Published and ctiatributed under permit No. 500 authorized by the act of October 6, 1917, on lile at the Post Office of Phlladelphia, Fa., by order ot the President, A. S. Uurleson, Postmaster Gen. I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street ANNO 11. - Numero 5 La parola Mine: Diamo addosso all'ltalia D'Annunzio e la Francia - La svalutazione della vittoria Italiana - Le incoerenze dei Grandi D'ANNUNZIO E LA FRANCIA 1* L'illustre poeta di nostra gen te, che, nella guerra testé termi |Bhata, s'è rivelato anche un eroe dell'antico stampo, e di fronte a! quale oggimai tutti si inchinano «anche i Catenelli della critica ; le eremita di Archancon, nel 1915, dallo scoglio di ■Quarto, bandiva la novella cro sciata contro il militarismo teuto jr nico ed infiammava gli animi de! | nostro popolo a correre in difesa t della Francia martoriata ed in » vasa; vinto oggi dalla nausea e dallo sdegno, al cospetto dei bas si intrighi orditi ai danni dell'l talia, e forse amareggiato anche un po' per la delusione subita, ha scritto in questi giorni un arti colo memorabile; uno di quegli articoli capaci di rivoluzionare un'intera nazione e di trasfor mare un popolo di imbelli in un popolo di giganti. Egli sostiene, in questo suo nuovissimo scritto, l'italianità della Dalmazia; e la sua tesi av valora con argomenti inoppu gnabili. Non sempre contenuto negli attacchi, come tutti gli uomini di azione generosa, egli bolla a san gue tutti coloro che, nascosta mente o palesemente, tentano di creare difficoltà. all'ltalia nell'e splicazione del suo programma, defraudandola a tutto favore del la iugoslavia dei premi che le de rivano dalla sua memoranda vit toria. La Francia, colpita in pieno petto dalle accuse formidabili del poeta-soldato, corre ai ripari ed il quotidiano Le Matin di Parigi, in un articolo intitolato : Qualche volta i poeti dimenticano, tenta di far dello spirito, ma non rie sce a nascondere il dispetto del suo paese, per essere stato sma scherato da un uomo, il cui giu dizio ha un valore inestimabile come di uno dei più arden ti propugnatori della guer ra a fianco della Francia, quando la Francia .era quasi alla mercè del nemico che le avrebbe fatto subire la sorte del Belgio, se l'l ktalia non avesse gittate sulla bi lancia il peso della sua spada possente. I poeti qualche volta dimenti cano! scrive l'autorevole foglio parigino; ma noi facciamo mo destamente osservare che non sono i poeti a peccar di amnesia, ma piuttosto le nazioni e sopra tutto la Francia, la quale sembra essersi interamente tuffata nelle acque del Lete. Appunto perchè D'Annunzio ha buona memoria, si è indotto a lanciar le sue accuse. Egli che ricorda aver fatto della Francia la sua seconda patria, fino a sta bilirvi la sua fissa dimora; egli che per amore verso questa sua seconda patria, ha trascinato l'l talia in un mortale cimento, egli non ha potuto trattenere lo sde gno, erompente dall'anima sua generosa, dinanzi alla mostruo sa ingratitudine di una Francia congiurata ai danni della sua be nefattrice ed ha lanciato l'anate ma, che rimarrà monumento pe renne di vergogna edi infamia contro i mancatori di fede. E forse chi sa? allo sfo go legittimo dovette spingerlo anche un'ombra di rimorso! Nel l'accingersi a scrivere la terribi le requisitoria, il grande poeta abruzzese dovette ricordare che se egli, coi suoi fiammeggianti discorsi, non si fosse trascinato dietro, da Quarto a Roma, tutto il popolo italiano; se non avesse trasfuso in milioni di petti il sa cro fuoco del proprio entusiasmo, forse l'ltalia, giunta dinanzi al bivio difficile, avrebbe scelta una via diversa ed oggi non sarem mo costretti a deplorare il conte gno ingrato di una Nazione che ridiventa egoista ora che il ne * EXTRA! # RISPARMIATE MONETA! Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio P. LA BOCCETTA 901.903-905 So. Bth STREET*. PHILAOELPHIA, PA. love troverete specialità' per übiti da farsi su misura. Abiti di battesimo, Vesti per giovanetto, Vestiti per ragazzi. Camicie, Camicette, Sottane, Cappelli ed altro. ITALIAN WIÌEKLY NEWSPAPER mico non batte più alle porte del la sua capitale. Ma rassegnamoci ! Il tempo è galantuomo e domani forse la Francia sarà nuovamente co stretta a stendere supplice la ma no alla "sorella latina" ma la stenderà indarno, e si pentii à al lora amaramente di essersi alie nato l'affetto di quaranta milio ni d'ltaliani. Il Matin però trova modo beato lui ! di ficcare nel suo ar ticolo anche una punta di ironia. Esso dice che il poeta aveva pro messo di non scrivere più roman zi ed è venuto meno alla parola, volendo far credere che le accu se del nostro illustre concittadi no non rispondono a verità e co stituiscono quindi materia di ro manzo. Il magno giornale ci perdoni, ma noi affermiamo che scrive li na seconda menzogna che fa il paio con l'asserzione che i poeti qualche volta dimenticano. Gabriele D'Annunzio ha man tenuto la sua promessa e non ha scritto più romanzi. Egli ha cominciato invece a scrivere la storia di questa guer ra sanguinosa e le sue accuse contro gli alleati costituiranno, iella nuova opera dannunziana, una pagina immortale che spar gerà sprazzi di sinistra luce su Lutti i fedifraghi, collocandoli, presso i posteri, allo stesso livel lo di quelle tribù selvagge dell'A frica che, dimentiche dei benefi ci, ricambiano, con atti di fello nia, i loro benefattori. LA SVALUTAZIONE DELLA MOSTRA VITTORIA Allorquando, all' anniversario li Caporetto, dopo un lungo pe riodo di severo raccoglimento, il Generalissimo Diaz, rompendo ;li indugi, lanciò le sue cinquan tino divisioni all'assalto, per ri cacciare dal sacro suolo d'ltalia e orde dei barbari, la maggior parte dei giornali americani che nvevano sempre lasciato passare sotto silenzio le magnifiche im nrese dei nostri soldati negli al tri fronti, non potendo più oltre tacere, dinanzi alla nuova gigan tesca epopea, escogitarono un al tro meschinissinio ripiego per sempre svalutare l'opera del no stro Esercito. E ci toccò leggere )gni giorno, nella decade che cor se tra l'inizio dell'offensiva e la lebacle dell'Austria, intere co onne che portavano titoli come seguenti: (ìli aileati vincono sul Piave. (ìli Anglo-Francesi e ili Italiani raggiungono la Li cenza ecc. ecc Capite? Allorquando si magni ìcavano le vittorie delle Fiandre ; del Belgio erano gli americani, francesi e gli inglesi a vincere; sul Piave invece vincevano gli illeati. Noi che scriviamo stigmatiz sammo allora, in mille riscontri, ielle conversazioni private, que sta enorme ingiustizia che trae va la sua origine dalla malafede ì dall'ignoranza della maggior sarte della stampa americana, ria ricordiamo benissimo che fummo spesso tacciati da visio narli. Alcuni americanizzati fanatici, li fronte al nostro sdegno ed al nostro dolore, ci gratificavano di jn sorrisetto arguto di benevola compassione e ci ammonivano con sussiego che noi non erava mo che dei permalosi. Purtroppo la condotta tenuta n seguito da quei giornali ed at tualmente nella nostra contro versia coi Jugo-Slavi, ci prova che noi avevamo ragione come sempre, e quelli che avevano tor to erano i nostri pedagoghi. Ma a maggiormente dimostra le che le nostre proteste erano sante, legittime e giustificate noi rimandiamo i lettori alle dichia WITH THE LARGEST CIRCULATION AV A INI TI SEI IVI PRE, CON L_A FIACCOLA i!N PUGNO "l'interni as second-class matter Aprii 19,1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879". l'azioni che, in Parigi, ad alcuni rappresentanti della stampa