The patriot. (Indiana, Pa.) 1914-1955, July 21, 1917, Image 5

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IL PATRIOTA m Arte, Letteratura *
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Natura in festa e
affratellamento di animi
In una bella giornata di Aprile
dell'anno 1914, dopo la ricorrenza
della Pasqua, e propriamente il lu
nedi in Albis, nell'ameno villaggio
d'lselin, reso più ridente dai raggi
del sole che indorava le cime degli
alberi verdeggianti, attratti dallo
splendore della natura in festa, si
riunirono su una collina, ombreg
giata da un albero secolare, alcu
ni nostri connazionali per godere
un ora deliziosa fra la pace campe
stre. Fra essi vi erano : Gioacchi
no Ricci, Domenico Ricci, Daniele
Giancaterino, Antonio Favoli, Fe
lice Ciocco, Vincenzo Giordano,
Santo Giordano, L. De Felice e
Colombo.
Giacchino Ricci, uomo socievole,
di temperamento gaio, amante del
bello, del buono, di tutto ciò che
reca godimento alla spirito e... al
corpo, organizzo con questi suoi a
miei un magnifico banchetto sotto
al fronzuto albero, e in esso non
mancarono cordiali liquori che vi
eppiù accrebbero l'espansività fra
i convenuti.
Il loro pensiero ricorse allora al
la nostra cara Patria, madre delle
Belle Arti, che porta il primato
per la musica come in tutto ciò
ch'é opera del Genio. Accendendo
si nei loro animi, al pensiero della
musica, dell'efflato divino che in
canta perfino i serpenti, un senso
d'inesprimibile desiderio di riudi
re le inebbrianti note musicali, re
starono tutti per un momento ta
citurni e come assorti in un sogno
delizioso.
Ad un tratto però furono riscossi
da Gioacchino Ricci, al quale rag
giava il volto di gioia per un'idea
luminosa che gli era brillata nella
niente. "Seguitemi" egli disse in
tono che non ammetteva replica;
e tutti lo seguirono, senza proffe
rir motto, come soldati che seguo
no il loro capitano, nel quale han
no piena fiducia e sono certi che
li condurra alla vittoria.
Musica giapponese
Allora il Ricci ordinò ad ognu
no di i'ornirsi di un utensile qual
unque, come una casseruola, un
coverchio di stagno, un piatto, o
qualsiasi altra cosa e formare li
na musica "giapponese", non po
tendo fare di meglio per il mo
mento. Tutti eseguirono a pun
no quanto egli aveva comandato,
e ad unanimità lo elessero diret
tore della improvvisata banda. Il
Ricci, presa la bacchetta da mae
stro—formala da un ramoscello d'-
albero—ordinò i suoi uomini a due
a due, ed essi cominciarono a mar
ciare pel paese picchiando sodo
sugi' istrumenti di nuovo genere,
mentre il neo-maestro batteva la
solfa fra salti e capriole da far
invidia a... Creatore!
Nel percorso però altri amici si
riunirono a loro, con dei veri e prò.
pri strumenti, a fra essi si trova
rono anche dei musicanti, cosicché
in ultimo si potette udire una mu
sica migliore di quella ''giappo
nese" e la festa terminò in modo
brillante.
I primi sforzi
11 giorno seguente Gioacchino
Ricci cominciò una efficace propa
ganda per organizzare un corpo
musicale e a tale scopo aprì una
sottoscrizione fra i suoi amici. I
favorevoli versarono un dollaro
per ciascuno per chiamare un mae
stro e principiare l'organizzazio
ne della banda.
Fra i sottoscritti si raccolse la
somma di $20.00 e immediatamen
te fu mandato a chiamare il Mae
stro Sig. Vincenzo di Girolamo, fa
cendogli conoscere come era sorta
l'idea della Banda, in quale am
biente e fra quali persone. Egli
si reco' subito ad Iselin e cominciò
il lavoro preliminare per quanto
j occorre a formare un corpo musi
reale.
Il Sig. Ricci informò A. Leone,
persona influente e stimata nella
colonia, di quanto si stava compi
endo. Questi si congratulo' viva
mente per la bella iniziativa, offri
□ Sabato, 21 Luglio 1917 □=
tutto il suo appoggio e osservÓA
che una Banda Italiana era neces
saria nella colonia e che il Ricci
aveva colmata una lacuna.
Volle quindi conoscere il
Maestro, che gli fu presen
tato in casa del Sig. Ricci dove si
concretarono i dettagli per la bu
ona riuscita dell'organizzazione.
Il Sig. Leone diede preziosi con
sigli al riguardo; e il l.mo mag
gio vi fu la prima riunione per la
iscrizione dei giovani nel corpo
musicale. Xe furono inscritti ol
tre 40 e di poi si venne al contra
to col Maestro. In tale affare sor
sero divergenze sull'onorario, né
si potè venire a un accomodamen
to. Gli organizzatori della Banda
—fra i quali sempre a capo il Sig.
