Direzione e Amministrazione Carpenter Ave. N. 15 INDIANA. P Pi . 11 pagamento (Irgli abbonamenti iti fa p«-r vaglia postale oppure per legamen to ni loculi fi'AmminiKtrazione <> ai no stri Adenti. ANNO Vi l Salandra contro la malafede giolittiana Per dettato di legge il collegio di Lucerà si risolve nel vasto lollegio provinciale; ed io, se vorrò ritornare alla Camera, dovrò chiedere i voti dell'intera nosiia provincia e ad essa esporre i miei propositi per l'avve nire. Ma il passato Vi appartiene; esso é tale che ha fra Voi e me un viucolo che non si scinde. , Anche nel ristretto collegio a scru tinio di lista, che mi mandò alla Ca mera nelle due prime legislature, io fui in realtà il Vostro rappresentan te. Tale esclusivamente rimasi per altre sette legislature, dal 1890 fino ad oggi. Non più unico rappresen tante, ma amico Vostro fido e costan te, di tutti e di ciascuno di Voi, mi avrete finché avrò vita. A Voi deb bo tutto quello che sono e tutto quel lo che secondo le mie forze ho potu to fare in servizio dal Paese, lo non lo dimenticherò mai, né, spero 10 dimenticherete Voi, comunque in questi ultimi anni di vita intensa e angosciosa tanti pensieri tante pas sioni tanti lisagi e consolazioni e glorie e dolori si siano accumulati sopra di noi da produrre una profon da crisi delle anime e da relegare il passato come in una nebbia lontana. Volle il Destino che negli eventi onde tanta storia é derivata io fossi dal mio ufficio chiamato a dire la pa rola decisiva pel nostro Paese e ad assumere le più tremende responsabi lità che mai siano toccate, ad un uo mo di governo. Le assunsi con ani mo compreso della immensa gravità del m'io compito, ma saldo nell'adem pimento del dovere* Comunque me ne siano derivate e me rie derivino ancora fiere amarezze, di quello che Ito fatto non mi pento. La virtù de gli Italiani mi ha dato ragione. Uni co vanto al quale io pretenda é di a vere avuto fede in essa. La guerra si é conchiusa con la vittoria nostra da noi soli guadagnata. Che essa ci sia costata enormi sacrifici di vite e di beni; che i suoi frutti non siano stati del tutto pari alle aspettative; (he ancora la nostra generazione debba per parecchi anni risentirne i dolorosi effetti ed èssere preparata act ulteriori sacrifici; che agli uomini, niuno escluso, i quali la vollero e la diressero, si possano imputare errori di concetto e di condotta, sarebbe stolto negare. Ma questo, che é moltissimo, é po co rispetto alla magnifica grandezza dei risultati, ottenuti. Essi non pos sono degnamente valutarsi se non rifacendo ,nei secoli tutta la nostra storia passata e ripensando quello *he fummo, quello che saremo. Il computo degli affetti della guerra non. si fa mediante operazioni dira s oneria belisi con l'aiuto della men te illuminata ed accusa dell'amore per la Patria nostra. Questo intuito 11 popolo nostro lo ha avuto. Della sua guerra, della sua vittoria esso é meritamente orgoglioso; e più ne saranno orgogliose le generazioni av venire. Da questo imperituro senti mento esso trarrà il vigore per rifarsi in tempo relativamente breve dei dan ni patiti e per progredire con passo celere e sicuro nelle vie della civiltà e del benessere. • tlò -ito oilewp v > LA NECESSITA' E LA DURATA DELLA GUERRA Militò 'itf F' iì.l ' era necessaria la guerra? La q «gestione cosi a lungo dibattuta per cinque anni dovrebbe ritenersi ormai superata con la vittoria, se non fo.sse stata ia questi giorni risuscitata in go documeoto, che nulla aggiunge nella sostanza a quanto contro la guerra fu già dotto e scritto, ma che acquista autorità perché promana da un uomo politico il quale reeae par lunghi anni le sorti d'ltalia e ora ac cenna, con un suo completo program ma .di governo, a volerne., riprendere la ,direzione. E' queato inoltre un documento d'inestinguibil» rancore contro di, me e contro