LA LIIìERA PAROLA I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. Cav. A. Giuseppe Di Silvestro, Direttore 1626 So. Broad Street ANNO V. - Numero 33 Al Venerabile Supremo dell'Ordine I. F. d'l. Una lettera gentilissima Riceviamo e pubblichiamo, e senz'altro giriamo, la qui ap presso relazione sull'ultima con venzione di Philadelphia, al Ve nerabile Supremo de 1 "Ordine In dipenderte Figli d'ltalia, senza nulla aggiungere a quanto dico no i delegati supremi di quella Associaione : "New York, il Agosto, 1922. "Pregiat-mo Cavaliere A. Giuseppe Di Silvestro direttore de "La Libera Parola'' 1626 So. Broad Street Philadelphia, Pa. "Egregio Cavaliere, "Dopo circa tre mesi dalla Su prema Convenzione dell'Ordine Indipendente Figli d'ltalia tenu tasi. in Philadelphia i giorni 27 e 28 Maggio 1922 e quando sta vo per terminare la spedizione d'un riassunto di detta conven zione venni in possesso del suo pregiato giornale del 20 Maggio 1922, nel quale lessi la simpatica sua pubblicazione. Intanto accludo Lei il rias sunto perchè si formi un con cetto su quanto si fece, mentre le son grato se ne dara' pubbli cazione. Ringraziandola sentita mente Di Lei Dev.mo Giovanni Politti 402 E. 106th St. La vera relazione sull'Ordine New York, 31 Luglio, 1922 Degni Fratelli dell'O. I. F. d'l. A mezzo dei giornali si è fat to sapere ai Fratelli ed al pub blico che la Suprema Conven zione del nostro Ordine, tenutasi in Filadelfia nei giorni 27 e 28 naggio 1922, si svolse armonio sa, pacifica, ecc. Che queste frottole si diano a bere al pubblico, c magari pas si, ai fratelli dell'Ordine pero' I no. I fratelli hanno il diritto di conoscere la verità sulle cose del l'Ordine. I fratelli non debbono essere minchionati. LA VERITÀ'. O FRATELLI, E' LA SEGUENTE: | Le sedute si svolsero tempe stosissime, e dal Supremo Vene rabile vennero dirette con rente partigianeria. Voi o Fratelli, sapete che nel Marzo 1922, 19 Supremi Dele gati, a norma delle vigenti leggi generali dell'Ordine, avanzarono! domanda al Supremo Venerabile! J Licavi, perchè riunisse in ses sione straordinaria la Suprema Loggia, onde discutere l'operato suo quale Supremo Venerabile e del Supremo Consiglio. E' abbastanza noto, per lo me no ai Fratelli che risiedono in N. Y., che il Licari fin dai primi atti di Supremo Venerabile, la sciò troppo a desiderare, tanto che dopo appena 5 mesi di suo governo egli in Suprema Loggia fu oggetto di vive discussioni per una lunga serie di manche volezze ed abusi da lui commes se, e per cui domando' una in chiesta: ma il Licari richiese che non si nominasse un comita to d'inchiesta perchè sarebbe stato mortificante per un Supre mo Venerabile: ed allora si sta bilì che queste manchevolezze ed altro, venissero discusse dal Su premo e dal Grande Consiglio .dello Stato di N. Y. in unica riunione, (le accuse venivano mosse da questo Grande' Consi- I arlio. UFFICIALMENTE ed U NANIMAMENTE). Questa riunione tra i due Con sigli, benché tardi, fu tenuta; ma il risultato si fece in modo di non farlo leggere in seno all'ul tima convenzione di Filadelfia. Altre manchevolezze ed abusi, oltre ai primi, si sono in seguito attribuiti il Ùupiùìw Venera le; una discussione, quindi sul suo operato ed in una sessione ordinaria, s'imponeva. Qualunque uomo, o Fratelli che occupi una carica, < che senta un po' la dignità di uo mo, sotto la pressione di appunt; sul proprio operato, sentirebbe il dovere di provocare egli stes so la discussione per mettere 1« cose a posto. Invece noi abbiam< dovuto assistere allo special comportamento del nostro S. V. Licari il quale, non solamente non accordo' la RIUNIONE STRAORDINARIA, legalmente richiesta, ma si perm:?f> di trat tare i supremi Delega come u -110 autocrate tratta i suoi ser vi, non rispondendo nè CON UN RIGO