La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, June 02, 1917, Page 3, Image 3

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    Riceviamo e Pubblichiamo
Signor Silvio Liberatore,
Direttore de "La Rassegna"
Avendo bisogno di dare la più
larga pubblicazione ad un fatto
di cronaca che, veduto dal punto
di vista generale, non avrebbe
nulla d'anormale, ma vagliato nei
suoi partieolari e per gli uomini
che ne furono i protagonisti e per
le cause che lo provocarono assu
me ad importanza grandissima,
ci rivolgiamo a loro.
La Lega di resistenza fra i si.
garai italiani il 17 aprile e- a. die
tro rifiuto del sig. Gangemi di
voler portare la paga dei suoi o
perai alla quota che altre fabbri
che italiane avevano adottato,
proclamò lo sciopero. Le pretese
erano modeste specie se si consi
dera l'enorme aumento del costo
della vita che rende così diffico]
toso per tutti il problema del pa
ne cotidiano; non si pretendeva
altro che un'equiparazione nei
prezzi della manifattura dei si
gari in tutti i laboratori control
lati dalla nostra organizzazione
e la nostra pretesa era basata su
richieste logicissime. Non sape
vamo trovar la ragione del per
chè della differenza di prezzo tra
una fabbrica e l'altra quando le
condizioni di lavoro sono identi
che dappertutto. Ma fin qui nulla
d'anormale- Non ci siamo fatta
mai l'illusione che tra capitale e
lavoro ci sia quella concordanza
d'interessi che altri ci vuole scor.
gere. Noi sappiamo per esperien
za acquisita che le conquiste del
proletariato non diventano tali
che quando esso le sa strappare
e perciò disponemmo tutto affin
chè la nostra piccola lotta avesse
a concludersi vittoriosamente.
Tutti i nostri organizzati furono
occupati in una fattoria dove le
condizioni unionistiche erano sta
to accettate, già da due settima. ,
ne prima che lo sciopero l'osse ,
proclamato e la fattoria Gange
mi ingaggiò mano d'opera crumi.
ra reclutando tutti i rifiuti della
nostra classe. E' dovorooo far no
tare qui ai lettori di questo foglio
che il sig. G- Gangemi è affigliate
all'Ordine Figli d'ltalia ed è dele.
gato della loggia M. Rapisardi ; è
dunque un ufficiale di quell'Or
dine che ha messo a capo saldo
della sua esistenza la protezione
ed il sollevamento morale e ma
teriale dell'italiano immigrato.
Il Capobianco e tutti gli altri che
hanno accettato di retribuire più
umanamente i sigarai italiani,
no. Questo lo facciamo notare di
sfuggita perchè è necessario pe*
ile conclusioni del nostro scritto
Lo sciopero proseguiva norma!
mente senza episodi rilevanti ed
in verità l'esiguità di esso per il
numero ristretto degli operai
implicati non poteva dar nessun
pretesto ad incidenti clamorosi.
Però la lotta si conduceva fiacca 1
per la ragione che fino ad ora
tutti gli interessati avevano tro
vato provvisoriamente occupa
zione nelle altre fattorie e non a
vevano quindi l'opportunità di fa
re il lavoro di picchettaggio, la
voro essenzialissimo in tutti gli
scioperi per evitare ai crumiri di
occupare i posti degli scioperanti.
Lunedì della scorsa settimana un
fatto nuovo venne a cambiare il
corso delle cose. I sigarai occupa
ti in via eccezionale nella fattoria
Capobianco furono avvertiti che
nelle susseguenti settimane si
sarebbero alternati ogni 3 giorni
alla settimana nella manifattura
e questo per esuberanza di pro
duzione.
Unanimamente la vostra unio
ne intuì il pericolo che lo sovra
stava- Se non si faceva opera di
persuasione direttamente, presso
i traditori della nostra causa ver
so cioè quegli incoscienti che con
il loro brutto atteggiamento era
no la causa della nostra e della
loro brutta condizione, non si sa
rebbe ottenuto nulla.
Si decise per una volta almeno
a recarsi nell'ora della presa del
lavoro nelle adiacenze della fab
brica Gangemi e tentar d'avvici
nare chi si recava al lavoro per i
persuaderli a far causa comune '
con noi. Così fu fatto mercoledì
mattina 23 Maggio. Un gruppo di
sigarai composto di pochi uomini
ed una donna si avviavia sul luo
go quando scorse a poca distan
za lo stesso Gangemi con a fian
co due lavoranti che si avviava
alla volta della fattoria.
