La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, June 07, 1919, Image 1

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    PUBLISHED AND DISTRIBUTED UNDER PERMIT No. 500 AUTHORIZED BV THE ACT OF OCTOBER 6, 1917, ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHILA DELPHI A, PA., BY ORI»ER OF THE PUESIDENT, A. S. BURLESON, POSTMA3TER GEN
LA LIBERA PAROLA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 11. - Numero 22
LE TENEBROSE CONGIURE
NON ANCORA TERMINATE
In uno dei nostri precedenti ar
ticoli abbiamo affermato che l'at
tuale Conferenza di Parigi, che
passerà alla storia siccome la più
indecorosa turlupinatura e la più
brutale ingiustizia, ci ha dimo
strato all'evidenza, che l'umani
tà, in più di cento anni, quanti
ne decorrono cioè dal 1815 al
1919, non è divenuta affatto mi
gliore, sembra anzi che abbia fat
to un passo indietro verso l'anti
ca barbarie, quando la forza e la
prepotenza imperavano sopra
qualsivoglia diritto.
Se si volesse infatti stabilire
un parallelo fra il trattato del
1815 e quello odierno, qualunque
osservatore spassionato vi scor
gerebbe le tracce visibili di que
sto fatale regresso verso quell'e
poca in cui ogni diritto si anni
dava sulla punta della spada.
Se nel 1815 l'ltalia fu vittima
dell'ingiustizia e dei soprusi del
le grandi potenze europee, o, per
essere più esatti, delle potenze
brigantesche, il cattivo tratta
mento ai danni di un piccolo pae
se, languente sotto il giogo di
una dura schiavitù, fino ad un
certo punto poteva dirsi, se non
giustificato, per lo meno spiega
bile.
Ma oggi non è così. Oggi l'lta
lia ha il diritto di assidersi, a
fianco ed allo stesso livello del
l'lnghilterra e della Francia, nel
la ripartizione delle spoglie; sia
perchè è stata la Nazione che,
durante la guerra, ha fatto i
maggiori sacrifici, sia perchè al
trionfo finale ha portato il mag
giore e più efficace contributo.
Nel 1815 adunque le Nazioni
partecipanti al Congresso che fu
definito "il banchetto dei leoni"
commisero solamente un abuso
di forza a danno di un paese de
bole, cui nulla dovevano e che
voce non aveva per far valere i
propri diritti; ma adesso, dopo
una lunga alleanza di armi, dopo
di aver condiviso ansie e timori,
gioie e pericoli; adesso, il tentati
vo di defraudare l'ltalia in ciò
che è sua sacra e legittima aspi
razione, non costituisce soltanto
un abuso, ma una ingratitudine,
un losco complotto, una vigliac
cheria, un tradimento.
E gli artefici, i compilatori di
quest'opera nefasta saranno con
dannati dai contemporanei e dai
posteri. Wilson, Lloyd George e
Clemenceau, questi tre eminenti
criminali che osano ancora oggi
sfidare impunemente la pazienza
dei popoli, dispensando colonie,
città e regioni a loro capriccio,
son destinati a riabilitare, di
fronte alla storia, la turpe e lo
sca figura di Mettermeli.
Oramai, non è più tempo di
crearsi pericolose illusioni: Wil
son èlo strumento cieco o co
sciente di formidabili corporazio
ni capitalistiche, le quali per lo
sviluppo delle loro imprese ma
landrinesche, hanno interesse
che Fiume e le coste della Dal
mazia non vadano all' Italia,
che non sopporterebbe la loro
opera sfruttatrice, sibbene alla
Jugo-Slavia che nessun argine
saprebbe opporre alla loro inva
denza commerciale.
A questa vergognosa missione
assuntasi dal Presidente degli
Stati Uniti non oggi che sta qua
si per restituire al popolo il man
dato affidatogli, ma fin da quan
do il crollo dell'impero austriaco
incoraggiò il progetto ordito da
un'immensa rete di inconfessa
bili interessi nel mare Adriatico
che si vorrebbe anglo-americano,
mentre dovrà essere assoluta
mente mare nostrum; a questa
vergognosa missione oggi va ag
giunto un odio tenace ed impla
cabile che si sprigiona dal tetro
animo di Wilson che s'è fatto co
gliere con le mani nel sacco, co
me un delinquente, contro l'lta
lia ed il generoso suo popolo.
