<*■%/<§> %-%%%'V% / WW > WWVWW%-'VW%' > V^%'%W'%'% / V%'W WW'W'W'W'%'% %%%*►%% WWW* ì M L PATRIOTA Éfl -^ r^e > Letteratura £ J * ' .the patriot) « Scienza, Umorismo 5 %%<%%%■% %% %% %% %% %%%%%%%%%%%^%%%%%%%%^ LE AVVENTURE ROMANTICHE IL PIEDE NELLA ROTAIA Il signor J. W .Jeffreys, giovi notto di 21 anni, era impiegato nelle Ferrovie Occidentali degli Stati Uniti d'America, in qualità di verificatore dei vagoni, ed abi tava a Waunwen, poco lontano da Swansca, quando gli capitò una di quelle avventure che fan correre un brivido per le carni, al solo i maginarle. Era un mercoledì, e il signqy Jeffreys, non essendo di servizio, aveva trascorso la serata in com pagnia della sua fidanzata. Verso le 10 della sera i due si lasciarono e il giovinotto si diresse allfc sta zione di Landore per prendere il treno di Swansea e fare quindi il resto della strada fino a casa, a piedi. Per far più presto egli pre se una scorciatoia e raggiunse il Viadotto di Landore, ardita co struzione di ferro che doveva at traversare. Lungo i binari verso la stazione eravi una cabina di segnalazione e in direzione di Neath una curva acuta che però non impediva la vista della ferro via per un buon tratto, essendo le rotaie situate molto in alto a quin di ben visibili specie per chi per correva l'argine. Nella morsa 11 signor Jeffreys sapeva che doveva passare un treno sulla li nea lungo la quale egli cammina va, ed egli affrettò il passo per gi ungere alla stazione prima che vi arrivasse il convoglio, mettendo si a una specie di 'marciapiede di legno duro che accompagnava le rotaie in curva, come un riparo contro probabili slittamenti. Con la mente ancor tutta piena della dolce imagine della donna amata, il giovinotto non badava affatto al' i via che percorreva e non pensava alla possibilità di un accidente qualsiasi, quando d'un tratto gli sdrucciolò un piede fra il margine del riparo di legno e la vicina si trovò preso for temente come dentro un morsa terribile. £on frenetica energia egli cereo subito di liberarsi dalla stretta, ma ogni sforzi non valse che ad imprigionarlo maggiormente, poi ché il piede si storceva, alla cavi glia, ma la punta della scarpa re stava incastrata sotto la rotaia e il tallone sotto il marciapiede di legno, attraverso. Por qualche tempo moltiplicò i suoi sforzi, con l'unico risultato di farsi malo alla gamba; poi un ter ribile pensiero gli baleno alla men te, facendogli venire il sudore freddo. Egli era li solo, lontano da ogni abitazione, prigioniero in un binario sul quale stava por pas sare un treno. Era la morte, un atrocissima morte !... L'orrore della situazione lo fece restare per qualche momento mu to, come fuori di sé. Che poteva mai fare?... Oh se qualcuno fosse accorso in suo aiuto, a fermare il treno in tempo!... La siia mente cerco affannosa tutti i mezzi per attirare l'attenzione di qualche compagno ch'egli sapeva dover prestare servizio a quell'ora, non lontano di li. E allora si mise a gridare con quanto fiato aveva in gola, ma non gli rispose che l'eco della sua voce... Pure laggiù, ver so la stazione, si vedeva la cabina di segnalazione e si scorgeva dis tintamente il segnalatore muover si dentro, avvicinarsi alla finestra aperta, sporgersi fuori per guar dare proprio nella direzione dello sventurato!... E il povero Jeffreys si diede al agitare furiosamente le braccia, urlando a più non posso: " Aiuto!" Tentativi inutili Ma l'altro non mostrò di accor gersi di quanto accadeva. Consta tando che la sua voce non era udi ta, il giovinotto si senti il cuore andar via; nondimeno con tutta la forza della disperazione continu ava a gridare e a gesticolare, vol to alla cabina. Per un attimo, ve dendo il segnalatore levarsi dalla finestra, egli credette di essere sta to udito, e l'ansimo gli si apri alla speranza. Ma nessuno apparve, e allora egli ripiombò nella dispera zione. A un tratto s'udi trillare fioca mente il campanello del telegrafo, e il segnalatore si appressò alle leve. La luce rossa del posto di segnalazione che precedeva la ca bina si mutò in verde, e Jeffreys capi che sopraggiungeva il