LM scioperante Giuseppina Fa. '
uelia volle tentar di parlare alle
due crumire e si accingeva solo
essa ad avvicinarle e nella sua
qualità di operaia cosciente non
dubitava punto che alcuno glielo
avesse impedito- E, poi, la sua
condizione di donna non doveva
essere garanzia più che sufficien.
te alla sua incolumità? In qua]
parte del mondo si potrebbe tro
vare un bruto, un vile, un ma
scalzone capace di usare violen
za ad una donna onesta e co
sciente che cerca di adempiere
una missione sacrosanta, cioè la
difesa del pane dei soui bambini ?
Infine, anche se questo bruto
malvagio, questo villano mascal
zone esistesse non sarebbe certo
qui negli S. U. che potrebbe dar
sfogo ai bisogni della sua natura
malvagia. Qui la donna si può
dire è padrona e sovrana; la sua
condizione ritenuta fisiologica
mente più debole dell'uomo la
rende inviolabile ed è difesa da
rutti- Quindi si accingeva alla bi
sogna senza prevenzioni, senza
iattanza, quando questo grandis
simo figlio d'ltalia di Gange
mi senza neppur dargli tempo di
aprir bocca e pronunziar verljo
lece l'atto abbietto, schifosamen.
te basso, perchè compiuto contro
una donna, di por mano alla ri
voltella e puntarla contro l'inno
cua ed indifesa coraggiosa com
pagna che punto spaventata gli
protende incurantemente il petto,
Oh! il gran patriota! Eccolo
qui con la sua ai'ma in pugno a
dimostrare l'altezza e la nobiltà
dell'animo suo italianissimo per
eccellenza! Dov'è l'aborrito tede
sco tanto da lui esacrato che in
quel momento non si sarebbe ver
gognato ad averlo per suo conna.
«limale T
E voi, o benemeriti del grande
Ordine, non vi siete punto vergo
gnati ad èsservi resi solidali con
lui quando spaccandovi in cento
avete voluto trarlo fuori dalle
grinfie della polizia che provvida,
mente questa volta seppe accor
rere ?
Ma terminiamo per ordine la
narrazione imparziale dei fatti.
Alla mossa mafiosa e stupida di
questo signore un compagno no
stro che all'intrepidezza del co
raggio accoppia una nobiltà d'a
nimo superiore a qualunque figlio
d'ltalia ed una forza non comu
ne acquistata nel duro allena
men al lavoro, vista la guappata
del bieco maramaldo, non pone
tempo in mezzo a portare aiuto
alla compagna in pericolo e
slanciandosi contro il bru
to lo sbatacchia in malo modo e
giratolo come un fluscelk) per il
cravattino, lo pone nella ridicola
condizione di dover consegnare,
suo malgrado, l'arma omicida al
la sigaraia minacciata che impu
gnatala a sua volta costringe il
mafioso a piagnucolare pietosa
mente perdono. Un poliziotto ac
corso e messosi al corrente dei
fatti, indignatissimo compie la
scena con solennissime randella
eto sulle braccia del terribile cho
viene accompagnato come il più
basso tagliaborse e tra lo scherno
ed i berleffi della folla accorsa,
alla prossima stazione di polizia
Qui fu che si svolse l'atto di so
lidarietà da parte dei più grandi
ufficiali dello Stato ai riguardi
del Gangemi. Avvocati, testimo
ni, falsi armeggi da tutte le par
ti compirono in prò suo i suoi fe
[deli protettori. Chiunque avesse
voluto giudicare ed agire onesta
mente nel caso da noi narrato,
avrebbe dovuto lasciare il bagor
do al suo destino perchè delin
quenti di tal fatta non devono
1 ispirar compassione. I suddetti
; signori però non sentirono di a
gire così delicatamente- Nella e
saminazione avvenuta la stessa
LA RASSEGNA PHILADELPHIA, PA., SARATO, 2 GIUGNO 1917
| mattina il bruto volle far vede
re di esser stato aggredito dimo
strando i segni d'un morso che il
giudice constatò dato dalla sua
bocca, e surrogando la sua tesi
con un testé pagato 5 dollari.
Noi potevamo fargli molto
danno provandogli che ciò che lui
diceva era un cumulo di menzo
gne : non lo volemmo perchè pen.
sammo alla sua famiglia e pen
sammo pure che diciamolo
francamente: era un figlio non
dell'Ordine, ma d'ltalia.
