La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, August 17, 1918, Image 1

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    and diatribnted aader permit No. Scorned by th, ac, a.- October 6, 1917, en tile a, the Pas, Office a, Philadelphia, Pa., b, arder a, the President. A. S. Bu rlesan. Pas,master Gen.
ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
WITH THE LARGEST CIRCULATION
••Entered as second-class matter April 19,1018. at the post oflice at Philadelphia. Pa., under the Art of March 3. 1K79 LA LIBERA PAROLA
I forti caratteri sono gli Dei
I Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO I. - Numero 18
La Colonia di Filadelfia onora la Missione Giornalistica Italiana
L'INIZIATIVA
Non appena si ebbe notizia in
H questa città che la Missione gior
|g nalistica italiana, di cui si diceva
1 l'arrivo imminente, era sbarcata
p in New York, ove le erano state
? fatte calorose ed entusiastiche
accoglienze sotto gli auspici della
"Legione Romana di America"
i l'Ordine "Figli d'ltalia" assunse
i l'iniziativa per onorare degna
! mente questi ospiti illustri, quan
do sarebbero stati qui di passag
, gio, pei- recarsi alla capitale.
i| E stante la ristrettezza del
«tempo, si pensò subito che l'unico
■jpmezzo di accoglierli degnamente,
! sarebbe stato di offrire ad essi
un banchetto, per dai - loro l'op
portunità di parlare ai rappre
si sentanti della Colonia, onde in
formarli delle condizioni della no
ti sti a patria e degli scopi della loro
r missione.
Ma il Grande Venerabile del-
I 1' "Ordine Figli d'ltalia", consen
-1 zienti i Venerabili e Grandi De
-1 pittati chiamati da lui a raccolta,
1 volle che l'iniziativa fosse devo
| luta al Comitato Generale Italia
no del Liberty Loan.
Ed il banchetto ebbe luogo gio
f: vedi sera della scorsa settimana,
| al Ritz-Carlton, e dato il brevis
jf simo periodo di preparazione, eb
|be un esito soddisfacentissimo,
H tanto per il numero degli inter
im venuti, quinto per lo schietto en
| tusiasmo che pervase i commen-
I sali.
La presenza nella sala di quei
| nostri simpatici connazionali, che
I pur giovanissimi, avevano già
I conseguita tanta autorità che il
nostro Governo non aveva esita
li to ad affidar loro una difficile e
delicata missione, pareva avesse
|> mutato la sala dell'aristicratico
Hotel in un ristretto lembo d'l
; talia. E questo lembo era addob
bato, per l'occasione, con bandie
re italiane e americane e in una
piccola sala attigua, una simpati
ca orchestrina, provveduta da
Aristodemo Palladino, compiva
per noi l'illusione di trovarci in
un angolo remoto della nostra
patria indimenticata ed indimen
ticabile.
I partecipanti al Banchetto
(talenta
Sedevano alla tavola d'onore i
membri della Commissione e cioè
Antonio Agresti della "Tribuna"
di Roma; Aldo Cassuto del "Se
colo" di Milano; Orazio Manfredi
Pedrazzi del "Nuovo Giornale" di
Firenze"; Leonardo Vitetti del
l'"ldea Nazionale" di Roma;
Pietro Solari del "Tempo" di
Roma, del "Resto del Carlino" di
Bologna e della "Stampa" di To
rino e Paolo Cappa, direttore del
l' "Avvenire d'ltalia" di Bologna.
II signor Franco Raineri del
"Giornale d'ltalia" non interven
ne perchè ammalato.
Altri invitati di onore erano il
R. Console Cav. Uff. Gaetano
Poccardi, il capitano dei grana
tieri Arturo Zampaglioni, l'eroico
mutilato della gloriosa nostra
impresa di Gorizia; il tenente
Luigi Berroni; E. J. Cattell, rap
presentante il Sindaco di Phila
delphia; il giudice federale Buf
fington ; Robert Rurld Whiting
del "Committee of Public Infor
mation'; il Dr. Bonaschi, Segre
tario della "Roman Legion of A
merica"; Pasquale Di Biasi e
1 On. Bevione che scusò la sua as
senza.
