La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, June 09, 1917, Page 7, Image 7

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    Vecchie e nuove
w
miniere
Il "Giornale d'ltalia" dà le se
guenti notizie sull'attività del
comitato per i combustibili na
zionali composto del sottosegre
tario 011. De Vito, deil'on. Cane
pa e deil'on. Dallolio, i quali han
no intrapreso un fecondo lavoro
di attività legislativa e produt
trice a favore dell'industria ci
neraria italiana, nell'intento di
attuare sempre più largamente il
consumo locale delle ligniti.
Il comitato ha proceduto in
questi giorni alla apertura di
nuove maniere per approvvigio
nare Roma, la quale è troppo lon
tana dai centri minerari. Il co
mitato ha assunto la diretta at
tivazione dell'antica miniera di
Cannetaggio presso Poggio Mir
teto. Altre miniere saranno in
pieno esercizio fra un mese e
mezzo per rendere p : ù facile lo
approvvigionamento del Piemon
te, della Liguria e della Lom
bardia.
E' stata anche assunta la di
retta attivazione dell'antica mi
niera di carbone in territorno di
Bagnasco e di Noceto e fra po
:hi giorni si inizieranno colà i
lavori.
Allo stesso scopo il comitato
lia provveduto per la riattiva
tone della miniera di Cadibona
in trritoria di Savona. Così pure
; stata decisa la riattivazione di
lue antiche miniere di antracite
letta una di Monfius e l'altra di
Manticello, enti-ambi in provin
cia di Cuneo.
Per l'ltalia centrale mentre
proseguono gli impianti al Pa
nnello e le ricerche per le grandi
miniere che ivi saranno aperte,
il comitato ha autorizzato la
riattivazione della vecchia minie
ra di Furio e già sono iniziati i
lavori d'estrazione nonché quelli
per l'impianto di una ferrovia ri
dotta di circa venti chilometri da
Furio a Ponte Antico.
Pei 1 l'ltalia meridionale, il co
mitato ha definito gli accordi per
regolare io sfruttamento dei gia
cimenti di Castelluccio in pro
vincia di Potenza con una produ
zione minima di cento tonnellate j
al giorno da doversi aumentare |
in relazioneai mezzi d' trasporto.
Così pure nei giacimenti di A
gnano si spingono con alacrità i
lavori.
Mentre si è stabilito già di ria
prire all'esercizio etiche l'antica
miniera di Briatico e prometten
ti risultati si attendono da que
sti giacimenti, il comitato ha ri
volto le sue cure anche ai prodot
ti ed ha ricevuto tra l'altro la
consegna delle prime quattromi
la tonnellate di formelle di sassa
secondo il tipo adottato in base
a ripetuti esperimenti riusciti
con pieno successo. E' stata in
questi giorni intrapresa la pro
duzione regolare delle mattonel
le di torba. Si attende in settima
na l'annuncio del risultato della
fabbricazione di brichette con
sola lignite.
Nell'attuale deficienza di car
bone i nostri combustibili forniti
rapidamente come si presentava
il bisogno, sono riusciti di gran
de utilità edi utilità maggiore
riusciranno con l'incremento del
la produzione e se non manche
ranno i carri ferroviari.
Oua il Comitato sta cercando
di organizzare le ricerche di pe
trolio 'in località nelle quali g i
indizi raccolti darebbero luogo a
bene sperare.
La guerra dei vandali
Polybe, n£T "Figaro" di Parigi,
in uno di quei suoi bellissimi ar
ticoli sulle azioni dei tedeschi in
Francia, racconta di quali gesta
sono stati capaci contro le popo
lazioni delle Provincie invase. Un
Maggiore tedesco disse: "Adesso
noi facciamo la guerra ai civili"
e tutte le devastazioni commesse
sono la prova della veridicità
dell'asserto.
