LA LIBERA PAROLA (The Free Word) PUBLISHED EVERY SATURDAY by A. GIUSEPPE DI SILVESTRO EDITOR-IN-CHIEF 906 Carpenter St. Phila.. Pa. Bell Phone, Walnut 74-7J Anno 1. - Giugno 15, 1918 - No. 9 SUBSCRI PTION One yiur, in advance . . $ 2.00 Snt mon'hs ~ ~ 1.25 Single copy „ 0.03 ADVERTISING RATE S per inscrtlon Display ict. per inch,singlecolumnso.7s Politicai notices " " " 1.00 Amusements " " " 0.75 p» c- r mofitH Display adt. p«.r inch, single column 52.00 Politicai ncticcs " " 3.00 Amusements " " " 2.00 Re&ding matter per Une of 13 ems O.li up type paid «eparately AH payments must bc made io LA ri UERA PAROLA motti di spirito chiacchiere e freddure giornalismo e giornalisti Pasquale Farina, professore nel campo dell'arte a 18 anni, in mille oc casioni, a voce e per iscritto, si era mostrato nostro amico, entusiasta am miratore dell'opera nostra; mentre, in vece, aveva sempre rivelata una pro nunziata ostilità per il faccendiere co loniale e, come abbiamo ripetutamen te detto. Io attaccò in uno ai redattori dell'Opinione, perfino sulle colonne di un giornale :i nericano, l'lteni. Noi dal canto nostro, gli avevamo contro cambiata l'amicizia e la stima che ap parentemente egii diceva di profes sare per noi e ci eravamo mostrati sempre premurosi di lui, premura sen tita di cui sono capaci soltanto gli a nimi sinceri e generosi. Avevamo com messo qualche indelicatezza, qualche cattiva azione contro Pasquale Fari na,, professore nel campo dell'arte a l* anni, che d'un tratto cotesto signore si schiera contro di noi, contro la colon in e rinnega se stesso c viene meno ai doveri di amico ed a quelli di giorna lista? sapremo nel prossimo numero. fino a quando? giorni or sono il signor Francesco l 'aolo Selvaggio avvicinava un Figlio d'ltalia* cèrto Giovanni l'antaleone, e tentava atica "Libera Parola". Ho avuto occasione di leggere tutte e lettere di simpatia che ti pervengo -10, per le alte idealità del programma lei tuo giornale. Anch'io, caro Di Sil vestro, che ti ho seguito nella burra scosa vita coloniale, sempre pronto e sempre colosso nello schiacchiare la :esta ai disonesti, unisco il mio entu siastico plauso e goflo nel dirti: final mente possiamo leggere un giornale. Esso piace perchè è ricco di tutto, ila è più specialmente ricercato per chè tu non indietreggi mai quando si .ratta di mettere alla gogna i fara butti, le sanguisughe coloniali. Contigua, continua la campagna in :rapresa e sii sicuro che i buoni, i co ncienti, apprezzando n<; "La Libera Carola", nel tuo foglio immacolato, la jalestra delle più nobili idealità, ti seguiranno dovunque e comunque. Abbiti i miei più fervidi augurii di successo economico e soddisfazioni morali e credimi aff.mo tuo Joseph Modestino" * • * Il signor Giorgio Fiore, importatore li Scranton, Pa., rimettendoci il costo ili abbonamento ci augurava successe) nelle lotte e prosperità finanziaria. * * « Il signor Alessandro Villani, pure i<; occasione della rimessa dell'ammonta re di abbonamento ci faceva i migliori augurii di prosperità con lunga vita ( "La Libera Parola". * « * Il Prof. Giovanni Gatto di Pitts burgh ci scriveva laconicamente: "La Libera Parola" è il giornale che man cava." PALESTRA DEL PUBBLICO A proposito di una polemica Egregio Sig. Direttore de "La Libera Parola" Volete permettermi, oggi che la po lemica tra 1' "Osservatore" e Padri Terlizzi sembra chiusa, stando almeni all'assicurazione di quest'ultimo, d aggiungere alcune modeste osserva zioni a guisa di comento ? Io sono un cattolico sincero e con vinto, ina ritengo che questa mia fe de non debba essere cieca, nè debbi far velo alla mia ragione o in qualsi voglia modo infirmare la serenità de mio giudizio. E con questo convinci mento mi affretto a dire che ho se guito passo la polemica in pa rola ed arrossisco nell'essere costret to a confessare a me stessa, chi l"'Osservatoro" non sta dalla parti del torto, ed è tutt'altro che un igno rante, come è piaciuto a Padre Ter lizzi di qualificarlo. E che egli non abbia torto, anche Si il lettore non sia in grado di valutari l'importanza e l'acutezza delle sue ar gomentazioni, lo