La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, December 27, 1919, Image 1

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    1,1 l MEI) AND DI. IRIBI fhD I NDLR I'KRMII No. 500 AUTHORIZED UV THE ACT OF OCTOBER 6, 1917, ON FILE AT THE POST OFFICE OF FHILADELPHIA, FA., BY ORDER OF THE PRESIDENT, A. S. Bl RI.ESON, I'OSTMASTEK i.KN
LA LIBERA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
1626 So. Broad Street
ANNO 11. - Numero 51
Anno Nuovo
L'alba dell'anno nuovo sorge 1
j-opra un mare in tempesta.
Dappertutto si scorgono nau
fraghi e rottami, genti abbando
nate in balia delle onde, avanzi di
navi superbe stroncate dalla fu
ria distruttrice. La lotta che è
durata tanto non poteva a meno
di lasciare profondissime trac
eie nella vita degli uomini; le
stragi compiute lasciano dietro
di sé delle lunghe teorie di om
bre piangenti, il cui dolore non
sarà mai sazio. Da ogni parte si
ode il grido che invoca tregua e
soccorso a tanti mali che ingiu
stamente si sono scatenati sul
genere umano.
La guerra mondiale è stata
tanto vasta e tanto complessa da
non lasciare alcunché di intatto;
anche coloro che non vi hanno
partecipato risentirono e tutto
ra ne risentono gli effetti. Uno
spostamento generale ha avuto
luogo; ciò che era al fendo è ve
nuto a galla, ciò che era a galla
fu sommerso; il cambiamento è
troppo grande e troppo repenti
no perchè sia tutto giusto; onde
è che si ingannano coloro i quali
credono ad un completo sovver
timento sociale a breve scaden
za.
I governi sono nè più e nè me
no che l'espressione della effi
cienza dei popoli che song desti
nati a reggere; i regimi (ti mas
sima libertà sono solo possibili
nei paesi socialmente e politica
mente educati a forme di società
superiori. Donde scaturisce la
conseguenza che certe manifesta
zioni demagogiche e rivoluziona
rie sono fatalmente destinate a
cedere il campo a forme più mo
derate, giacché esse non sono che
un fenomeno temporaneo di rea
zione alla ferrea disciplina subi
ta durante la guerra.
Ma se tutto il mondo soffre e
risente gli effetti di una trage
dia che gli avvenimenti di
mostrano non ancora com
piuta, F Italia nostra ha
anche più di altre nazioni il dj
ritto di lagnarsi che le sue condi
zioni interne ed estere siano an
cora tanto confuse, non per fato
ineluttabile di circostanze, ma
per il malvolere degli uomini che
hanno osato negarle e tuttora le
negano il soddisfacimento delle
sue sante aspirazioni.
La cupa, tenebrosa diplomazia
del vecchio stampo tutto ha ten
tato, tutto ha messo in opera pur
di negare all'ltalia il coronamen
to dei suoi fini nazionali, ai quali
le davano diritto e la vittoria del
le armi e la solidarietà nella lot
ta cogli Alleati e, infine, il dirit
to di autodecisione dei popoli co
sì enfaticamente proclamato dai
nuovi farisei, facili banditori di
dottrine mazziniane, ma altret
tanto pronti a ripigliare le anti
che vie diplomatiche alla Metter
meli quando loro faccia comodo.
Anche nei giorni scorsi abbia
mo potuto osservare quanto pro
fondamente maligni siano certi
messeri a riguardo dell'ltalia
contro la quale vanno usando
tutte le arti e tutte le corruzioni
pur di vederla cedere alle loro
voglie di mercanti ingordi e in
saziabili. Prima si disse che, fi
nalmente, l'orizzonte si schiari
va e che su di esso stava per bril
lare in tutta la sua grandezza
l'astro radioso di Fiume italiana;
e già gli animi, anche i più in
creduli, si aprivano alla speran
za di veder appagate le aspira
zioni di tanti milioni di italiani
concordi in un solo volere, quan
d'ecco che nuovi ostacoli d'indole
poco chiara, ma appunto per
questo poco giustificabili, sono
sorti ad interrompere la marcia
della verità e della giustizia.
