La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, June 09, 1917, Page 4, Image 4

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Fiaba e realtà'
NOVELLA
Spiegami la vignetta del mio
libro di fiabe, Livio— C'è una
mucca bella come quelle di Ca
scina bianca, tu sai; ed e biz
zarra e ridicola con lo strano
cappello che le hanno messo quei
bimbi. Sembra il cappello dei
maghi dalla veste nera sparsa di
stelle Spiegami
Disse il fratello col suo mesto
sorriso d'adolescente malato:
I tre ragazzi che tormenta
no la povera mucca sono cattivi
e monelli. 11 più birichino ve
dilo come ride! è il reuccio di
un lontano regno ed abita un pa
lazzo magnifico, splendente nelle
mura foderate di oro, nelle pie
tre preziose che adornano le sa
le ampie ove gli specchi altissimi
sono lastre di diamante
Parlava, parlava, Livio, nella
visione di un sogno. E la sorelli
na bionda, accanto a lui, spalan
cava i grandi occhi azzurri al
mondo fntasioso delle f'alx:
La cameretta del malato si allar
gava, s'apriva a reggia meravi
gliosa, laggiù laggiù sperduta
nella lontananza ...
Doriar, il piccolo re di quel
regno, era un fanciullo capric
cioso che si divertiva a dar noia
a tutti' e talvolta con alcuni ami
ci, degni di lui, inventava delle
monellerie da metter sossopra la
città e da far impazzire il suo
vecchio tutore. Eccolo— vedi
da un grande armadio ha preso
il cappello di una dama di palaz
zo si usavano così i cappelli a
quei tempi e l'ha messo sul
capo della mucca che ha una
gran vogl'a di dirgli: "Lasciami
in pace non sono fatta per le
tue sciocchezze, io— Va a stu
diare, monello "Ma Doriar non
le da retta
La voce si affievolì come stan
ca.
—Oh Livio narra tutta la
fiaba. E' troppo lunga se io la
leggo, ma se tu ia narri è breve
e bella Via, sii buono
S'avvicinò la piccola: posò il
il suo capino bjondo sul guan
ciale ove il capo del fratello, ri
posava. Il guanciale s'indorò di
quei capelli—. E Livio tenne il
libro, ma non lesse la fiaba:
sembrò che inventasse» inse
guendo un triste visione, rievo
cando una lontana voce cara..
Oh, Diletta, piccina mia,
Doriar era così cattivo perchè
non aveva la mamma accanto,
pronta ad educarlo, a corregger
lo, ad ammonirlo con la voce soa
ve, che solo le mamme sanno "
Dove era andata?
Non so. non so, piccola .
Era partita per un viaggio lun
go...
Come mamma nostra?
Sì sì—
Parve che la voce si spessaz
se in un singhiozzo.
Talvolta, in mezzo alle sue
monellerie, Doriar preso da una
immensa tristezza, da un deside
rio convulso di vedere la mam
ma, allontanava i compagni, cor
reva a rinchiudersi nella più bel
la stanza del palazzo, pur quella
abbandonata e squallida senza la
mamma, e invocava e pregava:
"Mammina, torna se non vuoi
che Doriar diventi cattivo... Vie
ni sarò il più felice dei re. e tu,
la n ù felice delle regine Mi
vedrai buono buono. Ricordi
quando mi parlavi tanto dolce
mente e mi baciavi? E adesso,
adesso che non ci sei più
Che hai, Livio.sembra
che tu pianga Ti senti male
ancora ?
No, Diletta Ascolta a -
scolta _
Mamma, gli gridava la voce,
dentro, com'egli faceva gridar
Doriar della fiaba, torna, torna,
perchè non posso vvere senza di
te, che hai portato via per sem
pre il sorriso e la gioia della mia
adolescenza, perchè io sono ma
ato di dolore e d'ansia, e mi tor
uro chiedendomi disperatamen
te dove, dove sei andata
L Livio dimenticò la liaoa.
non vide che la mamma lontani,
e gì parve che tutti dovessero
sapere, che tutti dovessero sog
ghignare
Disse Donar, un giorno agli
amici suoi: Volete che andia
mo dal mago Azzurro che abita
vicino al mare, nella profonda
grotta incassata nello scoglio al
tissimo? 11 mago sa tutti 1 se
greti, ha il intere di dare, se
vuole, ciò che gli si chiede. Io gli
domanderò di far teornare la
• mamma e gli offrirò in cambio
un palazzo di diamante, mille
volte più bello del mio E voi
che gli chiederete?
—Io voglio cento cavalli
bianchi come la neve disse
Alir e sorrise nella visione di u
na pazza corsa.
—Io voglio un castello che
galleggia sul mare disse A
mor e sorrise nella visione fan
i tastica.
E Doriar pensò: "Io chiedo u
na cosa assai grande, assai
più beila.
S'avviarono i tre fanciulli e
camminarono, camminarono
Ecco la grotta del mago Azzur
eo: il mago è tutto chiuso nella
sua veste a stelle di oro ed ha i
capelli lunghi e bianchi e la bar
i>a bianca e il viso vecchio di pi ù
di cent'anni.
