La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, July 06, 1918, Image 2

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    LA LIBERA PAROLA
(The Free Word)
*>UBLISHED EVERY SATURDAY
by
A. GIUBKPPK I>l SILVESTRO
editor-in-chief
906 Cai-peti ter St. Phila., Pa.
Bell Phonc. Wslnui 74-72
Anno 1. - Luglio 6, 1918 - No. 12
SUBSCRI F»T I O IVI
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LA LIBERA PAROLA
Rossa Italiana di 4:2 soci della Loggia
Vittorio Emanuele 111 No. 229.
"Nel ringraziare V. S. 111.ma per il
cortese invio e nell'assicurarla che ta
le somma viene spedita all'On. Sena
tore Conte Della Somaglia per lo sco
po indicato, mi è grato esternarle il
mio sincero compiacimento ed il mio
vivo apprezzamento per le continue
prove di patriottismo e di solidarietà
nazionale che dà l'Ordine dei Figli
d'ltalia in America.
"Colgo l'occasione per inviarle, pre
giatissimo signor Di Silvestro, gli at
ti della mia distinta considerazione,
"Il K. Console: G. POCCARDI."
FONDO UNICO MORTUARIO
DECESSI DAL Lo AL 31 MAGGIO
E SOMME PAGATE
Zammarelli Giulia, moglie di Sante
Pascale, della Loggia Pietro Micca
N. 556, $200.00.
Carissimi Maria, moglie di Romeo
Ranieri, della Loggia Guido Baccelli,
N. 687, $200.00.
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Giulio Cesare N. 612, $400.00.
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briele D'Annunzio, N. 187, $400.00.
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Italiana N. 602, $400.00.
Pascale Alessandro, della Loggia
Antonio Meucci No. 306, $400.00.
Giaconia Michele, della Loggia Giu
seppe Verdi, N. 252. $400.00.
Goda Claudina, della Loggia Corona
«l'ltalia N. 807, $400.00.
Muro Maria, moglie di Vincenzo La
Mazza, della Loggia Italia No. 77,
$200.00.
Bonario Maria, della Loggia Giosuè
Carducci N. 146. $200.00.
Per rinsegnamento
della lingua italiana nelle
pubbliche scuole
IL
In ossequio a quanto abbiamo pro
messo nel nostro articolo di prefa
zione, pubblicato nello scorso numero
«li questo periodico, noi ci proponiamo,
con due o più puntate, dimostrare al
pubblico in generale che un'agitazione
in Colonia, per l'introduzione della
lingua italiana, si iniziò già parecchi
anni addietro e precisamente nel 1913;
che quell'agitazione non venne pro
mossa dal Cav. C. C. A. Baldi, e final
mente -he la nostra lingua non si è
mai insegnata in Philadelphia, nò nel
le scuole primarie, nè secondarie, nè
superiori.
Se ciò rimarrà provato dalle nostre
reminiscenze e dalle nostre riesunia
zionj, appare evidente all'intelligenza
di ognuno che venirci a parlare di so
stituzione della lingua italiana al te
desco, è strano ed inconcepibile; e per
essere corretti ed esatti, si sarebbe
dovuto dire abolizione dell'uno e in
troduzione dell'altro.
Ma in questo modo dove sarebbero
andate a finire le benemerenze di Bai
di ? Perchè lo scultore Donato, che,
suggerito o spontaneamente, ha ri
messo sul tappeto la quistione della
lingua, sembra unicamente preoccupa
to dal desiderio di mettere fin dal
l'inizio in bella luce la figura di
Baldi, alla cui influenza egli assi
cura si deve l'introduzione de! no
stro idioma nelle scuole pubbliche.
Ma con quest'omaggio inopportuno
perchè non meritato il giovane
scultore dà prova di poco tatto e si
aliena l'appoggio e la solidarietà della
Colonia che, nell'immensa maggioran
za, non vuol sentire far menzione di
certi idoli di cartapesta che simili
al cucolo che depone le sue uova in
nidi già preparati da altri uccelli
fanno o tentano far sempre proprie le
altrui iniziative.
