La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, June 15, 1918, Image 2

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    LA LIBERA PAROLA
(The Free Word)
PUBLISHED EVERY SATURDAY
by
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO
EDITOR-IN-CHIEF
906 Carpenter St. Phila.. Pa.
Bell Phone, Walnut 74-7J
Anno 1. - Giugno 15, 1918 - No. 9
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LA ri UERA PAROLA
motti di spirito
chiacchiere
e freddure
giornalismo
e giornalisti
Pasquale Farina, professore nel
campo dell'arte a 18 anni, in mille oc
casioni, a voce e per iscritto, si era
mostrato nostro amico, entusiasta am
miratore dell'opera nostra; mentre, in
vece, aveva sempre rivelata una pro
nunziata ostilità per il faccendiere co
loniale e, come abbiamo ripetutamen
te detto. Io attaccò in uno ai redattori
dell'Opinione, perfino sulle colonne di
un giornale :i nericano, l'lteni. Noi
dal canto nostro, gli avevamo contro
cambiata l'amicizia e la stima che ap
parentemente egii diceva di profes
sare per noi e ci eravamo mostrati
sempre premurosi di lui, premura sen
tita di cui sono capaci soltanto gli a
nimi sinceri e generosi. Avevamo com
messo qualche indelicatezza, qualche
cattiva azione contro Pasquale Fari
na,, professore nel campo dell'arte a l*
anni, che d'un tratto cotesto signore si
schiera contro di noi, contro la colon in
e rinnega se stesso c viene meno ai
doveri di amico ed a quelli di giorna
lista?
sapremo nel prossimo numero.
fino a quando?
giorni or sono il signor Francesco
l 'aolo Selvaggio avvicinava un Figlio
d'ltalia* cèrto Giovanni l'antaleone, e
tentava <ii convincerlo ad entrare nel
l'Ordine Indipendente. Il Pantaleone
(jii rispose subito che »l- ciò u
vesse fatto avrebbe dovuto uscire dai
l'Ordine regolare. A questa risposta,
tutt'altro che arrendersi, il Selvaggio,
_ .'-'i; di quelli che fra il <<ì ed il no. vor
~ rebbero la fra i due Ordini, tor
na all'assalto e tenta nuovamente di
convincere il signor Pantaleone, di
cendogli che entrando a far parte de
gli Indipendenti poteva benissimo ri
manere anche nell'Ordine dei Figli d'l
talia e che se questo avesse tentato di
danneggiarlo, egli lo avrebbe difeso.
Coloro che hanno delle cause contro
l'Ordine, sanno ora a quale avvocato
rivolgersi con esito garentito!
noi crediamo che non è così che si
potrà mantenere il modus vivendi, dal
momento che dall'altra sponda si ten
ta perfino d'incitare la ribellione di
buoni fratelli contro l'Ordine regolare.
il signor Pantaleone ha avuto la di
sgrazia di perdere sua moglie e la
Commissione del F. U. M. dell'Ordine
degli Figli d'ltalia gli ha subito paga
to il beneficio mortuario in $200.00, ol
tre aSO dollari datigli dalla loggia
Cavallotti della quale è socio. Il signor
Selvaggio che, a quanto si dice, è pre
sidente della Commissione del F. U.
M. dell'Ordine Indipendente può dirci
cor. coscienza se la sua organizzazio
ne paga, e puntualmente e sollecita
mente, tali sussidii ? O non è vero che
nel fondo di cassa degli Indipendenti
vi sono dei vuoti non ancora colmati,
essendo stato il denaro manomesso e
i poveri soci nulla sanno della frode
commessa in loro danno?
d'altra parte non ci fa impressione
l'atteggiamento del Signor Selvaggio,
perchè, da quel brav'uomo che è,
non si è mai rifiutato di essere con dio
e col diavolo.
ricordiamo che egli, in una delle
commemorazioni della Breccia di Por
ta Pia XX Settembre festeggia
ta dalla Società l o Reggimento Arti
glieria della quale era presidente, ve
stito da colonnello di quest'arma, andò
in chiesa per tenere, in qualità di com
pare, un bambino al fonte battesimale.