Accanto a questi speciali invi
tati, alla tavola d'onore sedevano,
oltre al presidente, avv. Giovanni
Di Silvestro, i signori Cav. F. A.
Travascio, Giuseppe Di Silvestro,
Dr. Alfredo D'Aloia, Roberto
"Lombardi, Cav. C. C. A. Baldi,
vice presidenti della sezione ita
liana del Comitato del terzo Li
berty Loan e il Rev. Thos. D.
Terlizzi.
Avevano aderito alla manife
stazione :
Vito A. Del Vecchio, France
sco Tropea, Gennaro Melchiode,
Paolo Di Peso, Giuseppe Mercu
rio, Valentino Ciullo, France
sco Rizzo, Costantino Costan
tini, Afredo Perfilia, Giovan
ni Torchio, Michele Striz
zi, Luigi Palladino, Nicol?
Cappello. Francesco Onorato, I
gnazio Spera, Aw. Giovan
ni Garaguso, Natale Stani
slao, Giuseppe Giannini, Giovan
ni Calvarese, Nicola Rivano, At
tilio Taglianetti, Aristodemo Pai
ladino, Antonio D'Urso, Orazio
Pisciotta, Giuseppe Bruno, Anto
nio Greco, Cav. Frank Roma,
Filippo Di Vincenzo, Nicola Gior
dano, Dr. Vico Ciccone, Dr. Igna
zio Cortese, Alfredo Settanni ;
Francesco Silvagni, Dr. M. A. De
Vecchis, Pasquale Teti, Giuseppe
Valente, Angelo Campo, Naza
reno Monticelli, Gennaro Tito
manlio, Avv. Joseph Tumolillo,
Domenico De Gregoriis, Achille
D'Orazio, Luigi Roma, Emilio
Roma, Emilio Pascuzzi, Alfredo
Carbone, Frank Rosatto, Barto
lomeo Mansolino, A. B. Donato;
Francesco L. Tartaglia, Avv.
E. V. Alessandroni, Giusep
pe Volpe, Dr. Giuseppe Fabiani,
Pietro D'Angelo, Nicola Canno
nieri, Adamo Paone, Luigi Coro
na, Vito M. Baldi, Paolo Tranchi
tella, Gilbert S. Jones, Francesco
Lucchetti, Giovanni Gauti, Da
niele C. D'Orazio, Michele Di
Rocco, Giuseppe lacolticci, Frank
Lucci, Giocondo Marcolongo, l'a
squale Del Vecchio, Randolfo
Mariani, Dr. Domenico Baglivo,
Domenico Franzosa, Domenico
Di Lauro, Domenico Di Stefano,
Vincenzo Di Stefano, Giovanni
Trevia, Avv. Giuseppe Marinelli,
Salvatole Martorana e Antonio
Benedetto.
Il Menu
11 pranzo fu servito inappun
tabilmente e i partecipanti rima
sero soddisfattissimi, tanto più
che in quell'llotel i giovani ca
merieri sono in preponderanza
italiani.
Trascriviamo qui appresso il
succolento menu, ai quale i com
mensali fecero molto onore.
Melon Madrileno en gelee —»
Filet de Sea Bass, Paillard,
Poitrine de Volaille a la broche
Pois francaise Pommes
Parmentier Salade de Laitue
Coupé au morrons Frian
iixs Cafe.
Il tutto fu inaffiato da tìa
schetti di Vino Chianti importa
to della marca Mirafiori.
Durante il fraterno simposio vi
fu/il più simpatico affiàtamente
ra i commensali e i Membri del
a Missione. Costoro raccontaro
-10 che erano giunti in Philadel
)hia la sera precedente, mercole
iì, ed avevano preso alloggio al
Bellevue Stratford.
