La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, October 05, 1918, Image 1

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    Published and distributed under pernii No. 500 authorized by the act ofOctober 6, 1917, on Rie at the Post Office of PhUadelphia, Pa.. by order ot the President, A. S. Burleson, Postmaster Gen
LA LIBERA PAIWLA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO I. - Numero 25
LA CONGIURA DEL SILENZIO
Sono più di due mesi che stia
mo assistendo, con l'animo ripie
no di gioia e di orgoglio, ad una
sequela interminabile ed ininter
rotta di vittorie dell'lntesa sui
nefasto blocco teutonico, causa
ed origine della mostruosa guer
ra che insanguina il mondo.
Ovunque, ogni giorno segna
un nuovo trionfo delle armi al
leate; nelle Fiandre, nel Belgio;
nella Lorena, in Palestina e re
centemente nei Balcani, ove uno
dei nemici della civiltà e della
giustizia è stato costretto ad in
vocare la tregua di Dio.
Ma insieme alle strepitose vit
torie, noi italiani siamo dinanzi
ad un fenomeno stiano e doloro
so che io non esito chiamare la
congiura del silenzio.
Ed infatti, sembra proprio li
na congiura ai danni del nostro
esercito che pure compie valoro
samente, sui diversi fronti, il
proprio dovere.
11 soldato italiano combatte e
muore per una nobile causa, co
me il soldato francese, l'america
no, l'inglese; ma le imprese del
nostro soldato non sono menzio
nate sui giornali dei paesi allea
ti, o almeno non si dà ad esse la
importanza che meritano. E di
sgraziatamente, in questa con
giura, la stampa americana ha
un triste primato.
leri si parlava del valore degli
americani, dello slancio dei fran
cesi, della resistenza degli ingle
si; oggi si parla di eroismo ser
bo,.di vittorie francesi ed ingle
si ; si parla persino del valore dei
greci, dai quali bisogna guardar
si anche quando apportano doni;
ma chi parla dell'eroica condotta
del soldato italiano?
Oggi il nostro esercito nei Bai
cani si trova ad occupare une
dei settori più difficili, perchè
mancante di strade, così come ie
ri in Francia occupava il punto
più pericoloso dinanzi a Rheims.
In Francia Rheims deve la sua
salvezza al valore ed all'indomita
resistenza dei soldatini d'Augu
sto che sacrificandosi a migliaia,
fiaccano le orde degli Unni e
rendono possibile la controffen
siva di Foch, e nei Balcani, gli
stessi soldati, avanzano in un solo
giorno di sette miglia e conqui
stano sedici villaggi ; ma del loro
valore, della loro tenacia, del lo
ro slancio, del loro eroismo nes
suno parla o se ne parla solo inci
dentalmente.
Al soldato italiano è riserbato
l'arduo compito di superare le
difficoltà e di spianare le vie;
l'onore di occupare fortezze, di
occupare città spetta agli altri e
serciti alleati.
Sono più di due mesi che nella
Francia e nel Belgio si combatte
senza interruzione, su di un fron
te sterminato, e mai, nei bollet
tini ufficiali, abbiamo sentito far
menzione degli italftvni, dopo la
magnifica resistenza che essi op
posero alla rabbia tedesca in di
fesa di Rheims.
I migliori soldati nostri, i ve
terani di cento gloriose battaglie,
son dunque lasciati inoperosi.
Sembrerebbe quasi che non si vo
gliono partecipi della vittoria;
vennero usati quando il momento
era critico e se ne aveva bisogno.
Oggi che è aperta la via alla vit
toria si lasciano in disparte.
Si vuol forse preparare una
nuova infamia come il famigera
to trattato di Berlino? 11 dubbio
angoscioso non sembra privo di
un certo fondamento; mi è oc
corso di leggere molte volte le
condizioni di pace che i gover
nanti dell'lntesa vogliono impor-
alla Germania ed ai suoi
alleati. La clausola che riguarda
l'ltalia l'ho trovata sempre in co
da e tutti, in quella clausola, si
'mostrano enigmatici e reticenti.
