The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, October 20, 1917, Image 5

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LE AVVENTURE ROMANTICHE
IL PIEDE NELLA ROTAIA
Il signor J. W .Jeffreys, giovi
notto di 21 anni, era impiegato
nelle Ferrovie Occidentali degli
Stati Uniti d'America, in qualità
di verificatore dei vagoni, ed abi
tava a Waunwen, poco lontano da
Swansca, quando gli capitò una di
quelle avventure che fan correre
un brivido per le carni, al solo i
maginarle.
Era un mercoledì, e il signqy
Jeffreys, non essendo di servizio,
aveva trascorso la serata in com
pagnia della sua fidanzata. Verso
le 10 della sera i due si lasciarono
e il giovinotto si diresse allfc sta
zione di Landore per prendere il
treno di Swansea e fare quindi il
resto della strada fino a casa, a
piedi. Per far più presto egli pre
se una scorciatoia e raggiunse il
Viadotto di Landore, ardita co
struzione di ferro che doveva at
traversare. Lungo i binari verso
la stazione eravi una cabina di
segnalazione e in direzione di
Neath una curva acuta che però
non impediva la vista della ferro
via per un buon tratto, essendo le
rotaie situate molto in alto a quin
di ben visibili specie per chi per
correva l'argine.
Nella morsa
11 signor Jeffreys sapeva che
doveva passare un treno sulla li
nea lungo la quale egli cammina
va, ed egli affrettò il passo per gi
ungere alla stazione prima che vi
arrivasse il convoglio, mettendo
si a una specie
di 'marciapiede di legno duro che
accompagnava le rotaie in curva,
come un riparo contro probabili
slittamenti.
Con la mente ancor tutta piena
della dolce imagine della donna
amata, il giovinotto non badava
affatto al' i via che percorreva e
non pensava alla possibilità di un
accidente qualsiasi, quando d'un
tratto gli sdrucciolò un piede fra
il margine del riparo di legno e la
vicina si trovò preso for
temente come dentro un morsa
terribile.
£on frenetica energia egli cereo
subito di liberarsi dalla stretta,
ma ogni sforzi non valse che ad
imprigionarlo maggiormente, poi
ché il piede si storceva, alla cavi
glia, ma la punta della scarpa re
stava incastrata sotto la rotaia e
il tallone sotto il marciapiede di
legno, attraverso.
Por qualche tempo moltiplicò i
suoi sforzi, con l'unico risultato di
farsi malo alla gamba; poi un ter
ribile pensiero gli baleno alla men
te, facendogli venire il sudore
freddo. Egli era li solo, lontano
da ogni abitazione, prigioniero in
un binario sul quale stava por pas
sare un treno. Era la morte, un
atrocissima morte !...
L'orrore della situazione lo fece
restare per qualche momento mu
to, come fuori di sé. Che poteva
mai fare?... Oh se qualcuno fosse
accorso in suo aiuto, a fermare il
treno in tempo!... La siia mente
cerco affannosa tutti i mezzi per
attirare l'attenzione di qualche
compagno ch'egli sapeva dover
prestare servizio a quell'ora, non
lontano di li. E allora si mise a
gridare con quanto fiato aveva in
gola, ma non gli rispose che l'eco
della sua voce... Pure laggiù, ver
so la stazione, si vedeva la cabina
di segnalazione e si scorgeva dis
tintamente il segnalatore muover
si dentro, avvicinarsi alla finestra
aperta, sporgersi fuori per guar
dare proprio nella direzione dello
sventurato!... E il povero Jeffreys
si diede al agitare furiosamente le
braccia, urlando a più non posso:
" Aiuto!"
Tentativi inutili
Ma l'altro non mostrò di accor
gersi di quanto accadeva. Consta
tando che la sua voce non era udi
ta, il giovinotto si senti il cuore
andar via; nondimeno con tutta la
forza della disperazione continu
ava a gridare e a gesticolare, vol
to alla cabina. Per un attimo, ve
dendo il segnalatore levarsi dalla
finestra, egli credette di essere sta
to udito, e l'ansimo gli si apri alla
speranza. Ma nessuno apparve, e
allora egli ripiombò nella dispera
zione.
A un tratto s'udi trillare fioca
mente il campanello del telegrafo,
e il segnalatore si appressò alle
leve. La luce rossa del posto di
segnalazione che precedeva la ca
bina si mutò in verde, e Jeffreys
capi che sopraggiungeva il treno
di Neath! L'infelice si senti man
care, e ruppe in pianto, nell'ago
nia d'ansia che lo straziava. Tut-
tavia continuava a invocare soc
corso e a dibattersi con frenetico
vigore per togliere il piede dalla
formidabile stretta. Un'idea gli
attraverso ad un tratto il cervel
lo: tagliare la scarpa! Cavò fuori
subito di tasca il coltello e si pose
a tagliare i legacci e gli occhielli,
ma l'operazione non gli valse a
nulla. Continuo a tagliare, ad on
ta della positura quasi assurda in
cni doveva tenersi; ma il tempo
urgeva sempre più; e già un fra
gore correva lungo le rotaie. Era
il treno che si avvicinava !
