La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, August 07, 1921, Image 1

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ERMIT N.O 600 AUTHORI2ED BY THE ACT OF OCTOBER 6, 1917, ON FILE AT THE POST-OFFICE OP PHII Aniri on.. _ . „
OFFICE OF PHILADELPHIA. PA.; BY ORDER OF THE PRESIDENT, A. S. BÙRLESON. POSTMASTE^
LA ÜBERA PAROLA
| I forti caratteri sono gli Dei
■ Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Diretu--
1626 So. Broad Street
ANNO IV. - Numero 31
Una visita che suona insulto agli italiani d'America ed alla
memoria del defunto Co
Abbiamo ragione di credere che
saremo i soli ad uscire dal riserbo
ed a dire il nostro pensiero, libero
tempre, sulla venuta in America di
S. E. Tommaso Tittoni, presiden
te del Senato del Regno d'ltalia.
La sua visita e', non solo inop
portuna, una profanazione alla
memoria cara agli italiani degli
Stati Uniti del defunto Conte
Macchi di Cellere, già' Ambascia
tore di Si M. il l{e d'ltalia a Wa
shington, alla cui morte contribui'
non poco la vendetta drlFollnra pre
sidente del Consiglio on. Xitti, per
petrata per mezzo dell'odierno ospi
te, che subito dopo, sulle ceneri an
cora calde dell'illustre Estinto, da
Ministro degli Esteri divento' pre
sidente del Senato.
Sarebbe dovuto essere dovere im
prescindibile di S. E. Tittoni di
giustificarsi dalle accuse di Justus,
contenute nel libro "V. Macchi di
Oliere all'Ambasciata di Washing
ton - Memorie e testimonianze"
prima di porre il piede in questo
lembo di terra dove l'illustre Defunto
ebbe a soffrire le amarezze più' ter
ribili procurategli dalla perversità'
di uomini, i quali ironia del ca
so saliti al potere per riportare
la pace nella nostra Patria, rico
struirne le economie, mantenere ot
time le relazioni all'Estero come, in
America, le aveva inaugurate e con
dotte, per circa cinque anni, un in
tegerrimo funzionario, un Diploma
tico colto ed accorto, incominciarono,
qnegli stessi uomini, una politica di
debolezze, di reazioni, di vendette di
anti-italinnita'.
"Consummatum est!!", diceva il
Conte Macchi di Cellere scrivendo
ad un amico di Roma nell'ottobre
del 101!», dodici giorni prima del
la stia morte. "La mia testa era evi
dentemente troppo voluta, ela si
vende. I Giuda non scompaiono an
cora dal mondo, ne' scompariranno
mai". Sante verità'! Si volle, non
solo la testa, alla Consulta, ma la
"pelle" del Conte di Cellere perche'
nella tomba scendessero con Lui tan
ti documenti compromettenti. La
vittima, e' vero, scese nella tomba,
ma rimasero intatte le documenta
zioni contro i perversi che la nobil
donna Contessa di Cellere ha dato
alle stampe e fino ad oggi non si e'
potuto rispondere perche' gli scrit
ti sono scritti e non si possono can
cellare.
Gli italiani d'America, prima di •
prostrarsi davanti a S. E. Titto
ni. dovrebbero domandargli spiega- j
zioni dei suoi atti quando era Mi- !
nistro degli Esteri, dovrebbero leg- ;
gore il libro "V. Macchi di Cellere
all'Ambasciata di Washington," al
quale alludevamo pili' innanzi, do
vrebbero, almeno, rileggere i volu- j
mi del "Carroccio" di New York,
da un anno a questa parte, sull'opera
moralmente assassina di Cagoja e
del =uo tirapiedi. A proposito del
"Carroccio" quale atteggiamento ter
ra' esso in questa faccenda?
* * ♦
S. E. Tommaso Tittoni nel mo
momento in cui scriviamo e' per pas
sare davanti alla statua della Liber
ta". Avvicinandosi ad essa non ab
biamo nessun dubbio che egli senti
rà' il rimorso di quanto fece in
danno di un uomo illustre, di un
Ambasciatore per i cui meriti, e
non per quelli dei canta-storie, l'l
talia era riuscita ad avere crediti in
America, ad ottenere carbone, che
le consorelle Alleate le intercettava
no, e tante altre cose necessarie al ■
della nostra guerra.
