:|L PATRIOTA ili Arte > LettGratura j £ (the patriot) w Scienza, Umorismo | j Come l'Edera «Tlli"] La villa sorgeva presso il mare e,- alla sua destra appariva su perbo e maestoso il castello angio ino con le sue ampie torri e le fal de granitiche piantate nelle onde azzurre. Magnifico castello che dominava la rada deliziosa in cui. nei secoli lontani, i ( esari di Ko ma, trasportati dalle trireme, si abbandonavano voluttuosamente ai loro sontuosi e lascivi ozi estivi. Ora il castello era ben guardato e ben difeso, dalla forza armata : per la custodia dei prigionieri au striaci. Come negli altri anni, anche in quella torrida estate di guerra, le due famiglie avevano chiesto ri storo alla pittoresca solitudine del mare pieno di fascino e di mistero. Tutte donne e due vecchi, più bianchi e più taciturni nei loro tristi abiti di lutto. Erano fratel li ; vissuti sempre insieme nella vasta casa paterna, anche dopo le nozze, celebrate nello stesso gior no. Ed avevano serenamente im biancato, carezzando l'ultimo so gno della loro soave felicita fami liare. Nei cuori dei loro figliuoli Laura e Massimo, vissuti insieme dalla primissima infanzia, era sbocciato un idillio tenerissimo tra sformato poi, con gli ardori della giovinezza, in amore puro e ine stinguibile. E li avrebbero sposati presito quei due ragazzi, nella prossima estate, offrendo loro, per la luna di miele, tutto il primo piano della villa, rimodernato e abbellito per 1 prediletti colombi in amore. Invece quelle camere più riden ti, più fresche e più festoso nella luce del nuovi addobbi, erano ri maste vuote; ermeticamente chiu se, come un sepolcro. T due vecchi pero, con le mogli in gramaglie e Laura pallida, mu ta e dolente, avevano avuto la for za ed il coraggio di tornare, come tutti gli anni, al mare. Portavano su i volti e nel cuore l'orma di una raffica distruggitrice. ' Imponevano, alla spensierata folla dei bagnanti, una riverenza quasi mistica nello schianto del lo ro lutto acerbo. Massimo era mor to in guerra. Aneli'egli richiamato alle armi, era partito impavido e sereno co me tutta la fiorente giovinezza dell'ltalia in armi, per la grande conquista redentrice. Lo aveva ucciso il piombo austriaco, ma à tradimento, mentre il giovane, do po una asprissima lotta ili trincea in prima linea, era stato costretto ad arrendersi con pochi altri uo mini, scampati, miracolosamente all'eccidio. E su di essi, dopo a verli denudati e derubati, le belve nemiche, avevano fatto fuoco, freddandoli tutti, meno un capora le dei bersaglieri, sopravissuto poche ore per poter gridare al mondo la "incredibile infamia. Oh che mai raccontava di nuovo il misero bersagliere morente, se, frugando fra le carte dei cadaveri fi • 'dei prigionieri austriaci più volte si era letto "l'ordine supe riore" di "finire i feriti e i prigi onieri" possibilmente colpendoli al viso, quando fosse necessario ed opportuno utilizzare i loro indu menti? Quella morte, su le due famiglie, più unite nel muto e invincibile do lore, gravava ora come una bruna ombra di gloria, Da questa ombra il pallore di Laura riceveva ritiessi paurosamente spettrali per quelli che paventavano la chiusa angoscia della sua anima infranta. Non pi angeva, come gli altri. Forse per soffrire di più? Qualche volta, in- ! vece, pareva sorridesse, ma era u- j na contrazione di spasimo amaro, su le labbra esangui nel ricordo j dell'ultimo amplesso, quando, stretta al cuore di Massimo, il gio vane le aveva mormorato, misteri osamente : "Siamo come due rami di edera piantati vicino, per caso, e poi cresciuti, abbarbicandosi, confon dendosi, in modo da dover fatal mente vivere o essere strappati in sieme." Un testamento o un presagio? Ella attendedva, sempre più palli da e più bianca, con la cieca fede nel mistero delle parole che sem brava le avessero imposto un voto di amore. Sentiva nel sibilo del vento, nella minaccia del cielo, ed anche nel sorriso delle stelle, l'ani ma di lui tormentasamente inquie ta, abbarbicata ancora alla sua vita mortale, sino a quando lo strappo di "una stessa mano sacri lega" non avrebbe divelta anche lei, verso il rifugio dell'infinito. # Trascorreva le