The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, February 07, 1920, Image 1

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    Direzione e Amministrazione
Carpenter Ave. N. 15
INDIANA. P Pi .
11 pagamento (Irgli abbonamenti iti fa
p«-r vaglia postale oppure per legamen
to ni loculi fi'AmminiKtrazione <> ai no
stri Adenti.
ANNO Vi l
Salandra contro la
malafede giolittiana
Per dettato di legge il collegio di
Lucerà si risolve nel vasto lollegio
provinciale; ed io, se vorrò ritornare
alla Camera, dovrò chiedere i voti
dell'intera nosiia provincia e ad essa
esporre i miei propositi per l'avve
nire. Ma il passato Vi appartiene;
esso é tale che ha fra Voi e
me un viucolo che non si scinde. ,
Anche nel ristretto collegio a scru
tinio di lista, che mi mandò alla Ca
mera nelle due prime legislature, io
fui in realtà il Vostro rappresentan
te. Tale esclusivamente rimasi per
altre sette legislature, dal 1890 fino
ad oggi. Non più unico rappresen
tante, ma amico Vostro fido e costan
te, di tutti e di ciascuno di Voi, mi
avrete finché avrò vita. A Voi deb
bo tutto quello che sono e tutto quel
lo che secondo le mie forze ho potu
to fare in servizio dal Paese, lo non
lo dimenticherò mai, né, spero
10 dimenticherete Voi, comunque in
questi ultimi anni di vita intensa e
angosciosa tanti pensieri tante pas
sioni tanti lisagi e consolazioni e
glorie e dolori si siano accumulati
sopra di noi da produrre una profon
da crisi delle anime e da relegare il
passato come in una nebbia lontana.
Volle il Destino che negli eventi
onde tanta storia é derivata io fossi
dal mio ufficio chiamato a dire la pa
rola decisiva pel nostro Paese e ad
assumere le più tremende responsabi
lità che mai siano toccate, ad un uo
mo di governo. Le assunsi con ani
mo compreso della immensa gravità
del m'io compito, ma saldo nell'adem
pimento del dovere* Comunque me
ne siano derivate e me rie derivino
ancora fiere amarezze, di quello che
Ito fatto non mi pento. La virtù de
gli Italiani mi ha dato ragione. Uni
co vanto al quale io pretenda é di a
vere avuto fede in essa. La guerra
si é conchiusa con la vittoria nostra
da noi soli guadagnata. Che essa ci
sia costata enormi sacrifici di vite e
di beni; che i suoi frutti non siano
stati del tutto pari alle aspettative;
(he ancora la nostra generazione
debba per parecchi anni risentirne i
dolorosi effetti ed èssere preparata
act ulteriori sacrifici; che agli uomini,
niuno escluso, i quali la vollero e la
diressero, si possano imputare errori
di concetto e di condotta, sarebbe
stolto negare.
Ma questo, che é moltissimo, é po
co rispetto alla magnifica grandezza
dei risultati, ottenuti. Essi non pos
sono degnamente valutarsi se non
rifacendo ,nei secoli tutta la nostra
storia passata e ripensando quello
*he fummo, quello che saremo. Il
computo degli affetti della guerra
non. si fa mediante operazioni dira
s oneria belisi con l'aiuto della men
te illuminata ed accusa dell'amore
per la Patria nostra. Questo intuito
11 popolo nostro lo ha avuto. Della
sua guerra, della sua vittoria esso
é meritamente orgoglioso; e più ne
saranno orgogliose le generazioni av
venire. Da questo imperituro senti
mento esso trarrà il vigore per rifarsi
in tempo relativamente breve dei dan
ni patiti e per progredire con passo
celere e sicuro nelle vie della civiltà
e del benessere.
• tlò -ito oilewp v >
LA NECESSITA' E LA DURATA
DELLA GUERRA
Militò 'itf F' iì.l '
era necessaria la guerra? La
q «gestione cosi a lungo dibattuta per
cinque anni dovrebbe ritenersi ormai
superata con la vittoria, se non fo.sse
stata ia questi giorni risuscitata in
go documeoto, che nulla aggiunge
nella sostanza a quanto contro la
guerra fu già dotto e scritto, ma che
acquista autorità perché promana da
un uomo politico il quale reeae par
lunghi anni le sorti d'ltalia e ora ac
cenna, con un suo completo program
ma .di governo, a volerne., riprendere
la ,direzione. E' queato inoltre un
documento d'inestinguibil» rancore
contro di, me e contro coloro che mi
lucono compagni nell'azione e nelle
responsabilità. A me sopra tutto
«on si perdona non tanto di aver di
chiarata La guerra quanto di essermi
+ cipollato a una dominazione che pa
rava incrollabile, e di avere prospet
tato agli, italiani un ideale di governo
opposto ai sistemi, che avevano adug
*riata e corrotta la vita politica del
Paese nei suoi organi più essenziali.
