The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, April 20, 1918, Image 4

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    Interessi 4 per 100
Dipartimento Estero
Questa istituzione, non solo fa tutti gli affari bancari regolarmente, ma anche quelli di spedizione a mezzo vaglia postali e
telegrafici, in Italia ed in tutte le parti del mondo. Essa Banca, nel fare qualsiasi spedizione di moneta, da al cliente il mas
simo del cambio. Gli italiani, quindi, possono approfittare di questa utilissima occasione. Depositate i vostri risparmi da noi.
Comprate da noi i Liberty Bond; fruttano il 4.25 per Cento. Questa Banca e' garentita dalle Leggi dello Stato
La Coscienza Nazionale
dentro e fuori i confini
Piglio, in prestito, per questa
piccola nota, il titolo di un artico
lo di Maria Rygier apparso nel
l'"ldea Nazionale", perché quel
lo ch'io dirò s'allaccia direttamen
te a ciò ch'é detto nell'articolo
menzionato.
Maria Rygier occupandosi e pre
occupandosi della coscienza nazio
nale che dovrebbero avere e che
non hanno i nostri lavoratori emi
grati in Francia, dice che primo e
urgente compito del nostro sotto
segretariato per la propaganda,
dovrebb'essere il "coltivare l'ani
mo di quei nostri fratelli, perché
essi non sieno resi estranei ai pro
gressi spirituali compiuti dalla lo
ro classe in Patria"; ed io mi fo
lecito d'aggiungere ; —ma com'è
che finora, nessuno, proprio nessu
no ha sentito il dovere di richia
mare l'attenzione dei nostri uomi
ni di Stato su quella che dovreb
b'essere e non é la coscienza dei
lavoratori nostri emigrati nell'A
merica latina ?
Io non saprei dire precisamente
quanti sieno i lavoratori italiani
emigrati in Francia; ma, so, per e
sempio, perfettamente, che quelli
emigrati nell'Argentina si contano
a milioni: Oh, com'è che quei mi
lioni di anime nostre sono ignora
ti?
Che sia colpa del mare che ci di
vide?
Noi accettiamo sottoscrizioni
I PER IL I
IMI) PRESTITO DEM l«
Perche* non la vostra?
Ili sunti i Itisi («UHI
of INDIA JA
Risorse oltre 3 milioni di dollari
The Citizen National Bank of Indiana, Fa.
Che sia colpa del. . . cielo?
Maria Rygier scrisse il suo arti
colo, di ritorno da Parigi, dove
dice—ha avvicinato l'ambiente
proletario francese e quello dei
stri emigranti operai; ebbene an'
ch'io torno. . . da Buenos Aires,
dove, per dieci lunghissimi anni,
ho vissuto la vita che colà vive La
gente nostra : torno da Buenos Ai
res e la domanda si presenta in
sistente : —"Com'è che di quella
gente non si preoccupa nessuno?"
Una delle due: o si tratta d'u
na dimenticanza o si tratta di un
errore; nell'uno e nell'altro caso
bene sarebbe che da parte di chi
spetta si prendessero quei provve
dimenti che più possano giovare a
tener su, desta e vigile, la coscien
za nazionale degli Italiani dell'Ar
gentina.
Tanto più che quella coscienza é
esposta ad ogni sorta di pericoli;
di pericoli gravi e di insidie sotti
li che la minacciano seriamente.
Giustamente Maria Rygier de
plora che per mancanza di una sa
na propaganda che ne rinvigori
sca la cosceinza nazionale, i nostri
operai emigrati in Francia "resti
no ligi al pacifismo antipatriotti
co e vadano ad ingrossare le file
dei minoritari e degli anarchici di
sfattisti francesi": giustamente
dice che "anche quelli che si dico
no interventisti non lo sono con
gli stessi intendimenti e per stessi
motivi dei loro compagni che sono
in Patria"; ma che cosa dire del
le vie che s'aprono, ampie e faci
li, dinanzi agli operai italiani del
l'Argentina, costretti, come sono,
a vivere insieme con ogni sorta di
persone che, novanta su cento, o
guardano con indifferenza la no
stra guerra o temono di vederci
vittoriosi o desiderano, addirittu
ra, l'annientamento completo e de
finitivo di tutte quante le nostre Si
nergie ?
