La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, August 23, 1917, Page 3, Image 3

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    '««t , 0 i cavaliere, risponde ;
binino, da quando hanno co-1
' fc Ud attaCCarVl V 1
vi, città delle Sirene, in A
-13: city molto frequente
-4 a spese del Dr. Curiangio
vengono i componenti la j
lidScoU curiangelesca. Quan |
SP»,, è piena e le cervella ìn
e «I-ite dai succhi di generose i
si va a passeggiare nei
questo momento!
il cecato e Raffaeluc-.
Curi angiolo sarebbe
di' lo sciosciammoc
ltto ai mettere la mano.
c -i e tirar fuori una bot
■> « <*»?>*";
WK calzolaio si lagna se su
colonne si fa il suo nome,
«bene: anche noi gli diamo
6 didne E perchè lui sparla di
Th «' a a riferire al degenerato
i*. rtoi «-li abbiamo detto di aver
■Ut ; suoi sci-itti, quando que
sta è una menzogna di sana pian
* * *
■miccio Giannini ha negato
Hi Jrer detto di volere
■bstro amico. Se qualcuno ci
&£ a dimostrare che egli 1 ab
bietto. ci faccia una dichiara
tivi e noi la pubblicheremo.
t * *
si riferisce che nella socie-
si discuteva circa ili
m o scioglimento dell'Ordì- ;
«piti per la fine che avrebbe
far il fondo di cassa.
i nostri scarpai! ! anche j
esJsi preoccupano del nostro
Ordine. Non ci sarebbe niente di
<e i fondi finissero come fi- j
H profitto di una famosa E
scu) jone fatta dagli scarpari in
ferry boat. t M
militi entusiasti della Fe
dendone si sono ritirati da es
sali signori Falanga e Giovanni
abbiamo però avuto il pia-
H di leggere le rivelazioni con-1
teli; - nelle lettere di dimissioni.
ne dice il signor Falanga
tassa di 25 soldi impostai
ai pendenti per mante- [
■. in vita una cloaca e per ali-
i vizii di un alcolizzato,
tìn degenerato?
kssignore, le Logge di Phila
fhia dell'Ordine Indipendente
L i contribuito in ragione
feci soldi al mese per o
socio al fondo prò famiglie
ìiamati ; ma il Comitato della
bilitazione civile non ha rice
■uto che una parte infinitesimale ,
B quel denaro. Ci vuol tanto po
lo a smentirci. Si riscontrino i j
■bri di quel Comitato e si faccia j
I confronto con il denaro versa- [
B dalle Logge. E il denaro del
Bondo Unico Mortuario in quali
Bani si trova?
* * *
I II degenerato pretende gli si ;
■aghi l'abbonamento e l'importo
■i avvisi per uno o due numeri
B mese della Cloaca, Si ricordino
■ lettori di quell'immondo foglio
■he altre volte il degenerato si è
■atto pagare l'abbonamento e poi
B sue pubblicazioni si sono sospe
se. Gii abbonati dunque non si i
Bedano truffare una quarta vol
;
■ Quando il degenerato avrà da
vo 52 copie della Cloaca che for
■nano un anno di pubblicazioni.
Bilora avrà diritto ad essere pa-
Bato.
I II degenerato ha detto che il
Brande Pederasta non è un fal
sario, uno spergiuro, ecc. ecc.
I Se lo avesse definito per tale >
Boi non gli avremmo creduto.
Berchè fino ad oggi non ha detto
Bai il vero.
I Solamente dobbiamo credere il
Municipio del suo paese, che fu
■vittima delle unghie del lestofan
te, ed un povero ragazzo che ri
portò i segni dell'immondo sa-
Itiro. Se non ci credete scrivete j
■n Italia alla famiglia del Grande j
■Pederasta.
I Che bella coppia! Il degenera
li», assistente usciere di concilia- !
Izione che truffava i 6 soldi delle
■citazioni ed il satiro vice cancel- j
Biere truffaldino.
♦ * *
I La damerina delle sette strade
| ;n Christian, che si dondo
|>& quando cammina, mostrando
Io offrendo le parti più delicate
Ideila sua personcina elegante e
■ perversa; colei che si dice sia di-
I scendente di conti o baroni ha
Itale un attaccamento per la
I Cloaca" da confrontarla perfino
I '-oii a Forbice di Philadelphia.