Del resto, anche il Deputato Supremo
dell'Ordine Indipendente in Pennsyl
vania Cav. Uff. C. C. A. Baldi, si
adatta a tutti i gusti: masso
ne coi massoni, protestante a Mana
yunk e cattolico in bassa città.
morte all'O. F. d'l.
la morte all'Ordine Figli d'ltalia in
America, stando a quanto si dice, sa
rebbe stata decretata dal solito fac
cendiere coloniale. Di candidati al
carica di Grande Venerabile del
l'Ordine Indipendente per lo Stato di
Pennsylvania ve ne sono parecchi, il
faccendiere ha il suo candidato e fin
qui nulla di male. Pare però che egli
vada dicendo che se risulterà il suo
beniamino egli lavorerà a tutt'uorr.o
non solo per l.'incremento degli Indi
pendenti, ma per la morte dei Figli
d'ltalia regolari; altrimenti per l'avve
nire si disinteresserà dei cugini.
ha ragione il faccendiere; forse vuol
vendicarsi della fossa che gli hanno
scavata i figli legittimi.
per gli Agenti
i fratelli Settanni per ogni ordina
zione di latticini per un ammontare di
$69.06 concedono agli agenti, anch'
contro la volontà, un grosso cacioca
vallo di provvigione. Solo che bisognii
esaere accorti, per evitare che il ca
ciocavallo di ben servito non sia di
quelli che fanno correre con la lingui
fuori.
parla il solito soldato
Si pe' un momento solamente fussi
Quello che detta legge aula tera,
Vorebbe fawe vede in che magnerà
Me piacerebbe a sistemà li Russi.
Ma come! - je direbbe - io v*ariduss ;
Libbri sotto 'na libbera bandiera;
E voi continuate a ffà la guera
Fra de vojantri, poveri babbussi!
Lassate fa' che rao* ce penso io;
Sì, io che so er bon Dio de Gujermone
Brutti vassalli ! com'è vero Dio,
Per insegnawe a ffa' sti voltafaccia,
Ve vojo mette er giogo sur groppone
L: feri ar piede e la mordacchia in
(faccia.
LEONE VOLI'HTI l'-
ipocrisia
Una bambina piange dirottamente,
perohè la sua amica Gina parte con
la famiglia, e abbandona la scuola.
Alla Gina, che resta indifferente e
muta, chiede la maestra:
• Etu non sei dolente di lasciarci;
non piangi ?
Signora maestra, non posso pian
gere perchè non ho il fazzoletto.
SANCIO PANZA
il api che ci circonda
ALTRE LETTERE ED ALTRO
DENARO
Continuano a pervenirci, spontanea
mente, richieste di abbonamenti pa
gati anticipatamente e denaro per gli
abbonati già in lista.
Dette richieste sono poi cosi lusin
ghiere per noi, perchè in esse e con es
se si elogia la nostra modesta opera
giornalistica spesa per lo passato
quella che ci ripromettiamo di spen
dere per l'avvenire.
Qui appresso pubblichiamo una lette
ra del Signor M. Commini, il quale
come egli stesso dice, ci ha sempre se
guiti (in dall'epoca del minuscole
"Fra Francesco":
Trenton, N. J., May 18th, 1918
Caro Giuseppe:
Accuso ricezione della tua lettera a
me tanto gradita e perdonami se he
tardato a risponderti.
Circa il tuo giornale, io mi avrei
avuto a male se tu non avessi incluse
il mio nome nella lista degli abbonati
Non appena Marinari mi mostrò la
prima copia io rimasi contento di ri
saperti nel giornalismo attivo. Fin dai
tempi del "Fra Francesco" io ti ho se
guito nella tua carriera giornalistica
ed ho sempre ammirato la tua forte
tempra di nomo retto e i non poeh
sacrifici fatti per il benessere del no
me Italiano e per l'elevamento morale
delle colonie.
