LA ÜBERA PAROLA (Th e Froo Word) PUBLISHED EVERY SATURDAY • V A. GIUStPPE 01 SILVESTRO EDITOR-IN-CHICF /626 So. Broad St., PhilaPa. Bell Phone. Dickinaon W J. Anno 2. - 13 Settembre 1919 - No. 36 SCBSCRIPTIOS In the t s.. |>er yenr fI.OO * por slx tuoiithd 1.25 " " " per thrre months .. . . 0.70 lu Korelgn Countrleo. per year 3.00 " p»*r H months . . 1.75 " per 3 months . . 1.10 COMMER CIA L AD VER TISEMENTS Display FOT insertion I/*KB thati 50 Inchea. per lnch by column SI.OO Contrae» for too . 0.75 " 25(1 * " . 0.70 ** 500 . 0.65 ** mio * " % * . o.eo * % *' 1500 " " " " M . 0.55 | Reading Mattar In first pace, per acaie Une Bu.3f> In ali other pac« s. per agate line .... 0.15 AMUSEMENTS D'«pi«y Concert*. etc., per meli l>> column. eaeh Insertlon SI.OO F? w» jh ci in jj Matter l'heatres. Concert*, ete.. In first paee. per agate line, each Insertlon . . HUtfr Theatres. Concerta, etc.. In ali other pa sca. per agate line, eaeh Insertlon 0.15 > POLITICAL A OVER TISEMENTS ltates made on application ALI FAKE AOVERTISEMENTS TOSIMI! RTFUSED pinione" non avranno accettato la sfida, provando il loro asserto nei ri guardi di quel "certo Cianflone". Si asserisce dell'intima amicizia del Di Silvestro con Cianflone, per trarsene argomento d'insinuazione. Un cane cui fa male il collare e la catena procura di distrarsi dalla molestia nella ricerca di qualche se gno di schiavitù negli altri. Qualcu no deH'"Opinione". se non proprio tutti della setta, sanno bene che pre cipuo difetto di quel "certo Cianflo ne". assertore costante della massima libertà, è quello di disdegnar* di te ner degli schiavi o dei servi, come di aggiogarsi egli stesso al carro di nessuno. Si ritiene tuttavia schiavo di certi ideali, non ultimo quello dell'Ordine Figli d'ltalia, che .per quanto più disagio gli arrechi per al trattanto persegue con tutto affetto . e con tutta forza, sventando le ma le arti di qualunque nemico prossi- j ino o remoto, come fa per le subdole mene del giornale "Opinione". In o maggio a tale direttiva, l'avvocato Cianflone non intende, nè ora ni mai. difendere o combattere individualità, come, nel caso il Di Silvestro (il quale non sollecita, ne son certo, il ; patrocinio di alcuno, per protegger da sè stesso, come meglio creda, la propria onorabilità) sì bene riguarda re in lui l'autorità che impersona mediante la unanime fiducia ricon fermatagli nelle rerenti elezioni e che può venir meno per malgoverno prò- ; vabile in seno all'Ordine, non per in siiiuszioai che si facciano al di fuori 1 di esso. NOCE. Le falsila' de! sicario New Haven Conn 6 Sett . 1919 < 4.36 F. M. Giuseppe Di Silvestro 1626 So. Broad St. Philadelphia, Pa. SORPRESO MENDACIO CORRI SPONDENTE "OPINIONE" GODO POTERE PRESTO SMENTIRE !N --SIUAZIONI LOSCO SCOPO. AF- ' FERMANDOTI MÌA STIMA E DE VOZIONE. MAZZACANE" Questo telegramma di smentita, : sicario prezzolato e vigliacco delibi baidracca, è per voi e per il sudici,-.- ' Simo corrispondente il quale, prima di j entrare a !ar parte di di-o -oorata famiglia, "La Voce del Po polo", per suoi precedenti con altre aziende, non volle accettarlo come a- | gente, perchè non fu capace di tro- J .are ed offrirci una garanzia. Dopo ' d'allora il sudicio animale non ha j perduto occasione per venirci a fare dei salamelecchi e, come voi, a ri peterci che costà vi era sulo per la pagnotta non avendo, la baidracca, , nessun ideale. "7 SETTEMBRE 1919 RICHIESTO SE VERO CHE 10, PARLANDO NELLA SOCIETÀ' DI : S. ANTONINO MARTIRE DEI COL LI AL VOLTURNO, ABBIA E SPRESSO PAROLE DI LODE ALLO INDIRIZZO DEL GIORNALE "L'O PINIOE ', LA QUALE ACCOGLIE FAVOREVOLMtNI E I COMUNI CATI ED 1 RESOCONTI