Published and distributed under pernii No. 500 authorized by the act ofOctober 6, 1917, on Rie at the Post Office of PhUadelphia, Pa.. by order ot the President, A. S. Burleson, Postmaster Gen LA LIBERA PAIWLA I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street ANNO I. - Numero 25 LA CONGIURA DEL SILENZIO Sono più di due mesi che stia mo assistendo, con l'animo ripie no di gioia e di orgoglio, ad una sequela interminabile ed ininter rotta di vittorie dell'lntesa sui nefasto blocco teutonico, causa ed origine della mostruosa guer ra che insanguina il mondo. Ovunque, ogni giorno segna un nuovo trionfo delle armi al leate; nelle Fiandre, nel Belgio; nella Lorena, in Palestina e re centemente nei Balcani, ove uno dei nemici della civiltà e della giustizia è stato costretto ad in vocare la tregua di Dio. Ma insieme alle strepitose vit torie, noi italiani siamo dinanzi ad un fenomeno stiano e doloro so che io non esito chiamare la congiura del silenzio. Ed infatti, sembra proprio li na congiura ai danni del nostro esercito che pure compie valoro samente, sui diversi fronti, il proprio dovere. 11 soldato italiano combatte e muore per una nobile causa, co me il soldato francese, l'america no, l'inglese; ma le imprese del nostro soldato non sono menzio nate sui giornali dei paesi allea ti, o almeno non si dà ad esse la importanza che meritano. E di sgraziatamente, in questa con giura, la stampa americana ha un triste primato. leri si parlava del valore degli americani, dello slancio dei fran cesi, della resistenza degli ingle si; oggi si parla di eroismo ser bo,.di vittorie francesi ed ingle si ; si parla persino del valore dei greci, dai quali bisogna guardar si anche quando apportano doni; ma chi parla dell'eroica condotta del soldato italiano? Oggi il nostro esercito nei Bai cani si trova ad occupare une dei settori più difficili, perchè mancante di strade, così come ie ri in Francia occupava il punto più pericoloso dinanzi a Rheims. In Francia Rheims deve la sua salvezza al valore ed all'indomita resistenza dei soldatini d'Augu sto che sacrificandosi a migliaia, fiaccano le orde degli Unni e rendono possibile la controffen siva di Foch, e nei Balcani, gli stessi soldati, avanzano in un solo giorno di sette miglia e conqui stano sedici villaggi ; ma del loro valore, della loro tenacia, del lo ro slancio, del loro eroismo nes suno parla o se ne parla solo inci dentalmente. Al soldato italiano è riserbato l'arduo compito di superare le difficoltà e di spianare le vie; l'onore di occupare fortezze, di occupare città spetta agli altri e serciti alleati. Sono più di due mesi che nella Francia e nel Belgio si combatte senza interruzione, su di un fron te sterminato, e mai, nei bollet tini ufficiali, abbiamo sentito far menzione degli italftvni, dopo la magnifica resistenza che essi op posero alla rabbia tedesca in di fesa di Rheims. I migliori soldati nostri, i ve terani di cento gloriose battaglie, son dunque lasciati inoperosi. Sembrerebbe quasi che non si vo gliono partecipi della vittoria; vennero usati quando il momento era critico e se ne aveva bisogno. Oggi che è aperta la via alla vit toria si lasciano in disparte. Si vuol forse preparare una nuova infamia come il famigera to trattato di Berlino? 