La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, August 26, 1922, Image 1

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    LA LIIìERA PAROLA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
Cav. A. Giuseppe Di Silvestro, Direttore
1626 So. Broad Street
ANNO V. - Numero 33
Al Venerabile Supremo dell'Ordine I. F. d'l.
Una lettera gentilissima
Riceviamo e pubblichiamo, e
senz'altro giriamo, la qui ap
presso relazione sull'ultima con
venzione di Philadelphia, al Ve
nerabile Supremo de 1 "Ordine In
dipenderte Figli d'ltalia, senza
nulla aggiungere a quanto dico
no i delegati supremi di quella
Associaione :
"New York, il Agosto, 1922.
"Pregiat-mo Cavaliere
A. Giuseppe Di Silvestro
direttore de "La Libera Parola''
1626 So. Broad Street
Philadelphia, Pa.
"Egregio Cavaliere,
"Dopo circa tre mesi dalla Su
prema Convenzione dell'Ordine
Indipendente Figli d'ltalia tenu
tasi. in Philadelphia i giorni 27
e 28 Maggio 1922 e quando sta
vo per terminare la spedizione
d'un riassunto di detta conven
zione venni in possesso del suo
pregiato giornale del 20 Maggio
1922, nel quale lessi la simpatica
sua pubblicazione.
Intanto accludo Lei il rias
sunto perchè si formi un con
cetto su quanto si fece, mentre
le son grato se ne dara' pubbli
cazione. Ringraziandola sentita
mente
Di Lei Dev.mo
Giovanni Politti
402 E. 106th St.
La vera relazione sull'Ordine
New York, 31 Luglio, 1922
Degni Fratelli dell'O. I. F. d'l.
A mezzo dei giornali si è fat
to sapere ai Fratelli ed al pub
blico che la Suprema Conven
zione del nostro Ordine, tenutasi
in Filadelfia nei giorni 27 e 28
naggio 1922, si svolse armonio
sa, pacifica, ecc.
Che queste frottole si diano a
bere al pubblico, c magari pas
si, ai fratelli dell'Ordine pero' I
no. I fratelli hanno il diritto di
conoscere la verità sulle cose del
l'Ordine. I fratelli non debbono
essere minchionati.
LA VERITÀ'. O FRATELLI,
E' LA SEGUENTE:
| Le sedute si svolsero tempe
stosissime, e dal Supremo Vene
rabile vennero dirette con
rente partigianeria.
Voi o Fratelli, sapete che nel
Marzo 1922, 19 Supremi Dele
gati, a norma delle vigenti leggi
generali dell'Ordine, avanzarono!
domanda al Supremo Venerabile!
J Licavi, perchè riunisse in ses
sione straordinaria la Suprema
Loggia, onde discutere l'operato
suo quale Supremo Venerabile
e del Supremo Consiglio.
E' abbastanza noto, per lo me
no ai Fratelli che risiedono in
N. Y., che il Licari fin dai primi
atti di Supremo Venerabile, la
sciò troppo a desiderare, tanto
che dopo appena 5 mesi di suo
governo egli in Suprema Loggia
fu oggetto di vive discussioni
per una lunga serie di manche
volezze ed abusi da lui commes
se, e per cui domando' una in
chiesta: ma il Licari richiese
che non si nominasse un comita
to d'inchiesta perchè sarebbe
stato mortificante per un Supre
mo Venerabile: ed allora si sta
bilì che queste manchevolezze ed
altro, venissero discusse dal Su
premo e dal Grande Consiglio
.dello Stato di N. Y. in unica
riunione, (le accuse venivano
mosse da questo Grande' Consi-
I arlio. UFFICIALMENTE ed U
NANIMAMENTE).
Questa riunione tra i due Con
sigli, benché tardi, fu tenuta;
ma il risultato si fece in modo di
non farlo leggere in seno all'ul
tima convenzione di Filadelfia.
Altre manchevolezze ed abusi,
oltre ai primi, si sono in seguito
attribuiti il Ùupiùìw Venera
le; una discussione, quindi sul
suo operato ed in una sessione
ordinaria, s'imponeva.
