Riceviamo e Pubblichiamo Signor Silvio Liberatore, Direttore de "La Rassegna" Avendo bisogno di dare la più larga pubblicazione ad un fatto di cronaca che, veduto dal punto di vista generale, non avrebbe nulla d'anormale, ma vagliato nei suoi partieolari e per gli uomini che ne furono i protagonisti e per le cause che lo provocarono assu me ad importanza grandissima, ci rivolgiamo a loro. La Lega di resistenza fra i si. garai italiani il 17 aprile e- a. die tro rifiuto del sig. Gangemi di voler portare la paga dei suoi o perai alla quota che altre fabbri che italiane avevano adottato, proclamò lo sciopero. Le pretese erano modeste specie se si consi dera l'enorme aumento del costo della vita che rende così diffico] toso per tutti il problema del pa ne cotidiano; non si pretendeva altro che un'equiparazione nei prezzi della manifattura dei si gari in tutti i laboratori control lati dalla nostra organizzazione e la nostra pretesa era basata su richieste logicissime. Non sape vamo trovar la ragione del per chè della differenza di prezzo tra una fabbrica e l'altra quando le condizioni di lavoro sono identi che dappertutto. Ma fin qui nulla d'anormale- Non ci siamo fatta mai l'illusione che tra capitale e lavoro ci sia quella concordanza d'interessi che altri ci vuole scor. gere. Noi sappiamo per esperien za acquisita che le conquiste del proletariato non diventano tali che quando esso le sa strappare e perciò disponemmo tutto affin chè la nostra piccola lotta avesse a concludersi vittoriosamente. Tutti i nostri organizzati furono occupati in una fattoria dove le condizioni unionistiche erano sta to accettate, già da due settima. , ne prima che lo sciopero l'osse , proclamato e la fattoria Gange mi ingaggiò mano d'opera crumi. ra reclutando tutti i rifiuti della nostra classe. E' dovorooo far no tare qui ai lettori di questo foglio che il sig. G- Gangemi è affigliate all'Ordine Figli d'ltalia ed è dele. gato della loggia M. Rapisardi ; è dunque un ufficiale di quell'Or dine che ha messo a capo saldo della sua esistenza la protezione ed il sollevamento morale e ma teriale dell'italiano immigrato. Il Capobianco e tutti gli altri che hanno accettato di retribuire più umanamente i sigarai italiani, no. Questo lo facciamo notare di sfuggita perchè è necessario pe* ile conclusioni del nostro scritto Lo sciopero proseguiva norma! mente senza episodi rilevanti ed in verità l'esiguità di esso per il numero ristretto degli operai implicati non poteva dar nessun pretesto ad incidenti clamorosi. Però la lotta si conduceva fiacca 1 per la ragione che fino ad ora tutti gli interessati avevano tro vato provvisoriamente occupa zione nelle altre fattorie e non a vevano quindi l'opportunità di fa re il lavoro di picchettaggio, la voro essenzialissimo in tutti gli scioperi per evitare ai crumiri di occupare i posti degli scioperanti. Lunedì della scorsa settimana un fatto nuovo venne a cambiare il corso delle cose. I sigarai occupa ti in via eccezionale nella fattoria Capobianco furono avvertiti che nelle susseguenti settimane si sarebbero alternati ogni 3 giorni alla settimana nella manifattura e questo per esuberanza di pro duzione. Unanimamente la vostra unio ne intuì il pericolo che lo sovra stava- Se non si faceva opera di persuasione direttamente, presso i traditori della nostra causa ver so cioè quegli incoscienti che con il loro brutto atteggiamento era no la causa della nostra e della loro brutta condizione, non si sa rebbe ottenuto nulla. Si decise per una volta almeno a recarsi nell'ora della presa del lavoro nelle adiacenze della fab brica Gangemi e tentar d'avvici nare chi si recava al lavoro per i persuaderli a far causa comune ' con noi. Così fu fatto mercoledì mattina 23 Maggio. Un gruppo di sigarai composto di pochi uomini ed una donna si avviavia sul luo go quando scorse a poca distan za lo stesso Gangemi con a fian co due lavoranti che si avviava alla volta della fattoria. LM