11 dubbio angoscioso non sembra privo di un certo fondamento; mi è oc corso di leggere molte volte le condizioni di pace che i gover nanti dell'lntesa vogliono impor- alla Germania ed ai suoi alleati. La clausola che riguarda l'ltalia l'ho trovata sempre in co da e tutti, in quella clausola, si 'mostrano enigmatici e reticenti. Si chiede chiaramente la re staurazione del Belgio e delia Serbia; la restituzione dell'Al sazia e Lorena alla Francia, ecc. ma quando si giunge all'ltalia cade l'asino della diplomazia. Al lora non si dice più: Restituzione all'ltalia delle sue Provincie ir redente, ma si insinua solo: ag giustamento dei contini italiani e la frase mi sembra troppo si billina. Badassero bene i governanti e i diplomatici ai quali sarà af fidato il compito del futuro as setto europeo, a non ferire a morte gii ideali di un popolo, di un grande popolo che in quattro anni di guerra, si è mostralo su blime nelle sue sofferenze. L'lta lia non ha sacrificato un milione trecentocinquanta mila dei più baldi suoi figli ;non ha sperperate una buona metà della sua rie 'Jiezza nazionale; non si è assog «iettata volontariamente alle più ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER inaudite privazioni; non ha fatto meravigliosi sforzi, di tanto su periori alle sue risorse esem pio agli altri di lealtà e di tena cia per un semplice aggiusta mento delle proprie frontiere. L'ltalia desidera nò più ne me no che tutti i suoi figli irredenti siano restituiti all'amoroso suo seno, che tutte le terre ove ri suona il dolce idioma e che ge mono al presente sotto l'odiato giogo absburghese siano final mente redente a libertà sotto lo scettro della loro madre immor tale. Giacché l'ltalia, nello scen dere in campo a fianco dell'lnte sa. contro gli ex-suoi alleati, s'era già imposto il fine di erigersi a campione della libertà dei suoi fi gli. oltre che della libertà altrui. Concludendo, le gelosie e gli in ganni tra nazioni combattenti l'ima a fianco dell'altra per g i stessi ideali non dovrebbero esi stere, giacché nel lungo periodo trascorso furono appunto questi inganni e queste gelosie mutue e scambievoli che addussero infini ti lutti agli alleati. Nel futuro Congresso, che ci auguriamo prossimo, lo ; pi. i zioni italiane debbono essere so lennemente riconosciute, nelia lo ro interezza perchè l'ltalia non è scesa in campo per fare un allu re, come anche adesso malvagia mente e scioccamente insinu : qualche giornalista al soldo della Germania. Bisogna sempre ricordare: fu l'ltalia che nel 1915, colla sua neutralità, salvò Parigi dall'onta e dalla iattura di un'invasione nemica; fu l'ltalia che nel 1915, allorché gli eserciti russi batte vano in ritirata inseguiti al e calcagna dai Lodiu.ehi Vittorio;; . salvò l'lntesa col suo poderoso intervento. Nello scorso giugno fu l'ltalia che colla sua meravigliosa vitto ria sul Piave rialzò il morale de gli alleati profondamente S-A O ed abbattuto e fu l'esercito ita liano che, a luglio, colla sua pro digiosa resistenza dinanzi a Rheims, salvò un'altra volta Pa rigi e diede a Foch la possibilità di lanciare la sua controffensiva che tuttavia dura vittoriosa. L'ltalia è -tata dunque uno dei fattori principali nell'immane conflitto che ancora infierisce r un torto che venisse fatto al po polo italiano sarebbe forse il ger me di guerre future. RICHEL. Cuneo, Gioii ed il Consiglio Provinciale Sembra che gli abitanti di Cuneo siano rimasti sempre quelli famosi della leggenda, che fa credere sulla forza suggestiva del pittore torinese, esercitata sul sindaco della città in occasio ne della visita di Vittorio Ema nuele 11. Infatti la rielezione di Giolitti a presidente del Consi glio Provinciale, mi dimostra a chiare note che i cittadini di Cu neo si trovino ben disposti, anzi, come direbbero gli uomini tecni ci, siano dei buoni soggetti ad essere suggestionati, il che fa ve dere che quella cittadina ha bi sogno di essère isolata, curata e studiata, perchè affetta da debo lezza nervosa. Premesso ciò, la