La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, August 04, 1917, Page 2, Image 2

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    2
"LA HASSEGNA"
pubiisiied d>
LA RASSEGNA PUB. CO.
SILVIO LIBERATORE
Editor & Business Manager
920 So. 1 Uth St. Fhila-, Fa.
Subscription $2 per yeai
"Enteictl ìu seCOUd-Ciasa lliat
tei June 2, ai the post oi
lice at Phdadeipiua, Pennsylva
nia, under the Act oi March 3,
1«79".
non ia ciie ìnKiganùre gli avver
e renderh sempre p*u inv ul
qei abili, anche che se poterseli
«vere contro di essi qualche bau
li* ragione autoi inalitene la cri
tica «1 d controllo per
tutto differenti.
Tutto questo da una via; dui
l'altra, vogliamo chiedere ai si
gnon de "La Voce delia Colonia
pei quali ragioni si ha il brutti
vezzo, quando si sta trattando d
altro, di entrare subito a discu
tere di vita pnvata, di fainiglh
ai altri termini ?
Evidentemente c'è da concliiu
dei e che, chi non ha rispetto pei
iti famiglia altrui, non può ave
re, non pili sentile rispetto per k
propria. C'è da trovarsi allora d
fronte a gente di nessuna dignit.
che andrebbe cercando chi ad o
gni costo si desse a polemizzai'"
in un campo eh»* è troppo sacri
agli uomini d'onore perchè noi
venisse ìuai ìuvaso sotto nessun;
ragione, sotto nessun pretesto, <
rischio di tutto.
La Rassegna
Spigolando
DALLA CLAMOROSA FOLE
MICA LACOLUCCI 01 SIL
VESTRO DEL 1910 - RISPET
TOSAMENTE DEDICHIAMt
AL CAV. ti. GENTILE, UE
GIO CONSOLE D'ITALIA - j
JJètfèrà ' ' ap erta
AI SIGNORI GIUsSEFFE E
GIOVANNI DI SILVESTRO
Non invio direttamente a vo
questa lettera temendo che h
vostra modestia vi avrebbe in
dotti K non renderla di pubblica
ragione. E siccome m'interessa
che si sappia fin dove possa spili
gerii la malvagità umana, la
mando al Signor Bruno, con pie
ghiera d'inserirla nel suo accre
ditato "Mastro Paolo":
Ecco di che si tratta:
Sere fa trovatola!, per caso, in
un pubblico ritrovo, frequentato
da persone rispettabili ed anche
da ciarlieri, linguacciuti, maligni
e sputa sentenze, fui testimone
di un battibecco tra quattro o
cinque connazionali, a proposito
della polemica ben nota ai letto
ri. Uno dei più accaniti maldicen
ti, rosso in viso per aver alzato
un po' troppo il gomito, gestico
lando e dimenandosi sulla sedia
cowe se dei chiodi solleticassero
la parte carnosa della sua anato
mia, si permise apostrofarvi con
epiteti poco parlamentari e, scen
dendo a dettagli, disse : .
1. Chi è questo Giovanni Di
Silvestro ? Quando giunge qui i
spaccio' per socialista e con arti
gesuitiche s'accaparro' la fiducia
e più' tardi volontarie oblazioni
degli affidati a tale partito. Fe
ce parecchi giri di e-.ploiazione
nei centri minerari seminando
chiacchiere per raccoglier dolla
ri, e quando s'avvide che il ter
reno era divenuto infi uttifero,
volto' le spalle ai suoi compagni e
giro' vela verso altri lidi. Fer
ragioni a me ignote, ma che il
Giovanni Di Silvestro potrà e
sporre, i componenti il Circolo
Socialista di qui cessarono di ri
conoscere nel Di Silvestro uno
dei loro.