Nella giornata di Giovedì ave
/ano visitato Hog Island, accolti
ovunque deferentemente e colla
nassima cortesia. Erano rimasti
immirati del febbrile, intenso la
voro e della mostruosità degli
ipprestamenti bellici da parte di
luesta ricca e potente repubbli
la, ed avevano appreso, non sen
:a un senso di legittimo orgoglio,
:he la maggioranza degli operai
:he lavorano e quelli che addi
nostrano maggiore ardore e
miggiore intelligenza, erano di
nazionalità italiana.
I discorsi
Presiedeva, al banchetto, i'Avv.
Giovanni Di Silvestro, con fun
:ione di toast master ed egli,
rerso la fine, ebbe agio di dar
nova ancora una volta della sua
ìloquenza inesauribile.
Parlò dapprima in inglese, poi
n italiano, e fu oltremodo felicis
;imo. Salutò gli inviati del patrio
Governo, a nome della Colonia e
iugulò che la missione ad essi
affidata avesse un esito soddisfa
tte. Simile a quegli che, dopo
iver lottato a lungo colla tempe
ra, giunto finalmente alla riva,
;i volge indietro a guardare le
teque perigliose, egli rievocò con
in senso di amarezza i tempi non
nolto remoti, in cui l'elemento
taliano in America era caipesta
-0 e deriso. Ma un'alba nuova è
;orta sul nostro orizzonte e
fli disse un'alba ridente che
neludia ad una luminosa gior
ìata, in cui finalmente gli ame
ricani han dovuto riconoscere
:he noi non siamo un popolo di
straccioni, come essi avevano er
oneamente creduto, fino alla vi
gilia di questo conflitto, ma i con
inuatori di una civiltà millena
ia e di nobili, generose tradi
sioni.,-
Esaltò l'opera feconda dell'Or
line "Figli d'ltalia" spesa tutta
1 vantaggio della nostra patria di
)rigine, di questa di adozione ed
immonì che sarebbe, per l'ltalia,
in male irreparabile, se, per una
lannata ipotesi, l'Ordine "Figli
l'ltalia" dovesse venire a scom
parire.
Concluse con un alato salute
AVANTI SEI IVI PRE, COIXi L.A FIACCOLA i INI PUGNO
ai combattenti del Grappa e del
Piave e con l'augurio che la vitto
ria coroni al più presto, gli sforzi
degli Alleati.
Parla il Regio Console
Poscia invita, primo fra tutti, il
rappresentante del Governo Ita
liano, a far sentire la sua autore
vole parola ed il Cav. Uff. Gae
tano Poccardi, pronunzia il se
guente discorso, sobrio, inappun
tabile. elegantissimo:
• 'y-v "V*
\ - .. yy'
CAV. UFF. GAETANO POCCARDI
Regio Console a Filadelfia
"Tocca a me quale Rappresen
tante il Governo del Re a Capo
di questa colonia di porgere a voi,
ospiti graditi e illustri, il cordia
le saluto degli Italiani di Fila
delfia. Voi, Signori, che qui sie
te venuti per constatare come
questo popolo dalle pacifiche in
dustrie abbia saputo in poco tem
po trasforma re ogni attività in
efficace militare organizzazione,
avrete anche opportunità di av
vicinare i nostri connazionali che
non ultima parte furono del civil
progresso della Federazione del
le striscio e delle stelle.
Ebbene, voi ritornando nell'a
mata Patria nostra, illuminerete
l'opinione pubblica sul mirevole
contributo che la Grande Repub
blica porta alla causa giusta del
la civiltà, della redenzione, ma
dite pur sì ai fratelli nostri i sen
timenti che animano gli Italiani
all'estero.
Ed io, per quel che mi concer
ne, io che da quattro anni sono
Console di Sua Maestà in questo
Distretto ed ho avuto cura di av
vicinare non solo i notabili, ma
sopratutto i lavoratori nostri, di
questi sentimenti mi faccio ga
rante. Un solo palpito, la gran
dezza d'ltalia nel consorzio delle
nazioni. E fra tutti questi nostri
connazionali voglio segnalare a
voi una Associazione sotto i cui
auspici e per cui iniziativa, assie
me allax-egione Romana, si tie
ne il convegno di oggi. 11 nome è
simbolicamente fatidico: l'Ordi
ne dei Figli d'ltalia.