Ciò premesso, entriamo senz'altro
nel campo delle citazioni. Sfogliando
la raccolta della "Voce del Popolo" del
1913, noi troviamo, nel No. 121 di gio
vedì 22 maggio, un Ordine del Giorno
votato dalla Società per gli immigran
ti italiani, un'lstituzione non troppo
tenera di Baldi, ordine del giorno che
in uno dei capoversi suona come se
gue:
"Considerato che, tenuto
conto delle insìstenti doman
de dei figli dei cittadini di ori
gine o di discendenza italiana,
di volere imparare la lingua
italiana nelle nostre scuole
pubbliche, si rende necessario
aggiungere alle materie delle
scuole medie questa lingua."
Quest'ordine del giorno, che porta
le firme di Frank A. Travascio, Pre
sidente e di Enrico Di Berardino, se
gretario della Società per gli immi
granti, è un'esortazione al Sindaco
jßlankenburg, perchè facesse uso dei
suoi buoni uffici presso la Commissio
ne Scolastica e dimostra che in quell'e
poca l'italiano non si insegnava nelle i
scuole, così come oggi non si inse
gna, e eia pure con esito negativo e :
sfavorevole, il merito della priorità 1
non va dato a Baldi, sibbene ad un'l
stituzione che militava in un campo I
opposto a quello del cavaliere. i
Ma il 24 maggio, ossia alla distan- l
za di due giorni, la "Voce del Popo- li
2o" tornava sull'argomento e, dopo a-Ir
ver parlato della grande necessità pei
nostri figli d'imparare nelle pubbliche
scuole il nostro dolce idioma materno,
aggiunge che "oltre al movimento
iniziato con l'ordine del giorno da noi
pubblicato l'altro ieri (il che significa
che il merito della iniziativa spetta
alla Società per gli Immigranti ita
liani) un'altra grande riunione sarà
tenuta il 15 giugno prossimo sotto gli
auspici dell'Alleanza Italo-Americana,
e vi prenderanno parte quasi tutte le
Società Italiane."
E sapete voi, scultore Donato; o per
meglio dire, ricordate che cos'era l'Al
leanza Italo-Americana?
Era un'altra Istituzione, cordial
mente invisa al vostro cavaliere, sorta
dal seno del Primo Congresso degli
Italiani, in mille modi ostacolato e
combattuto da Carmine Baldi, che a
vrebbe voluto ad ogni costo vederlo
svanire in una bolla di sapone.
Ma qui giova riportare alla lettera
un articolo della "Voce del Popolo"
del 25 maggio, e poi faremo punto per
oggi; dal quale articolo risulta che
anche cinque anni fa, esistevano in
Colonia, per merito della stessa per
sona i medesimi deplorevoli sistemi, di
corbellare allegramente il pubblico,
nascondendo il suo manto asinino sot
to la pelle del leone.
Il tema dell'articolo è sempre lo
stesso: L'insegnamento dell'italiano
nelle scuole pubbliche.
"C'è o non c'è? Nossignori, non c'è
ed è la seconda o la terza volta che lo
diciamo. Ecco, questa insistenza ha
una ragione ed è dovuta al fatto che
c'è chi ha affermato, che l'insegna
mento dell'italiano nelle scuole medie
di Philadelphia era etato adottato per
opera e virtù sua e l'ha affermato o
ralmente e per mezzo di un suo orga
no, con una così gran faccia greca da
fare arrossire Chilone Chilonide e da
far nascere in noi il dubbio che i sensi
ci tradissero.
"Fortunatamente o sfortunata
mente poco importa il fatto è là
assolutamente inconfutabile. Nelle
scuole medie di Filadelfia l'insegna
mento dell'italiano non ha avuto il più
misero posticino, nè mai l'avrebbe, se
non si agitassero delle organizzazio
ni come la Società per gli immigranti
e l'Alleanza.
"Un fatto che ci conferma se pur
fosse necessario nella certezza che
noi affermiamo il vero, è un atrocis
simo quarto d'ora passato da questo
chiamiamolo cotale, quando in piena
assemblea di una tal. .. federazione di
individui, gli fu lanciata di punto in
bianco, questa imbarazzante domanda:
"E' stato adottato l'inse
gnamento dell'italiano nelle
scuole di Filadelfia?"
seguita dopo una tremolante afferma
zione dell'interpellato, da .quest'altra
non meno imbarazzante:
"E quul'è il nome dell'inse
gnante ?"
"Bisogna sapere che l'organo dell'e
merito cotale aveva già annunziato,
con relativi squilli di tromba, in omag
gio all'incommensurabile cotale che
tutto fa e tutto può, che l'adozione era
un fatto compiuto.
