LA LIBERA PAROLA
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C.w. A. (ìii-seppk Di Silvestho
eOITOR-INCHIE^
1626 <-o. Broad St.. Filila.. Pi».
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Anno 5. Sibilo 1 Lugl.o 1922, N. 2o
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la the U. 3.. por re»r . ....... • l*- 00
M •* •* ** per àix ntonths
* par threa innuba .... 0.70
con piacere i signori Costanzo,
Chiaromonte, ex
venerabile; Licastro, tesoriere.
F. Copari, segretario archivi
sta: F. Nicolazzo ed altri.
Nel pomeriggio il Grande
Venerabile visitò la sede del
l'Ordine dei Moose, del quale
fanno parte una ventina circa
di soci dell'Ordine, e vi fu ac
colto dal presidente e da altri
ufficiali, con la massima defe
renza e cordialità.
Alle ore 8 pomeridiane pre
cise egli intervenne alla loggia
Vittoria Alleata, che si era riu
nita per ricevre la sua visita, la
quale accolse il Cav. Di Silve
stro entusiasticamente.
Il Grande Venerabile parlò ivi
degli scopi dell'Ordine, delle sue
vittorie, dell'Orfanotrofio. A
proposito della tassa mensile a
questa Istituzione si fece una
lunga discussione per diradare
malintesi che esitevano fra log
gia e Grande Concilio e che fu
rono in parte appianati.
Dopo la seduta, in onore dtl
Grande Venerabile, fu dato un
lunch.
A DUBOIS
In questa città il Grande \ e
nerabile arrivava nel pomerig
gio di sabato, prendendo allog
gio al Commercial Hotel.
Nelle ore antimeridiane egli
partecipò alla seduta delle due
logge, Roma dei Cesari, maschi
le e Cornelia femminile, che si
erano riunite per discutere sui
lavori di preparazione della
Grande Convenzione che vi a
vrà luogo l'agosto del 1923.
La seduta fu laboriosissima.
Nel pomeriggio intervenne
alla riunione del Comitato pre
paratore della Grande Conven
zione.
Erano presenti i rappresen
tanti delle logge del Distretto,
cioè della Maggiore Baracca.
Kcgio Esercito Italiano, Stato
Maggiore, La Bandiera d'ltalia,
Due Palme, Principe di Pie
monte, Vittorio Veneto, Il Ri
sorgimento italiano, Libertà.
Ettore Fieramosca, Fratelli Ca
iroli, Marsicana Villa Glori,
Fratelli Bandiera, \ ittorio Al
fieri, Roma «le; Cesari e Corne
lia.
Presiedva il signor Thomas
Marando.
Furono presi provvedimenti
per la raccolta del denaro occor
rente a sostenere le spese della
Grande Convenzione e si for
mularono voti per la buona riu
scita di essa.
Parlarono il presidente del
Comitato, il Grande Venerabile,
ed i signori Balestrieri, che reci
tò una poesia, V. Astolfi e An
tonio Crivella, deputato della
Roma dei Cesari.
Dopo il breve ed efficace di
scorso del signor Crivella la
riunione si sciolse con l'augurio
di rivedersi presto.
Siamo dolenti che lo spazio
non ci consenta di riportare le
belle parole di quest'ultimo.
La sera il Grande Venerabile
fu ospite dei coniugi Clemente.
Erano con lui il signor France
sco D'Addario con suo suocero.
La signora Clemente fece gli o
nori di casa in modo ammire
vole e preparò e servì un pranzo
reraniente luculliano.
Più tardi il Grande Venerabi
le intervenne al concerto della
banda musicale che concertava
sotto la direzione del giovane
maestro signor Michele Di Zinni.
Questa banda è sorta da circa
quattro mesi per iniziativa del
signor Thomas Maranda, che
ha incontrato le spese per gli
strumenti. Di essa fanno parte
ragazzi dagli otto ai 15 anni. Il
Grande Venerabile si congratu
lò col maestro per l'insperato
successo che in breve tempo ha
fatto il corpo musicale.