2. Il 29 luglio di pochi anni fa>
anniversario dell'assassinio di
Umberto I, il Sig. Giovanni Di
Silvestro inauguro' la pubblica
zione del suo giornale quotidiano
con un banchetto dato in Wilkes
Barre, all'elemento sovversivo. E
mentre in quel giorno gl'italiani
di mente e di cuore, ripensavano,
rattristriti, ali immatura line del
figlio del Ke Galantuomo, il sig.
Giovanni Di Silvestro univa la
sua voce al coro dei miserabili
che cantavano inni di gloria al
l'assassino Bresci.
3. 11 sig. Giovanni Di Silvestro
asserisce d'essere Massone. Fos
so provare ch'egli e soltanto un
apprendista, e mi astengo dal
denotare atti poco delicati pei
penetrare in ìempi durante fun
zioni alle quali non poteva assi
stere.
4. Ma oggi Giovanni Di Silve
stro è divenuto un fervido ani
miratole di preti. E perchè? Ve
lo faro' sapere appena avrò' co
pia di talune dichiarazioni di u
miltà e pentimento, scritte e fir
mate da lui per evitale il ritorni
in un pubblico edificio, ove si ve
de il sole a scacchi.
5. Vi è noto qualmente il sig
Giovanni Di Silvestre t'osse con
dannato a 3 mesi di carcere e ai
una inulta di SIOO pei insult
volgari pubblicati sul suo gioi
tale all'indirizzo del Conte Na
selli, già Console italiano in que
sta Città. Mentre scontava la pe
na, dal suo giornale tu aperta u
na sottoscrizione per raggranel
lare la sonuna necessaria a pa
gare la multa. Furono raccolt
ultre ì mille dollari. La multa noi
fu pagata perchè i Di Silvestri
rilasciarono una dichiarazioni
giurata di nullatenenza. E sape
te che uso fu fatto dei dollar
carpiti alla buona fede dei colo
ni? Per soddisfare un Judgemen
Note di SBOO dovuti ad un pre
fessionista. E taccio in propositi
altri ragguagli perché.... inten
dami chi deve.
Pei quanto riguarda il sig
Giuseppe Di Silvestro potrei te
nervi qui ad ascoltarmi imo ali.
tuie della settimana di passione
Mi limito, per ora, perchè è tai
di, a dir vene qualcuna;
ni or sono dovèva far stampar
dei bollettari. Siccome della Cor
te erano soci quattro tipografi
tra cui il sig. Giuseppe Di Silve
stro, fu deliberato di aggiudica
re il lavoro al minore offerente
Sapete che avvenne? 11 sig. Giù
seppe Di Silvestro e gli altri tr<
tipografi si misero d'accòrdo *
decisero che il lavoro tipografi
co venisse aggiudicato per lf
somma di $l5B, ad un ex Chiel
Ranger, con l'intesa pero' che
ciascuno degli altri tre ricevesse
un compenso di $lO. Ed il signor
Giuseppe Di Silvstro ricevette, a
lavoro compiuto, ed intasco' i
$lO. Aggiungo che l'aggiudicata
rio, oltre ai S3O pagati ai tre col
leghi, legalo' ad altri grafters
altri SSO. ('io' significa che oltre
ad un equo profitto sul suo lavo
ro, l'aggiudic..tario ne fece altro
di entità tale da permettergli ii
lusso di sborsare altri SSO; e si
gnifica anche che il sig. Giusep
pe Di Silvestro permise che dal
tondo destinato a pagare gli am
malati, gli orfani e le vedove dei
fratelli Foresters venisse sot
tratta la somma di SBO pel me
achino compenso da lui ricevuto
di $lO.