DELLE SEDUTE DI QUESTA SOCIETÀ', SPONTANEAMENTE DICHIARO . CHE HO DETTO QUANTO SOPRA, MA NON HO FATTO NESSUNA ALLUSIONE NE' PRO NE' CON- 1 TRO IL SIGNOR GIUSEPPE DI SILVESTRO, PERCHE' NON SEN TIVO DI FARLO. Questa dichiarazione, vigliacchissi- i mo sicario, è anche per voi, e se vi è rimasto un pochino di pudore do vreste pubblicarla, col commento di | occasione, in uno al telegramma . Il sicario, per chi non lo conosces- ] se, è risaputo un falsario della veri- | tà. e da lungo tempo la definizione di i lui è che delle sue menzogne egli ; stesso si convince che sono delle < verità. i Ora ci domandiamo: possiamo se guire, anche se volessimo onorarlo i della nostra parola, il sicario in tut te le sue falsità? Se per ogni sua in sinuazione dovremmo rispondere con gli stessi suoi scritti che il vigliacco finge di aver dimenticato? Per esempio, il sicario ha due vol te ripetuto che il nostro direttore è stato espulso da una Società Abruz zese. Se vuol mostrare una sola vol ta di non essere quel falsario che è. ci provi che non l'espulsione, ma un qualunque semplice richiamo il j nostro direttore abbia avuto da So cietà abruzzesi o di altre Regioni d'ltalia o di altre differenti deno minazioni, e gli promettiamo, senza i suoi arzigogoli contradittori posti come garanzia condizionata a capo dei soliti vituperii quotidiani, che egli, per far piacere a lui ed al suo padrone, non solo si di metterà da Grande Venerabile ma anche da socio dell'Ordine Figli d'lta- | lia. Qui in America, all'infuori di quello di chiudere la bocca non vi è nessun mezzo per mettere un falsa rio nelle condizioni di dimostrare la verità delle sue asserzioni o di smen tirle. Il nostro giornale è settimanale ed anche se fosse quotidiano do vremmo occuparlo quasi interamente ogni giorno per smentire il sicario ed i suoi padroni, ripubblicando tut- OOOOOOCH3CKK>OOOOaCKM>OC>aOOOa<K3<XKKDaOaOOOCK3OOOOOaOO<X>!OOOO<X><XXX«R3©©CHaCK>OOC»OOOK>CH3O^ I afe» PRIMA BANCA NAZIONALE A PITTSBURGH I I ÌltÌlt§ (First National Bank at Pittsburgh, Pa.) | 1 p£i£|3s CAPITALE E SOPRAVANZO $ 5 MILIONI » Ispezionata dal Governo Vaglia Postali e Telegrafici al miglior cambio della giornata. - Servizio diretto col Ministero per depositi alle Casse | di Risparmio Postali del Regno d'ltalia. - Accetta depositi ad interessi e rimborsa qualunque somma senza bisogno di jj preavviso. - Accurato e soilecito servizio gratuito per recapito di corrispondenza a chiunque ne faccia richiesta in- s x viandoci l'indirizzo. - La Banca fornisce qualunque informazione venisse richiesta, rispondendo immediatamente. First National Bank at Pittsburgh, Ra. 1 FIFTH'AVENUE A CH^OO^'OOC^'''OCH>^>C>OC>OOOOOOOOOOCKH^OOOOOCHOOCHCHSOOCK>OOOCH3^^pOOOOOOOOOOOCoCH^CKBJ9^OOC^OOC^OOOOCIOOOOCWCH^OOOOOOOOCHJOOOCW^HDOOOOOOOOCHCB3b&OOCHZ>CH^M^M^OOCK^OOOOOOCTOCBOK^CBO939^CKBCB3IOOOOOQrtnS CHJOO: OTWftXXVJOOOOIXKJOOIJW I ta una <toria di vergogne, ed anche le risposte alla famosa battaglia il lustrata che al sicario costò una par tita di schiaffi, pugni e calci, con relativo guastamento di connotati. Ma il sicario per noi passa in ultima 1 linea. L'incosciente non è mai re sponsabile delle proprie azioni e tut to ciò che esso, non egli, può dire, non vale la pena di raccoglierlo. Quelli che gli hanno armata la ina ; no per 5 dollari di aumento settima- ; nali, sono i veri responsabili e non ci sorprenderemo se domani le stesse nostre pubblicazioni dovessero ser- ! vire al sicario per gettarle in faccia a coloro che oggi lo sfamano. IL SICARIO SEGUITA A TRAVI SARE LA VERITÀ' Giovanni Incollingo. domenica j scorsa, si recò in casa del nostro di- , lettore, non alla tipografia, onde pa-! gargli dei bills per lavori fatti alla ; Società Sant'Antonino Martire di i Colli al Volturno, ad un Club politi- ! co e alla Corte Cristoforo Colombo, j Presenti erano tre gentiluomini quando il signor Incollingo sotto scrisse una dichiarazione di non a vere fatto mai allusione al signor Giuseppe Di Silvestro. 