In Francia vi saranno dei fran
cesi anarchici e disfattisti ; ma
l'Argentina, oltre che di legioni di
nemici nostri, di nemici cui é leci
to lavorare apertamente e impu
nemente a nostro danno, di nemi
ci per i quali non esistono campi
d'internamento, di nemici che pos
sono spendere e spandere, a piene
mani l'oro che le banche e le case
di commercio tedesche regalano,
con generosità germanica, a tutti
quelli che vogliono, in qualche mo
do, commettere un qualsiasi atten
tato contro gli interessi della vita
dei popoli civili.
In Francia, come scrive Maria
Rygier, i lavoratori italiani con
tinuano a dire che "l'ltalia é il
paese della miseria, il paese dei
bassi salari, il paese dello sfrutta
mento, inumano delle classi lavo
ratrici;'' ma, nella Argentina, ol
tre a tutto questo, con manifesti e
con giornali, scritti in tutte le lin
gue e inviati a tutti gratuitamente,
si fa sapere, tutti i giorni, agli I
taliani, che l'ltalia é un paese vi
lissimo di traditori e che la guerra
non la vinceremo perché vittoriosa
é già la Germania e che ogni gior
no che passa, più tremendo s'av
vicina il disastro.
In Francia, com'è scritto nel
l'articolo di Maria Rygier, il ma
le é che "i lavoratori italiani sono
favorevoli alla continuazione del
la guerra per la sconfìtta della
Germania e non per il consegui
mento dei nostri scopi nazionali",
ma nell'Argentina il male é più
grave, ed é che ai nostri lavorato
ri si tenta di far capire a tutt 'i co
sti, che, per il bene delle classi la
voratrici, la Germania non deve
essere sconfìtta.
Ohe cosa abbiamo fatto noi per
arrestare gli effetti di questa pro
paganda? Ignoranti e analfabeti
—non certo per colpa loro—erano
quando lasciarono i cari luoghi,
quei nostri lavoratori; ignoranti e
analfebeti sono rimasti. Opponem
mo forse propaganda alla propa
ganda nemica? Dimostrammo che
1 Italia sarebbe morta se non fos
se entrata, coraggiosamente, nel
-1 immane conflitto? Opponemmo
manifesti ai manifesti? Conferen
zieri ai conferenzieri? Ragioni al
le ragioni? Fatti e cose alle spu
dorate invenzioni dei nemici?
Io non avqyo mai creduto al mi
racolo ; ma. in America, mi fu gio
co-forza credervi, quando vidi che,
di fronte a tanti pericoli oppone
va ancora inconsapevole resisten
za la coscienza di quei nostri dis
graziati fratelli. Credetti al mira
colo: ma é scritto forse, in qual
che posto, che non possa cader do
mani una fortezza che noL capito
la oggi T
Ecco perché oso richiamare l'at
tenzione di chi spetta. Altri paesi
avrebbero speso chissà che cosa
per tener su la coscienza di colo
nie come quelle che abbiamo noi—
completamente nostre—di là dal
-1 ' Venno : avrebbero speso e bene
? della guerra e
per le frazioni —e son tante —dei
dopo guerra.
Dimenticavo. Facemmo vera
mente un'altra cosa. A tempo per
so. . . lamentammo il poco patriot
tismo dei lavoratori emigrati. E
non siamo ancora pentiti dell'ere
sia !
Su che non andiamo
d'accordo
I primi nord americani sbarca
ti in Europa a combattere non
hanno saputo dissimulare alcune
loro piccole grandi stupefazioni.
Una delle cose che produce in essi
un vivo e profondo stupore e la fa
cilità con la quale in Europa, e
specialmente nel mondo latino ci
si stringe la mano. Anche i yan
kees se la stringono—e come !