treno di Neath! L'infelice si senti man care, e ruppe in pianto, nell'ago nia d'ansia che lo straziava. Tut- tavia continuava a invocare soc corso e a dibattersi con frenetico vigore per togliere il piede dalla formidabile stretta. Un'idea gli attraverso ad un tratto il cervel lo: tagliare la scarpa! Cavò fuori subito di tasca il coltello e si pose a tagliare i legacci e gli occhielli, ma l'operazione non gli valse a nulla. Continuo a tagliare, ad on ta della positura quasi assurda in cni doveva tenersi; ma il tempo urgeva sempre più; e già un fra gore correva lungo le rotaie. Era il treno che si avvicinava ! Allora parve che il cuore gli cessasse di battere e i capelli gli si rizzassero tutti sul capo. La morte era li imminente, inevita bile, orrenda!... Eppure no, forse aveva ancora la possibilità di salvarsi. Il rom bo di un convoglio si percepisce nei binari a notevole distanza. E Jeffreys continuava a tagliare la scarpa con ansia furibonda, men tre rivoli di sudore gelido gli la vavano il volto. Ma il fragore au mentava di più in più e il piede fatale si ostinava a restare diabo licamente incastrato nella rotaia. Vano era ogni sforzo; le grida, i gesti frenetici rimanevano senza risposta; e le vibrazioni romban ti del binari si facevano sempre più intense. Era un'agonia senza eguale! Gli occhi di fuoco del mostro brillavano avanzando nell' oscurità. Jeffreys volse il pensiero alla mamma sua e alla dolce fanciulla che gli aveva donato il cuore. Attimi di speranza Le sue grida e i suoi gesticoli di leguavano nella notte fantastica mente, inutilmente... Egli gettò un ultimo sguardo disperato alla ca bina dei segnali, in una suprema implorazione d'aiuto, e vide l'om bra di un uomo dall'altro lato dei re rotaie che correva gridando alla sua volta. Era uno dei suoi com pagni, il quale aveva udito le sue grida e accorreva a prestargli aiu to !... Ma lunga ancora era la stra da che egli doveva percorrere, mentre il treno si trovava già li, vicino. Quegli veniva urlando e gesticolando, e Jeffrevs dal canto suo gridava al macchinista del tre no, con la speranza di attirare la sua attenzione in tempo perché po tesse dar il controvapore. Ma ap parentemente quegli non poteva né udire né vedere il disgraziato. Il convoglio avanzava con inesora- =■□ Sabato, 20 Ottobre 1917 a- bile velocità. La locomotiva era a brevissima distanza dal prigioniero della ro taia. allorquando il macchinista, che stava scrutando nell'oscurità, al di fuori della sua piattaforma, s'accorse improvvisamente di lui e s'affrettò a dare il controvapore e ad applicare i freni. Ma era trop po tardi, ormai !... Nel medesimo tempo Jeffreys, vedendo che non poteva più uscirne sano e salvo in nessun modo, aveva pensato che almeno gli sarebbe stato possibile di sottrarsi alla morte. Il suolo vi cino alla rotaia che lo aveva cosi spietatamente ghermito era libe ro ; perciò quando la macchina non fu che a pochi metri da lui egli ri unì tutte le sue forze e spinse in dietro il corpo quanto più gli ven ne fatto. L'investimento. La macchina aveva il tender di nanzi ed esso passò senza toccar lo; ma la locomotiva per contro urtò la sua gamba imprigionata al disotto del ginocchio, con terri bile violenza, eausandogli un an goscioso dolore. Con la maggior prontezza il tre ! no era stato spinto indietro, ed a » ve va investito Jeffreys solo per ; forza d'inerzia. Ad onta'dell'intenso dolore e del sangue che usciva in abbon danza dalla gamba ferita, il pove ro giovinotto non perse nemmeno .