11 sicario "si mena avanti per non cadere". Gli "Erricone" lavorano con i fac- . cendieri coloniali, con i capi di divi- ! vione i cui membri vengono aggre diti a letto e presi a revolverate. NOI. Pagine di propaganda unionista IL PERCHE' DEGLI "SCIOPERI" ..GIORGIO Ah, finalmente ti si vede! K' da un pezzo che aspetto. LUIGI Colpa tua di aver anti cipato Sapevi bene che prima di que- ; st'ora non avrei potuto venire. Che cosa stavi leggendo? GIORGIO Un fatto della più : grande importanza. Guarda qua. Si tratterebbe di risolvere la crisi che j travaglia il mondo senza ricorrere più agli scioperi. LUIGI ln qual modo? GIRGIO Lavorando di più e consumando di meno. LUIGI E chi lo dice? I GIORGIO Lo ha detto N'itti : ed ora lo va ripetendo l'ineffabile Wil son. Presidente degli Stati Uniti. LUIGI E' una bella commedia che stanno recitando. Del resto nes- ' suna meraviglia. Poiché noi sappiamo che l'economia politica borghese in segna che il salario ha da essere quant'è, possibilmente basso. L'opera io però che -à di non essere un istru mento del lavoro, ma bensì una atti- ! viti'' coscienziosa e libera, insorge. . e sciopera. L'operaio sciopera per di fendere i suoi legittimi intercisi. Scioperare vuol dire tendere alla soddisfazione dei bisogni della vita. Ai tempi che corrono, coll'allarmante e scandaloso aumento di tutti i gene ri necessari alla vita: dei viveri, de gli abiti, del carbone, delle abitazio ni ecc. ecc. non scioperare «vorreb- i he dire morir d'inedia. Poi bisogna considerare che l'operaio d'oggi non : è più l'operaio. . di 30 o 40 anni fa. I.'operaio d'oggi vuol lavorare in am bienti sani; l'operaio d'oggi sente il bisogno di un maggior riposo: anche per la ragione che dato lo sviluppo enorme del meccanismo moderno e gli è costretto a consumare molto più energia. E tu comprende rai. Giovanni, che per impedire di mettere questi operai, uomini e don ne, ad un lavoro quotidiano esau riente bisogna diminuirne l'orario: -' e per diminuire l'orario si è costretti a ricorrere allo sciopero, perchè i pa droni non sono disposti a cedere co -i alla buona, quello che gli operai domandano E non di rado si è ti a ricorrere alla sciopero per que stioni di principi!, per motivi di di gnit(! umana offesa, per ragioni di solidarietà morale. GIORGIO Quand'è che hanno a vuto origine . gli scioperi? La mia mamma mi dice sempre che una vol ta quand'essa era giovane —di scioperi nessuno ne parlava. LUIGI Se si considera bene de gli scioperi ne sono avvenuti sempre in tutte le epoche: anche nei tem pi più remoti. Quando uno. per esem pio, si rifiutava di compiere un da to lavoro credendo di non essere 1 abbastanza compensato egli., fa- ; ceva sciopero. Ma gli scioperi vera- ! mente, detti ebbero origine nella 1 vecchia Europa verso la metà del se colo scorso: agli albori della produ zione industriale moderna. In Italia i primi scioperi avvennero verso il 1860. La prima statistica degli scio peri in Itaiia ci dimostra che dal 1960 al 1878 avvennero 654 scioperi. GIORGIO. Non credi tu che gli i scioperi possono scomparire. Mi di cono che nei paesi ove vi sono de , gli operai che hanno giudizio, sciope ri non ne avvengono: LUIGI Non dire sciocchezze. E'' provato dai fatti che gli operai che scioperarono sono più svegliati d'in- ! telligenza. sono operai che sentono di più la dignità d'uomini; operai '•he • vogliono la piena osservanza della giustizia e che intendono soddisfa re tutti i bisogni della vita umana. I.d è sconfortante che nonostante la attiva propaganda svolta in que sta città, nonostante l'esempio j che ci viene dato da altre località j(.