coloro che mi lucono compagni nell'azione e nelle responsabilità. A me sopra tutto «on si perdona non tanto di aver di chiarata La guerra quanto di essermi + cipollato a una dominazione che pa rava incrollabile, e di avere prospet tato agli, italiani un ideale di governo opposto ai sistemi, che avevano adug *riata e corrotta la vita politica del Paese nei suoi organi più essenziali. Sulle ragioni della guerra non oc- GIORNALF SETTIMANALE HNDIPEINDEINTE ILLUSTRATO IL GIORNALE 81 PUBBLICA OGNI SABATO corre tuttavia ritornare. Gli Italiani 1 sanno; e non ne sono persuasi sol tanto coloro che per invincibili pre concetti non era possibile persuadere. Mi basta soggiungere come appaia meravigliosamente ingenua l'opinio ne manifestata nel documento cui al ludo, che l'Austria, per evitare la guerra, ci avrebbe dato tutto quello che desideravamo, e ohe, ad ogni mo do, .lo stesso risultato si sarebbe ot tenuto dallo sfascimento della Mo narchia Austro-Ungarica per effetto della ribellione delle nazionalità up . presse. Ohi non sa che giammai Trieste e l'lstria e 11 confine delle Alpi ci sa rebbero venuti per accordi? Chi non sa, che, se anche lo avesse consenti to l'Austria, lo avrebbe vietato la Germania, la quale considerava Trie ste come una delle vie indispensabi- I ali; espansione mondiale? E pensava davvero nel 1915 ;• Ila ribel lione d«-lle nazionalità appresse eh: j poco prima aveva rinnovato innanzi ; tempo la Triplice Alleanza? La veri- I tà, che tutti possono intendere, é ['•he, se nói non avessimo parteepato alla guerra, gl'lmperi centrali/ non sarebbero stati disfatti, Ti ieste "egl'A driatico sarebbero stati più d> prim i alla grande trionfatrice Ger mania. Anche a prevedere (e uu uo mo politico italiano non avrebbe mai dovuto dirlo) la vittoria dell'lntesa ; senza il nostro concorso, i recentissi ru eventi diplomatici, dimostrano co me il dominio delle nostre terre e del nostro mare sarebbe passato ai più g vani e audaci eredi della Monar ci. in Àustro-Fuga i >ca agli Slavi, non mai alla vecchia Italia imbelle, che sarebbe stata da tutti dispregiata e vilipesa nella sua speculazione sulla neutralità. La quale neutralità del i resto-poiché é bene che la storia non jsi falsifichi con equivoche espressio | ni—non fu consigliata al marchese | Di san Giuliano ed a me da chicches | sia, beasi soltanto approvata dopo | che da noi era stata decisa e dichia rata./ Non prevedemmo—é vero—che la guerra avesse a durare quattro anni. Ma. nessuno alleati o nemici, lo pre vide. Lord Kitchener, l'illustre sol dato che trovò la morte nell'oceano boreale, fu il primo,, nell'inverno 1915-1916, a parlare di tre anni di guerra, ma nessuno gli prestò fede. Riconosciuto così. l'errore comune, debbo recisamente negare che noi, entrando in guerra, la ritenessimo breve e facile impresa da compiersi in qualche mese. Sta a dimostrare il contrario il primo proclama del Re. Stanno a dimostrarlo le parole da me pubblicamente pronunciato il 2 giugno del 1915. "Noi siamo entra "ti a tutela delle più antiche e più alte aspirazioni, dei più vitali inte ressi della Patria nostra, in una "guerra più grande di qualunque al "tra la storia ricordi, in una guerra "la quale investe e trasporta nel suo "turbine non soltanto i combattenti, "ma tutti coloro che restano." Ohe, se *si voglia una prova documentale della falsità dell'accusa, basterà de sumere dalle carte del Ministero del la Guerra quanto fu febbrilmente o perato e largamente spesa per equi paggiare l'esercito in previsione del la campagna invernale, per la quale poco o punto era provveduto nelle dotazioni preesistenti. Basti dire che delle mantelline, pur cosi insufficienti a resistere al rigore del clima alpino e dell'inverno nella pianura veneta, mancavano completamente 38 su 96 reggimenti di fanteria e 4 su 12 reg gimenti di bersaglieri; e