-> , -, ■: ■ - . RIUNITI PER DECIDERE IL DESTINO DELL'IRLANDA Gruppo preso nel Collegio d so Irlandese. In tale riunione fu tro della prima fila ed é l'ottavo eando di risolvere il problema de PER RIDERE Tn americano autentico, bene imbottito di banconote, ma non per questo meno infelice per una terribile sordità che lo affliggeva, dopo di aver provato a Chicago tutti i possibili rimedi per curarsi del suo male, capitò in Italia e, a corto di espedienti, giunto a Fi renze. si affido alle cure di un cele bre medico omeopatico, il - quale gli garanti che col proprio siste ma la guarigione era certa. E la cura, infatti, cominciò. Ora ? una seduta di tre ore in un offici na meccanica dove dozzine di po derosi magli battevano ritmica mente e fragorosamente, ora delle assemblee popolari nelle quali si discuteva della pace universale. Anime! Nulla. Il yankee ri maneva più sordo che mai II tim pano era recalcitrante. Finalmente una sera l'ottimo dottore conduce il malato alla Pergolta dove si rappresentava Tristano e Isotta, e si colloca in sieme a lui in orchestra, proprio vicino ai tromboni. Questi co minciano ben presto le loro deto nazioni ormai divenute celebri. Hanno appena smesso che l'a- allora la coscienza. 11 suo compagno in preda alla costernazione lo raggiunse che già la macchina lo aveva investito. Altri accorsero subito dopo a dargli aiuto e alla fine egli potè essere tolto dalla morsa della ro taia. con la scarpa mezza tagliata. Trasportato alla stazione di Landore, Jeffreys vi ricevette le prime cure d'urgenza, e quindi venne condotto all'Ospedale di 3wansea ove gli riscontrarono una frattura multipla della gamba che esigeva l'immediata amputazione. Il giorno dopo era già in grado di narrare i particolari della sua drammatica avventura. Qualcuno gli osservò che avreb be dovuto accendere, per salvarsi, carta e far con essa dei se gnali al personale del treno. Ma Jeffreys rispose che, senza tener conto della mancanza di fi ammiferi e di carta, non si può pensare a tutto nello stesso tempo e in certe circostanze ! L'eroe, anzi la vittima, di que sta emozionante avventura capa ce veramente di far diventar bian chi i capelli in pochi istanti, ha ripreso, dopo la guarigione, le sua abitudini normali; ma dichiara che giammai dimenticherà la sua tragica situazione di quella notte. Il ricordo di allora é ancora per lui un incubo che mai l'abbando | na. ella Trinità in Dublin, Irlanda, n assunta la presidenza da Sir Hora i personaggio contando dalla siriis i 1 Governo in Irlanda, in modo da mericano esclama giubilante : —Ah, dottore, la musica di Wa gner ha operato il prodigio ! Il medico rimane muto. j —Vi dico che sono guarito Ci sento a meraviglia ! Il dottore, muto come un pesce Era diventato sordo lui ! l Anche la reclame ha talvolta i suoi inconvenienti. Tempo addietro in un giornale si leggeva il seguente avviso eco nomico. inserito da una fabbrica di casseforti : Questa notte i ladri hanno visi tato il nostro ufficio e tentato di forzare la cassaforte di nostra fab bricazione; ma. per quanti sforzi abbiano fatto, impiegando i più perfezionati istrumenti, non ri so-, 'no riusciti. Se la cassaforte non ; avesse resistito, le 120 mila lire ■ che conteneva sarebbero cadute 'nelle mani dei malvivente. E' que sta la prova migliore della bon tà e sicurezza del nostro articolo/' Il giorno di poi stesso giornale si leggeva quest'altro avviso: "Appreso dall' annunzio di ieri che la cassa forte della Ditta Y e C.—da noi visitata e non potuta forzare perché sul più bello del no stro lavoro fummo disturbati — t Il Fanciullo Imperatore che ha i suoi Soldati in Francia ) In Francia, dove sono accorsi a combattere a fianco dei difenso ri della libertà, i soldati annamiti. questi omini in uniforme kaki, dai visi misteriosi, dagli occhi sempre in sogno, sono divenuti oramai po polari. Quando torneranno anco ra al loro paese? Quando rive dranno ancora il loro piccolo Im peratore? A questo proposito l'- accademico Brieux pubblica negli Annales alcuni interessanti ricor di d'un suo viaggio in Indocina e di una sua visita al regale fanciul lo. La veglia delle favorite ' Eccoci dinanzi a ciò che si chi ama la ' * Città imperiale". E' un quadrato di tre chilometri di lato cintato da un muro diritto che [vorrebbe aver l'apparenza d'un baluardo. Traversato un bel pon ticello tutto ornato di porcellana cinese, giungiamo dinanzi alla porta della cinta, un giorno sacra, dove non penetravano che i fami liari della corte, lai viale serpeg giante in un giardino meraviglio samente fiorito conduce al palazzo —un palazzo basso e lungo coi tet ti ad angoli rialzati. ella quinta riunione del Congres ee