L'energico shake hand é, infatti,
nord americano e chi di noi lo ha
conosciuto sa che c'é da averne il
braccio slogato per quarantott'ore
salvo complicazioni. Ma é appun
to per questo che gli inventori del
lo shake hand trovano che noi ci)
tocchiamo la mano con troppa fre
quenza e senza sufficiente neeessi
té. Quell'atto vuol esser, per es
si, un'altra proclamazione, una so
lenne affermazione di amicizia, e
le cose solenni non si fanno così,
come niente. Negli Stati Uniti,
dopo lo scambio d'un good morn?
ing o d'un good evening, breve, de
ciso, secco come una pistolettata,
non si prova la necessità di farsi
reciprocamente il solletico alle
mani per un quarto d'ora, e di con
tinuare per un quarto d'ora a
scuotersi reciprocamente tenera
mente la mano, come se ritrovarsi
sullo stesso pianeta, come se in-
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! contrarsi magari due, tre volte al
l giorno in questa trappola da topi
ch'é il mondo fosse la cosa più
prodigiosa che ai nostri occhi mor
i tali sia dato vedere. I n america
no stringe hi mano di sua moglie,
di suo fratello, di un amcio quan
do parte per venire a combattere
j in Europa ; egli non lo aveva fatto
da Capodanno; rinnoverà l'atto
quando tornerà, per non più ripe
terlo sino al Copadanno seguente.
Gli europei—e specialmente i la
tini —distribuiscono invece strette
di mano come si distribuiscono per
via i manifestini di reclame. E, se
condo gli americani, non dovrebbe
essere cosi. Stringer la mano é
una cosa importantissima, gravis
sima, secondo gli americani é co
me suggellare un patto, é come fir
! mare un contratto ; e i contratti
non si firmano tutti i giorni, anzi
parecchie volte al giorno. Un a
mericano diceva qualche giorno fa,
ad un giornalista francese: "Voi
*
altri chiamate caro amico un si
gnore del quale non conoscete nep»
pure il nome e date il tu ad un al
tro che otto giorni prima non co
noscevate. Noi non diamo il tu che
a Dio ma glielo diamo perché lo
conosciamo da un pezzo."
Dopo la filosofia della stretta di
mano, l'aneddoto; un italiano en
tra un giorno nell'ufficio d'un uo
mo d'affari americano, a New
York. Inutile dire che gli, tende
subito la mano. L'americano
guarda un momento la mano che
j gli si tende, poi rivolto al visita
! tore :
j —"La chiromante? al piano di
' sopra.
Aperta il Sabato
Sino alle ore 12 a. m.
LA UCCIA ALL'ELEFANTE
Fra i grandi mammiferi, l'ele
fante e maggiormente richiesto an
che pel fatto che la sua cattura e
conservazione presentano minori
difficoltà. La maniera colla quale
si cacciano fu già scritta da Sa
muele Baker. Quando si é trovata
una truppa di elefanti, s iuseguo
no, dividendosi per. gruppi di tre,
per non perdere gli elefanti che si
staccano dal gruppo principale.
Uno dei cacciatori cerca, di atti
rare a sé l'attenzione dell'anima
le ; durante questo tempo un secon
do cacciatore gli si avvicina a ter
go, discende da cavallo e cerca con
l'aiuto di una spada a due tagli di
recidergli il tendino d'Achille
d'una delle due gambe posteriori.
11 pachiderma furioso si volta con
tro l'assalitore, che inforca in fret
ta il cavallo, tenuto da un terzo
cacciatore, allora il primo si sfor
za di ferire colla stessa maniera la
seconda gamba dell'elefante, in
guisa tale che e posto nell'impossi
bilità di nuocere.
L'animale é abbattuto ed ucci
se. In tal guisa? si opera coi vec
chi elefanti. I giovani, che si di
stinguono facilmente, sono trasci
nati lungi dal branco, non avendo
la forza degli altri, si stancano
più facilmente e i cacciatori li cir
condano e legano loro bene, me
diante lacci, il collo e le gambe.
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