Qualunque uomo, o Fratelli
che occupi una carica, <
che senta un po' la dignità di uo
mo, sotto la pressione di appunt;
sul proprio operato, sentirebbe
il dovere di provocare egli stes
so la discussione per mettere 1«
cose a posto. Invece noi abbiam<
dovuto assistere allo special
comportamento del nostro S. V.
Licari il quale, non solamente
non accordo' la RIUNIONE
STRAORDINARIA, legalmente
richiesta, ma si perm:?f> di trat
tare i supremi Delega come u
-110 autocrate tratta i suoi ser
vi, non rispondendo nè CON UN
RIGO DI LETTERA nè a voce,
per spiegare il perchè la riunio
ne straordinaria non veniva ac
cordata.
Chiamasi questo o fratelli, ri
spettare le leggi? rispettare i di
ritti degli amministrati? fai - e o
pera educativa?
Chiamasi questo agire da per
sona che sente l'importanza, la
delicatezza e la dignità della cari
cadi Supremo Venerabile?
Non essendo stata accordata
la sessione straordinaria, era d'a
spettarsi che l'operato del supre
mo Venerable dovesse essere di
scusso nella sessione ordinaria
del 27 e 28 Maggio 1922.
In vista di ciò il Supremo Ve
nerabile Licari preparò il terre
no a modo suo, e, continuando
nella sua sapiente e corretta ope
ra di capo di un Ordine che ha
per programma il PROGRESSO
la civiltà e la fratellanza tra gli
affiliati, vedete come.
Considerando che coloro i qua
li volevano discutere il suo ope
rato erano fratelli di New York,
(questi essendo più vicini a lui,
avevano avuto più tempo e più
opportunità di vagliare i suoi at
ti) il Supremo Venerabile tiene
la convenzione in PHILADEL
FIA; ed in questa città, prima
del 27 Maggio, si reca una ven
tina (i : volte, come egli stesso
dichiarò !
Ventisette logge del Massa
chusaett, siccome erano appena
entrate nell'Ordine, non poteva
no, per legge, partecipare a q --
sta Convenzione; allora il Su
premo Venerabile pensa di non
tenere la convenzione nella pri
ma quindicina di Maggio, come
per l«gge, ma dopo, e vi invita
quelle logge.
Dal Massachusett non vennero
27 delegati ma solamente 4, le al
tre logge erano rappresentate da
fratelli della Pennsylvania, ab
bastanza cari al Supremo Vene
rabile- •
Alcuni fratelli di Filadelfia ci
hanno dichiarato esplicitamente,
ì con insistenza, che la Grande
Loggia della Penailvania trova
fasi morosa e perciò il Supremo
Venerabile, cl)e ciò conosceva, a
i-rebbe dovuto non ammetterla
alla convenzione. Invece
In questo lavoro di prepara
zione il Supremo Venerabile non
si limitò a queste cose, ma andò
molto più oltre, e vedete di che fu
capace, stando alle dichiarazioni
tli alcuni fratelli.
Un fratello ha dichiarato ripe
tute volte, tanto in publico che in
privato, che il Supremo Venera
bile , discutendo su queste cose
dell'Ordine gli ha detto: "Io ti
p osso far male"e questi a rispon
dere :"Male a me? E che male
potresti farmi? Nelle cose del
l'Ordine? Ma io ad avere o non
avere una carica poco m'infi
schio. Male ai miei interessi
privati? alla mia famiglia? E al
lora ! ! !
Un secondo fratello afferma
che il Supremo Venerabile gli ha
detto: "Io posso far male a te,
ed anche a tuo fratello che abita
in Brooklyn."
Un terzo fratello dichiara: "Il
Supremo Venerabile volendosi
imporre a me mi disse: "io posse
fare male a, lei ed anche alla sua
famiglia: posso levare il pane ai
suoi figli : vede questa mia ma
no? Essa è lunga, lunga, lunga, t
lo può raggiungere ovunque le,
rada"
Fu con questa preparazione, e
con altro che è facile immagina
re, che il Supremo Venerabili
Licari venne alla convenzione de
27 ezè Tn« KS ;„ 1222 in PWTT.A
DELPHI A.