colpa di Cu neo viene ad essere attenuata, mentre quella del famoso Giolitti ingrandisce, perchè egli si fa sga bello di una malattia mentale per imporre la sua personalità con tutti i suoi delitti ad un mondo di piccini, incoscienti del loro o perato. Quale città d'ltalia vorrebbe a scoltare in questo momento la pa rola suicida di un Giolitti? e qua le città d'ltalia, a più forte ra gione, vorrebbe eleggere ad una carica qualsiasi, tranne ch« non fosse quella di spia prezzolata, un ributtante Giolitti? La camaleoiitesca vita di que st'uomo, l'ipocrisia delle sue ge sta, la sua megalomania sconfi nata, l'egoismo di sagrificare tutto e tutti d'avanti all'altare del proprio io (l'onorevole Nasi insegni), la vigliaccheria di fug gire in Germania, non appe na un pericolo gli si parava in nanzi, fanno di esso un uomo uni co negli annali della politica, di quella politica sporca, piena di sozzure, di putredine, di schifo. Ei giunse e ottenne un premio che era follìa sperar. A chi il merito, di chi la colpa? Molto ci sarebbe da dire, molto da indagare, ragione per cui non WITH THE LARGEST CIRCULATION AVANTI Se: IVI R"F? EI, CON LA FIACCOLA I INI PUGNO "Entcred as second-elass matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the A 1 of Match 1879". 1 mi rischierò per il momento d'ad dentrarmi in un sì complicato labirinto, limitandomi solo a fare rilevare alcuni brani del suo ge suitico discorso, che con faccia tetragona, degna delia famiglia degli Hoenzollern, ebbe la spudo ratezza di sciorinare in occasione della sua rielezione a presidente «lei consiglio provinciale di Cu neo. Egli dice, accennando alla di sfatta di Caporetto, che il nemi co occupò una parte nobilissima del territorio nazionale e che que sto fatto non debbasi attribuire por come si disse alla vigliacche ria del nostro soldato. 11 Sig. Giolitti, però si ferma a questo punto e non specifica o menomamente lascia intravedere a chi realmente debba darsi la colpa. La sua scaltrezza potreb be essere geniale, se non fosse puerile; egli certamente non po trebbe svelare le trame di tanta infamia, egli non potrebbe di chiararsi colpevole, egli non può lanciarsi contro i socialisti uffi ciali, che puttanescamente ca rezza per il dopo guerra, egli non potrebbe umanamente incolpare i clericali, che gli dovranno ser vire pei i t uoi fini politici, in un futuro non lontano; co,me fareb be a rimettersi sul seggio gover nativo, se si alienasse tutti i partiti e specialmente quelli che per loro obiettivo hanno ia di struzione di tutto ciò che è sano e sincero, per potere con maggio re fuciliti} pescare nel torbido. Il Sig. Giolitti chiama nemico, chi egli amò e tuttora ama come il suo principale fattore della ef fimera grandezza alla quale as surse, incluso il presente del Gran Collare. IL QUARTO LIBERTY LOAN e il dovere degli italiani La campagna per questo quar to prestito, per quest'altra gran de prova ciel popolo degli Stati Uniti, si è iniziata, con la abitua le solennità, il 28 dello scorso set tembre. Si è iniziata, ma non si è pe ranco chiusa; ancora c'è tempo per i negligenti che han volontà di riabilitarsi di fronte al mondo ed alla propria coscienza. Tanto più soddisfacente sarà il risultato di questa nuova bat taglia, tanto più presto scoccherà l'ora della vittoria finale. Di questa battaglia tutto il po polo degli Stati Uniti, senza di stinzione di razza e di nazionali tà, è l'esercito combattente, e tra questo una parte non trascu rabile, anzi un nucleo vitalissimo, è costituito dalle Colonie Ita liane. Noi siamo, in America, più di due milioni d'ltaliani, chiamati, «la.sieme agli altri, a compiere