Nonostante ciò', egli accetterà' ri
cevimenti da quella massa duttile,
bonaccia, ambiziosa che si affeziona
più' ai vivi che alle sacre memorie
doi morti, i quali, in vita, si resero
benemeriti dei due Governi, italia- j
no ed americano e di noialtri im- !
migrati.,
S. E. Tittoni viene in America
conte privato, sebbene abbia una Jet- ;
tera autografa di S. M. il He <1 I
talin per il presidente degli Stati U-j
aiti. Sarebbe davvero consigliabile
che egli, giacche' ha voluto venire :
a profanare la memoria di una Sua
vittima, si limitasse a rimanere in
privato.
Intanto la stampa ha comunicato ;
le conferenze che Egli dira' duran-j
te il suo soggiorno fra noi. I temi
sono:
"1. Eapporti intellettuali dell'l
talia moderna (storia, filosofia, giu
risprudenza, economia e diritto) ;
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
Aprii 19. 191». ni Ih, POS, otùc al Pa-, .md,r Ih, Art ~f March 3, 1879".
2. La finanza dell'ltalia (im
poste, circolazione monetaria, debi
to pubblico, cambio e credito) ;
"3. 1 JÌI situazione dell'agricol
tura e delle industrie in Italia;
'4- I rapporti economici dell'l
talia cogli Stati Uniti :
"•>. ll problema internaziona
le delle materie prime (dazii, espor
tazioni, prezzi differenziali) :
I problemi del capitale e
del lavoro in Italia;
Gli orizzonti della legisla
zione sociale e della eoopi-razione;
"8. Emigrazione.
Sarebbe stato consigliabile che a
questi temi S. E. Tittoni ne avesse
aggiunto un altro: ''Per quali ra
gioni io volli la testa del Conte
Macchi di Cellere".
Ad avvalorare la nostra denunzia
sull'uomo che, quando questo gior
nale vedrà' la luce, trovasi già' in
America, siamo costretti riportare i
telegrammi ripassati fra l'illustre
lefunto e l'allora Ministro d'ltalia
per gli Affari Esteri.
Dopo la conferenza della pace il
onte Macelli di Cellere voleva toma
re in Patrta e godersi un meritato
riposo. Era da un pezzo clic non
fndava in vacanze, ma il sentimcn
:<> del dovere, durante la guerra, lo
enne inchiodato al suo posto in Wa
shington. A Parigi, assolto il dovere
•he non gli fecero assolvere per ge
osia. fu S. E. Tittoni a sconsigliar
-odi tornare in Patria, e l'illustre
liplomatico, verso la meta' di luglio,
.orno' in America.
K* inutile ridire le accoglienze
•he Egli ricevette allo sburro e dopo,
lagli italiani d'America, dalla stani
la italiana ed americana e dalle au
torità' di questo Paese. Arrivato a
Washington il 14 luglio 1!»1«) il pre
ridente Wilson volle subito riceverlo
•OH manifesta simpatia: la signora
Wilson fece trovare un mazzo di ro
■c alla Consorte dell'Ambasciatore
itornato.
E' bene ricordare per la storia clic
1 presidente degli Stati Uniti, quan
lo si reco' la prima volta alla Con
ferenza della pace, volle il Conte di
Vllere e la illustre consorte compa
gni di viaggio. Intanto, a Parigi,
love cercavano di teneri» lontano il
ìostro Ambasciatole da Wilson, que
:ii, prima ili ripartire definitiva
nenie per l'America, (Ili scrisse la
:eguente lettera:
"Parigi, 20 giugno, 1010
'Mio caro signor Ambasciatore,
"Sono desolato di essere cosi' so
iraffatto da occupazioni oggi da
ìembrarmi impossibile di trovare il
nomento in cui potervi vedere. Mi
>rendo, quindi, la liberta' di imui
lar\i questa letterina di cordiale
saluto e di sincero rammarico per
ioti aver noi il piacere della compa
gnia vostra e della Contessa di Cel
ere nel nostro viàggio di ritorno.
"lo ho ammirato il modo eoi qua
e voi vi siete adoperato a servire.
I vostro Paese in un periodo ecces
sivamente difficile nella scelta de!
no atteggiamento politico; e do
nando di mandarvi questa espressio
ne della mia personale
:ione.