Si chiede chiaramente la re
staurazione del Belgio e delia
Serbia; la restituzione dell'Al
sazia e Lorena alla Francia, ecc.
ma quando si giunge all'ltalia
cade l'asino della diplomazia. Al
lora non si dice più: Restituzione
all'ltalia delle sue Provincie ir
redente, ma si insinua solo: ag
giustamento dei contini italiani
e la frase mi sembra troppo si
billina.
Badassero bene i governanti
e i diplomatici ai quali sarà af
fidato il compito del futuro as
setto europeo, a non ferire a
morte gii ideali di un popolo, di
un grande popolo che in quattro
anni di guerra, si è mostralo su
blime nelle sue sofferenze. L'lta
lia non ha sacrificato un milione
trecentocinquanta mila dei più
baldi suoi figli ;non ha sperperate
una buona metà della sua rie
'Jiezza nazionale; non si è assog
«iettata volontariamente alle più
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
inaudite privazioni; non ha fatto
meravigliosi sforzi, di tanto su
periori alle sue risorse esem
pio agli altri di lealtà e di tena
cia per un semplice aggiusta
mento delle proprie frontiere.
L'ltalia desidera nò più ne me
no che tutti i suoi figli irredenti
siano restituiti all'amoroso suo
seno, che tutte le terre ove ri
suona il dolce idioma e che ge
mono al presente sotto l'odiato
giogo absburghese siano final
mente redente a libertà sotto lo
scettro della loro madre immor
tale. Giacché l'ltalia, nello scen
dere in campo a fianco dell'lnte
sa. contro gli ex-suoi alleati, s'era
già imposto il fine di erigersi a
campione della libertà dei suoi fi
gli. oltre che della libertà altrui.
Concludendo, le gelosie e gli in
ganni tra nazioni combattenti
l'ima a fianco dell'altra per g i
stessi ideali non dovrebbero esi
stere, giacché nel lungo periodo
trascorso furono appunto questi
inganni e queste gelosie mutue e
scambievoli che addussero infini
ti lutti agli alleati.
Nel futuro Congresso, che ci
auguriamo prossimo, lo ; pi. i
zioni italiane debbono essere so
lennemente riconosciute, nelia lo
ro interezza perchè l'ltalia non è
scesa in campo per fare un allu
re, come anche adesso malvagia
mente e scioccamente insinu :
qualche giornalista al soldo della
Germania.
Bisogna sempre ricordare: fu
l'ltalia che nel 1915, colla sua
neutralità, salvò Parigi dall'onta
e dalla iattura di un'invasione
nemica; fu l'ltalia che nel 1915,
allorché gli eserciti russi batte
vano in ritirata inseguiti al e
calcagna dai Lodiu.ehi Vittorio;; .
salvò l'lntesa col suo poderoso
intervento.
Nello scorso giugno fu l'ltalia
che colla sua meravigliosa vitto
ria sul Piave rialzò il morale de
gli alleati profondamente S-A O
ed abbattuto e fu l'esercito ita
liano che, a luglio, colla sua pro
digiosa resistenza dinanzi a
Rheims, salvò un'altra volta Pa
rigi e diede a Foch la possibilità
di lanciare la sua controffensiva
che tuttavia dura vittoriosa.
L'ltalia è -tata dunque uno
dei fattori principali nell'immane
conflitto che ancora infierisce r
un torto che venisse fatto al po
polo italiano sarebbe forse il ger
me di guerre future.
RICHEL.
Cuneo, Gioii ed il
Consiglio Provinciale
Sembra che gli abitanti
di Cuneo siano rimasti sempre
quelli famosi della leggenda, che
fa credere sulla forza suggestiva
del pittore torinese, esercitata
sul sindaco della città in occasio
ne della visita di Vittorio Ema
nuele 11. Infatti la rielezione di
Giolitti a presidente del Consi
glio Provinciale, mi dimostra a
chiare note che i cittadini di Cu
neo si trovino ben disposti, anzi,
come direbbero gli uomini tecni
ci, siano dei buoni soggetti ad
essere suggestionati, il che fa ve
dere che quella cittadina ha bi
sogno di essère isolata, curata e
studiata, perchè affetta da debo
lezza nervosa.