ii nostro dovere. E noi dobbiamo moltiplicarci, moltiplicare le no stre energie, pei - rispondere de gnamente alle speranze che in noi sono riposte. Da due ragioni ugualmente impellenti noi siamo spinti a ri spondere all'appello testò lancia to dal Governo Americano: dal l'affetto che ci lega all'America, che ci ha accolti generosamente nel suo grembo; dall'affetto che ci lega alla nostra patria d'origi ne; poiché America ed Italia combattono l'una a fianco dell'al tra, per l'istessa causa e per gli stessi ideali. Queste sono le ragioni per cui j noi, tutti indistintamente, dob biamo prendere parte a questa immensa battaglia, che dovrà fruttare almeno sei miliardi di dollari, con tutto l'entusiasmo per la causa della libertà, con tutto l'amore che trae le sue sca turigini dalla gratitudine. La nostra partecipazione a questa lotta decisiva dovrà esse re tutta una fiammata di caldo entusiasmo che avvolga, perva da e trascini ogni ceto, ogni clas se, ogni ordine, ogni setta, ogni partito, ogni ente. Tutti i conna zionali dovranno acquistare i lo ro BONDS, fosse anche un BOND di dollari cinquanta, per chè un bond acquistato equivale ad un nemico posto fuori com battimento e nelP impossibili tà di nuocere; ogni BOND è una piccola tappa verso quella vittoria cui sono rivolte le nostre aspirazioni. Suvvia, connazionali, diamo ancora una prova del nostr.o pa triottismo; mostriamo di com prendere la gravità dell'ora che volge ; mostriamo la nostra de vozione e la nostra gratitudine : a questo grande paese che ha salvato l'ltalia e che è sceso in campo senza sogni egemonici e PHILADELPHIA, PA., 5 OTTOBRE, 1918 Continuando il suo discorso, il Signor Giolitti, dice: Ora possia mo guardare con maggiore fidu cia nell'avvenire e sperare che non tardi la liberazione dei no stri fratelli che gemono sotto il gioco nemico. Sì. Signor Giolitti, potete es sere sicuro c he guardiamo con la massima fiducia nell'avvenire, che i nostri fratelli saranno libe rati dal duro giogo del barbaro; ma non per opera vostra, la «pia le tendeva ad asservire sempre più l'ltalia, gl'italiani ed il mondo civile. E qui viene il colpo felino. 11 Sig. Giolitti alla fine del suo di scorso inneggia ad una pace d'un vicino futuro, augurandosi però che essa sia una pace vera, dura tura e non una tregua, che i po poli cerchino per mezzo dei loro governi di riformare le istituzio ni interne <'d internazionali, e che in queste riforme interne ed internazionali, rifulga l'antica sapienza giuridica e politica d'l talia. La volpe lui saputo toccare con artiglio leggiero il punto de bole del sentimento nazionale; ma non e stata troppo accorta, perchè sfiorò senza volerlo un punto dell'epidermide tenerissi mo da graffiarlo. Sì, o Sig. Giolitti, le nazioni riformeranno le loro istituzioni interne, riformeranno le loro i stituzioni internazionali; ma vi va dio, esse non avranno bisogno del vostro aiuto, esse non avran no bisogno del vostro suggeri mento, del vostro consiglio, della vostra presenza, e questa sarà appunto una delle riforme inter ne che il popolo d'ltalia domande rà per la prima. SIRACUSA senza velleità di conquiste ; mo ! striamoci degni dei nostri cal i che ■ bio circa la veracità dell'inveri- 1 zione, della sua praticità ecc. fu un manifestino a mano che si da- 1 va quasi alla chetichella dagli a- ' genti di questa voluta "Compa- 1 gnia della cassaforte galleggiai 1 te." Dico quasi alla chetichella, 1 , e mi spiego. Quei manifestini 1 non erano distribuiti come gene- 1 ralmente si suol fare, ma si da- •' vano dagli agenti a quelle perso- i ne che essi abbordavano e con- 1 vincevano o cercavano di con