Malgrado tutto, Fiume non è
italiana che di nome e di aspira
zioni, ma il riconoscimento uffi
ciale non è ancora venuto e chis
sà quando verrà! Gli Alleati,
questi volgari speculatori del
sangue altrui, hanno troppo pre
sto dimenticato quanto debbono
all'ltalia, senza il cui provvi
denziale intervento a\ rebbero
certamente perduto la guerra;
hanno troppo presto anche fatto
assegnamento sulle minacce, sul
la fame, sui turbamenti interni
d'ltalia, per negarle il giusto
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ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
'frutto della sua vittoria.
Ma è destino ineluttabile dei
•popoli che il giusto e il vero si
possano qualche volta, soffocare,
sopprimere mai. Essi sono come
l'araba fenice che risorge seni
pre dalle proprie ceneri. L'ltalia
avi'a il riconoscimento dei <uoi
diritti sopra Fiume e sopra le al
tre terre del Patto di Londra, se
saprà mantenere fede ai fratelli
che da un secolo attendono la li
berazione dal dominio straniero.
Essi, i fratelli fiumani e dal
mati, hanno saputo alimentare
nel loro seno la fiamma purissi
ma dell'ltalianità durante lun
ghissimi anni di atroce martirio,
trasmettendola ai figli ed ai ni
poti perchè non si avesse ad e
stinguere; nè valsero minacce o
promesse, violenze o blandizie a
far mutare l'animo di coloro che
sull'altra sponda adriatica si sen
tivano e si sentono tuttora figli
della invitta Roma maestra di ci
viltà al mondo intero.
Nè di fronte al sacrificio seco
lare sopportato dai fiumani e dai
dalmati, parrà troppo erto il no
stro Calvario. E' destino che
questa beila e grande Italia ab
bia a soffrire in tutti i tempi; è
destino che ciò che agli altri rie
sce facile, essa lo debba compie
re a prezzo di durissimo sacrifi
cio; è destino che essa sia insi
diata, disprezzata, invidiata da
tutti perchè è nata da una
schiatta di forti che non si ras
segna a servire, che non si pie
ga a rinunzie che possano meno
marne l'individualità unica e su
perba.
Dopo gli orrori della guerra e
gli errori della pace è ornai tem
po che si inauguri un'era di e
spiazione e di ravvedimento nel
la quale la giustizia e il dovere
cessino di essere delle parole
vuote e senza soggetto.
In quest'alba di anno nuovo
l'ltalia, più che mai apparisce in
tutta la sua grandezza di nazio
ne destinata ad armonizzare le
più diverse tendenze, gli interes
si maggiormente in conflitto; e
la sua figura immortale è tanto
più grande in quanto che essa è
purificata dal sacrificio, tempra
ta dal martirio.
LA LIBERA PAROLA.
Olle Fili «il li Mi
PER L'ORFANOTROFIO
E RICOVERO.
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li me flejjuttvo Malie
L'Ordine dei Figli d'ltalia, la
sera di martedì 20 gennaio, darà
alla Masonic Hall, un gran
banchetto in onore di S. E. il ba
rone Camillo Remano Avezzana,
che nello stesso giorno verrà ini
ziato quale fratello onorario del
l'Ordine.
Sarà quella del 10 gennaio un i
bella e solenne affermazione di
Italianità, che dirà anche con e
loquenza che è passato il tempo
in cui i rappresentanti del Patrio
Governo restavano lontani da'
connazionali, che pure furono
sempre ansiosi di, onorando i
WITH THE LARGEST CIRCULATION
>
AVANTI SEMPRE, CON LA FIACCOLA I INI RUGISIO 'd
Kntered as second-class matter Aprii 19,1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879".
rappresentanti d'ltalia, confer
mare la loro fede e il loro affetto
alla patria lontana.
