'««t , 0 i cavaliere, risponde ; binino, da quando hanno co-1 ' fc Ud attaCCarVl V 1 vi, città delle Sirene, in A -13: city molto frequente -4 a spese del Dr. Curiangio vengono i componenti la j lidScoU curiangelesca. Quan | SP»,, è piena e le cervella ìn e «I-ite dai succhi di generose i si va a passeggiare nei questo momento! il cecato e Raffaeluc-. Curi angiolo sarebbe di' lo sciosciammoc ltto ai mettere la mano. c -i e tirar fuori una bot ■> « <*»?>*"; WK calzolaio si lagna se su colonne si fa il suo nome, «bene: anche noi gli diamo 6 didne E perchè lui sparla di Th «' a a riferire al degenerato i*. rtoi «-li abbiamo detto di aver ■Ut ; suoi sci-itti, quando que sta è una menzogna di sana pian * * * ■miccio Giannini ha negato Hi Jrer detto di volere ■bstro amico. Se qualcuno ci &£ a dimostrare che egli 1 ab bietto. ci faccia una dichiara tivi e noi la pubblicheremo. t * * si riferisce che nella socie- si discuteva circa ili m o scioglimento dell'Ordì- ; «piti per la fine che avrebbe far il fondo di cassa. i nostri scarpai! ! anche j esJsi preoccupano del nostro Ordine. Non ci sarebbe niente di <e i fondi finissero come fi- j H profitto di una famosa E scu) jone fatta dagli scarpari in ferry boat. t M militi entusiasti della Fe dendone si sono ritirati da es sali signori Falanga e Giovanni abbiamo però avuto il pia- H di leggere le rivelazioni con-1 teli; - nelle lettere di dimissioni. ne dice il signor Falanga tassa di 25 soldi impostai ai pendenti per mante- [ ■. in vita una cloaca e per ali- i vizii di un alcolizzato, tìn degenerato? kssignore, le Logge di Phila fhia dell'Ordine Indipendente L i contribuito in ragione feci soldi al mese per o socio al fondo prò famiglie ìiamati ; ma il Comitato della bilitazione civile non ha rice ■uto che una parte infinitesimale , B quel denaro. Ci vuol tanto po lo a smentirci. Si riscontrino i j ■bri di quel Comitato e si faccia j I confronto con il denaro versa- [ B dalle Logge. E il denaro del Bondo Unico Mortuario in quali Bani si trova? * * * I II degenerato pretende gli si ; ■aghi l'abbonamento e l'importo ■i avvisi per uno o due numeri B mese della Cloaca, Si ricordino ■ lettori di quell'immondo foglio ■he altre volte il degenerato si è ■atto pagare l'abbonamento e poi B sue pubblicazioni si sono sospe se. Gii abbonati dunque non si i Bedano truffare una quarta vol ; ■ Quando il degenerato avrà da vo 52 copie della Cloaca che for ■nano un anno di pubblicazioni. Bilora avrà diritto ad essere pa- Bato. I II degenerato ha detto che il Brande Pederasta non è un fal sario, uno spergiuro, ecc. ecc. I Se lo avesse definito per tale > Boi non gli avremmo creduto. Berchè fino ad oggi non ha detto Bai il vero. I Solamente dobbiamo credere il Municipio del suo paese, che fu ■vittima delle unghie del lestofan te, ed un povero ragazzo che ri portò i segni dell'immondo sa- Itiro. Se non ci credete scrivete j ■n Italia alla famiglia del Grande j ■Pederasta. I Che bella coppia! Il degenera li», assistente usciere di concilia- ! Izione che truffava i 6 soldi delle ■citazioni ed il satiro vice cancel- j Biere truffaldino. ♦ * * I La damerina delle sette strade | ;n Christian, che si dondo |>& quando cammina, mostrando Io offrendo le parti più delicate Ideila sua personcina elegante e ■ perversa; colei che si dice sia di- I scendente di conti o baroni ha Itale un attaccamento per la I Cloaca" da confrontarla perfino I '-oii a Forbice di Philadelphia. Ah, insensata, perchè non vie- I li fuori? Abbiamo delle storielle I piccanti sul conto tuo il cui ma- I -eriale ci sarebbe sufficiente per I parecchie puntate. 