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I NA DELLE TANTE COSE CHE IL Stazione Centrale in Constantinopo- KAISER BRAMAVA . U - della ferrovia d * Bagdad che ii Kaiser fortemente desiderava per il Questo é il grande terminale della dominio dell'Oriente. Facevo i miei primi passi nel gior nalismo. Una notte fui mandato, con un compagno, certo Sandro, a pren der nota di un incendio che si era sviluppato in città. A un certo momento, "Sandro, es sendosi troppo avanzato, sparve im provvisamente sotto le Macerie in un j muro, e più non si vide! Mentre i bravi vigili tentavano l'impossibile per rintracciare il disgraziato e soc correrlo, corsi al telefono e chiamai il mio direttore. —Sandro si é perduto nell'incen dio! —gridai. —Come sarebbe a dire? —E' sparito fra le fiamme, vi di co! Non si trova più! —Bene! —rispose calmo calmo i quella perla di direttore —ora mando subito un a1tr0!.... ♦* * , 11 battaglione alpini X aveva tutte le compagnie in linea. In casso, in sediato in un piccolo paese, era il co mando, e con esso le salmerie ed il rispettivo ufficiale di vettovagliamen to, tal Allegri, lombardo. Un giorno, uno dei comandanti di compagnia, un abruzzese, che aveva pregato l'Alle gri di acquistargli dei viveri per mi gliorare la sua mensa, non avendoli ricevuti lo chiamò al telefono. —Dorme —rispose per l'Allegri ! l'aiutante maggiore—; incoeu'l a eia ;pà 'na gaina...—alludendo al fatto • che l'Allegri reduce da una festicciu i ola s'era ritirato un pochino alticcio, j 11 giorno dopo altra telefonata del {capitano: j —'Allegri, lei lascia la mia mensa i senza 1 viveri chiesti, va a prendere ; le galline e le tiene per la mensa del comando. La prima volta che ne prende una me la mandi, ha capito. E Allegri, di rimando:' —Mandargliela sarà difficile; ve gnaró su mi con la gaina la prima volta che la ciaparó. (Mandargliela sarà difficile; salirò, io da lei con la sbornia la prima volta che la pren dete). / * * * Squilla il campanello alla porta i del mio modesto appartamento da scapolo. Vado ad aprire io stesso. E' un mendicante; il terzo, in quel poine riggio festivo: —Non dò niente a nessuno —bron- tolo io, stizzito. —Mio buon signore, abbia com | passione di me! Sono stato in trincea ì per quattro anni! Poi, ho fatto un anno di prigionia!... Sono inabile a qualsiasi lavoro!... —implora il pove retto. 4 —Ma lei é la terza persona che vieiiw oggi a chiedermi,la carità interrompo io. I E quello, continuando: , —Sono stato ferito alla testa da scheggie di granata, sono stato feri |to alle reiii da una sciabolata!... Mi ! accontento del più lieve soccorso... i —Non vi dò diente, l'avete si ono capita? i E l'altro: ; —Ho la moglie tubercolosa... Ho i cinque figli, due in tenera età, due ; che soffrono d'epilessa, uno che é I malato di ischialgia... Impietosito mi cavo di tasca una ! lira e la porgo al rezzente il quale, guardandomi meravigliato esclama: —Come! una lira! Ed é per una sola lire che lei mi ha lasciato spre care il fiato fino adesso? s* * * Giorni sono percorrendo la strada provinciale in una cittadina del Vene to, attrasse la mia attenzione un car rettiere che sgranava all'indirizzo del bel mulo attaccato al proprio bi roccio tutto il rosario di contumelie ! che il suo sonoro e vasto repertorio in ; materia gli sapeva suggerire in quel momento, perché quello passando da ' vanti all'osteria, che eravi cola, vi si