Premesso ciò, la colpa di Cu
neo viene ad essere attenuata,
mentre quella del famoso Giolitti
ingrandisce, perchè egli si fa sga
bello di una malattia mentale per
imporre la sua personalità con
tutti i suoi delitti ad un mondo
di piccini, incoscienti del loro o
perato.
Quale città d'ltalia vorrebbe a
scoltare in questo momento la pa
rola suicida di un Giolitti? e qua
le città d'ltalia, a più forte ra
gione, vorrebbe eleggere ad una
carica qualsiasi, tranne ch« non
fosse quella di spia prezzolata, un
ributtante Giolitti?
La camaleoiitesca vita di que
st'uomo, l'ipocrisia delle sue ge
sta, la sua megalomania sconfi
nata, l'egoismo di sagrificare
tutto e tutti d'avanti all'altare
del proprio io (l'onorevole Nasi
insegni), la vigliaccheria di fug
gire in Germania, non appe
na un pericolo gli si parava in
nanzi, fanno di esso un uomo uni
co negli annali della politica, di
quella politica sporca, piena di
sozzure, di putredine, di schifo.
Ei giunse e ottenne un premio
che era follìa sperar.
A chi il merito, di chi la colpa?
Molto ci sarebbe da dire, molto
da indagare, ragione per cui non
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI Se: IVI R"F? EI, CON LA FIACCOLA I INI PUGNO
"Entcred as second-elass matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the A 1 of Match 1879".
1 mi rischierò per il momento d'ad
dentrarmi in un sì complicato
labirinto, limitandomi solo a fare
rilevare alcuni brani del suo ge
suitico discorso, che con faccia
tetragona, degna delia famiglia
degli Hoenzollern, ebbe la spudo
ratezza di sciorinare in occasione
della sua rielezione a presidente
«lei consiglio provinciale di Cu
neo.
Egli dice, accennando alla di
sfatta di Caporetto, che il nemi
co occupò una parte nobilissima
del territorio nazionale e che que
sto fatto non debbasi attribuire
por come si disse alla vigliacche
ria del nostro soldato.
11 Sig. Giolitti, però si ferma
a questo punto e non specifica o
menomamente lascia intravedere
a chi realmente debba darsi la
colpa. La sua scaltrezza potreb
be essere geniale, se non fosse
puerile; egli certamente non po
trebbe svelare le trame di tanta
infamia, egli non potrebbe di
chiararsi colpevole, egli non può
lanciarsi contro i socialisti uffi
ciali, che puttanescamente ca
rezza per il dopo guerra, egli non
potrebbe umanamente incolpare
i clericali, che gli dovranno ser
vire pei i t uoi fini politici, in un
futuro non lontano; co,me fareb
be a rimettersi sul seggio gover
nativo, se si alienasse tutti i
partiti e specialmente quelli che
per loro obiettivo hanno ia di
struzione di tutto ciò che è sano
e sincero, per potere con maggio
re fuciliti} pescare nel torbido.
Il Sig. Giolitti chiama nemico,
chi egli amò e tuttora ama come
il suo principale fattore della ef
fimera grandezza alla quale as
surse, incluso il presente del
Gran Collare.
IL QUARTO LIBERTY LOAN
e il dovere degli italiani
La campagna per questo quar
to prestito, per quest'altra gran
de prova ciel popolo degli Stati
Uniti, si è iniziata, con la abitua
le solennità, il 28 dello scorso set
tembre.
Si è iniziata, ma non si è pe
ranco chiusa; ancora c'è tempo
per i negligenti che han volontà
di riabilitarsi di fronte al mondo
ed alla propria coscienza.
Tanto più soddisfacente sarà
il risultato di questa nuova bat
taglia, tanto più presto scoccherà
l'ora della vittoria finale.
Di questa battaglia tutto il po
polo degli Stati Uniti, senza di
stinzione di razza e di nazionali
tà, è l'esercito combattente, e
tra questo una parte non trascu
rabile, anzi un nucleo vitalissimo,
è costituito dalle Colonie Ita
liane.