si può facilmente de durre dalla soverchia vivacità di lin guaggio con cui il Padre della Chiesi del Buon Consiglio risponde all'avver sa rio. L' "Osservatore" fa giustamente no tare che in questi tempi, in cui tutti l'Europa va a ferro ed a fuoco ed i vandalismo dei barbari si accanisci ferocemente contro le più grandiosi produzioni dell'arte cristiana; in que sti tempi in cui un'orda immensa, ac ceeata dal sangue e dalla sete di domi nio, non rispetta la maestà delle Chie se e la severità dei conventi, ma templi distrugge.e contamina le suo re, è sacrilegio, è delitto, abbandonar si alle danze, alle feste e a passatelli pi simili, anche se dati a scopo di be neficenza, anche se dati per dotare li scuole, ove si insegna ai bambini i culto della religione e quello della pa tria. E non dovrebbero permettersi nean che le processioni, e le pratiche religio se dovrebbero esplicarsi internamen te nel raccoglimento e nella preghie ra. Ma il liev. Terlizzi, da napoleta no qual'è, perde subito le staffe, i manda, senza tanti complimenti, il po vero "Osservatore" alla scuola. E si mile agli antichi che, prima di accin gersi ad un'impresa, consultavano i volo degli uccelli, e se questi volavanc a manca dall'impresa vagheggiata s astenevano, si affanna a dimostrare questione molto secondaria e trascura bile - che di Sante Rite ce n'è una sola quella di Cascia, ch'è una Santa Ago stiniana e che si venera tanto nelln Chiesa di Broad St., che in quella de Buon Consiglio. Piuttosto, invece di chiudersi in ur altezzoso silenzio e dire che i preti delle loro risorse, debbono render con to solo ai fedeli, rendiconto di cui nor si è parlato giammai, avrebbe fatti bene a spalancare sotto il muso del 1' "Osservatore" i registri della sur Chiesa, perchè io ritengo che le Chiese Cattoliche e le case annesse dei sa cerdoti che le amministrano, dovrei) bero essere del 'cristallo più puro e più terso, in guisa che nulla di misterio so vi si dovesse svolgere. Allora si che 1 "Osservatore" sa rebbe stato ridotto al silenzio ed i Kev. Terlizzi avrebbe acquistato il me rito di avere infranta un'arma che ve niva brandita da un avversario delle nostra religione. Mentre invece, cosi come la polemi ca si è svolta, è apparso chiaro al giù dizio del pubblico, anche a quello de cattolici, sempre paternamente indul genti alle umane debolezze dei Mi nistri di Dio. che Padre Terlizzi. mal grado la sua dottrina, e la sua abili tà, malgrado i lenocini della sua arte non sapeva che pesci pigliare e pei uscire dal ginepraio ove si era impru dentemente cacciato, ha dovuti ricor rerc al pretesto di non voler rispon dere oltre agli anonimi cavalieri er ranti (?). Che soddisfazione immensa per no se i Ministri della nostra religione, po tessero dimostrare, a luce meridiana a miscredenti ed a credenti, che di tut te le entrate di '.ma Chiesa, detratte li spese necessarie per la medesima, de tratto un ragionevole compenso pei essi che pure han diritto alla vita ei al premio delle loro fatiche, il rima nente venisse per davvero dedicato ai opere sociali! Questo converrebbe fare, altro che mettere sotto gli occhi dell'"Ossemi tore" il libro di Luigi Vii lari, dopo a vergli contestato qualsiasi diritto i ficcare il naso nelle cose della Chiesa Sono un cattolico sincero e convinto ma ad ogni passo sento che il r mi attanaglia e la mia fede, che è ber salda, vacilla; ma se riesco sempre a vincere la tentazione, non è certo l'e sempio dei preti e dei falsi cattolici a ricondurmi sul retto sentiero. Perdonate, signor Direttore, il mie sfogo troppo a lungo contenuto e co proposito di tornare ancora una volta su questo argomento, credetemi de votissimo l'rancescantonio Busoni » * * Osservazioni serene i. Avevo notato, a volte con interesse ed a,volte con disgusto, ma sempre do distanza, i movimenti e le contorsioni le piccinerie e le lotte di questa nostra comunità, che per antico errore mal si appella Colonia Italiana. Avevo segui to con attenzione lo sviluppo dell'Or dine dei Figli d'ltalia in questa città al quale fin dalle prime si erano de dicati uomini attivi della mia chiesa, ma