francese, ha fatto uno dei più autorevoli tra i nostri delegati, una mente equilibratissima: l'o norevole Barzilai. Egli ha deplorato che la mag gior pai te dei giornali delle na zioni alleate, segnatamente i giornali d'America, abbiano vo luto svalutare il nostro più gran de sforzo militare, che costò ri levanti sacrifici al nostro esercito che battè e scrollò la compagine ancor saldissima dell'esercito ne mico, che affrettò anche il crollo della resistenza germanica, sop primendole il potente alleato di guerra e portando di colpo ur.a tremenda minaccia sul fronte meridionale dell' impero tedesco- Ed ha deplorato anche l'On. Barzilai che parecchi giornali Nord-Americani stamparono a glandi titoli la notizia della vit toria dell' "esercito anglo-italia no" nel Veneto; osservando ar gutamente e cavallerescamente che "i primi ad essere dispiacen ti di questa strana tendenza, do vettero essere i nostri valorosis simi e cordialissimi amici ingle si, i quali sapevano bene che, ac canto alle cinquantuno divisioni italiane lanciate all'attacco ed al lo sfondamento delle linee au stro-ungariche, oltre il Piave e gli altipiani, essi non concorre vano che con due sole divisioni, preziose ed eroiche senza dubbio, ma la cui proporzione non giusti fica menomamente l'espressione di esercito anglo-ilftliano." Noi dunque non eravamo nè visionarli nò permalosi e possia mo essere superbi di aver fatto Ire mesi fa gli stessi rilievi fat li recentemente dall'illustre figlio di Trieste. Ma la svalutazione del valore e dei sacrifici italiani, sacrifici e valore che han pesato in modo definitivo, sulle sorti della guer ra e sul conseguimento della vit toria, continua, per opera di una stampa indegna e venale, a tro var credito nel mondo; continua a pesare sulle nostre spalle come un'ingiustizia amara, come un'ir riverenza dolorosa alle donne ita liche in lutto, ai nostri mutilati in patimento, al nostro popolo in ristrettezze ; come un'ingratitu dine vergognosa. LE INCOERENZE DEI GRANDI Anche i Grandi sono spesso incoerenti, o, per dirla col "Ma tin" di Parigi, i Grandi, anch'es si, qualche volta dimenticano! Abbiamo dinanzi agli occhi i quattordici punti del famoso de calogo YVilsoniano, in uno dei quali egli riconosce solennemen te ai popoli il diritto di determi nare da sè il regime sotto il qua le vogliono vivere. L'illustre Presidente Sta ti Uniti che ha lancisfs, con ton ta enfasi, attraverso al mondo, i suoi famosi principii, simile a Mosè che dalla vetta del Sinai dettava le tavole della legge al le turbe d'lsraele, come va che oggi si oppone all'annessione di Fiume all'ltalia? Di fronte aila realtà viva e palpitante ha forse relegato in soffitta le sue teorie utopistiche ? L'italianità di Fiume non va messa in discussione. Su 47 mila abitanti, circa quarantacinque nne sono italiani che, con mani festazione imponente, unanime, plebiscitaria, hanno esternato la loro volontà ferma, decisa, in crollabile, di riunirsi, dopo il lun go martirio, alla Madre grande e magnanima. Anzi, parafrasando il grido immortale di Garibaldi e dei suoi volontari, hanno scritto sul drappo della loro bandiera ed in testa al loro programma, un Biotto fatidico, che potrebbe an che essere un monito: Italia o morte ! E di fronte ad una volontà co sì solenne, così solennemente af fermata, quale motivo adducono gli alleati, quale il Presidente de gli Stati Uniti, a giustificazione della loro ostinatezza, del loro at teggiamento apertamente ostile? Motivi non ve ne sono o alme no non vi sono motivi confessa tili Ma D'Annunzio, nella sua requisitoria, ha definiti magi stralmente gli alleati. Dei francesi dice che sono eb- PHILADELPHIA, PA., 8 FEBBRAIO, 1919 j bri della vittoria e tentano met tersi a capo di tutti. Degli ingle si che, avendo