Parlando delle piccole città co
sì ricche di ricordi e di industrie,
dice: Noi interroghiamo donne e
vecchi : alcuni sindaci che si sono
rivelati dei grandi cittadini. Essi
narrano l'orribile incubo della
dominazione tedesca durata due
anni e mezzo; le vessazioni e gli
oltraggi, senza che nessuna no
tizia venisse a loro al di fuori del
rombo del cannone, prima lento,
poi più intenso, dunque p'ù vici
no. Poi, negli ultimi giorni del
martirio, le ultime razzie brutali,
i saccheggi dogli "apaches" in u
niforme, l'organizzazione inso
lente dell'incendio finale che sa
rà l'addio del nemico.
La conclusione dei raccolti è
sempre uguale: "Dicono che la
distruzione del nostro paese è la
risposta loro al nostro rifiuto di
pace.!'
Fu una gioia per noi, una
g oia di sapere che non eravate
oa luti nel tranello. No, non altra
pace se non quella della vittoria.
Questa brava gente ha tutto
perduto. Le loro fattorie sono
bruciate, il loro commercio è ro
vinato, non sanno più nulla di
quei che son partiti al principio
della guerra. Hanno sopportato
in un fiero silenzio trenta mesi di
dolori che la nostra immagina
zione non giunge a realizzare.
Ma le loro anime sono invinci
bili.
Lungo la via da Roye a Ham,
da Noyon a Chauny fino a Ter
srnier. sarebbe il deserto, un de
porto di fango se non vi fossero i
nostri soldati che riparano alle
gramente le vie, e le colonne tur
chine della truppa che con passo
svelto, con la gioia della vittoria
non si af frettassero verso la
grande battaglia.
Ad Ham la loro furia devasta
trice si è soddisfatta. Nessuna
ragione militare aveva resa ne
cessaria la distruzione del ca
rtello da secoli prigione di Stato,
dove Giovanna d'Arco ha prece
duto Luigi di Condè e il principe
Luigi Napoleone.
Soltanto la rabbia dei vandali
e degli Unni può spiegare '1 mas
sacro di tanti illustri ricordi del
passato. Nel giorno che precedet
te questo fatto, un proclama con
vocò gli abitanti alla chiesa per
ud're annunziare, per ordine del
comandante supremo, la condan
na-dei castello.
L'esplosione della dinamite av
venne nella notte. Fu come un
vulcano in eruzione; un seguito
di furiose detonazioni e tutta la
città fu crivellata dalle pietre e
dai rottami.
Quando gli abitanti uscirono
dalle cantine, la mattina dopo, i
tedeschi erano partiti in silen
zio ; nel loro lataclisma vagneria
no.
Perchè questi bruti si accani
scono contro questi monumenti
medioevali ? Forse sentono il
vento che dal nord annunzia tem
pi nuovi.
Carlo I. venduto da vicino
Si narra che l'arciduca France
sca qarlo oggi l'imperatore
d'Austria, Carlo 1 appena di
venuto erede del trono andas
se incontro al vecchio monarca e
francamente gli parlasse. Nessu
no penetrò esattamente il segre
to del dialogo che si svolse fra il
decrepito imperatore e il giova
ne suo erede, ma tutti sentiron
ben presto il peso della volontà
del nuovo arciduca ereditario. Fu
lui che ruppe l'etichetta di corte
in nome dell'umana gentilezza e
mpose che le due salme degli as
sassinati di Serajevo perseguita
ti oltre tomba pei 1 la loro unione
o anche per il tradimento contro
l'Austria meditato e concordato
a Konopischt con Guglielmo 11
allo scopo di assicurare ai figli di
Massimiano ed Ernesto due tio
ni, uno in Oriente e l'altro nel
l'Euroupa centrale, fossero reca
te insieme all'estremo riposo; fu
lui che ai tragici tumuli addusse
gli orfani piangenti. L'indomani
Francesco Giuseppe espresse al
Pr'ncipe di Montenuovo, che
Francesco Carlo aveva trattato
assai duramente, tutta la sua
soddisfazione. Ma l'indomani :
oggi aveva vinto l'arciduca. E sa
lito al trono, mise alla porta il
principe di Montenovo.