Ogni qualvolta occorse fare ap
pello alla solidarietà nazionale
per venire in aiuto a quanti sof
frono in conseguenza del conflit
to immane, ogni qualvolta occor
se di mostrare all'America la
lealtà dei discendenti di Roma,
l'Ordine Figli d'ltalia fu sempre
primo fra i primi, ammirevol
mente disciplinato, entusiasta.
Ricordo fra l'altro le manife
stazioni qui in Filadelfia in occa
sione del ricevimento della Mis
sione Italiana la scorsa estate, lo
ricordate voi, Aldo Cassuto, e
specialmente il pellegrinaggio al
la Casa di Garibaldi a Staten
Island a New York, ove diecine
di migliaia di affiliati all'Ordine
convenivano plaudenti e accla
manti ai membri della Missione,
a Nitti, a Marconi, al Principe di
Sangue Reale che della Missione
era Capo.
E come loro tutti, tutti di qua
lunque partito, di qualunque fe
de, gli italiani qui sono italiani.
Noi lontani dalla Patria adorata
PHILADELPHIA, PA., 17 AGOSTO, 1918
abbiamo gioito, abbiamo trepida
to, ansiosi ma sempre fidenti nel
la vittoria di stirpe nostra, nel
nostro Esercito, e la fiducia no
stra si risolse in lacrime di gioia
quando i comunicati uffickvli ci
annunziarono che il nemico tra
volto ripassava il fiume conteso.
Ed è per questi sentimenti
che gli italiani di qui provano,
come proviamo noi, profonda la
gratitudine per la grande Repub
blica Americana che a salvezza
dei s crosanti prinupii ha, non
richiesta e non costretta, polla
to nel grande conflitto tutto il pe
so della sua idealità, della sua
forza e della sua ricchezza.
Gratitudine pei' questo popolo,
che volontariamente si l'aziona
pei- dar a noi e carbone e carne e
«frano, per questo popolo che non
educato a militarismo, invia con
sereno animo i propri figli a cen
tinaia di migliaia sui campi di
battaglia d'Europa, ove uniti al
le truppe alleate sconfiggono il
nemico e ricevono nella vittoria
il battesimo di sangue.
0 Signori, la nostra ricono
scenza a questa gioventù: un
mertlore grato pensiero ai fratel
li nostri sul Piave, sulle Alpi e
sciogliendo un inno all'America
e all'ltalia nostra acclamiamo in
sieme il Presidente Wilson e Sua
Maestà il Re nostro, Augusto
sovrano."
I! saluto del Giudice Buffington
e de! Or, Calteli
Cessati gli applausi entusiasti
ci chi? salutano l'alato discorso
del Console Poccardi, l'Avv. Gio
vanni Di Silvestro, inesauribile
nella sua verve, presenta ai pub
blico un egregio americano, già
simpaticamente noto in mezzo a
noi, per il suo affetto verso gli
italiani: il giudice Jos. Buffing
ton. E il giudice Buffington, che
è un forbito oratore, ma che spes
so riesce forse eccessivamente
prolisso, quella sera ha saputo
mantenere la giusta misura ed
ha pronunziato un discorso bril
lante e smagliante, ricevendo alla
fine calorose dimostrazioni dai
presenti.
Dopo del giudice Buffington,
levasi il rappresentante del Sin
daco di Philadelphia, il Dr. Cat
tell, un vecchio arzillo e vene
rando, che pronunzia un altro e
levato discorso. Egli saluta in
nome di questa città, gli illustri
ospiti e scioglie un inno alla
grandezza ed alla bellezza d'lta
lia che ebbe il piacere di visitare
in epoca remota.