Vorremmo noi, o lettori, che
tutti gli italiani costretti ad at
traversare l'oceano per procac
ciarsi un pane men duro sentis
sero il dovere di amarsi aiutarsi
e difendersi l'un l'altro senza far
stupide controdistinzioni d'ordini
e sott'ordini come vorremmo pu
re che i vampiri, gli sfruttatori,
gli speculatori della miseria del
proletariato fossero inchiodati
alla gogna anche e più di tutto
quando si fregiano il petto con di
stintivi che servono solo ad ü
briacare i poveri lavoratori e che
nessun figlio, nipote o pronipote
d'ltalia ha il diritto di poter vili
pendere e calpestare le giuste a
spirazioni della classe lavoratri
ce.
Per il Comitato Sciopero
Pasquale Bevilacqua
Phila-, 22 maggio 1917
Cara Rassegna,
Noi siamo cinque venerabili e
tre oratori dei Figli d'ltalia, cioè
otto ufficiali di differenti loggie.
Noi approviamo la tua campa
gna, contro il nostro Gran Vene
rabile e come protesta contro il
Supremo Concilio abbiamo pen
sato di passare agli Indipendenti
appena avremo avvisato tutti i
fratelli delle nostre loggie.
Le altre loggie dello Stato ne
prendano nota e facciano altret
tanto.
Abbiatevi la nostra simpatia e '
solidarietà e credeteci vostri ri
spettosi fratelli.
Non ci firmiamo per motivi '
che vi sarà facile capire-
L'originale di questa comuni- (
cazione, giuntaci per posta, 10,
manteniamo in redazione a di
sposizione di qualsiasi di quelli
che potessero avere dei dubbi sul- j
la sua autenticità.
Agli autori del comunicato rac. j
comandiamo però di volerci dire
chi essi sieno, non tanto per noi o (
per nostra soddisfazione, ma solo
perchè il pubblico nostro potesse
avere sempre delle prove positive
intorno ad un energico per quan
to salutare risveglio di coscienze.
E' questo per davvero il mo
mento opportuno per darsi da
fare intorno ad un'energica cam
pagna contro le camorre insidia
tesi nell'Ordine Figli d'ltalia; è
proprio questa l'ora che ogni one.
sto appartenente all'Ordine Figli
d'ltalia deve muoversi ed agitar
si a dovere ; è proprio questa l'ora
in cui ogni onesto appartenente
all'Ordine si dia seriamente da
fare per riuscire in ogni buon'in
tento, per arrivare cioè alla vera
epurazione della grande Fami
glia che, fino a questo giorno, ha
mostrato di essere infetta solo
dalla parte dei capi.
A tutti i "Figli d'ltalia" onesti
e coscienti noi non facciamo, non
torniamo a fare cioè che la calda
raccomandazione: Dalle vostre
loggie, dai vostri posti d ufficiali
e semplici membri dell'Ordine, in
cominciate a far sentire alta la
vostra voce contro le camorre an.
nidatesi nell'Ordine e per le qua
li camorre noi abbiamo avuto il
coraggio di intraprendere la più
bella delle campagne giornalisti
che che in Colonia si ricordino.
n. d. r.
,
e Mokc
S
PUAIN-BND
i
LEGGETE
i "LA RASSEGNA"
Neo Cooperativa
Operaia ai consumo
Riceviamo e pubblichiamo:
Questa nobile Istituzione che è
nel cuore di tutti gli operai Ita
liani, si va sviluppando con sor
prendente e sincero entusiasmo,
da quanti mirano .in questi mo
menti difficili, al benessere della
propria famiglia ed a quaélo mo
rale e materiale della nostra Co
lonia. Questo sacro tempio, il
tempio benefico dell'alimento ne- !
cessario alla nostra esistenza, che j
si compendia con la Cooperativa
Operaia di Consumo, fu il sogno j
di tutti noi, ed oggi, dopo laborio
sa e proficua propaganda, si a- j
pre il varco attraverso le masse J
coscienti dei lavoratori, per af- j
fermarsi nella realtà dei fatti.
La terribile crisi che attraver
siamo pel continuo ed ostinato
rialzo dei viveri, si fa ogni giorno
più minacciosa. I generi di prima
necessità, sono divenuti generi di
lusso ed il nostro esiguo salario
non è pifi sufficiente per procac
ciarci la vita.