era fermato e nonostante gli incita menti, non si muoveva. A me, che sorridendo assistevo alla scena, spie gò: - —Vedelo, sior, Io gó crompà da i inglesi che gera qua; noi capisse na parola de talian, ma le ostarie el le cognosse tutte! (Vede, signore, l'ho comperato dagli inglesi che erano qui non capisce una parola di italiano, ina le osterie le conosce tutte! ) ♦ * * Era venuto a trovarmi a Roma. Nel pochi giorni che rimase io gli facevo da guida e un lo condussi a visitare un suo conoscente in un ma nicoinio. Entrammo, ma egli, pensierosissi mo e con la testa chissà dove, non s'accorse dov'eravamo. Procedendo, sentimmo, rumori da uno stanzone, urla inferocite, rumori, scricchiolii, un baccano insomma ve ramente immenso, e simili invettive: "Cretino, imbecille!— Sta' zitto bul lone —"-Va via somaro—sei tu che de vi andartene ciurmadore.—Sfruttato ri finitela.—Arrochito dalla guerra.— Saltin^janco.—Vergognatevi, voi suc chiatori del sangue altrui" —e cosi di seguito con un crescendo spavento so, e pugni àui tavolo, e calci e fra casso assordante indiavolato. L'amico mio, distolto cosi dalla sua ereditazione, mi guardò, e quasi con un po' di stizza mi disse: —Ma l'on. Orlando potrebbe anche togliere la seduta. Cascai dalle nuvole e chiesi: Quale seduta? ) —Ma mi disse sorpreso —non e questa la Camera dei Deputati? ** * / Appena promosso caporale mi as segnarono... alla cucina. A causa della mia mancanza di fa miliarità le marmitte, il primo rancio da me fatto confezionare fu un vero disastro. Ne nacque un coro d improperi, strilli, voli di gavette e l'immancabile rapporto al Comandante la Compagnia. Eii capitano piombò in cucina acciglia to mentre mi accingevo a far distri buire il secondo rancio, un risotto a nemico che puzzava maledettamente di bruciaticcio, fece una smorfia di nausea e scaraventò lontano riso'e cucchiaio. I —'Ma che porcheria é questa? Ver gognatevi! —mi grido con severo ci piglio. —Io non sono pratico...—balbet tai; —Come non siete' pratico? Che diavolo facevate a casa vostra? —Il maestro di pianoforte, j —Ah, già... tenente: —fece rivolto a un subalterno —é quello che ci ab bisogna: giacché s'intende di note, gli facc ; a fare la nota del vestiario fuori d'uso. * » * Ho qualche cosa per voi che cer cate ia leonessa e se siete disposto a sostituirla negJi esercizi co! Leoni 1 , io vi darò cinque lirette al giorno. . . perché mi preme il credito del mio gran circo! Un bel tipo maschio dei re del de serto; sbircia di traverso ai ferri la leonessa appena introdotta nella gab bia e, fiutando l'aria e correndo col muso da una parte all'altra dell'in ferriata, lancia nell'aria il suo poten te ruggito. La neo-leonessa si fa coraggio e ìisponde con gola. . un pò tremante al saluto del compagno. Lo spettacolo incomincia e i due campioni si trovano in mezzo al cir co. . a contatto libero! . . La leonessa ha il cuore in tumulto di fronte al fierissimo e poco rassi curante contegno del leone, e pen sando con raccapriccio al rischio non indifferente borbotta fra. . le zanne: —Pé cinque lire, managgia 'er mon no e corro pure er rischio de mori ammazzato!. . . 