L'Ordine dei Figli d'ltalia, che
ccnta tante e tante migliaia di
connazionali, e per ciò è il mag
Il ricevimento del Generale Guglielmotti
a Philadelphia
i Come già annunziammo, il ■
. Generale Guglielmotti fissò la |
sua venuta a Philadelphia per il
! 16 corrente, allo scopo di prende-
B re commiato dai Figli d'ltalia di
1 Pennsylvania, dovendo tra breve
. tornare in patria. Egli arrivò al
la stazione di West Philadelphia
feggi •»
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' SE . ■/.<*
i>«sSé£- - V v <&-■••** • •■■■—*■-■- %? lì#
la mattina di detto giorno alle
11.29, atteso dal Regio Console!
Generale Cav. Uff. Gaetano Poc
c.trdi, dal Grande Venerabile
Giuseppe Di Silvestro e dal Co
lonnello John S. Mucklè, che è un
fervido ammiratore del Generale
Guglielmotti e dell'ltalia nostra.
Erano alla stazione anche alcuni
reporters della stampa america
na e un fotografo dell'Evening
Ledger.
Appena giunto, il Generale si
recò in casa del Colonnello Mue
klè, che lo aveva gentilmente in
vitato, e all'una pomeridiana fu
ospite del Regio Console C;iv.
iPoccardi, che gli offrì una cola
zione, alla quale parteciparono
anche la gentilissima Signora del
Console, il Colonnello Mucklè c
signora e il Grande Venerabile
Giuseppe Di Silvestro. Nel po
meriggio il Generale Guglielmot
ti fu trattenuto a casa del Co
lonnello.
La sera alle otto il Generale si
recò nella Sala dei Figli d'ltalia,
ove lo attendevano i Grandi De
putati e i Venerabili delie logge.
Egli era accompagnato dal Re
gio Console e dal Grande Vene
rabile.
La sala era sfarzosamente il
luminata ed addobbata, e sovra
stante-ai seggio della presidenza
vi era un magnifico ritratto del
Generale, opera veramente arti
stica del fratello Brocato.
Al loro ingresso nella sala gli
illustri visitatori furono accolti
da fragorosi applausi.
Prese subito hi parola il Gran
de Venerabile, il quale ricordò
tutta l'opera spesa dal Generale
Guglielmotti in favore dell'ita
lianità e tutto l'appoggio che e
gli ha dato con la sua presenza e
con la sua parola alle iniziative
e atte solennità dell'Ordine, che
ebl>e con legittimo orgoglio a
proclamarlo Fratello benemerito.
Espresse poi a nome di tutti i
fratelli della Pennsylvania al
l'illustre Generale il dolore che
essi provano nel vederlo allonta
nare, poiché si può ben dire che
egli avesse saputo interpretare e
far propria la coscienza degli i
taliani del Nord America. Si au
gurò che egli, quale nostro fra
tello, voglia esporre al Governo
l'opera nostra, nonché il deside
rio di non essere dimenticati, e
di vedere la Patria assunta al po
sto che le spetta nel mondo.
Il Generale Guglielmotti disse
che egli era lieto di poter parla
re da fratello ai fratelli, e come
nel 1917, alla Suprema Conven
sione di Washington, portò ai
rappresentanti dell'Ordine la pa
rola della fede nella vittoria delle
PHILADELPHIA, PA., 27 DICEMBRE 1919
giore esponente dell'elemento
nostro, va lodato di non aver in
dugiato nel rendere omaggio al
l'uomo insigne, che dal Governo
d'ltalia fu mandato a Washing
ton, in un momento tanto impor
• armi italiane, e che la stessa fe- i
'de egli nutre per la totale riven-1
dicazione dei nostri diritti.
Disse poi che il nostro Ordine,
'sempre primo nelle opere pa
triottiche, forte assertore di ita
lianità, è destinato a un grande
avvenire, e la sua importanza
non può e non deve sfuggire ali;,
i attenzione del patrio governo.
Ma perchè coll'andar del tempo
la santa fiaccola della italianità
Inoli si affievolisca in queste con
trade, è nec( ssario, egli disse,
che si facciano molte logge gio
vanili, che debbono formare il
nucleo delle forze future dell'Or
dine.
