and diatribnted aader permit No. Scorned by th, ac, a.- October 6, 1917, en tile a, the Pas, Office a, Philadelphia, Pa., b, arder a, the President. A. S. Bu rlesan. Pas,master Gen. ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER WITH THE LARGEST CIRCULATION ••Entered as second-class matter April 19,1018. at the post oflice at Philadelphia. Pa., under the Art of March 3. 1K79 LA LIBERA PAROLA I forti caratteri sono gli Dei I Supremi della Storia Nazionale. A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street ANNO I. - Numero 18 La Colonia di Filadelfia onora la Missione Giornalistica Italiana L'INIZIATIVA Non appena si ebbe notizia in H questa città che la Missione gior |g nalistica italiana, di cui si diceva 1 l'arrivo imminente, era sbarcata p in New York, ove le erano state ? fatte calorose ed entusiastiche accoglienze sotto gli auspici della "Legione Romana di America" i l'Ordine "Figli d'ltalia" assunse i l'iniziativa per onorare degna ! mente questi ospiti illustri, quan do sarebbero stati qui di passag , gio, pei- recarsi alla capitale. i| E stante la ristrettezza del «tempo, si pensò subito che l'unico ■jpmezzo di accoglierli degnamente, ! sarebbe stato di offrire ad essi un banchetto, per dai - loro l'op portunità di parlare ai rappre si sentanti della Colonia, onde in formarli delle condizioni della no ti sti a patria e degli scopi della loro r missione. Ma il Grande Venerabile del- I 1' "Ordine Figli d'ltalia", consen -1 zienti i Venerabili e Grandi De -1 pittati chiamati da lui a raccolta, 1 volle che l'iniziativa fosse devo | luta al Comitato Generale Italia no del Liberty Loan. Ed il banchetto ebbe luogo gio f: vedi sera della scorsa settimana, | al Ritz-Carlton, e dato il brevis jf simo periodo di preparazione, eb |be un esito soddisfacentissimo, H tanto per il numero degli inter im venuti, quinto per lo schietto en | tusiasmo che pervase i commen- I sali. La presenza nella sala di quei | nostri simpatici connazionali, che I pur giovanissimi, avevano già I conseguita tanta autorità che il nostro Governo non aveva esita li to ad affidar loro una difficile e delicata missione, pareva avesse |> mutato la sala dell'aristicratico Hotel in un ristretto lembo d'l ; talia. E questo lembo era addob bato, per l'occasione, con bandie re italiane e americane e in una piccola sala attigua, una simpati ca orchestrina, provveduta da Aristodemo Palladino, compiva per noi l'illusione di trovarci in un angolo remoto della nostra patria indimenticata ed indimen ticabile. I partecipanti al Banchetto (talenta Sedevano alla tavola d'onore i membri della Commissione e cioè Antonio Agresti della "Tribuna" di Roma; Aldo Cassuto del "Se colo" di Milano; Orazio Manfredi Pedrazzi del "Nuovo Giornale" di Firenze"; Leonardo Vitetti del l'"ldea Nazionale" di Roma; Pietro Solari del "Tempo" di Roma, del "Resto del Carlino" di Bologna e della "Stampa" di To rino e Paolo Cappa, direttore del l' "Avvenire d'ltalia" di Bologna. II signor Franco Raineri del "Giornale d'ltalia" non interven ne perchè ammalato. Altri invitati di onore erano il R. Console Cav. Uff. Gaetano Poccardi, il capitano dei grana tieri Arturo Zampaglioni, l'eroico mutilato della gloriosa nostra impresa di Gorizia; il tenente Luigi Berroni; E. J. Cattell, rap presentante il Sindaco di Phila delphia; il giudice federale Buf fington ; Robert Rurld Whiting del "Committee of Public Infor mation'; il Dr. Bonaschi, Segre tario della "Roman Legion of A merica"; Pasquale Di Biasi e 1 On. Bevione che scusò la sua as senza. Accanto a questi speciali invi tati, alla tavola d'onore sedevano, oltre al presidente, avv. Giovanni Di Silvestro, i signori Cav. F. A. Travascio, Giuseppe Di Silvestro, Dr. Alfredo D'Aloia, Roberto "Lombardi, Cav. C. C. A. Baldi, vice presidenti della sezione ita liana del Comitato del terzo Li berty Loan e il Rev. Thos. D. Terlizzi. Avevano aderito alla manife stazione : Vito A. Del Vecchio, France sco Tropea, Gennaro Melchiode, Paolo Di Peso, Giuseppe Mercu rio, Valentino