£ '; # ' '"' V : - : i : Il più giovane studente univer sitario del mondo é certamente E duardo Rosse Harly che a 12 anni é ammessao all'Università di Co lombia. 1 sum meriti, sono ecce zionali. Egli conosce tante lingue quanti anni ha di vita; e la sua vera passione, oltre quella dei va ri idiomi, é la storia assiro-babilo nese per studiare la quaft egli ha imparato persino a leggere i gero glifici delle antiche tavole. PAGA UNA SCOMMESSA PER LE ELEZIONI CON L'ARRUO LARSI PER TRE ANNI (Ilarence H. Burk, di Latrobe, l'a., si é arruolato nell'esercito de gli Stati Uniti per pagare una scommessa ch'egli fece prima del le elezioni. Burk scommise con suo fratello che se il senatore Harding fosse riuscito eletto alla Presidenza egli si sarebbe arruolato nell'esercito per tre anni. Se invece, il gover natore Cox fosse stato eletto il fratello avrebbe dovuto arruolarsi nella marina per quattro anni. rJ r=J r=u r=J r=j r=J r=iJ r=i r=J r=J r=J r=J r=J r=J r=i r=J r=J mJ r=J | ' # • -, # B | Maccheroni di Qualità' Superiore j il 1, Il " V- \ |jj| * ri I iy - Sci : Ri S 4 D li TI I . Jndiana, Pennsylvania 7 I S Manifatturieri de "LA CRAGNANO" Brand Macaroni S l! ' mmrn H & li t Manufatturazione di Paste Alimentari d'ogni sorta, tipi il lÌ | GENOVA NAPOLI TERMINI I | POSITIVAMENTE LE MIGLIORI SUL MERCATO PROVATELI!! jj ìl 2 Burk ha mantenuto le parola ed oggi é un soldato della Zio Sam. NEL MONDO DELLE ILLUSI ONI Indubbiamente, il cinematografo é un abile ciarlatano. . . muto. Es so sfrutta col massimo rendimento l'ingenuità dei nostri organi visivi ai quali non é possibile, nel troppo rapido movimento dei film in azio ne, fermarsi ad analizzare la veri tà o l'irrealtà delle singole im pressioni che passano sullo scher mo. Il nostro occhio é pigro; si a dagia sulla mutevole vicenda del bianco e del nero e non riesce a cogliere in essa i trucchi sapienti che l'accorto metteur en scene ha saputo nascondere e mascherare; tanto più quando il nodo dell'a zione incateni oltre che la retina, l'anima, e noi, tesi nell'ansia di se guire lo svolgimento dei fatti, sia mo presi in tal modo dalla sugge stione da dimenticare totalmente ogni curiosità d'indagine sulla composizione reale del quadro se ' guito. Né, d'altra parte, anche se ac ! corressimo al cinematografo con j la fredda e decisa volontà di non essere '* truffati" dai nostri occhi e costringessimo con la pazienza la i nostra vistala indagare e scoprire j i trucchi, ci sarebbe facile giunge , ; re se non ali "accertamento dei più jfacili e comuni; perché il progres jso tecnico del cinematografo mo | derno é giunto a delle possibilità , i d'illusioni le quali ingannano gli • occhi pivi esperti non solo del pub t blico ma della stessa gente del [! mestiere. Le grandi case cinematografiche i —le sole, oggi, a poter realizzare », con efficacia e senso d'arte una per i fetta visione cinematografica > non risparmiano danaro per ten .l tare con adacia ogni mezzo nuovo 1 d'illusione sugli occhi, in modo da i ottenere i migliori e più stupefa j centi effetti. Nel centenario di Dante Lo strano sogno di Jacopo Alighieri L'imminente centenario dante sco darà luogo a una rifioritura di aneddoti, più o meno noti, intorno I al Poeta e al Poema ; ma, certo, singolarissimo fra tutti é l'episo dio di cui fu prontagonista Jaco po Alighieri, figlio del sommo Poe ta. Un episodio degno di essere I meditato dagli increduli che ne ì gano l'intervento del soprannatu- | rale nelle vicende umane. II . E' noto che il sogno é spesso continuare di pensieri ; se ne han no degli esempi quotidiani nella vita comune, e molti lettori po trebbero asseverarlo per esperien za propria; ma se ne hanno degli esempi classici negli uomini di ge nio. I Newton risolse in sogno parec chi problemi di matematica tra scendentale; Voltaire compose in sogno il primo canto dell'Henria • de; Tartini la celebre Sonata del L ! diavolo; lo scultore Dupré narra. L nei suoi Ricordi, di aver concepi to in sogno il gruppo della Pietà. iMa il sogno di Jacopo Alighieri si ' | presenta addirittura come una intervista" oltremondana: un i sogno insomma al quale dobbia -Imo il ritrovamento degli ultimi ! tredici canti del Paradiso. Ed ec -11 . co come, i, ; La visione notturna l , Erano già assati otto mesi dalla I morte di Dante e Pietro e Jacopo, jsuoi figli avevano riordinato "ma , noscritti del padre per trascrivere ' il Poema, quando s'accorsero che . mancavano gli ultimi tredici can > ti del Paradiso. Ogni ricerca fu i vana, non si trovò nulla. Il Poema - era dunque incompiuto? Questo dubbio atroce succhiellava l'ani- J , ma di Jacopo e gli toglieva il son no