DI LETTERA nè a voce, per spiegare il perchè la riunio ne straordinaria non veniva ac cordata. Chiamasi questo o fratelli, ri spettare le leggi? rispettare i di ritti degli amministrati? fai - e o pera educativa? Chiamasi questo agire da per sona che sente l'importanza, la delicatezza e la dignità della cari cadi Supremo Venerabile? Non essendo stata accordata la sessione straordinaria, era d'a spettarsi che l'operato del supre mo Venerable dovesse essere di scusso nella sessione ordinaria del 27 e 28 Maggio 1922. In vista di ciò il Supremo Ve nerabile Licari preparò il terre no a modo suo, e, continuando nella sua sapiente e corretta ope ra di capo di un Ordine che ha per programma il PROGRESSO la civiltà e la fratellanza tra gli affiliati, vedete come. Considerando che coloro i qua li volevano discutere il suo ope rato erano fratelli di New York, (questi essendo più vicini a lui, avevano avuto più tempo e più opportunità di vagliare i suoi at ti) il Supremo Venerabile tiene la convenzione in PHILADEL FIA; ed in questa città, prima del 27 Maggio, si reca una ven tina (i : volte, come egli stesso dichiarò ! Ventisette logge del Massa chusaett, siccome erano appena entrate nell'Ordine, non poteva no, per legge, partecipare a q -- sta Convenzione; allora il Su premo Venerabile pensa di non tenere la convenzione nella pri ma quindicina di Maggio, come per l«gge, ma dopo, e vi invita quelle logge. Dal Massachusett non vennero 27 delegati ma solamente 4, le al tre logge erano rappresentate da fratelli della Pennsylvania, ab bastanza cari al Supremo Vene rabile- • Alcuni fratelli di Filadelfia ci hanno dichiarato esplicitamente, ì con insistenza, che la Grande Loggia della Penailvania trova fasi morosa e perciò il Supremo Venerabile, cl)e ciò conosceva, a i-rebbe dovuto non ammetterla alla convenzione. Invece In questo lavoro di prepara zione il Supremo Venerabile non si limitò a queste cose, ma andò molto più oltre, e vedete di che fu capace, stando alle dichiarazioni tli alcuni fratelli. Un fratello ha dichiarato ripe tute volte, tanto in publico che in privato, che il Supremo Venera bile , discutendo su queste cose dell'Ordine gli ha detto: "Io ti p osso far male"e questi a rispon dere :"Male a me? E che male potresti farmi? Nelle cose del l'Ordine? Ma io ad avere o non avere una carica poco m'infi schio. Male ai miei interessi privati? alla mia famiglia? E al lora ! ! ! Un secondo fratello afferma che il Supremo Venerabile gli ha detto: "Io posso far male a te, ed anche a tuo fratello che abita in Brooklyn." Un terzo fratello dichiara: "Il Supremo Venerabile volendosi imporre a me mi disse: "io posse fare male a, lei ed anche alla sua famiglia: posso levare il pane ai suoi figli : vede questa mia ma no? Essa è lunga, lunga, lunga, t lo può raggiungere ovunque le, rada" Fu con questa preparazione, e con altro che è facile immagina re, che il Supremo Venerabili Licari venne alla convenzione de 27 ezè Tn« KS ;„ 1222 in PWTT.A DELPHI A. Fuori ordine Fin dai primi momenti, prims che la seduta fosse aperta, si ca pi che in tanti c'era il fermo prò ponimento di non far discuteri certe cose; chi la pensava di ver samente dal Supremo Venerabi le, appena cominciava a parlare si vedeva perseguito da interru £3=». A VAISI XI SEI IVI F'RE, OOfSl !