Fuori ordine
Fin dai primi momenti, prims
che la seduta fosse aperta, si ca
pi che in tanti c'era il fermo prò
ponimento di non far discuteri
certe cose; chi la pensava di ver
samente dal Supremo Venerabi
le, appena cominciava a parlare
si vedeva perseguito da interru
£3=». A VAISI XI SEI IVI F'RE, OOfSl !_A FIACCOLA IN PUGNO «=CZ
PHILADELPHIA, PA., SABATO, 26 AGOSTO, 1922
zioni, voci, invettive; da un bac
cano, un inferno, per non farla
parlare.
La frase FUORI ORDINE di-j
venne il motto generale e dell'oc
casione :
Fuori ordine , diceva il Supre
mo Venerabile a colui che parla
va su cose che non gli piacevano,
e qui tante voci ad interrompere]
e gridare a coro :fuori ordine, I
fuori ordine.
Gli amici del Supremo poteva- j
no parlare a lungo anche senza I
domandare parola ; gli altri do- ;
vevano domandarla tante volte
possibilmente per non averla
mai, o per essere dichiarati su-j
bito fuori ordine.
Per tutta la prima giornata di ]
convenzione la seduta non si arri
vò ad aprirla ;essa potè essere a-'
perta regolarmente soltanto nel-!
la mattina del secondo giorno, e
Dio lo sa come.
La seduta del gk.no 28 fu la 1
più tempestosa.
Interruzioni, voci, frizzi tutti;
i delegati all'impiedi, alcuni saliti
sulle sedie a sgolarsi ; alcuni si !
facevano tenere, altri molto pal
lidi in faccia, compreso il Supre-|
mo Venerabile: altri Supremi
Delegati, per amordi quieto vi
vere, se ne erano usciti e preferi
vano godersi l'aria della strada,
da dove si sentiva la fraterna
baraonda in cui versava l'Ordi
ne sotto il governo Licariano. 1
Giacché bisogna notarlo che di
sessioni turbolente, prima del
l'avvento del Licari, non se ne
erano mai. avute nè alla Supre
ma nè alle Grandi Logge.
Non occorre dire che qualche
volta la seduta dovette essere so
spesa.
In questo stato di cose e di a
nimi, ed avendo fatto notare al
cuni che dopo il pasto, dei fumi
potevano salire alla testa ed ag
gravare la situazione, onde evi
tare qualche tragica vergogna,
con conscguente danno di rratei
li e dell'Ordine, un gruppo di
Supremi Delegati credette op
portuno di protestare ed abban
donare la sala.
E così, anche questa volta, l'o
nera del Supremo Venerabile
non fu possibile poterla discu
tere.
Si vede che la moralità ed il
deca, o trionfano.
Dopo di ciò' la Convenzione
passò alle deliberazioni interes
santi, che, come vi è stato comu
nicato, furono due: La prima
impone ad ogni Loggia, oltre al
Capita Tax, una tassa di? 12 al
l'anno a favore della Suprema.
La seconda richiede metà più
uno dei Supremi Delegati per
domandare una seduta Straordi
naria.
Come si vede per qualcuno le
Rose interessanti erano queste
due, e cioè:
BATTERE FORTE a DENA
RI e CHIUDERE LA BOCCA
AI SUPREMI DELEGATI.
E' risaputo che per il passato
l'Ordine ha potuto allargarsi e
progredire, davvero meraviglio
samente e superando qualunque
aspettativa, con la spesa di poco
tlenaro; e noi ci abbiamo sempre
tenuto a'dimostrare che con una
capita tax inferiore a quella di
gualche altro Ordine potevamo
rispondere agli impegni e pro
gredire ; e per non andare tanto
lontano basta rammentare che la
amministrazione che precedette
Tuella del Supremo Venerabile
Licari al suo inizo trovò la cas
sa della Suprema Loggia senza
rlenari e con un debito di circa
S6OO verso il tipografo che stam
pò le Leggi Generali, e quella
amministrazione con i soli pro
venti della capita Tax e di qual
che altra piccola co,sa, in due
anni note' pagarti il debito, fare
tutte le snese opportune, pubbli
care il giornale "La Voce Fra
terna" e potè' consegnare all'am
successiva un fon
do di circa SIOO.