Anche il Dr. Cattell è fatto se
gno agli applausi fragorosi e
spontanei dei presenti e dopo di
lui, dietro invito del maestro di
cerimonie, sorge a pai-lare
il Capitano Zampaglione
Quando si alza questa maschia
e simpatica figura di saldato che
ha partecipato a molte battaglie,
facendovi olocausto del suo brac-
ciò destro, un senso di viva com
mozione pervade tutta l'assem
blea e per qualche momento il si
lenzio è profondo, quasi religio
so, ma poi scoppia un applauso
lungo, fragoroso, irrefrenabile e
grida di entusiasmi ed evviva si
incrociano per qualche minuto.
E' una dimostrazione che si im
provvisa in onore del nostro glo
rioso esercito che va compiendo
miracoli di valore e che ha ripe
tutamente arginato ed infranto
l'impeto delle agguerrite orde
nemiche.
Il capitano Zampagliene, nel
suo discorso pronunciato con fie
rezza di milite, vuole stabilire la
differenza enorme che passa tra
il soldato italiano ed il soldato
austro-tedesco, per assodare, col
racconto di episodi svoltisi sui
campi di battaglia, e dei quali egli
stesso dovette essere testimone,
come il soldato nostro sia l'e
spressione più pura e più schiet
ta della gentilezza e del valore,
ed il soldato austro-tedesco sia
invece l'espressione più genuina
e più vera della perfidia e della
vigliaccheria.
Un manipolo di mille prodi ha
l'ordine di impadronirsi a qua
lunque costo della vetta del San
Michele, formidabilmente difesa
la un triplice ordine di trincera
menti. E l'esigua schiera balza
nnanzi con impeto irresistibile;
•aggiunge la meta stabilita, ma
nolti dei nostri cadono, che più
lon si leveranno e molti altri
(iacciono feriti.
In mezzo a questi ultimi, stil
lando come immondo rettile,
in ufficiale austriaco va colpendo
i driita c a manca, per finirli con
a sua mazza ferrata.
Ma un soldato d'ltalia lo adoc
chia e, gli si erge dinanzi, in tut
a l'imponenza della sua persona,
imitandogli in petto la sua pisto
a. Allora lo sciacallo assassino,
retta l'arma selvaggia e cadendo
n ginocchio, implora vigliacca
nente che gli si risparmi la vi
a.
Narra anche di 1111 sergente
:he, uscendo dalle trincee per u
ìa ricognizione, è colpito da una
'ucilata che gli passa la gola a
larte a parte. Il suo capitano
nuove per aiutarlo, ma anch'egli
:ade con un polmone attraversa- •
o, e le ultime parole del prode
ergente sono queste: Italia, mio
apitano !
Ancora un altro episodio, svol- ,
osi, quest'ultimo,sul fronte fran ;
:ese. I soldati americani tengono
ina trincea; assaliti da forze ,
>reponderanti, son costretti ,
id evacuarla, ma poscia, ricevuti ,
rinforzi, contrattaccano e scac- |
iano i tedeschi, che nella ritirata
i trascinano due prigionieri : un ,
oldato americano ed un altro di !
>rigine italiana. Per non colpire i
ompagni, gli americani cessano ,
I fuoco, ma i progionieri grida
io loro: Sparate, amici, che se
iccidete noi, uccidete 'nche i te
leschi.
Al capitano Zampaglione, lun
gamente e calorosamente accia- '
nato, tien dietro il Dr. Bona
chi di New York, Segretario del
f» legione Romana di America
he porta all'Assemblea il saluto
lella Legione che egli rappresen
a e del suo Presidente Dr. Anto
'o Stella. Parla con entusiasmo
ella giovine Istituzione, ne spie
di il programma che si prefigge,
;<! illustra il camino percorso in
neve spazio di tempo, e tutti ,
ilaudono a questo nuovo astro
he sorge.
Dopo il Dr. Bonaschi parla bre
emente Mr. Whiting, in nome
el Committee of Public Inior
nation e finalmente la parola
petta a
I rappresentanti della Stampa
Per la stampa italiana parlano
Udo Cassuto in inglese e il Dr.
'ietro Solari in italiano; per 1«
tampa coloniale, Michele Striz
:i dell' "Opinione".
