The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, December 29, 1917, Image 5

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    Il Dovere Degli Italiani
NE' ORGOGLIO, NE' UMILTÀ': DIGNITÀ'!
PARIGI. L'ora del peri-;
colo deve essere, per i popoli for
ti, che hanno della propria forza
la consapevolezza e la fiducia,
l'ora di tutte le audacie. Com
presa quella di riconoscere i pro
pri torti.
Badiamo. Non e' questo il
preambolo di uno studio critico
sulle cause e sulle respondabilita'
degli ultimi rovesci militari. Le
nostre intenzioni sono molto più'
modeste. Noi vogliamo soltanto
notare alcuni errori in cui sono
caduti quasi tutti coloro, che o
per incarico ufficiale, o di propria
elezione, si sono fino ad ora a-j
doperati per far conoscere all'es-,
tero la nostra guerra.
Crediamo di non esser lontani
dal vero, affermando che ieri
sostoro han peccato di orgoglio
ed oggi peccano di umiltà'.
Noi ci siamo sempre doluti, e
non a torto, che all'estero anche
dagli alleati; si, conoscesse poco
la nostra guerra, non si apprez
zasse abbastanza il nostro sforzo
Ma, per illuminare e convertire
gli ingnoranti, invece di procede
re per via di volgarizzazione, ab
biamo proceduto spesso per via
di raffronti. Il fronte italiano e'
il più' lungo tra i fronti occident
ali. E' il più' difficile. E, non
ostante questo, e' difeso dal solo
esercito nazionale. Non solo, ma
la nostra guerra che si svolga su
territorio nemico, Ecc., ecc.
In questo metodo di propa
ganda si rispecchiava la tenden
za di taluni circoli autorevoli a
considerare la nostra guerra
come una guerra innestata, più
per ragioni di convenienza poli
tica, che per ragioni di necessita'
militari, sul tronco della grande
guerra europea.
Se le cose avessero continuato
ad andar bene, gli inconvenienti
di quésta propaganda di tono po
lemico sarebbero passati inav
vertiti. Ahimè'! I giorni tristi
sono succeduti ai giorni lieti e
noi vediamo oggi sbocciare sulle
labbra dei nostri amici domande
come queste: Ma com'è' che,
dopo aver detto che bastivate da
soli a difendervi, fate oggi appel
lo al concorso degli alleati?
Non c'e' nessuna malignità' nel
la domanda, ma c'e' molte mera
viglia. E si capisce.
Abbiamo detto che, nell'ora
del pericolo, conviene avere tutti
i coraggi, compreso quello di ri
conoscere i propri torti. Ma per
emendarci, non per recriminare.
Se noi, dunque, osservassimo
che sul nostro fronte la lotta e'
più' dura, ma non più' cruenta
che non sugli altri fronti, proprio
mentre ci affacciamo alla doloro
sa esperienza di una guerra di
trincea in pianura ai come se ci
fermassimo a ricordare che an
che alla nostra posizione di as
salitori di un esercito già' pro
vato da parecchi mesi di fìeris
simi combattimenti dovevamo la
singolare fortuna di combattere
su territorio nemico, insisterem
mo su apprezzamenti di fatti che
la realta' ha pur troppo superati.
Peccammo di orgoglio. Con
The Victoria Pool Room
* Il Migliore d'lndiana ❖
Noi abbiamo una nuova e moderna Sala da Bi-
V gliardo con sei tavoli. Nel nostro vi sono an- «J>
V che scompartimenti privati. V
t Noi vendiamo Sigari Americani, Sigari To
scani, Sigarette, "Tabacco, Candy e Bevande Rin-
frescanti. Puliamo e Ripariamo Cappelli a prezzi ra- X
▼ •>
V gionevoli.
♦> * ANCHE
V Lasciate che diamo alle vostre scarpe una reale V
lustratura.
♦j> Fate attenzione alla nostra Grande Apertura, <£>
♦♦♦ che avverrà prossimamente. v
I JINE BROS. & MUSC4RA, Props. $
* 628 PHILADELPHIA ST. *
V
statiamolo, soltanto perche'
questa e' la ragione per cui oggi
pecchiamo di umilita'.