\ew York, Chicago, Baltimore, Ro chester ecc. ecc.) buona parte dei sar ti di Philadelphia e specialmente i> militarizzati della Kirschbaum non abbiano ancora sentito il bisogno di alzar la fronte, di ribellarsi ad un si stema che li affama e li umilia, ed insorgere tutti, come un sol uomo, per reclamare i loro sacrosanti di- ! ritti. GIORGI'"» E' proprio cosi'. Sej- i suno osa dire una parola; come se fossero tanti reclusi! C'è anche la ragione, vedi, che il primo che osas se parlare verrebbe subito licenziato. LUIGI Lo so'; anche a quest'a zionaccia son capaci di ricorrere. • Del resto un'operaio che venisse li cenziato da quella galera non avreb be da perdere a1tr0.... che le sue ca tene. Se sapessero quanto è facile oggi trovare un posto da guadagnare di più ed essere trattati meglio. Ne 1 vuoi un esempio? Nello sciopero del laßubin Jacob e della Jacob Reeds (ove tante infamie, arbitrii e prepo ' tenze vengono commesse contro quei pacifici scioperanti) qualcuno degli 1 scioperanti ha chiesto il permesso ai uoi compagni di andare a lavorare al trove. Ebbene : prendi ad esempio il ; compagna Monaco, il quale perce piva circa un 25 dollari, ora sai quan ti ne prende? Quarantanove! Ep j poi ? Cos'è che t'ho detto l'altra vol ta? 'Quando un compagno e' offeso nei suoi diritti, tutti gli altri operai dovrebbero insorgere in sua difesa". . Prechè non dovrebbe essere da nes suno dimenticato che un'offesa fat ta ad uno è un'offesa fatta a tutti. i Hai capito? GIORGIO Io ho capito. Son lo ro che non vogliono capire. A me rimane solo un dubbio. LUIGI - Qualè? i GIORGIO —Ho il dubbio che tutti questi scioperi che costano tanti sa crifici all'operaio non riescono a to gliere dal mondo la miseria, il de litto, la prostituzione.. LUIGI Ed è perciò che noi di , ciarlio all'operaio di non arrestarsi al soldino d'aumento, ma di anelare., oltre. Perchè è chiaro, come l'acqua li fonte, che per liberarsi da tutti questi mali che affliggono la socie tà. occorre togliere ai capitalisti la arma con cui essi esercitano il loro terribile potere. In tal modo verrebbe lato alla classe lavoratrice la mag giore possibile quantità di godimen ti materiali e morali. Ti và? GIORGIO Oh io son pienamente il'accordo. Ora passiamo ad altro. LUIGI Ora. invece me ne scap po subito. Per oggi basta. Ciao. G. ARTONI. PENSIERI GENTILI D'UN NOSTRO EX OPERAIO Giulianova, 13 Agosto 1919 (Carissimo Joseph, Come vedi, scrivo con ritardo. Ri tardo causato dal disbrigo della mia 'situazione come soldato, ma ora sono libero e spero che mi giungerà il tuo perdono per questo ritardo. Se taluni doveri impellenti mi han , no fatto commettere un ritardo ver ! so i buoni non così però, il mio pen -iero si è attardato per rivolgerlo dove conobbi amici veri dalla no biltà, dove brani di vita vera scrivono le pagine d'insegnamento agli altri. li per tanto è per altro ancora che io mi sento attaccato a te e ai tuoi amici di Filadelfia. Nè so trovare il ringraziamento a ■ latto per tutto quello che tu, insie me a quelli delle famiglie Di Silve stro, avete fatto per me. durante la permanenza in cotesta città . A te che sei nato per far del bene non potrà mancare quella felicità ihe spetta all'uomo buono, all'uomo onesto, al consigliere esperiente. Ma se immenso piacere mi procu ra il poter dire, modèstissimamente, <|uelb' che è lic\c abbellimento