Ed allora l'Ordine progrediva
e stava finche in pace.
Oggi invece, sotto l'ammini
strazione Licari, alla distanza d:
soli Diciassette mesi, con un?
maggiore capita tax, perchè vi l
un maggior numero di logge. (
con la contribuzione straordina
ria di CINQUE SOLDI per o
gni fratello la Suprema Loggiì
anzicchè avere denaro in cassa
ha debiti, ha fatto morire il
giornale dell'Ordine versa nella
più' completa sfiducia, e deve ve
dere il suo Supremo Venerabile
che non risponde dei suoi atti.
Perchè si domanda questo de
nari extra?
Oggi in ITALIA, per come si
apprende dai giornali, le finanze
dello Stato sono in disastro per
chè i partiti politici, per farsi a
mici e proseliti, creano impieghi
e apendono largamente Che si
voglia fare Io stesso nell'Ordine
Indipendente Figli d'ltalia?
Non fatevi minghionars
Raccogliere le firme di metà
più uno dei Supremi Delegati,
per domandare una seduta stra
ordinaria, cioè per esercitare l'a
nione di controllo di/popolo nelle
cose dell'Ordine, è praticamente
impossibile, ed i Supremi Dele
gati nel votare questa delibera
zione non si sono accorti che me
nomavano i diritti proprii e del
le Logge che rappresentavano,
che tradivano il proprio manda
to, rinunziando supinamente ai
diritti di controllo che danno le
leggi, che in fine, in questo mo
mento, in cui ogni popolo che ha
mente e dignità, conquista nuq
vi diritti strappandoli all'Autò
crate potere di pochi, essi SI
SON FATTI MINCHIONARE
abbandonando questi diritti a
favore della autocrazia di uno o
di pochi.
Fortuna'mente però questó due
deliberazioni, prese inconsulta
mente e sotto la suggestione di
chi ha interesse a battere a de
nari, e chiudere la bocca ai Su
premi Delegati perchè i SUPRE
MI AMMINISTRATORI non
vogliono rispondere dei propri
atti, queste deliberazioni dicia
mo. SONO ILLEGAI,I e perciò'
non possono avere corso-
Difatti le proposte che porta
rono a que!'e due deliberazioni,
non erano state presentate mai
al Supremo Comitato Leggi, er
se vennero presentate seduta
stante quindi, per l'articolo 8.
Capitolo secondo delle leggi
generali, al massimo potevano
essere prese in considera zione
per essere discusse nella sessio
ne SUSSEGUENTE.
Quan .0 anche poi fossero ,ta
te presentate al Comitato leggi,
non si sarebbero potute discute
re nemmeno giacché il comitato
leggi non si potè' riunire perette'
il Supremo Venerabile nominò
questo comitato proprio alla vi
gilia della Suprema Convenzione
cioè il 26 Maggio 1922.
Inoltre per l'articolo 2 Capito
lo 32.m0 certe speciali modifi
che ed aggiunte, come le due in
parola, dovevano farsi pervenire
in tempo al Supremo Venerabile
per passarle poi al Comitato Leg
gi-
Invito ai fratelli
, Per questi fatti e per queste
ragioni, o fratelli, noi vi invitia
mo ad aprire gli occhi, ad esami
nare bene le cose, a salvaguarda
re i vostri interessi ed i vostri
diritti, la vostra dignità, a far
sentire la vostra voce a far cor
reggere il mal fatto.
Riflettete bene o fratelli, cosa
vi dicono i risultati di questa ul
tima Suprema Convenzione?
Essi vi dicono: Pagate e paga
te, ciecamente pagate ; non secca
teci a domandare quanto faccia
mo e se lo domandate non vi ri
spondiamo.
Fratelli, vi invitiamo a man
dare una lettera al Supremo
Concilio invitandolo a provvede
re a che si riconsiderino e si di
scutano in altra sessione della
Suprema queste due deliberazio
ni.