Ah, insensata, perchè non vie-
I li fuori? Abbiamo delle storielle
I piccanti sul conto tuo il cui ma-
I -eriale ci sarebbe sufficiente per
I parecchie puntate. 1
I DUE ORDINI
Mentre in prima pagina della!
Cloaca di parecchie settimane fa, I
a caratteri grassetti, l'austria
cante ripete ancora una volta che
non è contro l'istituzione dei Fi
gli d'ltalia, nel corpo di essa poi.
con la più sfacciata mala fede e
col più grande cinismo, getta
continuamente bava velenosa
contro tutto l'intero Ordine.
Lo sappiamo il tuo giuoco, de
generato, vuoi lanciale la pietra
nascondendo la mano come il ma
landrino che aspetta il viandan
te. Stiano in guardia i fratelli, i
veri fratelli, quelli che senza se
condi fini hanno dato all'Ordine
tutte le loro energie, tutto il lo
ro cuore e trattino come si me
rita questo girella, quest'uomo
nefasto che, come lupo rapace,
cambia il pelo ma non il vizio.
Mentre per la paura di avere
contro a sè una massa di migliaia
di operai che gli potrebbero ri
cacciare in gola le orrende be
stemmie, dice di avere la fiducia
più assoluta nell'Ordine nostro,
di tanto in tanto getta una ma
nata di fango per distruggerne
la compagine.
Folle tentativo il tuo, mio caro
Libera nos Domine; ma co
me non vedi che dal momento
che hai incominciata la campa
gna diffamatoria, il tuo amatissi
mo Ordine fa continuamente
passi indietro, mentre l'Ordine
Figli d'ltalia, il genuino per la
bontà della causa e anche come
atto di protesta alle tue scem
piaggini, ingrandisce sempre di
più le sue file? Non vedi che ogni
settimana il nostro Ordine inizia
nuove Logge, forti di numero di
fratelli e composte del migliore
elemento delle nostre colonie?
Tu che sei il porta voce, la trom
ba sfiatata degl'lndipendenti e
che metti a disposizione di co
storo il tuo foglio di carta come
organo ufficiale, perchè non pub
f£»ihi il resoconto di quello che
fanno essi per ogni settimana?
Qui ti vorremmo: ai fatti e non
alle parole vuote di senso.
Alle tue meschinissime insi
nuazioni circa il Charter elo
sbandamento dell'Ordine Figli
d'ltalia, ti hanno già risposto,
falsario; io ti posso solamente
assicurare che il pericolo dello
sbandamento esiste nella tua
mente avvinazzata.
Tengo a ricordarti, e questo ti
serva per lezione, che dalle no
stre Logge non si cacciano i
Grandi Ufficiali a fischi e qual
che cosa di peggio come a Brow
nsville. Pi». I Grandi Ufficiali no
stri, che noi stessi abbiamo elet
ti con unanime plebiscito, sono
veri padri di famiglia, rispettosi,
rispettati e temuti nello stesso
tempo, per la loro energica ope
ra che spendono per la causa di
tutti.
Rispondo ad una sola tua insi
nuazione, che è la più grave, e
10 farò brevemente rubando un
pochettino di tempo alla mia bar
beria, quel tempo che altri dedi
cane alle bettole ed ai lupanari.
Ad un certo punto della
ca tu sentenzii che l'Ordine Figli
d'ltalia nei suoi anni di vita noi
ha fatto mai nulla, io invece a»
fermo con fatti che le tue assef
zioni sono un mondo di falsiti
L'aver riuniti in una sola farif
glia tante migliaia di connazioni
11 è già qualche cosa di grama
l'aver riunita sotto un solo v®
siilo una massa di italiani di j
verse regioni d'ltalia, di diff
idente fede religiosa e credo o
tico. aventi odii e rancori frag
ro ed averli affratellati noni è
stato un miracolo, un grate
miracolo? Basterebbe solami te
questo fatto a distruggere letue
continuate calunnie ed insola
zioni.