delle tue ottime qualità d'uomo, altrettanta dolore provo pensando che una par ticella clella colonia ignorante, che costà altro non cura se non il dolla ro, non abbia ancora apprezzato chi, sopratutto e tutti, porta come ban diera ideale, la civiltà e il progresso Dinanzi a cotesti esseri infelici però, ti consiglio, pel bene della tua nobile signora e dei tuoi due fiori di figliuoli, di ripetere il verso del poe ta "Non ti curar di loro ma guarda e passa". Già. ero per dimenticare che su certi uomini rari, vive una coscien za che non ha bisogno di esaltazio ne. di facili e lusinghiere parole. Ho ricevuto con gioia il numero Ideila simpatica "Libera Parola" nella quale, a capo cronaca ho letto la notizia della mia partenza da Fila delfia. Non ti so ridire quante lagri me ho pianto su quello scritto e quanta tristezza ho provato nel sa permi lontano da te. Ho dovuto resi stere a la piena di ricordi sublimi ed affettuosi di voialtri, che solo l'af fetto d'una famiglia che è sangue del inio sangue stesso, ne confortono la lontananza. Eppure nulla di straordi j nario feci durante i cinque anni che ! amministrai la tua azienda; cercai di fare il mio sacro dovere di operaio, spintovi di più perchè dinanzi a me avevo, come padrone, l'uomo coscien te che ama l'operaio. Spero che mi farai avere spesso la tua brillante "Libera Parola" nata nelle mie mani, per sapere e stare al corrente della salute tua che mi è rara e di quella della tua onorata famiglia. Mi auguro fervidamente che la sa lute dei tuoi sia buona come la tua, : e che tale sia per sempre. Dai miei e da me riconoscenza ed abbiti l'affetto eterno. Aff.mo tuo Giulio Braga. . MALATTIA DI PELLE. "Ero assai afflitto da una malattia della pelle", scrive il signor H. Foggiano di Malta. Mont. "Consultai vari me dici senza riceverne alcun beneficio. Da quando ho cominciato a usare il : Lozogo del Dottor Pietro sono gua rito completamente". Questo rime dio di erba sperimentato dagli anni purifica ed arricchisce il sangue. I farmacisti non possono supplirlo. Per j informazioni scrivere al seguente in dirizzo: Dr. Peter Fahrney & Sons (Co., 2501 Washington Blvd. Chica : go, IL LA LIBERA PAROLA Curiosità' Storiche LA RU MANIA Gl'italiani così strettamente con- ! • giunti per vincoli di razza al popolo Rumeno sono quelli che forse lo co ■' noscono meno. Negli scorsi giorni nei quali il suo nome così spesso è I ' ricorso sulle labbra di tutti per com ' piacersi dei suoi successi militari, ! contro la sua eterna nemica, l'Unghe ! ria, e diciamolo anche della sua atti -1 tudine di sfida verso il Consiglio " Supremo Interalleato quasi a rimpro vero degli atti d'ingiustizia da esso commessi verso la sorella latina, non crediamo che non possa essere gradi " ta ai nostri lettori qualche somma ria notizia sulle sue origini e sulla sua ' storia, perchè intorno alle cose ru ' | mene pochi libri e pochi articoli di j • riviste, durante la guerra, sono stati scritti Le Danubiane terre ove vive il ! ' popolo Rumeno, che è orgoglioso del le sue origini latine, furono un tem po abitate dai Daci. L'imperatore Traiano, debellato questo popolo sei- i vaggio, che violava di continuo i con ■ fini dell'lmpero, ridusse il loro Pae .se a provincia Romana, colonizzan dola co' suoi legionari, che furono da 1 principio in possesso delle vallate e dei due dorsali delle Alpi della Tran silvania. Quel gruppo di coloni costi- I tuì il nucleo della nuova nazione : che lungo il corso dei secoli, per quanto non riuscisse a sottrarsi alle invasioni di altri popoli, e forse tra vagliata dalla peggiore della servitù, i non perdette mai la sua fisonomia