Vi invitiamo altresì a scrivere
al Grande Consiglio della Gran
de Loggia dalla quale si dipende
perchè fer-oin pur essa sentire la
sua voce, giacché i Grandi Con
sigli conoscono abbastanza che
ci sono diverse Logge che non
■polo non possono pagare la nuo
va tassa di sl2. ma nemmeno la
capita tax ordinaria, e qualchr
volta ne hanno domandato l'e
senzione alla Grande od alla Su
prema Loggia.
E per chiudere facciamo ui
accenno alla infelice relazione
del Supremo Venerabile fatta
| in Suprema Convenzione.
Egli, che non aveva che dire,
| parlò pochissimo e dicendo, in
j tutti i toni ed in tutti i versi, del
suo atto grande per l'entrati
delle 27 Logge del Massachussett
nel nostro Ordine.
Voi, o fratelli, conoscete quan
te volte i giornali riportarono
questo fatto cantando alla nau
sea le lodi del Supremo Venera
bile Licari, usando però sempre
le stesse idee c le stesse parolg
perchè quelle loti:, in forma di
ordini del giorno, pur provoca
te da Logge lontane l'una dal
l'altra, ei'sno suggerite. e deta
te modestamente, ed immerita
tamente, da un solo individuo, il
quale a forza di chiacchiere vor
rebbe far credere che il sole
splende di notte.
Questa minehionatura, tanto
gonfiata, venne sgonfiata in Su
prema Convenzione dalla puntu
ra di una voce di verità: e preci
samente da brevissime parole
del fratello Celli di Leominster,
Mass., il quale francamente, e
senza poter essere smentito, di
chiarò che quelle 27 logge venne
ro all'Ordine Indipendente per
merito di nessuno ma per esclu
sivo merito di sè stesse, giacché
furono esse Logge che sponta
neamente vollero venire al no
stro Ordine.
E crediamo che sia abbastan
za.
LA VERITÀ' SI FA SEM
PRE STRADA, vogliano o non
vogliano i minchionatori.
1 Supremi Delegati
Giovanni Poletti, Giovan
ni Buscemi, Luigi Ai tale,
Angelo La Miintia, C<tin
gerò Letizia, Giovambat
tista, Mìani, Ang li> D'A
mico, Antonino Gazzetta,
Frank Vasta, Roberto
Tranch ina.
1 SARTI VERSO LA VIT
TORIA
Se pochi sono quelli il cui cuo
re possiede un lungo e durevo
le coraggio e il cui spirito pos
siede la virtù della costanza, i
sarti di Philadelphia hanno di
mostrato di essere di quei pochi.
Da sette settimane combatto
no una fra le più cruenti batta
glie a cui questa città abbia mai
assistito nel campo del lavoro e
sono animati dallo stésso spirito
di lotta dei primi giorni, dall i
stessa fede, dalla stessa volontà
di vittoria.
Essi hanno subito, negli ultimi
anni, le più arbitrarie riduzioni
di paghe ed umilianti condizioni
di lavoro, senza una protesta,
hanno lasciato correre in silenzio
le prepotènze padronali, perchè
fiduciosi in un migliore avveni
re della loro classe, in un auto
freno nella rapacità dei padroni.
Ma questo migliore avvenire
non accennava ad avvicinarsi, la
cupidigia padronale aumentava
sempre più e la supina passivi
tà dei lavoratori si è al fine stan
cata e si è vista la dignitosa e
composta ribellione sorgere ed
ingigantire spontanea, veemen
te, travolgente.
Ed i padroni hanno in un pri
mo tempo folleggiato sull'enti
tà dello sciopero, ma, quando la
fede degli scioperanti ha trion
fato sul tentennamento dei debo
li e l'agitazione si è estesa fino
alla generalità, sono ricorsi a
tutte le mali arti : alle promesse
lusinghiere, alle menzognere in
sinuazioni, alle compiacenze dei
giudici nel concedere ingiunzio
ni, al teppismo prezzolata.
I sarti hanno però tenuto du
ro e ben 93 manifatturieri sono
siati costretti ad arrendersi alle
richieste degli operai costruen
do all'Organizzazione una soli
ra piattaforma da cui potersi
slanciare con maggiore libertà
nella lotta contro i pochi riotto
«i
La giustizia delle richieste de
gli operaf, la loro dignitosa coni
postezza nel condurre l'agitazio
ne, la fede di cui sono animat
anche dopo sette settimane d
lotta sono indice sicuro della lo
ro immancabile vittoria, che sa
rà tanto più bella quanto più du
ra.