"Come fare? Misurando la capacità
altrui con lo stesso mezzo pollice con
cui misura la propria, il cotale, con
grande strazio dell'eufonia, diede un
nome francese.
"Una lunga pausa questa, ma indi
spensabile per dimostrare di quanto
fosforo facciano uso certi luccioloni,
per farsi prendere per stelle.
"Ed ora torniamo al fatto sodo.
"L'insegnamento dell'italiano nelle
scuole della città non esiste, ma come
abbiamo già annunziato, si occupano
della cosa due importanti Enti colo
niali e non è difficile che il successo
arrida loro; anzi siamo informati che
il movimento della Società per gli im
migranti, ha prodotto si buona im
pressione ed ispirata tanta fiducia che
non poche maestre si son date allo
studio dell'italiano per poterlo inse
gnare; così sicure si sentono che esso
sarà adottato."
Scultore Donato, provvedete alla vo
stra giovinezza! Giuseppe Donato,
erudimini !
NOI.
11MOCH IO lìflLY
Riproduciamo qui appresso, nel suo
testo in inglese, un articoletto del si
gnor Pasquale Del Vecchio, pubblica
to dall'Evening Bulletin del 24 Mag
gio, sui doveri delle nazioni alleate
verso l'ltalia.
Tutti gli italiani in grado di poterlo
fare, dovrebbero imitare il signor Del
Vecchio scrivendo nei giornali ameri
cani in prò della nostra patria che
lino ad oggi, nonostante il valevole ed
indispensabile aiuto dato in questo
conflitto, è stata ignorata da una buo
na parte della stampa americana.
PALESTRA DEL PUBBLICO
Philadelphia, Pa., Giugno 1918.
Egregio Signor Direttore
de "La Libera Parola"
Philadelphia. Pa.
Se la S. V. potrà pubblicare il se
guente articolo sul pregiato giornale
"La Libera Parola," glie ne rimarrò
obbligatissimo.
Ringraziandola anticipatamente,
Dev.mo
GIUSEPPE SINDONI
918 Pierce Street.
Confessare la propria opinione non
è un delitto. Se la mia cultura fosse
un tantino elevata spenderei tutte le
mie ore libere alla critica, critica se
condo il mio giudizio, sana e non par
tigiana.
Nel penultimo numero de "La Libera
Parola" lessi un'articoletto intitolato
"Per una iniziativa da prendersi".
Il Sig. Nicola Rivano in sette od
otto anni di vita coloniale si vede chia
ro che ancora non 6'è formato un con
cetto esatto dell'ambiente Italiano, o
viceversa copre con grosso velo tutto
ciò che egli ha costatato e scrive a
scatti solo per entusiasmo.
Mania di nostra razza cercare l'ac
qua per spegnere le fiamme, quando
esse sono accese. Quando l'elemento
intellettuale e sano della nostra colo
nia consigliava ed insegnava la via di
prendere parte attiva alla vita politi
ca ed economica di questa nobile Re
pubblica, ognuno faceva orecchie da
mercante. Politica ed economia sonc
stati sempre i fattori principali e le
saranno anche in futuro, ma allora si
rispondeva: "Io sono cittadino di tut
to il mondo", o viceversa un altro di
gnitario dell'Ordine Figli d'ltalia una
sera a squarciagola, con la sua voc<
t corale diceva: "Diventare cittadi
i no Americano significa essere sper
, giuro. Rammentate anche l'eccidio de
. gli 11 Siciliani di New Orleans. Set
te erano cittadini e quattro no. Le fa
miglie di questi ultimi ricevettero la
ricompensa del governo". (A damnec
lie). 11 grande artista Frank Vela dis
, se: "La carta cittadina serve per quel
li che devono vendere le banane".
Adesso il signor Rivano dice che bi
sogna rispettare le leggi. Per lavorar!
nei lavori del Governo si deve esseri
Cittadini. Nel passaporto Tedesco t
' detto: "Emigrate e fatevi cittadini
, contate e fatevi contare, smerciate
( nostri prodotti e fate propaganda, <
mantenetevi compatti". L'italiano nor
( conta e non s'è voluto fare contare
non ha mai lavorato per la combatti
, vita, ma per la disorganizzazione mo
j rale e materiale. Si veda elezione del
la nostra organizzazione per busines:
agent Giugno 11, 1918, e ci convince
, remo che razza di cani rognosi abbia
mo in mezzo all'elemento italiano. S
veda la ricompensa ricevuta per uni
piccola doverosa reclame fatta a Jos
, Saponaro. Il Signor Rivano continua
, "In mezzo agli operai italiani si tro
, vano persone capaci di coprire la ca
ricadi foremen, ecc. ecc." Iddio ci li
, beri da simile jattura. Nicola Rivan<
, dovrebbe parlare e scrivere chiaro, i
dire quali sono stati gli esempi dat
ilei foremen Italiani nei diversi post
, e in tutte le classi. Specchiamoci guar
, dando la Victor Talking Machine Co.