e il riposo. Or dunque una notte, che i cro nisti non precisano. Jacopo sogna • e vede l'ombra del Padre circon fusa di luce. Il tìglio la ammira : estatico e commosso e, svanita la stupefazione del primo momento . (sempre durante il sogno), chiede. . all'ombra notizia dei fogli intro vabili. Dante allora gli indica u-j na finestretta nella casa dove egli I mori, una finestretta coperta da una stuoia, e gli dice: I E' la che tu troverai ciò che ceri chi. E ciò detto scomparve. Si desta Jacopo di soprassalto, I si stropiccia gli occhi e balza dal letto esagitato. Quella notizia, giuntagli d'oltretomba, lo ha sba lordito. Egli dubita e spera e non sa reprimere la commozione. Si ij veste in fretta e scende in istrada. Siamo di primo mattino, le vie so- j ino deserte, ma Jacopo non indu- I già. Corre alla casa di Pier Giar-, .Idini, desta l'amico e gli narra la strana visione. Indi, entrambi ! posseduti dall'ansietà, si avviano alla casa dove il Poeta mori. Bus sano, una vecchia ocehiegia. scen de, apre. Jacopo corre issofatto alla tine i stretta veduta in sogno, solleva la stuoia e nel vano del mumro sco pre un fascio di carte polverose, j Le sfoglia e dà un grido di gioia;' ! erano gli ultimi tredici canti della | terza cantica, l'apoteosi del Para-; diso, la fine del Poema sacro, in- ; vano cercata! Questo narrano i cronisti e ri ' j badisce il Boccaccio entusiasta, ed "| é lecito supporre che Jacopo, in 1 quel giorno, col prezioso tesoro i tra le mani, ha celebrato quel suo > sogno come un miracolo. -! A. PADOVAN.| PER RIDERE MA dove volete trovare un uo mo più ligio alle istituzioni più ossequiente al volere delle autori tà comunque costitute, più obbe diente alle prescrizioni superiori, di Timoleonef '*E' vietato fumare" legge qua e là. E lui non fuma: mai. "E*, vietato sputare in terra."' Potere star sicuro che sarà capace di spu tare in terra." Potete stare sieu-j ro che sarà capace di sputarvi ad dosso. ma in terra, no. L'altro giorno era a spasso con la numerosa famiglia, tutta buona gente, per le vie della citta. Ad un tratto si ferma, preoccupato: fa un cenno e tutti si fermano. Pren-i de per un braccio la moglie e la conduce accanto alla suocerà : die tro a loro mette le due figlie mag- j giori e dietro a queste, a due a due, i ragazzi. La gente si ferma incuriosita: non capisce; anche i suoi non capiscono. —Che si fai fare, Timo?— gli domanda timidamente la suocera. —Ora lo vedrete ! Quando vi dico: Avanti! dovete tutti avan zare il piede sinistro. Quando vi dico; I no! dovete avanzare il pie de destro. Due! di nuovo sinistro e cosi via via fino a che non vi di co: Basta! In una parola,dovete marciare come i militari. Avete capito ? Le donne hanno fatto il viso rosso; si vergognano un po' 1 ra gazzi ci pigliano gusto. —Avanti !—grida Timoleone. La famiglia segue. —Uno. . . due... uno. . . due u-, no, duo. . . Timoleone marcia al loro fian co, a testa alta, come colui che ha la coscienza di compiere il proprio dovere. Col braccio teso indica un cartello, attaccato al muro, sul quale é scritto a grandi lettere: "Al passo!" ■ mmmmmmmmrn* < Il redattore capo di un giornale j politico quindicinale che si stam pa in un paesello sperduto tra i monti, sta scrivendo l'articolo di fondo per il prossimo uumero del minuscolo periodico. Il direttore del giornaletto, con aria grave, si avvicina al redatto re capo, clic c tutto infervorato a scrivere, e gli dice: —Mi raccomando, non sia tanto severo verso l'lnghilterra... specie in questi momenti. • • • Allo sportello della Stazione. —Bc.usi, saprebbe dirmi a che o ra parte il treno delle 10 f —Alle 8 e 50 minuti. • * • In vagtme. Una signorina, accostandosi al l'orecchio del papà: —Hai notato che il signore qui accanto... ride da sé beatamente T —Si; e hai indovinato il moti vo? —No, qua Té?! —Non vedi che legge ** l'Ami co allegro"? • • # SOR capo, sor capo,—grida a squarciagola il manovale Spappi na. 11 capostazione, che era salito in casa e si era buttato un po' sul let to. s'affaccia alla finestra: —Che cosa é successo? —C'è un viaggiatore del 461 che dice che é successo un accidente... Il solerte funzionario, si precipi ta per le scale e s'incontra nella sala d'aspetto con Spappina ed il viaggiatore. —Un accidente? Dove? Come? E Spappola, tranquillamente, ac sennando al distributore automa tico : —lla tirato la maniglia e non viene giù er cioccolatino! • • • TIMOTEO legge su di un hi glietto da visita: "Monsig. Domenico M. . . Cano nico della Cattedrale-Cameriere segreto di S. Santità. —Oh, bella! E' segreto, e lo fa sapere a tutti.
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