The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, October 25, 1919, Image 3

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di altri tempi
11 lusso e le legjji suntuarie
Non é chi non plaudisca alla solen
ne esortazione di colui che presiede
attualmente al governo della nazio
ne, e non approvi l'invito al popolo
1 italiano, di provare il suo valore e lo
spirito di sacrificio, abbandonando il
1 lusso degli abiti, i fronzoli, i gioielli
inutili, i cibi costosi, i vini prelibati.
In altre epoche questa semplice
raccomandazione si sarebbe concre
tata una di quelle legge chiamate
"suntuarie", rinnovate spesso, di
i menticate, richiamate in vigore, e
quasi sempre deluse dalla furberia
I degli uomini, e dalla scaltrezza delle
' donne.
. . La Censura a Roma
I censori romani, all'inizio dell'im
pero, stimando necessario restaurare
i costumi antichi —come se Roma fos
se ancora una città di agricoltori,
mentre diventata la capitale del mon
do—proscrissero il lusso invadente
degli abiti e della tavola, le acconcia
ture delle donne, gli ornamenti d'oro,
certe vivande, e proibirono perfino
d'ingrassare i polli ed altri volatili
commestibili.
Sotto Tiberio, gli edili vollero ri
pristinare gli editti che fissavano il
prezzo di certt generi e il numero
delle portate per ogni pasto. Tibe
rio che era un savio, e non quel bru
to descritto dal libellista Tacito, mo
derò lo zelo degli edilli e mostrò loro
che Roma aveva bisogno delle Pro
vincie per vivere, come queste vive
vano portando i loro prodotti a Ro
ma.
II commercio dei Romani infatti si
era esteso con le loro conquiste. Es
si avevano saputo, ben presto, procu
rarsi i marmi più preziosi, i legni più
belli, i tessuti più fini, gli alimenti
più delicati. Tutti vollero allora es
sere meglio alloggiati, meglio vestiti,
meglio nutriti.
L'erede di Cincinnato smise la tu
nica grossolana, per indossare la fi
nissima stoffa di Mileto, tinta con la
porpora di Tito.
Non più casette meschine di mat
toni e d'argilla, bensi case maestose
di cedro della Mauritania, si serviva
il rombe di Ravenna, le ostriche dì
Taranto, le lumache dell'llliria o
d'Africa, le murene di Sicilia, il vino
delle Ciciadi, i capretti dell'Epiro, i
fagiani della Colcide, il pavone della
Persia, il fenicottero J'Egito, il gal
linaccio di Numidià, e altre cose da
mangiare che venivano da lontano e
costavano molto caro.
Non si sa di certo se i Romani co
noscessero già il modo di fare i gela
ti; ma sappiamo che Plinio si irrita
va, perché essi compravano la neve
dai montanari dell'Abruzzo, per rin
frescare il vino.
Sallustio, discepolo di Epicuro, e
Varrone e Seneca e Plinio il Vecchio
si scandalizzavano, perché si faceva
no venire dei prodotti da ogni dove,
per soddisfare i capricci e i piaceri di
gente voluttuosa. La tesi dell'au
sterità era bella da sostenere per co
lore che non si credevano obbligati
ad osservare i propri precetti. Pre
dicavano la povertà e scrivevano so
pra tavoli dorati, fra mura di marmo,
serviti da numerosi schiavi.
11 lusso della tavola
L'epoca del più gran lusso di Ro
ma va da Lucullo a Nerone, ossia dal
la conquista dell'Asia occidentale, fi
no alla guerra civile, che fece segui
to all'estinzione della discendenza di
Cesare. Allora si manifestarono tut
te le stravaganze di quella nobiltà
| che, nell'ebbrezza della fortuna, non
! seppe governatore né le Provincie, ne
le proprie ricchezze, né sé stessa. E
rano essi pure dei "nuovi ricchi."
Il lusso della tavola e le singola
rità culinarie sono di molto anteriori
ad Augusto. Si erano trovati nuovi
cibi o nuove maniere di cucinarli E-
I re in gran favore la piscicoltura, l'ac
climatazione, la translantagione di
vecchi alberi, e anche di vecchie vi
gne.
C'erano delle serre pei fiori, i frut
ti, l'uva. Si acclimatavano sulle co
ste del Lazio e della Campania i ne
sci della costa d'Asia, e numerose '
! conchiglie commestibili. Si scavavano
vivai per conservare le specie miglio— ì
ri, e non rischiare di mancare di pe
sci, nei giorni di burrasca.