Sulle ragioni della guerra non oc-
GIORNALF SETTIMANALE HNDIPEINDEINTE ILLUSTRATO
IL GIORNALE 81 PUBBLICA OGNI SABATO
corre tuttavia ritornare. Gli Italiani
1 sanno; e non ne sono persuasi sol
tanto coloro che per invincibili pre
concetti non era possibile persuadere.
Mi basta soggiungere come appaia
meravigliosamente ingenua l'opinio
ne manifestata nel documento cui al
ludo, che l'Austria, per evitare la
guerra, ci avrebbe dato tutto quello
che desideravamo, e ohe, ad ogni mo
do, .lo stesso risultato si sarebbe ot
tenuto dallo sfascimento della Mo
narchia Austro-Ungarica per effetto
della ribellione delle nazionalità up
. presse.
Ohi non sa che giammai Trieste e
l'lstria e 11 confine delle Alpi ci sa
rebbero venuti per accordi? Chi non
sa, che, se anche lo avesse consenti
to l'Austria, lo avrebbe vietato la
Germania, la quale considerava Trie
ste come una delle vie indispensabi-
I ali; espansione mondiale? E
pensava davvero nel 1915 ;• Ila ribel
lione d«-lle nazionalità appresse eh:
j poco prima aveva rinnovato innanzi
; tempo la Triplice Alleanza? La veri-
I tà, che tutti possono intendere, é
['•he, se nói non avessimo parteepato
alla guerra, gl'lmperi centrali/ non
sarebbero stati disfatti, Ti ieste "egl'A
driatico sarebbero stati più d> prim i
alla grande trionfatrice Ger
mania. Anche a prevedere (e uu uo
mo politico italiano non avrebbe mai
dovuto dirlo) la vittoria dell'lntesa
; senza il nostro concorso, i recentissi
ru eventi diplomatici, dimostrano co
me il dominio delle nostre terre e del
nostro mare sarebbe passato ai più
g vani e audaci eredi della Monar
ci. in Àustro-Fuga i >ca agli Slavi, non
mai alla vecchia Italia imbelle, che
sarebbe stata da tutti dispregiata e
vilipesa nella sua speculazione sulla
neutralità. La quale neutralità del
i resto-poiché é bene che la storia non
jsi falsifichi con equivoche espressio
| ni—non fu consigliata al marchese
| Di san Giuliano ed a me da chicches
| sia, beasi soltanto approvata dopo
| che da noi era stata decisa e dichia
rata./
Non prevedemmo—é vero—che la
guerra avesse a durare quattro anni.
Ma. nessuno alleati o nemici, lo pre
vide. Lord Kitchener, l'illustre sol
dato che trovò la morte nell'oceano
boreale, fu il primo,, nell'inverno
1915-1916, a parlare di tre anni di
guerra, ma nessuno gli prestò fede.
Riconosciuto così. l'errore comune,
debbo recisamente negare che noi,
entrando in guerra, la ritenessimo
breve e facile impresa da compiersi
in qualche mese. Sta a dimostrare il
contrario il primo proclama del Re.
Stanno a dimostrarlo le parole da
me pubblicamente pronunciato il 2
giugno del 1915. "Noi siamo entra
"ti a tutela delle più antiche e più
alte aspirazioni, dei più vitali inte
ressi della Patria nostra, in una
"guerra più grande di qualunque al
"tra la storia ricordi, in una guerra
"la quale investe e trasporta nel suo
"turbine non soltanto i combattenti,
"ma tutti coloro che restano." Ohe,
se *si voglia una prova documentale
della falsità dell'accusa, basterà de
sumere dalle carte del Ministero del
la Guerra quanto fu febbrilmente o
perato e largamente spesa per equi
paggiare l'esercito in previsione del
la campagna invernale, per la quale
poco o punto era provveduto nelle
dotazioni preesistenti. Basti dire che
delle mantelline, pur cosi insufficienti
a resistere al rigore del clima alpino
e dell'inverno nella pianura veneta,
mancavano completamente 38 su 96
reggimenti di fanteria e 4 su 12 reg
gimenti di bersaglieri; e che per la i
milizia territoriale era disposta la
sola tenuta di tela
L'IMPREPARAZIONE MILITARE E
LE I>EFK;iKXK NEI MAGAZZINI
V. L'on. Giolitti ha respinta con indi
gnazione l'accusa di aver lasciata,
dopo lunghi anni di governo, l'ltalia
impreparata alla guerra che minac
ciava l'Europa.