Allora parve che il cuore gli
cessasse di battere e i capelli gli
si rizzassero tutti sul capo. La
morte era li imminente, inevita
bile, orrenda!...
Eppure no, forse aveva ancora
la possibilità di salvarsi. Il rom
bo di un convoglio si percepisce
nei binari a notevole distanza. E
Jeffreys continuava a tagliare la
scarpa con ansia furibonda, men
tre rivoli di sudore gelido gli la
vavano il volto. Ma il fragore au
mentava di più in più e il piede
fatale si ostinava a restare diabo
licamente incastrato nella rotaia.
Vano era ogni sforzo; le grida, i
gesti frenetici rimanevano senza
risposta; e le vibrazioni romban
ti del binari si facevano sempre
più intense. Era un'agonia senza
eguale! Gli occhi di fuoco del
mostro brillavano avanzando nell'
oscurità.
Jeffreys volse il pensiero alla
mamma sua e alla dolce fanciulla
che gli aveva donato il cuore.
Attimi di speranza
Le sue grida e i suoi gesticoli di
leguavano nella notte fantastica
mente, inutilmente... Egli gettò un
ultimo sguardo disperato alla ca
bina dei segnali, in una suprema
implorazione d'aiuto, e vide l'om
bra di un uomo dall'altro lato dei
re rotaie che correva gridando alla
sua volta. Era uno dei suoi com
pagni, il quale aveva udito le sue
grida e accorreva a prestargli aiu
to !... Ma lunga ancora era la stra
da che egli doveva percorrere,
mentre il treno si trovava già li,
vicino. Quegli veniva urlando e
gesticolando, e Jeffrevs dal canto
suo gridava al macchinista del tre
no, con la speranza di attirare la
sua attenzione in tempo perché po
tesse dar il controvapore. Ma ap
parentemente quegli non poteva
né udire né vedere il disgraziato.
Il convoglio avanzava con inesora-
=■□ Sabato, 20 Ottobre 1917 a-
bile velocità.
La locomotiva era a brevissima
distanza dal prigioniero della ro
taia. allorquando il macchinista,
che stava scrutando nell'oscurità,
al di fuori della sua piattaforma,
s'accorse improvvisamente di lui
e s'affrettò a dare il controvapore
e ad applicare i freni. Ma era trop
po tardi, ormai !... Nel medesimo
tempo Jeffreys, vedendo che non
poteva più uscirne sano e salvo in
nessun modo, aveva pensato che
almeno gli sarebbe stato possibile
di sottrarsi alla morte. Il suolo vi
cino alla rotaia che lo aveva cosi
spietatamente ghermito era libe
ro ; perciò quando la macchina non
fu che a pochi metri da lui egli ri
unì tutte le sue forze e spinse in
dietro il corpo quanto più gli ven
ne fatto.
L'investimento.
La macchina aveva il tender di
nanzi ed esso passò senza toccar
lo; ma la locomotiva per contro
urtò la sua gamba imprigionata
al disotto del ginocchio, con terri
bile violenza, eausandogli un an
goscioso dolore.
Con la maggior prontezza il tre
! no era stato spinto indietro, ed a
»
ve va investito Jeffreys solo per
; forza d'inerzia.
Ad onta'dell'intenso dolore e
del sangue che usciva in abbon
danza dalla gamba ferita, il pove
ro giovinotto non perse nemmeno
.-> , -, ■: ■ - .
RIUNITI PER DECIDERE IL DESTINO DELL'IRLANDA
Gruppo preso nel Collegio d
so Irlandese. In tale riunione fu
tro della prima fila ed é l'ottavo
eando di risolvere il problema de
PER RIDERE
Tn americano autentico, bene
imbottito di banconote, ma non
per questo meno infelice per una
terribile sordità che lo affliggeva,
dopo di aver provato a Chicago
tutti i possibili rimedi per curarsi
del suo male, capitò in Italia e, a
corto di espedienti, giunto a Fi
renze. si affido alle cure di un cele
bre medico omeopatico, il - quale
gli garanti che col proprio siste
ma la guarigione era certa.
E la cura, infatti, cominciò. Ora ?
una seduta di tre ore in un offici
na meccanica dove dozzine di po
derosi magli battevano ritmica
mente e fragorosamente, ora delle
assemblee popolari nelle quali si
discuteva della pace universale.
