LA LIBERA PAROLA (The Free Word) *>UBLISHED EVERY SATURDAY by A. GIUBKPPK I>l SILVESTRO editor-in-chief 906 Cai-peti ter St. Phila., Pa. Bell Phonc. Wslnui 74-72 Anno 1. - Luglio 6, 1918 - No. 12 SUBSCRI F»T I O IVI One year, in advance . . $ 2.00 Six months „ », '-25 Single copy ...... 0.03 ADVERTISING RATES per Inscrtlon Display adt. per inch, single column $0.75 Politicai notices " " " LOO Arausements " " " 0.75 per month Display adt. per inch, single columns2.oo Politicai notices " " 44 3.00 Amuseraents " " " 2.00 Reading matter per line of 13 ems 0.15 Translationandset up type paid separatcly Ali payments must be mnde to LA LIBERA PAROLA Rossa Italiana di 4:2 soci della Loggia Vittorio Emanuele 111 No. 229. "Nel ringraziare V. S. 111.ma per il cortese invio e nell'assicurarla che ta le somma viene spedita all'On. Sena tore Conte Della Somaglia per lo sco po indicato, mi è grato esternarle il mio sincero compiacimento ed il mio vivo apprezzamento per le continue prove di patriottismo e di solidarietà nazionale che dà l'Ordine dei Figli d'ltalia in America. "Colgo l'occasione per inviarle, pre giatissimo signor Di Silvestro, gli at ti della mia distinta considerazione, "Il K. Console: G. POCCARDI." FONDO UNICO MORTUARIO DECESSI DAL Lo AL 31 MAGGIO E SOMME PAGATE Zammarelli Giulia, moglie di Sante Pascale, della Loggia Pietro Micca N. 556, $200.00. Carissimi Maria, moglie di Romeo Ranieri, della Loggia Guido Baccelli, N. 687, $200.00. Di Giacomo Filippo, della Loggia Giulio Cesare N. 612, $400.00. Bianco Carmelo, delia Loggia Ga briele D'Annunzio, N. 187, $400.00. Salvino Saverio, della Loggia Civica Italiana N. 602, $400.00. Pascale Alessandro, della Loggia Antonio Meucci No. 306, $400.00. Giaconia Michele, della Loggia Giu seppe Verdi, N. 252. $400.00. Goda Claudina, della Loggia Corona «l'ltalia N. 807, $400.00. Muro Maria, moglie di Vincenzo La Mazza, della Loggia Italia No. 77, $200.00. Bonario Maria, della Loggia Giosuè Carducci N. 146. $200.00. Per rinsegnamento della lingua italiana nelle pubbliche scuole IL In ossequio a quanto abbiamo pro messo nel nostro articolo di prefa zione, pubblicato nello scorso numero «li questo periodico, noi ci proponiamo, con due o più puntate, dimostrare al pubblico in generale che un'agitazione in Colonia, per l'introduzione della lingua italiana, si iniziò già parecchi anni addietro e precisamente nel 1913; che quell'agitazione non venne pro mossa dal Cav. C. C. A. Baldi, e final mente -he la nostra lingua non si è mai insegnata in Philadelphia, nò nel le scuole primarie, nè secondarie, nè superiori. Se ciò rimarrà provato dalle nostre reminiscenze e dalle nostre riesunia zionj, appare evidente all'intelligenza di ognuno che venirci a parlare di so stituzione della lingua italiana al te desco, è strano ed inconcepibile; e per essere corretti ed esatti, si sarebbe dovuto dire abolizione dell'uno e in troduzione dell'altro. Ma in questo modo dove sarebbero andate a finire le benemerenze di Bai di ? Perchè lo scultore Donato, che, suggerito o spontaneamente, ha ri messo sul tappeto la quistione della lingua, sembra unicamente preoccupa to dal desiderio di mettere fin dal l'inizio in bella luce la figura di Baldi, alla cui influenza egli assi cura si deve l'introduzione de! no stro idioma nelle scuole pubbliche. Ma con quest'omaggio inopportuno perchè non meritato il giovane scultore dà prova di poco tatto e si aliena l'appoggio e la solidarietà della Colonia che, nell'immensa maggioran za, non vuol sentire far menzione di certi idoli di cartapesta che simili al cucolo che depone le sue uova in nidi già preparati da altri uccelli fanno o tentano far sempre proprie le altrui iniziative. Ciò premesso, entriamo senz'altro nel campo delle citazioni. Sfogliando la raccolta della "Voce del Popolo" del 1913, noi troviamo, nel No. 121 di gio vedì 22 maggio, un Ordine del Giorno votato dalla Società per gli immigran ti italiani, un'lstituzione non troppo tenera di Baldi, ordine del giorno che in uno dei capoversi suona come se gue: "Considerato che, tenuto conto delle insìstenti doman de dei figli dei cittadini di ori gine o di discendenza