L'opposizione di quest'uomo,
non è dettata, come egli voleva
dare ad intendere nel suo procla
ma, da un senso di giustizia e
da amore di pace ; ma da motivi
volgari, turpi, vergognosi da cui
oc EXTRA!
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Cappelli ed altro. •
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVAISITI SEI IVI PRE, COINI l_A FIACCOLA IN PUGNO «CI
"Entered as second-class matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the A-t of March 1K79".
! esula qualunque idealismo.
Se *noi esaminiamo tutta l'o
pera di Wilson e del suo Governo
dall'inizio della guerra o per me
glio dire dall'epoca della discesa
di questa Repubblica nel sangui
noso cimento,. la vediamo . sem
pre improntata ad un'ostilità
continua per l'ltalia.
L'America dichiara guerra al
la Germania, nemica mortale del
la Francia e della Germania ; ma,
auspice Wilson, mantiene le sue
relazioni coll'Austria che della
Germania è la più valida soste
nitrice e nemica secolare dell'lta
lia; eppure l'ltalia è alleata del
l'lntesa e lotta con tutte le sue
forze e con tutte le sue risorse
per il trionfo comune.
Tra le Nazioni dell'lntesa, la
più bisognosa è l'ltalia, perchè
priva di materie prime e Wilson,
con ferocia di schiavista, le lesi
na ogni cosa e quel poco che le
concede, in viveri, in munizioni,
in carbone, glielo fa pagare a
prezzo di usura e le fornisce la
roba più scadente.
Wilson mette il suo paese a so
stegno della Francia; per la
1 Francia tutte le industrie degli
Stati Uniti ; per la Francia milio
ni e milioni di soldati e per l'lta
lia neanche un milite; eppure il
maggior contributo all'esercito
americano, lo aveva dato l'ele
mento italiano; giacché Wilson,
l'apostolo di pace, il salvatore
dell'umanità, il novello Messia,
passando coi piedi sul più ele
mentare diritto internazionale, a
veva assoldati centinaia di mi
! gliaia di italiani non naturalizza
ti ! Eppure finche l'ltalia era in
vasa; anche il sacro suolo della
nostra patria era profanato dal
tallone straniero e dagli zoccoli
dei cavalli di Attila.
La storia che non si cancella
dirà un giorno che i maggiori ar
tefici di Caporetto furono i go
verni d'America, di Francia e di
Inghilterra, nostri alleati !
Ma finalmente il sig. Wilson,
quando si accorse che ie cose pro
cedevano male per l'lntesa e che
anche per l'America si affaccia
va sull'orizzonte il pericolo tede
sco, si decise ad inviare soccorso
di uomini ; ma, anche qui balza la
sua antipatia, il suo odio istinti
vo per l'ltalia. In un paese invaso
da un milione di nemici, egli, ag
giungendo alla rabbia il dileggio,
fa dislocare dalla Francia, nien
te altro che un reggimento: il
332, che Diaz, con cavalleresca
cortesia, menziona nello storico
bollettino della vittoria cui non
avea partecipato!
L'antica Sparta, dileggiata da
Atene, sconfisse i suoi nemici.in
una sanguinosissima guerra; l'l
talia conseguì il più grande trion
fo della storia, sebbene dileggia
ta da Wilson !