che per la i milizia territoriale era disposta la sola tenuta di tela L'IMPREPARAZIONE MILITARE E LE I>EFK;iKXK NEI MAGAZZINI V. L'on. Giolitti ha respinta con indi gnazione l'accusa di aver lasciata, dopo lunghi anni di governo, l'ltalia impreparata alla guerra che minac ciava l'Europa. Che nella primavera del 1914 l'e sercito non fosse, pei; la sua costitu- ! zione organica e per la quantità e la' qualità del materiale bellico, pari al i compito che gli sarebbe stato impo sto nel caso di una conflagrazione eu- ' ropea, lo dimostra, inconfutabilmen te, un?, memoria di recente pubblica ta dettata dal generale Pollio, il rlm- Now HeE>elom£y ToThe A^er" ; poco prima della sua morte. Non e pianto Capo dello Stato Maggiore, il caso di richiamarne i dettagli. Ba sti ricordare che a pareggiare lo sfor zo dell'Austria-Ungheria, tenuto con ;to della differenza di popolazione, ; noi avremmo dovuto mobilitare 34 divisioni di prima linea, mentre non Ine potevamo mobilitare che 24; che i i nostri corpi d'armata non avevano j che 96 cannoni da contrapporre ai |156 di ogni corpo d'armata austro 1 ungarico; che deficientissimi erano i | quadri; vecchio e disadatto a battere le moderne fortificazioni il ndstro parco d'assedio; che mancavamo qua -Isi completamente di artiglieria di medio calibro la quale si dimostrò btrumento indispensabile della guer ra moderna. Vero é che, a rimediare a tali de ficienze, sarebbero occorsi fondi no tevolmente maggiori di quelli di cui disponeva il Ministero della Guer ra. Ma di non aver voluto od osato chiederli sono responsabili tutti i Go verni che si successero in Italia, ó responsabile piti di tutti l'on. Giolit ti, il quale tenne il governo e dispose di una numerosa e salda maggioran za alla Camera più a lungo di qual siasi altro uomo politico italiano. La sua responsabilità immediata di ; venta grandissima quando si conside ri che —come egli stesso rivelò alla Camera ed ha confermato a Dronero '- egli ebbe a conoscere fin dall'esta :te del 1913 l'intenzione dell'Austria Ungheria di aggredire la Serbia. Se allora, pel nostro diniego, ma sopra tutto perché avevamo consenziente la Germania, la minaccia tu sventata, ; era facile prevedere e doveroso pre- I munirci per il caso che, come avven ne un anno dopo, l'aggressione si a vesse a compiere quando l'Austria- Ungheria si fosse assicurata la com plicità della potente alleata. Ma, anche nei limiti dei fondi stan ziati per l'esercito, occorreva che le normali dotazioni di mobilitazione fossero in ogni caso disponibili. Co si io dovevo credere die fossero; e cosi affermai nel marzo 1914 alla Camera in seguito ad assicurazione avutane dal Ministero della Guerra. Ma cosi, sventuratamente, non era. II 26 luglio, quando, scoppiato il ful mine dell'ultimatum alla Serbia, si dovette considerare l'ipotesi di una rapida mobilitazione dell'esercito. Il Generali Grandi, Ministro della Guerra, mi accennò a notevoli man canze nei magazzini militari, onde la INDIANA, P\.. SABATO T FEBBRAIO, 1920 mobilitazione sarebbe stata ostacola ta. Dolorosamente sorpreso disposi indagini sull'entità dagli ammanchi e immediati provvedimenti per ripia narli. Ma furono indagini lunghe ed ardue a causa dello stato di grande disordine in cui i magazzini si trova vano. Né, a prescindere dalla spesa, agli ammanchi si potè provvedere in breve tempo, occorrendo acquistare materiali di ogni genere e confezio nare il vestiario. Finalmente, dopo ripetute e vìvaci insistenze, cui si contrapponevano, come ben si comprende, pertinaci re sistenze, riuscii a constatare che al 1. agosto 1914, data la condizione dei magazzini di vestiario ed equipag giamento, avremmo potuto mobilita re soltanto 480,000 uomini dell'eser cito permanente, 108,000 della mili zia mobile e 144,000 della milizia territoriale. La situazione andò poi gradatamente