italiana, di volere imparare la lingua italiana nelle nostre scuole pubbliche, si rende necessario aggiungere alle materie delle scuole medie questa lingua." Quest'ordine del giorno, che porta le firme di Frank A. Travascio, Pre sidente e di Enrico Di Berardino, se gretario della Società per gli immi granti, è un'esortazione al Sindaco jßlankenburg, perchè facesse uso dei suoi buoni uffici presso la Commissio ne Scolastica e dimostra che in quell'e poca l'italiano non si insegnava nelle i scuole, così come oggi non si inse gna, e eia pure con esito negativo e : sfavorevole, il merito della priorità 1 non va dato a Baldi, sibbene ad un'l stituzione che militava in un campo I opposto a quello del cavaliere. i Ma il 24 maggio, ossia alla distan- l za di due giorni, la "Voce del Popo- li 2o" tornava sull'argomento e, dopo a-Ir ver parlato della grande necessità pei nostri figli d'imparare nelle pubbliche scuole il nostro dolce idioma materno, aggiunge che "oltre al movimento iniziato con l'ordine del giorno da noi pubblicato l'altro ieri (il che significa che il merito della iniziativa spetta alla Società per gli Immigranti ita liani) un'altra grande riunione sarà tenuta il 15 giugno prossimo sotto gli auspici dell'Alleanza Italo-Americana, e vi prenderanno parte quasi tutte le Società Italiane." E sapete voi, scultore Donato; o per meglio dire, ricordate che cos'era l'Al leanza Italo-Americana? Era un'altra Istituzione, cordial mente invisa al vostro cavaliere, sorta dal seno del Primo Congresso degli Italiani, in mille modi ostacolato e combattuto da Carmine Baldi, che a vrebbe voluto ad ogni costo vederlo svanire in una bolla di sapone. Ma qui giova riportare alla lettera un articolo della "Voce del Popolo" del 25 maggio, e poi faremo punto per oggi; dal quale articolo risulta che anche cinque anni fa, esistevano in Colonia, per merito della stessa per sona i medesimi deplorevoli sistemi, di corbellare allegramente il pubblico, nascondendo il suo manto asinino sot to la pelle del leone. Il tema dell'articolo è sempre lo stesso: L'insegnamento dell'italiano nelle scuole pubbliche. "C'è o non c'è? Nossignori, non c'è ed è la seconda o la terza volta che lo diciamo. Ecco, questa insistenza ha una ragione ed è dovuta al fatto che c'è chi ha affermato, che l'insegna mento dell'italiano nelle scuole medie di Philadelphia era etato adottato per opera e virtù sua e l'ha affermato o ralmente e per mezzo di un suo orga no, con una così gran faccia greca da fare arrossire Chilone Chilonide e da far nascere in noi il dubbio che i sensi ci tradissero. "Fortunatamente o sfortunata mente poco importa il fatto è là assolutamente inconfutabile. Nelle scuole medie di Filadelfia l'insegna mento dell'italiano non ha avuto il più misero posticino, nè mai l'avrebbe, se non si agitassero delle organizzazio ni come la Società per gli immigranti e l'Alleanza. "Un fatto che ci conferma se pur fosse necessario nella certezza che noi affermiamo il vero, è un atrocis simo quarto d'ora passato da questo chiamiamolo cotale, quando in piena assemblea di una tal. .. federazione di individui, gli fu lanciata di punto in bianco, questa imbarazzante domanda: "E' stato adottato l'inse gnamento dell'italiano nelle scuole di Filadelfia?" seguita dopo una tremolante afferma zione dell'interpellato, da .quest'altra non meno imbarazzante: "E quul'è il nome dell'inse gnante ?" "Bisogna sapere che l'organo dell'e merito cotale aveva già annunziato, con relativi squilli di tromba, in omag gio all'incommensurabile cotale che tutto fa e tutto può, che l'adozione era un fatto compiuto. "Come fare? Misurando la capacità altrui con lo stesso mezzo pollice con cui misura la propria, il cotale, con grande strazio dell'eufonia, diede un nome francese. "Una lunga pausa questa, ma indi spensabile per dimostrare di quanto fosforo facciano uso certi luccioloni, per farsi prendere per stelle. "Ed ora torniamo al fatto sodo. "L'insegnamento dell'italiano nelle scuole della città non esiste, ma come abbiamo già annunziato, si occupano della cosa due importanti Enti colo niali e non è difficile che il successo arrida loro; anzi siamo