_A FIACCOLA IN PUGNO «=CZ PHILADELPHIA, PA., SABATO, 26 AGOSTO, 1922 zioni, voci, invettive; da un bac cano, un inferno, per non farla parlare. La frase FUORI ORDINE di-j venne il motto generale e dell'oc casione : Fuori ordine , diceva il Supre mo Venerabile a colui che parla va su cose che non gli piacevano, e qui tante voci ad interrompere] e gridare a coro :fuori ordine, I fuori ordine. Gli amici del Supremo poteva- j no parlare a lungo anche senza I domandare parola ; gli altri do- ; vevano domandarla tante volte possibilmente per non averla mai, o per essere dichiarati su-j bito fuori ordine. Per tutta la prima giornata di ] convenzione la seduta non si arri vò ad aprirla ;essa potè essere a-' perta regolarmente soltanto nel-! la mattina del secondo giorno, e Dio lo sa come. La seduta del gk.no 28 fu la 1 più tempestosa. Interruzioni, voci, frizzi tutti; i delegati all'impiedi, alcuni saliti sulle sedie a sgolarsi ; alcuni si ! facevano tenere, altri molto pal lidi in faccia, compreso il Supre-| mo Venerabile: altri Supremi Delegati, per amordi quieto vi vere, se ne erano usciti e preferi vano godersi l'aria della strada, da dove si sentiva la fraterna baraonda in cui versava l'Ordi ne sotto il governo Licariano. 1 Giacché bisogna notarlo che di sessioni turbolente, prima del l'avvento del Licari, non se ne erano mai. avute nè alla Supre ma nè alle Grandi Logge. Non occorre dire che qualche volta la seduta dovette essere so spesa. In questo stato di cose e di a nimi, ed avendo fatto notare al cuni che dopo il pasto, dei fumi potevano salire alla testa ed ag gravare la situazione, onde evi tare qualche tragica vergogna, con conscguente danno di rratei li e dell'Ordine, un gruppo di Supremi Delegati credette op portuno di protestare ed abban donare la sala. E così, anche questa volta, l'o nera del Supremo Venerabile non fu possibile poterla discu tere. Si vede che la moralità ed il deca, o trionfano. Dopo di ciò' la Convenzione passò alle deliberazioni interes santi, che, come vi è stato comu nicato, furono due: La prima impone ad ogni Loggia, oltre al Capita Tax, una tassa di? 12 al l'anno a favore della Suprema. La seconda richiede metà più uno dei Supremi Delegati per domandare una seduta Straordi naria. Come si vede per qualcuno le Rose interessanti erano queste due, e cioè: BATTERE FORTE a DENA RI e CHIUDERE LA BOCCA AI SUPREMI DELEGATI. E' risaputo che per il passato l'Ordine ha potuto allargarsi e progredire, davvero meraviglio samente e superando qualunque aspettativa, con la spesa di poco tlenaro; e noi ci abbiamo sempre tenuto a'dimostrare che con una capita tax inferiore a quella di gualche altro Ordine potevamo rispondere agli impegni e pro gredire ; e per non andare tanto lontano basta rammentare che la amministrazione che precedette Tuella del Supremo Venerabile Licari al suo inizo trovò la cas sa della Suprema Loggia senza rlenari e con un debito di circa S6OO verso il tipografo che stam pò le Leggi Generali, e quella amministrazione con i soli pro venti della capita Tax e di qual che altra piccola co,sa, in due anni note' pagarti il debito, fare tutte le snese opportune, pubbli care il giornale "La Voce Fra terna" e potè' consegnare all'am successiva un fon do di circa SIOO. Ed allora l'Ordine progrediva e stava finche in pace. Oggi invece, sotto l'ammini strazione Licari, alla distanza d: soli Diciassette mesi, con un? maggiore capita tax, perchè vi l un maggior numero di logge. ( con la contribuzione straordina ria di CINQUE SOLDI per o gni fratello la Suprema Loggiì anzicchè avere denaro in cassa ha debiti, ha fatto morire il giornale dell'Ordine versa nella più' completa sfiducia, e deve ve dere il suo Supremo Venerabile che non risponde dei suoi atti. Perchè si domanda questo de nari extra? Oggi in ITALIA, per come si apprende dai giornali, le finanze dello Stato sono in disastro per chè i partiti politici, per farsi a mici e proseliti, creano impieghi e apendono largamente Che si voglia fare Io stesso nell'Ordine Indipendente Figli d'ltalia? Non fatevi minghionars Raccogliere le firme di metà più uno dei Supremi Delegati, per domandare una seduta stra ordinaria, cioè per esercitare l'a nione di controllo di/popolo nelle cose dell'Ordine, è praticamente