Anime! Nulla. Il yankee ri
maneva più sordo che mai II tim
pano era recalcitrante.
Finalmente una sera l'ottimo
dottore conduce il malato alla
Pergolta dove si rappresentava
Tristano e Isotta, e si colloca in
sieme a lui in orchestra, proprio
vicino ai tromboni. Questi co
minciano ben presto le loro deto
nazioni ormai divenute celebri.
Hanno appena smesso che l'a-
allora la coscienza.
11 suo compagno in preda alla
costernazione lo raggiunse che già
la macchina lo aveva investito.
Altri accorsero subito dopo a
dargli aiuto e alla fine egli potè
essere tolto dalla morsa della ro
taia. con la scarpa mezza tagliata.
Trasportato alla stazione di
Landore, Jeffreys vi ricevette le
prime cure d'urgenza, e quindi
venne condotto all'Ospedale di
3wansea ove gli riscontrarono una
frattura multipla della gamba che
esigeva l'immediata amputazione.
Il giorno dopo era già in grado
di narrare i particolari della sua
drammatica avventura.
Qualcuno gli osservò che avreb
be dovuto accendere, per salvarsi,
carta e far con essa dei se
gnali al personale del treno.
Ma Jeffreys rispose che, senza
tener conto della mancanza di fi
ammiferi e di carta, non si può
pensare a tutto nello stesso tempo
e in certe circostanze !
L'eroe, anzi la vittima, di que
sta emozionante avventura capa
ce veramente di far diventar bian
chi i capelli in pochi istanti, ha
ripreso, dopo la guarigione, le sua
abitudini normali; ma dichiara
che giammai dimenticherà la sua
tragica situazione di quella notte.
Il ricordo di allora é ancora per
lui un incubo che mai l'abbando
| na.
ella Trinità in Dublin, Irlanda, n
assunta la presidenza da Sir Hora
i personaggio contando dalla siriis
i 1 Governo in Irlanda, in modo da
mericano esclama giubilante :
—Ah, dottore, la musica di Wa
gner ha operato il prodigio !
Il medico rimane muto.
j —Vi dico che sono guarito Ci
sento a meraviglia !
Il dottore, muto come un pesce
Era diventato sordo lui !
l Anche la reclame ha talvolta i
suoi inconvenienti.
Tempo addietro in un giornale
si leggeva il seguente avviso eco
nomico. inserito da una fabbrica
di casseforti :
Questa notte i ladri hanno visi
tato il nostro ufficio e tentato di
forzare la cassaforte di nostra fab
bricazione; ma. per quanti sforzi
abbiano fatto, impiegando i più
perfezionati istrumenti, non ri so-,
'no riusciti. Se la cassaforte non
; avesse resistito, le 120 mila lire
■ che conteneva sarebbero cadute
'nelle mani dei malvivente. E' que
sta la prova migliore della bon
tà e sicurezza del nostro articolo/'
Il giorno di poi stesso giornale
si leggeva quest'altro avviso:
"Appreso dall' annunzio di ieri
che la cassa forte della Ditta Y e
C.—da noi visitata e non potuta
forzare perché sul più bello del no
stro lavoro fummo disturbati —
t
Il Fanciullo Imperatore che ha i suoi
Soldati in Francia
)
In Francia, dove sono accorsi
a combattere a fianco dei difenso
ri della libertà, i soldati annamiti.
questi omini in uniforme kaki, dai
visi misteriosi, dagli occhi sempre
in sogno, sono divenuti oramai po
polari. Quando torneranno anco
ra al loro paese? Quando rive
dranno ancora il loro piccolo Im
peratore? A questo proposito l'-
accademico Brieux pubblica negli
Annales alcuni interessanti ricor
di d'un suo viaggio in Indocina e
di una sua visita al regale fanciul
lo.
La veglia delle favorite
' Eccoci dinanzi a ciò che si chi
ama la ' * Città imperiale". E' un
quadrato di tre chilometri di lato
cintato da un muro diritto che
[vorrebbe aver l'apparenza d'un
baluardo. Traversato un bel pon
ticello tutto ornato di porcellana
cinese, giungiamo dinanzi alla
porta della cinta, un giorno sacra,
dove non penetravano che i fami
liari della corte, lai viale serpeg
giante in un giardino meraviglio
samente fiorito conduce al palazzo
—un palazzo basso e lungo coi tet
ti ad angoli rialzati.
ella quinta riunione del Congres
ee Plunkett, ch'é seduto nel con
stra. Questi uomini stanno cer
soddisfare tutti.