sue lunghe e a mare giornate presso il mare, alla I finestra che guardava il castello, senza che alcuno osasse distoglier la o indurla a rientrare quando t'- ora inoltrata e la triste solitudine delle notti estive, rendevano sner vante quella veglia ostinata alla spiaggia deserta. La si credette una ossessione del suo spirito in fermo. Dall'infanzia, nei mesi di spensieratezza e di risposo, ella e ra stata tanfo felice presso quel mare, lungo quella spiaggia, con Massimo. Vi era tornata senza paura di morire di spasimo ora, nell'atroce e disperato rimpianto per l'Assente. Ma non si lagnava; si ostinava soltanto nella sua veglia al "ma re." Lo sguardo di lei, fisso su le mas siccie mura del castello silenzioso, si perdeva nella speranza folle di correre oltre le torri e i bastioni, per scrutare nel volto e nell 'anima di tutti i nemici dal cuore di belve. "Sentire, tra il loro linguaggio e il loro respiro di bruti, più atro ce. più vicina, più spasmodica la morte di Massimo." Una notte, dall'alto di una torre del castello, più piccola e meno guardata, Laura vide lanciare : qualche cosa nel buio. Anche le | stelle, assenti dal cielo, sembrava | favorissero forse il mistero di un agguato. Ella guardo meglio ed ! ebbe un terribile sussulto per la ! gioia del sospetto. Poi si stacco dalla finestra, avanzo cauta per la casa immersa nel sonno, discese su ,la spiaggia, si accoccolò, protetta dal rialzo di un muro romano in ; rovina. Delle ombre si calavano verso il mare, nere ombre paurose aggrap pate ad una corda,che penzolava dall 'alto. Ed una barca, tra le onde not turno increspate, le attendeva. Qualcuna vi fu ospitata ; ma come, alla fanciulla, pallidissima e quasi senza respiro, giuuse un febbrile mormorio di voci straniere, ella ' vacillò per la felicità della sua "grande ora." Voci esecrate di nemici assassini che tentavano la tuga nella no r • setize stelle. Era questo dunque il fascino ma cabro e invincibile che la inefcio dava anche di notte al mare? Chi aveva voluto la sua lunga reglia coraggiosa? Laura emise un grido che si le vò solenne, terribile, vendicatore: Sabato, 1 Settembre 1917 CONSACRA TUTTO IL SUO TEMPO AI SOLDATI *■ ■ v ■ I i&i - ■ i Dopo ore di strenuo ammaestramento, preparandosi per recarsi al fron te con la Croce Rossa, Miss Iris'Gilmore di Philadelphia trova alcuni mi nuti a lavorare di maglie per i soldati. —ltalia!... Due ombre, attorcigliate alla corda, risalirono in fretta. Nella barca il sinistro mormorio stranie ro si fece più concitato, quasi con vulso. Laura ripetè il suo grido —ltalia !... Delle torcie, in alto, su i torrioni del castello, uno scompiglio affan noso di uomini in armi, e la fanci ulla impavida e spettrale, presso il vecchio muro in rovina. Dalla barca r i prigionieri si era no lanciati in mare. Uno di essi avanzò verso la spiaggia, trema va di rabbia, di sdegno e di ferocia biascicava bestemmie, stringendo, tra le dita ossute, un pugnale. —Jtal...—ripete ancora la fanci ulla, mentre sospinta e afferrata, l'arma le era conficcata nel cuore. Poi un tuonare di colpi, uno scandagliare di luci, dall'alto del castello, risvegliato alla caccia dei fuggitivi. E presso il vecchio muro in ro vina, Laura e Massimo, due fan tasmi, votati insieme alla patria, ricongiunti ''dalla stessa mano sa crilega" nel rifugio dell' Infinito. CARLO DE FLAVIIS. ZOPPI CELEBRI Non pochi uomini zoppi hanno ! lasciato, 11011 ostante la loro infer jiiiità, un nome che lo storia ricor da. 11 noto, o insigne—secondo il punto di vista—uomo di Stato j francese Talleyrand che ebbe tan ta parte nelle vicende dell'epoca napoleonica .aveva appena un an no quando da una disgrazia fu re so zoppo per sempre. Astuto, gran de ingegno, mente politica scaltri j ta negli intrighi più raffinati e nei più abili sotterfugi, si ebbe dalla prima moglie dell 'imperatore. Giu seppina. che lo combatteva aspra mente, l'appellativo di "sciancato maledetto." Anche lord Bvron e Walter Scott i erano zoppi. I/infermità di Walter Scott fu prodotta dal calcio di un cavallo quando il grande romanziere era quartiermastro nella cavalleria leg gera di Edim ' BMOKG APUAIN-BNO IL DUCA DI