1 I DUE ORDINI Mentre in prima pagina della! Cloaca di parecchie settimane fa, I a caratteri grassetti, l'austria cante ripete ancora una volta che non è contro l'istituzione dei Fi gli d'ltalia, nel corpo di essa poi. con la più sfacciata mala fede e col più grande cinismo, getta continuamente bava velenosa contro tutto l'intero Ordine. Lo sappiamo il tuo giuoco, de generato, vuoi lanciale la pietra nascondendo la mano come il ma landrino che aspetta il viandan te. Stiano in guardia i fratelli, i veri fratelli, quelli che senza se condi fini hanno dato all'Ordine tutte le loro energie, tutto il lo ro cuore e trattino come si me rita questo girella, quest'uomo nefasto che, come lupo rapace, cambia il pelo ma non il vizio. Mentre per la paura di avere contro a sè una massa di migliaia di operai che gli potrebbero ri cacciare in gola le orrende be stemmie, dice di avere la fiducia più assoluta nell'Ordine nostro, di tanto in tanto getta una ma nata di fango per distruggerne la compagine. Folle tentativo il tuo, mio caro Libera nos Domine; ma co me non vedi che dal momento che hai incominciata la campa gna diffamatoria, il tuo amatissi mo Ordine fa continuamente passi indietro, mentre l'Ordine Figli d'ltalia, il genuino per la bontà della causa e anche come atto di protesta alle tue scem piaggini, ingrandisce sempre di più le sue file? Non vedi che ogni settimana il nostro Ordine inizia nuove Logge, forti di numero di fratelli e composte del migliore elemento delle nostre colonie? Tu che sei il porta voce, la trom ba sfiatata degl'lndipendenti e che metti a disposizione di co storo il tuo foglio di carta come organo ufficiale, perchè non pub f£»ihi il resoconto di quello che fanno essi per ogni settimana? Qui ti vorremmo: ai fatti e non alle parole vuote di senso. Alle tue meschinissime insi nuazioni circa il Charter elo sbandamento dell'Ordine Figli d'ltalia, ti hanno già risposto, falsario; io ti posso solamente assicurare che il pericolo dello sbandamento esiste nella tua mente avvinazzata. Tengo a ricordarti, e questo ti serva per lezione, che dalle no stre Logge non si cacciano i Grandi Ufficiali a fischi e qual che cosa di peggio come a Brow nsville. Pi». I Grandi Ufficiali no stri, che noi stessi abbiamo elet ti con unanime plebiscito, sono veri padri di famiglia, rispettosi, rispettati e temuti nello stesso tempo, per la loro energica ope ra che spendono per la causa di tutti. Rispondo ad una sola tua insi nuazione, che è la più grave, e 10 farò brevemente rubando un pochettino di tempo alla mia bar beria, quel tempo che altri dedi cane alle bettole ed ai lupanari. Ad un certo punto della ca tu sentenzii che l'Ordine Figli d'ltalia nei suoi anni di vita noi ha fatto mai nulla, io invece a» fermo con fatti che le tue assef zioni sono un mondo di falsiti L'aver riuniti in una sola farif glia tante migliaia di connazioni 11 è già qualche cosa di grama l'aver riunita sotto un solo v® siilo una massa di italiani di j verse regioni d'ltalia, di diff idente fede religiosa e credo o tico. aventi odii e rancori frag ro ed averli affratellati noni è stato un miracolo, un grate miracolo? Basterebbe solami te questo fatto a distruggere letue continuate calunnie ed insola zioni. E poi altre cose si sonojbm piute. Non è l'Ordine dei Ij d'l talia che ha soccorso e so<*>rre ancora le famiglie dei richàma ti ed ha spedito migliaia f mi gliaia di dollari alla Croce fissa | Non è stato l'Ordine nostf> che i ha acquistato migliaia e nfeliaia