PREZZO D'ABBONAMENTO Un Anno $1.50 Sei mesi SI.OO Una copia $0.05 AIUTO IV La guerra e il processo scientifico Se l'iride della pace può' apparire bello, non solo pel ritorno dei popoli alla vita normale, ma anche le nuove conquiste di cui po tremo fruire, poiché' la guerra le ha affrettate e perfezionate con lena affannosa, spettro invece ancpr più' speventoso di questa lotta immane e feroce ci si presenta quello di un'altra, che in un avveni re più' o meno lontano si abbattesse sul mondo. E tanto più' spa ventoso quanto più' lontano; poiché' una guerra futura potrebbe purtroppo sfruttare altri progressi alla scienza, maturati nella pace e finora a noi ignoti, senza rinunciare naturalmente a nessuno dei mezzi precedenti. Già' l'attuale guerra ci ha insegnato come l'uomo sappia va lersi di ogni scoperta scientifica per nuocere al suo simile, combat tente o no, che gli sia nemico, e come non disdegni l'uso di antichi arnesi di morte e di distruzione, accanto ai gas asfissianti, agli alti esplosivi, alla diffusione dei baccilli patogeni. Che cosa potrebbe essere una nuova guerra fra dieci, ven ti, cento anni - Chi può' raffigurarsene il quadro spaventoso? Si può' pensare, per esempio, alla possibilità' della distruzione di un popolo in massa per invaderne la patria! Oggi ancora, per buona fortuna, l'uomo non sa sfruttare un'enorme quantità' di energia, rispetto a cui quella racchiusa nei più' formidabili esplo sivi e' cosa da nulla. Appena, appena, e da pochi anni, egli ha intravveduto ove essa si celi in quale infinitesimo magazino, e deve contentarsi di quelle rare e modestissime manifestazioni, che la natura gli ha posto sot t'occhio per invogliarlo alla ricerca. Alludiamo all'energia dei cor pi radioattivi, o per dir meglio, a quella contenuto nell'altomo ma teriale. Lo sfacelo della molecola della nitroglicerina rappresenta una potenza meccanica colossale; ma e' nulla in confronto allo sfacelo, alla disintegrazione dell'atomo se fosse possibile. E che sia possibile ce lo dicono i corpi radioattivi, ne' quali l'atomo troppo complesso si libera continuamente dei suoi elementi costi tutivi, si dissolve a grado a grado. Una piccola porta di questo nu ovo mondo sconosciuto ci e' aperta, e ci rivela tesori immensi di energia. Basti citare la quantità' enorme che se ne svolge del l'emazione, gas che si produce dalla disintegrazione del radio. L'emanazione, disintegrandosi ancora in elio e radio. A, sviluppa oltre tre milioni di volte l'energia prodotta dall'esplosione di un egual volume di gas tonante (due volumi di idrogeno per uno di ossigeno. L'atomo dell'emanazione e' dunque assai più' capace me lecola, ma lentamente si vuota, poiché' dopo 1760 anni non si e' distrutto che per meta'. Se il radio potesse liberare tutta la sua energia latente colla stessa velocita' del cotone fulminante, noi as- j sisteremmo ad una esplosione di una potenza non immaginabile. Se potessimo dominarla, posederemmo un tesoro immenso. Ol tre questi ve n'e' un altro : di radio alla superficio del globo non può' trovarsene che pochissimo e una produzione di 5 gr. all'anno j appare al Ramsay come un massimo forse non raggiungibile. Pero', se tutti gli elementi, che noi consideriamo come stabili 1 e permanenti, fossero atti a degradarsi con svolgimento dell'inter na energia atomica, e noi trovassimo modo di facilitare ed accele rare questo processo, un qualnque minimo pezzetto di sostenza rappresenterebbe una miniera di carbone e nostra disposizione. €he questo non sia impossibile, appare verosimile oggi dopo la sco perta della radioattivita' e alla luce delle moderne teorie, le quali considerano l'atomo come un serbatoio d'immane energia, di cui per ora ci sfugge il dominio, ma che gli elementi radioattivi ci han no in parte svelato. Tutto l'avvenire della razza umana sarebbe sconvolto da tale straordinaria scoperta; ma perche' apportasse ad essa fortuna e non sventura; sarebbe necessario che prima fosse scomparsa dal mondo la guerra. La pace dei popoli appare dunque tanto più' necessaria quanto più* si afferma e giganteggia per mano dell'uomo il possesso delle energie naturali. T. ALIPPI. L'OPERA DEI NOSTRI SOLDATI Roma s.