Aldo Cassuto parla a lungo,
tnche a nome dei suoi colleghi,
per esprimere tutta la sua rico
noscenza alle autorità di Filadel
fia, ed ai connazionali per le ac
coglienze ricevute ed alla fine
molto complimentato spècie dr
gli americani, che han potut
meglio apprezzare nell'oratore 1
padronanza della loro lingui..
Parla in ultimo il Dr. Solari. F
gli espone in meravigliosa sinte. c
un quadro delle condizioni dell'l
talia in rapporto alla guerra. Di
ce che le condizioni non sono lie
te, ma tutti sono animati dal de
siderio di vincere.
La pati ia nostra ha sostenuto
fino ad oggi, sacrifici gravissimi,
forse troppo gravi per le sue ri
sorse e molti altri gliene sono an
cora riserbati. Essa ha bisogno di
molte cose ; ha bisogno anche di
molti uomini, non per ricacciare
il nemico al di là del confine sa
cro, che a questo bastano le ar
mi nostre ed il valore dei nostri
soldati, ma per inseguirlo fin nel
cuore del suo paese, e imporre li
na pace giusta e durevole.
Egli si augura, anzi è certo che
l'America ci manderà truppe in
numero sufficiente, il che, dopo
tutto costituirebbe come una re
stituzione. Da molti anni schiere
interminabili di italiani, dal brac
cio robusto e dalla mente sveglia,
vengono in America a portare ;ii
lavori e alle industrie di questo
meraviglioso paese il contributo
della loro forza e del loro ingegno.
Fd anche oggi, tra le file del for
midabile esercito americano com
battente sul fl'onte occidentale,
sonvi a centinaia di migliaia i
nostri connazionali che versano il
loro sangue pel trionfo della li
bertà, e sarebbe anche giusto
che un buon numero di questi
giovani si inviassero in Italia a
pugnare e morire per la loro pa
tria o per la patria dei loro geni
tori.
ir giovanissimo Dr. Pietro So
lari, il più giovane dei componen
ti la Missione, che si era addotto
rato in belle lettere due ore pri
ma di imbarcarsi per l'America,
raccoglie meritatissimi applausi,
e dopo di lui, prima «li lasciare le
tavole, I' AVA*: Strizzi, |»orge il sa
luto agli ospiti, in nome della
stampa Ita 10-Americana e recita
tre sonetti di sua composizione,
tratti dalla sua raccolta: "I so
netti di guerra" uno sul Grap
pa, l'altro sul Piave e il terzo sul
la gesta leggendaria del capitano
Rizzo. E' molto complimentato.
Al Circolo Italiano
Cessati i discorsi, i commensa
li abbandonano la sala, ed a grup
pi, sulle automobili, si riversano
alla sede del "Circolo Italiano". ,
Tra i primi a giungervi, sono il
R. Console Cav. Uff. Gaetano ,
Poccardi 6 i componenti la Mis
sione giornalistica. Qui si brinda
di nuovo all'America, all'ltalia e
ad una futura, indissolubile al- ,
leanza che diminuisca la distanza ,
che separa questi due paesi, i
quali hanno in comune tante co- ,
se: prima tra tutte la gloria delle ■
loro tradizioni.
Il Regio Console, rivolto al si- ,
gnor Roberto Lombardi, brindò i
anche alla prosperità del Circolo ;
Italiano di cui questi è presiden- i
te.
Tardi, molto tardi i simpatici ]
nostri connazionali si ritirano, I
dovendo i giornalisti l'indomani
recarsi a Bethlehem a visitare <
quelle acciaierie.
Il saluto dei "Mastro Paolo"
e l'omaggio ai Figli d'ltalia
Durante il banchetto circola
per la sala un fogliettino volan
te, che contiene un saluto entu
siastico agli ospiti in nome del
"Mastro Paolo" e una calda rie
vocazione della patria lontana la
quale per troppi lunghi anni ha
dimenticato, lasciandoli in balia
di loro stessi, gli esuli suoi figli.