Augurando a "La Libera Parola"
più lieti successi, credimi tuo
Michael Commini
P- S. Accluso troverai check pei
l'abbonamento.
* * *
ti Signor F. Fardone del No. 1327
N'o. Wamock St., contento di riveder
ci nel giornalismo, così ci scriveva:
Phila., Pa., 5-20-18
Carissimo G. Di Silvestro,
Un mio caro amico mi disse di ab
bonamii a "La Libera Parola", senza
spiegarmi ehi fosse il neo proprietà
rio. Non avevo denaro, ma mi feri an
ticipare i $2.00 dal mio amico e rimasi
in attesa fino a quando ebbi il prime
numero e rividi voi nuovamente nei
giornalismo.
"La Libera Parola" avrebbe dovute
essere chiamata "Il Libero battaglie
ro", perchè voi lo siete stato sempre
con "La Voce del Popolo" e lo sare
te con quest'altro giornale.
Auguro alla "Libera Parola" che
presto diventi quotidiana per meglie
aprire la strada ai ciechi.
Con affetto vi saluto.
F. Fardone, 1327 N. Warnock St.
# * *
Uno fra i nostri più cari amici che
con noi ha diviso gioie e dolori nelle
lotte combattute, e che è sempre rima
sto al nostro fianco, anche contro la
bufera malefica che qualche volta ha
imperversato, tentando di avvolgerlo
ci manda parole di simpatia che ci
commuovono perchè vengono da ur
jomo sincero e forte nei suoi proposi
ti. Costui è il signor Joseph Mode
stino, il quale scrive così:
"Phila., Pa., 6 Giugno 1918
3t.mo Sig. Giuseppe Di Silvestro,
Compio il sentito dovere di spe
lirti $2.00 per abbonamento alla sim
>atica "Libera Parola".
Ho avuto occasione di leggere tutte
e lettere di simpatia che ti pervengo
-10, per le alte idealità del programma
lei tuo giornale. Anch'io, caro Di Sil
vestro, che ti ho seguito nella burra
scosa vita coloniale, sempre pronto e
sempre colosso nello schiacchiare la
:esta ai disonesti, unisco il mio entu
siastico plauso e goflo nel dirti: final
mente possiamo leggere un giornale.
Esso piace perchè è ricco di tutto,
ila è più specialmente ricercato per
chè tu non indietreggi mai quando si
.ratta di mettere alla gogna i fara
butti, le sanguisughe coloniali.
Contigua, continua la campagna in
:rapresa e sii sicuro che i buoni, i co
ncienti, apprezzando n<; "La Libera
Carola", nel tuo foglio immacolato, la
jalestra delle più nobili idealità, ti
seguiranno dovunque e comunque.
Abbiti i miei più fervidi augurii di
successo economico e soddisfazioni
morali e credimi aff.mo tuo
Joseph Modestino"
* • *
Il signor Giorgio Fiore, importatore
li Scranton, Pa., rimettendoci il costo
ili abbonamento ci augurava successe)
nelle lotte e prosperità finanziaria.
* * «
Il signor Alessandro Villani, pure i<;
occasione della rimessa dell'ammonta
re di abbonamento ci faceva i migliori
augurii di prosperità con lunga vita (
"La Libera Parola".
* « *
Il Prof. Giovanni Gatto di Pitts
burgh ci scriveva laconicamente: "La
Libera Parola" è il giornale che man
cava."
PALESTRA DEL PUBBLICO
A proposito di una polemica
Egregio Sig. Direttore de
"La Libera Parola"
Volete permettermi, oggi che la po
lemica tra 1' "Osservatore" e Padri
Terlizzi sembra chiusa, stando almeni
all'assicurazione di quest'ultimo, d
aggiungere alcune modeste osserva
zioni a guisa di comento ?