Gli speculatori affini, i piaz
zaiuoli di mercato, i primi ed i
secondi grossisti e le piccole
grosserie al minuto poi, fanno
gradatamente dei guadagni ecce
zionali che noi, consumatori infi
ne, siamo obbligati a pagare per
tutV costoro, assoggettando le
nostre famiglio ed i nostri figlio
letti a privazioni inaudite. Per
ciò è necessario porvi energica
mente un argine, una diga che j
siasi per arrestare questa corren
te malefica, e la Neo Cooperativa
Operaia di Consumo, dovrà er
gersi maestosa a mediatrice tra
la forza produttrice e quella con
sumatrice, abbattere senza tre
gua la vasta scala degli specula
tori medii che s'infrappongono, !
ed ottenere cosi la giusta deslde- !
rata riduzione dell'alto costo dei !
viveri, dappoiché piuttosto che
vendere a scopo mercantile, la
Cooperativa dovrà fare un'ade
guata distribuzione dei generi a
limentaH .dworimfi .ri§fo««!Ki
molto vicina ai prèzzi di costo,
dopo dedotta "quella spesa stret- ■
tamente necessaria pel funziona
mento e mantenimento di Essa.
E non c'illudiamo punto ! La
Neo Cooperativa Operaia di Con
sumo, dovrà sorgere sulla pietra
fondamentale della Comune Con
cordia di tutti gli Operai Italiani
e scevra di qualsiasi pregiudizio
malefico, di cui la nostra gente è
invasa e che purtroppo, consta
tiamo con dolore, non ha potuto
mai raggiungere un determinato
scopo se non con la distruzione
delle proprie iniziative.
Le diverse Comunità di altro
Colonie straniere in questo Pae
se e gli stessi Americani, sono
già seriamente all'opera, ed i ri
sultati benefici che i loro membri
Consumatori ne traggono sono
immensi.
Perciò uniamoci anche noi;
con l'Unione, perseverando nella
costanza, potremo ottenere il no
bile scopo non solo materialmen
te, ma anche moralmente. Non
siamo forse noi una grande Co
munità Italiana? Non abbiamo
noi una famiglia da sostentare?
,Non ci è caro vedere i nostri fi
glioletti nutriti" con cibi sani e
sufficienti e vederli crescere sani
e robusti? Non vorremmo noi, r'.
tornando a casa alla sera, dopo u
, na lunga giornata di lavoro, tro
vare a nostro conforto un cibo
'..imo e sufficiente che ristora le
' nostre esauste forze ? Ebbene j
'diamo alla nostra Compagna la
opportunità di servirsi della Coo- ;
perativa Operaia di Consumo, ed i
E. sa ci accontenterà senza di
sturbarci col maledetto alto co
sto dei viveri.
Fratelli Operai Italiani! Già li
na larga rappresentanza di one
sti lavoratori Italiani di Phila
delphia si cimentano nobilmente
con questo arduo lavoro ed il
numero delle adesioni finora sot
toscritte, è molto incoraggiante e
ci fa arditi di chiedere anche la
vostra sana e laboriosa coopera
zione pel raggiungimento imme
diato dello scopo. Il capitale col-
| littivo necessario si va forman
jdo a base di azioni nominali del
| valore di dollari cinque ciascuna,
j Ogni singolo Operaio Italiano po
trà acquistare da una sino a die
ci azioni, mentre le Associazioni
in corpo, Istituti ed altri Enti
Coloniali Italiani, per un nume
ro illimitato.
C(ò posto, ci sentiamo in dove
| re di sollecitarvi a sottoscrivere
jcon noi e facilitare così l'ardua
: impresa per un felice compimen
j to dell'opera. Ed è perciò che vi
! invitiamo fraternamente a voler
j intervenire nella Grande Seduta
j che terremo Domenica mattina,
jlO Giugno, alle ore B'/» nella
j Eagle Hall, 1218 So. Bth S~t.. per
j trattare alla presenza di tutti i
convenuti la Direttiva prò Coope-
I rativa e continuare la sottoscri
zione delle nuove adesioni.
In attesa del vostro concorso e
di quello di tutti i fratelli Italia
ni, mi sottoscrivo per la Neo
Cooperativa Operaia di Consumo
Filippo Del Vecchio, Segr.
1335) Moore St.
L'idea d ! una co-operativa di
consumo non dispiace; anzi me
rita di essere appoggiata con o
gni forza da chiunque si creda i
taliano veramente bempensante.
Noi non facciamo per ora che
incoraggiare all'idea, alla bella i
dea invero, augurandoci fervida
mente che essa si abbia quel
trionfo che onestamente si pro
pone nei suoi fini. n. d. r.
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