Quindi il Grande Venerabile
presentò al Generale un ricordo
consistente in un orologio d'oro
a doppia calotta, portante im
presso su di una l'emblema del
Leone e la scritta "Ordine Figi?
d'ltalia in America", e dall'altra
la seguente dedica: "Al Genera
le Emilio Guglielmotti Fra
tello benemerito i Figli d'lta
lia di Pennsylvania XVI
Dicembre MC.MXIX."
L'offerta del dono fu contras
segnata dal plauso fervidissimo
jdei rappresentanti delle logge al
l'indirizzo del Generale, il quale
ringraziò con simpatiche e com
mosse parole.
Dopo di ciò il Grande Venera
bile si rivolse al Regio Console
:Cav. Uff. Poccardi, e ricordando
;che anche egli ha dato continue
Je luminose prove di interessa
j mento per il nostro Ordine, sol
j lecito da lui la promessa di es
j servi iniziato. II Regio Console
| disse che come per lo innanzi e-
Igli ha seguito ed apprezzato,
! quale funzionario del patrio go
verno, l'opera patriottica del
j l'Ordine dei Figli d'ltalia, sarà
j sinceramente orgoglioso di pote
' re quanto prima far parte di es
so come fratello.
Inutile dire che questa pro
messa del Regio Console fu ac
i colta coi più entusiastici applau
si.
Quindi il Generale, il Grande
Venerabile e il Regio Console si
recarono al Resaurant I/Ronca
vano. La sala del banchetto er i
artisticamente addobbata, e
vi era anche qui un ritratte
del Generale. All'ingresso in sala
dell'ospite illustre l'orchestra in
tuonò la marci reale. Compone
vano l'orchcsti ' i distinti ed e
gregi giovani T, V Imando Tito
manlio, piano, S mio Titoman
lio, violino, e tonio Liuzzi
violoncello. Il tt re Raffaele
Giannattasio e il b; : tono Vin
cenzo Micari cantare o romanza
e canzoni popolari, 'to ap
plauditi, e dovettero .peteme
taluna.
Al posto d'onore sedeva il Ge
nerale Guglielmotti, avente a de
stra il Regio Console e sinistra
il Colonnello Mueklè. Partecipa
rono al banchetto, che aveva si
gnificato intimo, il Supremo As-
tante per le relazioni tra gli Sta
ti-Uniti e l'ltalia.
Possiamo, fino da ora, assicu
rare che il banchetto avrà tale
un numero di aderenti, che mai
si sarà visto l'uguale.
si.stente Venerabile Avv. Gio
vanni Di Silvestro, tutti i Gran
di Ufficiali della Pennsylvania
residenti a Philadelphia, e cioì
il Grande Venerabile Giuseppi
Di Silvestro, l'Assistente Grandi
Venerabile Giuseppe Brocato, il
Grande Segretario Archivista
Alfredo Perfilia, il Grande Se
gretario di Finanza Paolo Di Po
so, il Grande Tesoriere Benedet
to Oro, e 1 seguenti fratelli rap
presentanti di logge: Adelizzi
Alberto, Dr. Albanese Nicola,
On. Alessandroni Avv. Eugenio,
Di Berardino Enrico, Dr. Corte
se Ignazio, Descano Tommaso,
Filami Antonio, lombardo Giu
seppe, Maioriello Charles, Ono
rato Francesco, Pellicciotti
Francesco, Palladino Aristode
mo, Russo Avv. Tommaso, Sca
lia Prof. Raffaele, Scarpello M.
Giuseppe, Torchio Giovanni,
Travascio Cav. Francesco, Tra
vascio Francesco figlio. Tropea
Francesco, D'Urso Antonio, Di
Vincenzo Filippo, Titomanlio
farmacista Gennaro, Modestino
Giuseppe, Dr. Fabbri Remo, Du
rante Giovanni, Pisciotta Ora
zio, Avv. Scoffield.
