantemente gli importan ti obbiettivi assegnatigli, catturando numerosi prigionieri ed abbondante materiale di guerra; affermatosi sal damente sulle nuove posizioni, con incrollabile tenacia rendeva vani i co nati dell'avversario che ripetutamente tentava di toglierci i) terreno conqui stato. Altipiano Carsico giugno-set tembre 1917 R. D. 28 febbraio 1918. Cavaliere di Gran C roce decorato del Gran Cordone nell'Ordine Militare di Savoia. Assunto all'ufficio di Capo di Sta to Maggiore dell'Esercito in una si tuazione di guerra molto difficile, con sagace opera di organizzazione, con avveduta ed efficacia condotta di co mando, sempre altamente inspirato agli interessi del Paese, seppe ottene re tale grado di preparazione morale e bellica delle truppe da superare vit toriosamente l'ardua prova di una grande battaglia impegnata dal ne mico con forze e mezzi imponenti. R. D. 2@ giugno 1918 di moto proprio di S. M. il Re. ramento e un piacere tutto vena to da brividi di tristezza. L'amore è spesso come una fonta nella che sorge ridendo e per la via coi ciottoli e con l'erbe scherza e canta col sole e con le stelle; ma poi cresce e cammina tra la creta, —j cammina tra le spine e tra le pietre, e sbattendo per fossi e per valloni si lamenta col sole e con la luna. Fontanella, canta la chiara bel lezza. Hai colto, quando in terra sei ve nuta, le rose più galanti e colorite. te le sei messe in faccia c son fio rite, te le sei messe in petto e son cresciute. Nulla di più semplice e di più amabile. Eil madrigale tenero prende le mosse dall'umile me stiere e vi porta una finezza che non ne altera il sapore originario. "Concettuccia (dice l'innamorato alla giovine tessitrice). Concettuccia, non indovini che cosa tessi da un anno? Per gli al tri tessi il panno, tessi per me il destino; —tessilo non tanto scuro, — 1 tessici in mezzo due fiori. C'è una punta d'ansia; e vi può essere amore senza ansia ? E si può scifta un tremito ricordare 1 come si cadde nel dolce e duro laccio, nel seducente e greve pec cato? Signore mio, perdonami, era bella! Aveva un collo bianco di giuncata, la bocca rossa di melagranata, e gli occhi le lucean come le stelle ... Signore mio, perdonami, era bella! : Nasce sin dal colmo della gioia lo spasimo della paura; il leopar diano desiderio di morire. Ecco "Fammi morire", una delle più belle canzoni del volume: Un anno d'amore! Un riso che' RIPRESA DELLE PARTENZE DAL PORTO DI PHILADELPHIA Il moto piroscafo "CASERTA" NAVIGAZIONE GENERALE ITALIANA Partirà' da Philadelphia direttamente per Napoli Martedì 23 Settembre, dal Vine St. Pier senza- toccare il porto di New York TERZA CLASSE Napoli o Genova - CABINA (Classe Unica) 572 War Ta* S 5 a 1 50 a SI 70 War Tax SI 5 IM PORTANTE — I passe (retri devono presentar»!, fra II 15 e 22 BETTEM BRE, all'Ufficio dell'l N'TKRNAL REVENUE. Palarlo della Dogana. 4thand Chestnut St.s. SPORTELLO No. 8 muniti del PASSA PORTO vidimato dal Conaole Italiano, del BIGINI ETTO D'IM BARCO e della RICEVUTA DKLI.'I N( '< )M E TAX per gli anni 1917. 1918 e 1919. altrimenti non gara' permeano rimbarco. Per t'acquisto dei biglietti rivolgersi a tutti gli agenti autorizzati Uomini di Commercio : Fermatevi a 536 Penn Street Reading, Pa. ; ed aprite il vostro conto corrente con la THE PENNA. 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Un sogno si mile ad un mare turchino, poi una notte profonda, una notte sen za mattino. Senza quest'amore e questo sogno che resto più a fare i nel mondo ? Signore, quando vorrà finire? Si gnore, fammi morire. E l'acqua nel vallone, già. La fontanella riprende con un balzo di vivo desiderio, con un grazioso cenno d'idillio. E' la giovinetta che coglie le meluzze, simile a una meluzza ella stesso. E la bre ve canzone chiude: Beato chi ti scopre tra le foglie ed abbassa la rama e ti si coglie. Ma il dolore d'amare ripiglia. Ecco un'abbandonata che maledi ce, con tragica potenza: Per la disperazione che tu hai mes 'sa nella mia anima, anima di cane, non ti possan giovar vespro nè messa. , Ogni volta che suona la campana, dovunque io sia, mi voglio inginoc chiare e far la croce in terra con la mano e maledirti per l'eternità. .. Amarezza profonda, desolata, della separazione; canzone della "Partenza", che comincia: Come presto è venuta la partenza: —dovevo darti l'addio, cara speranza! domani me ne vado in penitenza, vado al convento della lontananza . Come presto è venuta la partenza! Che viva e forte immagine della solitudine, nel distacco dal la donna amata, quel convento della lontananza . E malinconia acuta e pungente dell'irrevocabile: ecco la bellissi ma canzone intitolata "Quest'a more" : Quest'amore è stato una stelluccia cara che a una curva riluce innan ; zi a noi ed a la svolta subito si copre dietro ad un colle e non rie sce più. Quest'amore è stato un dolce sospi ro a una finestra, che non sai chi ,è, un viso che ti ride e si ritira, e, aspetta aspetta, non si fa più ve dere. Quest'amore è stato un canto di not te che arriva, ti risveglia e se ne va: il cuore ti aveva dato già un colpo, già ti sentivi l'anima tre i mare. Quest'amore è stato il sogno di un'o ra, un sogno della prima gioventù, che ti viene innanzi e in mano ha un fiore e ha un bacio in bocca, e poi non è più. Canzoni belle anche in una fredda e disarmonica trasposi zione di suoni ; opera di un vero poeta e fiore d'una gente penso sa. Ah, e sentirvi nella vostra molle melodia nativa, e respirare con un lungo respiro di polmoni avidi e stanchi tutto il caldo pro fumo della piccola patria! e. j. * # * Cesare de Titta: Canzoni abruzzesi (Lanciano; G. Carabba editore; L. 2). I 112 Olltce: Bell Phone ÜBI Grand Ketìdence: Bell l'hone BHBSJ «Uandl Cav. Dottor Francesco Sunseri 800 Webster Avenue - Pittsburgh, Pa. Dirimpetto la llanca De Luca GIÀ* CAPITANO MEDICO DELL'ESERCITO ITALIANO CURA DELLE MALATTIE SECONDO I TROVATI DELLE SCIENZE MEDICHE E DELLA SIFILIDE COL 606 Orario: 8 - 1» A. M. dalle 12 - 2 P. M. dalle 6 - 8 P. M. j ' 1 Farmacie italiane j G G. 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