SASSONIA-GOTHA E I CAPELL VERDI Uri sovrano allegroccio—nella ricca teoria di principi tedeschi pazzoidi o degenerati—fu Augusto di Sassonia Gotha e Altenburg, amico di Napeoleone I, il quale condusse la più folle vita che si possa immaginare. Aveva la ma nia dei travestimenti e delle par rucche variopinte : cambiava il co lor dei capelli come avreb rebbe cambiato di camicia. Non aveva che da sceglie re nel magazzino delle sue parruc che di tutte le sfumature : azzurre, viola, porporine, ecc., ecc. Si vesti va volontieri da prete indiano, da pontefice greeo, da rabbino e da... donna. Un giorno lo scrittore Jean Paul Richter trovo in casa sua una dama velata con le brac cia nude cariche di e in posa molto languida, che gli porse la mano da baciare. Jean, Paul baciò... Allora la dama, scop piando in una risata omerica, si scopri il viso; il povero scrittore, nonché consigliere aulico, fu cosi mortificato di trovarsi dinanzi la faccia rubiconda del suo sovrane imbellattata e tempestata di nei di taffetà, che abbandono la città i e non vi fece mai più ritorno. Anche Goethe, stanco delle bur le del sovrano, lo abbandono e con lui l'abate Boggler che serba va rancore al duca Augusto per un certo clavicembalo i cui tasti legati a'un serbatoio d'acqua face vano far la doccia ai disgraziato suonatore. Per vendicarsi, il duca Augusto ordinò al pittore Grassi di dipin gergli i ritratti dei tre disertori .coi capelli... verdi. Questo mat tacchione di sovrano diceva che i capelli sono una vegetazione e deb bono esser verdi naturalmente ; gli altri colori non sono che una corruzione della natura! 1 singo lari ritratti furono eseguiti, e per venti anni Boggler, Goethe e Rich ter illuminarono della loro aureo- La verde il castello di Gotha. Poi per misteriose vicende, sparirono e ricomparvero più tardi a un'asta pubblica a Parigi. La Casa regnante di Sassonia- Gotha lo seppe e mandò un suo in caricato a ricuperare i tre ritratti al prezzo di dieci franchi e cin quanta centesimi l'uno. E. M j ANTIVEBOENZE E CHIAROVEGGENZE 1 Tante predizioni recenti o remo te son state escogitate attorno al la nostra guerra, che vale la pena di trattarne. Predire é antivede re ; ma 1 antiveggenza varia di ca rattere se'si tratti di semplice pre visione o di profezia. '"Previde" quell'attaché milita re all'ambasciata francese di Ber lino, che, tallo scoppio della guer ra del 1870, preannuncio la disfat ta della Francia; e "previde" Jacques Bertillon quando dieiott'- anni or sono nel suo volume "I problemi delia ripopolazione" af fermava che la Germania si sareb # be gettata sulla Francia il giorno in cui la sua popolazione avesse superata quella francese del 50 per cento, fissandone l'epoca tra il 1T)10 e il 1915; "profetizzo" inve ce quel monaco che nel 1700 av rebbe lasciato scritto—e il docu mento pare sia conservato negli archivi di Cauterets —che la guer ra mondiale sarebbe scoppiata "quando le vetture solcheranno le vie senza cavalli, quando si potrà parlarsi da una parte all.'altra del mondo", aggiungendo che "nell'- anno 1914, Maggio parlerà di guerra. Giugno la deciderà. Lu glio la dichiarerà, Agosto vedrà lagrime negli occhi delle mogli e delle madri." Nel primo caso l'- antiveggenza é un processo men tale di induzione logica basata su fatti noti ; nel secondo caso si trat ta d'un processo intuitivo senza connessione con fatti noti. La facoltà di leggere nel futuro può essere spontanea o provocata ; c'é chi in sogno ed anche in ista to di veglia perfetta percepisce ciò che dovrà accadere; c'é chi provoca questa percezione fissan do una palla di cristallo, guardan do traverso un bicchiere pieno d'- acqua o anche sulle unghie d'una mano. Né i "leggitori del futuro" che si valgono di tali mezzi han no bisogno di preparazioni ipno tiche. Tipica fra le antiveggenze quel la segnalata dal botanico Linneo nella propria autobiografia. Il di lui fratello Samuele era reputato di gran talento; mandato quindi -alla scuola, lo si chiamava già "il professore"; egli invece era rite nuto d'intelligenza corta. Una povera e malaticcia donna vaga che mai aveva - visco ne 1 u no né l'altro, passando dalla par , rocchia di