1 fratelli Dr. Remo Fabbri e
Giovanni Durante vennero appo
sitamente da Norristown, come
appositamente da Chester era
venuto il Dr. Nicola Albanese.
Presidente della Commsisioni
del Fondo Unico Mortuario. Il
Prof. Raffaele Scalia, di Union
town, essendo venuto a Phila
delphia il sabato precedente, voi
le rimanere fino a! martedì pei
onorare anch'egli il Generale
Guglielmotti.
Gustosissimo fu il menu pre
parato dal Restaurant Leonca
vallo, per la (piai cosa furono no
tati parecchi bis; mentre il ser
vizio fu veramente inappunta
tirile.
Al caffè il Grande Venerabile
comunicò due telegrammi: une
del Supremo Segretario Archivi
sta conte Umberto Billi. l'altri:
della loggia Italia N. 77. Il prime
si esprimeva così :
' "Giuseppe Di Silvestro,
1 N. E. Cor. 7th & Christian,
Philadelphia, Pa
[ "Come fratello Pennsylvania
1 sono presente pensiero vostre
1 saluto Generale Guglielmotti,
Pregoti esternare soldato intre
pido assertore schietta italianità
mio fervido omaggio.
"Billi".
Ed ecco il telegramma delle
loggia Italia:
. "Generale Guglielmotti,
Leoncavallo Restaurant
256 S. 12th St. .Phila
i "Loggia Italia N. 77 riunita in
seduta manda fervido saluto ad
dio Generale Guglielmotti pro
mettendogli serberà saldo nell'a
nimo il culto verso la Patria.
"Verna, Venerabile."
Invitati dal Grande Venerabi
le, parlarono: il Dr. Ignazio Cor
tese; l'On. Avv. Alessandroni,
Assistente District Attorney, il
Prof. Raffaele Scalia, il Cav. F
A. Travascio, l'Avv. T. S. Russo
il fratello Francesco Tropea
l'Assistente Grande Venerabile
Giuseppe Borcato; l'Assistente
Supremo Venerabile Avv. Gio
vanni Di Silvestro, il fratello G
F. Lombardo, il Colonnello J. S
Mucklè, il Regio Console Cav
Uff. Poccardi e il Generale Gii
glielmotti.
Notevole per le espressioni di
sentito amor Patrio il discorse
del fratello Bracato ;. per profon
da conoscenza delle condizioni
delle nostre Colonie (niello .del
l'Avv. Giovanni Di Silvestro; c
per una nuova affermazione di
effettiva fraternità quello do!
Regio Console.
Il Generale Guglielmotti, nel
suo discorso di chiusura, definì
l'Ordine nostro con una frase
scultorea, chiamandolo "il ves
sillo luminoso intorno a cui si
riuniscono le forze sane, oneste
e pure delle Colonie".
Alla fine dei discorsi fu data
ad ogni commensale una bella fo
tografia del Generale Gugliel
motti, con la sua firma autogra
fa. Le fotografie furono offerte
agli intervenuti dall'artista foto
(Continua in 2.a pagina, 3.a col.)
La Relazione del Grande Venerabile
fratello Giuseppe Di Silvestro
alla Grande Convenzione Statale di Scranton tisll'O. F, d'l,
Nella Glande Convenzione del
l'Ordine Figli d'ltalia tenutasi a
Scranton, Pa. verso la fine di A- 1
gosto u. s., fu deliberato di dare
alle stampe la parte più impor- !
tante della relazione del Grande :
Venerabile signor Giuseppe Di
Silvestro, quella del Presi
dente della Cassa di Previdenza,
o Fondo Unico Mortuario, e i '
rapporti della Commissione per 1
la revisione dei conti.
Il Grande Concilio, in obbe
dienza alla deliberazione presa,
ha diramato ai Grandi Delegati
dello Stato, legate in volume, le
relazioni suddette oltre a quelle
del Ragioniere pubblico signor
Francesco Ripandelli, incaricato
di rivedere i conti delle due ge
stioni amministrative: Grande
I/oggia e Cassa di Previdenza.
