La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, March 15, 1919, Image 1

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    Published and distrtbuted under permit No. 300 authorlzed by the act of Oetober 6, 1917, on file at the Post Office of Ph lladelphia, Pa.. by order ot the President, A. S. Bu rleson, postmaster Gen
LA ÜBERA PAIOLA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 11. - Numero 10
L'ltalia e i suoi nemici
L'INCIDENTE DI LUBIANA
Ripigliamo, dopo qualche set
timana di sosta, le nostre pubbli
cazioni tendenti a sventare la
leroce e deplorevole campagna,
iniziata ai danni dell'ltalia, da ;
una accozzaglia di popolo sorta!
dalle rovine dell'lmpero Austria
co, la quale sembra voglia conti-
ad ogni costo, le tradizio
ni del mostro prostrato nella pol
vere.
[ Per qualunque altro popolo più
evoluto e più civile, la generosa
pazienza dell'ltalia che, forte del
proprio diritto e gelosa della pro
pria dignità, non raccoglie le quo
tidiane provocazioni di una mar
amaglia cieca ed irragionevole, a
vrebbe dovuto strappare la ben
da agli occhi dei provocatori e ri-
Hfchiamarli a più miti e ragionevo
li consigli.
I Ma noi non dobbiamo dimenti-
Ipcare, l'ltalia non dovrebbe dimen-
Kicare che trovasi di fronte ai
continuatori del suo secolare ne-
Hnico, i quali sembra vogliano
perpetuare le gesta degli Asbur
, go, coll'aggravante di una più
grande e più selvaggia ferocia
dovuta all'obbrobrioso servaggio
cui furono condannati pei- sem
pre, ed al quale li strappò l'lta
lia, con la sua guerra titanica e
coi grandiosi sacrifici sopportati
per circa quattro anni.
Per costoro la dignitosa pru-}
denza dell'ltalia appare siccome
debolezza o paura ed in questo
convincimento intensificano le lo
ro provocazioni e i loro insulti,
oggi che siamo quasi alla vigilia
dell 'assetto dell'Adriatico.
! Così, a brevissimi intervalli, !
gli stranieri finalmente seccati e
gii italiani fremebondi, hanno as-,
sistito a due gravi, deplorevolis
simi incidenti, quello di Lubiana I
e quello di Spalato, i quali costi
tuiscono entrambi offese morta
li alla dignità italiana.
| E sono stati pure le due gocce
che han fatto traboccare il vaso
già colmo, hanno stancato la pa
zienza del nostro Governo e del
nostro popolo, già duramente
provata.
A Lubiana, ove una Commis
sione interalleata provvede all'in
vio delle vettovaglie nei paesi o
ve più urgente è il bisogno, il co
mandante militare della città, e
spelle, con flagrante violazione
del diritto, i membri della Mis
sione italiana, i quali, dinanzi al
l'abuso, protestano energicamen
. te, ma si ritirano per non intral
' ciare l'opera dei loro colleghi.
; I serbi, i croati, i iugo-slavi,
, credono, nella loro mentalità cie
g ca, di avere ottenuto una grande '
;! vittoria e di avere inflitto una
I grande umiliazione all'ltalia, al
l'odiata nemica, e cresce, in que
| sta sciocca illusione, la loro tra
gcotanza, la loro ridicola ed insa
na spavalderia.
Così, dopo qualche giorno, si
ha a deplorare un nuovo inciden
te, forse più grave del primo :
L'INCIDENTE DI SPAIATO
Ma questo nuovo incidente |
precipita gli avvenimenti e l'lta-,
. lia ricorre finalmente all'applica
zione di energiche misure.
Una Commissione interalleata)
si reca a Spalato, per stabilire i
termini dell'armistizio. 1 delega
ti italiani vengono fatti segno ad
un entusiastica dimostrazione da
parte del popolo che anela alla.
annessione all'ltalia; specialmen-l
te le donne, baciano, colle lagri
me agli occhi, il lembo del tri-.
colore. Ma più oltre, la solita ac- !
cozzaglia slava e croata, investe
i membri della Missione italiana, |
e li fa segno ad una fitta sassa
iuola ed alle più volgari contume
lie.