particolare, conservando nella sua lingua il deposito delle antiche tra dizioni, nei costumi e nei monumen ti la prova della sua latinità, quan tunque appena dopo due secoli le invasioni barbariche facessero cessa re la dominazione romana. E' in verità meraviglioso, che do po tante usurpazioni ai suoi danni, dopo tante vicende tumultuose, il popolo Rumeno, la cui lingua è parlrf . la adesso da 14 milioni di abitanti, abbia conservato nella sua integri -1 tà lo spirito latino mandando a Ro ma i suoi figli a deporre corone in nanzi alla colonna Troiana in omag- : gio al fondatore, ed innalzando, a Constanza, l'antica Tomi, una statua al poeta Ovidio confinato nel Ponto | dall'ira di Augusto 1 Non molti an ni or sono fu trovato seduto ai pie- l di della colonna Traiana un paesano 1 della Transilvania usurpata dagli Ungheresi ove 4 milioni parlano la lingua Romena, che alle domande rivoltegli siill'esser suo, rispondeva soltanto: Marna Roma, tata Troian (madre Roma; padre Troiano!). Do i mandate a un contadino Rumeno an che oggi a qual nazione appartenga ed egli risponderà con fierezza Sunt Roman sum !" Dopo due secoli dalla dominazio ne romana, che finì con Aurelio, il quale abbandonò il paese alle incur sioni barbariche, non è possibile per lunghissimo tempo ricostruire la sto ria dell'antica Dacia, colonizzata da Traiano. Pare che i discendenti dei • primi coloni si ritirassero in gran 1 parte sui monti della Transilvania, 1 ;ma nulla di preciso può dirsi, fino a che appaiono i due principati di Val lacchia e di Moldavia, verso il 1290 il • primo, nel 1349 il secondo, e indub ; hiamente fra essi si divise la nazione. 1 nell'attesa di ridiventare un popolo ' solo, che a suo tempo saprà rivendi care la dignità della stirpe, della ' Quale ha conservato con gelosa cura ■ i documenti inconfutabili. Non seguiremo certo le vicende dei j due 'principati, continuamente in ar -1 mi contro Turchi, Ungheresi, Polac | chi e Tartari, c talora fra loro stes ! si, Con Stefano il Grande finisce il periodo della lotta per la conser -1 vazionc dell'indipendenza Romena : i due principati passarono sotto la di i retta dominazione della Turchia che dal 1500 al 1821 li governò a mezzo ■ di principi Greci, detti Fanarioti, da Faner, nome del quartiere che abi • tavano a Costantinopoli i Greci, fra i • quali la Sublime Porta, sceglieva i i suoi proconsoli, della cui ingiustizia e crudeltà sono innumerevoli i ricordi. E fu detto dagli storici, che Brigan ! ti, Peste e Turchi costituiscono lo ■ | spaventoso trinomio che caraterizza l'opera dei Fanarioli. I , Dopo alcuni anni di occupazione r | militare Turca, e un breve periodo di ! I protettorato della Russia con il trat- 1 i tato de! 1856 i due principati furo- 1 no riuniti sotto la protezione di tutte j ' le potenze firmatarie, ma con prin i cipi, ministri e Camere distinte. Una [ . Commissione centrale doveva prepa- ! : rare le leggi comuni: era comune la j Magistratura suprema e, fino ad un j certo punto, l'esercito. Ma i Ru- | meni, nei quali s'era già ridestata la . coscienza di loro stessi, specialmen- i I te per opera di Napoleone 111, sep- i i pero eludere la convenzione di Pa- i rìgi. nominando nei due principati!] la stessa persona, e cioè Alessandro Cuza. Turchi ed Austriaci andarono : . sulle furie, ma scoppiava la guerra : SEI ; per l'indipendenza contro l'Austria, e il pricipe Cuza seppe far riconosce re e legittimare lo stato di fatto. Il 5 Febbraio 1862, unificata le Came re e il Ministero, fu stabilita la ca- . VOLETE DIVENIRE CITTADINO ? | | j; Social Service House 3 J; 1142 So. llth STREET J | vi riempirà la Prima o 1 Seconda Carta e vi