Io sono un cattolico sincero e con
vinto, ina ritengo che questa mia fe
de non debba essere cieca, nè debbi
far velo alla mia ragione o in qualsi
voglia modo infirmare la serenità de
mio giudizio. E con questo convinci
mento mi affretto a dire che ho se
guito passo la polemica in pa
rola ed arrossisco nell'essere costret
to a confessare a me stessa, chi
l"'Osservatoro" non sta dalla parti
del torto, ed è tutt'altro che un igno
rante, come è piaciuto a Padre Ter
lizzi di qualificarlo.
E che egli non abbia torto, anche Si
il lettore non sia in grado di valutari
l'importanza e l'acutezza delle sue ar
gomentazioni, lo si può facilmente de
durre dalla soverchia vivacità di lin
guaggio con cui il Padre della Chiesi
del Buon Consiglio risponde all'avver
sa rio.
L' "Osservatore" fa giustamente no
tare che in questi tempi, in cui tutti
l'Europa va a ferro ed a fuoco ed i
vandalismo dei barbari si accanisci
ferocemente contro le più grandiosi
produzioni dell'arte cristiana; in que
sti tempi in cui un'orda immensa, ac
ceeata dal sangue e dalla sete di domi
nio, non rispetta la maestà delle Chie
se e la severità dei conventi, ma
templi distrugge.e contamina le suo
re, è sacrilegio, è delitto, abbandonar
si alle danze, alle feste e a passatelli
pi simili, anche se dati a scopo di be
neficenza, anche se dati per dotare li
scuole, ove si insegna ai bambini i
culto della religione e quello della pa
tria.
E non dovrebbero permettersi nean
che le processioni, e le pratiche religio
se dovrebbero esplicarsi internamen
te nel raccoglimento e nella preghie
ra. Ma il liev. Terlizzi, da napoleta
no qual'è, perde subito le staffe, i
manda, senza tanti complimenti, il po
vero "Osservatore" alla scuola. E si
mile agli antichi che, prima di accin
gersi ad un'impresa, consultavano i
volo degli uccelli, e se questi volavanc
a manca dall'impresa vagheggiata s
astenevano, si affanna a dimostrare
questione molto secondaria e trascura
bile - che di Sante Rite ce n'è una sola
quella di Cascia, ch'è una Santa Ago
stiniana e che si venera tanto nelln
Chiesa di Broad St., che in quella de
Buon Consiglio.
Piuttosto, invece di chiudersi in ur
altezzoso silenzio e dire che i preti
delle loro risorse, debbono render con
to solo ai fedeli, rendiconto di cui nor
si è parlato giammai, avrebbe fatti
bene a spalancare sotto il muso del
1' "Osservatore" i registri della sur
Chiesa, perchè io ritengo che le Chiese
Cattoliche e le case annesse dei sa
cerdoti che le amministrano, dovrei)
bero essere del 'cristallo più puro e più
terso, in guisa che nulla di misterio
so vi si dovesse svolgere.
Allora si che 1 "Osservatore" sa
rebbe stato ridotto al silenzio ed i
Kev. Terlizzi avrebbe acquistato il me
rito di avere infranta un'arma che ve
niva brandita da un avversario delle
nostra religione.
Mentre invece, cosi come la polemi
ca si è svolta, è apparso chiaro al giù
dizio del pubblico, anche a quello de
cattolici, sempre paternamente indul
genti alle umane debolezze dei Mi
nistri di Dio. che Padre Terlizzi. mal
grado la sua dottrina, e la sua abili
tà, malgrado i lenocini della sua arte
non sapeva che pesci pigliare e pei
uscire dal ginepraio ove si era impru
dentemente cacciato, ha dovuti ricor
rerc al pretesto di non voler rispon
dere oltre agli anonimi cavalieri er
ranti (?).