E poi altre cose si sonojbm
piute. Non è l'Ordine dei Ij d'l
talia che ha soccorso e so<*>rre
ancora le famiglie dei richàma
ti ed ha spedito migliaia f mi
gliaia di dollari alla Croce fissa
| Non è stato l'Ordine nostf> che
i ha acquistato migliaia e nfeliaia
di lire al Prestito Nazionale e
che ha istituito il Fondo Unico
Mortuario che paga puntualmen
te Non è l'Ordine nostro che con
il suo denaro ha fatto fabbrica
le delle case in Italia dopo il ter
remoto di Avezzaito?"Non è l'Or
line nostro che conserva a nome
| tutti gl'italiani di America
biella sacra reliquia che è il
fintheon Garibaldino? Qui a Fi
l|lelfia sotto gli auspici dell'Or
be Figli d'ltalia non è sorta la
fynca Statale ? Non è stato l'Or
<»e Figli d'ltalia a raccogliere in
n|no di dieci giorni 12 mila dol
'■M per la borsa al Principe di U
dle? E non sai che fra breve si
irpmincerà la propaganda per il
froricato sociale e che nella
pissima Suprema Convenzione
dilettembre si discuterà e si ap
paerà la istituzione di un'orfa
nciofio e la casa per i vecchi fra
te Idell'Ordine ?
he cosa vuoi di più in pochi
anldi vita, che cosa pretendi tu
(lapidine ? Hai forse dato il tuo
aplggio all'Ordine per potere da
Esi pretendere di più di quello
<h<fa fatto? Vorresti l'Ospeda
le'.ilcoo li zzato! Tu dovresti bat
terie mani perchè fra breve
nelitanotrofio saremo costretti
a rfeiiudere i tuoi figli, quando
cioAialcuno ti raccoglierà esa
ninmalla pubblica via, vittima
dellloolismo.
Eira, enumera, signor mio, <
che la hanno fatto i tuoi Indi...
penati che tanto ti preme di
difeire. Rispondi; perchè noi
provimo piacere a sentire che
essi Igrediscono per gl'interes
si coltivi e non per tre o quat
tro pone. Rispondi ; quali sono
le su enemerenze?
A ste categoriche domande
l'ausi cante non risponderà af
fatto ibaierà in un altro verso,
inver ì nuove calunnie e come
al sol per la santa paura di a- 1
VgiEj . .tirali<\:;oo"h.L -i
--o\e nostro fratello, pubbli
ci si meora a lettere cubitali l
l ehÀX» non è contro i Figli d'l-1
tali afe
Almascherina! tutti i fratel
li ti Inoscono e non abljoccano
all'ai).
Antonino Viglione.
lettera aperta
alCav. C. C. A. Baldi
Mito Illustre Signore,
i Illa che risiede in alto, molto
' iralto, vorrà scusarmi della li
ìji tà che mi prendo nell'indiriz
fle la presente per domandare
C'te spiegazioni necessarie a de
nudare alcuni dubbi sorti nella
sa povera mente. Le domande
te avrò l'onore di rivolgerle, non
fono tendenziose ,ma mirano a
f abilire il principio della verità.
I Non creda ch'io ciò faccia per
J anagloria, chè non ho pretenzio
se alcuna e non aspiro a titoli
Onorifici, e tanto meno a quello
[lei cavalierato ufficiale.
Non pare infatti anche a Lei,
che non c'è da avere soverchie
velleità per certi titoli, specie poi
quando questi titoli vengono ac
quistati non per meriti personali
o per aver fatto del bene alla
massa dei connazionali, ma pei
aver pagato i bills di Hotel, al fi
glio di una qualche Eccellenza :
Nessuna, nessunissima gelosia
per il titolo acquistato così s
buon mercato, e neppure per po
sizioni finanziarie edificate colle
sfruttamento dei poveri coloni.
Meglio mangiare un tozzo di pa
ne nero, frutto di onorati sudori
che vivere lautamente a spes<
del sudore altrui e con la coscien
za inquieta!
Queste dichiarazioni prelimi
nari ho creduto di fare, accioc
chè Ella non faccia scrivere da
degenerato, che presentemente è
al suo soldo e che qualche anm
addietro, parlando di Lei, lo di
ceva degno del berretto a right
e della catena al piede, che il mo
vente che mi spinge sia la gelo
sia.
Noi combattiamo per un moti
vo santo, per la purificazione del
la Colonia, così come i nostr
LA RAGIONE
soldati combattono per un'ltalia
I più grande e più rispettata.
Entriamo quindi senz'altro nel
merito della quistione.