LA RASSEGNA PHILADELPHIA, PA., SABATO, 9 GIUGNO 1917
Questo, di Carlo I. narra Ange
lo Ragghiatiti che ebbe occasione
di conoscerlo, da arciduca, da vi
cino, e che dice di lui, ancora:
Temperamento calmo, riflessivo,
con spiccata tendenza agli studi
matematici e storici, egli vuol
rendersi ragione di tutto e tutto
sapere. E chi lo ha rappresentato
sotto specie di germanofilo, si è
ingannato: egli rappresenta una
viva reazione contro il progressi
vo intedescamento dell'Austria.
Molto cortesemente narra il
Raftghianti fin dalla prima
conversazione che ebbi con lui. il
Principe si scusò di infliggermi,
son sue parole, un italiano un po'
ostrogoto, ma, trovandosi in Ita
lia e di fronte ad un toscano, son
sue parole, egli non sapeva ri
nunziare al piacere di parlare i
taliano. Debbo lealmente dichia
rare che il suo italiano era cor
i-etto, sia nell'accento che nella
struttura del periodo. Parlammo
in seguito a varie riprese lunga
mente di storia e di letteratura
italiana ed ebbi subito a notare
la conoscenza che il principe ave
va anche di scrittori modesti o
quasi ignorati e il giudizio libero
e personale che su di essi recava,
diclvarando ad esempio di amare
il Foscolo e di non poter soffrire
il Carducci. Conosce gli scienzia
ti italiani, principalmente i mate
matici. di molti dei quali, io u
dii, con rossore, il nome per la
prima volta proprio da lui. Una
volta l'automobile da lui guidata
e nella qaule io pure mi trovavo
fu fermata, presso Serravezza,
da due carabinieri che. molto vi
vacemente, rimproverarono al
l'augusto guidatore i suoi eccessi
di velocità. Il principe cortese
mente rispose che avrebbe corso
meno: poi, voltandosi scherzoso
verso l'interno, mi domandò in
tedesco :
E' già scoppiata la guerra
italo-austriaca?
Nel gennaio 1915 io incontrai
l'arciduca a Berlino e mi tratten
ni con lui nei saloni dell'Amba
sciata austro-ungarica. Mi disse:
ln Italia si crede che l'im
peratore sia animato da senti
menti d'odio e d'ostilità contro
l'ltal'a: non è vero. Io posso dire
che l'lmperatore e l'Arciduca Ra
nieri sono, di casa Absburgo. i
soli veri amici del vostro paese.
Tacque un po' poi soggiunse:
Non parlo di me: io son
quasi italiano.
E' oggi l'lmperatore dell'Au
stria in guerra contro l'ltalia.
P. Silvi
COME SORSE L'ESPERANTO
La morte del dott. Lazar Lud
wig Zamenhoff dà occasione al-
T'lsrael' 'di ricordare come egli
fosse giunto alla costruzione del
la sua lingua universale "Espe
ranto". Ebreo, nativo di Bielo
-tnck, od oculista di professione,
s'ora prooccupato delle diverse
lingue quattro che parla
vano gli ebrei nella sua ci ttà, av
velenando di odii la loro vita
quotidiana. Pensò d'unificare
tutti quei linguaggi, perchè gli
hrei potessero almeno intender
si fra loro: non gli riuscì. S :
convinse allora che solo una lin
gua neutrale poteva divenire i
strumento di comunicazione ge
nerale, ed ecco T'Esperanto".