ero rimasto ancora estraneo ad es so. Infine, or compie un anno e mezzo mi ascrissi alle sue file per meglio co noscere i bisogni e l'anima del nostro popolo, condividerne le idealità buone gli sforzi a. gli elanci verso yn avveni re più elevato e nobile. M'avvidi subi to che avrei dovuto entrar prima, ma godetti d'esservi entrato dopo. Qual'è la mia esperienza, le mie im pressioni e le mie conclusioni giuste c pensate dopo questo periodo di tem po? Rispondo accennando di volo sole a quanto merita attenzione e lode f tacendo dei mali, che molti amici r nemici lamentano e degli errori che è d'uopo correggere. Sarebbe facile per me sferzare e demolire, ma questo potrei farlo solo, se dovessi io rico struire. Il mio compito è di costruire. B poi, perchè non presentare ed accen LA LIBERA PAROLA tunre la parte maggiore, perchè il male, che vi è la minore possa esse re sopraffatto e quasi sparire? So bene che qui sono di contrario parere coloro che sono saturi di odio perso nale e nascondono desiderii insoddi sfatti, ma costoro sappiano che io quantunque conosco ed amo gl'impul si di una giusta e potente ribellione, quando ne sorge il bisogno, tuttavia amo di solito le vie della pace e del l'amore. LA MIA ESPERIENZA E LE MIE IMPRESSIONI NELL'ORDINE FIGLI D'ITALIA Quest'Ordine non è soltanto nell'ora attuale una potenza numerica, ma an che una potenza morale. Pochi anni fa non erano possibili tra noi, dimostrazioni serie e solidali dei nostri diritti, proteste energiche ed eftìcaci contro i mali politici e locali, unioni imponenti e compatte per il miglioramento dei nostri emigrati e per ottenere il rispetto che ci è dovu to. Oggi invece tutto ciò è possibile. Fate muovere tutto l'Ordine, qi està massa disciplinata e voi vedrete Esul tati incredibili. Questo mirabile Paese, dove viviamo, è mosso da associazioni poderose, da istituzioni colossali, cioè da forze numeriche e morali. E noi abbiamo oggi un'Associazione, che va sempre più crescendo e che può di ventare formidabile per il suo peso nelle cose pubbliche. Potrà divenire un'enorme leva politica per farci otte nere quelle guarentigie che indarno in vochiamo oggidì, per l elevazione delle nostre masse nell'opinione del pubbli co americano e così via. Il tutto dipende dalla saviezza di co loro che sono alla direzione e dalla persuasione di coloro che ancora >l. 1 - fidano e criticano, ma non contribui scono in alcun modo al miglioramento della situazione. Quelli che sono nel l'Ordine ma che ncm prendono parto attiva in esso, quelli che guardano da lungi e sghignazano goffamente sono degni di disprezzo. Se essi venissero, smettendo gli'scopi egoistici, e procu rassero di cooperare al bene comune; se sapessero dare al povero operaio, spesso ribelle per giusti motivi, dire zioni più savie; se con la loro energia ed attività volessero correggere ed incoraggiare, unire gli elementi di scordi e cementare le linee del bene e del progresso comune, noi saremmo più innanzi in ogni cosa e più soddi sfatti di noi stessi ed avremmo meno da discreditare e più ila lodare. L'ORDINE E' I NA FORZA UNIFI CANTE ED EDUCATIVA E' una forza unificante. Elementi disparati e diversi si uniscono e con tribuiscono al benessere di tutti. L'e goismo, che sta in fondo a tutto e che è il piedistallo, su cui s'eleva la pira mide sociale, l'egoismo, che è una vio lazione, una lacerazione dell'unità u mana ed una ribellione al pensiero di Dio, come scrisse un pensatore, non si elimina del tutto, ma in mille modi si attenua e s'indebolisce. Molti che vi vevano separati, si avvicinano; le e nergie assopite i svegliano; gli animi si stringono; si costituiscono amicizie e vivono insieme mille' passioni e mil le desiderii. In questo giglio bianco e propriamente in fondo al suo calice profumato non manca il moscone bru no. ma dove non sono macchie, se ve ne sono state scoperte fin nel sole? E' UNA FORZA EDUCATIVA. CHE DISTRUGGE IL PREGII DIZIO E LA GRETTEZZA DI MENTE L'ltaliano delia campagna e della città, questa mussa promiscua è piena d'infiniti pregiudizi. E l'Ordine inse gna a tutti la tolleranza ed il rispet to. Le