Ella. Cavaliere, si fa chiamare
Presidente di una Federazione di
Società italiane che il degenera :
to ha definito una massa di tep-
I pisti. Che questa Federazione e
sista, tutti lo dicono, dove essa
sia, nessuno lo sa. Sarà Ella-tan
to buona, Signor Cavaliere Uffi
ciale, di farmi conoscere quante
' sono le società Federate e quali
I ne sono gli scopi ? Ella che è un
I grande uomo e di non comune
I talento, mi immagino sarà pure
| molto pratico in materia di Fe-
I derazione, tanto più che è citta
dino di una Nazione federata;
quindi può darmi, se vuole, spie
| gazioni esaurienti al riguardo.
A mio modo di vedere però,
I Illustre Cavaliere, per Federazio
ne si dovrebbe intendere la fu- 1
sione di più Enti morali, di molti
Enti morali che si uniscono per
interessi e doveri comuni e per lo
espletamento di un qualsiasi pro
gramma a vantaggio della collet
tività.
I singoli enti nominano ogni
anno, in ossequio alle leggi ed ai
regolamenti, i loro delegati onde
costituire il Consiglio, in seno al
quale vengono eletti gli Ufficiali,
l Tali, a mio credere, le linee ge
nerali della Federazione.
Ora quella da Lei presieduta
non può chiamarsi così, giacché
non vi sono Società fedente, se
se ne eccettuano una o due delle
quali sono presidenti i membri
della dinastia baldiana. Dall'ulti
ma relazione rileviamo che della
tanto decantata Federazione fan !
no parte tre Società di M. S. e ;
un esiguo manipolo di individui
a Lei legati a filo doppio per fa- ;
vori ricevuti.
Se una Corte di giustizia or ; i
non è molto condannava un gio |
vane che con arte e raggiri ten
tava di ottenere titoli accademi ]
ci che non meritava, come do- i
vrebbe esser condannato Lei dal- <
le Società Italiane non essendo i
meno disonesto il suo atto, cioè
quello di dare un nome falso ad i
un'accolita di pochi individui, on- ;
de farsi credere, nell'ambiente a (
mericano, il capo della Colonia. |
ed ottenere cosi dei favori per la
propria famiglia ed a discapito j
della collettività? 1
E dico a discapito e danno del- 1
la collettività giacché ho appreso j
da km ex-Direttore della Federa- r
addetto ai rimpatri e alla distri
buzione dei sussidi, che tutti co
loro che si presentano per aiuti,
ottengono quello che domandano,
anche se non meritevoli, purché
risulti dai vostri registri che fac
ciano parte della vostra estesa
clientela; quelli invece che noni
figurano sui libri delle vostre a
ziende non ottengono nulla, an
che se malati od infelici.
Di quanto sopra Le prometto
che, a suo tempo, pubblicherò un
elenco dettagliato, di tutta quella
povera gente cioè cui fu negato il
sussidio, pur meritandolo e un al
tro elenco di coloro che furono
aiutati dalla vostra filantropica
, istituzione, pur non avendone hi- j
sogno perchè possedevano depo- ;
! siti perfino nella Sua banca, ma
che avevano un gran merito di
fronte a Lei: o erano suoi clienti
i o le erano stati raccomandati da
qualcuno dei suoi vassalli.
Questi son fatti e non insinua
zioni ; fatti che si possono pro
vare ad ogni momento con docu
' menti alla mano.
1 Un'altra odmanda e poi basta...
almeno per ora. Ci si riferisce
ì che per il rimpatrio di un certo
I Fiaschi si prelevarono dal fondo
! della Federazione dollari 15 ; per
la rimanenza del viaggio si volle
I fare una lotteria di un orologio
d'oro e i biglietti furono venduti
a un dollaro ciascuno.
, L'orologio era veramente di o
ro e perchè non fu più sorteggia
lo? , u
La domanda è molto esplicita
e tale dovrebbe essere anche la
I risposta.
Un modesto operaio.
t;•• • • ■ *
J Riceviamo e pubblichiamo:
i City, 7-2-17.
Signor Viglione,
Leggendo oggi il misero foglio
[ del venduto alla Germania, non
ho potuto fare a meno, quale o
peraio onesto di scrivere a quel
. farabutto una lettera.
Vi mando copia conforme, per
| chè sono sicuro che quell'imbe
,! cille non risponde, cosi mi fate il
, favore di pubblicarla.