I giovani ospiti rimangono, a
quella lettura, visibilmente im
pressionati ed apprezzano molto
il delicato pensiero del giornale.
Infine va notato il fatto che la
serata culmina in uh omaggio
continuo all'Ordine "Figli d'lta
lia" al (piale è riserbato il compi
to glorioso di riunire tutti gli ita
liani esuli, sotto un solo vessillo.
II maestro di cerimonie, Avv.
Giovanni Di Silvestro dice infat
ti che sarebbe per l'ltalia una iat-
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Una Copia 3 Soldi
tura irreparabile se l'Ordine do
mani, per fatalità d'eventi, do
vesse scomparire; il R. Console,
che di lodi non è prodigo, scioglie
i un Inno a questa vasta e potente
, Associazione che porta un nome
fatidico, perchè egli dice
in tutte le manifestazioni fu sem
i pre prima tra le prime ammi
revole, disciplinata, entusiasta.
Il Dr. Bonaschi, Segretario
della Roman Legion of America,
che promette di entrare tra le fi
le dell'Ordine, nel breve giro di
un mese e finalmente l'Avv.
Strizzi che, nel dare agli ospiti il
benvenuto, trova modo di far ri
saltare l'importanza della bene
fica Istituzione doi "Figli d'lta
lia" e l'opera altamente patriot
tica che compie all'Estero, man
tenendo vivo nei petti l'amore
per la patria di origine.
E' un vero plebiscito di simpa
tia edi ammirazione per l'opera
diuturna che la Grandiosa Istitu
zione va compiendo per l'eleva
mento morale ed economico delle
masse emigrate.
I telegrammi
Furono spediti telegrammi al
Presidente Wilson ed al Re d'lta
lia e furono inoltre propoli 2 te
legrammi : uno al Veneuabile Su
premo dell'Ordine Figli d'ltalia
Avv. Stefano Miele e l'altro al
Comm.'Dr. Antonio Stella, presi
dente della Roman Legion of
America.
Lon. BEVÌONE
alla stampa coloniale
Gentilissimo Collega,
Mi pregio informarla che per
incarico del R. Governo, ho as
sunto, col primo Agosto, la Dire
zione del Servizio di Propaganda
negli Stati Uniti d'America.
Essendo giornalista, conosco
che la massima forza che è a di
sposizione di chi sia incaricato
delle mie funzioni, è la pubblica
stampa.
Mi permetto intanto di fare
appello alla sua solidarietà e al
suo patriottismo perchè voglia
cooperare con me nel modo più
attivo e più fervido al successo
della Missione che il Governo mi
ha confidato, nell'interesse supre
mo ed unico del nostro Paese.
Conto sulla sua particolare e
continua collaborazione pei 1 tutti
«ilici consigli, suggerimenti e ri
lievi che Ella crederà possano
giovarmi al migliore adempimen
to del mio dovere.
Ogni parola che venga a me
dalla S. V. sarà tenuta sempre
nel massimo conto. Ogni propo
sta pratica sarà sempre attenta
mente considerata.
Nella speranza di vedere al più
presto espressa in un suo scritto
l'adesione a questo mio desiderio,
ispirato dalla ferma volontà di
degnamente servire il Paese, le
invio, illustre Collega, il mio sa
luto più cordiale.
II Capo Milione
G. REVIONE.
Ai nostri Amci
Abbiamo incominciato a man
dare copie di saggio de LA LI
BERA PAROLA a tutti coloro
che consideriamo nostri amici e,
perciò, dei possibili abbonati.
Con l'invio del giornale però
noi non abbiamo creduto o cre
diamo di imporre l'abbonamento
ad esso. Quelli cui piacendo que
sta nostra pubblicazione inten
dono rimanere abbonati, trat
tengano LA LIBERA PAROLA
e ne paghino il costo; quegli altri
che per una qualsiasi ragione non
vogliono o non possono rimanere
abbonati ci usino la cortesia di
respingercela e toglieremo sen
z'altro i loro nomi dalle liste.