di lire al Prestito Nazionale e che ha istituito il Fondo Unico Mortuario che paga puntualmen te Non è l'Ordine nostro che con il suo denaro ha fatto fabbrica le delle case in Italia dopo il ter remoto di Avezzaito?"Non è l'Or line nostro che conserva a nome | tutti gl'italiani di America biella sacra reliquia che è il fintheon Garibaldino? Qui a Fi l|lelfia sotto gli auspici dell'Or be Figli d'ltalia non è sorta la fynca Statale ? Non è stato l'Or <»e Figli d'ltalia a raccogliere in n|no di dieci giorni 12 mila dol '■M per la borsa al Principe di U dle? E non sai che fra breve si irpmincerà la propaganda per il froricato sociale e che nella pissima Suprema Convenzione dilettembre si discuterà e si ap paerà la istituzione di un'orfa nciofio e la casa per i vecchi fra te Idell'Ordine ? he cosa vuoi di più in pochi anldi vita, che cosa pretendi tu (lapidine ? Hai forse dato il tuo aplggio all'Ordine per potere da Esi pretendere di più di quello <h<fa fatto? Vorresti l'Ospeda le'.ilcoo li zzato! Tu dovresti bat terie mani perchè fra breve nelitanotrofio saremo costretti a rfeiiudere i tuoi figli, quando cioAialcuno ti raccoglierà esa ninmalla pubblica via, vittima dellloolismo. Eira, enumera, signor mio, < che la hanno fatto i tuoi Indi... penati che tanto ti preme di difeire. Rispondi; perchè noi provimo piacere a sentire che essi Igrediscono per gl'interes si coltivi e non per tre o quat tro pone. Rispondi ; quali sono le su enemerenze? A ste categoriche domande l'ausi cante non risponderà af fatto ibaierà in un altro verso, inver ì nuove calunnie e come al sol per la santa paura di a- 1 VgiEj . .tirali<\:;oo"h.L -i --o\e nostro fratello, pubbli ci si meora a lettere cubitali l l ehÀX» non è contro i Figli d'l-1 tali afe Almascherina! tutti i fratel li ti Inoscono e non abljoccano all'ai). Antonino Viglione. lettera aperta alCav. C. C. A. Baldi Mito Illustre Signore, i Illa che risiede in alto, molto ' iralto, vorrà scusarmi della li ìji tà che mi prendo nell'indiriz fle la presente per domandare C'te spiegazioni necessarie a de nudare alcuni dubbi sorti nella sa povera mente. Le domande te avrò l'onore di rivolgerle, non fono tendenziose ,ma mirano a f abilire il principio della verità. I Non creda ch'io ciò faccia per J anagloria, chè non ho pretenzio se alcuna e non aspiro a titoli Onorifici, e tanto meno a quello [lei cavalierato ufficiale. Non pare infatti anche a Lei, che non c'è da avere soverchie velleità per certi titoli, specie poi quando questi titoli vengono ac quistati non per meriti personali o per aver fatto del bene alla massa dei connazionali, ma pei aver pagato i bills di Hotel, al fi glio di una qualche Eccellenza : Nessuna, nessunissima gelosia per il titolo acquistato così s buon mercato, e neppure per po sizioni finanziarie edificate colle sfruttamento dei poveri coloni. Meglio mangiare un tozzo di pa ne nero, frutto di onorati sudori che vivere lautamente a spes< del sudore altrui e con la coscien za inquieta! Queste dichiarazioni prelimi nari ho creduto di fare, accioc chè Ella non faccia scrivere da degenerato, che presentemente è al suo soldo e che qualche anm addietro, parlando di Lei, lo di ceva degno del berretto a right e della catena al piede, che il mo vente che mi spinge sia la gelo sia. Noi combattiamo per un moti vo santo, per la purificazione del la Colonia, così come i nostr LA RAGIONE soldati combattono per un'ltalia I più grande e più rispettata. Entriamo quindi senz'altro nel merito della quistione. Ella. Cavaliere, si fa chiamare Presidente