Che soddisfazione immensa per no
se i Ministri della nostra religione, po
tessero dimostrare, a luce meridiana
a miscredenti ed a credenti, che di tut
te le entrate di '.ma Chiesa, detratte li
spese necessarie per la medesima, de
tratto un ragionevole compenso pei
essi che pure han diritto alla vita ei
al premio delle loro fatiche, il rima
nente venisse per davvero dedicato ai
opere sociali!
Questo converrebbe fare, altro che
mettere sotto gli occhi dell'"Ossemi
tore" il libro di Luigi Vii lari, dopo a
vergli contestato qualsiasi diritto i
ficcare il naso nelle cose della Chiesa
Sono un cattolico sincero e convinto
ma ad ogni passo sento che il r
mi attanaglia e la mia fede, che è ber
salda, vacilla; ma se riesco sempre a
vincere la tentazione, non è certo l'e
sempio dei preti e dei falsi cattolici
a ricondurmi sul retto sentiero.
Perdonate, signor Direttore, il mie
sfogo troppo a lungo contenuto e co
proposito di tornare ancora una volta
su questo argomento, credetemi de
votissimo
l'rancescantonio Busoni
» * *
Osservazioni serene
i.
Avevo notato, a volte con interesse
ed a,volte con disgusto, ma sempre do
distanza, i movimenti e le contorsioni
le piccinerie e le lotte di questa nostra
comunità, che per antico errore mal si
appella Colonia Italiana. Avevo segui
to con attenzione lo sviluppo dell'Or
dine dei Figli d'ltalia in questa città
al quale fin dalle prime si erano de
dicati uomini attivi della mia chiesa,
ma ero rimasto ancora estraneo ad es
so. Infine, or compie un anno e mezzo
mi ascrissi alle sue file per meglio co
noscere i bisogni e l'anima del nostro
popolo, condividerne le idealità buone
gli sforzi a. gli elanci verso yn avveni
re più elevato e nobile. M'avvidi subi
to che avrei dovuto entrar prima, ma
godetti d'esservi entrato dopo.
Qual'è la mia esperienza, le mie im
pressioni e le mie conclusioni giuste c
pensate dopo questo periodo di tem
po? Rispondo accennando di volo sole
a quanto merita attenzione e lode f
tacendo dei mali, che molti amici r
nemici lamentano e degli errori che è
d'uopo correggere. Sarebbe facile per
me sferzare e demolire, ma questo
potrei farlo solo, se dovessi io rico
struire. Il mio compito è di costruire.
B poi, perchè non presentare ed accen
LA LIBERA PAROLA
tunre la parte maggiore, perchè il
male, che vi è la minore possa esse
re sopraffatto e quasi sparire? So
bene che qui sono di contrario parere
coloro che sono saturi di odio perso
nale e nascondono desiderii insoddi
sfatti, ma costoro sappiano che io
quantunque conosco ed amo gl'impul
si di una giusta e potente ribellione,
quando ne sorge il bisogno, tuttavia
amo di solito le vie della pace e del
l'amore.
LA MIA ESPERIENZA E LE MIE
IMPRESSIONI NELL'ORDINE
FIGLI D'ITALIA
Quest'Ordine non è soltanto nell'ora
attuale una potenza numerica, ma an
che una potenza morale.
Pochi anni fa non erano possibili
tra noi, dimostrazioni serie e solidali
dei nostri diritti, proteste energiche ed
eftìcaci contro i mali politici e locali,
unioni imponenti e compatte per il
miglioramento dei nostri emigrati e
per ottenere il rispetto che ci è dovu
to. Oggi invece tutto ciò è possibile.
Fate muovere tutto l'Ordine, qi està
massa disciplinata e voi vedrete Esul
tati incredibili. Questo mirabile Paese,
dove viviamo, è mosso da associazioni
poderose, da istituzioni colossali, cioè
da forze numeriche e morali. E noi
abbiamo oggi un'Associazione, che
va sempre più crescendo e che può di
ventare formidabile per il suo peso
nelle cose pubbliche. Potrà divenire
un'enorme leva politica per farci otte
nere quelle guarentigie che indarno in
vochiamo oggidì, per l elevazione delle
nostre masse nell'opinione del pubbli
co americano e così via.