Ora, nelle lunghe ma non labo
riose nè feconde trattative che
si vanno svolgendo a Parigi, il
presidente degli Stati Uniti si è
I sempre mostrato ostinatamente
'contrario a tutte le aspirazioni
j italiane ed in diverse occasioni
1 più intransigente degli stessi Ju
go-Slavi, come scriveva diversi
giorni or sono la "New York Tri
bune." Ha piegato il dorso all'im
perialismo inglese, gettando la
famosa teoria della libertà dei
mari in fondo ai medesimi ; ha
ceduto alla Francia le cui mire
ambiziose sono andate molto ol
tre la .redenzione dell'Alsazia e
Lorena; l'ha data vinta persino
| al Giappone, forse per timore dej
!le nespole omonime, ma rimane
imperterrito di fronte ai sacri
| diritti d'ltalia. Il cui Go
! verno, al cospetto di tan
te manifeste prove di fellonia,
non sa ancora decidersi ad un
atteggiamento energico e virile
e si ostina in una politica remis
siva e conciliante. Per la tradi
zionale, ruinosa politica del piede
di casa, sarà forse costretto a ri
tornarsene in patria col dente a
j sdutto tra tanti che hanno arro
; tondati i loro già vastissimi pos
| sedimenti, ed ha costretto alla
| dimissione il Tirteo d'ltalia, il
PHILADELPHIA, ,PA., 7 GIUGNO, 1919
glorioso poeta-soldato che tra
tanta viltà di governanti, si pro
pone di spezzare, coll'ausilio del
popolo, le infami reti di un'igno
bile diplomazia.
Ma una fiacca politica non ha
mai prodotto buoni frutti ed al
popolo italiano sarà riserbata la
ultima parola, al popolo d'ltalia
che sdegna vergognosi compro
messi e reclama, con sublime con
cordia, il frutto dei suoi sacrifici
e dell'eroismo del suo esercito.
Solo il popolo d'ltalia, solo i
quaranta milioni d'italiani e la
incrollabile fede di Fiume, di Se
benico e di Zara sapranno an
nientare la cieca ostinatezza di
Wilson, sventando nel tempo
stesso le subdole manovre di
Lloyd George e di Clemenceau.
Ed in un avvenire che speria
mo non troppo remoto, i tradito
ri djltalia pagheranno il fio del
la loro obliqua politica che li ha
accecati fino a far loro calpestare
le più sacre leggi dell'onore.
LA LIBERA PAROLA.
L'ITALIA A FIU/nE
Ehi, scusi.... Signor WoodrowL.
h' lei quel professar che mesi addietro per -vago, per restare a bocca asciutta
venne tra noi, guardandoci dal vetro lei sbaglia, oli come sbaglia 1
delle sue vaste lenti Quel lìissolati. illustre professore,
e mostrandoci 1 suoi trentadue denti non è l'ltalia... Ali 110! grazie al Signore'
in un indefinibile sorriso? Ma guarda 1111 po' die razza d'amicone
r. lei. si... lo ravviso! abbiamo festeggiato!
Kd in quel tempo, tra clamori e onori, Lll professor tedesco mascherato
aveva in corpo tutti i sentimenti • d'americano... Ah caro mattacchionel
che solo adesso ha rifilato fuori? l'i rimandi i regali
Sì. li aveva? Accidenti! vari e belli coi qusili
Allora e giusto, per i sommi dei!, la ricoprimelo, o suonator di piva!
eli anche 1 Italia mostri i denti a lei! Restituisca subito gli evviva
Lei ei truffò gli osanna e i battimani, clic le facemmo e l'ampio svetolìo
lei ci rubo gli onori in malo modo, di bandiere, credendola 1111 amico
lei frodo gl italiani, l)a amici come lei ci guardi iddio!
lei Mii cilindro certamente ha il chiodo, A scuola si grattava l'ombelicolo
il germanico chiodo sopra il (piale lei, signor professore?
lei pianta il suo vessil dell ideale ! Non ricorda la Storia, per "favore?
Ideale.'. . . Ma via! Non sa che cosa sia
lei, signor professore. forse la Geografia?
1 ideale lo tiene per Übbia, Guardi la carta, se di carte è pratico!
per lustra, per clamore. l.egga li, senza errore,
giacche lei, dal suo cs.nto, dice: Mare Adriatico!
fa questione di dollari soltanto! Quello è un mare italiano, professore!
.ei così puro e schivo Apra un libro di Storia, se ha costume
ha un ideale molto materiale, d'aprir dei libri e legga verbigrazia
lei !»a«la al positivo! il passato «li Fiume
Ma per fortuna il suo parlar non vale nonché della Dalmazia...'
a tai pentir Cristoforo Colombo Poi ci venga a parlar dell'ideale!
, d aver scoperto... quello che scoprì.