appena finito la i sanguinosa guerra, hanno aper jto le fauci per inghiottire tutto 'ciò che possono, mentre l'ltalia J dovrebbe fare un altro nodo nella cinta. E dell'America? "Gli america ni stanno cercando di nasconde re, sotto il mantello dell'ideali smo, il fatto che essi hanno con chiuso il più grande affare della storia." E D'Annunzio ha ragione. Noi possiamo dire col Vangelo: Chi è senza peccato scagli la prima pietra! LA LIBERA PAROLA. ITALIA IRREDENTA Il Kit ti il Mlt Domenica 2 febbraio, il gene rale Ugo Pizzarello fu incontrato alla stazione di Broad St., dal Comitato Regionale dell' "Italia Irredenta e da parecchi soci del West Philadelphia Republican Club che lo scortarono all'Haver ford Theatre, 60.a strada e I la ve rford Avenue, dove erano con venuti un gran numero di con nazionali ansiosi di sentire dalla viva voce del nostro bravo gene rale la narrazione delle ultime pagine gloriose della storia d'l talia. Il teatro era tanto affollato che la gente si pigiava al di fuo ri trattenuta dai poliziotti i qua li avevano un bel da fare a per suadere tutti che dentro non c'e ra più posto. All'entrata del generale Pizza rello e del tenente Angelo Fa nelli, accompagnali dcii membri del Comitato Regionale dell'lta lia Irredenta, fu suonata la mar cia Reale e la folla fece una calo rosa dimostrazione. L'Avv. Eu genio Alessandroni, presentato dal "eh air man" del comizio, si gnor Mansolino, aprì la serie dei discorsi parlando in inglese, in neggiando alla gloria passata e presente d'ltalia e riaffermando i diritti nostri sulle coste della Dalmazia. Prese poscia la parola il valoroso generale Pizzarello che destò nell'uditorio un vero fanatismo; egli ricordò l'eroismo dell'esercito e (fella marina ita liana nella guerra europea, eroi-i smo che rifulse di vivissima lu ce anche nei giorni più oscuri ; infiniti furono gli episodi di va lore, alcuni dei quali citati dal generale Pizzarello che durante il suo dire pagò un tributo altis simo alle virtù del soldato italia no al quale si devono i miracoli del Grappa, del Piave, di Vitto rio Veneto. Il generale esaltò la fortezza invitta del popolo d'lta lia che, dopo il disastro, si ripie gò su sè stesso e preparò nel si lenzio e nel dolore la riscossa, quella riscossa che doveva veni- ( re un anno dopo tanto piena ed intera. Il generale Pizzarello con chiuse il suo dire invitando tutti i presenti a gridare: "Viva l'lta lia, Viva l'America-" Parlò quindi il tenente Dottor Angelo Fanelli, con grande effi cacia; disse che in Italia durante la guerra, si era operato il Rav vicinamento di due classi egual mente necessarie al benessere e conomico della Nazione; la clas se degli industriali e quella dei lavoratori, riavvicinamento ope rato in trincea, dalla comunanza della vita e dei pericoli fra gli ufficiali, figli della borghesia e i soldati, figli del popolo. Il bravo tenente conchiuse il suo dire af fermando che in Italia, non o stante manchino le materie pri me, abbiamo ricchezza di "forza intelligente" e di "intelligenza geniale"; a questi due elementi dobbiamo chiedere la risurrezio ne della nostra vita economica e morale, l'avviamento razionale e intelligente verso una nuova era nella nostra storia. Il tenente Fa nelli conchiuse esortando tut- ( ti alla concordia e all'unione, |che saranno come il cemento che deve amalgamare tutte le forze vive della nazione. Cessati gli applausi che salu tarono la fine del discorso forte e ispirato del tenente Fanelli pre se la parola il Maestro Ettore Martini che, con bravi e sentite parole, disse degli scopi del Co mitato Regionale dell'ltalia Irre denta ed esortò i presenti ad a ìutare l'opera di propaganda ita liana che il Comitato si è prefìs so di svolgere. L'Avv. Giovanni di Silvestro prese