Noi siamo, in America, più di
due milioni d'ltaliani, chiamati,
«la.sieme agli altri, a compiere ii
nostro dovere. E noi dobbiamo
moltiplicarci, moltiplicare le no
stre energie, pei - rispondere de
gnamente alle speranze che in
noi sono riposte.
Da due ragioni ugualmente
impellenti noi siamo spinti a ri
spondere all'appello testò lancia
to dal Governo Americano: dal
l'affetto che ci lega all'America,
che ci ha accolti generosamente
nel suo grembo; dall'affetto che
ci lega alla nostra patria d'origi
ne; poiché America ed Italia
combattono l'una a fianco dell'al
tra, per l'istessa causa e per gli
stessi ideali.
Queste sono le ragioni per cui j
noi, tutti indistintamente, dob
biamo prendere parte a questa
immensa battaglia, che dovrà
fruttare almeno sei miliardi di
dollari, con tutto l'entusiasmo
per la causa della libertà, con
tutto l'amore che trae le sue sca
turigini dalla gratitudine.
La nostra partecipazione a
questa lotta decisiva dovrà esse
re tutta una fiammata di caldo
entusiasmo che avvolga, perva
da e trascini ogni ceto, ogni clas
se, ogni ordine, ogni setta, ogni
partito, ogni ente. Tutti i conna
zionali dovranno acquistare i lo
ro BONDS, fosse anche un
BOND di dollari cinquanta, per
chè un bond acquistato equivale
ad un nemico posto fuori com
battimento e nelP impossibili
tà di nuocere; ogni BOND è
una piccola tappa verso quella
vittoria cui sono rivolte le nostre
aspirazioni.
Suvvia, connazionali, diamo
ancora una prova del nostr.o pa
triottismo; mostriamo di com
prendere la gravità dell'ora che
volge ; mostriamo la nostra de
vozione e la nostra gratitudine :
a questo grande paese che ha
salvato l'ltalia e che è sceso in
campo senza sogni egemonici e
PHILADELPHIA, PA., 5 OTTOBRE, 1918
Continuando il suo discorso, il
Signor Giolitti, dice: Ora possia
mo guardare con maggiore fidu
cia nell'avvenire e sperare che
non tardi la liberazione dei no
stri fratelli che gemono sotto il
gioco nemico.
Sì. Signor Giolitti, potete es
sere sicuro c he guardiamo con la
massima fiducia nell'avvenire,
che i nostri fratelli saranno libe
rati dal duro giogo del barbaro;
ma non per opera vostra, la «pia
le tendeva ad asservire sempre
più l'ltalia, gl'italiani ed il mondo
civile.
E qui viene il colpo felino. 11
Sig. Giolitti alla fine del suo di
scorso inneggia ad una pace d'un
vicino futuro, augurandosi però
che essa sia una pace vera, dura
tura e non una tregua, che i po
poli cerchino per mezzo dei loro
governi di riformare le istituzio
ni interne <'d internazionali, e
che in queste riforme interne ed
internazionali, rifulga l'antica
sapienza giuridica e politica d'l
talia.
La volpe lui saputo toccare
con artiglio leggiero il punto de
bole del sentimento nazionale;
ma non e stata troppo accorta,
perchè sfiorò senza volerlo un
punto dell'epidermide tenerissi
mo da graffiarlo.
Sì, o Sig. Giolitti, le nazioni
riformeranno le loro istituzioni
interne, riformeranno le loro i
stituzioni internazionali; ma vi
va dio, esse non avranno bisogno
del vostro aiuto, esse non avran
no bisogno del vostro suggeri
mento, del vostro consiglio, della
vostra presenza, e questa sarà
appunto una delle riforme inter
ne che il popolo d'ltalia domande
rà per la prima. SIRACUSA
senza velleità di conquiste ; mo
! striamoci degni dei nostri cal i
che <l|i quasi quattro anni van
versando tutto il loro sangue per
la patria.