Che nella primavera del 1914 l'e
sercito non fosse, pei; la sua costitu- !
zione organica e per la quantità e la'
qualità del materiale bellico, pari al i
compito che gli sarebbe stato impo
sto nel caso di una conflagrazione eu- '
ropea, lo dimostra, inconfutabilmen
te, un?, memoria di recente pubblica
ta dettata dal generale Pollio, il rlm-
Now HeE>elom£y ToThe A^er"
; poco prima della sua morte. Non e
pianto Capo dello Stato Maggiore,
il caso di richiamarne i dettagli. Ba
sti ricordare che a pareggiare lo sfor
zo dell'Austria-Ungheria, tenuto con
;to della differenza di popolazione,
; noi avremmo dovuto mobilitare 34
divisioni di prima linea, mentre non
Ine potevamo mobilitare che 24; che
i i nostri corpi d'armata non avevano
j che 96 cannoni da contrapporre ai
|156 di ogni corpo d'armata austro
1 ungarico; che deficientissimi erano i
| quadri; vecchio e disadatto a battere
le moderne fortificazioni il ndstro
parco d'assedio; che mancavamo qua
-Isi completamente di artiglieria di
medio calibro la quale si dimostrò
btrumento indispensabile della guer
ra moderna.
Vero é che, a rimediare a tali de
ficienze, sarebbero occorsi fondi no
tevolmente maggiori di quelli di
cui disponeva il Ministero della Guer
ra. Ma di non aver voluto od osato
chiederli sono responsabili tutti i Go
verni che si successero in Italia, ó
responsabile piti di tutti l'on. Giolit
ti, il quale tenne il governo e dispose
di una numerosa e salda maggioran
za alla Camera più a lungo di qual
siasi altro uomo politico italiano.
La sua responsabilità immediata di
; venta grandissima quando si conside
ri che —come egli stesso rivelò alla
Camera ed ha confermato a Dronero
'- egli ebbe a conoscere fin dall'esta
:te del 1913 l'intenzione dell'Austria
Ungheria di aggredire la Serbia. Se
allora, pel nostro diniego, ma sopra
tutto perché avevamo consenziente la
Germania, la minaccia tu sventata,
; era facile prevedere e doveroso pre-
I munirci per il caso che, come avven
ne un anno dopo, l'aggressione si a
vesse a compiere quando l'Austria-
Ungheria si fosse assicurata la com
plicità della potente alleata.
Ma, anche nei limiti dei fondi stan
ziati per l'esercito, occorreva che le
normali dotazioni di mobilitazione
fossero in ogni caso disponibili. Co
si io dovevo credere die fossero; e
cosi affermai nel marzo 1914 alla
Camera in seguito ad assicurazione
avutane dal Ministero della Guerra.
Ma cosi, sventuratamente, non era.
II 26 luglio, quando, scoppiato il ful
mine dell'ultimatum alla Serbia, si
dovette considerare l'ipotesi di una
rapida mobilitazione dell'esercito. Il
Generali Grandi, Ministro della
Guerra, mi accennò a notevoli man
canze nei magazzini militari, onde la
INDIANA, P\.. SABATO T FEBBRAIO, 1920
mobilitazione sarebbe stata ostacola
ta. Dolorosamente sorpreso disposi
indagini sull'entità dagli ammanchi e
immediati provvedimenti per ripia
narli. Ma furono indagini lunghe ed
ardue a causa dello stato di grande
disordine in cui i magazzini si trova
vano. Né, a prescindere dalla spesa,
agli ammanchi si potè provvedere in
breve tempo, occorrendo acquistare
materiali di ogni genere e confezio
nare il vestiario.
Finalmente, dopo ripetute e vìvaci
insistenze, cui si contrapponevano,
come ben si comprende, pertinaci re
sistenze, riuscii a constatare che al
1. agosto 1914, data la condizione
dei magazzini di vestiario ed equipag
giamento, avremmo potuto mobilita
re soltanto 480,000 uomini dell'eser
cito permanente, 108,000 della mili
zia mobile e 144,000 della milizia
territoriale. La situazione andò poi
gradatamente migliorando pel feb
brile lavoro della Direzione dei Ser
vizi logistici ed amministrativi. Ma
soltanto al 1. marzo 1915 le dotazio
ni raggiunsero la loro completa si
stemazione; cioè il necessario per gli
organici completi di guerra.