Riportiamo qui appresso in
puntate, essendo essa troppo
lunga per pubblicarla in una sola
volta, la relazione del Grande
Venerabile :
Orfanotrofio
I/Orfanotroflo, ho «letto già, ebbe
lincile i suoi oppositori, e ferocissimi,
ma le opposizioni non ti vennero dal
le logge o dai glandi delegati, a tem
po opportuno, nella propria sede, do
ve, se discusse e trovate logiche, ra
gionevoli, il progetto poteva essere
magari ritardato. Lo opposizioni inco
minciarono quando, ossequente all'u
nanime deliberato dell'ultima Grande
Convenzione di Uniontown, il Grande
Concilio incominciò a mettere in ef
fetti il mandato ad Ksso affidato;
quando il pubblico profano. 111 mezzo
al i|iiale viviamo ed al quale dobbia
mo dar conto, cosi «lelle nostre azio
ni come «lelle promesse che facciamo,
sapeva di questa nostra iniziativa, che
sarebbe stata prossimamente realiz
zata.
L« logge mandarono i loro delega
ti all'ultima Grande Convenzione; non
li istruirono «li essere contrari al pro
getto dell'Orfanotrofio; i delegati di
scussero, si entusismarono («I appro
varono; tornarono in seno alle logge,
riferirono, bene o male, «> non riferi
rono affatto, circa il deliberato preso
per l'Orfanotrofio, cosa del resto che
succede dopo ogni Convenzione, sia
essa Suprema che Grande, per tutti
i soggi-tii che si discutono e si appio
vano. Però fu inviata alle logge dal
Grande Concilio la circolare spiegati
va «li tutti i deliberati presi, che «li
ventarono leggi. I.e legge non dissero
nulla; i granili delegati dimenticaro
no. Più tardi, dopo che il progetto fu
lanciato con forme mente al deliberato
preso, si scatenarono tutti i fulmini
e, esempio raro di coerenza, ad op
porsi, in seno alle logge, nella mag
gior parte dei casi, come avvenne per
il progetto della Cassa ili Previdenza,
furono proprio i grandi delegati, quel
li stessi che avevano approvato il pro
getto e che lo avevano affidato al Po
tere Esecutivo Centrale per la messa
in esecuzione,
E' bene tenere in mente, egregi
grandi delegati, che il Granilo Conci
lio, contro il quale bersaglio «li tut
te le espcttorazioni «li frati Ili in mala
felle si fanno «lelle recriminazioni,
delle accuse le più insensate, ha il do
vere. impri scindibile, giusta la pre
scrizione «lelle leggi generali capitolo:
"Poteri del Grande Concilio", ili dare
esecuzione alle leggi dell'Ordine, ai
deliberati della Suprema e della Gran
de Loggia, ecc. ecc. Non è stato dun
que il Grande Concilio a deliberare
sul progetto dell'Orfanotrofio, ma le
logge tutte di questo Stato per mez
zo dei loro rappresentanti. Il Grande
Concilio non ha fatto altro che, üb
bidiente al mandato affidatogli, cer
care di ilare esecuzione alla legge vo
tata, mantenendosi cosi fedele all'in
carico ricevuto. Quando i Grandi Uf
ciali vengono installati, come del
resto avviene per gli Uuffìciali
delle Logge, essi debbono giura
re che rispetteranno e faranno ri
spettare le liggi generali, i delibera
ti della Suprema e della Grande Log
gia, ecc. ecc. Capisco che è puerile
intrattenersi su fatti così elementari,
ma per quanto elementari essi siano,
nelle discussioni, sempre aspre, che
avvengono nelle Logge, si parla a
vànvera e qualcuno si scaglia contro
chi non è che il servo übbidiente della
maggioranza.
Dal processo verbale avete sentito
che noi non abbiamo derogato dal
mandato affidatoci. Lo abbiamo ri
spi ttatò alla lettera.
Prima che vaila oltre è necessario
chi io rifaccia la storia cronologica
dell'Orfanotrofio.