Lei. dal cerve! di piombo,
sarà un americano, signorsì,
ma lei non è l'America, perdio!
Lei porse orecchio al folle bubbolìo
di Bissolati il quale veramente. Mi saluti la f.ega
non essendo Leonida spartano, delle nazioni, i cafri, i filistei
voleva esser Leonida spartente i jugoslavi.. . e fra tre'quattro mesi
e spartir la sua patria piano piano.... ri saluti puranche i giapponesi
Ah no! Se in quel colloquio dica-loro: Kiao-ciao!
lei <i convinse che ci siam battuti Mentre noi le diciamo: Maramao!
per niente, se uno stupido sproloquio E per gloria maggiore
fra gli omaggi e i saluti ci saluti Monroe, -er professore
creder le fece che I Italia tutta Un'altra volta tenga a casa il naso,
sera lanciata alla sua gran battaglia e. s'abbia (pochi!) ossequi da! Trava.o'
ORDINE FIGII D'ITALIA IN AMERICA
COMUNICAZIONI
della Grande Loggia di Penna.
VISITE DEL
GRANDE VENERABILE.
Il Grande Venerabile Giuseppe \
Di Silvestro si recò due settimane
or sono ad Uniontown, per esple
tare un mandato affidatogli dal
Grande Concilio.
Cogliendo tale opportunità, e
gli si fermò a Baltimore, Md., o
ve aveva anche degli affari da
espletare nell'interesse dell'Or
dine. Fu ricevuto e fu ospite del
fratello Placido Milio, Ex Vene-;
labile della loggia Marconi, il
quale si intrattenne con lui peri
tutta la giornata.
Giusta gli accordi presi, ili
Grande Venerabile avrebbe do- :
vuto espletare il suo mandato ad j
Uniontown durante il sabato 23
maggio; ma trattandosi di gior-|
no di lavoro non fu possibile riu- 1
nire tutte le persone interessate,
e si dovette rimandare l'appunta
mento alla domenica mattina.
Ma il lavoro non fu potuto esple- '
tare e fu rimandato all'ultima j
domenica di Giugno.
Intervennero fra altri molti j
fratelli, il Grande Curatore Gen- !
naro Barbarisi, il prof. Raffaele
Scalia, Vincenzo D'Auria, Vin- 1
Icenzo Gismondi, ecc.
Più tardi si riunirono le due
logge di Uniontown, la Mazzini e'
la Leopardi, e il Grande Venera
bile, dopo aver parlato ad esse
esaurientemente dell'Orfanotro
fio, rifece anche la storia del F.,
U. M. Ricordò le grandi difficol-j
tà incontrate in principio per la
approvazione di esso, la puntuali
tà e la sollecitudine con cui fu
rono sempre pagati i benefici di
morte ; ricordò la terribile epide
'mia, durante la quale, mentre le
logge non ancora avevano pagata
alcuna quota, la Commissione a
veva già anticipata una rilevante
somma per sussidii, e disse che
da questi fatti l'Ordine si era
maggiormente consolidato ed af
fermato nella coscienza del pub
blico. Il Grande Venerabile con
cluse censurando acerbamente
quelli che se ne erano usciti per
non pagare le quote derivanti
dalla epidemia, dimostrandosi co
sì nemici dei fratelli e dell'umani
tà.
Nel pomeriggio di domenica il
Grande Venerabile, in automobi
le, accompagnato dal Grande De
putato della Fiorentino di Con
nellsville, Raffaele Scalia, dal
Grande Deputato della Leopardi
di Uniontown, Antonio Plundo, e
dal Venerabile della Concordia di
Connellsville, Agostino Trovaio
lì, si recò in quest'ultima località,
ove le due logge si erano riunite
per ricevere la di lui visita. A
Connellsville si unì alla comitiva
jil venerabile della Fiorentino,
' Domenico Vona.