scioperante Giuseppina Fa. ' uelia volle tentar di parlare alle due crumire e si accingeva solo essa ad avvicinarle e nella sua qualità di operaia cosciente non dubitava punto che alcuno glielo avesse impedito- E, poi, la sua condizione di donna non doveva essere garanzia più che sufficien. te alla sua incolumità? In qua] parte del mondo si potrebbe tro vare un bruto, un vile, un ma scalzone capace di usare violen za ad una donna onesta e co sciente che cerca di adempiere una missione sacrosanta, cioè la difesa del pane dei soui bambini ? Infine, anche se questo bruto malvagio, questo villano mascal zone esistesse non sarebbe certo qui negli S. U. che potrebbe dar sfogo ai bisogni della sua natura malvagia. Qui la donna si può dire è padrona e sovrana; la sua condizione ritenuta fisiologica mente più debole dell'uomo la rende inviolabile ed è difesa da rutti- Quindi si accingeva alla bi sogna senza prevenzioni, senza iattanza, quando questo grandis simo figlio d'ltalia di Gange mi senza neppur dargli tempo di aprir bocca e pronunziar verljo lece l'atto abbietto, schifosamen. te basso, perchè compiuto contro una donna, di por mano alla ri voltella e puntarla contro l'inno cua ed indifesa coraggiosa com pagna che punto spaventata gli protende incurantemente il petto, Oh! il gran patriota! Eccolo qui con la sua ai'ma in pugno a dimostrare l'altezza e la nobiltà dell'animo suo italianissimo per eccellenza! Dov'è l'aborrito tede sco tanto da lui esacrato che in quel momento non si sarebbe ver gognato ad averlo per suo conna. «limale T E voi, o benemeriti del grande Ordine, non vi siete punto vergo gnati ad èsservi resi solidali con lui quando spaccandovi in cento avete voluto trarlo fuori dalle grinfie della polizia che provvida, mente questa volta seppe accor rere ? Ma terminiamo per ordine la narrazione imparziale dei fatti. Alla mossa mafiosa e stupida di questo signore un compagno no stro che all'intrepidezza del co raggio accoppia una nobiltà d'a nimo superiore a qualunque figlio d'ltalia ed una forza non comu ne acquistata nel duro allena men al lavoro, vista la guappata del bieco maramaldo, non pone tempo in mezzo a portare aiuto alla compagna in pericolo e slanciandosi contro il bru to lo sbatacchia in malo modo e giratolo come un fluscelk) per il cravattino, lo pone nella ridicola condizione di dover consegnare, suo malgrado, l'arma omicida al la sigaraia minacciata che impu gnatala a sua volta costringe il mafioso a piagnucolare pietosa mente perdono. Un poliziotto ac corso e messosi al corrente dei fatti, indignatissimo compie la scena con solennissime randella eto sulle braccia del terribile cho viene accompagnato come il più basso tagliaborse e tra lo scherno ed i berleffi della folla accorsa, alla prossima stazione di polizia Qui fu che si svolse l'atto di so lidarietà da parte dei più grandi ufficiali dello Stato ai riguardi del Gangemi. Avvocati, testimo ni, falsi armeggi da tutte le par ti compirono in prò suo i suoi fe [deli protettori. Chiunque avesse voluto giudicare ed agire onesta mente nel caso da noi narrato, avrebbe dovuto lasciare il bagor do al suo destino perchè delin quenti di tal fatta non devono 1 ispirar compassione. I suddetti ; signori però non sentirono di a gire così delicatamente- Nella e saminazione avvenuta la stessa LA RASSEGNA PHILADELPHIA, PA., SARATO, 2 GIUGNO 1917 | mattina il bruto volle far vede re di esser stato aggredito dimo strando i segni d'un morso che il giudice constatò dato dalla sua bocca, e surrogando la sua tesi con un testé pagato 5 dollari. Noi potevamo fargli molto danno provandogli che ciò che lui diceva era un cumulo di menzo gne : non lo volemmo perchè pen. sammo alla sua famiglia e pen sammo pure che diciamolo francamente: era un figlio non dell'Ordine, ma d'ltalia. Vorremmo noi, o lettori, che tutti gli italiani costretti ad at traversare l'oceano per procac ciarsi un pane men duro sentis sero il dovere di amarsi