L'on. Giolitti dichiara falsa l'accu
sa di gravi deficienze nei magazzini
militari, perché in dicembre 1914
l'on. Tedesco enunciò alla Camera ci
fre dalle, quali risultava che dopo la
guerra libica, gli approvvigionamen
ti militari avevano un valore di mol
ti milioni maggiore di quello di prt
ma. Ma, altro éla contabilità, aljtr©
é la realtà. La realtà era che üba
parte notevole dell'esercì® non a
vrebbe potuto essere mobilitata pel
disordine e gli ammanchi delle dota
zioni di mobilitazione. Alla Camera
Continua a pagina 2
IL GOVERNO ITALIANO ESIGE
CNR IL GENERALE NIGRA
SIA RILASCIATO
ROMA, 5 ' 4 'Pebbràio—Secondo 11
giornale T'Epocà" il Governo Italia
no avrebbe mandato un ultimatum a
Gabriele d'Annunzio, chiedendogli
che ne! termine di 24 ore rilasci il
generale NTigra. arrestato presso Piu
me dalle truppe dannunziane.
Lo stesso giornale dice che il te- j
nente di marina Augusto Tessi ed il
macchinista Giovanni Trentini, ap
partenenti ai Legionari di Piume so
no stati arrestati per ordine delle
autorità mentre cercavano di indur
re alcuni equipaggi di sottomarini di
stazione a Brindisi ad unirsi alle for
ze di d'Annunzio, recandosi a Piume.
1 MANOSCRITTI NON SI RESTITUISCONO
Nella nostra Contea
Centinaia di persone in Indiana senza
tetto in Apnlle
Oltre cinquecentomila dollari per
compre di case sono stati spesi in In- j
diana durante gli ultimi tre mesi, c
continuando di questo passo fra non
molto le compre arriveranno al mi- j
lione o più.
Centinaia di' famiglie hano vendu
to le loro case e continuano e vender
le pur sapendo che coll'avvicinarsi
del primo Aprile debbono cercare ri
covero oltrove e non sanno ne impor- !
'
LUTTO LONTANO
La scorsa settimana giunse la di
spiacevole notizia al nostro amico
|*la morte di suo padre
Pietro Bongiovaimi
avvenuta a San Pier Niceto, provin
cia, di Messina, il 23 Dicembre u. s.,
dell'età di- appena 55 anni.
Lascia nel protondo dolore la mo
j glie ed una figlia in Italia e tre figli
in America.
Ai lontani ed ai figli qui residenti,
giungano le nostre condoglianze, ed
una parola di conforto.
\
DA BLAIR SVILLE
Lunedi scorso incominciarono a ,
! lavorare alla nuova fabbrica di seta, i
♦ » ♦
Si die da diversi giorni, che si co- j
struirà un nuovo Hotel di prima clas
se.
PER 1 FERITI ED I MUTILATI DI
Guerra
' Gli effetti della nuova legtfp governa*
tivft
Il Governmental Inforhiation Ser
vice ci comunica:
Il Congresso ha votato recentemen
te—ed il Presidente Wilson ha firma
to e messo in vigore il 24 dicembre
scorso—una nuova legge con la qua
le viene emendato il War Risk In
! surance Act a favore dei feriti e mu
tilati di guerra ai quali é stata au
i mentata l'indennità.
Ecco una comparazione che mostra
: chiaramente l'entità dell'aumento:
Per l'inabilità totale temporanea
La vecchia legge accordava ad un
combattente che non aveva né moglio
né figli la somma di dollari 10 al me
se; la nuova invece gi e ne là 80;
i Chi ha moglie senza figli da $45 é
passato a S9O;
Chi ha moglie ed un figlio da $55
a dollari 95;
i
Chi ha moglie e tfue figlKda $65
a SIOO.
Chi ha moglie e due o più figli da
?75 a $100;
Chi é senza moglie, ma ha un fi
glio, da S4O a S9O;
Chi non ha moglie, ma ha due fi
gli, da SSO a $95;
Chi non ha moglie, ma ha tre fi-»
gli, da s('.o a $100;
Chi non ha moglie, ma ha quattro
figli, da S6O a $lO5.
Indennità straordinaria per padre
o madre o tutti e due i genitori bi
sognosi, $lO al mese.
| Per l'inabilità totale permanente.