La stampa americana di Du
bois nel dare la notizia della
prossima convenzione diceva fra
l'altro :
Dalla minaccia di arresto
agli insulti plateali
Il signor F. Centorbi, diretto
re del settimanale "Unione" di
Pittsburgh, è diventato di una
audacia sorprendente ed ha
pubblicato una pagina intera di
chiacchiere la prima pagina
nella sua edizione del 10 giu
gno u. s., infarcita d'insulti e
di insinuazioni che non ci tan
gono. Abbiamo detto "una pagi
na intera di chiacchiere ' per
chè alcuni azionisti della "Sal
vee Reproducer Co." mentre
hanno fatto un deliberato di
smentita, continuano a dire che
il loro denaro lo ritengono per
duto e l'unica preoccupazione
ch'essi hanno è di salvarne al
meno una parte. Del resto, con
tenti ora gli azionisti, conten
ti noi, contenti tutti. Il tem
po che è un giudice serio ed im
parziale darà la risposta.
* * ♦
Il signor F. Centorbi non è
da oggi che ci provoca, anche
nella qualità di dirigenti in
Pennsylvania dell'Ordine dei Fi
gli d'ltalia.
Il 2 aprile 1921. pubblicando
un comunicato di diffida del
Grande Concilo di Pennsylva
nia contro gl'lndipendenti, ebbe
modo di rivelarsi per quello che
è: un chiacchierone inconclu
dente e velenoso. In calce al
comunicato il Signor Centorbi
fece comparire una colonna di
improperi contro i dirigenti
della italianissima Istituzione
di questo Stato. Lo lasciammo
dire, senza curarlo, perchè non
>o credemmo degno di conside
razione.
Recentemente, durante la di
scussione sulla vendita dell'O
spe.lale Alvino ai neri, il signor
Centorbi affermò che mentre e
gli il filantropo aveva fat
to pubblicità gratis per l'istitu
zione ospedaliera, altri giornali
si erano fatti pagare.
Siccome noi eravamo fra
quelli che avevano pubblicata
l'inserzione ad un prezzo di mi
seria prezzo del resto che il
Dr. Alvino ancora si decide a
pagarci ?. saldo ci risentim
mo e "facemmo dei commenti,
forse un po' vibrati, alla corri
spondenza di Tarascone. In essi
dicevamo cose, parte delle quali
ci era stata riferita direttamen
te ed indirettamente da un ec
centrico redattore.
Il giornalista, prima di pub
blicare un'informazione, deve at
tingerla da persone in buona in
buona fed ed oneste. E noi abbia
mo sempre creduto onesto l'infor
matore, che ci dava notizie a
mezzo dei nostri amici. Ma allo
ra. come abbiamo detto, non
demmo importanza all'uomo del
le definizioni e fingemmo di
non esserci accorti della sua
malvagità.
E' sempre nostra abi
tudine di tenere per noi le in
formazioni che ci sono state
sempre date e che, anche a co
sto di sacrificare la nostra per
sona, non avremmo mai rivela
te. Ma il signor Robert ucci, ex
redattore dell'"Unione", ha cre
duto che egli potesse ripetere
con noi il suo girellismo, perciò
crediamo nostro dovere esporlo
al pubblico onde egli si ravveda
e smetta, per l'avvenire, di
prendere in giro tutti.
E* il vostro Michele Rober
tucci, che vi parla, egregio si
gnor Centorbi; il vostro ex re
dattore, eccentrico ma onesto;
colui che ci scriveva di un SE
GRETO che gli fece vedere un
CODARDO TRANELLO e che
mentre ritiene le sue cose un
AFFARE PRIVATO, queste
cose comunica poi altri per
nuocervi. Infine a parlarci nel
la lettera che segue è lo stesso
che il 26 Aprile 1921 di
ceva di aver lasciato il giorna
le ANCHE PER RAGIONE DI
INTERESSI e che, in una far
macia affermava di essere stato
soddisfatto dal signor Centorbi
il 19 Maggio, 6 giorni dopo le
accuse de "La Libera Parola"
contenute nel numero del 13 del
lo stesso mese.
Ecco la lettera:
Pittsburgh, Pa., 26-4-1921
j Egregio Sig. G. Di Silvestro,
Proprio adesso ho avuto il
piacere d'incontrare il comune
umico Brocato. presso l'Ufficic
Postale e siamo stati d'accordo
nella chiarezza del caso. Starna
te però dovevo vedere Certo,
lon l'ho trovalo e sarà assente
per due giorni. Egli mi disse in
tmi principio che vi aveva scrit
to che "Robertucci assoluta
mente non ha colpa sul deplo
revole a fare". (Parla dei com
menti fatti alla diffida del Gr.