informati che il movimento della Società per gli im migranti, ha prodotto si buona im pressione ed ispirata tanta fiducia che non poche maestre si son date allo studio dell'italiano per poterlo inse gnare; così sicure si sentono che esso sarà adottato." Scultore Donato, provvedete alla vo stra giovinezza! Giuseppe Donato, erudimini ! NOI. 11MOCH IO lìflLY Riproduciamo qui appresso, nel suo testo in inglese, un articoletto del si gnor Pasquale Del Vecchio, pubblica to dall'Evening Bulletin del 24 Mag gio, sui doveri delle nazioni alleate verso l'ltalia. Tutti gli italiani in grado di poterlo fare, dovrebbero imitare il signor Del Vecchio scrivendo nei giornali ameri cani in prò della nostra patria che lino ad oggi, nonostante il valevole ed indispensabile aiuto dato in questo conflitto, è stata ignorata da una buo na parte della stampa americana. PALESTRA DEL PUBBLICO Philadelphia, Pa., Giugno 1918. Egregio Signor Direttore de "La Libera Parola" Philadelphia. Pa. Se la S. V. potrà pubblicare il se guente articolo sul pregiato giornale "La Libera Parola," glie ne rimarrò obbligatissimo. Ringraziandola anticipatamente, Dev.mo GIUSEPPE SINDONI 918 Pierce Street. Confessare la propria opinione non è un delitto. Se la mia cultura fosse un tantino elevata spenderei tutte le mie ore libere alla critica, critica se condo il mio giudizio, sana e non par tigiana. Nel penultimo numero de "La Libera Parola" lessi un'articoletto intitolato "Per una iniziativa da prendersi". Il Sig. Nicola Rivano in sette od otto anni di vita coloniale si vede chia ro che ancora non 6'è formato un con cetto esatto dell'ambiente Italiano, o viceversa copre con grosso velo tutto ciò che egli ha costatato e scrive a scatti solo per entusiasmo. Mania di nostra razza cercare l'ac qua per spegnere le fiamme, quando esse sono accese. Quando l'elemento intellettuale e sano della nostra colo nia consigliava ed insegnava la via di prendere parte attiva alla vita politi ca ed economica di questa nobile Re pubblica, ognuno faceva orecchie da mercante. Politica ed economia sonc stati sempre i fattori principali e le saranno anche in futuro, ma allora si rispondeva: "Io sono cittadino di tut to il mondo", o viceversa un altro di gnitario dell'Ordine Figli d'ltalia una sera a squarciagola, con la sua voc< t corale diceva: "Diventare cittadi i no Americano significa essere sper , giuro. Rammentate anche l'eccidio de . gli 11 Siciliani di New Orleans. Set te erano cittadini e quattro no. Le fa miglie di questi ultimi ricevettero la ricompensa del governo". (A damnec lie). 11 grande artista Frank Vela dis , se: "La carta cittadina serve per quel li che devono vendere le banane". Adesso il signor Rivano dice che bi sogna rispettare le leggi. Per lavorar! nei lavori del Governo si deve esseri Cittadini. Nel passaporto Tedesco t ' detto: "Emigrate e fatevi cittadini , contate e fatevi contare, smerciate ( nostri prodotti e fate propaganda, < mantenetevi compatti". L'italiano nor ( conta e non s'è voluto fare contare non ha mai lavorato per la combatti , vita, ma per la disorganizzazione mo j rale e materiale. Si veda elezione del la nostra organizzazione per busines: agent Giugno 11, 1918, e ci convince , remo che razza di cani rognosi abbia mo in mezzo all'elemento italiano. S veda la ricompensa ricevuta per uni piccola doverosa reclame fatta a Jos , Saponaro. Il Signor Rivano continua , "In mezzo agli operai italiani si tro , vano persone capaci di coprire la ca ricadi foremen, ecc. ecc." Iddio ci li , beri da simile jattura. Nicola Rivan< , dovrebbe parlare e scrivere chiaro, i dire quali sono stati gli esempi dat ilei foremen Italiani nei diversi post , e in tutte le classi. Specchiamoci guar , dando la Victor Talking Machine Co. e vediamo che perle di formen ci so , no, guardiamo i piccoli bossicelli Coni pare Ciccio, anche oggi che quelli compagnia fa lavori per il governo li paga rimane la stessa. Guardiami piccoli contrattorelli in Ugno, in fab brica, ecc., ecc., dove per iinpressio , nare vi fanno il conto a lire, ed allori bisogna ripetere le parole di Rivano i diremo: "Siamo sempre Italiani". Le migliori iniziative