Gli animi sono eccitatissimi,
ma l'ammiraglio italiano, onde
evitare qualche sanguinoso con-;
flitto, ordina ai suoi subalterni
di ritirarsi a bordo delle navi. Ed
ivi si presentano le autorità ì
iugo-slave non spontaneamente
ma costrettevi dall'energia del
l'ammiraglio americano, a pre
sentare le debite scuse per i tra
scorsi della canaglia. Il nostro
rappresentante accetta le scuse
e se ne dichiara soddisfatto, per
sè e per il suo seguito, ma non
assume responsabilità per l'offe
sa recata alla nostra nazione.
Forse nel momento in cui egli
dava una risposta così dignitosa,
ricorreva alla sua mente il ricor
do di uno dei mille gloriosi epi
sodi della storia di Roma; quan
do cioè l'ambasciatore romano,
insultato dal popolo di Taranto,
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
"Entered a.s second-class matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879".
che gli aveva imbrattato di fan
go la toga, rivolto con calma ter
ribile verso la moltitudine sghi
gnazzante, pronunciò la minac
j eia che dovette presto tradursi
'in atto: Ridete Tarantini, finché
vi è lecito; ma questa toga sarà
| lavata col vostro sangue !
E col sangue dei Tarantini
j venne lavata l'onta fatta al no
me di Roma.
Parimenti l'ltalia, dopo la san
guinosa offesa di Spalato, ricor
se alle misure estreme e chiuse
le sue frontiere per affamare il
popolo che calpesta i doveri di ri
conoscenza.
I TRUCCHI DELLA STAMPA
VENDUTA
Ma la stampa venduta, quella
stampa cioè che ha prostituito la
propria dignità all'oro tedesco
e francese, per sostenere la
causa iugo-slava; quella stampa
che ha assistito, con l'arma al
piede, anzi compiacendosene, allo
svolgersi degli avvenimenti che
hanno, alla fine, provocato, da
parte dell'ltalia, giuste e severe
misure di rappresaglia, ricama
rono, circa il provvedimento del
la chiusura delle frontiere, le più
stupide e vergognose menzogne.
Dipinsero l'ltalia come una sgual
drina riottosa ed incorregibile
che tutto vorrebbe divorarsi e
che, unicamente per capriccio,
perseguita e tiranneggia le pove
re popolazioni che, dopo lunghis
simi anni di servaggio, aspirano
alla propria emancipazione.
Pochi giorni or sono, non ap
pena giunse la notizia che l'lta
lia aveva chiuse le frontiere in
seguito all'incidente di Spalato
sintomo di guerra quasi sicu
ro molti o quasi tutti i magni
giornali d'America, stamparono,
a grossi caratteri, un telegram
ma proveniente da Washington,
nel quale si diceva che l'America,
sdegnata per l'atto energico fi
nalmente compiuto dall'ltalia, a
veva lanciato a questa un ultima
tum: Riaprire le frontiere imme
diatamente; in caso diverso l'A
merica avrebbe sospeso l'invio
dei viveri e di quant'altro le era
necessario.
La notizia, se vera, avrebbe
costituito il non plus ultra della
prepotenza e del ricatto, ma for
tunatamente era cervellotica, ed
anche questa bassa manovra di
propaganda iugo-slava è stata
sventata.
Si persuadano una buona volta
tutti coloro che hanno affogato
gli artigli bramosi nell'oro profu
so largamente ai nostri danni; e
quegli altri che vorrebbero velie
re uscire dal Congresso della pa
ce un'ltalia umiliata; ed i nemi
ci secolari, completamente sgo
minati, che cercano riserrare
le file e di nuovo mostrarsi sotto
le spoglie dei iugo-slavi.
L'ltalia non avrà una pace gal
lica nè una pace britannica nè li
na pace stelligera ; ma, come dice
D'Annunzio nella sua Lettera ai
Dalmati, l'ltalia vittoriosa, la più
vittoriosa delle nazioni vitto
riosa su sè stessa e vittoriosa sul
nemico avrà nelle sue alpi e
nel suo mare, la pace romana, la
sola che le convenga.