e vediamo che perle di formen ci so
, no, guardiamo i piccoli bossicelli Coni
pare Ciccio, anche oggi che quelli
compagnia fa lavori per il governo li
paga rimane la stessa. Guardiami
piccoli contrattorelli in Ugno, in fab
brica, ecc., ecc., dove per iinpressio
, nare vi fanno il conto a lire, ed allori
bisogna ripetere le parole di Rivano i
diremo: "Siamo sempre Italiani".
Le migliori iniziative che gli Ordini
le Società, i clubs, e le organizzazion
in generale possano prendere soni
• quelle di educare ed emancipare 1;
massa educazione sana e non cor
rotta e quando fra
continuerà ad esistere il
settario è assolutamente necessari
sopprimerlo, gettandolo nelle fogn<
profonde, liberarsi di questi esseri no
civi ed infetti, onde la massa si puri
fichi, ed abbia campo di educarsi, e
manciparsi ed allora eserciteremo i
diritto di godere ili tutti i privilegi eli
lìn oggi a ragione ci hanno negato
Così solamente gli operai Italiani sa
ranno sottratti a tutte le angherie
prepotenze non solo commesse dai te
deschi, ma da operai di tutte le nazio
nalità.
GIUSEPPE SINDONI
• * »
Abbiamo assistito sabato sera ali;
seduta tenutasi alla Eagle Hall, sotti
la presidenza di Mr. Wm. R. Bricker
Esq., Ufficiale Federale, quello stessi
cui spetta il merito di aver salvato li
situazione, riparando alla meglio ai
un altro colpo di testa del Sindaci
Smith.
Abbiamo assistito a quella seduta i
abbiamo potuto constatare, con since
ro compiacimento, che la massa de
"Figli d'ltalia" che costituiva i tri
quarti dell'assemblea, dopo qualche vi
vace protesta, legittima, logica e na
turale in una collettività numerosi
che viene ancora una volta offesa in
degnamente, ha finito col piegarsi do
cile ài suggerimenti del chairman, ac
cettando il fatto compiuto e ricono
scendo persino ciò che era stato fat
to dal vecchio Comitato, emanazioni
haldiana, accontentandosi solo dell'ag
giunta di quattro assistenti chairmen
scelti, se non andiamo errati, tutti «
quattro nelle file dell'Ordine.
Sembrò che, in quella nomina, qual
cuno avesse voluto ostentare un ec
cessivo spirito cavalleresco, lasciandc
tutti e quattro i posti ai "Figli d'lta
lia", ma non v'ha chi non veda che,
dato il numero e l'importanza dell'Or
dine, esso avrebbe avuto diritto ad una
più larga rappresentanza nelle file del
Comitato.
Gli oratori della serata, tutti indi
stintamente, per calmare gli animi
fiustamente eccitati, fecero appello al
patriottismo, onde esortare alla con
ordia, e se qualcuno osava alzare di
ina mezza nota il tono di voce, gli si
aumentava, per ridurlo al silenzio, la
LA LIBERA PAROLA
presenza del rappresentante del Go
verno americano.
Bisogna guardarsi dalle esagerazio
ni e non è lodevole sfruttare fuor di
misura il sentimento patriottico.
Se una vasta, potente organizzazio
ne come quella dei "Figli d'ltalia",
che si vede per una seconda o terza
volta fatta segno ad un'ostentata non
curanza, sdegna di seguire le orme di
un capo inviso, impostole arbitraria
mente, e se ne distacca, decidendo di
commemorare per proprio conto, con
pompa solenne, una ricorrenza fatidi
ca, ciò non significa che la patria è in
pericolo e che si compia opera disfat
tista. Cosi pure non crediamo sia giu
sto e conveniente strozzare la discus
sione, che quanto più è tempestosa,
tanto maggiormente riesce feconda, a
gitando continuamente innanzi agli
occhi lo spauracchio della presenza di
uno straniero.