impossibile, ed i Supremi Dele gati nel votare questa delibera zione non si sono accorti che me nomavano i diritti proprii e del le Logge che rappresentavano, che tradivano il proprio manda to, rinunziando supinamente ai diritti di controllo che danno le leggi, che in fine, in questo mo mento, in cui ogni popolo che ha mente e dignità, conquista nuq vi diritti strappandoli all'Autò crate potere di pochi, essi SI SON FATTI MINCHIONARE abbandonando questi diritti a favore della autocrazia di uno o di pochi. Fortuna'mente però questó due deliberazioni, prese inconsulta mente e sotto la suggestione di chi ha interesse a battere a de nari, e chiudere la bocca ai Su premi Delegati perchè i SUPRE MI AMMINISTRATORI non vogliono rispondere dei propri atti, queste deliberazioni dicia mo. SONO ILLEGAI,I e perciò' non possono avere corso- Difatti le proposte che porta rono a que!'e due deliberazioni, non erano state presentate mai al Supremo Comitato Leggi, er se vennero presentate seduta stante quindi, per l'articolo 8. Capitolo secondo delle leggi generali, al massimo potevano essere prese in considera zione per essere discusse nella sessio ne SUSSEGUENTE. Quan .0 anche poi fossero ,ta te presentate al Comitato leggi, non si sarebbero potute discute re nemmeno giacché il comitato leggi non si potè' riunire perette' il Supremo Venerabile nominò questo comitato proprio alla vi gilia della Suprema Convenzione cioè il 26 Maggio 1922. Inoltre per l'articolo 2 Capito lo 32.m0 certe speciali modifi che ed aggiunte, come le due in parola, dovevano farsi pervenire in tempo al Supremo Venerabile per passarle poi al Comitato Leg gi- Invito ai fratelli , Per questi fatti e per queste ragioni, o fratelli, noi vi invitia mo ad aprire gli occhi, ad esami nare bene le cose, a salvaguarda re i vostri interessi ed i vostri diritti, la vostra dignità, a far sentire la vostra voce a far cor reggere il mal fatto. Riflettete bene o fratelli, cosa vi dicono i risultati di questa ul tima Suprema Convenzione? Essi vi dicono: Pagate e paga te, ciecamente pagate ; non secca teci a domandare quanto faccia mo e se lo domandate non vi ri spondiamo. Fratelli, vi invitiamo a man dare una lettera al Supremo Concilio invitandolo a provvede re a che si riconsiderino e si di scutano in altra sessione della Suprema queste due deliberazio ni. Vi invitiamo altresì a scrivere al Grande Consiglio della Gran de Loggia dalla quale si dipende perchè fer-oin pur essa sentire la sua voce, giacché i Grandi Con sigli conoscono abbastanza che ci sono diverse Logge che non ■polo non possono pagare la nuo va tassa di sl2. ma nemmeno la capita tax ordinaria, e qualchr volta ne hanno domandato l'e senzione alla Grande od alla Su prema Loggia. E per chiudere facciamo ui accenno alla infelice relazione del Supremo Venerabile fatta | in Suprema Convenzione. Egli, che non aveva che dire, | parlò pochissimo e dicendo, in j tutti i toni ed in tutti i versi, del suo atto grande per l'entrati delle 27 Logge del Massachussett nel nostro Ordine. Voi, o fratelli, conoscete quan te volte i giornali riportarono questo fatto cantando alla nau sea le lodi del Supremo Venera bile Licari, usando però sempre le stesse idee c le stesse parolg perchè quelle loti:, in forma di ordini del giorno, pur provoca te da Logge lontane l'una dal l'altra, ei'sno suggerite. e deta te modestamente, ed immerita tamente, da un solo individuo, il quale a forza di chiacchiere vor rebbe far credere che il sole splende di notte. Questa minehionatura, tanto gonfiata, venne sgonfiata in Su prema Convenzione dalla puntu ra di una voce di verità: e preci samente da brevissime parole del fratello Celli di Leominster, Mass., il quale francamente, e senza poter essere smentito, di chiarò che quelle 27 logge venne ro all'Ordine Indipendente per merito di nessuno ma per esclu sivo merito di sè stesse, giacché furono esse Logge che sponta neamente vollero venire al no stro Ordine. E crediamo che sia abbastan za. LA VERITÀ' SI FA SEM PRE STRADA, vogliano o non vogliano i minchionatori. 