Il buongustaio romano, esigente e
delicato, disdegna gli Minienti comu
ni: manzo, vitello, pecora: egli vuole
del cibi più legeri e, malgrado gli
editti dei censori, l'industria dei poi-'
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giornale gli Abbonati che cambiano
indirizzo, sono pregati, oltre al nuo
vo di inviarci il vecchio indirizzo per
facilitare il detto cambio al più pre
sto possibile.
lai, dei parchi e dei vivai, diventa as
sai lucrosa. Vi si allevano ogni sor
to di volatili, d'animali e di mollu
schi, c'ie noi non mangiamo più, co
me il ghiro, la grò, il fenicottero.
Una matrona, di famiglia conso
lare, vendeva ogni anno 5000 tordi
ingrassati, a 3 denari (lire 3.25) l'u
no. L'allevamento dei pavoni com
mestibili rendeva ad Anfidio Lurco
f.0.000 sesterzi all'anno. S'ingrassa
vano le oche in modo da dar loro un
Legato enorme, e Plinio dice che un
console e un cavaliere si disputavano
l'onore di questa invenzione.
1 granili
Parlando del lusso della ta\ola à
Kona, non bisogna dimenticare lue
uomini che s'illustrarono mangian
do: Apicio, con una certa eleganza;
Vi teli io con vorace appetito.
Apicio visse sotto Augusto e Ti
berio egli inventò dei manicaretti,
scrisse forse un libro di cucina, e go
dette fama di essere il pili grande
ghiottone de mondo. Possedeva 100
milioni di sesterzi, e si uccise quan
do non gli rimanevano più che 10 mi
lioni, temendo di doved morire di
fame.
Quanto a Vitellio, egli fu il degno
imperatore di quelli, fra i Romani,
che facevano un dio del loro ventre,
e che trovavando il modo di mangiar
sempre praticando un'usanza immon
da, per rimettersi a tavola.
Paolo Bernasconi.
TITTOXI E I SUOI NUOVI PIANI
PARIGI, 21—L'opera svolta da
l'on. Tittoni dal suo ritorno in seno
alla conferenza della pace é stata
delle più laboriose.
Sembra ohe la Delegazione Ame
rkana persista iu un atteggiamento
escile circa la nuova proposta solu
zione del problema riguardante Fiu
me, Tale atteggiamento é anche do
vuto al fatto che l'on. Tittoni ha
sottoposto i piani a Clemenceau ed
ai rappresentanti inglesi, e poscia ne
ha informato la delegazione Ame
ricana, poiché il Governo Italiano ha
intavolato trattative direttamente
con il Governo di Washington.
Il procedere dell'on. Tittoni riguar
do alla delegazione Americana é
spiegato dal fatto che é assolutamen
te impossibile trattate direttamente
1 con detta delegazione, la quale sem
bra abjbia il mandato di dilazionare
ogni giudizio sulle questioni che ad
! essa si sottopongono, e ciò per ri
chiedere istruzioni a Washington.
Tale condizione di cose sembra
che abbiano stancato non soltanto i
Delegati italiani, ma anche gli ingle
i si e francesi.
1 Notizie da Roma segnalano che la
stampa italiana é stanca di attende
re, per quanto segue prevalentemen
te un atteggiamento riservato sulla
questione di Fiume.
ILE ELEZIONI GENERALI SARAN
NO DIFFERITE?
ROMA, 21—Nei circoli politici e
parlamentari si dice che le elezioni
invece che il sedici novembre pros
i simo, saranno rinviate di una o due
settimane.
Tale rinvio sarebbe ritenuto ne
cessario perché la preparazione e
lettorale é incompleta, a causa prin
cipalmente della nuova legge elet
; torale politica, la quale presenta
parecchie difficoltà tecniche, difficol
tà con le quali moltissimi elettori
non si sono ancora familiarizzati.
RE VITTORIO S'INTERESSA ALLA
SALUTE DI WILSON
ROMA, 21—Re Vittorio Emanue
le é tornato dalle cacce di San Ros
sore.
Egli ha inviato un suo aiutante di
campo al rappresentante diplomati
co americano, Mr. Peter A. Jay,
per aver notizie dello stato di salute
del Presidente Wilson, e per comu
nicare il suo cordoglio di saperlo gra
vemento malato.
I gioranli di Roma ora sono del
l'opinione che la risoluzione del
problema dell'Adriatico sia nelle
mani del Segretaria di Stato Lansing
IL NUOVO AMBASCIATORE BRA
SI LENO A ROMA
ROMA, 21—La "Tribuna", com
mentando la notizia da Rio de Ja
neiro annunziante la nomina di Sou
za-Santes ad Ambasciatore del Bra
sile presso il Quirnale, dice che il
nuovo Ambasciatore sarà ricevuto in
tutta Italia col massimo piacere,
perché egli é noto ed é amato non
solo per la sua abilità ed il suo tat
to ma anche per l'opera indefessa
compiuta a favore delle relazioni a
michevoli tra l'ltalia e il Brasile.
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