Rashult, fattisi dare un . giorno dal loro* padre alcuni og ! getti di loro pertinenza, dichiaro j subito con giuramento che Samue le sarebbe divenuto soltanto pre dicatore mentre l'altro, non solo [sarebbe divenuto professore, ma i avrebbe compiuti anche viaggi lon tani e sarebbe stato l'uomo più famoso del regno. Notevolissime pure le antiveg genze di ( 'azotte in un salone di ricevemento alla vigilia della ri voluzione francese quando predis se a Condorcet che si sarebbe av velenato in carcere per sottrarsi al ! carnefice; a Chamfort che si sareb be inflitto venti due rasoiate pur isopravvivendo qualche mese: a La Harpe che si sarebbe fatto cristia i no : alla signora de Grammont che sarebbe stata condotta con altre dame sopra una carretta al patibo i 10. senza confessore e colle mani legate al dorso: e infine che l'ulti mo suppliziato, sarebbe stato il Re ,di Francia. Tutte le profezie si avverarono, compresa quella che nella stessa occasione ("azotte fece di sé stesso e cioè che sarebbe fi nito sulla ghigliottina. Note é d'altronde —e fu a suo tempo narrato —che l'assassinio di Alessandro ili Serbia e dalla regi na Draga era stato predetto con tutti i suoi particolari in ima Viu nione promossa dai giornalista in glese William Stead il cui verbale venne firmato da trenta testimoni. Lo Stead all'indomani supplicò il ministro di Serbia a Londra di prevenire il suo Ke del perico lo incombente; ma ciò non impedì che qualche mese dopo il duplice assassinio avvenisse. Meno noto, ina forse più tipico ancora, il ca so esposto e documentato negli Annales des Sciences Psychiques dell'ottobre 11)10 circa l'elezione di Casimir Perier a presidente del la Reppubliea francese avvenuta il 27 giugno 11)04. In quello stes so mattino alle 9 il dottor Gallet, di Anneey, allora studente a Lione si senti distratto da un pensiero ossessionante: "Casiuiir Perier t'- eletto con 451 voti". Noto la cifra sul taccuino e più tardi—prima che il Congresso si radunasse —narro il caso e mostrò 1 annotazione a parecchi. Tutti ne risero; ma alla sera i supplementi dei giornali annunciavano l'avve nuta elezione di Perier con quel preciso numero di voti. Casi for tuiti? Coincidenze? Una spiega zione conciliativa é questa; che i "veggenti" abbiano la facoltà'di sviluppare a tratti una forza in tuitiva cosi superiore alla normale da poter giungere a pronte ed e satte conclusioni in rapporto, non solo a fatti attuali, ma anche a fatti che si determineranno più oltre.. La diversità fra antiveggenza e chiaroveggenza consiste appunto nelle facoltà deduttive riguardanti il futuro. Chiaroveggente é chi ve de con esattezza nel presente ciò che i mezzi normali non consento no alla generalità di vedere; anti veggente é chi da questa esatta visione sa trarre intuitivamente la deduzione di ciò che accadrà in un futuro più o meno lontano. E per provare come si erri attribu endo i fenomeni di chiaroveggenza ad una forma qualsiasi d'inganno o di artificio basti accennale eh 'es si proprio recentissimamente eb bero il collaudo sperimentale dei più eccelso forse fra gli scienzia ti inventori del nostro tempo ; To maso Edison. Fu lui stesso a ri ferire nel New York Times d'aver sperimentato nel proprio laborato rio col chiaroveggente Berfc Reese —un israelita oriundo tedesco dt New York—il quale, rimanendo in ; una stanza ben chiusa e distante da cfuella ove Edison operava, sa peva leggere immediatamente i bigliettai che questi scriveva all'- insaputa di chiunque altro e che immediatamente racchiudeva nel Sfondo di alcuni cassetti. Un ami 'co di Edison—il dottor Rampsout I —avendo trattato da ciurmadore il Reese —fini col ricredersi ; e lo dichiarò in una lettera diretta ad Edison e da questi pubblicata— dopo aver egli sperimentate in ca jsa propria le facoltà del Reese i < 'ondannato mesi fa su denuncia di una donna-poliziotto, come colj/r ---vole di disorderly conduct, e come esercente di profezia, il Reese ven ne or é poco f 'onorevolmente as solto" in appello dopo avere in, u : dienza meravigliato il giudice con lun complicato esperimento della ; propria facoltà. • , H. G,
Significant historical Pennsylvania newspapers