"Noi siamo introdotti in un'am
pia sala dove una luce tenue ver
digna penetra a traverso una pa
réte di stuoie. In fondo si erge
un altare elevato alla memoria de
gli imperatori defunti -e, sulle ta
vole, avvicinandoci, distinguiamo
alcuni servizi da té e una quantità
di graziosi gingilli appartenenti
un giorno a coloro che in quella
sala oggi si venerano. Qua e là
nella penombra, oscillano cento
piccole fiammelle portate sulle ma
ni congiunte da cento figure im
mobili. Sembrano fantasmi. Sono
le antiche favorite dei defunti. Es
se devono vegliare sino all'ultimo
istante della loro vita la salma del
/VWWWWW^WWVSAAAAAAAA/
.
conteneva la ragguardevole som
ma di 120,000 lire, ci siamo decisi
a tentare una seconda prova e sia
mo riusciti completamente. La cas
saforte, aperta senza fatica in po
chi minuti, non conteneva invece
che carte di nessun valore e lire
sei e settantacinque centesimi, che
noi dedichiamo per la inserzione
del presente attestato. I tre ladri."
B MOKE '
CIGARETTES
\PLAIN-END,
loro signore.
4, 1 membri del Consiglio di reg
genza entrano e ci muovono incon
tro. Le mani che ci tendono han
no unghie lunghissime e ricurve.
A me sembra di toccare degli ar
tigli e provo una sensazione peno
sa... Essi ci invitano a valicare u
na porticina. Entriamo negli ap
partamenti privati dell'imperato
re... e il primo oggetto che il mio
sguardo incontra é un giocattolo,
una piccola automobile per bam
bini !... Ma una porta si apre e, di
nanzi a un gruppo li personaggi*
quasi lugubri, si avanza, sorvegli
ato, un bamberottolo vestito di gi
allo, dall'aria troppo grave. Con
gesti dignitosi, ci invita a sedere
accanto a lui.
Al cospetto del reuccio.
44 Un gruppo di domestici ci ser
vono sigari e champagne. Quelli
che offrono all'imperatore la su»
coppa di metallo prezioso s Ingi
nocchiano dinanzi a lui.
"La conversazione comincia,
aiutata da un interprete curvato
ad angolo retto, il quale parla a
mezza voce per rispetto. Tutto il
Consiglio di reggenza ha gli occhi
fissi sul fanciullo e sembra «sugge
rirgli le domande e le risposte che
deve indirizzarci.
44 Mentre il piccolo imperatore
parla, io l'osservo... Ila un viso in
telligente ed ha un'aria più di no
ia che di gravita.
4 'Certamente teme di non sape
re la lezione. Le sue manine, che
gualciscono una pezzuola di seta,
rivelano la sua nervosità. Vaga
mente e ripetutamente odo delle
parole di Maestà, ma io osservo
quel nasino in aria e quella picco
la fronte e quasi vorrei dirgli?
"Sta bene. Hai ben risposto. Va'
a divertirti."
'"A un tratto si volge a me e ini
chiede se ho fatto buon viaggio,
ecc... Egli ha, prima di parlare,
lunghi silenzi che indicano i suol
sforzi di memoria. Scambiate le
frasi di prammatica, la conversa
zione prende un tono più familia
re. L'imperatore comincia a par
lare il francese e lo comprende be
nino. Ma egli non vorrebbe che
ridere, e se ride, il suo nasino si
arriccia alla radice... All'improv
viso, il suo visetto si ricommuore
gravemente e leva un timido
sguardo verso i membri del Con
siglio di reggenza. E' il congeda.
"Noi usciamo di nuovo varchia
mo quelle porte una volta cosi ra
ramente aperte e ei allontaniamo
da quel palazzo, che ha piuttosto
l'aspetto d'un museo etnografico
nel quale si conserva con cura l'-
ultimo prezioso esemplare di una
specie scomparsa.
Al medico e all'oratore.
"Quel piccolo imperatore, de
stinato alla morte violenta, é di
;una sensibilità estrema. Si rae
! conta che il minimo rimprovero lo
faccia rompere in pianto. Egli ti
ene anche alle sue
Cosi, a un medico militare, da po
co arrivato e che lo aveva già ri
sitato qualche volta, un giorno dis
se: —Signore, non vi ho ancora ve
duto in gran tenuta...
"Il medico si scusò:—ln gran
tenuta, avrei troppo caldo.
"Il piccolo imperatore gli ribal
te: —Ebbene! avrete caldo.
"Egli non manca neppure, di
spirito. Durante una visita uffi
ciale, un alto personaggio essen
dosi creduto in dovere di indÌTYE
zargli un lungo discorso, il piceo
| lo imperatore lo interruppe :—Scu
sate. non siete stanco?''