E la stampa d'America non a
vrebbe nessun diritto d'immi
schiarsi nelle cose nostre e forse
neppure il Governo, poiché il po
polo della bandiera stellata non
nasconde di aver condotto a ter
mine l'ottimo eil massimo dei
j suoi affari, sotto la specie delle
| idealità eterni !
LE VERGOGNE E LE DISONESTA'
DEL GIORNALE DI C.C. A. BALDI
L' "Opinione", fin dagli inizi
! della guerra, ha fatto una conti
nua opera di anti-italianità. Nel
i 1915, prima cioè dell'entrata de
gli Stati Uniti nella conflagrazio
| ne, non ha mai scritto una paro
] la contro la Gei-mania, che era la
grande nemica, e il Cav. C. C. A.
Baldi, di cui l'Opinione è organo
servilissimo e cieco strumento,
j sconsigliava i giovani di ritorna
-1 re in patria a combattere per la
| nostra bandiera. Più tardi, quan
jdo queste mene antipatriottiche
! avrebbero costituito un pencolo,
j— colla complicità e coll'ausilio
di una losca figura quella di
un certo Menegazzo tentò la
riabilitazione di Giovanni Giolit
ti, lo svergognato trafficatole di
onorificenze, che è l'uomo più ne
fasto d'ltalia e la figura più in
visa al popolo italiano.
Oggi .che la guerra è finita,
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI SEI IVI F®R EI, CON l_A FIACCOLA irsi PUGNO '=Ct
1' "Opinione", com'ebbe a rileva
re il "Mastro Paolo", tenta at-1
tingere ad un'altra fonte di lucro, '
e di tanto in tanto stampa un'in
tera pagina a pagamento che
vorrebbe essere un allarme con
tro un bolscevismo di là da ve
nire.
Se il bolscevismo è il risveglio
della classe lavoratrice che, stan
ca di sofferenze e di vessazioni,
stanca di essere sfruttata, anela
a migliorare le proprie condizioni
economiche e morali, noi dobbia
mo salutare, con vivissima gioia,
quest'alba ridente dei lavoratori j
del mondo. Ma se invece il bol
scevismo è quel quadro nero che
ne fa l'Opinione: sofferenze, odi,
distruzione, stragi ; un'idra che
arresta il commercio e le indu
strie, che spinge la civiltà verso
la barbarie, le idealità verso il
delitto ; che invita all'ozio, all'ab
bandono dei genitori, della sposa,
dei figli ; in questo caso la pagi
na deirÒpiniofte è un furto, una
frode a danno di quei minchioni
che pagano per la tutela della
legge e dell'ordine, perchè nella
colonia di Philadelphia, non esi
ste neppure l'ombra di questa
gran piaga sociale.
Ma 1' "Opinione" cosi gelosa
conservatrice dell'ordine, così ac
canita contro immaginarli peri
coli, non si perita di pubblicare,
in altra pagina dello stesso nu
mero del 5 corrente, fra le noti
zie di cronaca, un altro comunica
to o circolare, per il quale o per
la quale meriterebbe di essere de
ferita all'autorità giudiziaria.
In questa circolare si parla in
fatti di una Compagnia anonima
il cui nome, non appena la pace
sarà ratificata, echeggerà in tut
ti gli angoli della terra come un
tuono o un terremoto.
Scopo di questa lega formida
bile è quello di diffondere tra i
lavoratori d'Europa i principii di
democrazia, di progresso sociale,
eliminare il krumirismo, fomen
tando l'uso delle alte uniformi
paghe, ecc. ecc.
In altre parole, emerita "Opi
nione" questo schema costitui
rebbe nè più nè meno, che il pro
gramma di quel bolscevismo che
voi fingete di combattere col da
naro dei gonzi.
LA LIBERA PAROLA.