Ciullo, France sco Rizzo, Costantino Costan tini, Afredo Perfilia, Giovan ni Torchio, Michele Striz zi, Luigi Palladino, Nicol? Cappello. Francesco Onorato, I gnazio Spera, Aw. Giovan ni Garaguso, Natale Stani slao, Giuseppe Giannini, Giovan ni Calvarese, Nicola Rivano, At tilio Taglianetti, Aristodemo Pai ladino, Antonio D'Urso, Orazio Pisciotta, Giuseppe Bruno, Anto nio Greco, Cav. Frank Roma, Filippo Di Vincenzo, Nicola Gior dano, Dr. Vico Ciccone, Dr. Igna zio Cortese, Alfredo Settanni ; Francesco Silvagni, Dr. M. A. De Vecchis, Pasquale Teti, Giuseppe Valente, Angelo Campo, Naza reno Monticelli, Gennaro Tito manlio, Avv. Joseph Tumolillo, Domenico De Gregoriis, Achille D'Orazio, Luigi Roma, Emilio Roma, Emilio Pascuzzi, Alfredo Carbone, Frank Rosatto, Barto lomeo Mansolino, A. B. Donato; Francesco L. Tartaglia, Avv. E. V. Alessandroni, Giusep pe Volpe, Dr. Giuseppe Fabiani, Pietro D'Angelo, Nicola Canno nieri, Adamo Paone, Luigi Coro na, Vito M. Baldi, Paolo Tranchi tella, Gilbert S. Jones, Francesco Lucchetti, Giovanni Gauti, Da niele C. D'Orazio, Michele Di Rocco, Giuseppe lacolticci, Frank Lucci, Giocondo Marcolongo, l'a squale Del Vecchio, Randolfo Mariani, Dr. Domenico Baglivo, Domenico Franzosa, Domenico Di Lauro, Domenico Di Stefano, Vincenzo Di Stefano, Giovanni Trevia, Avv. Giuseppe Marinelli, Salvatole Martorana e Antonio Benedetto. Il Menu 11 pranzo fu servito inappun tabilmente e i partecipanti rima sero soddisfattissimi, tanto più che in quell'llotel i giovani ca merieri sono in preponderanza italiani. Trascriviamo qui appresso il succolento menu, ai quale i com mensali fecero molto onore. Melon Madrileno en gelee —» Filet de Sea Bass, Paillard, Poitrine de Volaille a la broche Pois francaise Pommes Parmentier Salade de Laitue Coupé au morrons Frian iixs Cafe. Il tutto fu inaffiato da tìa schetti di Vino Chianti importa to della marca Mirafiori. Durante il fraterno simposio vi fu/il più simpatico affiàtamente ra i commensali e i Membri del a Missione. Costoro raccontaro -10 che erano giunti in Philadel )hia la sera precedente, mercole iì, ed avevano preso alloggio al Bellevue Stratford. Nella giornata di Giovedì ave /ano visitato Hog Island, accolti ovunque deferentemente e colla nassima cortesia. Erano rimasti immirati del febbrile, intenso la voro e della mostruosità degli ipprestamenti bellici da parte di luesta ricca e potente repubbli la, ed avevano appreso, non sen :a un senso di legittimo orgoglio, :he la maggioranza degli operai :he lavorano e quelli che addi nostrano maggiore ardore e miggiore intelligenza, erano di nazionalità italiana. I discorsi Presiedeva, al banchetto, i'Avv. Giovanni Di Silvestro, con fun :ione di toast master ed egli, rerso la fine, ebbe agio di dar nova ancora una volta della sua ìloquenza inesauribile. Parlò dapprima in inglese, poi n italiano, e fu oltremodo felicis ;imo. Salutò gli inviati del patrio Governo, a nome della Colonia e iugulò che la missione ad essi affidata avesse un esito soddisfa tte. Simile a quegli che, dopo iver lottato a lungo colla tempe ra, giunto finalmente alla riva, ;i volge indietro a guardare le teque perigliose, egli rievocò con in senso di amarezza i tempi non nolto remoti, in cui l'elemento taliano in America era caipesta -0 e deriso. Ma un'alba nuova è ;orta sul nostro orizzonte e fli disse un'alba ridente che neludia ad una luminosa gior ìata, in cui finalmente gli ame ricani han dovuto riconoscere :he noi non siamo un popolo di straccioni, come essi avevano er oneamente creduto, fino alla vi gilia di questo conflitto, ma i con inuatori di una civiltà millena ia e di nobili, generose tradi sioni.,- Esaltò l'opera feconda dell'Or line "Figli d'ltalia" spesa tutta 1 vantaggio della nostra patria di )rigine, di questa di adozione ed immonì che sarebbe, per l'ltalia, in male irreparabile, se, per una lannata ipotesi, l'Ordine "Figli l'ltalia" dovesse venire a scom parire. Concluse con un alato salute AVANTI SEI IVI PRE, COIXi L.A FIACCOLA i INI PUGNO ai combattenti del Grappa