Gli americani sono uomini come noi
e come noi essi portano il pondo delle
loro debolezze e dei loro difetti ed
hanno anche essi le loro beghe e le
loro querele, che, in certe contingenze,
si esplicano in manifestazioni molto e
dificanti. Anzi, se dobbiamo prestai
fede ai canti degli antichi poeti, persi
no gli immortali abitatori dell'Olimpo
si lasciavano trascinare e vincere dal
le umane passioni.
Certo la concordia è cosa sublime, e
se in Colonia si potesse raggiungere
con concessioni scambievoli, si schiu
derebbe un'èra felice; ma quest'èra di
felicità rimarrà ancora per lungo tem
po un sogno, un'utopia, un'ombra eva
nescente. I "Figli d'ltalia" ancora una
volta han dato prova di disciplinatez
za e di generosità, partecipando come
gregari e non come condottieri, alla
grandiosa manifestazione del 4 di lu
glio, perchè la generosità è dei forti
e l'Ordine è forte e potente. Ma non
bisogna abusarne.
Coloro che sabato sera predicavano
il patriottismo a gente che del patriot
tismo han fatto la propria religione,
allora dovrebbero predicarlo, allor
quando altri, con arti subdole, getta
sul terreno il seme della discordia, e
facendosi assegnare, da un'Autorità
troppo compiacente, un mandato che
non gli compete, se ne serve per e
sercitare, in un'orgia senza freno, le
vendette lungamente covate e per cir
condarsi sempre delle stesse figure che
non hanno altro merito che di essergli
ciecamente e supinamente devote.
I "Figli d'ltalia" anche questa vol
ta saranno al posto ad essi assegnato;
in avvenire però se vi saranno ancora
degli ostinati e dei liechi che ripete
ranno la sconcio deplorevolissimo, di
designare un capo odiato ed immeri
tevole, essi, i "Figli d'ltalia", impor
ranno la loro volontà che è volontà di
una massa innumere ed è superiore al
capriccio ingiustificato di un qualsivo
glia funzionario.
Intanto, anche dopo l'avvenuto ac
cordo delle diverse fazioni, il Cav. C.
C. A. Baldi ha voluto dare un'altra
prova di sfacciata ambizione e di par
zialità.
Nel suo organo l'Opinione, mentre
ha fatto parlare della seduta del Co
mitato generale, mettendo in rilievo il
suo 10, che avrebbe fatto UNA DI
SCORSA, non ha detto verbo sull'al
tra seduta di sabato sera che un'as
semblea di circa duecento soci fece la
più entusiastica delle dimostrazioni al
Grande Venerabile dei Figli d'ltalia,
quando il signor Bricker annunziò che
il Capo dell'Ordine non aveva voluto
accettare da maresciallo in capo della
parata, e neanche da chairman del
Comitato, se prima i suoi associati non
gliene avessero dato il permesso.
Meno egoismo e più altruismo, Cav.
Baldi, se ci tenete che in colonia inco
minci a spirare un'aria di tolleranza.
Un gruppo di "Figli d'ltalia"
li slip leni
ci fa giustizia
La stampa americana, finalmente,
incomincia ad occuparsi, con un senso
di equanimità e di giustizia, della no
stra bella Italia e delle nostre colonie
degli 'Stati Uniti.
Sul "Kecord" di Philadelphia del 26
giugno u. s., vi erano pubblicati due
articoli editoriali, che riportiamo qui
appresso, uno intitolato: DO AS THK
ROMANS DO, e l'altro: HANG OUT
ITALY'S FLAG. Copie di quel nume
ro, furono dal "Kecord" spedite a
molte istituzioni italiane ed a tutte le
Logge dell'Ordine Figli d'ltalia in
Pennsylvania, accompagnate da una
lettera della direzione, che come si ve
de, precede detti articoli.
Nel "Record" del 29 dello stesso
mese di giugno troviamo un altro ar
ticolo editoriale che pure pubblichia
mo dopo i primi due, nel quale si co
mentano, molto opportunamente, gli
errori del Sindaco di Philadelphia nel
l'avere, per la seconda volta, provoca
la la nostra colonia nominando il Cav.
C. C. A. Baldi, chairman della sezione
italiana per la celebrazione del 4 Lu
glio.
Gli articoli in parola li pubblichia
mo qui appresso nell'Ordine come li
abbiamo enunziati.