La-riunione l'u presieduta dal
le amministrazioni delle due loff
ie. Un comitato cittadino, che
Ila l'incarico di estendere inviti
per fare degno ricevimento ai
.soldati della Contea Fayette che
tornano dalla Francia, si recò in
| seduta per invitare le logge. Al
comitato rispose in inglese il
I Grande Venerabile, ringraziando
dell'invito e dolendosi se, per e
quivoche inframmettenze, erano
state finora dimenticate le due
logge dell'Ordine, che costitui
scono il nucleo delle forze italia
ne di quella Colonia.
Poi il Grande Venerabile riba
dì il concetto che i movimenti
coloniali debbono essere iniziati
idall'Ordine, e nelle iniziative e-!
j stranee deve essere usata ai Fi-1
j gli d'ltalia la massima deferen-1
I za ; e a tale scopo le nostre forze
debbono essere sempre unite e
compatte.
Anche qui il Grande Venerabi-,
le parlò a lungo dell'Orfanotro
fio e del Fondo Unico Mortuario.
Alla riunione erano presenti il
venerabile della loggia Nuova Ca
vour di Mount Pleasant, Gugliel
| mo Crivella, e un rappresentan
te della Civiltà e Progresso di
| Scottdale.
Nel corso della seduta parlaro
ino i venerabili delle due logge,
Agostino Trovaioli della Concor
dia e Domenico Vona della Fio
! rentino, il Grande Deputato di
questa loggia Raffaele Scalia,
Carmelo Sanfilippo, Filippo Ga
gliardi, R. De Angelis ed altri
; fratelli ai quali chiediamo venia
| se i loro nomi ci sfuggono.
CRONACA DELLE LOGGE. '
La loggia Guglielmo Marconi
N. 165 di Philadelphia, nella se
duta del 18 maggio commemora
va il sesto anniversario della sua
fondazione.
Prese per primo la parola il
! fratello Francesco Prantulli, il
quale rifece la storia della loggia,
che ha sempre contribuito a tut
te le opere patriottiche e filantro
piche dell'Ordine, e si è resa be
nemerita di Esso anche con l'or
ganizzare altre cinque logge, che
accrescono ora la nostra fami
glia.
Il venerabile Domenico D'Al
fonso e il fratello Francesco Bei
sito parlarono delle critiche con
dizioni in cui ebbe a trovarsi la
loggia dopo la terribile epidemia,
condizioni, che mercè la buona
volontà e i sacrifici di ogni fra
tello, ora sono scomparse e la vi
ta della loggia è tornata al nor
male.
In ultimo il fratello Curinga
spiegò ai presenti la necessità
che l'Orfanotrofio e Ricovero sia
no presto un fatto compiuto, e
perciò i fratelli debbono contri
buire senz'altro indugio.
Dopo le belle parole del fratel
lo Curinga, molti soci acquista
rono seduta stante i biglietti; e
taluni ne presero anche per ven-
derno al di fuori; e ciò perchè
a loggia Marconi possa fare sti
lino un secondo versamento per
i jondo Orianotrofio, a beneficio
del quale ha già dato 107 dollari.
Con grande soddisfazione in fi
ne i fratelli sentirono il resoconto
del ballo comunicato dal presi
dente del comitato Michele Ga
briele, il quale annunziò il rica
vato netto in $755.00.
Meritata onorificenza
Il Signor E. Sabatini, nostro a
nuco di vecchia data, proprietario di [
due eleganti barberie, una alle un
j dici strade in Chestnut e l'altra al -
; e li strade sopra Walnut, con Uf-
I . C°u O e ?' Esta, . e al "■ i 740 So
•stn Strade, è giustamento orgo
glioso di suo figlio Raffaele cl>e
.appena ventenne, il 29 dello*scorso
I mese di maggio, otteneva. dalia
"Penna Academy nf Fine Arts", u
■na meritata onorificenza.
! La onorificenza consiste per es
sersi il giovane Sabatini distinto il
primo fra i suoi compagni di clas
se, e perciò gli è stata concessa una
bor.sa di studio, chiamata "Cresson
travelling scholarship", in virtù della
quale egli, per arricchire il suo corre
do di studio, può viaggiare e fre
quentare le migliori scuole d'Arte
d'Europa. Questo è il secondo pre
mio del genere assegnato all'intel
ligente studente. Ma v'ha di più.
perchè a Raffaele Sabatini, duran
'te quest'ultimo anno scolastico, so
no state conferite due menzioni o
norevoli, una lo "Stewarson Prize"
e l'altra lo "Stimson Prize", oltre
che gli alunni detla "Penna Academy
of Fine Arts" hanno acquistato un j
[suo pregevole pezzo di lavoro di scul
j tura chiamato "The Lady Monkey".