Il tutto dipende dalla saviezza di co
loro che sono alla direzione e dalla
persuasione di coloro che ancora >l. 1 -
fidano e criticano, ma non contribui
scono in alcun modo al miglioramento
della situazione. Quelli che sono nel
l'Ordine ma che ncm prendono parto
attiva in esso, quelli che guardano da
lungi e sghignazano goffamente sono
degni di disprezzo. Se essi venissero,
smettendo gli'scopi egoistici, e procu
rassero di cooperare al bene comune;
se sapessero dare al povero operaio,
spesso ribelle per giusti motivi, dire
zioni più savie; se con la loro energia
ed attività volessero correggere ed
incoraggiare, unire gli elementi di
scordi e cementare le linee del bene e
del progresso comune, noi saremmo
più innanzi in ogni cosa e più soddi
sfatti di noi stessi ed avremmo meno
da discreditare e più ila lodare.
L'ORDINE E' I NA FORZA UNIFI
CANTE ED EDUCATIVA
E' una forza unificante. Elementi
disparati e diversi si uniscono e con
tribuiscono al benessere di tutti. L'e
goismo, che sta in fondo a tutto e che
è il piedistallo, su cui s'eleva la pira
mide sociale, l'egoismo, che è una vio
lazione, una lacerazione dell'unità u
mana ed una ribellione al pensiero di
Dio, come scrisse un pensatore, non si
elimina del tutto, ma in mille modi si
attenua e s'indebolisce. Molti che vi
vevano separati, si avvicinano; le e
nergie assopite i svegliano; gli animi
si stringono; si costituiscono amicizie
e vivono insieme mille' passioni e mil
le desiderii. In questo giglio bianco e
propriamente in fondo al suo calice
profumato non manca il moscone bru
no. ma dove non sono macchie, se ve
ne sono state scoperte fin nel sole?
E' UNA FORZA EDUCATIVA. CHE
DISTRUGGE IL PREGII DIZIO E
LA GRETTEZZA DI MENTE
L'ltaliano delia campagna e della
città, questa mussa promiscua è piena
d'infiniti pregiudizi. E l'Ordine inse
gna a tutti la tolleranza ed il rispet
to. Le differenze di partiti e di reli
gione, le tendenze e le opinioni d'ogni '
sorta sono sotto lo stesso tetto. Il c
contadino ed il popolano che parlano il :
dialetto delle loro province, ruvido ed I
arruffato, l'ateo ed il credente, il san- <
tocchio e l'indifferente, il repubblica- 1
no ed il democratico, il dottore e J'ar- <
tigiano ciarliero e scomposto, il prete ]
romano ed il rappresentante di altre i
chiese o sette, tutti s'incontrano nel- <
l'Ordine, tutti imparano a conoscersi, i
a rispettarsi e ad amarsi, perchè l'Or- 1
dine rappresenta la comunità e quindi I
accoglie tutti; perchè l'Ordine naviga I
fuori la sfera, dove cozzano idee e
credi, partiti e regionalismo. I nomi <
delle singole logge rappresentano tut- 1
te le regioni d'ltalia, tutti i partiti, i
quasi tutte le parti dello scibile urna- <
no e tutte le tendenze religiose. Con
tanta varietà nella mente e nel cuore
dei membri particolari dall'Ordine, :
tutti possono marciare sotto la stessa i
insegna, come un esercito, tutti pos- i
sono lavorare l'un presso dell'altro per
il conseguimento di un maggiore bene
comune, di uno scopo sociale e frater
no.