All'estero, ogni italiano e' un
propagandista della guerra na
zionale. Egli deriva l'alimento
della sua attività' o dai giornali
0 dalle notizie epistolari che gli
giungono dai suoi amici rimasti
in Italia. leri i giornali erano
pieni di baldanza e le lettere re
cavano gli spunti polemici più'
su riferiti. Onde l'orgoglio. Og
gi i giornali sono pieni di riserve
ele lettere dimesse. Onde l'u
miltà'.
Molte lettere sono più' che di
messe : sono accorate, sconforta
te, e anche peggio. Parliamo per
esperienza personale. Orbene
crediamo di compiere un modes
to, ma utile dovere di buoni itali
ani, ammonendo quei nostri con
nazionali residenti in patria, che
scrivono ad amici residenti all'e
stero, a esser molto cauti nel nar
rare avvenimenti, nel manifesta
re giudizii, nell'esporre impres
sioni proprie a daltri. Ricordino
ripetiamolo che ogni italia
no all'estero e' un propagandista
il quale documenta la propria
propaganda con le notizie che gli
giungono pubblicamente o priva
tamente dal suo paese ; che l'ope
ra svolta dalla folla degli emi
grati e' ben altrimenti vasta e
profonda di quella affidata alle
solite missioni ufficiali od ufficio
se.
Noi non proviamo il bisogno di
invitare i nostri connazionali che
scrivono all'estero ad essere od a
mostrarsi ottimisti. Per fortuna,
il valore dei nostri magnifici sol
dati consente almeno quella di
vedere limitata ed arrestata l'in
vasione del nostro esercito, solo
nell'ora della fortuna, come fu
solo nell'ora della disdetta. E'
necessario che questo segno dì
legittima fiducia e di legittimo
conforto traspaia dalle parole in
formatrici che passano la fronti
era. E' necessario, e' dovereso,
e' giusto che queste parole ci mo
strino non un popolo soltanto in
attesa di aiuto, ma' un popolo
pronto a battersi e a sacrificarsi.
Una cosa e' intanto certa: che
la nostra guerra fu sempre con
siderata dal nostro popolo come
una parte della guerra europea.
Ne consegue che se le sue vi
cende conducono oggi in Italia
truppe alleate, queste truppe non
rappresentano un soccorso, ma
sono la manifestazione di una
sildarieta' profittevole a tutti gli
alleati.
1 Se l'esercito italiano ha da
vuto piegare di fronte a forze
prevalenti, di cui non era pronto
a sostenere l'urto, non e' detto
ch'esso sia inerto o vile. Vit
tima della fatalità', esso vuol di
comporsi ebattersi: soltantp per
questo, cioè' soltanto per dargli
il tempo di ricomporsi per bat
tersi, gli alleati sono venuti a
fiancheggiarlo. E i fatti dimo
strano già' che non sono venuti
invano.
L'ltalia vede oggi attuarsi
l'umore sacra. I suoi cittadini
sono pronti a soffrire; i suoi sol
dati a morire. Ma il nemico sia
arrestato e, quando sara' possi
bile, ricacciato.
Essendo queste le rivalità' e le
discordie, io sforzo guerriero
potrà' acquistare tutta l'ampiez
che ieri gli manco'. Occorrendo,
l'ltalia restituirà' ciò' che le fu
dato. Dappertutto, dove sara'
necessario, le sue bandiere
sventoleranno vicino a quelle
degli alleati.
Ecco le notizie che si aspet
tano all'estero, che gli italiani
residenti i patria possono spedire
agli italiani emigrati e questi di
vulgare.
Non più' recriminazioni. Non
più' esagerazioni di episodi do
lorosi, ma non tal da scalfire la
riputazione del nostro esercito.
Non più' accenti di sconforto.
Non più' grida di aiuto. Ma la
descerizione schietta della realta'
e l'enunciazione calma dei pro
positi che la sventura ha ma-
I PRIMI RINFORZI ALLEATI SPEDITI IN ITALIA
■ ''
La fotografia clie qui riproduciamo mostra i primi autocarri francesi giunti a Milano,
quando maggiore ferveva la lotta al nostro fronte per arrestare l'invasione austro-tedesca.
Curiosi e.~. Curiosità'
Spesso il caso si diverte a cre
are delle strane situazioni che
sovente rasentano la tragedia,
ma, più spesso ancora, fortuna
tamente, hanno sapore di farsa.