Noi, che conosciamo l'amore del
| signor E. Sabatini e i sacrifizi! fatti
; per il suo figlio Raffaele e che lo
abbiamo avuto amico sincero, par
tecipiamo alla sua giusta gioia ed
auguriamo maggiori allori al gio
vane artista.
NOBLESSE 3BU6E
L'ltalia aveva appena da un anno'
rinnovato il tretennale Trattato dal
l'eanza con la Germania, quando que
sta nel '914, decise di aggredire la
Francia. Lo scopo dell'aggressione era
stato dichiarato e illustrato, dal gene
rale von Bernhardi, due anni prima,
ne! 1912, nel libro sulla prossima
guerra: "In un modo o nell'altro, è
necessario che noi regoliamo i nostri
conti con la Francia, per potere avere
le mani libere nella nostra politica
mondiale» La prima e indispensabile
condizione di una sana politica tede
sca è l'abbattimento della Francia. E
questa volta bisognerà colpire sul se
rio, in modo da impedire alla nemica
che possa più rilevarsi e rimettersi
ancora sulla nostra via." E tutto in
fatti era scientificamente preparato,
per l'esecuzione di questo disegno; gli
animi e le armi: e sopra tutto, di con
tro alla forza propria, la disgregazio
ne, politica e morale, altrui. In venti
giorni, in 40 giurai, se i calcoli si fos
sero avverati. l'lmperatore sarebbe en
trato sul cavallo di Attila a Parigi.
(Erano già pronte le medaglie com
memorative del granile avvento). Nei
calcoli vi era anche il tamburino ita
liano volto dalla parte delle Alpi Ma
rittime. Ma il tamburino italiano non
apparve. E Attila non passò.
L'ltalia era da trent'anni unita al
la Germania ed era, anche da trenta
anni, separata dalla Francia. Che val
se tutto questo? Al momento decisi
vo, non ostante le recenti polemiche
sulla questione del Manouba e sulla
questione del Canale d'Otranto, non o
stante le dimostrazioni di Marsiglia
a favore dei Turchi e le dimostrazio
ni di Tunisi contro gli Italiani l'l
talia, al cospetto dell'aggressione, fe
ce quello che doveva fare. Si staccò
dalla Germania. E si mise al fianco
della Francia. Si sarebbe disonorata,
nella sua tradizione giuridica e nella
sua storia politica, a fare altrimenti.
E tenne fermo all'onore della sua sto
ria e della sua tradizione.
Accorsero subito, dopo la dichiara
zione della neutralità italiana, i mes
si da Berlino. Che volete? Oro? in
censo? mirra? Tutti essi mettevano
ai nostri piedi, perchè noi non passas
simo dalla neutralità alla guerra: tut
to, specialmente le spoglie della Fran
cia nel Mediterraneo. E finalmente
Bulow venne, con tutte le idee che il
generale von Bernhadi aveva sostenu
to nel suo libro, per tener legata l'l
talia alla Germania in caso di guerra.
"Noi dobbiamo pensare a rafforzare
in tutti i modi la potenza politica dei
nostri Alleati. Noi abbiamo rafforza
to l'Austria nei Balcani; bisogna che
rafforziamo l'ltalia nel Mediterraneo,
specie nel caso della guerra con la
Francia." E Bulow venne appunto con
questo programma in Roma. E la pri
ma parte della sua missione fu rivol
ta appunto a persuadere l'ltalia, con
la propaganda di stampa e con le trat
tative presso il governo, a non pensa
re all'Adriatico, e pensare invece al
Mediterraneo, e unirsi in guerra con
la Germania per combattere la potenza
marittima e coloniale della Francia
mi Mediterraneo: premio, Nizza con
hi Savoia, e la Corsica, e Tunisi. Non
aveva forse sostenuto von Bernhardi
che valeva la pena, per la Germania,
fare anche una guerra per conquistare
Tunisi all'ltalia?