"Cordialmente e sinceramente vo-j
tro
Firmato: Woodrow Wilson"
Basterebbe questo scritto, elo
giente quanto mai, a sfatare la
letizia da Cagoja fatta pubblicare
ul "Popolo Romano", giornale ai
ora ufficioso del Governo e sussi
liato con il denaro di pantalone.
Diciamo ufficioso perche' in quell'e
poca, ad eccezione di esso e di qual
■he giornale, sovversivo, altri non so
ìe pubblicavano, perche' il persona
e di quasi tutte le pubblicazioni era
n iseiopero.
Nella prima e seconda notizia del
Popo Romano, sul richiamo del Con
io di Cellere. si facevano accuse le
>iu' cervellottiche e false. Fra l'al
io si diceva che "era stato un gran-
Te errore del precedente Ministero.
• fidare Wilson e i detti ambienti, la
■i iando cola' un Ambasciatore invi
lo e con il quale i rapporti erano
notoriamente assai freddi". Ed ag
giungeva quel giornale che "all'on.
I'ittoni sarebbero infatti pervenute
la autorevoli italiani dimoranti ne
nrli Stati Uniti e da uomini politi
ci del Regno vive recriminazioni cir
ra le disastrose conseguenze che può'
avere per lTtalia la permanenza in
America dell'attuale Ambasciatore,
il quale e' stato sempre in attrito cori
Wilson e con tutti gli ambienti poli-
WITH THE LARGEST CIRCULATION
W'* AVANTI seirvi PRE;, corsi LA FIACCOLA irsi RUGINJO <^RR
tici (li Washington". L'ambizione
aveva fatto perdere la testa a Cagoja
e In faceva mentire spudoratamente.
J/> stesso onorevole Ti (toni, in li
na risposta telegrafica al Conte di
I ellere, che pubblichiamo più' ap
presso, smentiva di "aver ricevuto
reeriniinazioni da autorevoli italiani
negli Stati l'aiti e da nomini poli
tic: de! Regno" ed aggiungeva elle «e
il Presidente del Consiglio avesse
insistito Egli avrebbe protestato.
Il Conte Di Collere inviso a Wil
son ed agli Ambienti politici con i
quali era sempre in attrito ed in
fredde relazioni' Mentitore di un
Cagoja.
Abbiamo già' ricordato che il Pre
cidente Wilson quando si reco' la pri
ma \nlta alla conferenza della Pace
volle gl'illustri coniugi di Collere a
compagni di viaggio. Abbiamo pub
blicato una letterina che Wilson
seri-se al rappresentante diplomatico
il Italia prima di ritornare in Ame
rica, con la (piale mostrava di di
spiacersi di non poterlo ancora ave
re a compagno di viaggio. Abbiamo
detto ehi il 1 1 luglio al nostro Am
basciatore. che era tornato a Wash
ington ni posto del dovere, più* per
consiglio di S. l'l. Tittoni, eh"
per suo stesso desiderio, ebbe ri
cevimenti di manifesta simpatia e la
presidentessa aveva fatto trovare un
mazzo di rose alla consorto dcll'Am
basc iatore ritornato. Questo avveni
va prima che il "Popolo Romano",
per ispirazione di Cagoja, avesse pub
blicata la tendenziosa e falsa noti
zia circa le relazioni esistenti fra i
duo il lustri uomini.
Vediamo un poco cosa avvenne do
po quella tale pubblicazione.
"11 signor Lansing", e' detto in
ur.fi parte del libro "V. Macchi di
l oliere all'Ambasciata di Washing
ton . "Segretario di Stato, defini'
assurda e faina la notizia di un gior
nale romano telegrafata agli Stati
! niti, nella quale si dice clic l'Am
basciatore italiano Conte Macchi di
('ellere e' personalmente sgradito al
presidente Wilson. E su questa affer
mazione di contrarietà' personale ap
pare fondata la notizia successiva
che l'Ambasciatore sarebbe per es
sere richiamato dal suo Governo,
li' chiaro che gli uomini politici
d'ltalia, per isfuggire a censure sul
-1 andamento preso dalla Conferenza
della Pace, hanno ispirato questi at
tacchi.