Plunkett, ch'é seduto nel con stra. Questi uomini stanno cer soddisfare tutti. "Noi siamo introdotti in un'am pia sala dove una luce tenue ver digna penetra a traverso una pa réte di stuoie. In fondo si erge un altare elevato alla memoria de gli imperatori defunti -e, sulle ta vole, avvicinandoci, distinguiamo alcuni servizi da té e una quantità di graziosi gingilli appartenenti un giorno a coloro che in quella sala oggi si venerano. Qua e là nella penombra, oscillano cento piccole fiammelle portate sulle ma ni congiunte da cento figure im mobili. Sembrano fantasmi. Sono le antiche favorite dei defunti. Es se devono vegliare sino all'ultimo istante della loro vita la salma del /VWWWWW^WWVSAAAAAAAA/ . conteneva la ragguardevole som ma di 120,000 lire, ci siamo decisi a tentare una seconda prova e sia mo riusciti completamente. La cas saforte, aperta senza fatica in po chi minuti, non conteneva invece che carte di nessun valore e lire sei e settantacinque centesimi, che noi dedichiamo per la inserzione del presente attestato. I tre ladri." B MOKE ' CIGARETTES \PLAIN-END, loro signore. 4, 1 membri del Consiglio di reg genza entrano e ci muovono incon tro. Le mani che ci tendono han no unghie lunghissime e ricurve. A me sembra di toccare degli ar tigli e provo una sensazione peno sa... Essi ci invitano a valicare u na porticina. Entriamo negli ap partamenti privati dell'imperato re... e il primo oggetto che il mio sguardo incontra é un giocattolo, una piccola automobile per bam bini !... Ma una porta si apre e, di nanzi a un gruppo li personaggi* quasi lugubri, si avanza, sorvegli ato, un bamberottolo vestito di gi allo, dall'aria troppo grave. Con gesti dignitosi, ci invita a sedere accanto a lui. Al cospetto del reuccio. 44 Un gruppo di domestici ci ser vono sigari e champagne. Quelli che offrono all'imperatore la su» coppa di metallo prezioso s Ingi nocchiano dinanzi a lui. "La conversazione comincia, aiutata da un interprete curvato ad angolo retto, il quale parla a mezza voce per rispetto. Tutto il Consiglio di reggenza ha gli occhi fissi sul fanciullo e sembra «sugge rirgli le domande e le risposte che deve indirizzarci. 44 Mentre il piccolo imperatore parla, io l'osservo... Ila un viso in telligente ed ha un'aria più di no ia che di gravita. 4 'Certamente teme di non sape re la lezione. Le sue manine, che gualciscono una pezzuola di seta, rivelano la sua nervosità. Vaga mente e ripetutamente odo delle parole di Maestà, ma io osservo quel nasino in aria e quella picco la fronte e quasi vorrei dirgli? "Sta bene. Hai ben risposto. Va' a divertirti." '"A un tratto si volge a me e ini chiede se ho fatto buon viaggio, ecc... Egli ha, prima di parlare, lunghi silenzi che indicano i suol sforzi di memoria. Scambiate le frasi di prammatica, la conversa zione prende un tono più familia re. L'imperatore comincia a par lare il francese e lo comprende be nino. Ma egli non vorrebbe che ridere, e se ride, il suo nasino si arriccia alla radice... All'improv viso, il suo visetto si ricommuore gravemente e leva un timido sguardo verso i membri del Con siglio di reggenza. E' il congeda. "Noi usciamo di nuovo varchia mo quelle porte una volta cosi ra ramente aperte e ei allontaniamo da quel palazzo, che ha piuttosto l'aspetto d'un museo etnografico nel quale si conserva con cura l'- ultimo prezioso esemplare di una specie scomparsa. Al medico e all'oratore. "Quel piccolo imperatore, de stinato alla morte violenta, é di ;una sensibilità estrema. Si rae ! conta che il minimo rimprovero lo faccia rompere in pianto. Egli ti ene anche alle sue Cosi, a un medico militare, da po co arrivato e che lo aveva già ri sitato qualche volta, un giorno dis se: —Signore, non vi ho ancora ve duto in gran tenuta... "Il medico si scusò:—ln gran tenuta, avrei troppo caldo. "Il piccolo imperatore gli ribal te: —Ebbene! avrete caldo. "Egli non manca neppure, di spirito. Durante una visita uffi ciale, un alto personaggio essen dosi creduto in dovere di indÌTYE zargli un lungo discorso, il piceo | lo imperatore lo interruppe :—Scu sate. non siete stanco?''