L'anno prima della guerra, un
ricco americano che viveva a
Parigi, si reco a Enghien ed ebbe
occasione di partecipare al giuo
co in quel Casino. Il signore ave
va un sistema suo speciale ; quan
do aveva perduto una certa som
ma prestabilita, si alzava e tor
nava a casa. Una certa sera egli
aveva raggiunto il limite presta
bilito di perdite, e volgendosi a
una signora che gli sedeva ac
canto esclamo: "Cosi ho perduto
il mio ultimo luigi. Ho finito di
giocare." Nell'istesso momento
prese di tasca una piccola scatola
di tartaruga, l'apri e ne tolse una
specie di pasticca bianca, che si
mise in bocca. Un attimo dopo,
egli si vedeva saltare addosso
quattro camerieri che si impos
sessarono di lui e lo trascinaro
no in un salottino accanto al sa
lone da giuoco.
Non tenendo conto delle sue
proteste, i quattro lo distesero
sur un sofà, gli spalancarono a
viva forza le mascelle e gii fece
ro ingoiare un potente emetico.
Le conseguenze di questa cura
furono cosi immediate e disas- j
trose che il povero nomo non eb- j
be voglia di parlare per almeno
un quarto d'ora; e quando potè
spiegarsi fu chiarito che la pas
ticca era semplicemente di chin
ino e che era stata un'enormità il
pensare che egli volesse suicidar
si.
MARITO SENZA SAPERLO
A proposito di matrimonto, a
difficile immaginare qualche cosa
di più imbarazzante del trovarsi
sposato senza saperio. La possi
bilità di una simile situazione, e
provata dall'avventura capitata
turati nella coscienza del nostro
popolo.
Diamo agli alleati l'impres
sione che l'ltalia e' in piedi, viva,
intatta, decisa ; che il rovescio e'
passato; che lo spirito combat
tivo e' aumentato; che la nostra
fedeltà' alla causa degli alleati e'
assoluta; che l'idea del fronte
unico ha trionfato di tutte le op
posizioni; che siamo pronti a
batterci per l'ltalia oltre i con
fini, come gli inglesi e i francesi
si battono oggi entro i nostri
confini; che il nostro sforzo e i
nostri sacrifìci saranno pari a
quelli degli altri alleati.... E
avremo compiuto opera utile e
savia.
Ne' orgoglio stolto, ne umiltà'
imbelle. Dignità'. Tale il con
tegno che si conviene al nostro
popolo, in quest'ora grave; ma
non disperata. Sieno dignitosi
gli italiani di dentro, perche pos
sano esserlo quelli di fuori.
L'immagine dell'ltalia ne sara'
più' bella ; sara' bella come e'.
al conte Roberto De Pomereau,
che fu sindaco di Heron, presso
Rouen.
Il conte e scapolo; ed e facile
quindi immaginarsi la sua sor
presa quando, un giorno, ricevet
te una lettera da una donna che
si firmava "contessa De Pome
reau", e che lo rimproverava di
non sentire i suoi doveri di uo
mo ammogliato e di non curarsi
di lei e del suo unico figlio. In
sulle prime, il conte credette che
la lettera fosse una burla, ma
poi devette convincersi che il ca
so era ben diverso. La donna
mostro il suo certificato matri
moniale, che era in data del 19
aprile 1892 e portava la firma di
Roberto De Pomereu. Inoltre, il
certificato, quantunque le nózze
fossero state celebrate a New!
York, era stato debitamente reg
istrato presso il Consolato fran
cese di quella citta. Spaventato,
il conte si rivolse a un avvocato
e cosi apprese che, secondo la leg
ge francese, egli si trovava nell'-
inverosimile situazione di essere,
il marito di una donna che non
aveva mai veduta. L'unico modo
per uscire dalla situazione era di
presentare una domanda di di
vorzio, a questa via egli dovette
seguire. L'identità dell'imbrog
lione che si era sposato sotto il
nome del conte, rimane ancora
un mistero.
LADRO SUO MALGRADO
Ma, forse, e preferibile trovar
; si sposato senza saperlo, al diven
tare inconsciamente... un grassa
tore, come avvenne al generale
spagnuolo Martinez Campos.
Una sera d'inverno, nel far ri
torno a casa dal circolo, il gener
ale fu urtato nella via da uno
sconosciuto, e nel portarsi la ma
no al panciotto scopri che il suo
: orologio d'oro con relativa cate
'na, era scomparso. Il generale,
COMBATTENTI D'ITALIA
Gii aneddoti eroici della nostra guerra
Contro le fortissime alture di
Tivoli e di San Marco, dominan
ti da oriente la piana di Gorizia,
batte ininterrotto le nostre bat
: terie. Il terreno a rapidi pendii,
rotto da burroni e ricoperto da
fìtta vegetazione in gran parte
costituita da boschi di alto fusto
si presta a valida difesa, guer
niscono queste posizioni numer
ose truppe del 21 degree land
wher austriaco a feldjager delia
44" divisione, i\i annidate dopo
la loro cacciata da Gorizia.