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Sir: President Wilson's proclama
tion that May 24, the third anniver
sary of Italy's entrance into the war,
be observed as Italy-America day, is
comforting, to say the lea6t, to those
who believe in fair play and justice
impartially applied. It is about time
that Italy's noble and glorious part in
this cataclysm be justly recognized
and appreciated: when Italy, though
the ally of the Central Powers, threw
down the gauntlet to them by decla
ring her neutrality, thus relieving
France's southern border of half a
million men and permitting them to
be shiftted northward at the most
crucial and critical moment in 1914,
she made the defense of the Marne
possible: she saved Paris and the war
for the Allies.
Italy's admittedly heroic and super
human efforts in overcoming unsur
mountable natural obstacles these
three years, have brought her the
praise and admiration tff the most
enlightened military experts of the
times: and it remains an undisputed
fact that had the Allies eent timely
assistance to the Italian front last
August, when her brillant offensive,
brought her very close to the doors
of Triest, the pestiferous German pro
paganda would have had no ghost of
a chance to affect the morale of a
small unit of the Italian army in Oc
tober, and the Teutonic monsters, with
their detestable and despicable Pruss
ian kultur, would have received the
knockout blow.
President Wilson's allusion, in his
Red Cross speech, to the interesting
ncident experienced by Secretary Ba
ter while in Italy, is only one of mil
ions of the same kind that occur eve
y day which attest unequivocally that :
Italy and the Italians are devoted
and love America dearly. Before A
merica entered the fray, Italians in
great numbers left peaceful and lucra
tive positions here to go and fight for
righteousness, civilization and liberty;
since America has entered the war
thousands of Italian-American boys
have enthusiastically enlisted, proudly
wear the khaki uniform of Uncle Sam
and some have already, as the casual-
ty lists show, given their everything J
for the glory of the Star-Spangled
Banner.
Let the tricolor of Italy be gene
rously displayed alongside the Stars
and Stripes and the Allies' standards,
as only "One for all, all for one" shall
we crush I'russianism and Kaiserism
forever.
PASQUALE DEL VKCCHIO"
"HANG OUT ITALY'S FLAG"
AND
"DO AS THE ROM ANS DO"
The above are the captions of two
editorials in today's Record. The edi
torial page containing them is enclo
sed.
As Americans, we are ashamed to
have so long been seemingly indiffe
rent about the great part brave Italy
lias played in this fight for the preser
vation of human liberty and true Chri
stianity in the world.
As employees of The Record, we
are proud that ours was the first
newspaper to fittingly acknowledge
the superior qualities of Italy's sons
and voice the sentiment that today
must be in the heart of every true
American.
We wish that every Italian might
read these two editorials; also that
every American might read them.
"Hang Out Italy's Flag" should be
the slogan in every city, town and
hamlet in this country until the red,
white and green is given the place of
honor it so richly deserves.
The Philadelphia Record
June 26th, 1918.
IK) AS THE ROMANS DO
Premier Lloyd George expects ano
ther German attack very soon. It is
to be hoped that the commanders on
the western front do. The experience
of Gen. Diaz is educational. The suc
cess of the Italian counter-offensive
is not due entirely to the poor fighting
I qualities of the Austrians, nor to the
weather and the condition of the Pia
ve river. These things contributed, but
the striking, and we believe the lead
ing, factor was that the counter- of
fensive began three hours before th<
offensive did.
The Austrian bombardment be
gum at 3 A. M., but the Italian
bombardment began at midnight. Th«
defense had three houre start.
Possibly the conditions of the westerr
front do not admit of anticipating the
offensive. But bearing in mind the re
cently published remarks of General
Foch to the effect that victory car
only be won by the offensive; that the
defensive cannot bring victoiy, and
may bring defeat, it would seem that
the allied offensive cannot be long
postponed.
If the Italians are correct in their
belief that German divisions have al
ready been transferred from the we
stern front to Italy, there would be an
obvious advantage in attacking the
Germans while a part of their force
is absent. The Germans have publicly
offered to send 12 divisions to the Au
strians in exchange of 12 of their di
visions. The exchange would certainly
weaken the German lines.