"Notiamo i/ni nlanio", continua il
libro, "die il nuovo Ministro degli
h steri, signor Tittoni, e' bene infor
niti to in turno a/le strette c simpati
che relazioni fra il Presidente e
' !in bacillare, tanto rlic indusse
(/in -ti a far ritorno a Washington"
Ecco, intanto, come il Segretario
di Stato signor Lansing telegrafava
all'Ambasciatore americano a Roma
perche' comunicasse per iscritto alla
Consulta :
"Se questa dichiarazione apparve
di fatto nel "Popolo Romano", vo
gliate notificare per iscritto al Mini-,
stero degli Affari Esteri che i pre
tesi sentimenti attribuiti al signor
Wlson, sono estremamente assurdi
ed ingiurio."!, e che questo Governo
ritiene che l'articolo sia ispirato da
nemici personali dell'Ambasciatore."
"agoja ed il suo tirapiedi ingoiarono
questa pillola amara, ma non senti
iono un senso di rispetto per loro
stessi e soprassiedere alla decisione
di richiamo, che ritardarono soltan
to.
II 18 Luglio 1919, il Conte Mac
chi di Cellere, sebbene non avesse
ricevuta notizia Ufficiale del suo ri
chiamo, telegrafava al Ministro de-i
gli Esteri, in linea amichevole e dan
dogli del tu, la sua sorpresa e ricor
dandogli che Wilson, prima di par
tire per l'America, gli aveva scritto
una lettera affettuosissima, che gli
aveva mostrata e che noi abbia
mo pubblicata più' sopra. Sopratut
to ricordava che Egli era tornato in
America 14 giorni prima per sugge
rimento di S. E. Tittoni.
A questo telegramma, in data 1.0
Agosto, fa seguito uno di risposta
•li S. E. Tittoni che dice cosi:
"Regia Ambasciata d'ltalia a Wa
shington.
"Telegrammi in arrivo da Parigi :
arrivato il 1.0 Agosto 1919.
"Riservatissimo per lei solo. De
cifri Ella stessa. Accenno a tuo ri
guardo dal "Popolo Romano" credo
che provenga da indiscrezioni del Ga
binetto del Presidente del Consiglio,
PHILADELPHIA, PA., 7 AGOSTO 1921
•I quale ha insistito vivamente pres
-o di me per il rulliamo. Ciò' be
ne inteso ti comunico in via del tutte
riservata e confidenziale, segretissi
inamente, sicuro clic in nessun case
tu farai uso di questa mia confiden
za. Continuando insistenze vivissimi
del Presidente del Consiglio, mal
grado mia protesta in tuo favore, ic
ini trovo in una posizione imbaraz
zantissima. l'ereio li pregherei vo
leri prendere tu stesso iniziativa ili
una domanda a disposi/ione. Potre
mo poi vedere che cosa si potrebbe
fare per te. Prego telegrafare rispo
sta.
"Firmato: Tittoni".
Questo telegramma equivoco, in
decente, non lui bisogno del nostro
contento. La risposta dignitosa,'fie
ni lei Conte Macchi di Collere, con
vincerà' i lettori che gli uomini 11011
sono tutti uguali al mondo: vi sono
ili quelli, senza carattere e senza .co
scienza, che, per soddisfare un'ambi
zione, passerebbero anche sul cada
vere del proprio genitore; vi sono al
tri. dalla coscienza retta, dal carat
tere adamantino i quali preferiscono
dolori c sacrifizii piuttosto che ab
dicare alla propria reputazione per
una temporanea soddisfazione.