che gli Ordini le Società, i clubs, e le organizzazion in generale possano prendere soni • quelle di educare ed emancipare 1; massa educazione sana e non cor rotta e quando fra continuerà ad esistere il settario è assolutamente necessari sopprimerlo, gettandolo nelle fogn< profonde, liberarsi di questi esseri no civi ed infetti, onde la massa si puri fichi, ed abbia campo di educarsi, e manciparsi ed allora eserciteremo i diritto di godere ili tutti i privilegi eli lìn oggi a ragione ci hanno negato Così solamente gli operai Italiani sa ranno sottratti a tutte le angherie prepotenze non solo commesse dai te deschi, ma da operai di tutte le nazio nalità. GIUSEPPE SINDONI • * » Abbiamo assistito sabato sera ali; seduta tenutasi alla Eagle Hall, sotti la presidenza di Mr. Wm. R. Bricker Esq., Ufficiale Federale, quello stessi cui spetta il merito di aver salvato li situazione, riparando alla meglio ai un altro colpo di testa del Sindaci Smith. Abbiamo assistito a quella seduta i abbiamo potuto constatare, con since ro compiacimento, che la massa de "Figli d'ltalia" che costituiva i tri quarti dell'assemblea, dopo qualche vi vace protesta, legittima, logica e na turale in una collettività numerosi che viene ancora una volta offesa in degnamente, ha finito col piegarsi do cile ài suggerimenti del chairman, ac cettando il fatto compiuto e ricono scendo persino ciò che era stato fat to dal vecchio Comitato, emanazioni haldiana, accontentandosi solo dell'ag giunta di quattro assistenti chairmen scelti, se non andiamo errati, tutti « quattro nelle file dell'Ordine. Sembrò che, in quella nomina, qual cuno avesse voluto ostentare un ec cessivo spirito cavalleresco, lasciandc tutti e quattro i posti ai "Figli d'lta lia", ma non v'ha chi non veda che, dato il numero e l'importanza dell'Or dine, esso avrebbe avuto diritto ad una più larga rappresentanza nelle file del Comitato. Gli oratori della serata, tutti indi stintamente, per calmare gli animi fiustamente eccitati, fecero appello al patriottismo, onde esortare alla con ordia, e se qualcuno osava alzare di ina mezza nota il tono di voce, gli si aumentava, per ridurlo al silenzio, la LA LIBERA PAROLA presenza del rappresentante del Go verno americano. Bisogna guardarsi dalle esagerazio ni e non è lodevole sfruttare fuor di misura il sentimento patriottico. Se una vasta, potente organizzazio ne come quella dei "Figli d'ltalia", che si vede per una seconda o terza volta fatta segno ad un'ostentata non curanza, sdegna di seguire le orme di un capo inviso, impostole arbitraria mente, e se ne distacca, decidendo di commemorare per proprio conto, con pompa solenne, una ricorrenza fatidi ca, ciò non significa che la patria è in pericolo e che si compia opera disfat tista. Cosi pure non crediamo sia giu sto e conveniente strozzare la discus sione, che quanto più è tempestosa, tanto maggiormente riesce feconda, a gitando continuamente innanzi agli occhi lo spauracchio della presenza di uno straniero. Gli americani sono uomini come noi e come noi essi portano il pondo delle loro debolezze e dei loro difetti ed hanno anche essi le loro beghe e le loro querele, che, in certe contingenze, si esplicano in manifestazioni molto e dificanti. Anzi, se dobbiamo prestai fede ai canti degli antichi poeti, persi no gli immortali abitatori dell'Olimpo si lasciavano trascinare e vincere dal le umane passioni. Certo la concordia è cosa sublime, e se in Colonia si potesse raggiungere con concessioni scambievoli, si schiu derebbe un'èra felice; ma quest'èra di felicità rimarrà ancora per lungo tem po un sogno, un'utopia, un'ombra eva nescente. I "Figli d'ltalia" ancora una volta han dato prova di disciplinatez za e di generosità, partecipando come gregari e non come condottieri, alla grandiosa manifestazione del 4 di lu glio, perchè la generosità è dei forti e l'Ordine è forte e potente. Ma non bisogna abusarne. Coloro che sabato sera predicavano il patriottismo a gente che del patriot tismo han fatto la propria religione, allora dovrebbero predicarlo, allor quando altri, con arti subdole, getta sul terreno il seme della discordia, e facendosi assegnare, da