• Caro Dirett. della Rassegna, _
, Ti credevo almeno un tantino
■ co nun poco di pudore. Ho letto
. più volte la tua poco rassegna e
malgrado le tue strombazzature,
. le tue accuse senza documenti
. che sempre hai promesso di fare
i vedere e che mai si vedono, ere
devo che se qualche giorno ti ca
pitasse qualche vero birbante lo
avresti messo alla gogna, coi tuoi
curiosi attacchi. Quando facesti
il tuo primo fuoco a salve, con
tro i mestatori della Colonia, per
la circostanza della venuta della
.Missione Italiana qui, credevo
; che entrava il piombo.
Forse mi sono ingannato, sarà
entrato del rame per farti ta
cere ...
Hanno ragione quelli della Ra
gione ragionando, che sei uno
c he ti vendi per poche grana.
Sei forse miope e diventi eie
con un poco di pudore. Ho letto
dev'essere, ed ogni individuo, an- i
che imbecille, può capire dalla 1
tua pappardella di sabato 30
giugno u. s. Tu dici che vuoi epu
rare la Colonia dai birbanti, ma
a me sembra che tu tieni il sac
co, perchè ti fanno leccare i piat-1
ti e scolare i bicchieri.
Dimmi di grazia, cosa ha fatto
il Cavaliere della Gran Via, C. C.
A. Baldi, e figlio anche, per la
Colonia?
Dimmi, chi glielo ha dato quel
diritto che il grande Cav. si è ar
rogato di rappresentare la Colo
nia? Dimmi se anche il Cav. della
Gran Via è nemico dei Di Silve
stro che cosa c'entrano le miglia
ia di uomini che appartengono 1
ali Ordine facendo negare la pa
rata e la consegna della meda- 1
glia?
Dimmi perchè il becchino tra
mava pei- la consegna della me- ;
daglia? Dimmi perchè il becchi
no ha tramato per non far sfilare
i Figli d'ltalia in parata?
Dimmi perchè al banchetto ha
portato i suoi bravi don Rogri
go ? perchè non ha invitato gli
uomini più degni di lui e del fi
glio ?
Dimmi ancora, tu ti scagli con
tro il console, perchè ha preso le
parti della Colonia?
Vedi quanto ti fai vedere lecca
piatti, scagliandoti contro perso
ne verso le quali non hai nessun
diritto. Fai la campagna a chi 1
non la merita.
Vedi, io sono un semplice ope
raio, ho figli e mi devo adoperare
acciò sparisca quella minaccia
che aleggia nella susta dei miei
figli e dei coloni onesti.
Noi dobbiamo essere tutti u
guali, non abbiamo bisogno di
rappresentanti, se il bisogno vi
fosse, noi dobbiamo sceglierli. Mi
piacerebbe se tu facessi il com
mento a questa mia, in moda
SfirtLfkf nclsa
strada.
Non ti credere che io parlo per
partigianeria, no, assolutamente j
no.
Intanto, se ti occorre il mio in- 1
dirizzo, io abito al No. 639 Fede- ■
ral St. e mi chiamo Domenico
Millerape.
COSCIENTI CHE INSORGONO
Riceviamo e pubblichiamo -len
za commenti, poiché di fronte al
j l'eloquenza dei fatti, ogni com
mento guasterebbe:
Egregio Sig. Direttore
del Giornale "La Ragione"
City.
La prego di inserire sul suo
giornale le seguente dichiarazio
ne:
"Io qui sottoscritto Crisato
Giovanni dichiaro di dimettermi
dalla Loggia "Tripoli e Cirene"
No. 21 dell'Ordine Indipendente
Figli d'ltalia, per entrare nella
Loggia Carlo Altobelli. No. 719
dell'Ordine Figli d'ltalia in Ame
. rica.
Con stima
Giovanni Cusato
1504 S. Clarion St."
Phila., Aug.. 4. 1917.
♦ * ♦
! F. Silvagni
Direttore della "Ragione"
"Dichiaro io qui sottoscritto
di dimettermi dalla Loggia Cesa
re Battisti Ordine Indipendente
Figli d'ltalia, nella quale entrai
a far parte, perchè preso con in
ganno ed entro a far parte del
vero Ordine Figli d'ltalia in A
merica.
Le mie dimissioni sono irrevo
cabili.
Phila.. Ag. 4, 1917.