Italia Irredenta
A proposito di propaganda
Domenica sera, 9 corrente, ho
assistito, insieme a qualche al
tro italiano, ad una conferenza,
tenuta nella sede della Ethical
Culture Society, sull'Armenia,
nel passato, nel presente e nel
l'avvenire e non ho potuto fare
a meno di pensare che l'Armenia,
non ostante la sua lontananza
dall'America, non ostante la sua
civiltà primitiva e tutte le altre
difficoltà che provengono dall'es
sere tuttora sotto il giogo dei
Turchi, l'Armenia, dico, ha sapu
to presentare la sua causa davan
ti al tribunale della pubblica opi
nione americana in modo molto
più pratico ed efficace di quanto
non abbiamo saputo e potuto fa
re noi italiani che siamo, per
tante buone ragioni, in condizio
ni infinitamente superiori.
Esiste qui a Filadelfia, come e
siste in tutte le città importanti
dell'Unione, un Comitato Pro'
Armenia del quale fanno parte
persone distintissime, illustri nel
campo degli studi, delle profes-i
sioni, della vita politica, i cui no
mi bastano, da soli, a dare al pub
blico la garanzia che l'opera da
loro intrapresa, è degna di inco
raggiamento e di plauso. Per
mezzo di queste persone, che han
no aderenze dappertutto, è possi
bile per il Comitato Pro-Armenia,
raccogliere non solo le simpatie
platoniche di molta gente, ma 1
anche i quattrini tanto necessa-!
rii alla continuazione ed alla in
tensificazione del suo lavoro. Co
sì qualche mese fa il Comitato
Pro-Armenia tenne una confe
renza pubblica al Whiterspoon
Hall, nella quale il Vescovo* Rhi
nelander, nobile figura di studio
so e di pastore, disse tutta la
sirtipatia che l'America ha per la
nazione sventurata; ieri sera tre
oratori parlarono in favore del
l'Armenia, uno dei quali, l'illu
stre Herbert Welsh che invocò la
cooperazione di tutti per quel
paese che egli aveva visitato pri
ma della guerra e di cui aveva
veduto le indicibili sofferenze.
Vorrei chiedere ai miei e a
tutti gli amici d'ltalia, perchè
noi non potremmo fare quanto ha
fatto l'Armenia, perchè non po
tremmo presentare la nostra
causa al pubblico, nello stesso
PHILADELPHIA, PA., lf> MARZO, 1919
modo, pratico e semplice, inte-
I l essando gli americani influenti a
farsi essi stessi interpreti presso
i loro connazionali delle nostre a
spirazioni, creando così una at
mosfera che, disgraziatamente,
manca ancora del tutto e per sola
nostra colpa? E lo dico, con co
noscenza di causa ; la colpa è no
stra e nostra soltanto, perchè
siamo degli individualisti feroci,
capaci di strozzare qualunque
buon lavoro fatto nell'interesse e
per il bene di tutti, solo perchè
iniziato 0 ideato d? un altro; co-
ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA
ì
Comunicazioni della Grande Loggia
DELLO STATO DI PENNSYLVANIA
INIZIAZIONE DELLA LOGGIA
"TRENTO E TRIESTE
LIBERATE" N. 91S.
Un avvenimento veramente
degno di nota ai è avverato do
menica, 23 febbraio scorso, nella
ridente Greenville, con la inizia
zione della loggia "Trento e Trie
ste Liberate N. 918.
Fin dal mattino erano arriva
ti molti soci delle logge di Elie
per assistere alla cerimonia. Al
le ore 11.58 giunse da Pittsburgh
il Grande Curatore Antonio Cer
to, ricevuto alla stazione dai
componenti la neo Loggia e dal
le rappresentanze delle logge di
Elie.
Formatosi il corteo, si marciò
fino alla Knight's of Columbus,
ove ebbe luogo l'iniziazione da
tanto tempo agognata da quei
bravi connazionali.
Nella cerimonia, diretta dal
Grande Curatore Antonio Certo,
fece da madrina la loggia 11 Ri
sveglio N. 451 di Elie, funzio
nante da Araldo il fratello Nata
le l'olacci. La iniziazione proce
dette in modo ammirevole, per
la intelligente preparazione dei
nuovi.