migliorando pel feb brile lavoro della Direzione dei Ser vizi logistici ed amministrativi. Ma soltanto al 1. marzo 1915 le dotazio ni raggiunsero la loro completa si stemazione; cioè il necessario per gli organici completi di guerra. L'on. Giolitti dichiara falsa l'accu sa di gravi deficienze nei magazzini militari, perché in dicembre 1914 l'on. Tedesco enunciò alla Camera ci fre dalle, quali risultava che dopo la guerra libica, gli approvvigionamen ti militari avevano un valore di mol ti milioni maggiore di quello di prt ma. Ma, altro éla contabilità, aljtr© é la realtà. La realtà era che üba parte notevole dell'esercì® non a vrebbe potuto essere mobilitata pel disordine e gli ammanchi delle dota zioni di mobilitazione. Alla Camera Continua a pagina 2 IL GOVERNO ITALIANO ESIGE CNR IL GENERALE NIGRA SIA RILASCIATO ROMA, 5 ' 4 'Pebbràio—Secondo 11 giornale T'Epocà" il Governo Italia no avrebbe mandato un ultimatum a Gabriele d'Annunzio, chiedendogli che ne! termine di 24 ore rilasci il generale NTigra. arrestato presso Piu me dalle truppe dannunziane. Lo stesso giornale dice che il te- j nente di marina Augusto Tessi ed il macchinista Giovanni Trentini, ap partenenti ai Legionari di Piume so no stati arrestati per ordine delle autorità mentre cercavano di indur re alcuni equipaggi di sottomarini di stazione a Brindisi ad unirsi alle for ze di d'Annunzio, recandosi a Piume. 1 MANOSCRITTI NON SI RESTITUISCONO Nella nostra Contea Centinaia di persone in Indiana senza tetto in Apnlle Oltre cinquecentomila dollari per compre di case sono stati spesi in In- j diana durante gli ultimi tre mesi, c continuando di questo passo fra non molto le compre arriveranno al mi- j lione o più. Centinaia di' famiglie hano vendu to le loro case e continuano e vender le pur sapendo che coll'avvicinarsi del primo Aprile debbono cercare ri covero oltrove e non sanno ne impor- ! ' LUTTO LONTANO La scorsa settimana giunse la di spiacevole notizia al nostro amico |*la morte di suo padre Pietro Bongiovaimi avvenuta a San Pier Niceto, provin cia, di Messina, il 23 Dicembre u. s., dell'età di- appena 55 anni. Lascia nel protondo dolore la mo j glie ed una figlia in Italia e tre figli in America. Ai lontani ed ai figli qui residenti, giungano le nostre condoglianze, ed una parola di conforto. \ DA BLAIR SVILLE Lunedi scorso incominciarono a , ! lavorare alla nuova fabbrica di seta, i ♦ » ♦ Si die da diversi giorni, che si co- j struirà un nuovo Hotel di prima clas se. PER 1 FERITI ED I MUTILATI DI Guerra ' Gli effetti della nuova legtfp governa* tivft Il Governmental Inforhiation Ser vice ci comunica: Il Congresso ha votato recentemen te—ed il Presidente Wilson ha firma to e messo in vigore il 24 dicembre scorso—una nuova legge con la qua le viene emendato il War Risk In ! surance Act a favore dei feriti e mu tilati di guerra ai quali é stata au i mentata l'indennità. Ecco una comparazione che mostra : chiaramente l'entità dell'aumento: Per l'inabilità totale temporanea La vecchia legge accordava ad un combattente che non aveva né moglio né figli la somma di dollari 10 al me se; la nuova invece gi e ne là 80; i Chi ha moglie senza figli da $45 é passato a S9O; Chi ha moglie ed un figlio da $55 a dollari 95; i Chi ha moglie e tfue figlKda $65 a SIOO. Chi ha moglie e due o più figli da ?75 a $100; Chi é senza moglie, ma ha un fi glio, da S4O a S9O; Chi non ha moglie, ma ha due fi gli, da SSO a $95; Chi non ha moglie, ma ha tre fi-» gli, da s('.o a $100; Chi non ha moglie, ma ha quattro figli, da S6O a $lO5. Indennità straordinaria per padre o madre o tutti e due i genitori bi sognosi, $lO al mese. | Per l'inabilità totale permanente. Con la vecchia legge era stato sta bilito che la stessar disposizione per gli inabili temporanei vigesse per gli inabilitati in permanenza; ma con la nuova Legge le cose sono state eoa! emendate: Per ti combattente rimasto inabile permanentemente il Governo paga dollari 10 al mese: Se 11 combattente ha bisogno ine vitabilmente di una internerà o in uno che lo assista, sarà concesso a di screzione del Direttore del Bureau of War Risk Insurance una indenni!