la parola per ispiegare agli intervenuti il significato e lo scopo della colletta che parecchi signori gentilmente facevano nella sala mentre l'oratore par lava. Finito il comizio il generale Pizzarello fu attorniato da gran numero di persone alle quali egli volle gentilmente stringere la mano ed all'uscita, fu salutato da molti che erano rimasti fuori del teati'o per poterlo salutare al suo passaggio. Della riuscita del comizio va data lode agli egregi nostri con nazionali di West Philadelphia, i quali a tutto provvidero e fece ro onorevolmente gli onori di ca sa, non ostante il tempo brevis simo. EMILIO GROSSO. GUIDA UFFICIALE per l'acquisto della cittadinanza Americana CAPITOLO 11. La Prima Carta di Cittadinanza. Il primo passo da farsi pei - ot tenere la prima Carta (detta an che Dichiarazione d'lntenzione) è di stabilire la propria residen za in una città o villaggio qua lunque, il che si può fare anche il giorno stesso in cui si sbarca per la prima volta ad un porto degli Stati Uniti. Fissata la residenza in una città od in un villaggio qualsia si, si può immediatamente fare la detta "Domanda di prima car ta, o Dichiarazione d'intenzione per divenire cittadino america no." Onesta formalità si compie nella Corte Statale di Naturaliz zazione della Contea in cui il ri chiedente risiede. Onesti deve, a tale uopo, recarsi all'ufficio del Cancelliere della Corte suddetta (Clerk of the Court) e non ha bi sogno di testimonio o di persona che lo accompagni. Non cono scendo l'inglese, è però necessa rio farsi accompagnare da perso na che faccia da interprete. La tassa per tale dichiarazione èdi un dollaro, che si paga al Cancelliere della Corte quando la Carta è pronta e debitamente firmata. L'applicante non è obbli gato a firmare, se non sa leggere o scrivere; in questo caso baste rà un segno di croce da essere da lui apposto al luogo dove abitual mente va la firma. Onesta dichiarazione deve con tenere il vero nome originale portato dall'applicante nella vec chia patria cioè nome e cogno me senza abbreviazioni e se nel frattempo in cui ha dimo rato in America avesse usato al tri nomi, o soprannomi, egli de ve dichiarare anche questo. I di rettori delle scuole pubbliche u sualmente aiutano quelli che de siderano farsi cittadini, nelle for malità richieste. Qualsiasi forestiero sia ma schio oppure femmina non ma ritata che abbia compiuto ilB anni d'età può fare la dichiara zione d'intenzione e ricevere la Prima Carta. Per le donne mari tate secondo quanto ha deciso la Corte Suprema degli Stati Uniti, esse prendono automaticamente la cittadinanza del marito senza bisogno di formalità speciali per esse. Si deve, nella domanda o di chiarazione che sia, indicare il giorno preciso dell'arrivo, il no me del bastimento con cui si è arrivati e se si è giunti qui per ferrovia, dal Canada o dal Mes sico, occorre dirlo chiaramente. Nel caso in cui uno non si ricor dasse queste cose esattamente, può scrivere al "Bureau of Na turalization, Washington, D. C.", indicando approssimativamente la data dell'arrivo e detto Bureau farà le ricerche necessarie, co municandole poi all'emigrato. Ma si badi di non scrivere al Bureau stesso se non in caso di estrema necessità, per evitare agli uffici inutile perdita di tempo. Occorre infine rinunciare alla sudditanza del Potentato di cui si era cittadini o sudditi nella vecchia Patria. ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA Comunicazioni della Grande Loggia DELLO STATO DI, PENNSYLVANIA UNA IMPORTANTE RIUNIONE PER L'ORFANOTROFIO. Tra Scranton e dintorni esisto no parecchie Logge dell'Ordine, talune delle quali di recente for mazione. Per inesatta o incompleta co noscenza del modo come si è svolta e fu approvala la iniziativa dell' Orfanotrofio in in questo Stato della Pennsylva nia, la comunicazione per il pa gamento della tassa personale da servire per il fondo delle spese d'impianto non era stata bene ac colta da quelle Logge, perchè es se ritenevano che il Grande Con | cilio avesse fatto ciò di suo ca- i priccio. Questa condizione di co se era inasprita dal fatto delle conseguenze derivanti dallo sta to di guerra prima e da tutte le contribuzioni a cui furono chia mati quei fratelli, e poi dalla epi demia di influenza, che lasciò le .sue tracce dolorose in ogni casa. Tutto ciò aveva creato molto disagio tra le Logge esistenti ed anche una certa sosta nel lavoro di propaganda, dovuta allo sco raggiamento di molti tra i mi gliori nostri fratelli, che vedeva no scossa la compagine dell'Or dine tra due tendenze ugualmen te recise, ma in aperto contrasto tra loro, quella cioè del Grande Concilio, che voleva rispettata la deliberazione per l'Orfanotrofio, e quella delle logge che non vo levano riconoscerla. Fu deciso perciò di tenere a Scranton una riunione dei rap presentanti di tutte le logge del la città e dintorni, nella quale un ufficiale del Grande Consilio a vrebbe date le necessarie spiega zioni del caso. A tal uopo sabato sera primo febbraio, alle ore undici pomeri diane giungeva a Scranton il Grande Segretario Archivista Alfredo Perfilia, il quale fu rice vuto alla stazione della Central Railroad dal Dr. Villone e dagli altri fratelli Giorgio S. Fiore, Ni cola Forte e Oreste Battaglia. Tutti insieme presero parte la se ra stessa ad una cena offerta con molta ospitalità nella casa del fratello Fiore. La mattina successiva, nella sala al terzo piano dei Raub Bldg., ebbe luogo l'annunziata riunione dei rappresentanti del le logge per discutere circa il fat to dell'Orfanotrofio. Le Log'ge e rano rappresentate come segue: La Garibaldi N. 198 di Pittston dal Rev. Giuseppe Perenzini, la Cittadini Lanceri No. 534 di Scranton da Fedele Cimino, la Giovane Italia N. 574 di Carbon-, dale da Gregorio Frangipane, la Nuova Giuseppe Mazzini N. 634 di Scranton da Fabio Vallario, la Giovanni Nicotera N. 749 di Dunmore da Nicola Forte, la Loggia Gloria N. 815 di Old For ge da Paolo Cardile, la Matteo Renato Imbriani N. 651 di Jes sup da Umberto Bisignani, la Loggia Piave N. 882 di Arch bald da Francesco Scopelliti. Oltre ai suddetti rappresentan ti legalmente autorizzati, assiste vano anche moltissimi fratelli appartenenti alle diverse logge. Il Grande Segretario Archivi sta espose i fatti riguardanti la iniziativa dell'Orfanotrofio, la di scussione avvenuta a tale riguar do nella Grande Convenzione del ;30 agosto 1917 in Uniontown e la decisione da essa presa. Disse che il G. Concilio non ha fatto al tro che mettere in esecuzione un deliberato della Grande Loggia, e non poteva 112 //ne a meno sen za mancare ai suoi doveri. Alla fine della sua minuziosa esposi zione esortò i rappresentanti del le logge ad accettare il delibera to della Grande Loggia, come già avevano fatto le altre consorelle. Presero successivamente la parola i rappresentanti delle di verse Logge, i quali avrebbero voluto che la questione fosse so spesa e rimandata alla prossima Grande Convenzione. Il Grande Segr. Archivista fe ce rilevare che ciò era impossibi le, perchè la decisione della Grande Loggia era in via di e secuzione e non potevano quelle logge richiedere che essa fos se rimandata senza rendersi di subidienti a una legge della Grande Loggia. I rappresentanti delle varie Logge, dopo lunga ed animata j discussione, si arresero alle argo jmentazioni del Grande Segreta rio Archivista, ed all'unanimità Fa quel che devi, avvenga ] che può'. Abbonamento Annuo $ 2.00 Una Copia 3 Soldi 'deliberarono che le logge verse ranno la tassa prò Orfanotrofio chiedendo però al