(Concilio dell'O. F. d'l. di Penn
sylvania, n. d. r.) Ed è noto che
dovunque mi sono trovato ho
profuso meritevoli encomi al
l'Ordine Regolare. Fui lieto di
pubblicare il comunicato circa
la no ini ua a Cavaliere e volevo
metterlo in prima p., ma vidi
che c'erano delle riluttanze e S'.
pubblicò tifi Quarta.
Adesso dissi di pubblicare
quell'avviso (si parla sempre
della diffida) col solito "rice
viamo e pubblichiamo" o col
"p r debito d'imparzialità pub
blichiamo" e se il "qualcuno" si'j
'osse risentito era affare suo. \
Il titolo, dissi, "Per una smen
<ita". Si rispose "no". Quindi,
affc.r loro.
Urocato mi disse che certi
particolari non si sanno, ed ioj
ri accludo la dichiarazione ili
na» zi al notaio dall'ottobri
scorso a! tempo recente del ma
dornale errore per la lampante
dimostrazione.
Quando poi si voleva esclude
re SEGRETO (ecco svelato i!
segreto) per sa traguardare la
SALVEfj ed includere me, vi
,'i un CODARDO tranello ed ho
lisciali il giornale, anche per
RAGIONI D'INTERESSE.
Altro Dot rei, ma mi riserbo
per la prossima settimana.
Mi farete il piacere di man
darmi "La Libera Parola" al
615 HV/jsfrr Avenue come ave
te fatto per Certo la volta pas
sata, che arrivò sabato. Vi pa
gherò l'abbonamento. Certo mi
disse che andando ad Erie pas
serete per Pittsburgh e possia
mo vederci dovendo parlarvi di
un affare.
Tanti saluti
Dev.mo
M. Robert ucci
Compiacetevi restituirmi, s<
credete, la dichiarazione notarile
(ciò' che stupidamente facem
mo. 11. d. r. )
* * *
Speriamo che il signor Cen
torbi si sia convinto ora a chi
rivolgere i suoi strali velenosi
prima di rendersi ridicolo, fal
so e calunniatore. Siccome egli ho
affermato che il signor Rober
tucci (non da noi fabbricato, ma
quello vivente nella città del fu
mo, n. d. r.) è vii Robertueci
eccentrico sì, ma onesto, noi,
che non abbiamo nessuna ragio
ne per credre il contrario, rite
niamo che il bravo redattore.
perchè onesto, abbia detto la ve
rità e che il signor Centorbi,
senza scagionarsi dalle accuse,
fu un gioco di parole.
Se oggi dicessimo che il signor
Frediani ha fatto sequestrare i
libri della Italian Consolidated
Press" dalla Corte di Pittsburgh
per la verifica dei conti, e che if
Centorbi all'atto di consegnare i
libri tremava come una foglia al
vento ed impallidiva, egli ci di
rebbe che La Libera Parola non
è veritiera. Non è vero, forse, si
gnor Centorbi?
I §IO.OOO di azioni, valore no
minale, che il signor Centorbi
dice di aver versato al tesoro
della Salvee, perchè vendendole
od ipotecandole (quanto si è ri
tratto dalla vendita o ipoteca di
esse? n. d. r.) se ne fosse rica
vato il denaro necessarip per lo
sviluppo della Salvee stessa, non
costituiscono un suo sacrifizio
perchè gli furono regalate dal
l'inventore Salvee.
.Conchiudendo, per ora, que
sta breve risposta, sentiamo di
dire al signor Centorbi tre co
se :
1. Non abbiamo nessun re
dattore che vada in giro presen
tando, oggi una, domani l'altra
per propria moglie.
2. Siamo abituati a discu
tere e non mai andarci a ripa
rare dietro le gonnelle con mi
nacce di arresti, perciò non ri
corriamo in corte per le contu
melie che egli ha scritto contro
di noi.
3. Garentiamo che non fa
remo mai arrestare se lui a
qualche altro proverà che la no
stra vita privata e pubblica non
è quella che si addice ad un one
sto cittadino.