Serriamo le file! L'America
ha Insogno di noi, ha bisogno di
tutti i suoi figli. Essa fa appello
al nostro cuore; chiede una parte
di quel danaro che qui abbiamo
guadagnato o andiamo guada
gnando; e lo chiede noti a titolo
di donazione ma a titolo di pre
stito e ci corrisponderà il 1 e un
quarto per cento di interessi.
Chi rimana sordo al suo ap
pello?
Noi siamo sicuri che nessun
connazionale nostro si rifiuterà
di contribuire, con le sue forze e
eolia sua partecipazione, ad af
frettare l'ora auspicata del finale
trionfo e della pace vittoriosa,
quella pace cioè che recentemen
te invocava uno statista italiano
•' che debb'esser pace vera e non
tregua.
LA LIBERA PAROLA.
iiillliii
Phila., 1 Ottobre 1018.
Egregio Direttore
della "Libera Parola"
Nel ringraziarla della pubblici- ;
tà Aita al mio comunicato del 21
settembre, circa la invenzione
della cassa forte galleggiante, la
prego ancora a dare ospitalità a !
questo secondo mio comunicato.
Ciucilo che mi suscitò il dul> ■
bio circa la veracità dell'inveri- 1
zione, della sua praticità ecc. fu
un manifestino a mano che si da- 1
va quasi alla chetichella dagli a- '
genti di questa voluta "Compa- 1
gnia della cassaforte galleggiai 1
te." Dico quasi alla chetichella, 1
, e mi spiego. Quei manifestini 1
non erano distribuiti come gene- 1
ralmente si suol fare, ma si da- •'
vano dagli agenti a quelle perso- i
ne che essi abbordavano e con- 1
vincevano o cercavano di con i
vincere a prendere delle azioni. <
specialmente a Chester, Pa., tra ;
gii operai delle fabbriche gover- '
native.
In tali manifestini, tra le al- 1
tre cose stava detto che la Com- j
pagnia della cassaforte galleg- i
giante era stata incorporata i
nientemeno nello Stato del South
Dakota. Come mai andare fino
al South Dakota per tale incor
porazione? E poi perchè a Chi
cago l'Ufficio principale e non a '
New York, Phila., ecc.?
Mi sovvenni che due o tre anni
fa si fece un po' di chiasso dui
giornali, specialmente dal gior
nalone di New York, il "Progres
so", circa gli esperimenti che si
jdovevano fare di tale invenzione
di Nanni; ma nel fatto questi
esperimenti non ebbòro mai luo
go. Si polemizzò, si discusse cir
ca l'invenzione, si mossero delle
obbiezioni teoriche con chiacchie
re più che teoriche, a solo scopo
di rèclame, ma irli esperimen
ti ! non furono mai fatti ! Lo
stesso è. successo ora.
Da un paio di mesi si è pro
messo datili agenti, che vendono
azioni ai poveri stupidi, che ab
boccano all'amo, che a settembre
tali esperimenti si sarebbero fat
ti. Ebbene? con scuse facili ad
inventare <]uesti esperimenti non
si son fatti nè si faranno
Dietro la pubblicazione de!
mio comunicato è apparso sui
giornali un avviso della voluta
Compagnia, con cui si avverte
della sospensione della vendita
delle azioni, e quelli che ne han
no già comprate a facili rate, di
comunicare direttamente con la
sede principale di Chicago.
Questo èun virare di bordo
Per sottrarsi ad una possibile
campagna iniziata con quel co
inimicato essi credono di eludere
il pubblico col sospendere la ven
dita ecc. Questa sospensione il
sè stessa fa pensare al trucco.
In ogni modo, Signor Diretto
ìv. per mezzo dei Figli d'ltalia
diffusi in tutti gli Stati dell'l*
nione, si mettano in guardia
nostri coloni. Lei, qua'e Grande
Venerabile, ne faccia oggetto <1
una sua circolare a tutte le log
g<> della Pennsylvania.
Si il uminino i fratelli dell'Ordì'
ne, ed essi illuminino i loro ami
ci e conoscenti di non lasciar.-*
abbindolare dai cavalieri d'indu
stria.