-■ 11 Mario De Biasi, al
tempo che viaggiava i>ei giorna
le "L'Opinione", ebbe l'incarico
di un lavoro tipografico da jierso
ua residente fuori di questa cit
tà. Il lavoro fu eseguito e rimes
so <* destinazione. In pagamento
fu inviato un Money Order di
S3O. Pero' anzicchè intestarlo a
Mario De Bia-i fu ip testato ad
Ernesto De Biasi, viaggiatore
dell'altro quotidiano. Il danaro
non fu pagato nè a Mario né ad
Ernesto, come non fu accreditato
nè sui libri della "Voce", nè su
quelli dell'"Opinione". Vorrebbe
il s. j"nor Giuseppe Di Silvestro
dire da chi fu riscosso il Money
Crder, ed in tasca di chi andaro
no a finire i S3O. Come pure spio
gare una certa lettera scritta al
LA RASSEGNA - PHILADELPHIA, PA., SABATO, 4 AGOSTQI9I7
sur- Ernesto De Biasi allorché fu
scoperto l'errore.
il sig. Giuseppe Di Silvestro e
Notaio Pubblico. Possono occu
pare Vaie carica soltanto cittadi
ni americani. Quindi il sig. Giù
seppe JJÌ Silvestro e cittadino a
aiencano. Vorrà egli usare la
cortesia agli amabili lettori del
»uo giornale di denotare dove,
quando e coinè ottenne la carta
di cittadinanza? lo lo so, ma è
necessario ch'egli lo dica. A teni
po opportuno si ritornerà da al
ili su quest'argomento, l'arto
dal principio:
Purché il reo non si salvi
Peni il giusto e l'innocente.
Ciò' che riporto, amici Di Sil
vestro è un nonnulla di fronte a
quanto si disse.
Intesi, tra l'altro, menzionare
il nome di un Whitehill, di mo
bilia, di danaro ricevuto e non
pagato, di catene d'oro e di or
pello, di bills riscossi e non ver
-ati o versati in parte e tante
altre calunnie, che il loquace mal
dicente promise esporre e docu-
Imentare a tempo opportuno.
Trattandosi di accuse serie o
molto gravi io spero che voi vor
»vte mentirle.
E con questo sincero augurio
vi saluto.
G. Jacolucci
La lettera aperta del sig. J.
Incoi licci è troppo eloquente per
chè potessimo sentire il bisogne
di commentarla particolarmente
intorno a tutti i fatti che con es
sa si denunciavano molti anni fa
al tribunale della pubblica opi
nione. Non ci fermeremo molte
su di essa, giacché sarebbe COSE
semplicemente oziosa il farlo. E
necessario però fermarsi sulle
parole che il sig. lacolucci rivol
geva all'lndomito Servitor de
Re. quando categoricamente gl
chiedeva "dove, come e quando e
gli erasi fatto cittadino america
no per esercitare il notariato.
Notino i lettori che, allorquan
do il sig. lacolucci scrisse, sebbe
ne in modo velato per chi non sa
peva, ma minaccioso oltremodc
per chi la coscienza non avev:
pulita niente affatto, erasi al H
marzo 1910.
L'lndomito Servitor del Re
quegli clie oggi trovasi di esser*
sufficientemente edotto di certt
cose, e per acquiescenza di ui
Supremo ( 'oncilio dove al certe
dev'esservi più camorra dell;
Grande Loggia di Pennsylvania
fece denuncia e rinunzia dells
carta di cittadinanza il 3 mag
gio 1910, ottenendo, chissà pei
quali preghiere e raccomanda
di poterlo fare senza me
ritare la condanna a parecchi an
ni di reclusione secondo commi
nano le federali che, in te
ma di spergiuro per il consegui
mento della cittadinanza, sono ri
gorosissime.