un'Autorità troppo compiacente, un mandato che non gli compete, se ne serve per e sercitare, in un'orgia senza freno, le vendette lungamente covate e per cir condarsi sempre delle stesse figure che non hanno altro merito che di essergli ciecamente e supinamente devote. I "Figli d'ltalia" anche questa vol ta saranno al posto ad essi assegnato; in avvenire però se vi saranno ancora degli ostinati e dei liechi che ripete ranno la sconcio deplorevolissimo, di designare un capo odiato ed immeri tevole, essi, i "Figli d'ltalia", impor ranno la loro volontà che è volontà di una massa innumere ed è superiore al capriccio ingiustificato di un qualsivo glia funzionario. Intanto, anche dopo l'avvenuto ac cordo delle diverse fazioni, il Cav. C. C. A. Baldi ha voluto dare un'altra prova di sfacciata ambizione e di par zialità. Nel suo organo l'Opinione, mentre ha fatto parlare della seduta del Co mitato generale, mettendo in rilievo il suo 10, che avrebbe fatto UNA DI SCORSA, non ha detto verbo sull'al tra seduta di sabato sera che un'as semblea di circa duecento soci fece la più entusiastica delle dimostrazioni al Grande Venerabile dei Figli d'ltalia, quando il signor Bricker annunziò che il Capo dell'Ordine non aveva voluto accettare da maresciallo in capo della parata, e neanche da chairman del Comitato, se prima i suoi associati non gliene avessero dato il permesso. Meno egoismo e più altruismo, Cav. Baldi, se ci tenete che in colonia inco minci a spirare un'aria di tolleranza. Un gruppo di "Figli d'ltalia" li slip leni ci fa giustizia La stampa americana, finalmente, incomincia ad occuparsi, con un senso di equanimità e di giustizia, della no stra bella Italia e delle nostre colonie degli 'Stati Uniti. Sul "Kecord" di Philadelphia del 26 giugno u. s., vi erano pubblicati due articoli editoriali, che riportiamo qui appresso, uno intitolato: DO AS THK ROMANS DO, e l'altro: HANG OUT ITALY'S FLAG. Copie di quel nume ro, furono dal "Kecord" spedite a molte istituzioni italiane ed a tutte le Logge dell'Ordine Figli d'ltalia in Pennsylvania, accompagnate da una lettera della direzione, che come si ve de, precede detti articoli. Nel "Record" del 29 dello stesso mese di giugno troviamo un altro ar ticolo editoriale che pure pubblichia mo dopo i primi due, nel quale si co mentano, molto opportunamente, gli errori del Sindaco di Philadelphia nel l'avere, per la seconda volta, provoca la la nostra colonia nominando il Cav. C. C. A. Baldi, chairman della sezione italiana per la celebrazione del 4 Lu glio. Gli articoli in parola li pubblichia mo qui appresso nell'Ordine come li abbiamo enunziati. ' —— y.TTT.Tr, I Bell Phone, 21 36 R. 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It is about time that Italy's noble and glorious part in this cataclysm be justly recognized and appreciated: when Italy, though the ally of the Central Powers, threw down the gauntlet to them by decla ring her neutrality, thus relieving France's southern border of half a million men and permitting them to be shiftted northward at the most crucial and critical moment in 1914, she made the defense of the Marne possible: she saved Paris and the war for the Allies. Italy's admittedly heroic and super human efforts in overcoming unsur mountable natural obstacles these three years, have brought her the praise and admiration tff the most enlightened military experts of the times: and it remains an undisputed fact that had the Allies eent timely assistance to the Italian front last August, when her brillant offensive, brought her very close to the doors of Triest, the pestiferous German pro paganda would have had no ghost of a chance to affect the morale of a small unit of the Italian army in Oc tober, and the Teutonic monsters, with their detestable and despicable Pruss ian kultur, would have received the knockout blow. President Wilson's allusion, in his Red Cross speech, to the interesting ncident experienced by Secretary Ba ter while in Italy, is only one of mil ions of the same kind that occur eve y day which attest unequivocally that : Italy and the Italians are devoted and love America dearly. Before A merica