i vincere a prendere delle azioni. < specialmente a Chester, Pa., tra ; gii operai delle fabbriche gover- ' native. In tali manifestini, tra le al- 1 tre cose stava detto che la Com- j pagnia della cassaforte galleg- i giante era stata incorporata i nientemeno nello Stato del South Dakota. Come mai andare fino al South Dakota per tale incor porazione? E poi perchè a Chi cago l'Ufficio principale e non a ' New York, Phila., ecc.? Mi sovvenni che due o tre anni fa si fece un po' di chiasso dui giornali, specialmente dal gior nalone di New York, il "Progres so", circa gli esperimenti che si jdovevano fare di tale invenzione di Nanni; ma nel fatto questi esperimenti non ebbòro mai luo go. Si polemizzò, si discusse cir ca l'invenzione, si mossero delle obbiezioni teoriche con chiacchie re più che teoriche, a solo scopo di rèclame, ma irli esperimen ti ! non furono mai fatti ! Lo stesso è. successo ora. Da un paio di mesi si è pro messo datili agenti, che vendono azioni ai poveri stupidi, che ab boccano all'amo, che a settembre tali esperimenti si sarebbero fat ti. Ebbene? con scuse facili ad inventare <]uesti esperimenti non si son fatti nè si faranno Dietro la pubblicazione de! mio comunicato è apparso sui giornali un avviso della voluta Compagnia, con cui si avverte della sospensione della vendita delle azioni, e quelli che ne han no già comprate a facili rate, di comunicare direttamente con la sede principale di Chicago. Questo èun virare di bordo Per sottrarsi ad una possibile campagna iniziata con quel co inimicato essi credono di eludere il pubblico col sospendere la ven dita ecc. Questa sospensione il sè stessa fa pensare al trucco. In ogni modo, Signor Diretto ìv. per mezzo dei Figli d'ltalia diffusi in tutti gli Stati dell'l* nione, si mettano in guardia nostri coloni. Lei, qua'e Grande Venerabile, ne faccia oggetto <1 una sua circolare a tutte le log g<> della Pennsylvania. Si il uminino i fratelli dell'Ordì' ne, ed essi illuminino i loro ami ci e conoscenti di non lasciar.-* abbindolare dai cavalieri d'indu stria. Scriva, Egregio Direttore;, a Figli d'ltalia di Chicago e cerch di sventare colà la mala mano via. Son sicuro che a Chicago U Compagnia esiste come l'Arabi Fenice, "che e i sia ciascun lo eli ce, dove' sia nessun lo sa " S riva, Signeir Direttore, t mandi questo Comunicato mar cato al Supremo Concilio di New York dell'O. F. d'l. a Chicago c altrove. Si prendano provvedi menti con le autorità Federali, e questo per purgare le nostre co lonie dei cavalieri d'industria. Già alcuni eli essi portano ti toli di Conti e Marchesi. Voi potete far ejuesto. Io ali; mia volta mi rivolgerò anche al la Legione Romana. Gì adisca, coi miei ringrazia menti, i miei saluti e mi creda Suo dev.mo Andrea Figliano!» Fratello dell'O. F. d'l 11 comunicato del signor An drea Figlianoto della settiman; scorsa ha messo in iscompigìio componenti la Compagnia, dell; oramai famosa cassa forte gal leggiante, eli cui tanto scalpore ha menato il magno giornale de bancarottiere newyorkese. Infatti, degli interessati dell; cassa foi te galleggiante alcuno s lagna che i suoi agenti hanno eli vulgato c fatto divulgare dalla stampa e eia circo ari che il 21 settembre sarebbe state) fatto l'e sperimento nel porto eli Rich mond, mentre nessun esperimen to aveva promesso l'inventore qualche altro ha fatto pubblicare che stante la campagna del Li berty Loan si sospende (in omag gio alia carità pelosa) la vendita eielle azioni della cassa forte; un altro comunicato insidioso dell'O pinione avverte di non pagare più nessun agente, facendo intuire, sotto forma di paracadute, che gli agenti-esattori