di una Federazione di Società italiane che il degenera : to ha definito una massa di tep- I pisti. Che questa Federazione e sista, tutti lo dicono, dove essa sia, nessuno lo sa. Sarà Ella-tan to buona, Signor Cavaliere Uffi ciale, di farmi conoscere quante ' sono le società Federate e quali I ne sono gli scopi ? Ella che è un I grande uomo e di non comune I talento, mi immagino sarà pure | molto pratico in materia di Fe- I derazione, tanto più che è citta dino di una Nazione federata; quindi può darmi, se vuole, spie | gazioni esaurienti al riguardo. A mio modo di vedere però, I Illustre Cavaliere, per Federazio ne si dovrebbe intendere la fu- 1 sione di più Enti morali, di molti Enti morali che si uniscono per interessi e doveri comuni e per lo espletamento di un qualsiasi pro gramma a vantaggio della collet tività. I singoli enti nominano ogni anno, in ossequio alle leggi ed ai regolamenti, i loro delegati onde costituire il Consiglio, in seno al quale vengono eletti gli Ufficiali, l Tali, a mio credere, le linee ge nerali della Federazione. Ora quella da Lei presieduta non può chiamarsi così, giacché non vi sono Società fedente, se se ne eccettuano una o due delle quali sono presidenti i membri della dinastia baldiana. Dall'ulti ma relazione rileviamo che della tanto decantata Federazione fan ! no parte tre Società di M. S. e ; un esiguo manipolo di individui a Lei legati a filo doppio per fa- ; vori ricevuti. Se una Corte di giustizia or ; i non è molto condannava un gio | vane che con arte e raggiri ten tava di ottenere titoli accademi ] ci che non meritava, come do- i vrebbe esser condannato Lei dal- < le Società Italiane non essendo i meno disonesto il suo atto, cioè quello di dare un nome falso ad i un'accolita di pochi individui, on- ; de farsi credere, nell'ambiente a ( mericano, il capo della Colonia. | ed ottenere cosi dei favori per la propria famiglia ed a discapito j della collettività? 1 E dico a discapito e danno del- 1 la collettività giacché ho appreso j da km ex-Direttore della Federa- r addetto ai rimpatri e alla distri buzione dei sussidi, che tutti co loro che si presentano per aiuti, ottengono quello che domandano, anche se non meritevoli, purché risulti dai vostri registri che fac ciano parte della vostra estesa clientela; quelli invece che noni figurano sui libri delle vostre a ziende non ottengono nulla, an che se malati od infelici. Di quanto sopra Le prometto che, a suo tempo, pubblicherò un elenco dettagliato, di tutta quella povera gente cioè cui fu negato il sussidio, pur meritandolo e un al tro elenco di coloro che furono aiutati dalla vostra filantropica , istituzione, pur non avendone hi- j sogno perchè possedevano depo- ; ! siti perfino nella Sua banca, ma che avevano un gran merito di fronte a Lei: o erano suoi clienti i o le erano stati raccomandati da qualcuno dei suoi vassalli. Questi son fatti e non insinua zioni ; fatti che si possono pro vare ad ogni momento con docu ' menti alla mano. 1 Un'altra odmanda e poi basta... almeno per ora. Ci si riferisce ì che per il rimpatrio di un certo I Fiaschi si prelevarono dal fondo ! della Federazione dollari 15 ; per la rimanenza del viaggio si volle I fare una lotteria di un orologio d'oro e i biglietti furono venduti a un dollaro ciascuno. , L'orologio era veramente di o ro e perchè non fu più sorteggia lo? , u La domanda è molto esplicita e tale dovrebbe essere anche la I risposta. Un modesto operaio. t;•• • • ■ * J Riceviamo e pubblichiamo: i City, 7-2-17. Signor Viglione, Leggendo oggi il