Ricci —furono quindi costretti a
provvedersi di un altro Maestro,
e il Sig. Nicola Di Prospero, auto
rizzato dal comitato, offerse il po-i
sto al Maestro Temistocle Di Pro
spero. giovane volenteroso, ener
gico e valente nella sua professio
ne, il quale accettò l'onorifico in
carico senza esitare.
Egli arrivò a Iselin il 2 Agosto
1914 e fu ricevuto dai Sigg. N. Di !
Prospero, Gioacchino Ricci, Vito !
Dell'Apa, Antonio Leone e tutti
gl'inscritti nella Banda. Le sue
maniere gentili e il suo "savoir
faire" di perfetto gentiluomo gli
accattivarono subito la simpatia di
tutti e gli furono resi molti e me
ritati onori. Il giorno 7 Agosto
1914 vi fu la prima riunione del
corpo musicale, sotto la direziona
del nuovo Maestro. Fu stipulato
il contratto e tutto riusci col mas-i
simo accordo e perfettamente be- ;
ne. Di poi si passò all'installazio-!
ne degli Ufficiali per l'amministra-1
zione del corpo musicale e furono !
eletti : G. Ricci. Presidente e A. i
Leone. Segretario e Cassiere. I
seguenti membri completavano l'-
organizzazione :
G. Ricci. A. Leone, F. Acciacea
ferro. N. Di Paolo, V. Pedrini. F.
Petrueci, A. Fiorentini. Y. Gior-!
dano. S. Giordano. A. Girardi, F.,
Girardi, F. Borgi, G. Ferreri, L.
Tesidio, N. Di Prospero, B. Costri
ni, L. Di Angelis, C. Leone di B,
R. Prospero, F. Ciocco, A. Fanoli,
A. Guidone, P. Grosso, C. Capriot
ti, S. Pelosi, A. Proietti, F. Incar
nati, M. Panfili, P' Giacomelli,
Wm. Ditri, X. Sabatini, G. Acciac
caferro, G. Morlacci, D. Criola, G.
Cipriani, G. Miceli, G. Kasanoscky,
A. Taliani, X r . Borgi, C. Tersoni,
A. Miceli, D. Ricci, V. Dell'Apa,
N. Toschi, i fratelli Cancelli a
compagni.
(( successo
11 Maestro Temistocle Di Pro
spero dovette cominciare con l'in
segnare agli allievi le note musi
cali. Nessuno di essi aveva mai
avuto idea dell'arte musicale, ep
però fu una grande sorpresa
quando, appena dopo 5 mesi di
scuola, la nuov( banda potette
uscire per le vie d'lselin, suonando
abbastanza bene cinque marce, com
presa la Marcia Reale. Fu una
gradita sorpresa per tutto il po
polo d'lselin, ma taluni di quelli
che cercano sempre di seminar ziz
zanie e che non mancano in nessun
posto e in alcuna occasione, dovet
tero mordersi le mani per la rab
bia, vedendo che le loro male arti
nel mettere in cattiva luce il ma
estro e nel cercare di porre la dis
cordia nel corpo musicale a nulla
erano valse.
La tempra energica e la valen
tia professionale del Maestro Di
Prospero superarono ogni ostaco
lo, ed egli seppe in pochissimo
tempo formare valenti musicisti
dei suoi allievi, e accattivarsi la
simpatia di tutto il popolo d'lse
lin e d'intorni.
La solerzia dei Sigg. G. Ricci e
A. Leone, fece loro affrontare e
vincere le divergenze sorte fra i
membri e fuori. Essi mantennero
gli associati, ottenendo il massi
mo successo per la Banda e facen
dola acquistare sempre maggior
fama. D'altra parte il Maestro Di
Prospero, spese tutto il suo tem
po. tutta la sua energia e tutto il
Tutto si dimentica sui
campi dell'onore
(Continuazione e line del numero precedente)
... Però la posizione era dispe
rata... quando arrivarono in quei
pressi videro che il fortino era cir
condato da tutti i lati, era un mira,
colo se resisteva ancora! L'ultima
via di ritirata, sulle pendici di una
gobba del monte, era state occupa
ta dagli austriaci...
Vettori fece distendere i suoi uo
mini riunì i suoi capi-squadra :
Attenzione —disse attacchere
mo gli austriaci alle spalle, là sul
la gobba del monte... di là sola
mente si possono salvare i nostri...
ma attenzione, nessuno si serva
del fucile, qua ci vuole la baionet
ta!"
La sorpresa riuscì perfettamen
te e il aiutò: quelli che occupava
no le pendici della gobba, spaven
tati • dall'improvviso levarsi del
grido: "Savoia!", vedendosi le
baionette alle spalle se la diedero
a gambe, senza tirare un solo col
po.
Quelli del fortino intesero il "Sa
voia!.. un urlio di gioia rispose,
suo sapere perché la banda da lui
diretta assorgesse ad un posto e
minente. Ad-un tratto pero, men
tre essa stava per raggiungere il
suo completo sviluppo, per ragio
ni personali dovette lasciarla e la
banda sarebbe rimasta in balia di
sé stessa se non si avesse avuta la
fortuna di trovare il maestro Ar
mando Guidoni, non meno valente
del predecessore.