siano dei diso nesti e non versino ciò che ri scuotono; insomma non ci si ca pisce più nulla. Resta però un fatto inconfuta bile che l'esperimento fissato per il 21 settembre; rimandato al 28 dello stesso mese non è stato fat to e non si farà. Gli annunzi di eventuali esperimenti, cioè il mi raggio del paradiso di là da veni re, deve servili per togliere i ri sparmi dalle tasche dei contadi ni e poi disdire le pubblicazioni fatte con la scusa che mancano i mezzi per fare l'esperimento o col fare lo scaricabarile fra gli amministratori, gli agenti e l'in ventore che non sa mai nulla. Lo scopo intanto è stato raggiun to e chi ha dato ha dato. Del resto, noi proviamo una certa soddisfazione quando il no stro contadino viene turlupinato, perchè egli si entusiasma più al le chiacchiere che ai fatti. Il nostro contadino, "he diffi da del'e cose buone e che lesin sul dollaro per acquistare in BOND elegli Stati Uniti o che ; rifiuta di adempiere ai dovei 1 per la sua protezione,, nel le org; nizzazioni alle quali appartiene è poi contento di acquistare di lotti di terreno esistenti nel!i spazio infinito del cie'o o le azie ni dorile casse forti, le quali, quali do sono piene del denaro sfrutta to, pesano molto e non galleggia no più. Ma dobbiamo essere semp >■ ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA Comunicazioni della Granile Loggia DELLO STATO DI PENNSYLVANIA INIZIAZIONE DELLA LOGGIA "PIAVE" N. s,-'J,. Per compiere la cerimonia di niziazione di questa nuova log gia fu incaricato dal Grande Ve ìerabile il fratello Giovanni Tor hio. Segretario del F. I'. 11. Questi partì la sera preceden e alla volta di Scranton, alla cui stazione ferroviaria fu incontrn -0 dal fratello Giorgio Fiore del a Loggia N. E. Cittadini Lan ieri e Grande Deputato della xiggia M. lì. Imbriani, offi'en logli fraterna ospitalità. I! mattino seguente, domenica !2, il fratello Torchio, profittan -10 delle ore libere, che gli rima lev.u o, volle visitare la Loggia v'ut va Gite eppe Mazzini \i>. (s:>l 11 Scranton, la (piale era riunita n ceduta ordinaria. La sua visita a quella Loggia il molto utile, perchè servì a di - ipare dei dubbi dalla mente di tlcuni fratei i in riguardo a t;. une disposizioni del F. U. M. Egli fu accolto con affetto e ii molto lieto trascorrere alcu le ore in compagnia di quei bra -1 fratelli, ai quali presentò i sa lili affettuosi del Grande l'on ilio e dei fratelli di Filadelfia. Verso l'ima pomeridiana il fra elio Nicola Forte, Segretario Ai hivista della Loggia Giovanni Nicotera de'la vicina Dunmore, nsienie ad altri fratelli di questa Felice Corsaletti, Curatori ; Giuseppe Passarelli e Giuseppe Caracciolo, Cerimonieri ; Carme o lannolo, Sentinella Interna; Domenico Colacino, Sentinella E- Compiuta la cerimonia, mentre /enivano distribuiti in abbondan ti i rinfreschi, si diede principio lila serie dei discorsi. Il fratello Giovanni Torchio, asciando agli altri vergine il :ampo oratorio della grandezza e lontà del nostro Ordine, comme morò con appropriate parole la atidica data del XX Settembre, 'eco delle di cui celebrazioni nel e diverse colonie ancora si riper cuoteva alle nostre orecchie, ar moniosa e cai a. Il fratello Nicola Forte, anima > vita di questa nuova Loggia, ioti bellissime parole celebrò la mmortalità del nome Piave, or mai reso sacro ad ogni italiano. A questi seguirono i fratelli Gabriele Pugliano,. Venerabile lolla Loggia Giovane Italia; ,* EXTRA! ,# RISPARMIATE MONETAI Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio P. LA BOCCETTA 901-903-905 So. Bth STREET*. RHILADELPHIA, PA. ovo troverete specialità' i>er abiti da l'arai su misura. Abiti di battesimo. Vesti per giovanotte. Vest'ti per ragazzi. Camicie, Camicette. Sottane-, Cappelli ed altro. Fa quel che devi, avvenga che può'. Abbonamento Annuo $ 2.00 Una Copia 3 Soldi noi, soli noi ;id alzare la voce in loro difesa, mentre gli altri gior nali. i manigoldi, mangiano gra."