differenze di partiti e di reli gione, le tendenze e le opinioni d'ogni ' sorta sono sotto lo stesso tetto. Il c contadino ed il popolano che parlano il : dialetto delle loro province, ruvido ed I arruffato, l'ateo ed il credente, il san- < tocchio e l'indifferente, il repubblica- 1 no ed il democratico, il dottore e J'ar- < tigiano ciarliero e scomposto, il prete ] romano ed il rappresentante di altre i chiese o sette, tutti s'incontrano nel- < l'Ordine, tutti imparano a conoscersi, i a rispettarsi e ad amarsi, perchè l'Or- 1 dine rappresenta la comunità e quindi I accoglie tutti; perchè l'Ordine naviga I fuori la sfera, dove cozzano idee e credi, partiti e regionalismo. I nomi < delle singole logge rappresentano tut- 1 te le regioni d'ltalia, tutti i partiti, i quasi tutte le parti dello scibile urna- < no e tutte le tendenze religiose. Con tanta varietà nella mente e nel cuore dei membri particolari dall'Ordine, : tutti possono marciare sotto la stessa i insegna, come un esercito, tutti pos- i sono lavorare l'un presso dell'altro per il conseguimento di un maggiore bene comune, di uno scopo sociale e frater no. Di qui vorrei che apprendessero una lezione, che è molto urgente, quei che i si mettono a capo d'iniziative pubbli- < che e parlano ed operano a nome del l'intera comunità. Essi o si restrin gono a certa classe di gente, come I < denarosi onesti o disonesti, volgari od educati, e mettono da canto i profes- ■ sionisti e gl'intelligenti, ovvero si ap pigliano ad altri espedienti che rive lano ipocrisia sfrontata, vedute gret te e pregiudizi disonorevoli. In recenti occasioni si è avuto paura di mettere insieme tutti i vari elemen ti della comunità e tutti i rappresen tanti delle diverse Chiese. E' bene che si sappia che l'uso della preghiera nelle adunanze pubbliche non è un uso della Chiesa romana, ma delle chiese libere. Fra gl'italiani io per il primo introdussi quest'uso ed allora chiesi che fosse scelto a prega re un prete romano, al fianco del quale io sedetti e col quale ebbi a conversa re piacevolmente. Si dirà che gl'ltaliani sono cattolici. Io rispondo che i cattolici praticanti sono non più del sei o sette per cento e che il rimanente è composto di mi scredenti, di atei pratici e d'indiffe renti, i quali, ritenendo ancora qualche infarinatura di religione, certo non credono agli Unti di Dio. Tra costoro non mancano gli opportunisti stoma chevoli ed ipocriti della peggiore ge- j JERRY BARBAR, Pres. CH A SSA NTORE, Treas, JERRY BARBAR & Co SARTORIA DI la. CLASSE Il più' grande stabilimento in Uniontown per pulire e stirare abiti 14 E. Maln St., Exchange Htoel Bldg - 59 Morgantown St., Uniontown, Pa. nia. Essi sono atei con gli atei, eralen ti coi credenti; oggi difendono un cre do e domani un altro, oggi leccapreti e domani mangiapreti, secondo che spira il vento degli altari. Potrei mettere fuori i nomi di alcu ni membri dei vari comitati per le di verse occorrenze di pubblico interesse, ma a me non piace di essere persona le. Intelligenti pauca. Sappiano tutti i dirigenti e magna- < ti del popolo che io spiego la mia at tività religiosa nella propria sfera •' che oltre ad essere un ministro -lella Chiesa d'America sono un Italiano, che amo gli italiani; ed un cittadino j che desidera di compiere i propri do veri. Tali sono i rappresentanti ii al tre chiese, le quali contano varie rii gliaia di fedeli devoti e fermi, che non hanno mai rinunziato al diritto di es sere rappresentati dai loro ministri e pastori. Le mie conclusioni ad altro tempo. Uev. T. E. della Cioppa. APPUNTI SPUNTI I,A LEALTÀ DEI TEDESC HI NA TURALIZZATI Se a ciò che stampano i giornali si deve prestar fede, il telegramma di domenica scorsa, proveniente la At lantic City, è molto sensazionali». Ivi venne tratto in arresto un certo Fritz ' Flage, tedesco naturalizzato, che pare faccia parte di una banda di spioni in caricati dalla Germania di fare segna lazioni ai sottomarini tedeschi, indi cando loro la partenza ili navi non ar mate, dai porti di New York. Una perquisizione in casa di questo fedele cittadino ha dato buoni risulta ti: in