| S'io non fossi nato ebreo dice
j v lo Zamenhoff l'idea di un
futuro cosmopolitismo non a
vrebbe esercitato così potente
fascino su d ; me". Fin dal 1881
! quand'era studente a Mosca pre
sentò a dieci suoi compagni il
piano per la fondazione di una
colonia ebraica in qualche par
te disabitata del mondo per far
ne poi il centro di uno Stato e
braico indipendente; costituì co
sì la prima organizzazione politi
co-giudaica in Russia. Sul prin
cipio si pensò ad alcune terre de
gli Stati Uniti d'America; pò 1 ! vi
fu chi pensò alla colonizzazione
lella Palestina. Egli si convinse
tuttavia più tardi che il Sioni
smo non avrebbe mai risolta la
eterna questione ebraica e dal
1884 in poi si concentrò esclusi
vamente nell'idea di un linguag
gio internazionale, abbinato al
l'idea sionistica. Ciò' gli costò di
ciassette anni di meditazione.
Solo, infatti, nel 1901 si decise a
pubblicare in russo un suo opu
scolo in cui diceva che il giudai
smo sarebbe divenuto forte
quando ispirandosi all'unica
legge della sua religione che è
l'amore del prossimo avesse
avuto una portata universale;
come mezzo a raggiungerne tale
scopo sosteneva la tesi del lin
guaggio esperantista. Mentre
però la sua tesi giudaica cadde
dimenticata, l'"Esperanto" ebbe
fortuna e trovò studiosi in tutto
il ngondo.
LE SETTE RELIGIOSE
DELLA RUSSIA
Studiando il fenomeno Raspu
tin e la strana psicologia del po
polo russo che lo ha reso possi
bile, Jean Finot illustra nella
"Revue" le sette religiose più
pittoresche sorte in Rusia re
centemente. Una setta singolare
è quella dei "negatori", numero
si ira i contadini, tra i quali la
miseria e le vessazioni governa
tive generarono spesso un odio
sordo contro la società, che si
traduce appunto in una nega
zione sistematica d'ogni cosa. I
negatori applicano strettamente
la dottrina del "non agire". Sof
frono, si lasciano ingannare, de
rubare, rovinare, ma non sfi ri
volgono mai alla giustizia, nè al
la polizia. I loro ragionamenti, il
loro modo di parlare hanno qual
che cosa di strano, un'originalità
tutta propria. Un procuratore
che ha visitato le prigioni sibe
riane riferisce il seguente collo
quio avuto con un certo Roinoff,
deportato per vagabondaggio :
"Come ti chiami?" "Te chiama
no; me, non mi chiama nessu
no". Il procuratore va in bestia,
e fa fustigare Uojnoff : ma co
stui, col corpo sanguinante, con
tinua ancora a filosofare. "Con
fessa la verità" grida il magi
strato. "Cercala per conto tuo,
che ne hai veramente bisogno. Io
mi tengo la mia per me". Alcuni
mesi più tardi, il procuratore
toma a visitarlo, e lo supplica di
dirgli il suo nome, promettendo
oli in cambio il passaporto per
raggiungere sua moglie e i suoi
figli. "Ma io non 'ho bisogno di
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| tutto ciò. rispose Ilo'noff. Il pas
saporto, le leggi, i nomi, sono co
se buone per voialtri. Figli, fa
miglia, proprietà, matrimonio,
sono le vostre invenzioni male
dette. Voi non potete darmi che
una sola cosa: la tranquillità."
' LA POLPA DI LEGNO
AL C ANADA
Con le sue immense foreste, il
I Canada sta conquistandosi il mo
nopolio della produzione della
polpa di legno per la carta da
giornali, poiché le riserve della
Scandinavia si sono esaudite e
gli Stati Uniti, che da principio
! esportavano in quantità tale ma
teria prima, ora ne producono
| meno di quanto occorre al consu
mo interno. Nel 1910 il Canadà
possedeva 51 mulini per polpa di
• legno che consumavano oltre
1 2.400.000 metri cuh' di legno pel
I valore di circa 15 milioni di dol
lari ; e quasi tutti i mulini ado
peravano legna tagliata nei ri
spettivi' possesi. La provincia di
Quebec tiene il primo posto In
questa industria, con 25 mulini.
Tre quarti della polpa prodotta al
Canada viene esportata agli Sta
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