darà tutteleì J spiegazioni necessarie. $ ì L'ufficio è aperto ogni Mercoledì sera dalle 7.30 alleS >: 9,30. Il servizio viene fatto assolutamente gratis. Domandate per JAMES J. MAIORIELLO £ $ Assistente Direttore della Social Service House i Il _ ® I pitale del nuovo Stato Rumeno a Bucarest. Questo grande fatto non salvò Cuza dalle insidie dei nemici, ! che erano numerosi, specialmente ; nelle classi delle quali egli aveva, per la salute del poeta, abolito i privile gi ; e. sorpreso nel suo palazzo, fu con : la violenza costretto ad abdicare. Il 22 Maggio 1868 salì al trono, per elezione di una Reggenza, Carlo Hoenzollern Sigmaringen, il fondato re della dinastia attuale. Egli era nato nel 1839 a Sigmaringen in Prus sia. secondogenito del Principe Carlo Antonio ili Hoenzeller e della Prin cipessa Giuseppina di Baden, figlia adottiva di Napoleone I. Ma fu un vero principe romeno ed aiutato effi cacemente dalla moglie Elisabetta di Wied, conosciuta nelle repubblica let teraria col nome di Carmen Sylva, si dedicò tutto alla prosperità del pae se affidatogli, con un'attività pro ! digiosa. Partecipò alla guerra tra la I j Russia e la Turchia, e dal Congresso di Berlino ebbe assicurata l'indipen denza della Romania. Nel 1861 il Parlamento Romeno elevava a Regno iil Principato, e il 10 Maggio dello | stesso anno il Principe Carlo cinge- ! va la corona reale, costruita con l'ac ciaio tolto da uno dei cannoni tur chi conquistati a Pleona. Quando venne a Bucarest l'esercito era una piccola accozzaglia di gente male i struita e peggio equipaggiata. Nel 1877 per la guerra con la Turchia e ra già costituito da 35 mila uomini di prima linea : e nella guerra mondia le testé finita mise in campo circa 600.000 uomini, equipaggiati benis simo e in possesso di un materiale perfezionato. Il merito principale è di Re Carlo; e un'altro merito gran-, dissimo egli ebbe presso il suo popolo, : per il trattato di Bucarest, dopo la seconda guerra balcanica, trattato che portò un colpo mortale alle am bizioni bulgare ed austriache nei paesi Balcanici. Ma veramente hanno i del prodigioso i progr.-ssi compiuti dalla Rumania sotto il Re Carlo nell'a gricoltura e nelle industrie, che mi ! sero in maggior valore i tesori che | : essa conserva sotto le sue terre. F.s- : la nostra cara veramente so- I rella latina è destinata ad un lieto ■avvenire. Non avendo Re Carlo . lasciato figli viventi, salì al trono al- j i la sua morte Ferdinando Vittorio Al berto, secondo figlio di suo fratello maggiore, nato il 24 Agosto 1865. 11 defunto Re nel suo testamento gli lasciò dirette queste parole: Tutto per la patria, nulla per me.! !•'. Ferdi tiando, vincendo forse i suoi senti menti personali, che lo avrebbero per le origini portato a simpatiz zare con gli Imperi Centrali, ha os servato al precetto di suo zio, ceden do al desiderio ardente del suo po polo che voleva unire a sè i quattro milioni di fratelli soggetti all'Unghe ria. Carlo gitto' le basi della poten za Rumena, Ferdinando l'ha saputa , accrescere facendo sopra tutto trion fare il principio di nazionalità. ÜBI Beli lMione, 22'J2 Grani Joseph Cuda Banchiere e Cambiavalute Notaio Pubblico Spedizione di Moneta a mezzo Vaglia telegrafici e ordinarli AGENZIA DI NAVIGAZIONE ASSICURAZIONE CONTRO IL FUOCO Negoziante all' ingrosso di generi alimentari IMPORTATORE DIRETTO di Olio d'uliva e di iltri articoli 708-710 Wylie Ave., Pittsburgh, Pa. ' Bell Phone Connection Perrella Realty Compra, vende ed affitta case per conto di terzi Si presta denaro su prima e seconda ipoteca ' UFFICIO NOTARILE 16th & Moore Sts. 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