L'lndomito Servitor del Re pe
rò, quando fu da noi scoperto ed
attaccato in tanto vergognissim©
delitto, credette di rispondere
con i periodi seguenti che stan
no solo a dire della sua più sfac
ciata impudenza rivestita occa
atonalmente con l'abito della
minchioneria :
"11 sig. Giuseppe Di Silvestro
fu dunque fatto cittadino ed "gli
rituale convinto che avo
vi; ottenuta la cittadinanza re
golarne; te." (Oh quanta inge
nuità d'animo in .un individuo
che noi. l'in, pre.' ntare il suo fo
•.;'lio di congedo pulito per le fro
li co tii i ate e punite con con»
'i-;i>n:> e degradazione ai danni
della biada presso : depositi del
M.o lleg;>. Artiglieria di stanza
ad Aquila! )
"Verso i principii del 1909,
(no, fu solo nel 1910 che l'lndo
mito Servitor del Re fu costret
to a fare ammenda dei suoi pec
cati ) per un incidente avventi
in proprio in Camden (quale fu
1 incidenteV perché non lo sniega
l'lndomito Servitor del Re?)'fra
colui che si incaricava di fare
cittadini gli Italiani ed uno di co
storo, (Madonna mia, aiutaci
tu ! Il caldo è semplicemente
tv rido, la prosa è barbara, più
barbaro ancora colui che la scris
se, e chi commenta non sa prò
prio a quale santo voltarsi.) Nella
mente del Di Silvestro sorse
qualche dubbio ed allora prese la
•■v. caria e si recò da Mr. D.
C. Giliboney al quale espose i
fatti. ((inali fatti se non quelli
di ,->"er murate false circostanze
al 010 scopo (li ricavante una u
tilità privata?)
"1- ' conosciuto che la sua citta
• liiifln i non era regolare, il sig.
Di Silvestro (era il ladro che
chiedeva di potere restituire tut
to quello che aveva rubato alla
condizione di scansarne la pena
». d. r.) domandò l'avvocato
Gibboney se poteva rifiutare a
carta e quale sarebbe stata a
procedura."
Per il momento a noi preme
3010 ili riepilogare i fatti; dal
riepilogo sincero di essi ognuno
può formarsi un concetto esatto
del modo come li abbiamo
l)1V so a discutere. Sicco
me abbiamo intenzione, la più
feima intenzione cioè, di durarla
fi u- ;i quando non avremo visto
trionfare i principi! di equità e di
giustizia per i quali noi combat
tiamo, non vogliamo dire ancora
molto in questa circostanza. A >
binino tanti fatti e tanto tempo
innanzi a noi da non esser co
i.-.-Hi a dire tutto in una volta.
Ritorneremo, sapremo ritornai-.'
sull'argomento, abbiamo delle ra
gioni potentissime per dovei lo
fare, a riscliio ed a pericolo di
tutto. _
|,a Rassegna
Sìiceviamo c
pubblichiamo
Brooklyn, luglio 30, 191 7
oig. S. Liberatore,
Direttore de "La Rassegna
920 So. lotti St., Phila • Pa.
Egregio Sig. Direttore :
Debbo alla cortesia di un ami
co se soltanto oggi posso leggere
il No, lo de "La Rassegna" e ri
levo il commento che "Curiange
lo" fa seguire alla notizia del
"parere contrario dato dalla
Common Pleas Court N. 1 per il
Charter dell' "Ordine Figli d'ita
lia in i'enna."
Secondo "Cuiiangelo" io avrei
impugnato di "incostituzionali
tà''', presso una Corte di New
York, il "Charter" sotto la cui
protezione venne istituito, e vive
tuttora, l'Ordine Figli d'ltalia al
quale appartengo.
Nulla di più inesatto, Signor
Direttore. E giacche tale errata
interpetrazione potrebbe genera
re delle false impressioni e nuo
cermi presso i miei amici e fra
telli di Pennsylvania, rivolgo cai
-10 appello alla vostra cortesia at
yoi.
Ecco, in breve, i fatti.