—Lo sforzo compiuto dal nostro esercito sulla fine del 1916, ha obbligato il nemico a mantenere, sul nostro fronte, al minimo trenta divisioni, aumentate poscia fino a 43. Sono stati rivendicati alla patria oltre tremila chilometri quadrati di territorio, e sono stati catturati a tutt'oggi ottantacin que mila prigionieri, fra le migliori truppe austriache. Nella zona montagnosa del Trentino e dell'Alto Isonzo sono stati occupati 1760 chilometri quadrati, con 64 comuni, che prima della guerra conta vano 80,000 abitanti. Nella zona dell'lsonzo e del Carso sono stati occupati 1300 chilometri quadrati di tetrritorio con 68 comuni, che prima della guerra contavano 170.000 abitanti. Il valore strate gico della conquista ci ha dato il vantaggio di accorciare il fronte, riducendolo poco meno di seicento chilometri, mentre la linee di confine era della lunghezza di circa ottocento chilometri. 267 PIROSCAFI TEDESCHI PRESI DAGLI ALLEATI LONDRA, 21. —ln una conferenza all'lstituto di scienze nautiche di Berlino, il capitano Schrotei, di Amburgo, parlando del le condibioni della marina mercantile tedesca, ha detto che dal principio della guerra 152 piroscafi germanici sono stati distrutti, 267 catturati dal nemico e 621 si trovano internati in porti neutrali. Altri 490 sono nei porti tedeschi. Queste cifre dimostrano, che il 7.1 per cento di tutta la marina tedesca e' perduta, il 14.1 per cento e' nelle mani del nemico ed il 43 per cento al sicuro in porti neutrali. IL GIORNALE 81 PUBBLICA OGNI SABATO IL PATRIOTA SETTIMANALE INDIPENDENTE BILRINCII T R ILLUSTRATO INDIANA, PA., SAUATO 6 Gennio 1917 rf ?Ot-LEY F-Q/e CON-VEYING WOC/VgEO ITRLIRN SOLDIEtìS ! ___ COHE GLI ITALIANI DALLE ALPI TRASPORTANO I SOLDATI FERITI LA SITUAZIONE ATTUALE > ROMA, 3. Il bollettino accenna ad intensa attività' dell'ar tiglieria nel settore ad est di Gorizia e sul Carso. Tutto lascia prevedere che la lotta assumerà' ben presto in quella località' una estensione ed una violenza senza precedenti. Sara' quello il punto in cui da parte nostra e da quella degli austriaci si tenterà' il massimo sforzo, noi per avanzare verso Tri este ed il nemico per riprenderci il terreno perduto. E' bene, quindi, fin da ora, in vista degli avvenimenti pros simi, osservare brevemente quale sia la nostra situazione ad est di Gorizia. Un verità' balza fuori evidentissima; che gli austriaci inten dono ad ogni costo mantenere la vetta di S. Marco, la quale da 227 metro di altezza, ad oriente di Gorizia, domina tutta la citta', tron ca in essa lo sviluppo della vita, trasformandola addirittura in una citta'-trincea, bersaglia senza posa le vie di borgo San Rocco e bor go San Pietro, per le quali possono giungere alle nostre prime linee, oltre lo stretto pantanoso torrentaccio della Vertoibizza, riforni menti, rincalzi, munizioni, osserva, con l'occhio girante del suo in fallibile osservatorio, ogni gesto di truppe nostre, oltreché' tra le case dei sobborghi ad oriente, nelle bassure e tra le quoticelle del Rosenthal e di Tivoli a nord, e per le modeste collinette di Sober, a mezzodì ; e' insomma un posto dominatore di prim-ordine, per il cui possesso giustamente il nemico e' pronto a qualunque sorta di sacrificio. Il colle San Marco e' un misto di radure spelacchiate e di bos cosi declivii. La parte settentrionale, da quota 171 giù' per le pen dici che scendono alla Val di Tivoli, e' la più' squallida e stepposa, ed e' la parte ove le nostre trincee si arrampicano pie coraggiose e sicure. Dalla 171 alle 227, fino alle pendici di Kemper lisce, che calano alle groppe di Sober e alla piana di Vertoba, le alberature si infittiscono e i folti gruppi di piante d'alto fusto coronano la sommità'. Questo lato del colle oscuro, riparato, intricato di boschi rimane ostinatamente austriaco ; il fianco più' scoperto e più' nudo, che qua e la' assume tinte carsiche, e' italiano. Ed ecco come. La nostra linea, che dal convento di Castagnavizza piomba nelle bas sure di Tivoli tra le rovine di borgo Vienna, sile per la "casa dei due pini," la "casa diruta" ela "casa rossa" alla quota I>7l. Qui, invece di seguire la dorsale, fa una svolta brusca, quasi ad angolo retto da est ad ovest, e precipita sulla linea ferroviaria, in riva al la Vertoibizza, dove svolta di nuovo per costeggiare il corso del tor rente e avanzarsi tra gli acquitrini, sfiorando le basi del cocuzzolo principale di San Marco, verso la quota di Sober tanto combat tuta. BELLA OPPORTUNITÀ' I SI VENDE. Per motivi di trasloco Casa, stalle e "garrage" nuove in località' fra otto campi minerari] ed altre industrie. RARA OCCASIONE per "business man" per "store" od altro com mercio. Per ulteriori schiarimenti rivolgersi JACK DALLAFIORA Indiana Co. Graceton, Penna. I MANOSCRITTI NON «I RESTITUISCONO 582.732 NEMICI CATTURATI DAGLI ALLEATI PARIGI, 3. Durante il 1916 gli alleati hanno catturato 582.