Scriva, Egregio Direttore;, a
Figli d'ltalia di Chicago e cerch
di sventare colà la mala mano
via.
Son sicuro che a Chicago U
Compagnia esiste come l'Arabi
Fenice, "che e i sia ciascun lo eli
ce, dove' sia nessun lo sa "
S riva, Signeir Direttore, t
mandi questo Comunicato mar
cato al Supremo Concilio di New
York dell'O. F. d'l. a Chicago c
altrove. Si prendano provvedi
menti con le autorità Federali, e
questo per purgare le nostre co
lonie dei cavalieri d'industria.
Già alcuni eli essi portano ti
toli di Conti e Marchesi.
Voi potete far ejuesto. Io ali;
mia volta mi rivolgerò anche al
la Legione Romana.
Gì adisca, coi miei ringrazia
menti, i miei saluti e mi creda
Suo dev.mo
Andrea Figliano!»
Fratello dell'O. F. d'l
11 comunicato del signor An
drea Figlianoto della settiman;
scorsa ha messo in iscompigìio
componenti la Compagnia, dell;
oramai famosa cassa forte gal
leggiante, eli cui tanto scalpore
ha menato il magno giornale de
bancarottiere newyorkese.
Infatti, degli interessati dell;
cassa foi te galleggiante alcuno s
lagna che i suoi agenti hanno eli
vulgato c fatto divulgare dalla
stampa e eia circo ari che il 21
settembre sarebbe state) fatto l'e
sperimento nel porto eli Rich
mond, mentre nessun esperimen
to aveva promesso l'inventore
qualche altro ha fatto pubblicare
che stante la campagna del Li
berty Loan si sospende (in omag
gio alia carità pelosa) la vendita
eielle azioni della cassa forte; un
altro comunicato insidioso dell'O
pinione avverte di non pagare più
nessun agente, facendo intuire,
sotto forma di paracadute, che
gli agenti-esattori siano dei diso
nesti e non versino ciò che ri
scuotono; insomma non ci si ca
pisce più nulla.
Resta però un fatto inconfuta
bile che l'esperimento fissato per
il 21 settembre; rimandato al 28
dello stesso mese non è stato fat
to e non si farà. Gli annunzi di
eventuali esperimenti, cioè il mi
raggio del paradiso di là da veni
re, deve servili per togliere i ri
sparmi dalle tasche dei contadi
ni e poi disdire le pubblicazioni
fatte con la scusa che mancano i
mezzi per fare l'esperimento o
col fare lo scaricabarile fra gli
amministratori, gli agenti e l'in
ventore che non sa mai nulla.
Lo scopo intanto è stato raggiun
to e chi ha dato ha dato.
Del resto, noi proviamo una
certa soddisfazione quando il no
stro contadino viene turlupinato,
perchè egli si entusiasma più al
le chiacchiere che ai fatti.
Il nostro contadino, "he diffi
da del'e cose buone e che lesin
sul dollaro per acquistare in
BOND elegli Stati Uniti o che ;
rifiuta di adempiere ai dovei 1
per la sua protezione,, nel le org;
nizzazioni alle quali appartiene
è poi contento di acquistare di
lotti di terreno esistenti nel!i
spazio infinito del cie'o o le azie
ni dorile casse forti, le quali, quali
do sono piene del denaro sfrutta
to, pesano molto e non galleggia
no più.
Ma dobbiamo essere semp >■
ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA
Comunicazioni della Granile Loggia
DELLO STATO DI PENNSYLVANIA
INIZIAZIONE DELLA
LOGGIA "PIAVE" N. s,-'J,.
Per compiere la cerimonia di
niziazione di questa nuova log
gia fu incaricato dal Grande Ve
ìerabile il fratello Giovanni Tor
hio. Segretario del F. I'. 11.
Questi partì la sera preceden
e alla volta di Scranton, alla cui
stazione ferroviaria fu incontrn
-0 dal fratello Giorgio Fiore del
a Loggia N. E. Cittadini Lan
ieri e Grande Deputato della
xiggia M. lì. Imbriani, offi'en
logli fraterna ospitalità.