Allorché era Venerabile Su
premo dell'Ordine Figli d'ltalia
1 avv. F. Mezza testa di New
Vork, ed io coprivo la carica di
Segretario Arch. Supremo, si
Lento di ottenere la "incorpora
zione" dell'Ordine dall'lnsurance
Department di Albany,
Da principio io ero entusiasta
11 tale progetto, poiché credevo
:he un atto di incorporazione che
avesse trasformato l'Ordine in
una specie di Compagnia di assi
orazione avrebbe arrobustita la
struttura e cementata la compa
gine dell'Ordine, e su "La Voce
iel Popolo" scrissi una serie di
articoli .spingendo i fratelli ad
approvare tale programma del
C. E. S. di allora. Senonchè le
inloramzioni che si dettero circa
I indole e gli effetti di tale "char
ter ', con l'andar del tempo, a
vrebbero potuto risolversi in un
serio pericolo per l'Ordine dal
momento che non ;i sarebbero
potuto assolvere tutte quelle ob
bligazioiii che la leggo imponeva.
Si correva, dunque, a passo di
corsa, verso il disfacimento to
tale dell'Ordine, invece di assidi;
rame la vita per sempre.
D'altra parte, nello Stato del
\evv Jersey, un gruppo di perso
ne era riuscito ad ottenere un
atto rii incorporazione sotto il
o."i ili Ordine Figli d'ltalia in
■Vi'"-rea minacciando, così, se
"iamente, l'esistenza del nostro
vero Ordine del New Jersey.
Questo avvenimento tentavasi di
ripetere anche a New York, ap
profittando che noi eravamo oc
cupatissimi per ottenere l'atto
d incorporazione dall'lnsurance
Department. Fu allora che, pei
evitare ciò, e per avere in riser
va un atto d'incoi-porazione sotto
'cui avremmo potuto sempre agi
re, anche nel caso l'lnsurance
1 Department ci avesse negato il
'charter", che io ed altri amici e
rateili pensammo di inoltrare le
iratiche regolari presso il Segie
ario di Stato affinchè ottenere
tu atto di incorporazione ordina
to. quale semplice Federazione
li mutuo soccorso.
Tale -charter" fu ottenuto
.otto il nome di "Ordine Figli
l'ltalia in America" e fra tutti
sottoscrittori si convenne in
nòdo esplicito ed assoluto clu>
ale .itto d'incorporazione doveva
tonarsi, se.iza nessunissima con
tinone, alla Loggia Suprema del
lostro Ordine per quell'uso che
ale Loggia avrebbe creduto 1 ar
ie. Insomma, scopo unico nostro
■l-a la salvazione dell'Ordine se
•iamente minacciato in quell'epo
:a. lo e gli altri agimmo per bene
iolWrdine e non contro l'Ordine,
infatti, se in una memorabile se
tuta della Loggia Suprema si
'osse accettato tale Atto d'incoi -
l'Ordine si sarebbe ri
iparmiato parecchi altri gratta
;api.
Ho detto che tutti i firmatar
jiano fratelli dell'Ordine, ma ef
attivamente uno dei firmatari
fu il sig. A. Gulotta, ex-Grandt
Venerabile di New York, espulse
tall'Ordine, innocentemente
liceva lui. 11 Gulotta che piì
Jegli altri lavoro' per attenere i
'charter" voleva così dimo
strare che in lui era sempre viv<
l'attaccamento all'Ordine sperali
.lo che la sua opera gli fosse sta
ta ricompensata col riaprire i
-.no processo (giudicato in contu
macia) e riabilitarsi nell'Ordine
Al Gulotta, infatti, nel 1915 -
!te non erro venne accordati
la riapertura del suo processo, et
egli venne assolto. Avrebbe subi
to dovuto attenersi ai patti e ce
dere all'Ordine (nel quaK
stato riammesso) l'atto d'incoi'
porazioue che certamente noi
apparteneva a lui ma a tutti
lirniatani. Invece il Gulotta si ri
liuto' di farb, e poiché poco dop
venne di nuovo espulso dall Oi
cime, egli ora tenta di formare ui
mano Ordie e farlo agire usu
ire udo dell'atto d'incorporazion
ottenuto, non per lo scopo d
creare un Ordine antagonisti
all'Ordie Figli d'ltalia ma prò
pcTCtte"t«' ttO ''iniilttU
un'azione legale contro questi
voluto Ordine Figli d'ltalia in A
merica.