HI LOZÒGoI
I DEL DR. PIETRO
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lv——u
LA LIBERA PAROLA
! Ci si faccia uguale promessa
e cominceremo, provando, la
sfilata in parata. v
La Libera Parola
a.: Tra
Le ingiustizie della giustizia
Ci piare riportare da "La
Stella d'ltalia" del 24 giugno
it, s., di Greensburg, Pa., wnp
lettera che il signor S. De Ma
ria, che tanto se ne è interissa
to, scrive a quel giornale circa
! processo per i fatti di Bea
eerdale. Perchè ci pare impossi
bile che, nella terra della libertà
e della giustizia, un giudice pos
sa e debba permettersi di impe
dire ad un avvocato di parlare,
specialmente poi se questo av
vocato rappresenti la contea,
cioè la legge manomessa da un
manipolo di briganti.
L'eco la lettera del signor De
Maria :
Egregio Prof. Pitocchi,
Il processo per i dolorosi av
venimenti del Luglio scorso a
Beaverdale s'è chiuso ad Ebens
burg, Pa., lasciando nell'animo
di chi fu presente un poco lu- !
singhiero apprezzamento per i i
giurati che ne pronunziarono il'
verdetto, e per il giudice che
partigianamente ne diresse il
dibattito. '
E' strano che ancora oggi —!
nel secolo ventesimo in que
sta terra ch'è stata sempre ri
guardata come un santuario di
ogni libertà, è strano, dicevo, j
che spirito di parte offuschi le
menti, e ponga talora in mano
alla Giustizia una bilancia a
pesi falsi.
Il linciaggio in massa trova
ancora nella morale di questo
popolo la sua sanzione.
Dopo quattro giorni di una
lotta titanica sostenuta con abi
lità, coraggio e competenza non
comuni, il giovane e valoroso
Avv. Charles J. Marglotti che,
fungeva da District Attorney,
si è visto nell'ora dell'arringa fi
nale tolta la parola dal giudice
Charles E. Whitten, pel perchè
l'avvocato avversario, vistosi a
mal partito, vi aveva sponta
neamente rinunciato. La coali
zione campanilistica ambientale
ebbe a temere che la parola di
chiusura, di colui che patriotti
camente si batteva a favore
delle infelici vittime dello scem- 1
pio, potessero alfine, data la
santità della causa difesa, com-.
muovere anche la gente di loro j
parte che sedeva al banco dei j
giurati.
Questo fatto che non ha pre- ;
cedenti nei tribunali d'altre na
zioni civili, e l'essere stati i 14
imputati condannati alle "pese
del processo, dopo aver vissuto
quattro giorni d'ansie continue
è comunque per noi una bella
vittoria morale.
Oltre all'Avvocato Margiotti,
il banco dell'accusa era rappre
sentato dall'Avv. John Di Sil
vestro di Pliiladelphia, Venera
bile Supremo dell'Ordine dei Fi
gli d'ltalia, dall'Agente Conso 7
lare sig. Paolo Sterbini, dal sig.
Sante De Maria e dai detecti
ves A. De Gaetano e Jeffres.
E' sperabile che gli italiani
trovino la forza di andare più
oltre, affinchè si stabiliscano i
responsabili dei danni arrecati
e ne vengano risarciti coloro
che furono danneggiati.
Che gl'italiani d'America
comprendano una buona volta
che l'unione di tutti sarà la no
stra forza, e che più difficile di
- verrà per costoro il calpestarci
se arriveremo ad essere un
blocco solo.
Frattanto il comitato prò spe
se del processo, rivolge ancora
una volta a mezzo del suo pa
triottico e battagliero giornale
un caldo appello alle Società,
alle Logge ed ai privati perchè
diano il loro contributo moneta
rio per coprire il deficit delle
spese sotenute e di cui, quanto
prima, se ne darà un pubblico
resoconto.
Voglia, Ella, signor Diretto
re cooperarsi ancora per porta
re onorevolmente a fine questa
bisogna, e gradisca intanto a
nome dei componenti il comita
! to i segni della più alta stima.
Per il Comitato^
S. De Maria
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OFFICER VISITED HERE
Giuseppe Di Silvestro, of
Philadelphia, who is grand offi
cer of the Sons of Italy of A
merica, was in Dußois yester
day and attended a special niep
ting of the local Sons of Italy,
called for the purpose of going
oyer plans for the big conven
tion that is to be held in Du
Bois in 1923. These plans are
being formulated rapidly by the
local organization and all of
them were gone over by the
grand officer, who approved of
the manner in which local com
mittees are working. The plans
that are suggested give promise
of handling this large gathering
in a first class manner and
without doubt will furnish to
the visitors the best time they
ever enjoyed at a grand lodge
gathering".