1 Supremi Delegati Giovanni Poletti, Giovan ni Buscemi, Luigi Ai tale, Angelo La Miintia, C D'A mico, Antonino Gazzetta, Frank Vasta, Roberto Tranch ina. 1 SARTI VERSO LA VIT TORIA Se pochi sono quelli il cui cuo re possiede un lungo e durevo le coraggio e il cui spirito pos siede la virtù della costanza, i sarti di Philadelphia hanno di mostrato di essere di quei pochi. Da sette settimane combatto no una fra le più cruenti batta glie a cui questa città abbia mai assistito nel campo del lavoro e sono animati dallo stésso spirito di lotta dei primi giorni, dall i stessa fede, dalla stessa volontà di vittoria. Essi hanno subito, negli ultimi anni, le più arbitrarie riduzioni di paghe ed umilianti condizioni di lavoro, senza una protesta, hanno lasciato correre in silenzio le prepotènze padronali, perchè fiduciosi in un migliore avveni re della loro classe, in un auto freno nella rapacità dei padroni. Ma questo migliore avvenire non accennava ad avvicinarsi, la cupidigia padronale aumentava sempre più e la supina passivi tà dei lavoratori si è al fine stan cata e si è vista la dignitosa e composta ribellione sorgere ed ingigantire spontanea, veemen te, travolgente. Ed i padroni hanno in un pri mo tempo folleggiato sull'enti tà dello sciopero, ma, quando la fede degli scioperanti ha trion fato sul tentennamento dei debo li e l'agitazione si è estesa fino alla generalità, sono ricorsi a tutte le mali arti : alle promesse lusinghiere, alle menzognere in sinuazioni, alle compiacenze dei giudici nel concedere ingiunzio ni, al teppismo prezzolata. I sarti hanno però tenuto du ro e ben 93 manifatturieri sono siati costretti ad arrendersi alle richieste degli operai costruen do all'Organizzazione una soli ra piattaforma da cui potersi slanciare con maggiore libertà nella lotta contro i pochi riotto «i La giustizia delle richieste de gli operaf, la loro dignitosa coni postezza nel condurre l'agitazio ne, la fede di cui sono animat anche dopo sette settimane d lotta sono indice sicuro della lo ro immancabile vittoria, che sa rà tanto più bella quanto più du ra. Per una riforma nei Consolati 111. Malafede ed equivocazioni E' vero ! Vi sono coscienze in- j certe e bacate per scoprire le quali alla pubblica opinione ab biamo preso la parola. Non è il principio, sentimen tale del resto, che combattiamo, per il quale anche noi sostenem mo delle lotte avendo ad acerri mo oppositore chi oggi s'erge a paladino della causa consolare: ma noi siamo contro i falsi sa- ' cerdoti, contro la malafede, con tro i metodi equivoci che si per seguono per abbindolare il pub blico. DJÌ falsi sacerdoti abbiamo ifià parlato nei due articoli pre cedenti e ne riparleremo ogni j qualvolta sarà necessario allude re ad essi. Della malafede e lei metodi equivoci che si perse guono dai nostri t contraddittori, liciamo oggi e diremo in ap presso. ♦ * * Dal primo articolo pubblicato sull'Opinione del 9 luglio scorso, (uello del famoso "Uovo di Co lombo", che non fu scritto dai redattori di essa, era manifesta l l'intenzione, niente affatto ob biettiva, del giornale e di chi lo iveva spinto o consigliato ad a prire la campagna; ed era evi dente anche, per il più idiota dei lettori, che mentre si parlava in generale e si voleva far credere "he la riforma dovesse implo arsi per tutti i Consolati italia ni d'America, la campagna la si lolle localizzare al Consolato di Philadelphia, per il cui servizio li avvocato, non facendo il no me ma dicendo le qualità, era ,d a Filadelfia di