Il Conte Macelli di Collere rispon
de fieramente al suo tirapiedi :
"Washington, 1). ('.. 2 Agosto, 1!M!>
"Personale riservatissimo per lei
-010, decifri ella stessa. Se mi a
\ esse informato in tempo che il pre
sidente del Consiglio reclamava la
mia testa K Vi! EHI DISPOSTO
E S WIUFU'MtOLIEIA, io avrei
potuto prendere iniziativa di una
domanda a disposizione, sia perche'
sarebbe stato assurdo cercare di ri
manere in carica privo della fiducia
del capo del Governo e del sostegno
del mio capo diretto, sia per toglier
ti d'imbarazzo, sia, infine, perche',
come ti dissi a Parigi, ero già' deciso
in stesso a chiudere il ciclo della mia
azione a Washington. Ma a distan
za di sole tre settimane clic mi la
ssasti tornare qui e dopo la campa
gna altrettanto ufficiosa quanto vi
tuperosa e mendace del "Popolo l'o
rnano" die, tra l'altro, pubblicava
pure a chi il mio posto era stato già'
offerto, una mia domanda a disposi
zione non ingannerebbe nessuno ed
10 rimarrei sempre il funzionario ri*
i Inumato pèrche' accusato di colpe
volezza odi inettitudine. La mia
riputazione che si vuole minare e
che intendo di difendere ad ogni
costo, rimarrebbe egualmente colpi
ta colla aggravante della ingenua
puerilità' di essere corso ai ripari per
non cadere sulla spinta. Ne' so vo
lere che cosa, dopo ciò', si potrebbe
fare per me in Italia. In queste con
dizioni mi duole di non poter acce
lero al tuo invito, e mi limane di
11 tendere serenamente il collocamen
to a disposizione di autorità'.
Firmato: Cellere"
"Era la sola risposta", e' detto nel
ibro: V. Maelii di Cellere all'Ani ba
ciata di Washington, "che un uomo
ietto e riguardoso del proprio onore,
deliro della coscienza propria, po
esie dare. E in essa era tanta forza
li verità', cosi' alta voce di giusti
sia, che, per un periodo relativa
ncnte non breve, le insidie e le vane
iiinacoe si sentirono obbligate al si
lenzio, almeno alla dissimulazione".
E si tacque per oltre due mesi.
In questo frattempo, pero', alle in
lcgne manovre di Cagoja, da ameri
ani ed italiani intere colonie
u risposto con una reazione impres
sionante. Ed alle colonie fece eco tut
ta, la stampa italiana ad eccezione
lei "Progresso Italo-Americano di
New* York e de "L'Opinione" di
l'liiladelphia, il cai attuale direttore,
l'. O. A. Baldi, fu innalzato più'
lardi agli onori della Commenda.
l'urono inviati lettere e telegrammi
li protesta in Itata a Nitti, a Mar
coni, ai e lettere e
telegrammi al Conte
Macelli di Collere in Washington.
Anche quelli che prima gli erano sta
li avversarli vollero unire la loro vo
ce di protesta contro l'atto inconsul
to e di simpatia verso il colpito.
L'Ordine dei Figli d'ltalia, la Gran
li' Loggia di Pennsylvania special
mente, oltre alla protesta ed all'e
prcssione della sua solidarietà', volle
il Conte Macchi di Cellere al suo
Congresso Statale di Seranton, ne
gli ultimi giorni di Agosto e cola'
lo circondo' di tutto l'affetto di cui
o capace 1 Ordine, di quell'Ordine
•ho in Philadelphia, all'arrivo della
Missioni Italiana, nella quale Ca
goja voleva metterai sopra a tutti i
colleglli ingelosendosi perfino
delle dimostrazioni indirizzate a
Marconi, aveva me—o in parata per
Rroad Street quindicimila soci fe
stanti ed acclamanti alla Patria lon
tana.
Il Conte Macelli ili Cellere si in
trattenne a Scranton due giorni.
N'on v'era stata mai uan manifesta
zione simile nelle Contee Fa.yette e
Luzerne. Al lianclietto dato in suo
onore al Casev Hotel parteciparono
circa mille Pigli d'ltalia.
Non si pensava più' al richiamo
dell Ambasciatore, ma Cagoja era
sempre in agguato ed il suo tirapie
di, clit > in«n aveva sentito il dovere di I
dimettersi da Ministro degli Affari
il ■ M 181 w i uni i Biffi m
Domenica score»; 31 luglio i
!'. [>., con l'intervento del Hcgio
Console di Filadelfia, di spiccate
personalità' americane edi rappre
sentanti dell'Ordine Figli d'ltalia, la
Colonia di Johnstown, auspice la!
locale loggia "Vate Guerriero" No. I
995, dell'Ordine Figli d'ltalia, ha |
•olennemente protestato per i deplo
re\i li latti recentemente avvenuti in
Bcverdcale.