aiutarsi e difendersi l'un l'altro senza far stupide controdistinzioni d'ordini e sott'ordini come vorremmo pu re che i vampiri, gli sfruttatori, gli speculatori della miseria del proletariato fossero inchiodati alla gogna anche e più di tutto quando si fregiano il petto con di stintivi che servono solo ad ü briacare i poveri lavoratori e che nessun figlio, nipote o pronipote d'ltalia ha il diritto di poter vili pendere e calpestare le giuste a spirazioni della classe lavoratri ce. Per il Comitato Sciopero Pasquale Bevilacqua Phila-, 22 maggio 1917 Cara Rassegna, Noi siamo cinque venerabili e tre oratori dei Figli d'ltalia, cioè otto ufficiali di differenti loggie. Noi approviamo la tua campa gna, contro il nostro Gran Vene rabile e come protesta contro il Supremo Concilio abbiamo pen sato di passare agli Indipendenti appena avremo avvisato tutti i fratelli delle nostre loggie. Le altre loggie dello Stato ne prendano nota e facciano altret tanto. Abbiatevi la nostra simpatia e ' solidarietà e credeteci vostri ri spettosi fratelli. Non ci firmiamo per motivi ' che vi sarà facile capire- L'originale di questa comuni- ( cazione, giuntaci per posta, 10, manteniamo in redazione a di sposizione di qualsiasi di quelli che potessero avere dei dubbi sul- j la sua autenticità. Agli autori del comunicato rac. j comandiamo però di volerci dire chi essi sieno, non tanto per noi o ( per nostra soddisfazione, ma solo perchè il pubblico nostro potesse avere sempre delle prove positive intorno ad un energico per quan to salutare risveglio di coscienze. E' questo per davvero il mo mento opportuno per darsi da fare intorno ad un'energica cam pagna contro le camorre insidia tesi nell'Ordine Figli d'ltalia; è proprio questa l'ora che ogni one. sto appartenente all'Ordine Figli d'ltalia deve muoversi ed agitar si a dovere ; è proprio questa l'ora in cui ogni onesto appartenente all'Ordine si dia seriamente da fare per riuscire in ogni buon'in tento, per arrivare cioè alla vera epurazione della grande Fami glia che, fino a questo giorno, ha mostrato di essere infetta solo dalla parte dei capi. A tutti i "Figli d'ltalia" onesti e coscienti noi non facciamo, non torniamo a fare cioè che la calda raccomandazione: Dalle vostre loggie, dai vostri posti d ufficiali e semplici membri dell'Ordine, in cominciate a far sentire alta la vostra voce contro le camorre an. nidatesi nell'Ordine e per le qua li camorre noi abbiamo avuto il coraggio di intraprendere la più bella delle campagne giornalisti che che in Colonia si ricordino. n. d. r. , e Mokc S PUAIN-BND i LEGGETE i "LA RASSEGNA" Neo Cooperativa Operaia ai consumo Riceviamo e pubblichiamo: Questa nobile Istituzione che è nel cuore di tutti gli operai Ita liani, si va sviluppando con sor prendente e sincero entusiasmo, da quanti mirano .in questi mo menti difficili, al benessere della propria famiglia ed a quaélo mo rale e materiale della nostra Co lonia. Questo sacro tempio, il tempio benefico dell'alimento ne- ! cessario alla nostra esistenza, che j si compendia con la Cooperativa Operaia di Consumo, fu il sogno j di tutti noi, ed oggi, dopo laborio sa e proficua propaganda, si a- j pre il varco attraverso le masse J coscienti dei lavoratori, per af- j fermarsi nella realtà dei fatti. La terribile crisi che attraver siamo pel continuo ed ostinato rialzo dei viveri, si fa ogni giorno più minacciosa. I generi di prima necessità, sono divenuti generi di lusso ed il nostro esiguo salario non è pifi sufficiente per procac ciarci la vita. Gli speculatori affini, i piaz zaiuoli di mercato, i primi ed i secondi grossisti e le piccole grosserie al minuto poi, fanno gradatamente dei guadagni ecce zionali che noi, consumatori infi ne, siamo obbligati a pagare per tutV costoro, assoggettando le nostre famiglio ed i nostri figlio letti a privazioni inaudite. Per ciò è necessario porvi energica mente un argine, una diga che j siasi per arrestare questa corren te