Il maestro Guidoni con sapien
te direzione, ha saputo mantenere
la Banda di Iselin a un alto livel
10, accrescendola sempre di buoni
elementi musicali e facendole rag
giungere un posto ragguardevole
fra bande Italiane negli Stati
Uniti.
Meritevoli delle più alte lodi so
no i signori Cr. Ricci ed A. Leone
per il lavoro compiuto in prò di
questo corpo musicale, con la co
adiuvazione di quasi tutti gli Ita
liani d'lselin.
La bella organizzazione ha rice
vuto anche immensi appoggi mo
rali e materiali dal sopraintenden
te delle minieri d'lselin Mr. W.
B. Wardrop.
Ora la "Iselin Italian Band" si
é formato un bel nome fra le or
ganizzazioni musicali e di giorno
in giorno fa sempre maggiori pro
pressi e acquista maggior fama,
grazie all'attività del maestro Gui
doni e all'instancabilità del corpo
amministrativo per farla sempre
vieppiù prosperare.
L'amministrazione attuale é
composta come segue :
Maestro : Armando Guidoni ;
Presidente, Gioacchino Ricci ; Se
gretario Cassiere, Antonio Leone ;
Direttore, Domenico Ricci.
PER RIDERE
Si era citata la nota frase : "Da
temi due righe d'un galantuomo
e trovo abbastanza per farlo an
dare in galera."
—Che esagerazioni !—esclamai
io.
—Quando si sa quel che si scrive
o si dice, non si può aver paura...
—Xon dirlo due volte!—inter
ruppe l'amico Sealzapulci che. si
capisce, é avvocato.
—Evvia ! Scommetterei mille li
re contro un soldo che in quel eh'
io dico...
Alt—gridò l'altro, alzando una
anche dai petti dei feriti...
Arrivò la mezza compagnia al
fortino, mentre gli austriaci sta
vano per scavalcare le ultime di
fese: I nuovi ed i vecchi difenso
ri contrattaccarono ricacciandoli
con superbo slancio... salvi, sairi e
rano tutti gli eroici difensori del
fortino ! Ma il tenente Corsi, dove
era? L'avevano quasi dimentica
to nell'impeto del contrattacco...
Vettori si voltò indietro spaven
tato cerco e finalmente lo vide
sull'ultima trincea del fortino;
Corsi era sempre vicino al suo pez
zo. 11 capo reclinato sulla mitra
gliatrice, dalla quale pendeva il
nastro vuoto... sino all'ultima car
tuccia aveva sparato!
Era ferito gravemente si, ma non
a morte... anche Vettori aveva pa
recchie scalfitture, grondava san
gue; cosi si strinsero la mano, sug
gellando e per sempre l'amicizia
interrottà riaffermando la genero
sita del loro cuore e della loro raz
za di fronte al nemico sconfìtto.
VITTORIO AMBROSINL
mano imperiosamente.—Ne hai già
detto abbastanza.
—Che voi dire?
—Ecco qua. Tu scommetteresti
in condizioni di posta cosi eccessi
ve, ecc. Giuoco abusivo: articolo
1803 del Codice civile. E per di
più in luogo pubblico, senza spe
ciale autorizzazione: arresto sino
ad un mese ed ammenda non infe
riore a lire cento, articolo 484 Co
dice penale. Tu scommetteresti
un soldo : misura non riconosciuta,,
contravvenzione all'art. 1 della
legge 15 settembre 1890: 4 'Le mi
sure legali del regno sono unica
mente quelle del sistema metrico
decimale...'' E due, infine tu scom
metteresti mille lire e non ne pos
siedi, a spremerti, duecento! 'Rag
giro, atto ad indurre altri in er
rore' ossia truffa : reclusione sino
a 3 anni e multa sino a L. 100; ar
ticolo 413 Codice penale. Ti ba
sta?
Se mi bastava ! Beati gli anal
fabeti e i sordo-muti!
—La benedizione del Signore vi
segua dovunque..—comincia la
mendicante vedendo il vecchio si
gnore, cui si era rivolta imploran
do, mettere la mano in tasca ; —...
e non vi raggiunga mai—continua
-BAB ijSa aqo Bjuojd
va semplicemente estratto la ta
bacchiera. '
—Sai ?—mi confidò un amico.—
Piglio moglie: una bella signorina,
ricca, buona, che suona il violino....
—Oh ! come mai ?
—Perché ?
—Perché mi ricordo dell'altra
tua fidanzata : di quella che pian
tasti perché sonava il pianoforte.
—Già. ma il violino é tutt'altra
cosa.
—Ti piace?
—Xo :masi fa più presto a but
tarlo dalla finestra.
Lei terminò la lettura del libro,
emettendo un sospiro di soddisfa
zione.
—Cosa hai, amorq?—domandò»
lui.
—Sono tanto felice.
—Ed allora perché sospiri ? Per
ché sei cosi mesta?
—E' vero. Leggevo un libro
sulla infelicità delle donne sposate _
ad uomini di genio. Sono cosi fe
lice di essere tanto lontana da que
sto pericolo !