Nella viva ed aspra lotta che
si avolge sul San Marco, il ser
gente Palmeri—poi premiato
con la medaglia d'oro—sempre
primo dove ferve la mischia, es
empio vero di puro eroismo, oc-
che pur non essendo più giovale,
era ancora un uomo robusto, rin
corse il ladro, lo afferro per la
gola, e gii disse:—"Dammi l'oro
logio, mascalzone, o e finita per
te!" Lo sconosciuto, tremante,
diede orologio e catena, e il gen
erale riprese la sua strada. Ar
rivato a casa ed entrato nella sua
stanza da letto, per poco non
svenne dallo stupore nello scor
gere sui comodino il suo proprio
orologio con la catena, che evid
entemente, egli aveva dimentica
to al momento di uscire. Allora,
rasse di tasca l'orologio che lo
sconosciuto gli aveva consegna
to, a dovette constatare di non
averlo mai visto prima. Eviden
temente, lo sconosciuto aveva
scambiato il generale per un la
dro, e gli aveva consegnato il pro
prio orologio. Il generale Campos
fece l'unica cosa possibile; pub
blico degli annunzi nei giornali
per rintracciare la sua vittima
nvolontaria.
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cupa una trincea nemica facendo
prigionieri tutti i difensori.
Dagli scavi retrostanti gli aus
triaci vendicano i morti ed i prig
ionieri della prima linea con un
fuoco rapido e violento. Tiri di
demolizione, tiri di sbaramento e
di controbatterie, accompagnati
da fuochi di bombarde da falcia
te di mitragliatrici, da raffiche
di fucili, percuotono, battono,
flagellano l'aspro terreno, scon
volgono la montagna, infrangono
difese; non un metro di terreno e
intatto in quel violento, intenso
cataclisma di fuoco.
Sempre primo innanzi al plot
one, il sergente Pai meri, calmo,
sereno, intrepido prosegue la
sua avanzata per occupare un
aitila posizione potentemente di
fesa, e vi giunge, vincitore. 11 ne
mico, scacciato daile due trincee,
ha raccolto forze nuove e con
esse marcia al contrattacco ten
tando avvolgere la seconda trin
cea perduti! e sulla quale il valo
roso sottuffciale di Leonessa, rit
to in piedi, grida forte ai soldati :
Compagni, qui difendiamo Po
nore della patria
Con i pochi superstiti del plo
tone valorosissimo, lanciando
bombe a mano, difendendosi coi
fucili e colle baionette, il ser
gente tiene a bada gli assalitori.
Gravemente ferito rimane sul
posto, incitando i suoi soldati al
la resistenza al grido: Viva l'-
Italia, Viva il Re
Esausto di forze, invitato a
ritirarsi, il Palmeri nobilmente
rifiuta, e rimane sul campo coi
suoi battaglieri e valorosi gre
gari finche con l'arrivo di rinfor
zi la posizione non e consolidata.
La ferita che ha squarciato le
carni del giovane sott'ufficiale
abruzzese e grave; il sangue
perduto lo sforzo per rimanere
sue posto con i suoi soldati il gia
ciglio fangoso dove ha dovuto
sostare, hanno aggravato il
male ; la morte batte sulle spalle
del valoroso, che prima di esal
are l'ultimo respiro, chiama at
torno a se i suoi numini, e limp
ido lo sguardo, chiara la voce,
tranquillo il cuore, esclama:
Giovanotti, muoio contento di
aver compiuto il dovere di solda
to d'onore: Viva l'ltalia.
LA REGINA MADRE.
ROMA, 27. S. M. la Regina
Madre ha ricevuto in udienza
particolare una commissione di
Ufficiali che a nome di tutti i
loro compagni espressero all'au
gusta gentildonna la loro rico
noscenza per la distribuzione dei
ricordi di Natale.
PEELOK & E EIT
Av.'fcati in cau&e civili c* jrurna.U
Indiami
< ||-- ,| - - i -ii"
Leggete il PATRIOTA