Oh tu che puoi quel che de
sideri, fammi tornare la mam
ma ! pregò Doriar e non aveva
più la sua voce di reuccio Stizzo
so. ma una voce appassionata di
bimbo che implora.
E Alir e Amor tacquero colp'-
ti da quella voce.
Non posso nulla per te
disse il mago sei troppo catti
vo.
Perchè non ho più la mam
ma
E vattela a cercare
Dove, dove?
Tutta l'anima, il piccolo Do
riar mise nella domanda. Ed il
mago interrogò:
L'andresti dunque a cer
care?
-Sì.
Dovunque?
Sì.
Lasceresti il tuo regno?
Sì.
Diventeresti un povero
fanciullo che va, va solo, alla
ventura, e si rrposa sul ciglio
delle strade e lavora per avere
un po' di cibo?
Sì disse Dorian. E gli
altri tacquero colpiti.
Ti farò trovare la mamma.
Oh grazie, grazie! Ti dono
un palazzo d'oro.._.
Non puoi. Da questo mo
mento sei il piccolo Doriar, sol
tanto...
Ma il piccolo Doriar che a
vrà la mamma Ti dono un ba
cio, mago Azzurro.
E il mago sorrise.
Sei stanco. Livio? Sei pal
lido La tua fiaba mi fa pensa
re a mammina nostra ch'è par
tita come quella di Doriar. Vuoi
che andiamo pur noi dal mago
Azzurro, vuoi? Darò un bacio
al mago
Oh, Diletta, sorellina mia,
dove dove non andrei per ritro
vare la mamma! Oh piccola,
felice te eh e non sai susur
rò piano nel suo grande dolore.
Il reuccio Doriar divenne
il povero Doriar. E viaggiò solo
con la sua speranza e con la sua
ansia. E quando calava la notte
andava al riparo nelle capannuc
cie con le pecore o sul ciglio delle
strade, sull'erba fresca. E quan
do aveva fame chiedeva <Y lavo
rare in cambio di un pezzo di pa
ne. "Sono il povero Doriar che
cerca la mamma sua." Ed era
bello e triste Doriar col suo visi
ito impallidito, più bianco sotto i
lunghi capelli d'oro.
E la marna di Doriar era
'!>' onda come lui, come la nostra? j
PHILADELPHIA, PA., LA RASSEGNA SABATO 9 GIUGNO 1917
|, Sì, bambina, ed era bella
come la nostra, troppo bella
La mamma non è mai trop
po bella, Livio. Narra
S'interrompeva la voce di Li
vio, in un'ansia di stanchezza. Il
crepuscolo d'inverno fasciava la
camera, il letto svaniva nell'om
bra. E Diletta, seduta sul letto
lei fratello, apriva i grandi oc
chi al sogno—
— Arrivò Doriar un giorno
quanti mesi passarono dall'ora
della partenza, quanti? ar
rivò ad un regno lontano milla e
mille miglia dal suo, ove regnava
un re, figlio di fata e nipote del
mago Azzurre. Era bello e buo
no quel re ,e Doriar quando lo
seppe pensò che forse il mago
Azzurro l'aveva condotto là per
magìa e per dargli il compenso
tante lotte e tante soffe
renze. "Vengo di lontano "disse
al re, e gli si inginocchiò dinanzi
e giunse le mani, supplichevole:
"Forse tu puoi aiutarmi Pensa
alla mia sventura che m'aveva
fatto diventare cattivo " Ed il
re ch'era figlio di fata e che sa
peva tutti i segreti lo mandò
sulla montagna altissima a co
gliere u nfi : ore d'oro meraviglio
so che s'apriva ogni cento anni,
un fiore d'oro destinato a placa
re il principe cattivo che aveva
rubato la mamma e la teneva le
! gata
E Doriar troveò il fiore?
Sì : lo colse con le mani in
sanguinate per la fatica del cam
mino. tremendo. Ed il principe
catt'vo gli aveva fatto tanto ma
le, tanto, tanto.....
Tu soffri, Livio
Diletta, Diletta la mam
ma di Doriar fu salva per il sa
cri iicio del figlietto. Tornò alla
ila casa, vi portò la gioia, l'ele
ganza, la grazia e fu lieta e ri
visse la vita buona e fu madre,
madre soltanto.
L vio interruppe la bam
bina quando sarai guarito,
noi pure andremo in cerca del
fiore d'oro Mamma è lonta
na La tiene forse un principe
cattivo, di quelli che fanno tanto
male ?_...