Trovandosi assente, per malat
tia in famiglia, il venerabile del
la loggia 11 Risveglio fratello A
gresti, tenne il seggio l'assisten
te venerabile fratello Pietrasan
ta, il quale offrì a nome della
madrina le sciabole e la bandie
rina italiana alla neo loggia.
Dal Grande Curatore furono
istallati i seguenti ufficiali:
Venerabile, Alberto De Cri
stoforo assistente venerabile,
Francesco De Làurentis —ex
venerabile, Candeloro Cascio
oratore, Matteo Rinella teso
riere, Benedetto Nardi segre
tario di finanza, Giovanni De
Cristoforo segretario archivi
sta, Francesco Lipani curato
ri : Cosimo Di Donato, Pietro De
Làurentis, Tommaso Alfonsi,
Angelo Di Falco, J. Di Falco
cerimonieri: Giovanni D'Urso,
Antonio Catalano sentinella
interna, Berardino Guerrino
sentinella esterna, Domenico
Guerrino.
Alla fine della cerimonia parla
rono: il venerabile della loggia
madrina fratello Pietrasanta, l'o
ratore Giovanni Mannucchi, l'av
vocato Petrilli, il dr. Pace Gran
de Deputato della loggia Spinuz
za di North East, Francesco Ful
genzi, che molto lavorò per la
organizzazione della neo loggia,
Matteo Rinella oratore di que
st'ultima, Paolo Storace venera
bile della loggia Ausonia di Erie.
Chiuse la serie dei discorsi il
Grande Curatore Antonio Certo,
rievocando la vitti dell'Ordine,
ricordando le lotte sostenute e i
benefici arrecati ai fratelli iscrit
ti e alla Madre Patria; ed infine
parlò lungamente dell'Orfanotro
fio da erigersi in Pennsylvania,
ottenendo dai nuovi fratelli l'as
sicurazione che essi sono entusia
sti di cooperarvi.
Alla cerimonia assisteva an
che una rappresentanza della
loggia Salvatore Spinuzza N.
578 di North East.
Memori del lavoro indefesso e
proficuo fatto dal Grande Vene
rabile Giuseppe Di Silvestro a
l>eneficio dell'Ordine in Pennsyl
vania, si decise di inviargli una
'lettera, auspicando a una sua
sollecita e completa guarigione.
Il neo venerabile Alberto De
Cristoforo ringraziò gli interve
nuti con belle parole, augurando
si che la loggia di Greenville ven
ga ad affermarsi degnamente «ni
pari delle altre consorelle.
Indi si sfilò in parata con alla
testa la banda cittadina, tino al
Commercial Hotel, ove si consu
mò uno squisito banchetto, men
tre una buona orchestra esegui
va scelti pezzi musicali, ed il fra
tello Matteo Rinella distribuiva
j fiori a tutti i convitati.
Durante la durata del banchetto
[intervenne il fratello Egidio A
me Saturno che si mangiava i
proprii figli!
Con un poco di buon volere e
di accortezza, lasciando in di
sparte il proprio "io", potremmo
fare miracoli in breve tempo c
guadagnarci quella stima e que
la simpatia alle quali abbiamo in
contestato diritto; ma occorre la
vorare d'accordo e uniti, se non 1
nei mezzi, almeno nello scopo,
sfatando la leggenda odiosa che
ci chiama disuniti, incostanti, in
capaci di seria organizzazione.
EMILIO F. GROSSO
presti, venerabile della loggia II
Risveglio N. 451, giunto in quel
momento da Elie, fatto segno ad
una festosa accoglienza da tutti
i fratelli. Colla sua venuta, si
riaprì la serie dei discorsi, e do
po di lui parlarono in molti, tut
ti con appropriati accenni di oc
casione.
Invitato ancora una volta a
parlare il Grande Curatore An
tonio Certo, egli ringraziò i fra
telli di Greenville delle generose
accoglienze prodigate a lui ed ai
rappresentanti delle altre logge,
e si augurò di poterli rivedere in
tempo non lontano.
AGGIUDICAZIONE DELLA
MORSA DI STUDIO.