I! mattino seguente, domenica
!2, il fratello Torchio, profittan
-10 delle ore libere, che gli rima
lev.u o, volle visitare la Loggia
v'ut va Gite eppe Mazzini \i>. (s:>l
11 Scranton, la (piale era riunita
n ceduta ordinaria.
La sua visita a quella Loggia
il molto utile, perchè servì a di -
ipare dei dubbi dalla mente di
tlcuni fratei i in riguardo a t;.
une disposizioni del F. U. M.
Egli fu accolto con affetto e
ii molto lieto trascorrere alcu
le ore in compagnia di quei bra
-1 fratelli, ai quali presentò i sa
lili affettuosi del Grande l'on
ilio e dei fratelli di Filadelfia.
Verso l'ima pomeridiana il fra
elio Nicola Forte, Segretario Ai
hivista della Loggia Giovanni
Nicotera de'la vicina Dunmore,
nsienie ad altri fratelli di questa
<oggia. trattenne il Segretario
lei F. ( ivi. ad un familiare ban
chetto, dopo il quale tutti uniti
nesero il carro elettrico per re
arsi in Archbald per compiere la
erimonia d'iniziazione.
Erano quasi le '] pom. quando
:i diede principio alla l'unzione.
Putti i componenti della nuova
jOggia, ansiosi, stavano ad a
ipettare il momento solenne, che
loveva renderli nostri fratelli; la
iOggia Giovanni Nicotera, ma-
Irina della neofita, era anche là
il completo; mentre rappresen
anze della Giovine Italia di Car
)ondale, della N. E. Cittadini
jancieri, della Nuova G. Mazzi
ìi di Scranton, della Matteo Re
ìato Imbriani di Jessup erano in
ervenute a dare il ben venuto ai
movi fratelli.
La cerimonia d'iniziazione del
a nuova Loggia Piave No. 882
ii diretta dal Deputato Speciale
Giovanni Torchio, assistito dal
"rateilo Nicola Forte in qualità
l'Araldo, mentre funzionava da
nadrina la Giovanni Nicotera di
Dunmore.
Furono istallati i seguenti uf
iciali :
Ippolito Anastasio, Venerabi
j; Domenico Delfino, Ass. Vene
•abile; Giovanni Valentino, Ex
Generabile; Antonio Vergala, O
•atore; Michele Avveduto, Teso
•iere; Francesco Scopelliti, Se
gretario Archivista; Matteo Tiz
zoni, Segretario di Finanza; Do
nenico Pansera, Antonio Scopel
iti, Nicola Fiore, Antonio Cama
> Felice Corsaletti, Curatori ;
Giuseppe Passarelli e Giuseppe
Caracciolo, Cerimonieri ; Carme
o lannolo, Sentinella Interna;
Domenico Colacino, Sentinella E-
Compiuta la cerimonia, mentre
/enivano distribuiti in abbondan
ti i rinfreschi, si diede principio
lila serie dei discorsi.
Il fratello Giovanni Torchio,
asciando agli altri vergine il
:ampo oratorio della grandezza e
lontà del nostro Ordine, comme
morò con appropriate parole la
atidica data del XX Settembre,
'eco delle di cui celebrazioni nel
e diverse colonie ancora si riper
cuoteva alle nostre orecchie, ar
moniosa e cai a.
Il fratello Nicola Forte, anima
> vita di questa nuova Loggia,
ioti bellissime parole celebrò la
mmortalità del nome Piave, or
mai reso sacro ad ogni italiano.
A questi seguirono i fratelli
Gabriele Pugliano,. Venerabile
lolla Loggia Giovane Italia;
,* EXTRA! ,#
RISPARMIATE MONETAI
Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio
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901-903-905 So. Bth STREET*. RHILADELPHIA, PA.
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Una Copia 3 Soldi
noi, soli noi ;id alzare la voce in
loro difesa, mentre gli altri gior
nali. i manigoldi, mangiano gra."--
so? (n. d. r.)