- 723 nemici Di questi, 400.000 sono prigi oneri dei russi, 78.500 dei france si, 52.250 degl'italiani, e 40.800 j degli inglesi. Inoltre gli alleati catturarono 11.173 nemici, fra turchi e bul gari in Macedonia. L'INDENNITÀ' CHE DOVREBBE PAGARE LA GERMANIA PARIGI, 5. L'economista francese Barthelemy Rey, l'uni ca autorità' che possa discutere con competenza la questione del la indennità', dichiara' che se gli Alleati dell'lntesa riusciranno vittoriosi, essi imporranno alla Germania il pagamento di 401 miliardo di franchi. Egli afferma che le potenze centrali potranno pagare questa indennità' intera in 50 anni a rate di circa 15 mi liardi di franchi all'anno. CORAZZATA FRANCESE SILURATA BERLINO, 5. La corazzata Francese Verite' e' stata silurata nel Mar Mediterraneo, nelle vi cinanza di Malta, secondo un di spaccio militare pervenuto alla "Zuricher Post." La Verite' era stata prece dentemente danneggiata in oc casione di un altro attacco. Questa corazzata era di 14,630 tonnellate ed aveva in equipag gio di 742 uomini. Portava a bordo cannoni da 12 e 7 inches. Era una nave sorella della Demo era tic e della Justice. AGLI ABBONATI A tutti gli abbonati, che ci regaleranno una visita in ufficio verrà' loro complimentato un bel CALANDARIO 1917. DIREZIONE e AMMINISTRAZIONE Carpenter ave. N. 15 INDIANA. PA. Local-Pbooe 250 LA CONDIZIONE DEGLI ITALIANI PRIGIONIERI IN AUSTRIA ROMA, 3. "Il Giornale d'lta lia" pubblica le "Memorie di pri gionia" del concittadino COSI MO DOSSI, scultore, e sergente nel nostro esercito, il quale in se guito al recente scambio di pri gionieri inabili alle armi avvenu to fra l'Austria e l'ltalia, rim patriava; e trovasi atM-ì'viente a Roma. Il Dossi narra delle crudeli sof ferenze a cui sono sottoposti i disgraziati prigionieri, sia per le condizioni disastrose dell'Au stria che e' a corto di viveri sia per la crudeltà' radicata in o gni fedele suddito dell'lmperato re austro-ungarico. Il Dossi apparteneve al campo di concentramento di Mathau sen. Alla vigilia della partenza sua e dei suoi compagni per l'ltalia, il capitano austriaco che aveva il comando della loro sezione pro nuncio alcune parole di congedo. L'ufficiale per quanto rude, si era dimostrato più' umano di tanti altri suoi colleghi. lo sono sicuro egli disse che ritornando in Italia non mancherete di lamentarvi per la pessima qualità' di cibo passato vi. Ma noi non potevamo darne di meglio per la semplice ragi one che non ne abbiamo che po chissimo e quel pochissimo, e* pessimo. I nostri soldati non ri cevono niente di meglio. E voi lo sapete. Ele nostre donne ed i nostri bambini soffrono la ; fame.— Il Dossi conferma che sovente donne e fanciulli accorrevano al campo di concentrazione implo rando un tozzo del pane che i prigionieri italiani ricevevano dalla madre patria. E non di rado questo pezzo di pane era oggetto di contesa fra i miseri affamati. Le condizioni ingieniche nel campo di concentramento, sono orribili ; le condizioni morali, non migliori. La disciplina, feroce. Soltanto le recenti brillantissi me vittorie italiane, la cui eco si ripercosse lietamente nel campo di Mathausen, valsero a fiaccare l'orgoglio austriaco, obbligando il nemico a mitigare la disciplina a carico dei prigionieri italiani. Allora il Dossi apprese da qual che vecchio territoriale austria co che la speranza nella vittoria degli Imperi Centrali era com pletamente svanita e che la si tuazione economica-sociale del l'lmpero era divenuta oramai in sostenibile. Il Dossi conclude questo suo primo capitolo di memorie, espri mendo il suo profondo rammari co che la sopraggiunta incapaci ta' a dimpugnar l'armi non gif permetta di offrire nuovamente la sua vita in olocausto per la maggior grandezza della Patria. LA PRODUZIONE DEL VINO SUPERIORE ALLE PRECEDENTI ROMA, 5. E' stata ultimata la compilazione dei dati relativi all'ultima produzione del vino. Dalle statistiche risulta che essa e' superiore a quella di questi j ultimi anni. CHARLES J. MARGIOTTI Avvocato Italiano Corner Mahoning & Jeffer»on St. i-onxutawnej, Pa. No. 2 Published weekly by THE PATRIOT PUBL *HINn CO
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