Per una riforma nei Consolati
111.
Malafede ed equivocazioni
E' vero ! Vi sono coscienze in- j
certe e bacate per scoprire le
quali alla pubblica opinione ab
biamo preso la parola.
Non è il principio, sentimen
tale del resto, che combattiamo,
per il quale anche noi sostenem
mo delle lotte avendo ad acerri
mo oppositore chi oggi s'erge a
paladino della causa consolare:
ma noi siamo contro i falsi sa- '
cerdoti, contro la malafede, con
tro i metodi equivoci che si per
seguono per abbindolare il pub
blico.
DJÌ falsi sacerdoti abbiamo
ifià parlato nei due articoli pre
cedenti e ne riparleremo ogni j
qualvolta sarà necessario allude
re ad essi. Della malafede e
lei metodi equivoci che si perse
guono dai nostri t contraddittori,
liciamo oggi e diremo in ap
presso.
♦ * *
Dal primo articolo pubblicato
sull'Opinione del 9 luglio scorso,
(uello del famoso "Uovo di Co
lombo", che non fu scritto dai
redattori di essa, era manifesta l
l'intenzione, niente affatto ob
biettiva, del giornale e di chi lo
iveva spinto o consigliato ad a
prire la campagna; ed era evi
dente anche, per il più idiota dei
lettori, che mentre si parlava in
generale e si voleva far credere
"he la riforma dovesse implo
arsi per tutti i Consolati italia
ni d'America, la campagna la si
lolle localizzare al Consolato di
Philadelphia, per il cui servizio
li avvocato, non facendo il no
me ma dicendo le qualità, era
<tato designato chi avrebbe do
vuto essere assunto all'Ufficio
li assistenza legale.
Infatti, nell'articolo dell' "Uo
fo di Colombo" è detto: "Mo
striamo di aver fiducia nei pro
ti ed intelligenti e competenti
talo-americani. E se fra questi,
je, ve sono cotti e a New York
>,d a Filadelfia di quelli for
liti di doppia laurea, in Italia,
•ioè, ed in America, diamo loro
a preferenza., come ai più com
petenti, per il pieno possesso
ielle dite lingue, necessario nel
e traduzioni da cui spesso può'
lipendere il successo di una com
ìetizione"
Dobiamo escludere New York,
lerchè in quel Consolato vi è
in avvocato italiano senza dop
pia laurea, il Comm. Senatore
salvatore Cottilo, (iure essendo
cene nella metropoli americana
li quelli che sono laureati in l
alia ed in America- Resta, dun
]ue, delle due città menzionate
ìell'articolo del redattore indi
cono dell'Opinione soltanto Phi
adelphia, il cui Consolato avreb
>e dovuto essere ipotecato da una
lesignata persona, quali che
"ossero i suoi meriti, a scapito
li tanti bravi e colti professio
nisti nati o cresciuti qui.
Facciamo notare che noi non
parliamo di ciò che sappiamo
Erettamente, ma ci limitiamo a
confutare quanto è stato pub
jlicato in malafede dall'Opinio
ìe; diciamo in malafede, perchè,
mentre s'invitava il pubblico a
combattere per una causa collet
tiva, nell'interesse della massa
dei nostri emigrati e ài quello
iegli avvocati italo-americani, si
aveva in mente e si leggeva fra
le righe d< M'articolo che il can
iidatc era *tato già scelto.
Lo stesso suggerimento per la
scelta del candidato fa ripetuto
nelle successive pubblicazioni fi
no a che, non volendo l'Opinione,
che lo aveva già designato, as
sumersi le responsabilità, girò il
compito al comitato, che procla
mò eletto il candidato.
* * *
Lanciato al pubblico il prime
articolo, "L'Uovo di Colombo",
fili diretti telefonici e telegrafi
ci, d- irùpinione, n-mieto «ffcì
rato ed agitato il personale d
quel giornale per ricevere e de
cifrare i messaggi ricevuti, uns
vera infinità che non si potette
ro ospitare per mancanza d
spazio. Si pubblicarono solo quel
li fabbricati. Infatti, diverse let
tere sono dello stesso stile del
Fa quel che devi, men
che può*.