Considerato che l'Ordine è una Or
ganizzazione più evoluta delle Socie
tà di M. S. già esistenti, che molte
cose promisero nei loro statuti fonda
mentali fin dalla loro organizzazione
e nulla mai fecero; considerato che
l'Ordine vuol rivendicare in America
il posto che compete agl'italiani e che
tanto più all'estero si è apprezzati
per quante più opere, filantropiche
specialmente, si compiono; considera
to che tutte le nazionalità qui immi
grate, inclusi i neri, hanno Istituzioni
proprie, di vario genere, di cui FOIO
noi italiani difettiamo; considerato
che gl'ltaliani di America, i quali rap
presentano un grandissimo numero, se
si tiene conto che solamente New
York e rhiladelphia costituiscono una
massa di oltre ottocento mila conna
zionali e che è vergognoso ed umilian
te andare a bussare alla porta di Isti
tuzioni indigene dalle quali, a nostro
disdoro, P9 volte su cento si viene ri
gettati; considerato che noi, entrando
a far parto dell'Ordine, abbiamo pro
messo e giurato di aver cura del fan
ciullo che è l'uomo del domani, lenire
i maii delle vedove derelitte
e degli orfani piangenti, proteggere
la donna madre dell'umanità futura
Fa quel che devi, avvenga,
che può'.
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
aiutare le vedove e «li orfani «lei (ra
teili morti; considerato che il predi
curie queste belle cose, in ogni circo
stanza, è da ciarloni, mentre il met
terle in pratica è da uomini di carat
! tere, che fanno onore alla loro paro-
Ila; in considerazione di queste e di
altre ragioni, dicevo, dai pionieri del
l'Ordine si pensò, alcuni anni fa, che
i tempi fossero maturi per la creazio
ne di un Orfanotrofio e Ricovero.
! Il defunto fratello Altarelli di l'a
,tersoli, N. J-, allora Ufficiale Supre
mo, die<le forma a questi desiderii e in
I Concilio Supremo, appoggiato dal suo
collega nell'Ordine e nel Ministerio,
'■ Fratello Sabbarese, propose la inizia
tiva della filantropica Istituzione e fu,
senz'altro, nominato relatore del pro
getto.
I II fratello Altarelli ci fu rapito dal
la morte e alla Convenzione Suprema
Idi I'hiladelphia, nel gennaio del mio,
la relazione fu fatta dal fratello Sab
barese; questa venne approvata ad u
nanimita e l'attuazione pratica fu ri
mandata alla prof-ima Sessione della
(Suprema Loggia. Ma neanche in que
sta assise, tenutasi in New Haven
I l'anno seguente, si conchiuso nulla.
! Di tempo, dall'epoca dell'approva
zione della proposta, ne ira passato
più del licerói.ario e, prevedendo che
neanche in quella di Cleveland, che
doveva tenersi nel settembre del 1917,
si sarebbe conchiuso qualche cosa di
pratico* il Grande Concilio di questo
Stato, che ha sempre mirato ad effet
tuare il programma dell'Ordine, a
fatti e non a parole, fra i diversi sog
getti da discutersi nella prima Gran
ile Convenzione di allora, incluse quel
lo dell'Orfanotrofio.
I Nella Gramlc Convenzione di Union
town, si deliberò, subordinatamente a
quanto avrebbe stabilito la Conven
zione Suprema di Cleveland, Ohio, che
doveva teni rsi qualche giorno dopo,
di avere l'orfanotrofio Unico per tutto
l'Ordine, se i delegati Supremi aves
sero delibi rato uniformemente; o di
avere quello Statale in mancanza del
primo. Intanto, si autorizzava il Gran
ile Concilio di Pennsylvania a
re un mezzo qualsiasi per raccogliere
un fondo iniziale imponendo tasse o
ricorrendo ad altri espedienti, onde
nella prima prossima Convenzione,
che è questa, si potesse procedere nel
l'altro lavoro, all'espletamento dell'al
tra parte del programma, quella cioè
di fissare la località dove l'Orfanotro
fio dovrà sorgere e nominare le com
missioni, sia amministrativa che tec
nica.
i La Convenzione Suprema di Cleve
land intanto stabiliva di lasciare au
tonome le Grandi logge, sia per l'ere
zione di Orfanotrolii, che per le Cas
se di Previdenza; e noi, allora, rima
nemmo liberi di pensare alla nostra i
niziativa, secondo i deliberati presi ad
Uniontown.