entered the fray, Italians in great numbers left peaceful and lucra tive positions here to go and fight for righteousness, civilization and liberty; since America has entered the war thousands of Italian-American boys have enthusiastically enlisted, proudly wear the khaki uniform of Uncle Sam and some have already, as the casual- ty lists show, given their everything J for the glory of the Star-Spangled Banner. Let the tricolor of Italy be gene rously displayed alongside the Stars and Stripes and the Allies' standards, as only "One for all, all for one" shall we crush I'russianism and Kaiserism forever. PASQUALE DEL VKCCHIO" "HANG OUT ITALY'S FLAG" AND "DO AS THE ROM ANS DO" The above are the captions of two editorials in today's Record. The edi torial page containing them is enclo sed. As Americans, we are ashamed to have so long been seemingly indiffe rent about the great part brave Italy lias played in this fight for the preser vation of human liberty and true Chri stianity in the world. As employees of The Record, we are proud that ours was the first newspaper to fittingly acknowledge the superior qualities of Italy's sons and voice the sentiment that today must be in the heart of every true American. We wish that every Italian might read these two editorials; also that every American might read them. "Hang Out Italy's Flag" should be the slogan in every city, town and hamlet in this country until the red, white and green is given the place of honor it so richly deserves. The Philadelphia Record June 26th, 1918. IK) AS THE ROMANS DO Premier Lloyd George expects ano ther German attack very soon. It is to be hoped that the commanders on the western front do. The experience of Gen. Diaz is educational. The suc cess of the Italian counter-offensive is not due entirely to the poor fighting I qualities of the Austrians, nor to the weather and the condition of the Pia ve river. These things contributed, but the striking, and we believe the lead ing, factor was that the counter- of fensive began three hours before th< offensive did. The Austrian bombardment be gum at 3 A. M., but the Italian bombardment began at midnight. Th« defense had three houre start. Possibly the conditions of the westerr front do not admit of anticipating the offensive. But bearing in mind the re cently published remarks of General Foch to the effect that victory car only be won by the offensive; that the defensive cannot bring victoiy, and may bring defeat, it would seem that the allied offensive cannot be long postponed. If the Italians are correct in their belief that German divisions have al ready been transferred from the we stern front to Italy, there would be an obvious advantage in attacking the Germans while a part of their force is absent. The Germans have publicly offered to send 12 divisions to the Au strians in exchange of 12 of their di visions. The exchange would certainly weaken the German lines. While the Austrians are in retreat is an inviting moment to strike a hard blow at the Germans. It is easy to believe the story that Baron Bu rian went to Berlin to dissuade the German high command from insisting on an Austrian aggressive. If he point out that defeat was not impro bable, and that defeat would be likely to precipitate revolution, the facts justified him. Austria was serving the purpose of Germany by keeping the Italians at home. But when Germany was risking everything on the success of the present drive it could not tole rate the maxim of "safety first" in the Austrian army. The German have been trying for three months to break through the allied line, without suc cess. There must be a diversion of the allied forces. If the Austrian attack were successful it might put Italy out of the list of combatants, or it might lead the allies to send troops from France to Italy. The Austrian offen sive was insisted on. Burian went home and made large offerts for peace to Italy, which were rejected. Nothing remained, then, but to attack the Ita lian army. It has failed, and the in ternal disorders of Austria-Hungary, both economic and political, are in creasing. The moment seems most in