-- so? (n. d. r.) Cantafio Luigi, \'enerabile della Loggia N. E. Cittadini Lancieri; Gioinbetti Giuseppe, Venerabile della Loggia M. li. Imbriani i quali spiegarono bellamente quali erano gli scopi, quali le tonalità del nostro Ordine, invogliandoli a continuare nella propaganda per riunire sotto la bandiera del l'Ordine Figli d'ltalia tutti i no stri connazionali. Il segretario Archivista della nuova Loggia, Scodelliti France sco, lesse un bellissimo discorset to, che i isco- e gli applausi di tutti i predenti. Venei abile della nuova Loggia, il quale ringraziò le rappresentan ze delle Logge, intervenute alla cerimonia, ed i fratelli della nuo va Loggia della fiducia, avuta in lui, noll'eleggerlo Venerabile; promettendo che avrebbe com piuto tutto intero il suo dovere a bene dei fratelli e dell'Ordine. 11 fratello Torchio, dopo avere istruito i segretari .sul modo, in cui devono corrispondere con l'ufficio del F. V. M., fece ritor no a Scranton, mentre la festa continuava ancora tra la calma più perfetta e l'effusione più af fettuosa. VISITE DEL GRANDE VENERA 111 LE. A Downingtown Giovedì 26 settembre si recava a Downing town il Grande Venerabile Giu seppe Di Silvestro, ricevuto alla stazione della Pennsylvania dal Venerabile della Loggia "Salan dra", Domenico D'Attilio e dal l'Oratore Dante Zappacosta. Ap pena giunto, in casa Zappacosta gli fu offerto un pranzo, al quale partecipò anche il Grande Cura tole Cotone Gioacchino. Dopo pranzo, con l'automobile dello stesso Zappacosta i due Grandi Ufficiali si recarono a vi sitare la "Kera Popar Co.", una cartiera dove lavorano molti con nazionali. La Colonia Italiana di Downin gtown si compone in massima parte di abruzzesi della provincia di Teramo, e nei diversi opifici in cui essi lavorano sono tenuti in grande considerazione. La mag gior parte degli operai della "Ke ra Popar Co." sono italiani e tut ti fanno parte della Loggia An tonio Salandra N. 541 dell'Ordi ne Figli d'ltalia. Anche il "fore man", Antonio Vadini, è socio di essa. Dalla cartiera, sempre nell'au tomobile del Zappacosta, il Gran de Venerabile si recò prima a W. Chester, ospite di Luigi Tavani, e poi a Coatesville, ove fu ricevuto da Frank Rambo. Poi fece ritor no a Downingtown, ove alle 8.30 visitò la Loggia Salandra. In omaggio al loro capo, i soci lasciarono il lavoro notturno ed erano tutti presenti alla seduta. Il Grande Venerabile si intrat tenne lungamente a parlare del l'Orfanotrofio e Ricovero che pre sto dovrà sorgere in questo Sta to. Dopo il suo discorso tutti in distintamente i soci, come tanti soldati, risposero all'appello, e messisi in fila acquistarono cia scuno i cinque dollari di biglietti di loro spettanza. Prima di ri partire, alla chiusura della sedu ta, al Grande Venerabile' fu of ferto un vermouth d'onore. A Conshohocken. Sabato 28 settembre il Grande Venerabile si recò a Conshohocken per pai lare all'innalzame)ito di una ban diera di servizio fi a parte della colonia italiana ea anche per il quarto Liberty Loan, apposita mente invitatovi dal Comitato a mericano. All'arrivo egli fu rice vuto alla stazione da Giuseppe Di Stefani Grande Deputato del la Loggia Saverio Friscia N. 655 di Norristown, da Giuseppe N, Cianci Segretario Archivista e Paolo Balzano socio della Loggia Gorizia N. 623 di Conshohocken e accompagnato nella splendida