Quali siano state le ragioni che ci
fecero preferire il sistema della lot
teria, pretesto dei riottosi che vanno
sempre in cerca di scuse, ve lo dirà il
Grande Segretario Archivista, che, in
conformità al deliberato preso, fu au
torizzato, dal Grande Concilio, insie
me ad altri due Grandi Ufficiali, di
studiare e riferire.
Prima che il progetto fosse lancia
to al pubblico, con chiunque io parla
vo mj sentivo ripetere che per l'Orfa
notrofio non vi sarebbero state discus
sioni, ma che ognuno avrebbe pagata
quella tassa che sarebbe stata l'acco
mandata. Lanciate però le circolari a
tuttii i soci, il 9 settembre 1918, un
mese prima dell'epidemia, circolari
che accompagnavano i biglietti, inco
minciarono subito le proteste, le dif
fidenze, le insidio, le denigrazioni con
tro il Grande Concilio .
Ma, vivaddio, bisognava entrare nel
l'Ordine, spendervi tempo e denaro,
sacrificarvi le famiglie e gli affari,
per essere insultato dal primo irre
sponsabile che non ha il coraggio di
affrontarvi a viso aperto, ma che vi
assalisce alle «palle con la maschera
dell'ipocrisia, della pusillanimità?
l'iù tardi sopraggiunse l'epidemia e
•li questa si fecero un alibi i malin
tenzionati per intensificare la propa
ganda reazionaria. Dico che servì di
alibi perchè, se lo crederò necessario
durante la discussione, potrò indicare,
provando, quali sono le logge che, con
0 senza l'epidemia, hanno contrariato
l'Orfanotrofio, come contrariarono la
Cassa di Previdenza, come contraria
rono tutte le buone iniziative,come so
no state sempre in contraddizione con
se stesse, per colpa dei soliti irrespon
sabili i quali, mentre rimproverano ad
altri lo czarismo, vorrebbero che la lo
ro idea prevalesse sempre. Potrò pro
varvi, dicevo, se lo crederò necessario,
che sono gli stessi fratelli esempia
raro ili umanità - che si erano rifiu
tati di versare la loro quota alla Cas
sa di Previdenza per il periodo della
epidemia, minacciando di andare in
Corte, se fossero stati cancellati dai
ruoli sociali per mancata pagamento
di quelle rate, dimenticando le leggi
esistenti, da essi accettate che san
ciscono questa misura. Posso, infine,
assicurarvi, senza tema di smentita,
che oggi in mezzo a noi vi sono fra
telli, che ad Uniontown votarono per
il progetto e che poi, per malvagità
d'animo, lo hanno contrariato, e lo
hanno fatto contrariare da a'tre logge
nelle quali non avevano neunche ai
ritto alla parola.
Uno dei tanti esempi: in una loggia,
1 cui rappresentanti sono qui, fui in
vitato a recarmi per convincere. Cre
do che vi riuscii e se si fossero distri
buiti i biglietti in quella sera tutti i
presenti li avrebbero presi. Il venera
bile rimandò all'altra seduta, assicu
rando nel modo più solenne, che prima
della Grande Convenzione i biglietti
sarebbero stati distribuiti e pagati.
Ma che cosa è avvenuto? Fochi gior
ni prima della Grande Convenzione
quella loggia ha respinto i biglietti e
mentre il segretario credo inutile
dirne le occulte ragioni propone di
essere contrari all'Orfanotrofio del
l'Ordine, fa proposta di appoggiare
l'Ospedale e l'Orfanotrofio dei preti di
Philadelphia, che ci hanno lanciato li
na sfida.
A questo punto, fratelli delegati,