viting for a great allied offensive on the western front, both for military and political reasons". "HANG OUT ITALY'S FLAG. Italy supplied us some weeks ago with a Pola from which we might fly her flag. But we continued indifferent. Now she raises before our eyes a taller shaft for the display of her victorious colors. It is not greatly to the credit of our vaunted democracy and fellow-feeling for all men of good will that we should have waited for this great feat of arms upon the Piave before admitting Italy to full honors with Belgium, England and France in our display of pride in our comrades in arms. America, forgetful of Columbus, and of that lesser light, Amerigo Ve spucci, from whom she gets her name, has been unforgivably slow in reco gnizing the greatness of Italy. She has been ignorant, and not even so hungry for information about Italy as was that inquisitive old lady upon being introduced to an aviator who had just flown the entire length of the Italian peninsula. "Ah!" said she, "You can tell me what I've long wan ted to know. Is that country actually shaped like a boot"? Many of us heie have got into the habit of thinking of Itn'y only when we have occasion to buy a bag a peanuts, or while wat ching some dark-skinned laborer in the streets. A presentable Italian flag ' was not to bo had in the shops, be ' cause, presumably, there was no de mand for it. We have attended ban quets at which the red, white and green was conspicuously absent from the elaborate wall and table decora tions. Now, all that should be corrected, and if the wide-awake flagmakers have not already begun to remedy the pitiful poverty of the supply, let put a spur to them. We must fling the flag of Italy to the breeze in this land of the free and home of the brave, and let's be about it quickly". "MACCHIAVELLI IN LITTLE ITALY Our own Mr. Vare probably never heard of the great Machiavelli; yet he has a microscopic miniature of that political opportunist fighting his own peculiar battles for him in that section of Italy which has been translated to the heart of Philadelphia. Chevalier Baldi is the man, and he is now in the thick of a fine little tempest, with Va re and Bondsmith looking on encou ragingly from the shelter of Bond smith's ducal palace in the middle distance. It all grew out of the Chevalier's determination to ride a horse and car ry the banner at the head of the Ita lian unit in the procession of foreign born citizens on the Fourth of July. But, you see, the Italian contingent is not a unit at all. It has been a duet for some time, with Baldi singing diminu endo. The battle has been raging, with varyng fury, for just about a year, since the coming of the Royal Italian Commission to this city last June. At i that time the Chevalier is accused of j having attempted to pack the recept • ion committee with creatures of his own faction, but the new Order of the Sons of Italy, then growing in power, raised a riot of dissent. These dissen ters joined in an assault upon Baldi, who was and still is a Vare lieute nant. There have been intervals of armed truce, one coming at the time of the Third Liberty Loan drive. It was then agreed that all patriotic demonstra tions undertaken by the Italian colony during the war should be handled by this committee of the duumviri. But the Chevalier couldn't miss this fine chance on the Fourth of July to be the one and only bearer of the gon falon which, with the laurels of the l'iave fresh upon it, will be the cyno sure of all eyes. So he whispered in the ear of the Big Boss, and tne latter whispered to Bondsmith, and Bond smith appointed Baldi head of the Italian section. The Sons of Italy bub bled with righteous wrath. They will not march, but will do their celebrat ing indoors at the Academy of Music on that afternoon. On paper it looks as if the Machiavellian Baldi had t.h* whip hand at present, by grace of Vare and Bondsmith. Really, some thing should be done about it, and the Italians should parade in full force. Vare politics ought not to be allowed to interfere with patriotic celebrat ions".
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