Di qui vorrei che apprendessero una
lezione, che è molto urgente, quei che i
si mettono a capo d'iniziative pubbli- <
che e parlano ed operano a nome del
l'intera comunità. Essi o si restrin
gono a certa classe di gente, come I <
denarosi onesti o disonesti, volgari od
educati, e mettono da canto i profes- ■
sionisti e gl'intelligenti, ovvero si ap
pigliano ad altri espedienti che rive
lano ipocrisia sfrontata, vedute gret
te e pregiudizi disonorevoli.
In recenti occasioni si è avuto paura
di mettere insieme tutti i vari elemen
ti della comunità e tutti i rappresen
tanti delle diverse Chiese.
E' bene che si sappia che l'uso della
preghiera nelle adunanze pubbliche
non è un uso della Chiesa romana, ma
delle chiese libere. Fra gl'italiani io
per il primo introdussi quest'uso ed
allora chiesi che fosse scelto a prega
re un prete romano, al fianco del quale
io sedetti e col quale ebbi a conversa
re piacevolmente.
Si dirà che gl'ltaliani sono cattolici.
Io rispondo che i cattolici praticanti
sono non più del sei o sette per cento
e che il rimanente è composto di mi
scredenti, di atei pratici e d'indiffe
renti, i quali, ritenendo ancora qualche
infarinatura di religione, certo non
credono agli Unti di Dio. Tra costoro
non mancano gli opportunisti stoma
chevoli ed ipocriti della peggiore ge- j
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JERRY BARBAR & Co
SARTORIA DI la. CLASSE
Il più' grande stabilimento in Uniontown per pulire e stirare abiti
14 E. Maln St., Exchange Htoel Bldg - 59 Morgantown St., Uniontown, Pa.
nia. Essi sono atei con gli atei, eralen
ti coi credenti; oggi difendono un cre
do e domani un altro, oggi leccapreti
e domani mangiapreti, secondo che
spira il vento degli altari.
Potrei mettere fuori i nomi di alcu
ni membri dei vari comitati per le di
verse occorrenze di pubblico interesse,
ma a me non piace di essere persona
le. Intelligenti pauca.
Sappiano tutti i dirigenti e magna- <
ti del popolo che io spiego la mia at
tività religiosa nella propria sfera •'
che oltre ad essere un ministro -lella
Chiesa d'America sono un Italiano,
che amo gli italiani; ed un cittadino
j che desidera di compiere i propri do
veri. Tali sono i rappresentanti ii al
tre chiese, le quali contano varie rii
gliaia di fedeli devoti e fermi, che non
hanno mai rinunziato al diritto di es
sere rappresentati dai loro ministri e
pastori.
Le mie conclusioni ad altro tempo.
Uev. T. E. della Cioppa.
APPUNTI SPUNTI
I,A LEALTÀ DEI TEDESC HI NA
TURALIZZATI
Se a ciò che stampano i giornali si
deve prestar fede, il telegramma di
domenica scorsa, proveniente la At
lantic City, è molto sensazionali». Ivi
venne tratto in arresto un certo Fritz '
Flage, tedesco naturalizzato, che pare
faccia parte di una banda di spioni in
caricati dalla Germania di fare segna
lazioni ai sottomarini tedeschi, indi
cando loro la partenza ili navi non ar
mate, dai porti di New York.
Una perquisizione in casa di questo
fedele cittadino ha dato buoni risulta
ti: in una delle sue stanze si rinven
nero carte topografiche, rilievi e schiz
zi di ogni porto lungo la costa tra il
Virginia, ed il Massachusset, ed inol
tre egli portava un fazzoletto di seta,
nel mezzo del quale era l'abbozzo del
più recente fucile americano con tutte
le sue parti accuratamente disegnate
ed indicate in ted.esco, mentre sul bor
do a righe rosse e nere vi erano altre
indicazioni scritte pure in tedesco.