e del Piave e con l'augurio che la vitto ria coroni al più presto, gli sforzi degli Alleati. Parla il Regio Console Poscia invita, primo fra tutti, il rappresentante del Governo Ita liano, a far sentire la sua autore vole parola ed il Cav. Uff. Gae tano Poccardi, pronunzia il se guente discorso, sobrio, inappun tabile. elegantissimo: • 'y-v "V* \ - .. yy' CAV. UFF. GAETANO POCCARDI Regio Console a Filadelfia "Tocca a me quale Rappresen tante il Governo del Re a Capo di questa colonia di porgere a voi, ospiti graditi e illustri, il cordia le saluto degli Italiani di Fila delfia. Voi, Signori, che qui sie te venuti per constatare come questo popolo dalle pacifiche in dustrie abbia saputo in poco tem po trasforma re ogni attività in efficace militare organizzazione, avrete anche opportunità di av vicinare i nostri connazionali che non ultima parte furono del civil progresso della Federazione del le striscio e delle stelle. Ebbene, voi ritornando nell'a mata Patria nostra, illuminerete l'opinione pubblica sul mirevole contributo che la Grande Repub blica porta alla causa giusta del la civiltà, della redenzione, ma dite pur sì ai fratelli nostri i sen timenti che animano gli Italiani all'estero. Ed io, per quel che mi concer ne, io che da quattro anni sono Console di Sua Maestà in questo Distretto ed ho avuto cura di av vicinare non solo i notabili, ma sopratutto i lavoratori nostri, di questi sentimenti mi faccio ga rante. Un solo palpito, la gran dezza d'ltalia nel consorzio delle nazioni. E fra tutti questi nostri connazionali voglio segnalare a voi una Associazione sotto i cui auspici e per cui iniziativa, assie me allax-egione Romana, si tie ne il convegno di oggi. 11 nome è simbolicamente fatidico: l'Ordi ne dei Figli d'ltalia. Ogni qualvolta occorse fare ap pello alla solidarietà nazionale per venire in aiuto a quanti sof frono in conseguenza del conflit to immane, ogni qualvolta occor se di mostrare all'America la lealtà dei discendenti di Roma, l'Ordine Figli d'ltalia fu sempre primo fra i primi, ammirevol mente disciplinato, entusiasta. Ricordo fra l'altro le manife stazioni qui in Filadelfia in occa sione del ricevimento della Mis sione Italiana la scorsa estate, lo ricordate voi, Aldo Cassuto, e specialmente il pellegrinaggio al la Casa di Garibaldi a Staten Island a New York, ove diecine di migliaia di affiliati all'Ordine convenivano plaudenti e accla manti ai membri della Missione, a Nitti, a Marconi, al Principe di Sangue Reale che della Missione era Capo. E come loro tutti, tutti di qua lunque partito, di qualunque fe de, gli italiani qui sono italiani. Noi lontani dalla Patria adorata PHILADELPHIA, PA., 17 AGOSTO, 1918 abbiamo gioito, abbiamo trepida to, ansiosi ma sempre fidenti nel la vittoria di stirpe nostra, nel nostro Esercito, e la fiducia no stra si risolse in lacrime di gioia quando i comunicati uffickvli ci annunziarono che il nemico tra volto ripassava il fiume conteso. Ed è per questi sentimenti che gli italiani di qui provano, come proviamo noi, profonda la gratitudine per la grande Repub blica Americana che a salvezza dei s crosanti prinupii ha, non richiesta e non costretta, polla to nel grande conflitto tutto il pe so della sua idealità, della sua forza e della sua ricchezza. Gratitudine pei' questo popolo, che volontariamente si l'aziona pei- dar a noi e carbone e carne e «frano, per questo popolo che non educato a militarismo, invia con sereno animo i propri figli a cen tinaia di migliaia sui campi di battaglia d'Europa, ove uniti al le truppe alleate sconfiggono il nemico e ricevono nella vittoria il battesimo di sangue. 