una delle sue stanze si rinven nero carte topografiche, rilievi e schiz zi di ogni porto lungo la costa tra il Virginia, ed il Massachusset, ed inol tre egli portava un fazzoletto di seta, nel mezzo del quale era l'abbozzo del più recente fucile americano con tutte le sue parti accuratamente disegnate ed indicate in ted.esco, mentre sul bor do a righe rosse e nere vi erano altre indicazioni scritte pure in tedesco. Crimine ah uno, disce omnes. Quan do scrivemmo l'articolo: Pericolosa il lusione che vide la luce la scor sa settimana, sulle colonne di que sto giornale, non eravamo in er rore e sarebbe tempo che cominciasse ro a funzionare quei famosi lampioni di cui tenne parola al Kaiser l'ex Am basciatore americano a Berlino. LE SCAPPATE DEI, PHOTO I,' Opinione del 9 giugno portava un articolo del Professor Francesco Cu bicciotti, che illustrava le mene dei so cialisti tedeschi ed austriaci, complici coscienti e necessari del militarismo prussiano, i quali anche oggi continua no nel tentativo di ingannare i com- ; pagni e i proletari di altri paesi, dan do ad intendere che essi ostacolano qualunque sogno di egemonia e di grandezza e che sono instancabili so stenitori di una pace ragionevole ed equa, senza indennità e senza annes sioni. Lessi e rilessi attentamente l'artico lo del Professor Cubicciotti, poiché in verità ne valeva la pena, ma, confes so la mia ignoranza e la mia ottusità, nulla vi rinvenni che ne giustificasse il titolo: Arti obsolete della Kultur. In verità la guerra ad oltranza si impone oggi più che mai e le nazioni dell'lntesa non dovranno deporre le armi se non quando avranno prostra to nella polvere l'idra velenosa tede sca; se no chi salverà i nostri figliuoli dai duri ceppi della kultur e delle sue arti obsolete? ESISTE OVVERO NON? Poco tempo addietro, all'epoca della spettacolosa parata del 3rd Liberty Hond, quando un gruppo di "Figli d'l talia" aveva relegato Baldi al posto dovutogli, alla testa cioè dei pochi suoi stallieri e dei pochissimi codini, al lora apprendemmo, per bocca stessa del Cav. C. C. A. Baldi che la famosa Federazione delle Società Italiane non esisteva. Oggi, invece, a distanza di poco più di un mese, veniamo infor mati dall'Opinione, che essa esiste, che tiene le sue sedute ordinarie e che anzi recentemente si arricchiva di nuovo elemento: quattro illustri igno ti, una Società e la Loggia "Roma In-1 tangibile" degli Indipendenti. Peregrino e saggio provvedimento questo, degli ineffabili cugini! Noi forse non vi saremmo arrivati poiché avremmo ritenuto e tuttora riteniamo che l'Ordine costituisca di pei sè una Federazione genuina. Mquefi'altra Federazione, quella che appare o scompare, a seconda che faccia piog gia o bel tempo, celebrò il 6 giugno il quattordicesimo anniversario di sua fondazione. Il clou della cerimonia .fu costituito dal discorso del molto illustre Cav. Nardi, il quale, in una Federazione di Società Italiane, entra come i cavoli a merenda, ma vi deve pure entrare, poi- ! che il Governo della nostra patria, per ragioni che sfuggono al nostro esa me, ha imposto anche a lui il fardello di una croce. Ed il Cav. E. V. H. Nardi, nel tessere, come è 6uo dovere, le più sperticate lodi al suo superiore (superiore perchè C. C. A. Baldi è cavaliere ufficiale ed ■ aspirante commendatore) esponendo l'incremento della onorata Società, lo insulta quando., usando i nostri stessi aggettivi, lo chiama mestatore colo niale. Infatti, cotesto signor Nardi sa an ch'egli che i mestatori sono coloro i quali, ignoranti di quattro cotte, am biziosi e cavalieri di grazia, vogliono vedere i propri no mi dovunque, su tutti i cartelloni-re clame dei saltibanchi, per far credere all'elemento americano che senza di ossi non si muove dito. Ed il signor Nardi è già convinto che ceite figure, dalla storia losca, sono già destituite di ogni autenticità morale fra l'ele mento straniero e quello natsino. RICHEL Dr. I. CORTESE 1025 Christian Street PHILADELPHIA. PA. OUAKER CITY DAIRIES AND APULIA CREAMERY Co. 13tli and Dickinson Sts. Philadelphia, P a . 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