La Commissione della Borsa di
Studio stabilita dalla Grande
Loggia del nostro Stato, presie
duta dall'Avv. Antonio Ciaflone,
dopo di aver esaminato i temi
dei concorrenti, giusta le norme
bandite col concorso pubblicato
a suo tempo, ha ritenuto merite
vole dell'assegnazione di essa per
quest'anno il giovinetto Roberto
Grosso, figlio del socio attivo del
nostro Ordine Emilio F. Grosso,
■5618 Hadfield Ave., Phila., Pa.
Il premio consiste in $250.00
die il Grande Concilio ha deciso
debba essere attribuito al vinci
tore del concorso in rate trime
strali, previa la esibizione del
certificato di frequenza agli stu
di.
Meritano speciale menzione,
per avere svolto abbastanza bene
il tema da essi prescelto: la Si
gnorina Teresina Marino, 258
Houston St., Washington, Pa., la
quale è maggiormente degna di
lode per aver studiato l'italiano
da sé, non essendovi nè scuole nè
insegnanti della nostra lingua
nella località ove ella dimoia; e
il giovinetto Giovanni Turchi,
1 Hi') lOth St., Phila., Pa.
Il padre della Signorina Mari
no è un socio attivo della loggia
Leonardo da Vinci N. 270 di Wa
shington, Pa., ed ugualmente il
padre di Giovanni Turchi è socio
attivo della loggia Gran Sasso
d'ltalia N. 696 di Phila.
I BENEFICATI DAL
F. U. IVI. IN ITALIA.
Alla Commissione del F. LI. M.
sono pervenute le seguenti lette
re per benefici mandati ad eredi
di fratelli morti:
"Alla Grande Loggia delio Sta
to di Pennsylvania Commis
sione del Fondo Unico Mortuario.
"Vi accuso ricezione della som
ma inviatami a mezzo della Ban
ca Commerciale Italiana di lire
Duemila cinquecento (L. 2500),
che ho regolarmente ricevuta.
"Vi ringrazio e saluto.
"Corinaldo, 19 febbraio 1919.
"Perini Augusto."
* * *
"Berceto, 15 febbraio 1919.
"Egregi signori Componenti la
Commissione del Fondo Unico
Mortuario.
"110 ricevuto a mezzo della
Banca Commerciale la somma di
lire Mille quattrocento cinque
(L. 1405.00), denaro spettante
mi per la morte di mio figlio Pio
li Luigi, dedotte le spese funera
rie.
"Ringrazio vivamente i Com
■ ponenti codesta spettabile Am
ministrazione per la sollecitudi
ne avuta a mio riguardo, e por
go un caldo saluto ai componenti
l'Ordine in memoria di mio figlio
Luigi Pioli."
"Dev.mo
"Francesco Pioli."
CRONACA DELLE LOGGE.
Martedì 4 marzo la loggia Gui
do Baccelli N. 687 di West Che
ster festeggiò il secondo anniver
! sario della sua fondazione.
Il concerto della Guido Baccel
li, diretto dal maestro R. Ranie
| ri della stessa loggia, prestò ser
vizio suonando prima per ì quar
! tieri della colonia italiana e la se
ra in sala, ove svolse un attraen
te programma durante l'anima
tissimo ballo, al quale presero
parte i fratelli della loggia con le
rispettive famiglie.
Oratore della serata fu il fra
tello Giovanni Torchio, ricevuto
illa stazione d'arrivo dai fratel
li: G. Cotone della Mameli di
Coatesville, dal venerabile A.
Trentacarlini, dal segretario ar
chivista G. Febo, dal tesoriere
Luigi Tavani e da altri fratelli
della Guido Baccelli. Gli fu offer
ta una cena dal venerabile e dal
segretario archivista, in casa del
l'ex venerabile F. l'izii. e ad essa
presero parte anche una diecina
di soci.
Alle 8.30 poni, si aprì la festa,
con un discorso del venerabile,
che cedette subito il poslo al
maestro di cerimonie fratello
Luigi Tavani. Questi chiamò a
parlare il fratello Cotone, il qua
le ricordò che la Guido Baccelli
in soli due anni di vita ha saputo
affermarsi nella Colonia di West
Chester, creando nel suo seno
anche una banda, che promette
molto.