Livio rise il suo spasimo. Pen- j
sò, laggiù a scuola il sorriso bef
fardo dei compagni che sapeva
no e commentavano ghignando,
col cinismo inconscio degli ado
lescenti che credono di sapere la
vita, E rivide la mamma troppo
giovane e troppo bella, la mam
ma che li aveva lasciati per an
dare verso l'amore, dimentica
delia figlia piccina, dimentica del
aglio grande, del figlio lasciato
nello strazio di un'adolescenza
spezzata, tormentata nella ama
rezza del disinganno, colpito pei
sempre ,per sempre..—
Diletta ignorava tutto e spe
rava fiduciosa ; ma egli, egli sen
tiva in sè una tremanda miseria
morale, tradito nell'affetto, nella
fiducia, nell'ideale di fanciullo
profondamente buono.
—Sì Diletta la tiene qual
che cosa di tremendo......
E non potremo far nulla
per salvarla?
ll fiore d'oro s'apre solo o
gni cento anni. Non c'è più
tempo
Oh povera mammina bella!
invocò la bimba.
Bella, bella, sì. Ancora egli la
vide i nuna visione radiosa.
Oh, Diletta, sorellina mia, la
scia la fiaba. Dammi un bacio
Così. Tu sei bionda come la
mamma
Sì ; io sarò la tua mammina
sorrise la bimba. Dormi,
dormi per guarire per parti
re dopo per cercare il fiore
d'oro Eio voglio diventare
buona, buona come la mamma
Sei contento, Livio?
Egli posò la bocca sui capei l'i
della bimba e pianse, pianse,
pianse
Maria Michieli
%
Rmoki
.Pt-AIN-ENQf
REALTÀ'
Lorenzo Nottola, dovendo pren
der moglie, ebbe un'idea lumino
sa, quella cioè di far assumere, da
un detective privato, informazio
ni segrete intorno alla sua futu
ra sposa. Detto fatto, si recò ad
una di queste agenzie, pagò anti
cipatamente, e porgendo un bi
glietto da visita:
Questa disse è la per
dona di cui dovrete assumere in
iormazioni. Me le manderete fer.
me» in posta alle iniziali K. M.
Quando si recò a ritirare la ri
sposta .cascò dalle nuvole. La co
nunicazione diceva: "La nostra
persona (il nome era omesso) è
■ino scapolo di circa 40 anni, vi
ve del su olavoro. Non ha capi
tali, è dedito alla vita allegra ed
ha non pochi debiti alla cui siste
mazione pare intenda provvedere
con un prossimo matrimonio.
Non è consigliabile alcun fido".
Convinto che doveva esser sue
joesso uno sbaglio, il signor Not
tola corse all'agenzia:
Questa informazione dis
e non mi riguarda. La perso
na da me indicata è una donna,
non è un uomo ! '
Scusi, ma lei è in errore
rispose l'impiegato dopo aver ve.
rificato nell'incarto si tratta
iiroprio di un uomo: ecco qui il
biglietto di visita che lei ci ha
consegnato.
Lorenzo Nottola rimase senza
parola. Per errore aveva dato il
suo indirizzo invece di quello del
la sua fidanzata, ed aveva cosi a
vuto la sorpresa di ricevere le
proprie Informazioni che, puri
troppo, corrispondevano alla real.
tà.
LA NUOVA GROTTA
DI MAIORCA
Venne recentemente scoperta
presso Manacor. nell'isola di Ma
iorca, la più importante delle Ba
leari, una grotta provvista di pa
recchi laghetti sotterranei e no
tevole sopratutto per le sue stra-.
ne stalattiti, che crescono in ogni j
senso, sottili e capricciose, sfi
!; Telephone, Walnut 8025 $
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Anthony Rossi
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! SPUDIO NOTARILE E DI REAL ESTATE |
! 717 VValnut Street Philadelphia, Pa. 5
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Atti Notarili in Italiano ed in Inglese jì
I Speciale attenzione per gli atti inerenti alla jj
compra-vendita di case e di terreni
| Assicurazioni di ogni genere: Fuoco, Vetri, j!
| "Surety Bonds" ecc. ]|
Traduzioni di Documenti Legali jj
| Prestiti su Beni Stabili in l.a e 2.a Ipoteca J
I Riscossioni di crediti, Pigioni, Interessi ecc. j
| Building & Loan Associations
| Compra, Vendita ed Affitto di Beni Stabili l
in qualsiasi punto della città e fuori jj
dando le leggi ordinarie della gra
vità e formando bellissime figu
razioni di all>eri, di festoni sospe
si e d'altre forme singolarissime.
Tali stalattiti, benché rare, non
sono senza esempio: se ne trova
no nella grotta di Wyandatte, a
gli Stati Uniti, in quella di Ye
nolan, Australia, edi Ro
see Belgio, ed in poche al
tre. Esse attirarono da poco l'at
tenzione degli studiosi sotto il no
me di stalattiti eccentriche, ar
borescenti o filiformi : e si crede
che in esse la forza di cristaliz
zazione prevalga sulla gravità a
cagione dello stato capillare del
trasudoamento all'inizio della for
mazione. Nella grotta di Mana
cor, che è uno degli esemplari più
tipici del genere, fu tosto pianta
ta la illuminazione elettrica.
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"LA RASSEGNA"
AVVERTENZA
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ne o piaghe cancrenose.
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rimedio è quello dello specialista
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