misero foglio [ del venduto alla Germania, non ho potuto fare a meno, quale o peraio onesto di scrivere a quel . farabutto una lettera. Vi mando copia conforme, per | chè sono sicuro che quell'imbe ,! cille non risponde, cosi mi fate il , favore di pubblicarla. • Caro Dirett. della Rassegna, _ , Ti credevo almeno un tantino ■ co nun poco di pudore. Ho letto . più volte la tua poco rassegna e malgrado le tue strombazzature, . le tue accuse senza documenti . che sempre hai promesso di fare i vedere e che mai si vedono, ere devo che se qualche giorno ti ca pitasse qualche vero birbante lo avresti messo alla gogna, coi tuoi curiosi attacchi. Quando facesti il tuo primo fuoco a salve, con tro i mestatori della Colonia, per la circostanza della venuta della .Missione Italiana qui, credevo ; che entrava il piombo. Forse mi sono ingannato, sarà entrato del rame per farti ta cere ... Hanno ragione quelli della Ra gione ragionando, che sei uno c he ti vendi per poche grana. Sei forse miope e diventi eie con un poco di pudore. Ho letto dev'essere, ed ogni individuo, an- i che imbecille, può capire dalla 1 tua pappardella di sabato 30 giugno u. s. Tu dici che vuoi epu rare la Colonia dai birbanti, ma a me sembra che tu tieni il sac co, perchè ti fanno leccare i piat-1 ti e scolare i bicchieri. Dimmi di grazia, cosa ha fatto il Cavaliere della Gran Via, C. C. A. Baldi, e figlio anche, per la Colonia? Dimmi, chi glielo ha dato quel diritto che il grande Cav. si è ar rogato di rappresentare la Colo nia? Dimmi se anche il Cav. della Gran Via è nemico dei Di Silve stro che cosa c'entrano le miglia ia di uomini che appartengono 1 ali Ordine facendo negare la pa rata e la consegna della meda- 1 glia? Dimmi perchè il becchino tra mava pei- la consegna della me- ; daglia? Dimmi perchè il becchi no ha tramato per non far sfilare i Figli d'ltalia in parata? Dimmi perchè al banchetto ha portato i suoi bravi don Rogri go ? perchè non ha invitato gli uomini più degni di lui e del fi glio ? Dimmi ancora, tu ti scagli con tro il console, perchè ha preso le parti della Colonia? Vedi quanto ti fai vedere lecca piatti, scagliandoti contro perso ne verso le quali non hai nessun diritto. Fai la campagna a chi 1 non la merita. Vedi, io sono un semplice ope raio, ho figli e mi devo adoperare acciò sparisca quella minaccia che aleggia nella susta dei miei figli e dei coloni onesti. Noi dobbiamo essere tutti u guali, non abbiamo bisogno di rappresentanti, se il bisogno vi fosse, noi dobbiamo sceglierli. Mi piacerebbe se tu facessi il com mento a questa mia, in moda SfirtLfkf nclsa strada. Non ti credere che io parlo per partigianeria, no, assolutamente j no. Intanto, se ti occorre il mio in- 1 dirizzo, io abito al No. 639 Fede- ■ ral St. e mi chiamo Domenico Millerape. COSCIENTI CHE INSORGONO Riceviamo e pubblichiamo -len za commenti, poiché di fronte al j l'eloquenza dei fatti, ogni com mento guasterebbe: Egregio Sig. Direttore del Giornale "La Ragione" City. La prego di inserire sul suo giornale le seguente dichiarazio ne: "Io qui sottoscritto Crisato Giovanni dichiaro di dimettermi dalla Loggia "Tripoli e Cirene" No. 21 dell'Ordine Indipendente Figli d'ltalia, per entrare nella Loggia Carlo Altobelli. No. 719 dell'Ordine Figli d'ltalia in Ame . rica. Con stima Giovanni Cusato 1504 S. Clarion St." Phila., Aug.. 4. 