Ciò' che lio esposto, Signor Di
rettore, corrisponde esattamente
alla verità ed a ciò' ch'io, fin da
11)12, ho sempre dichiarato nel
l'Ordine. Per questo atto di in
corporazione fui più volte accu
sato e accanitamente combattu
to. Io ho sempre sostenuto d'a
ver agito per bene dell'Ordine ec
il tempo mi ha dato ragione. Cer
to, se io non fossi stato uno de
sottoscrittori, l'atto d'incorpora
zione si sarebbe ottenuto lo stes
so senza di me e questo nuove
Ordine avrebbe potuto agire sen
za che alcuno avesse potuto pro
testare. Invece si deve a me, al
l'aver io firmato, se posso og: ;
combattere per il dissolvale..t>
d'un Ordine che non ha ragione
d'esistere. E si noti che, di tutti
i firmatarii di quell'atto d'i- cor
porazione, io solo ovvi nrotr .to
io solo oggi agisco, io so/o o;>;."i
combatto.
Quindi, come vedet ,
Direttore, lungi dall'a.-ire contri
l'Ordine Figli d'ltalia al qur.l
appartengo, io ancora una volta,
modestamente ma con quell'af
tetto e con quell'entusiasmo che
ho sempre nutrito per il mio Or
dine, do prova di abnegazione
intera, assoluta, per la grande
Istituzione alla quale son k-gato,
da tanti anni, con vincoli indis.no
lubili.
Grazie, Signor Direttore, per
la pubblicazione che vorrete dare
a questa mia, ed accettate i miei
cordiali saluti.
Vostro obbligatissinio,
Baldo Aquilano
822 Badford Ave., Brooklyn.
Mentre diamo ben volentieri pubbli
cazione al comunicato del sig. Ualdo
Aquilano, teniamo a far notare che
dell'inesattezza in cui incorremmo per
puro e semplice equivoco dovuto solo
ad un fatto di omonimia dei due "Or
dini Figli d'ltalia in Ameri>a", oppor-
imamente ci correggemmo nel N. 14
Jel nostro giornale.
Noi, almeno per il momento, vogha
mo mantenerci estranei del tutto ad
una discussione in merito delle ragio
ni che si accampano dai rappresentan
ti dei due Ordini contendenti in difesa
Ji un diritto che ognuno di essi crede
gli appartenga a preferenza nei rap
porti dell'altro.
C'interessiamo della cosa a solo ti
tolo di cronaca; per tale ragione ri
portiamo da' "Il Telegrafo" del 31
Luglio u. s. la notizia seguente che ha
re. azione appunto con la causa pen
dente presso la Procura Distrettuale
di New York come da istanza promos
-n dnl sig. Baldo Aquilano.
ORDINE FIGLI D'ITALIA
La causa pei" la dissoluzione
dell'Ordine
11 procedimento iniziato dei
Baldo Aquilano, per mezzo degli
Avvocati Miele e Castellano, pei
ottenere dal Procuratore Gene
rale dello Stato l'autorizzazione a
procedere pei' la dissoluzione del
l'Ordine Figli d'ltalia in Ameri
ca, unico legalmente incorporato
sotto questo nome, volge verso la
fine. Nell'udienza di ieri, si prò
cedette all'escussione in contra
dittorio dei testimoni prodotti
dall'Aquilano.
11 risultato dell'escussione fu
sostanzialmente contro le allega
zioni dell'Aquilano ed in favore
dell'Ordine Figli d'ltalia in A
merica dal punto di vista della
continuità delle sue attività pri
ma e dopo dell'incorporazione.
Chiusa la presentazione di testi
monianze e prove da parte del
l'Aquilano, nella prossima udien
za s'inizierà la presentazione di
testimonianze e prove da parte
dell'Ordine Figli d'ltalia in A
merica.