Abbonamento Annuo $ 2.00
TOA COPIA 3 SOLDI
l'articolo dell' "Uovo di Colom
bo". Aggiungiamo che la sera di
giovedì, 17 corrente mese, nella
gradinata al No- 1639 So. 13th
(Street, domandato un nostro in
diretto parente chi gli avesse
scritto la lettera, ci rispose: lo
| non ne so niente; non l'ho scrit
ta, nè ho autorizzato a scriverla.
Anzi io conosco altri quattro o
cinque casi identici al mio.
Era necessario, per l'Opinio
ne, onde infiammare il pubblico,
idi dire che essa riceveva molte
; lettere e telegrammi di adesio
ne; di raccomandare agli a
derenti alla campagna di essere
brevi nelle loro lettere; di mil
lantare le visite di quelli che
portavano l'adesione in tasca; di
far prendere a prestito il nome
di personaggi ben quotati.
L' "Opinione" del 17 luglio
il. s. pubblica che la sera di mer
coledì, 1.0 luglio 1922, avrà luo
go un comizio che doveva esse
re presieduto dal Dr. Giuseppe
Fabiani e che l'envrata era libe
ra a tutti. Il comizio ebbe luogo
od intervennero 31 persone,
compreso 4 tipografi " 3 redatto
ri di quel giornale ed il Cav. Co
stantino Costantini, che vi si e
ira recato per rappresentarvi il
Progresso Italo-Americano. Il
Dr. Fabiani non comparve.
Nell'edizione del 21 dello stes
so mese l'Opinione pubblicò il
resoconto della "riunione", non
più del "comizio", ma ebbe l'im
pudenza di dire "che la riunione
(ira riuscita affollata". Di una
colonia di circa duecentomila
persone, per una «ausa <Ji così
alta importanza , il risultato che
si ebbe dal millantato comizio
fu uno schiaffo morale agli
iniziatori della campagna, che
non sono stati mai teneri dell'ita
lianità.
Avendo avuto il piacere d'in
contrarci con il Dr. Fabiani di
versi giorni dopo quella riunio
ne volemmo sapere le ragioni
perchè il cosidetto comizio non
|era poi stato presieduto da lui.
Diventò furibondo e ci rispose
che egli non aveva autorizzato
chicchessia a servirsi del suo no
me.
» * *
Nel numero del 25 luglio 1922
L'Opinione pubblicò un tele
dramma che, essa diceva, il co
mitato della campagna aveva
spedito a Roma raccomandando
la nomina di un avvocato nostro
connazionale a candidato nell'Uf
ficio di assistenza legale. Sape
vamo che il telegramma non e
ra stato mandato come pubblica
to- Ne avemmo poi la conferma
da una persona degna di fede.
Pregata L'Opinione di pubblica
re nella sua vera dizione il te
legramma, questa si rifiutò di
farlo. Il giornale di Maganza ha
un merito speciale nel falsificare
tutto: nessuna sorpresa perciò
se questo sistema essa persegue
anche nelle campagne, che se
condo le sue affermazioni sono
nobili perchè difendono l'italia
nità.
Noi esponiamo fatti non chiac
chiere, fatti che rileviamo dalle
pubblicazioni dei nostri contra
dittori.
Il pubblico faccia i suoi co
manti.
La Libera Parola
Per il viaggio degli Studenti
Italo-Americani
DODICESIMA SCHEDA
Dalla loggia Italiana di Be
neficenza No. 369, 85.00.
• Dalla loggia San Michele d>
Serrastretta No. 329, $5.00.
Dalla Vittoria d'ltalia, No.
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1, V. Fargione 1, Herman R#-
Farieiizè uà F^iiàucìplìia
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EUROPA 8 Settembre
AMERICA 20 Settembre
TAORMINA 20 Ottobre
TAORMINA 6 Dicembri ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
"Entered m sceood-cfauß matter April 19,1918, at the pout office at Philadelphia, Pa_ under the Act of March 3, 1879"
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