1917. ♦ * ♦ ! F. Silvagni Direttore della "Ragione" "Dichiaro io qui sottoscritto di dimettermi dalla Loggia Cesa re Battisti Ordine Indipendente Figli d'ltalia, nella quale entrai a far parte, perchè preso con in ganno ed entro a far parte del vero Ordine Figli d'ltalia in A merica. Le mie dimissioni sono irrevo cabili. Phila.. Ag. 4, 1917. Dev.mo Vito Pagano.' Ai nostri amici e fratelli lettori QUESTO GIORNALE E' FATTO DA VOSTRI AMICI. DA VOSTRI FRATELLI CHE VIVONO CON IL LAVORO QUOTI DI VNO. SE VOLETE PERCIÒ' CHE "LA RAGIONE" CONTINI I A PUBBLICARSI, E' VOSTRO DOVERE DI CONTRIBUIRE A M VNTENERLA IN VITA. NOI SIAMO BENE CORAZZATI E NÒN L SMETTEREMO SE NON AVREMO RICACCIATI NEL- L V MELMA IL SICARIO. DEL RESTO SONO GIÀ' NOTI I SE GNI DI DEBOLEZZA. DI ISOLAMENTO E LA CLOACA IN SE GNO DEL PROGRESSO FATTO HA DIMINUITO IL NUMERO DÌ P V.GINE. AVANTI. DUNQUE; NOI ASPETTIAMO LA \O - SOLIDARIETÀ". ! Sig. Giov. Di Silvestro Caro Giovanni, Quando per una cosa, quando per un'altra, ancora si è potuto addivenire al famoso contraddit torio fra te e Titolo, per stabilire definitivamente a chi spetta la ragione, e a chi, il torto. Forse anche tu sei d'accordo con Titolo nel non volervi sotto porre al nostro giudizio, per non abbassarvi fino al livello di operai coscienti? Anche tu vuoi nascon dere la verità, oppure temi che la luce sia fatta? Noi staremo sulla breccia e non vi daremo un minuto di tre gua, fino a quando non saremo riusciti nel nostro intento, di stabilire in modo evidente a chi spettano le responsabilità. L'amicizia che abbiamo per te, non ci farà deviare dai nostri propositi, nè tampoco potrà an nebbiare il nostro cervello fino al punto di dare un giudizio meno che sereno. La verità, e, la co scienza tranquilla, al di sopra di ogni altra cosa. Nell'attesa di una tua risposta, noi prepariamo il materiale di at tacco. A buon intenditor, poche pa role N. Rivano Asti. Sig. Vincenzo Titolo Caro Vincenzo, Nell'ultimo colloquio che noi abbiamo avuto a tarda ora di notte, tu mi facesti comprendere, essere molto meglio, quando mi veniva rapportato qualche discor so detto da te a mio riguardo, ch'io fossi venuto nel tuo nego zio prima di ricorrere alla pub blicità a mezzo della stampa, allo scopo di accertarmi della veridi cità delle parole dette. venia quindi se non. <MSfn\e e ricorrò alla pubblicità Smezzo de "La Ragione", per chè le tue chiacchiere sono dive nute di dominio pubblico, e que sto pubblico è necessario sappia come s'è svolto il nostro collo quio e dia il suo giudizio. Questi sono i motivi che mi hanno in dotto ad indirizzarti la presente a mezzo de La Ragione. Si dice, che tu abbia riferito a parecchi amici che nell'abbocca mento svoltosi fra noi io abbia negato di avere firmato attacchi pubblicati su La Ragione che ri guardassero la tua persona. Ten ; go a dichiarare solennemente, e la mia parola vale bene la tua, che questa asserzione è falsa, an zi falsissima. Tu mi parlasti di ; una lettera a te indirizzata che i trovavasi in tuo possesso ed era firmata da me. A questa tua co | municazione protestai energica mente, perchè mai e poi mai ti a vevo indirizzata una lettera pri vata. A questa mia protesta tu spiegasti che si trattava di un comunicato pubblicato su La Ra gione, dedicato a Giovanni Di Sil vestro e firmato da me ed allora io ti soggiunsi, che quanto era stato pubblicato a mia firma era roba mia e ne assumevo intera la responsabilità. Per chi mi co ! nosce sa etu lo sai più d'ogni 1 1 altro che io non sono tale da . firmare un qualunque scritto che ! non sia parto della mia modesta ' intelligenza e, che non subisco imposizioni da chicchessia, nep pure dai miei migliori amici. No, • mio caro Titolo, io non apparten- 3
Significant historical Pennsylvania newspapers