Quindi il maestro di cerimonie
invitò a parlare il fratello Tor
chio, il quale disse che i nostri
soci han voluto che le logge si
fregiassero del nome di uomini
illustri per ricordarne le virtù e
praticarle nella vita. Tratteggiò
poi il colosso della clinica italiana
Guido Baccelli, dicendo che egli
non esercitò la scienza medica a
scopo di lucro, ma ne fece un a
postolato pel sollievo della uma
nità sofferente.
Dopo il discorso del fratello
Torchio, il maestro di cerimonie,
a nome della loggia, gli offrì un
servizio d'argento per fumatori.
Si diede quindi principio alle
danze, che si protrassero fin do
po la mezzanotte.
* » V
La loggia Orsogna N. 729 fe
steggiò anch'essa domenica 9
marzo l'anniversario della sua
fondazione. La festa si aprì alle
4 poni, alla Eagle Hall, Bth <£ La
tona Sts.
La sala, magnificamente ad
dobbata coi colori italiani e ame
ricani, presentava un aspetto
imponente, essendo intervenute
le rappresentanze di gran nume
ro delle logge di Philadelphia.
Aprì la seduta il venerabile
Giovanni Damiani, il quale, dopc
aver parlato dell'Ordine e del pro
gresso della loggia, ricordò tutti
gli illustri uomini di cui va ple
clara la. terra di Orsogna.
Parlò dopo il segretario di fi
nanza della loggia Rocco Anto
nelli, il liliale esordì anch'egli
mandando 1111 saluto ad Orsogna,
alla "indimenticabile cittadina
del forte e gentile Abruzzo."
Quindi venne a parlare dell'Or-1
dine, che tende all'elevamento
morale di tutte le classi degli I
taliani immigrati. Con bell'impe
to oratorio, egli si augurò che la '
concordia, la costanza, il conti
nuo lavoro e sopratutto l'onestà
vogliano assistere i capi e i gre
gari "per poter agevolmente
raggiungere la sommità di quel
l'aspra montagna ove sono la Fe
de, la Giustizia e il Diritto di tut
te le genti."
Invitati dal venerabile, prese
ro in seguito la parola i fratelli :
Benedetto Oro, venerabile della
De Felice Giuffrida, Francesco
Pellicciotti, venerabile della Li
bertà e Pensiero, e il Grande Se
gretario Archivista Alfredo Per
filia, il quale dopo aver portato
alla loggia il saluto del Grande
Concilio, ricordò Giuseppe Mazzi
ni, che nella stessa giornata tut
ta l'ltalia commemorava.
In seguito parlarono i fratelli:
Giuseppe Modestino, venerabile
della loggia Italia; Domenico
Cianci Grande Deputato della
loggia Orsogna; Enrico Damiani
venerabile della loggia Andrea
D'lsernia iniziata l'altra domeni
ca; Giuseppe Brocato venerabile
della Muzio Scevola che fece da
Madrina alla Orsogna, il quale
regalò alla loggia un check ;
Francesco Silvagni, ed altri.
Prestò servizio un'ottima ban
da, che eseguì oltre agli inni pa
triottici, scelti pezzi musicali,
che furono entusiasticamente ap
plauditi.
Negli intermezzi furono serviti
copiosamente sandwhiches e be
vande ; la festa si protrasse fino
a tarda ora tra la migliore cor
dialità di tutti gli intervenuti.
Z EXTRA! Z
RISPARMIATE MONETA!
Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio
P. L_A BOCCETTA
901-903-905 So. Bth STREET*. PHILADELPHIA, PA.
ove troverete specialità' per abiti da farsi su misura. Abiti di battesimo.
Vesti per giovanotte, Vestati per ragazzi. Camicie, Camicette. Sottane,
Cappelli ed altro.
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che può*.