Con la vecchia legge era stato sta
bilito che la stessar disposizione per
gli inabili temporanei vigesse per gli
inabilitati in permanenza; ma con la
nuova Legge le cose sono state eoa!
emendate:
Per ti combattente rimasto inabile
permanentemente il Governo paga
dollari 10 al mese:
Se 11 combattente ha bisogno ine
vitabilmente di una internerà o in
uno che lo assista, sarà concesso a di
screzione del Direttore del Bureau of
War Risk Insurance una indenni!*
soprannumerària di dollari 20 al me-
Il combattente mutilato di un pi»-
de e Insieme d'una mano; oppnre di
in piede e della viata d'un oeckio;
oppure di uno mano e della rista
U • •= -nsr
Il Proprietario del Hotel Moore derubato
-- ' * " W.' QsrJmù
di $5,000
!'
C. M. Wortman, proprietario del
Hotel Moore, vicino la stagione della
Pennsylvania, fu la settimana scorsa
vittima di un brutto trucco.
Un elegante signore si presentò al
Sig. Wortman sotto le spoglie di A
gente di Real Estate e gli propose
Prezzo D'Abboffameli*
Un Anno . . . $2.00
Se' mesi . . . suo
Una copia . . . $0.05
Per le ioscraioai ed avvisi a
mento rivolgerai direttameute al oo»tr«
u(litio dui mana*«r Francesca Biarnon
te o telefonare per MIO.
ta loro sapere se dovranno dormire
all'aperto, purché introitino una buo
na somma per la vendita della loro
proprietà.
Le rendite sono giunte a cifre in
descrivibili. Se il materiale di costru
zione rimarrà al medesimo prezzo è
opinione generale, che la situaziono
sarà molto grave.
Beato colui che può dire: "La casa
dove io abito é mia!"
d'un occhio avrà dollari 100 al mese.
Il combattente doppiamente muti
lato, in totale e permanentemente in
abilitai riceve dollari 200 al mese.
\ RRESTATO CON TRUCK
PIENO l>l LIQUORI.
Tal Leonardo l>ougal, grossiere di
Vandergritt, dopo aver L'atto un luu
!go viaggio da New York, superando
molte difiicoltà e combattendo con
no neve e vento, fu arrestato dagli
agenti Federali nel piccolo villagget
: io di Five Points, in questa contea.
leri l'altro Leonardo fu condotto
I dinanzi alla United States District
i Court dove si dichiarò colpevole, e fu
i rilasciato a libertà provvisoria sotto
cauzione dì SI,OOO.
Il carico nel suo "truck" contene
va 125 galloni di whiskey, 5 barili
di Anisetta e 4 barili di Vino Claret.
Di questi tempi era una bella prov
vista! . .
\
ARMA INSIDIOSA
Tra le tanti qualità di armi inai
diose che danno luogo all'arresto del
possessore di una di tali armi, do
vrebbe ora essere annoverata quale
arnia insidiosa anche una bottiglia di
whiskey, per la buonissima ragione
che il camminare per istrada con in
tasca una di tali bottiglie, si é in pe
ricolo di essere arrestati!
La strana avvenutra capitò a tale
Joe Desantis, di Sharon. Egli reca
vasi pacificamente in casa di un ami
co, armato di una bottiglia di whi
skey, quando venne arrestato.
«500,000 PER COMBATTERE LA
"SPAUNUOLA"
Mandano da Washington, che il Se
nato Federale approvò proposta del
lo stanziamento di dollari 500,000
per combattere l'influenza.
Ci fu qualche opposizione, ma fi
nalmente ì senatori compresero che
il danaro era necessario.
CALZOLERIA MODELLO
La calzoleria del nostro connazio
nale Samuel Fazio, é stata fornita in
questi ultimi giorni di macchinario
nuovo modello. Il Signor Fazio, con
le nuove macchine si trove ora in
condizione di poter riparare scarpe
in quantità.
Al "Big. Fazio auguriamo affari ot
timi.
PICCOLA POttTA
Benamati—Si, é vero: "L'odio,
più ohe l'amore, é cieco." Perciò,
fummo costretti a metter» alla porta
quella signora perché ineducata e
. fi + ,w A
senza decòro.
r•! • •
A Pavone—Non ancora; ma se voi
siete in posseeao dei documenti minu
tari americani, rilanciativi dorante la
guerra, siete libera . ~»
♦ • •
G. Donofrio—Rivolgete la deman
da alla Camera 41 Commercio Italia
na, 203, Broadway, N. Y.
f t
che avrebbe venduto il ano Hotel fttr
SIIO,OOO, L'agente chiedeva S6OOO,
per la sua commissione, ohe 11 WWt
'•j in.
man in buona fede gli sborsò. Da qnei
giorno in poi l'agente non si é fatto
piti Tiro.
NO. 46 ' THE PATRIOT"