quelli for liti di doppia laurea, in Italia, •ioè, ed in America, diamo loro a preferenza., come ai più com petenti, per il pieno possesso ielle dite lingue, necessario nel e traduzioni da cui spesso può' lipendere il successo di una com ìetizione" Dobiamo escludere New York, lerchè in quel Consolato vi è in avvocato italiano senza dop pia laurea, il Comm. Senatore salvatore Cottilo, (iure essendo cene nella metropoli americana li quelli che sono laureati in l alia ed in America- Resta, dun ]ue, delle due città menzionate ìell'articolo del redattore indi cono dell'Opinione soltanto Phi adelphia, il cui Consolato avreb >e dovuto essere ipotecato da una lesignata persona, quali che "ossero i suoi meriti, a scapito li tanti bravi e colti professio nisti nati o cresciuti qui. Facciamo notare che noi non parliamo di ciò che sappiamo Erettamente, ma ci limitiamo a confutare quanto è stato pub jlicato in malafede dall'Opinio ìe; diciamo in malafede, perchè, mentre s'invitava il pubblico a combattere per una causa collet tiva, nell'interesse della massa dei nostri emigrati e ài quello iegli avvocati italo-americani, si aveva in mente e si leggeva fra le righe d< M'articolo che il can iidatc era *tato già scelto. Lo stesso suggerimento per la scelta del candidato fa ripetuto nelle successive pubblicazioni fi no a che, non volendo l'Opinione, che lo aveva già designato, as sumersi le responsabilità, girò il compito al comitato, che procla mò eletto il candidato. * * * Lanciato al pubblico il prime articolo, "L'Uovo di Colombo", fili diretti telefonici e telegrafi ci, d- irùpinione, n-mieto «ffcì rato ed agitato il personale d quel giornale per ricevere e de cifrare i messaggi ricevuti, uns vera infinità che non si potette ro ospitare per mancanza d spazio. Si pubblicarono solo quel li fabbricati. Infatti, diverse let tere sono dello stesso stile del Fa quel che devi, men che può*. Abbonamento Annuo $ 2.00 TOA COPIA 3 SOLDI l'articolo dell' "Uovo di Colom bo". Aggiungiamo che la sera di giovedì, 17 corrente mese, nella gradinata al No- 1639 So. 13th (Street, domandato un nostro in diretto parente chi gli avesse scritto la lettera, ci rispose: lo | non ne so niente; non l'ho scrit ta, nè ho autorizzato a scriverla. Anzi io conosco altri quattro o cinque casi identici al mio. Era necessario, per l'Opinio ne, onde infiammare il pubblico, idi dire che essa riceveva molte ; lettere e telegrammi di adesio ne; di raccomandare agli a derenti alla campagna di essere brevi nelle loro lettere; di mil lantare le visite di quelli che portavano l'adesione in tasca; di far prendere a prestito il nome di personaggi ben quotati. L' "Opinione" del 17 luglio il. s. pubblica che la sera di mer coledì, 1.0 luglio 1922, avrà luo go un comizio che doveva esse re presieduto dal Dr. Giuseppe Fabiani e che l'envrata era libe ra a tutti. Il comizio ebbe luogo od intervennero 31 persone, compreso 4 tipografi " 3 redatto ri di quel giornale ed il Cav. Co stantino Costantini, che vi si e ira recato per rappresentarvi il Progresso Italo-Americano. Il Dr. Fabiani non comparve. Nell'edizione del 21 dello stes so mese l'Opinione pubblicò il resoconto della "riunione", non più del "comizio", ma ebbe l'im pudenza di dire "che la riunione (ira riuscita affollata". Di una colonia di circa duecentomila persone, per una «ausa Serrastretta No. 329, $5.00. Dalla Vittoria d'ltalia, No. 823 J. Tenaglia sl, T. Pino 1, V. Fargione 1, Herman R#- Farieiizè uà F^iiàucìplìia Yine Street Pier EUROPA 8 Settembre AMERICA 20 Settembre TAORMINA 20 Ottobre TAORMINA 6 Dicembri ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER "Entered m sceood-cfauß matter April 19,1918, at the pout office at Philadelphia, Pa_ under the Act of March 3, 1879" WITH THE LARGEST CIRCULATION