0 Signori, la nostra ricono scenza a questa gioventù: un mertlore grato pensiero ai fratel li nostri sul Piave, sulle Alpi e sciogliendo un inno all'America e all'ltalia nostra acclamiamo in sieme il Presidente Wilson e Sua Maestà il Re nostro, Augusto sovrano." I! saluto del Giudice Buffington e de! Or, Calteli Cessati gli applausi entusiasti ci chi? salutano l'alato discorso del Console Poccardi, l'Avv. Gio vanni Di Silvestro, inesauribile nella sua verve, presenta ai pub blico un egregio americano, già simpaticamente noto in mezzo a noi, per il suo affetto verso gli italiani: il giudice Jos. Buffing ton. E il giudice Buffington, che è un forbito oratore, ma che spes so riesce forse eccessivamente prolisso, quella sera ha saputo mantenere la giusta misura ed ha pronunziato un discorso bril lante e smagliante, ricevendo alla fine calorose dimostrazioni dai presenti. Dopo del giudice Buffington, levasi il rappresentante del Sin daco di Philadelphia, il Dr. Cat tell, un vecchio arzillo e vene rando, che pronunzia un altro e levato discorso. Egli saluta in nome di questa città, gli illustri ospiti e scioglie un inno alla grandezza ed alla bellezza d'lta lia che ebbe il piacere di visitare in epoca remota. Anche il Dr. Cattell è fatto se gno agli applausi fragorosi e spontanei dei presenti e dopo di lui, dietro invito del maestro di cerimonie, sorge a pai-lare il Capitano Zampaglione Quando si alza questa maschia e simpatica figura di saldato che ha partecipato a molte battaglie, facendovi olocausto del suo brac- ciò destro, un senso di viva com mozione pervade tutta l'assem blea e per qualche momento il si lenzio è profondo, quasi religio so, ma poi scoppia un applauso lungo, fragoroso, irrefrenabile e grida di entusiasmi ed evviva si incrociano per qualche minuto. E' una dimostrazione che si im provvisa in onore del nostro glo rioso esercito che va compiendo miracoli di valore e che ha ripe tutamente arginato ed infranto l'impeto delle agguerrite orde nemiche. Il capitano Zampagliene, nel suo discorso pronunciato con fie rezza di milite, vuole stabilire la differenza enorme che passa tra il soldato italiano ed il soldato austro-tedesco, per assodare, col racconto di episodi svoltisi sui campi di battaglia, e dei quali egli stesso dovette essere testimone, come il soldato nostro sia l'e spressione più pura e più schiet ta della gentilezza e del valore, ed il soldato austro-tedesco sia invece l'espressione più genuina e più vera della perfidia e della vigliaccheria. Un manipolo di mille prodi ha l'ordine di impadronirsi a qua lunque costo della vetta del San Michele, formidabilmente difesa la un triplice ordine di trincera menti. E l'esigua schiera balza nnanzi con impeto irresistibile; •aggiunge la meta stabilita, ma nolti dei nostri cadono, che più lon si leveranno e molti altri (iacciono feriti. In mezzo a questi ultimi, stil lando come immondo rettile, in ufficiale austriaco va colpendo i driita c a manca, per finirli con a sua mazza ferrata. Ma un soldato d'ltalia lo adoc chia e, gli si erge dinanzi, in tut a l'imponenza della sua persona, imitandogli in petto la sua pisto a. Allora lo sciacallo assassino, retta l'arma selvaggia e cadendo n ginocchio, implora vigliacca nente che gli si risparmi la vi a. Narra anche di 1111 sergente :he, uscendo dalle trincee per u ìa ricognizione, è colpito da una 'ucilata che gli passa la gola a larte a parte. Il suo capitano nuove per aiutarlo, ma anch'egli :ade con un polmone attraversa- • o, e le ultime parole del prode ergente sono queste: Italia, mio apitano ! Ancora un altro episodio, svol- , osi, quest'ultimo,sul fronte fran ; :ese. I soldati americani tengono ina trincea; assaliti da forze , >reponderanti, son costretti , id evacuarla, ma poscia, ricevuti , rinforzi, contrattaccano e scac- | iano i tedeschi, che nella ritirata i trascinano due prigionieri : un , oldato americano ed un altro di ! >rigine italiana. Per non colpire i ompagni, gli americani cessano , I fuoco, ma i progionieri grida io loro: Sparate, amici, che se iccidete noi, uccidete 'nche i te leschi. Al capitano Zampaglione, lun gamente e calorosamente accia- ' nato, tien dietro il Dr. Bona chi di New York, Segretario del f» legione Romana di America he porta all'Assemblea il saluto lella Legione che egli rappresen a e del suo Presidente Dr. Anto 'o Stella. Parla con entusiasmo ella giovine Istituzione, ne spie di il programma che si prefigge, ;