Crimine ah uno, disce omnes. Quan
do scrivemmo l'articolo: Pericolosa il
lusione che vide la luce la scor
sa settimana, sulle colonne di que
sto giornale, non eravamo in er
rore e sarebbe tempo che cominciasse
ro a funzionare quei famosi lampioni
di cui tenne parola al Kaiser l'ex Am
basciatore americano a Berlino.
LE SCAPPATE DEI, PHOTO
I,' Opinione del 9 giugno portava un
articolo del Professor Francesco Cu
bicciotti, che illustrava le mene dei so
cialisti tedeschi ed austriaci, complici
coscienti e necessari del militarismo
prussiano, i quali anche oggi continua
no nel tentativo di ingannare i com- ;
pagni e i proletari di altri paesi, dan
do ad intendere che essi ostacolano
qualunque sogno di egemonia e di
grandezza e che sono instancabili so
stenitori di una pace ragionevole ed
equa, senza indennità e senza annes
sioni.
Lessi e rilessi attentamente l'artico
lo del Professor Cubicciotti, poiché in
verità ne valeva la pena, ma, confes
so la mia ignoranza e la mia ottusità,
nulla vi rinvenni che ne giustificasse il
titolo: Arti obsolete della Kultur.
In verità la guerra ad oltranza si
impone oggi più che mai e le nazioni
dell'lntesa non dovranno deporre le
armi se non quando avranno prostra
to nella polvere l'idra velenosa tede
sca; se no chi salverà i nostri figliuoli
dai duri ceppi della kultur e delle sue
arti obsolete?
ESISTE OVVERO NON?
Poco tempo addietro, all'epoca della
spettacolosa parata del 3rd Liberty
Hond, quando un gruppo di "Figli d'l
talia" aveva relegato Baldi al posto
dovutogli, alla testa cioè dei pochi suoi
stallieri e dei pochissimi codini, al
lora apprendemmo, per bocca stessa
del Cav. C. C. A. Baldi che la famosa
Federazione delle Società Italiane non
esisteva. Oggi, invece, a distanza di
poco più di un mese, veniamo infor
mati dall'Opinione, che essa esiste,
che tiene le sue sedute ordinarie e che
anzi recentemente si arricchiva di
nuovo elemento: quattro illustri igno
ti, una Società e la Loggia "Roma In-1
tangibile" degli Indipendenti.
Peregrino e saggio provvedimento
questo, degli ineffabili cugini! Noi
forse non vi saremmo arrivati poiché
avremmo ritenuto e tuttora riteniamo
che l'Ordine costituisca di pei sè una
Federazione genuina. Mquefi'altra
Federazione, quella che appare o
scompare, a seconda che faccia piog
gia o bel tempo, celebrò il 6 giugno il
quattordicesimo anniversario di sua
fondazione.
Il clou della cerimonia .fu costituito
dal discorso del molto illustre Cav.
Nardi, il quale, in una Federazione di
Società Italiane, entra come i cavoli a
merenda, ma vi deve pure entrare, poi- !
che il Governo della nostra patria, per
ragioni che sfuggono al nostro esa
me, ha imposto anche a lui il fardello
di una croce.
Ed il Cav. E. V. H. Nardi, nel tessere,
come è 6uo dovere, le più sperticate
lodi al suo superiore (superiore perchè
C. C. A. Baldi è cavaliere ufficiale ed ■
aspirante commendatore) esponendo
l'incremento della onorata Società, lo
insulta quando., usando i nostri stessi
aggettivi, lo chiama mestatore colo
niale.
Infatti, cotesto signor Nardi sa an
ch'egli che i mestatori sono coloro i
quali, ignoranti di quattro cotte, am
biziosi e cavalieri di grazia,
vogliono vedere i propri no
mi dovunque, su tutti i cartelloni-re
clame dei saltibanchi, per far credere
all'elemento americano che senza di
ossi non si muove dito. Ed il signor
Nardi è già convinto che ceite figure,
dalla storia losca, sono già destituite
di ogni autenticità morale fra l'ele
mento straniero e quello natsino.
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