11 leone si volta di colpo e fregan do il muso alle orecchie della compa gna. —Ché! Tu pure sé de Roma?. . . . • * * A proposito di mance ai camerieri. A Genova in un caffé é esposto un cartello con la seguente scritta: "La mancia essendo una libera e spontanea volontà del cliente, é cor tesia accettarla." DOLLARI PER L'ITALIA AL SETTE PER CENTO * * JOE E. CAM PEL L, Presidente S. C. STEKLK, Caswtc» FRANK FINSTHWAIT, Vice-IVesuìente GEI). L. DO UG LA SS. Ass. Cassiere * i the - i HOMER CITY NATIONAL BANK Homer City, Pennsylvania $<E» r ~*F DIPARTIMENTO ESTERO SI FITTANO SALVA DENARI PER $1.50 L'ANNO I ' GEO. D. LEYDIC Direttore di Pompe, Funebri \ Mercanzia musicale Fongrati PATIIIV ' 630 Phiia. St. Diselli Indiana, Pa. "T""" - " .. ~ 1 TEATRO STRATO * ■■■inni UB I— nini ■ 9ii II più' grande Cinematografo in Indiana 1 L'unico posto per passare 1 un'ora allegra Locale igienico Musica ottima, Capaci tu' 400 Sedie j DIRETTORIO DI PROFESSIONISTI E COMMERCIANTI DI INDIANA E DINTORNI CHE IL GIORNALE RACCOMANDA '- j \ | CHARLES J. MARGIOTTI Avvocato Italiano j Cor. Mahoning & Jefferson St. • Punxsutawney, Fa. I ! . Ili SERVIZIO DEI PACCHI POSTA LI INTERNAZIONALI I L'lnformation Service ci comunica: Uno dei rami più importanti del ser vizio postale degli Stati Uniti che, bi- I sogna riconoscerlo, lia un servizio po stale molto bene organizzato é quel lo dei pacchi postali Internazionali. Mr. Otto Praegel, secondo assisten tente del Postmaster General, in un discorso tenuto alla Camera di Com mercio di Cleveland, dà degli inte ressanti dati intorno allo sviluppo preso da\ servizio dei pacchi interna zionali. Prima della guerra questo era limitatissimo. Nel 1913 poteva no spedirsi pacchi postali in sole 4 4 nazioni estere: ogni pacco non dove va pesare oltre undici libbre. Durante i a guerra ii servizio ebbe più grande ! espansioni poiché, con tutte le restri zioni che si ebbero nei trasporti e nella navigazione, si ricorse al servi zio di "foreign parcel post" che fu trovato da lutti utilissimo e pratico. Oggi per iniziativa del postmaster General possono inviarsi pacchi po stali in 180 differenti nazioni e colo nie. In quindici nazioni, in cui sono I compresi i paesi dell'America Latina , e dell'Oriente, possono spedirsi pac ' chi del peso di ventidue libbre. A Pa nama se ne possono spedire del peso 0 di cinquanta libbre. Appena concluso l'armistizio furo no aperte le comunicazioni dei pac chi postali dagli Stati Uniti con di ciotto nazioni. Mentre nel 1912 l'esportazione per mezzo dei "parcel post" fu di 2,270,- 215 libbre, nel 1919 fu di 17,102,131 libbre. La quantità dei pacchi po stali in partenza é tale che il diparti mento delle poste sarà costretto a domandale un milione di dollari di fondi per pagare alle compagnie di navigazione le aumentate spese di trasporto. Il servizio dei pacchi postali inter nazionali é stato e sarà uno dei tra miti più efficaci per l'incremento e lo sviluppo delle relazioni commerciali fra gli Stati Uniti e tutti gli altri pae si del mondo. PEELOR & FEIT Avvocati in cause civile e cri minali Marshall Bldg., Indiana, Pa E. E. CREPS, Avvocato in Legge Bank Building Indiana, Pa. Dott. TRUITT, Dentista Ufficio opposto alla Banca Ore d'ufficio: Dalle 8 a. m. ali 5 m., 7 p. m. 8 p. m. m Noi carichiamo le vostre batterie pel vostro automo ! bile. Elettricisti d'Automobile Grande assortmento di acce* sori elettrici. LIGHTCAP ELECTRIC CO. Stazione autorizzata del servizio "Willard" PAUL D. SHARRETTS Giudice di Pace 573 Phila St., dirimpetto l'lndiana House JOSEPH C. MACRO, Citizen* National Bank Indiana, Pa. Avvocato Italiano.
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