Grande Conci lio una congrua dilazione. Così anche questo equivoco è [ stato eliminato, e noi siamo lieti che tutte le logge della Pennsyl vania, nessuna esclusa, siano or mai pienamente d'accordo sulla necessità dell'Orfanotrofio e sul modo di provvedervi. Possiamo anche annunziare che le Logge di Scranton e din torni si occuperanno ora alacre mente dei preparativi per la prossima Grande Convenzione, con la ferma fiducia che essa debba segnare un altro segnala to successo per l'Ordine in Penn sylvania. INIZIAZIONE DELLA LOGGIA GUARDIA VITTORIO EMANUELE 111 N. 893. Nella sua andata a Scranton domenica 2 febbraio, il Grande Segretario Archivista Alfredo Perfilia procedette anche alla ini ziazione della Loggia Guardia Vittorio Emnauele 11, una tra le più vecchie e reputate Società di mutuo soccorso di quella città. Alla iniziazione della neo Log gia, che si tenne nella stessa sa la in cui ebbe luogo la mattina la seduta dei rappresentanti le logge, fece da madrina la loggia Nuova Giuseppe Mazzini N. 634. Assistevano tutti i rappresen tanti delle diverse logge, ed era no moltissimi, ragione per la qua le chiediamo venia se non pos siamo darne tutti i nomi. Col concorso del fratello Fa bio Vallario, della Loggia Nuova Mazzini, in funzione di A ra'tdo, furono istallati, dopo la i niziazione dei soci fatta dalla log gia madrina, i seguenti ufficiali della nuova loggia dal Grande Segretario Archivista: Venerabile, G. S. Fiore Ex Venerabile, Giuseppe Obici Assistente Venerabile, Aurelio Teneri Oratore, Clemente Peccalo Segretario Archivi sta, Giovanni Pinto Segreta rio di Finanza, Domenico Batta glia Cerimonieri, Angelo A more, Francesco Sabia Cura tori: Michele Vallario, Vincenzo Priorelli, Edoardo De Paoli, Roc co Galella, Luigi Yasenza Sen tinella interna, Michele Caolo Sentinella esterna, Domenico Viola. Dopo la iniziazione, vennero ammessi in sala anche i rappre sentanti della Ricciotti Garibaldi, che ha già ottenuta la dispensa e che sarà iniziata il 20 febbraio: essi vollero venire a dare il loro saluto al Grande Segr. Archivi | sta. Esaurita la cerimonia rituali stica, parlarono: il Grande Segr. Archivista, il Regio Agente Con solare Cav. Tiscar, che fa palle dell'Ordine quale socio della Nuo va Mazzini, il quale, a nome di quest'ultima, presentò alla neo Loggia un quadro per contener vi la dispensa, ed i fratelli Ga briele Pugliano, G. Luciani. Ni cola Forte, Paolo Cardile, Fran cesco Scopelliti, e Salvatore Piro, il quale propose l'invio di un te legramma al Grande Venerabile dello Stato portante il saluto del la nuova loggia e di tutti i Figli d'ltalia riuniti per l'occasione. La sera la neo loggia offrì un banchetto al Grande Segr. Archi vista all'Hotel Venezia, del fra tello Cardone. Funzionò da chair man il fratello Oreste Battaglia. Il fratello Salvatore Piro cantò un'applauditissima romanza. Invitati a parlare, presero suc cessivamente la parola i fratelli Giuseppe Obici, Clemente Peco raro, Santo Tagliaterra, D. Lu ciani, Nicola Forte, Dr. Villone, F. Costanza. Fabio Vallario, An gelo Amore, Paolo Cardile; ed in ultimo il Grande Segr. Archivi sta, il quale esortò i fratelli di Scranton e dintorni a ben prepa rarsi per la prossima Grande Convenzione. LE AMBULANZE DEL PRINCIPE DI PIEMONTE. Ci si riferisce che qualcuno ab bia messo in dubbio che il dana t ro raccolto pei 1 le ambulanze ad ■ iniziativa della Principe di Udine 1 sia stato speso per lo scopo pel quale esso fu richiesto, ossia per - l'acquisto delle Ambulanze In i altri termini, si insinuava che le Ambulanze non erano state ac ; qui state. i Tutti ricordano invece che det - te Ambulanze non solo furono - acquistate, ma fecero anche il gi kl ro della Colonia di Philadelphia
Significant historical Pennsylvania newspapers