* soprannumerària di dollari 20 al me- Il combattente mutilato di un pi»- de e Insieme d'una mano; oppnre di in piede e della viata d'un oeckio; oppure di uno mano e della rista U • •= -nsr Il Proprietario del Hotel Moore derubato -- ' * " W.' QsrJmù di $5,000 !' C. M. Wortman, proprietario del Hotel Moore, vicino la stagione della Pennsylvania, fu la settimana scorsa vittima di un brutto trucco. Un elegante signore si presentò al Sig. Wortman sotto le spoglie di A gente di Real Estate e gli propose Prezzo D'Abboffameli* Un Anno . . . $2.00 Se' mesi . . . suo Una copia . . . $0.05 Per le ioscraioai ed avvisi a mento rivolgerai direttameute al oo»tr« u(litio dui mana*«r Francesca Biarnon te o telefonare per MIO. ta loro sapere se dovranno dormire all'aperto, purché introitino una buo na somma per la vendita della loro proprietà. Le rendite sono giunte a cifre in descrivibili. Se il materiale di costru zione rimarrà al medesimo prezzo è opinione generale, che la situaziono sarà molto grave. Beato colui che può dire: "La casa dove io abito é mia!" d'un occhio avrà dollari 100 al mese. Il combattente doppiamente muti lato, in totale e permanentemente in abilitai riceve dollari 200 al mese. \ RRESTATO CON TRUCK PIENO l>l LIQUORI. Tal Leonardo l>ougal, grossiere di Vandergritt, dopo aver L'atto un luu !go viaggio da New York, superando molte difiicoltà e combattendo con no neve e vento, fu arrestato dagli agenti Federali nel piccolo villagget : io di Five Points, in questa contea. leri l'altro Leonardo fu condotto I dinanzi alla United States District i Court dove si dichiarò colpevole, e fu i rilasciato a libertà provvisoria sotto cauzione dì SI,OOO. Il carico nel suo "truck" contene va 125 galloni di whiskey, 5 barili di Anisetta e 4 barili di Vino Claret. Di questi tempi era una bella prov vista! . . \ ARMA INSIDIOSA Tra le tanti qualità di armi inai diose che danno luogo all'arresto del possessore di una di tali armi, do vrebbe ora essere annoverata quale arnia insidiosa anche una bottiglia di whiskey, per la buonissima ragione che il camminare per istrada con in tasca una di tali bottiglie, si é in pe ricolo di essere arrestati! La strana avvenutra capitò a tale Joe Desantis, di Sharon. Egli reca vasi pacificamente in casa di un ami co, armato di una bottiglia di whi skey, quando venne arrestato. «500,000 PER COMBATTERE LA "SPAUNUOLA" Mandano da Washington, che il Se nato Federale approvò proposta del lo stanziamento di dollari 500,000 per combattere l'influenza. Ci fu qualche opposizione, ma fi nalmente ì senatori compresero che il danaro era necessario. CALZOLERIA MODELLO La calzoleria del nostro connazio nale Samuel Fazio, é stata fornita in questi ultimi giorni di macchinario nuovo modello. Il Signor Fazio, con le nuove macchine si trove ora in condizione di poter riparare scarpe in quantità. Al "Big. Fazio auguriamo affari ot timi. PICCOLA POttTA Benamati—Si, é vero: "L'odio, più ohe l'amore, é cieco." Perciò, fummo costretti a metter» alla porta quella signora perché ineducata e . fi + ,w A senza decòro. r•! • • A Pavone—Non ancora; ma se voi siete in posseeao dei documenti minu tari americani, rilanciativi dorante la guerra, siete libera . ~» ♦ • • G. Donofrio—Rivolgete la deman da alla Camera 41 Commercio Italia na, 203, Broadway, N. Y. f t che avrebbe venduto il ano Hotel fttr SIIO,OOO, L'agente chiedeva S6OOO, per la sua commissione, ohe 11 WWt '•j in. man in buona fede gli sborsò. Da qnei giorno in poi l'agente non si é fatto piti Tiro. NO. 46 ' THE PATRIOT"