Ma l'ltalia, ancora una volta, nel se
condo periodo, rifiutò l'oro e l'incen
so e la mirra dei Magi tedeschi. Ed
entrò in guerra, a fianco della Fran
cia. Fece, cioè, ancora una volta, quel
lo che doveva fare. E si sarebbe diso
norata fare altrimenti,
j Ma non si disonorerebbe forse più la
Francia, oggi, e non si cancellerebbe
dal novero (lelle potenze civili dell'Eu
ropa, se, per i Jugo-Slavi e per Wil
son, si staccasse dall'ltalia, e andasse
; senza l'ltalia a Versailles? Si disono
. rerebbe e non provvederebbe nep
pure al suo avvenire. E perderebbe,
in un'ora, oltre la vittoria, le ragioni
della vittoria e le >-agioni della vita.
Noi abbandonammo i Tedeschi per
la Francia. Può ben la Francia ab
bandonare i Jugoslavi, che non si sa
chi siano, per l'ltalia e per gli italiani
di tutte le rive.
Noi gittammo tutto il nostro avve
nire nella posta contro la Germania
che allora era la più forte e per le
j vittorie conseguite pareva l'invinci
( bile e contro l'lmperatore di Ger
i mania che era un nostro amico e l'a
mico dei nostri Re da trent'anni. Può
i ben la Francia mettere un po' del suo
| buon volere nella posta tra l'ltalia e
: Wilson tanto più che in quella po
sta è tutta la causa della libertà e tut
jta la causa della democrazia nei vec
chi paesi d'Europa.
| Andare la Francia a Versailles, sen
za l'ltalia, per discutere la pace con
j quei tedeschi, dai quali l'ltalia si stac
; cò per stare a fianco a lei nella guer
| ra può accadere ? è possibile ? For
se. Ma sarebbe un grave lutto per la
civiltà d'Europa, che la Francia fos
;se a Versailles, con la banda Nohth
-1 cliff-Steed, e- coi Jugoslavi di cui i te
deschi a ragione non vogliono rico
| noscere i poteri, e non con l'ltalia.
' Gli uomini della vecchia Francia si
rifiuterebbero, al grido: Noblesse obli
ge. Si piegherà invece il signor Cle
menceau? Egli renderebbe un cattivo
servizio al suo paese.
Io so bene che a un deputato italia
no, il quale gli faceva, tempo addie
tro, osservare che gli effetti di un
dissidio tra la Francia e l'ltalia po
trebbero essere disastrosi alla Fran
cia fra dieci anni, il sig. Clemenceau
Fa quel che devi, avvenga
| che può'.
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
rispondesse: Fra dieci anni io non sa
rò più. Ma il sig. Clemenceau ha più
spirito di Luigi XV, e anche più senso
:li responsabilità, per non comprende
re che non bisogna portare alle ulti
me conseguenze le boutade* e nep
pure l'eresia di certe premesse.
I rapprsentanti dei governi alleati
sono due uomini di forte temperamen
to, e quindi poco atti a dissociare le
loro simpatie o antipatie personali da
gli interessi veri e proprii dei paesi
che rappresentano. Chi può dire che
il sig. Clemenceau non porti nei giu
dizii, nei criterii e nell'animo che i
suoi giudizi determinano, un po' trop
po del vecchio uomo che combattè per
trent'anni l'ltalia della Triplice e che
non sa concepire oggi un'ltalia diver
sa di quella che combattè? E chi può
dire che Lloyd George, anche dopo i
suoi attacchi al Times e alla banda
Northcliff-Steed, non sia pur sempre
In tesso uomo lie con quella banda
studiò e manovrò nel passato ppr e
levare nell'Adriatico il contraltare Ju
goslavo all'ltalia? Cavour diffidava
dell'lnghilterra nell'Adriatico, più che
nel Mediterraneo. E le diffidenze del
nostro grande uomo di Stato lianho la
loro riprova nel momento presente.