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
LASONSOFITALY
STATE BANK
Dicemmo già che, contro la
coalizione di pochi malvagi i
quali avevano tentato, con tutti
i mezzi i ripieghi legali inclu
si di oscurarne l'indubbia af
fermazione fra le istituzioni del
genere, la "Sons of Italy State
Bank", in circa due anni di sua
esistenza, ha sorpassato le aspet
tative dei più ottimisti.
Dicemmo altresì che l'assem
blea degli azionisti, nella seduta
del 26 febbraio u. s„ approvava,
ad unanimità, la relazione finan
ziaria, con l'elogio, meritato, spe
cialmente al presidente signor
Roberto Lombardi, tacendo, per
chè essi avversi ad ogni reclame,
i nomi di altre persone, che sono
stati gl'indispensabili coefficienti
al progresso di quella banca, e
fra gli altri i signori Luigi Coro
na, cassiere e Tommaso Catala
no, contabile.
in tutte le istituzioni bancarie,
ad ogni impiegato è assegnato
un compito; nella Banca dei Fi
gli d'ltalia, però, anche per la
scarsezza di personale, il cassie
re, specialmente, deve moltipli
carsi fra un'operazione finanzia
ria e la redazione di un atto no
tarile; fra un vaglia, un oigliet
to d'imbarco e la consegna della
corrispondenza ai clienti e fra la
esazione dei pagamenti in conto
e la consegna dei "bonds" di tut
ti i "Loans" emessi. Queste mol
teplici attività, affidate ad una
sola persona, sono state assolte
con puntualità ed esattezza, co
me con puntualità ed esattezza
sono state portate a compimento
le altre faccende dell'azienda af
fidate al contabile signor Cata
lano, alla gentilissima signorina
Donato ed al giovinetto France
sco Paolo Bucco.
L'opera dei direttori non è sta
ta meno efficace al progresso
dell'azienda, specie quella dei
componenti il Comitato prestiti,
tó' vero, come si diceva su "La
Voce della Colonia" del T. corren
te, che "il magnifico entusiasmo
dei primi tempi venne man mano
affievolendosi" ; che a una buo
na metà degli azionisti sono sco
nosciuti agli impiegati" e che
"persino nella classe dei diretto
ri vi sono quelli che mostrano di
non aver fiducia nella banca, che
pure oramai si è solennemente
affermata, tanto è vero che man
tengono i loro depositi presso le
banche americane "; ma è pur
vero che, ogni uomo nella vita,
iPer ragioni ovvie a dirsi, deve
tener fronte ad altri impegni che
forse aveva fin da prima che la
Banca dei Figli d'ltalia sorgesse.
Tutti gli azionisti, compreso i
vecchi e gli attuali direttori, han
no diritto all'encomio anche se
non avessero fatto altro che
creare una istituzione del gene
re. Non v'ha dubbio che con l'an
dare del tempo, un po' alla volta,
gli assenti di oggi si libereranno
dei vecchi impegni e daranno po
scia tutta la loro attività alla
Banca che idearono e crearono e
che oggi poggia su solide, grani
tiche basi perchè, oltre ad avere
corrisposto, nel secondo anno di
esistenza, l'interesse del 6 per
cento agli azionisti, ha depositar
i to, nel fondo riserva, seimila e
1 cinquecento dollari.
Ad ufficiali del Consiglio dei
direttori sono stati rieletti, per
unanime consenso, i signori Ro
berto Lombardi, presidente e gli
■ avvocati Giovanni Di Silvestro,
i primo vice presidente e Nicola
t Marinelli secondo vice presiden
i te.
i Su La Voce della Colonia del 1.
corrente, dal contabile signor
■ Tommaso Catalano,fu pubblicato
i un dettagliato rendiconto del
' movimento della Banca dei Figli
: d'ltalia ; noi, non avendo spazio
disponibile, riportiamo, in altra
parte del giornale, solamente lo
-, "statemant" alla chiusa della ge
. stione al 31 dicembre 1918.
Di fronte alle cifre, che non
sono opinioni, si infrangono tut
i te le insinuazioni dei malvagi di
Filadelfia e di fuori e la "Sons of
> Italy State Bank, entrata nel
- periodo della maturità, si avvia
i verso un migliore avvenire.