Il Hcgio Conscili' Cav. Ufi - . Luigi
Ffillitti, arrivava alla stazione di
Folinstoxvii alle ore 7 aut. aeeompa- j
;nato dall'Avv. Giovanni Ili Silve
;tro, Assistente Supremo Veneralii- >
le dell'Ordine Figli d'ltalia, e dal
Signor Giuseppe Broeato, Assisten
te («rande Venerabile della Grande:
Loggia per lo Stato di Pennsylva
nia. Erano a riceverlo numerose de-1
legazioni di connazionali di .lolin
ìtown e Bcverdcale, capitanate dal j
■Mg. (Stronco, Venerabile della lo
cale loggia Vate Guerriero e dal
Signor S. De Maria.
Nella mattinata il lìegio Console
■ l'avv. Di Silvestro hanno avuto un
iliboccamento segreto con il l'rocu- !
ratore Distrettuale On. I). I'. AVci- [
ner, al fjiialc il Cav, Sillitli ha of
ferto la cooperazione sua perche' lu
•e sia fatta sui fatti ili Beverdealc
3 gli lui comunicato che l'Avv. Di
Silvestro avrebbe gratuitamente of
ferta la sua opera professionale sin
iella raccolta di prove, che nella pre
miazione del giudizio contro i colpe
voli. Questa offerta e' stata presa
in considerazione «la un gruppo di
•onnazionali di Beverdealc, i quali si
ostituiranno in Comitato per con
iti rre una inchiesta sui capi che gui
darono e condussero la folla italo
l'oba contro (|uella laboriosa Colonia.
Se siamo bene informati, si sono
cria" raccolte prove secondo le quali
la Polizia Statale non solo non corn
ili' il suo dovere, ma prima, durante,
• dopo i fatti avrebbe data la sua
oopcrazione ai rivoltosi.
Continuando la cronaca della glor
iata del h'egio Console, merita spe-,
iale nota il banchetto a lui offer
to nel migliore Hotel della citta', ;
il quale intervennero spiccate per
sonalità' americane, tra le quali Mr.
lohn V. Walker, tesoriere della Con
tea: Mr. Warren Wortli Bailev, e\
eongressman e direttore del "John-1
-town Democràtic"; Nelson A. El
-asa-ser, presidente della Camera di.
Commercio Americana; Mr. John
'laide, segretario della Camera pre
detta: l'i>n. D. P. Weimer, Di
strici Attorney; Mr. W. Leech, un!
prominente avvocato di quella citta',
e Mr. Custar, presidente della Pcnn
Traffic Co.
Furono pronunziati brevissimi di
scorsi. Parlo' prima l'avvocato Gio- >
vanni Di Silvestro, il quale disse che '
tutti i presenti erano li per servire j
una stessa causa, la causa di impedi- 1
re che il buon nome d'America sin
macchiato da pochi irresponsabili. A
nome del Comitato ringrazio' gli c
-2regi americani rappresentanti la
legge e gli affari della citta', inter
venuti al banchetto, e propose un
blindisi alla citta' di Johnstown che
tante simpatie ha per quell'elemento
italiano. Parlo' poi l'On. Walker, te
soriere della Contea e l'On. Bailey,
il quale ultimo pronunzio' un discor
so che fu tutto un inno all'ltalia che
defini' la luce della civiltà', dichia
. retori piuttosto elio compiere un at
to... ohe non vogliamo qualifioaro,
in ilata lv' Ottobre indirizzava que- ]
sta comunicazione a Washington:
"Roma, ottobre, 1919 '
'.'Arrivato IV Ottobre 1019
"Personale. Deciso che V. S. pas
si por ora a disposiziono, prego eliie- '
«loro d'urgenza gradimento pel Baro
ne Romano Avczzana e telegrafarmi
al riguardo.
Firmato : Titloni"
I-d il Conte Macchi di Collere di
rimando :
"Washington, I>. C.. 13 Ott. .19]!)
"Personale. 110 chiesto stamani
gradimento Romano A ve/zana con
preghiera risposta urgente.
Firmato: Celitre" \
"Contimi/itimi ts(. La mia test;:
ora evidentemente troppo voluta, e
!a si vendo. I Giuda non scompaio
no ancora dal mondo, ne' scompari
ranno mai". Cosi' diceva il Conte
di Colloro scrivendo ad un suo ami- i
co da Roma pochi minuti dopo aver :
ricevuta la notizia del richiamo, i
\'<>i aggiungiamo e conchiudiamo i
por oggi, che non la tosta solameli- ]
te era voluta, ma anche la pelle per-
rondo pure che gli americani «1 i
1 ohneton erano orgogliosi degli ita
liani clic cola' risiedono.