Cantafio Luigi, \'enerabile della
Loggia N. E. Cittadini Lancieri;
Gioinbetti Giuseppe, Venerabile
della Loggia M. li. Imbriani i
quali spiegarono bellamente quali
erano gli scopi, quali le tonalità
del nostro Ordine, invogliandoli
a continuare nella propaganda
per riunire sotto la bandiera del
l'Ordine Figli d'ltalia tutti i no
stri connazionali.
Il segretario Archivista della
nuova Loggia, Scodelliti France
sco, lesse un bellissimo discorset
to, che i isco- e gli applausi di
tutti i predenti.
Venei abile della nuova Loggia, il
quale ringraziò le rappresentan
ze delle Logge, intervenute alla
cerimonia, ed i fratelli della nuo
va Loggia della fiducia, avuta in
lui, noll'eleggerlo Venerabile;
promettendo che avrebbe com
piuto tutto intero il suo dovere
a bene dei fratelli e dell'Ordine.
11 fratello Torchio, dopo avere
istruito i segretari .sul modo, in
cui devono corrispondere con
l'ufficio del F. V. M., fece ritor
no a Scranton, mentre la festa
continuava ancora tra la calma
più perfetta e l'effusione più af
fettuosa.
VISITE DEL GRANDE
VENERA 111 LE.
A Downingtown Giovedì 26
settembre si recava a Downing
town il Grande Venerabile Giu
seppe Di Silvestro, ricevuto alla
stazione della Pennsylvania dal
Venerabile della Loggia "Salan
dra", Domenico D'Attilio e dal
l'Oratore Dante Zappacosta. Ap
pena giunto, in casa Zappacosta
gli fu offerto un pranzo, al quale
partecipò anche il Grande Cura
tole Cotone Gioacchino.
Dopo pranzo, con l'automobile
dello stesso Zappacosta i due
Grandi Ufficiali si recarono a vi
sitare la "Kera Popar Co.", una
cartiera dove lavorano molti con
nazionali.
La Colonia Italiana di Downin
gtown si compone in massima
parte di abruzzesi della provincia
di Teramo, e nei diversi opifici in
cui essi lavorano sono tenuti in
grande considerazione. La mag
gior parte degli operai della "Ke
ra Popar Co." sono italiani e tut
ti fanno parte della Loggia An
tonio Salandra N. 541 dell'Ordi
ne Figli d'ltalia. Anche il "fore
man", Antonio Vadini, è socio di
essa.
Dalla cartiera, sempre nell'au
tomobile del Zappacosta, il Gran
de Venerabile si recò prima a W.
Chester, ospite di Luigi Tavani, e
poi a Coatesville, ove fu ricevuto
da Frank Rambo. Poi fece ritor
no a Downingtown, ove alle 8.30
visitò la Loggia Salandra.
In omaggio al loro capo, i soci
lasciarono il lavoro notturno ed
erano tutti presenti alla seduta.
Il Grande Venerabile si intrat
tenne lungamente a parlare del
l'Orfanotrofio e Ricovero che pre
sto dovrà sorgere in questo Sta
to. Dopo il suo discorso tutti in
distintamente i soci, come tanti
soldati, risposero all'appello, e
messisi in fila acquistarono cia
scuno i cinque dollari di biglietti
di loro spettanza. Prima di ri
partire, alla chiusura della sedu
ta, al Grande Venerabile' fu of
ferto un vermouth d'onore.
A Conshohocken. Sabato 28
settembre il Grande Venerabile
si recò a Conshohocken per pai
lare all'innalzame)ito di una ban
diera di servizio fi a parte della
colonia italiana ea anche per il
quarto Liberty Loan, apposita
mente invitatovi dal Comitato a
mericano. All'arrivo egli fu rice
vuto alla stazione da Giuseppe
Di Stefani Grande Deputato del
la Loggia Saverio Friscia N. 655
di Norristown, da Giuseppe N,
Cianci Segretario Archivista e
Paolo Balzano socio della Loggia
Gorizia N. 623 di Conshohocken
e accompagnato nella splendida