Ma Lloyd George non pensa che l'ln- 1
ghilterra ha più bisogno di amici, og
gi, dopo la guerra, che non avesse bi
sogno prima; e si illude forse trop
po che la sparizione della potenza
marittima della Germania significhi
la sicurezza assoluta dell'lnghilterra
nei mari e negli evi. Ma la Germania
prima di sparire come potenza ma
rittima, ha messo in valore un'arma
che rappresenta la svalutazione di
tutte le flotte: il sottomarino. E Wil
son, vale esso solo, contro l'impero
britannico, anche più che la potenza
marittima della Germania e più che il
sottomarino. Faccia pur la ruota at
torno a Wilson il sig. Lloyd George.
Ma la teoria dei mandati, che il sig.
Wilson non ha inventato, ma ha appe
na messo in pratica per dissolvere lo
impero coloniale tedesco, è fatto par
dissolvere l'lmpero britannico. Ne ri
parleremo al rifiorir dei cardi.
Comunque, e qualunque cosa acca
da, le risoluzioni di questi giorni sono
risoluzioni definitive per le sorti delle
potenze europee.
Si farà, se si farà, la pace, seima
l'ltalia? E l'ltalia riacquisterà la sua
libertà per l'avvenire, e troverà, al di
fuori delle potenze con le quali è sta
ta alleata nella guerra, le sue nuove
vie. Un illustre paese di 40 milioni di
abitanti, in Europa logora e disfatta,
può bene, col suo lavoro, la sua intel
ligenza, la sua robustezza fisica e mo
rale, essere utile agli amici e perico
losa ai nemici e agli indifferenti. Vi
vemmo, fra le tempeste. E fra le tem
peste seguiteremo a vivere, e a inse
gnare agli altri la scienza della vita.
Non si farà la pace? E la colpa non
sarà dell'ltalia, ma di coloro i quali
hanno tentato con le loro strutture ar
tificiali, con le loro Società bancarie e
industriali cosmopolite, sostituire le
strutture naturali degli Stati, e so
praffare od eliminare gli elementi na
turali della vita delle nazioni.
Ma potete voi immaginare un trat
tato di pace, senza l'ltalia, senza la
Nazione vittoriosa?
Potete voi imaginarc un sig. Wil
son, tra Lloyd George e Clemencenu,
officiare sull'altare della Società del
le Nazioni senza l'ltalia che, oggi
più che mai, rappresenta, nei suo spi
rito e nelle sue forme più alte, il so
vrano principio delle nazionalità?
Sì ?
Ma che scoppio d'ilarità nei due
mondi! RASTIGNAC.
PÌTilllPil
I Durante il ricevimento offerto
dai soci del Circolo al I)r. Miche
langelo De Vecchis che lunedi pros
simo s'imbarcherà per far ritorno
lin patria, in nome di questa colo
nia italiana ed a firma del signor
! Roberto Lombardi, fù spedito, ai
senatori Boies Penrose, J. C. Knox
e Henry Cabot Lodge, il seguente
telegramma :
"The italians of Philadelphia,
through the Circolo italiano bespeak
your prcstige and support on beahlt
of the Ball resolution in favor of I
talian Fiume".
La decisione venne presa in segui
to alla notizia apparsa sull'"Every
Kvening", quotidiano americano di
Wilmington, che l'On. 1,. IL Ball, se
natore dello Statore del Delaware,
aveva presentato al Senato degli Sta
ti Uniti, una proposta in virtù della
. quale si raccomandava al Congresso
di questa Nazione perchè i diritti d'l
talia su Fiume vengano riconosciuti
e concessi.
Auguriamoci che l'America non
permetta che il signor Wilson
! commetta nessun crimine contro l'l-
I talia.
Identico telegramma dovrebbero
spedire ai predetti senatori tutti gli
Italiani: logge, Società e circoli.
BANCHETTO D'ONORE
La sera di giovedì scorso, al
Walton Hotel, è stato offerto un
banchetto d'onore al Colonnello
Clarence P. Franklin e al tenente
Ellwood J. Rotan, reduci dal
fronte italiano. Intervennero, per
il nostro Governo, il Regio Con
sole con la sua Signora, e il capi
tano A. Sapelli. Daremo ampio
resoconto nel prossimo numero.