While the Austrians are in retreat
is an inviting moment to strike a
hard blow at the Germans. It is easy
to believe the story that Baron Bu
rian went to Berlin to dissuade the
German high command from insisting
on an Austrian aggressive. If he
point out that defeat was not impro
bable, and that defeat would be likely
to precipitate revolution, the facts
justified him. Austria was serving the
purpose of Germany by keeping the
Italians at home. But when Germany
was risking everything on the success
of the present drive it could not tole
rate the maxim of "safety first" in
the Austrian army. The German have
been trying for three months to break
through the allied line, without suc
cess. There must be a diversion of the
allied forces. If the Austrian attack
were successful it might put Italy out
of the list of combatants, or it might
lead the allies to send troops from
France to Italy. The Austrian offen
sive was insisted on. Burian went
home and made large offerts for peace
to Italy, which were rejected. Nothing
remained, then, but to attack the Ita
lian army. It has failed, and the in
ternal disorders of Austria-Hungary,
both economic and political, are in
creasing. The moment seems most in
viting for a great allied offensive on
the western front, both for military
and political reasons".
"HANG OUT ITALY'S FLAG.
Italy supplied us some weeks ago
with a Pola from which we might fly
her flag. But we continued indifferent.
Now she raises before our eyes a
taller shaft for the display of her
victorious colors. It is not greatly to
the credit of our vaunted democracy
and fellow-feeling for all men of
good will that we should have waited
for this great feat of arms upon the
Piave before admitting Italy to full
honors with Belgium, England and
France in our display of pride in our
comrades in arms.
America, forgetful of Columbus,
and of that lesser light, Amerigo Ve
spucci, from whom she gets her name,
has been unforgivably slow in reco
gnizing the greatness of Italy. She
has been ignorant, and not even so
hungry for information about Italy as
was that inquisitive old lady upon
being introduced to an aviator who
had just flown the entire length of the
Italian peninsula. "Ah!" said she,
"You can tell me what I've long wan
ted to know. Is that country actually
shaped like a boot"? Many of us heie
have got into the habit of thinking of
Itn'y only when we have occasion to
buy a bag a peanuts, or while wat
ching some dark-skinned laborer in
the streets. A presentable Italian flag
' was not to bo had in the shops, be
' cause, presumably, there was no de
mand for it. We have attended ban
quets at which the red, white and
green was conspicuously absent from
the elaborate wall and table decora
tions.
Now, all that should be corrected,
and if the wide-awake flagmakers
have not already begun to remedy
the pitiful poverty of the supply, let
put a spur to them. We must fling the
flag of Italy to the breeze in this land
of the free and home of the brave, and
let's be about it quickly".
"MACCHIAVELLI IN LITTLE
ITALY
Our own Mr. Vare probably never
heard of the great Machiavelli; yet he
has a microscopic miniature of that
political opportunist fighting his own
peculiar battles for him in that section
of Italy which has been translated to
the heart of Philadelphia. Chevalier
Baldi is the man, and he is now in the
thick of a fine little tempest, with Va
re and Bondsmith looking on encou
ragingly from the shelter of Bond
smith's ducal palace in the middle
distance.
It all grew out of the Chevalier's
determination to ride a horse and car
ry the banner at the head of the Ita
lian unit in the procession of foreign
born citizens on the Fourth of July.
But, you see, the Italian contingent is
not a unit at all. It has been a duet for
some time, with Baldi singing diminu
endo. The battle has been raging, with
varyng fury, for just about a year,
since the coming of the Royal Italian
Commission to this city last June. At
i that time the Chevalier is accused of
j having attempted to pack the recept
• ion committee with creatures of his
own faction, but the new Order of the
Sons of Italy, then growing in power,
raised a riot of dissent. These dissen
ters joined in an assault upon Baldi,
who was and still is a Vare lieute
nant.
There have been intervals of armed
truce, one coming at the time of the
Third Liberty Loan drive. It was then
agreed that all patriotic demonstra
tions undertaken by the Italian colony
during the war should be handled by
this committee of the duumviri. But
the Chevalier couldn't miss this fine
chance on the Fourth of July to be
the one and only bearer of the gon
falon which, with the laurels of the
l'iave fresh upon it, will be the cyno
sure of all eyes. So he whispered in
the ear of the Big Boss, and tne latter
whispered to Bondsmith, and Bond
smith appointed Baldi head of the
Italian section. The Sons of Italy bub
bled with righteous wrath. They will
not march, but will do their celebrat
ing indoors at the Academy of Music
on that afternoon. On paper it looks
as if the Machiavellian Baldi had t.h*
whip hand at present, by grace of
Vare and Bondsmith. Really, some
thing should be done about it, and the
Italians should parade in full force.
Vare politics ought not to be allowed
to interfere with patriotic celebrat
ions".