malefica, e la Neo Cooperativa Operaia di Consumo, dovrà er gersi maestosa a mediatrice tra la forza produttrice e quella con sumatrice, abbattere senza tre gua la vasta scala degli specula tori medii che s'infrappongono, ! ed ottenere cosi la giusta deslde- ! rata riduzione dell'alto costo dei ! viveri, dappoiché piuttosto che vendere a scopo mercantile, la Cooperativa dovrà fare un'ade guata distribuzione dei generi a limentaH .dworimfi .ri§fo««!Ki molto vicina ai prèzzi di costo, dopo dedotta "quella spesa stret- ■ tamente necessaria pel funziona mento e mantenimento di Essa. E non c'illudiamo punto ! La Neo Cooperativa Operaia di Con sumo, dovrà sorgere sulla pietra fondamentale della Comune Con cordia di tutti gli Operai Italiani e scevra di qualsiasi pregiudizio malefico, di cui la nostra gente è invasa e che purtroppo, consta tiamo con dolore, non ha potuto mai raggiungere un determinato scopo se non con la distruzione delle proprie iniziative. Le diverse Comunità di altro Colonie straniere in questo Pae se e gli stessi Americani, sono già seriamente all'opera, ed i ri sultati benefici che i loro membri Consumatori ne traggono sono immensi. Perciò uniamoci anche noi; con l'Unione, perseverando nella costanza, potremo ottenere il no bile scopo non solo materialmen te, ma anche moralmente. Non siamo forse noi una grande Co munità Italiana? Non abbiamo noi una famiglia da sostentare? ,Non ci è caro vedere i nostri fi glioletti nutriti" con cibi sani e sufficienti e vederli crescere sani e robusti? Non vorremmo noi, r'. tornando a casa alla sera, dopo u , na lunga giornata di lavoro, tro vare a nostro conforto un cibo '..imo e sufficiente che ristora le ' nostre esauste forze ? Ebbene j 'diamo alla nostra Compagna la opportunità di servirsi della Coo- ; perativa Operaia di Consumo, ed i E. sa ci accontenterà senza di sturbarci col maledetto alto co sto dei viveri. Fratelli Operai Italiani! Già li na larga rappresentanza di one sti lavoratori Italiani di Phila delphia si cimentano nobilmente con questo arduo lavoro ed il numero delle adesioni finora sot toscritte, è molto incoraggiante e ci fa arditi di chiedere anche la vostra sana e laboriosa coopera zione pel raggiungimento imme diato dello scopo. Il capitale col- | littivo necessario si va forman jdo a base di azioni nominali del | valore di dollari cinque ciascuna, j Ogni singolo Operaio Italiano po trà acquistare da una sino a die ci azioni, mentre le Associazioni in corpo, Istituti ed altri Enti Coloniali Italiani, per un nume ro illimitato. C(ò posto, ci sentiamo in dove | re di sollecitarvi a sottoscrivere jcon noi e facilitare così l'ardua : impresa per un felice compimen j to dell'opera. Ed è perciò che vi ! invitiamo fraternamente a voler j intervenire nella Grande Seduta j che terremo Domenica mattina, jlO Giugno, alle ore B'/» nella j Eagle Hall, 1218 So. Bth S~t.. per j trattare alla presenza di tutti i convenuti la Direttiva prò Coope- I rativa e continuare la sottoscri zione delle nuove adesioni. In attesa del vostro concorso e di quello di tutti i fratelli Italia ni, mi sottoscrivo per la Neo Cooperativa Operaia di Consumo Filippo Del Vecchio, Segr. 1335) Moore St. L'idea d ! una co-operativa di consumo non dispiace; anzi me rita di essere appoggiata con o gni forza da chiunque si creda i taliano veramente bempensante. Noi non facciamo per ora che incoraggiare all'idea, alla bella i dea invero, augurandoci fervida mente che essa si abbia quel trionfo che onestamente si pro pone nei suoi fini. n. d. r. 1 ' L'Ambulatorio Medico Chirurgico di cui fa parte il Dott. TI(iANI fornito di una grande macchina ' pei raggi X e di tutto l'occorren < te scientifico moderno per la dia | gnosi e la cura delle diverse ma | lattie degli uomini, delle donne e i dei bambini, è sito al 744 FITZWATER STREET Philadelphia, Pa. JOHN MASE' & CO. Cnlnmai*ÌQ H'ili'ino 7(5(5 So. 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