Per ultimo parlo' il R. Console
l 'av. I ff. Sillitti, il ((naie dopo a
\cr ringraziato gli americani per la
dimostrazione clic facevano al rap
presentante (l'ltalia, invito' i nre
nenti a brindare all'America ed all'l
talia.
Dopo il banchetto gli invitati a
niericani, in diverse automobili, vol
lero accompagnare gli ospiti di Fi la
lei l'in in una gita sulle colline cir
rostanti a Johnstown.
Alle ore .1 poni, vi fu il comizio
nel teatro della citta'. Intervenne
ro molti italiani di Johnstown, Be
rerdeale e di altre Colonie vicine.
Presiedette il comizio il aig. Cotro
neo, il (piale in italiaao ed in ingle
■c spiego' lo scopo della riunione.
Indi diede Ja parola al Presidente
lella Camera di Commercio.
L'oratore comincio' col dire che
•onsiderava un onore ed un privile
gio il poter dichiarare aperto il eo
nixio. Continuando egli disse: ''Jo
10 un messaggio da comunicarvi a
ionie della Camera di Commercio e
lei cittadini di Johnstown, i (piali
■olio profondamente interessati in
idi, ed e' clic tutti noi siamo orgo
gliosi di voi, e con voi sentiamo di
11 videro le responsabilità' di questo
nomento. Noi vi conosciamo ed ap
prezziamo, e non vi abbiamo nini
giudicati ne' \i giudicheremo oggi
lallc azioni che jiossono essere com
nc-se da pochi. Era nostro dovere
•hiarire la situazione sii questo pun
,o e perciò' siamo qui presenti. La
tiostrn presenza vi attesta che noi
■iamo pronti a darvi la nostra cor
liale assistenza. E voi la meritate,
.oi siete meritevoli deH'adempimen
o di questo nostro dovere perche'
nai agli appelli della citta' c della
N;i/ione marnaste di rispondere.
Vi i movimenti per i Liberty Ixians
■ per la Croce l'ossa, in tutte le i
liziative civiche, voi rispondeste con
ntusiasmo e rispondeste da buoni
imericani. Noi e voi, pur venendo
la diverse nazionalità', ci avvicina
no sempre più' nel comune terreno
lell'America e della fratellanza uni
. ersale".
L'oratore conclude dicendo clic
piando si parla di americani, gli
taliani hanno dimostrato di essere
'lO per cento americani".
Segui' l'avv. Ili Silvestro, il qua
e cosi' inizio' il suo discorso in in
cese :
Quest'oggi, ospitati da eletti a
nerieani di Johnstown, i quali lian
-10 mostrato di avere per noi italia
-11 ammirazione profonda, io ho avu
o il dubbio che i deplorati fatti (li
Hi verdenle non potevano essersi
-volti nelle vicinanze di questa citta",
love il valore ideale della italianità'
■' titolo di onore nella considerazio
ne del |»polo in mezzo a cui viviamo,
ed ho dubitato che forse gli auto
ri che incitarono la folla irrespon
-abile a commettere atti oltraggio
si contro gli italiani di Beverdcalc,
.-iano gli sU --i che durante la guer
ra facevano saltare in aria le fabbri
che di munizioni per impedire clic
questo paese partecipasse alla gnor
ra liberatrice''.
L'oratore, continuando, nceenm
alla presente giustificazione dei fati
ti, che e' deplorevole il vezzo di fai
F a quel che devi, &vveng& I
che può'.
Abbonamento Annuo $ 2.06
UNA COPIA 3 SOLDI
j "'he' alle ore 9.55 p. ni. del "IO Otto
bre, sotte giorni dopo aver gradito il
suo succi 's-oie il Conte Macchi di Cel
Ici'c soccomlieva ad un violentisaimo
.«hocco di magne.