Dev.mo
Vito Pagano.'
Ai nostri amici e fratelli lettori
QUESTO GIORNALE E' FATTO DA VOSTRI AMICI. DA
VOSTRI FRATELLI CHE VIVONO CON IL LAVORO QUOTI
DI VNO. SE VOLETE PERCIÒ' CHE "LA RAGIONE" CONTINI I
A PUBBLICARSI, E' VOSTRO DOVERE DI CONTRIBUIRE A
M VNTENERLA IN VITA. NOI SIAMO BENE CORAZZATI E
NÒN L SMETTEREMO SE NON AVREMO RICACCIATI NEL-
L V MELMA IL SICARIO. DEL RESTO SONO GIÀ' NOTI I SE
GNI DI DEBOLEZZA. DI ISOLAMENTO E LA CLOACA IN SE
GNO DEL PROGRESSO FATTO HA DIMINUITO IL NUMERO
DÌ P V.GINE. AVANTI. DUNQUE; NOI ASPETTIAMO LA \O
- SOLIDARIETÀ".
!
Sig. Giov. Di Silvestro
Caro Giovanni,
Quando per una cosa, quando
per un'altra, ancora si è potuto
addivenire al famoso contraddit
torio fra te e Titolo, per stabilire
definitivamente a chi spetta la
ragione, e a chi, il torto.
Forse anche tu sei d'accordo
con Titolo nel non volervi sotto
porre al nostro giudizio, per non
abbassarvi fino al livello di operai
coscienti? Anche tu vuoi nascon
dere la verità, oppure temi che
la luce sia fatta?
Noi staremo sulla breccia e
non vi daremo un minuto di tre
gua, fino a quando non saremo
riusciti nel nostro intento, di
stabilire in modo evidente a chi
spettano le responsabilità.
L'amicizia che abbiamo per te,
non ci farà deviare dai nostri
propositi, nè tampoco potrà an
nebbiare il nostro cervello fino al
punto di dare un giudizio meno
che sereno. La verità, e, la co
scienza tranquilla, al di sopra di
ogni altra cosa.
Nell'attesa di una tua risposta,
noi prepariamo il materiale di at
tacco.
A buon intenditor, poche pa
role
N. Rivano Asti.
Sig. Vincenzo Titolo
Caro Vincenzo,
Nell'ultimo colloquio che noi
abbiamo avuto a tarda ora di
notte, tu mi facesti comprendere,
essere molto meglio, quando mi
veniva rapportato qualche discor
so detto da te a mio riguardo,
ch'io fossi venuto nel tuo nego
zio prima di ricorrere alla pub
blicità a mezzo della stampa, allo
scopo di accertarmi della veridi
cità delle parole dette.
venia quindi se non.
<MSfn\e e ricorrò alla pubblicità
Smezzo de "La Ragione", per
chè le tue chiacchiere sono dive
nute di dominio pubblico, e que
sto pubblico è necessario sappia
come s'è svolto il nostro collo
quio e dia il suo giudizio. Questi
sono i motivi che mi hanno in
dotto ad indirizzarti la presente
a mezzo de La Ragione.
Si dice, che tu abbia riferito a
parecchi amici che nell'abbocca
mento svoltosi fra noi io abbia
negato di avere firmato attacchi
pubblicati su La Ragione che ri
guardassero la tua persona. Ten
; go a dichiarare solennemente, e
la mia parola vale bene la tua,
che questa asserzione è falsa, an
zi falsissima. Tu mi parlasti di
; una lettera a te indirizzata che
i trovavasi in tuo possesso ed era
firmata da me. A questa tua co
| municazione protestai energica
mente, perchè mai e poi mai ti a
vevo indirizzata una lettera pri
vata. A questa mia protesta tu
spiegasti che si trattava di un
comunicato pubblicato su La Ra
gione, dedicato a Giovanni Di Sil
vestro e firmato da me ed allora
io ti soggiunsi, che quanto era
stato pubblicato a mia firma era
roba mia e ne assumevo intera
la responsabilità. Per chi mi co
! nosce sa etu lo sai più d'ogni
1 1 altro che io non sono tale da
. firmare un qualunque scritto che
! non sia parto della mia modesta
' intelligenza e, che non subisco
imposizioni da chicchessia, nep
pure dai miei migliori amici. No,
• mio caro Titolo, io non apparten-
3