Queste testimonianze e queste
prove completeranno la dimo
strazione già parzialmente fatta
da parte degli stessi testimoni
dell'Aquilano del fatto che la pe
tizione dell'Aquilano stesso non
ha l asedi fatto in quanto si rife
risce all'invocata inoperosità del
l'Ordine.
Ord. Figli d Italia
IN AMERICA
Incorporato il 27 Maggio 1913
Dal C. E. S. dell'O. F. d'ltalia il
America, di quell'Ordine cioè di cui i
sig. Baldo Aquilano ha chiesta la dis
j soluzione, riceviamo una circolare eh
lesso ha creduto indirizzare ai Venera
puftante ' l'ìstésso nòme"'e - Ta pußtìli
chiamo senz'altro ad ulteriore chiari
mento deiyjntrigata quistione:
New York, 1 Agosto 1917
Venerabili e Fratelli,
In vista del fatto che un grup
po di persone va facendo uso et
abuso del nome di Ordine Figi
d Italia in America, per creare
confusione ed ingannare, così, la
buona fede elei pubblico, è neces
sario che da voi, Venerabili, da
gli altri Ufficiali, e dai fratelli
tutti delle vostre logge, nonché
dalla Colonia Italiana in genera-
————————
OSPEDALE ITALIANO
FABIANI.
STRADA E CHRISTIAN STR. PHILADcLPHIA. PA.
Ml' ====—— «P
ORDINE DI SERVIZIO
DIPARTIMENTI
IM EDICO-CHIRURGICO.- MALATTIE NASO. GOLA.ORECCHI
1 MALATTIE DI UTERO.—MALATTIE OCCHI.
■ MALATTIE G ENI JO;U RJNARI E—DENTISTICO E MALATTIE BOCCA!
1 "**OSTETRICO FARMACEUTICO(FARMACIAFABIANI) |
T UFFICIO E FARMACIA 1
\ APERTI GIORNO E NOTTE. J
le, si sappia che esiste un «AI
Ordine Figli d'ltalia in Amerio
legalmente incorporato sotto ti
nome, e che esso e il nostro o 7
dme, con sede al Numero 21 7 ]
Second Avenue, New York Cit
Detto Ordine, allo scopo di fì
cessale la confusione generat
nella niente del pubblico, «d ì
pedne che si continuasse ad a b u
sare del suo nome, il giorno*)
Ottobre iai4, s'indirizzava, era
lettera registrata, ai sigg, Yin
cenzo Butta e Stefano Miele in
vitandoli ad un'aperta discussio
ne, per chiarire la condizione del
lo cose ai fratelli ed alla Colonia
ed offrendosi di sostenere le spe' 1
se inerenti.' Ma fino ad oggi | e !
due lettere sono restate senza ri- 3
sposta.
11 giudizio intentato dai vostri *
voluti rappresentanti innanzi al ì
AVVERTENZA
A tutti i sofferenti di cantre,
ne o piaghe cancrenose.
11 più grande e meraviglioso j
ì imeuio è quello dello specialisti ]
V incenzo Cipolla. Kunedie iny.
libile e sicuro per la guarigione
ili esse. eLilto specialista col suo
nuovo ritrovato, a cui diede il no- •
me di "Balsamo Manus Dei", fa
aei veri miracoli.
(juesio .IUOVO benefattore del
l'umanità, richiama l'attenzione
di tutti coloro che sono affetti
di detto male a voler ricorrere a
lui se brani (ano una sicura e
pronta guarigione. Dirigersi al
Numero 1431 Morris St., Fhila
delphia.
i Non si riceve pagamento se
non a guarigione completa.
Tutti quelli poi che sono lon
tani, possono scrivere indicando
, la loro malattia ed il suddetto si
assumerà la responsabilità d«lla
I loro guarigione, 112
Both Phones Notary Public
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Keal Estate in ali its branches
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