Le cronaclie dicono Eccel
lenza Tittoni, ciie lo SÌXJC
«■" di sopravvenne mentre
I infermo eia adagiato sulla tavola o
peraloria. Noi, Eccellenza, la pensia
mo diversamente. Quando vedemmo
la salma nella Camera ardente al-
I Ambasciata ricevemmo una strana
-ensazione. Ma, per carità', zitti, per
jdie' non si dica clic il fratello abbia
;afniazzato moralmente il fratello.
Eccellenza Tittoni, il Conte Mae
, chi di Ccllere soccombette ad un
rìm'r 111 trillili shocco eli <nu 'iII r ulte
■ "re 9.55 I'. M. del 20" ottobre
I''l9, sette giorni do]>o avere aderito
"I ''-io telegramma di richiamo ed
: Ella ora trovasi in America, in mez
zo a noi, Ella che ci privo' di un
galantuomo, ili un integerrimo e cor
redo funzionario, protettore degli
emigranti italiani, di un uomo illu
sile che godeva illumitata la fiducia
delle autorità' americane. Evidente
mente Ella e' venuta a profanarne
la memoria.
(JU'SKIM'E DI SILVESTRO
risaltare il fatto della nazionalità'
quando il delitto c' commesso d,i \m
italiano, il criminale egli ilice
n<ni appartiene a nessuna nazionali
tà', i d'altra parte l'ltalia non Ita il
tristi" privilegio di una maggiore
i riininidita delle altre nazioni,
«,'uando il luogotenente Be.kcr pa
gi' io» la sedia elettrica, nello Stato
«li New York, la connivenza con i
criminali che egli dovivi combatte
rc, crii i quali invece cooperava a
danno del pubblico, noi non riceh
i animo la sua nazionalità", ma sareb
be iato insulto e<l una ingiustizia
maledire l'America, perche' Baker
c ra americano.
"NC in questa ondeia di cri
minalità' che infesta le metropoli di
vnierica continua l'oratore do
ve le vite e gli averi dei cittadini
«mo in balia di bandi.;, r.osuno ne
: ice rea la nazionalità'.' 1
L'oratore dice poi che egli risente
la differenza che si fa in tasi come
quelli clic oggi deploriamo, tra a
merieani e non americani, tutti, egli
esclama, siamo qui americani per di
ritto di carta di cittadinanza e per
'ilici «iiritto elio scaturisca da! fatto
ihe in i lavoriamo in questa terra,
ed a <|iii la terra, che sara' patria
ilei nostri figli, diamo il conivi bo
to della nostra intelligenza e del no
■lro lavoro. Fa rilevare che durante
la guerra tutti i residenti di questa
grande Repubblica risposero all'ap
pello e gli italiani pure, anche son
-01 carta di cittadinanza. Essi non
-i trincerarono dietro il diritto di
non poter essere obbligati a eom
lattere sotto la bandiera d'America.
'N'ori e' ciò' sufficiente esclama
l'oratore clic noi, come tutti gli
litri che compirono il loro dovere
per questa terra, ci proclamiamo a
merieani? Il diritto a chiamarci a
mericani spetta a coloro che amano
l'America e lavorano per essa. E
italiani qui residenti hanno questo
diritto".
Passando quindi alla descrizione
b i fatti di Beverdeale, l'oratore ac
imno' che da una inchiesta condot
ta nella mattinata risultava che la
polizia statale non aveva fatto il suo
dovere in quella occasione. L'orato
re continua affermando che ora tutti
guardano a ciò' che l'autorita' fava?
perche' i colpevoli siano puniti. Fa
re severamente giustizia in casi conio
ipiesto dice l'avv. Giovanni Di
Silvestro significa non solo ven
dicare le vittime, ma anche difen
dere il buon nome dell'America, si
gnifica ancora qualche altra cosa elio
e' di vitale importanza per un Go
verno democratico, e cioè' il rispetto
rlie si deve alla legge perche' nessu
-11.1 democrazia potrebbe sopravvive
re se si permettesse che irresponsabili
possano impunemente far òcempio
della legge, sostituendosi alla 'eggo
s tessa.
'Le spoglie degli eroi di questa
>■ rra continua l'oratore che
.^gi l tornano dai campi di Francia,
' i ammoniscono che il loro sacrifi
' io sarebbe stato inutile, se, mentre
( si furono mandati a combattere in
Partenze da Philadelphia
Vine Street Pier
SS. TAORMINA .... 20 Agosto