La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 19, 1917, Page 2, Image 2

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"LA RASSEGNA"
ptMsshed by
LA RASSEGNA PUB. CO.
A. Casajfcx President
G. rreMsaaì, Treasarefc.
A. Rag. (.iroso, Secretar?
Board at Director»
IL Alerà
G. Laici* ««k-a
L >càne.unazza
SILVIO LIBERATORE
Ed. ter Js Bcia-nes.: Mar, ager
920 Sa. lfrtii SL PfcjJa- Pa.
SaCb<np(ica $2 per year
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cremifffffailaf tu iUfr -c-u.-
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sau ài |iixne óof» gsoraaie
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» «kùa i/i ila the giorni prima e
ìT'À ; .«A -<i
E" -dLRKO DI PROFESSIONE
Pfcr poter feséreiiiTs eoe.
eesc+i ii zjézz.-éri: c-=.
CDQpnse asror
■Wf inno <k a:Tesare an _s-
HO! SDÌZTC-. £g_ doveri
re Téta e curaci'., di quanti eoa
panama ratgcoD & *lafau_rs.
in eoiias-a: cccictscere tati, colv
ro itst su itaóa sec avevano la
sciala Ti<éica _s oro fédsa y«er a. -e,,
eve ne ào®o motti; «è^najr=: T
fAR» per f.orac. Zitte .» aa. :s_
jfarreditaatt cce •- cßnßnrttcoo
in Cj-jcc-ì, da nrfi .e : od «™« :
jmixrirkrt perfino nei :«rp.o ia
cro deiie e conoscere i
pettegoiezL fra mar.to e mof .e
e quando da qpiestì. si bùi .«• - a
notte sotto le kstraoìa.
E. ad aiatare la mestoria. Pte-p
--pocc.o si è andato faceado, man
roarx.. sn voimr. r.<» «*> zÉÉekisee
in cai tiene scrupoéoisaaQente re
gistrate tutte - '.e peccata" de: no
stri cwaci. e cfae egli ha perfine
pnmesso di portare seco nel
giorno del giudizio per prestarlo
a Siesser Domineddio, od all'ln
ferr.o per fame prendere v..-.-ice
a Minosse.
Peppoccio poò dir?: era un a> --
ìissimo .«birre, e noi che gii rico
nosciamo almeno questo merito,
lo aodditiamo cen volentieri a
qualche Capo 4: Polizia perchè si
avvalga dell'opera di lui, retri
buendolo lautamente, pel servi
rio di polizia nella '"Little Italy".
PARLA ORA CHE UN MORTO
PIÙ NON PUÒ RIVELARE
LA VERITÀ'
E veniamo al terribile capo di
c b« stava registrato con
tro di noi nei famoso zibaldone di
PPiHxio, vaie a dire una prete-
che mn avremmo
«ta a due farmacisti di questa
ia l* r ««Pire ad essi un me-
me^e
Preture che in una
edenw polemica, svoitasi aib
ime dei.'.i mese di Agosto,
temili v fece an'il
tn vxta balenare contro di no-.
ju di funesta ickiaccian
te puM>ii«auone.
Nat due et seatuaaao la cose .-al
ia SJtanqaiiiìa, in qptli'epoea. e
propriasneate ne. numero deii'O
. -, _ Se"eni .:r. .-. ar
bcoietio mtiUtLatoi "Agii emer.-
ti GLreLii Carte in taiotaT, sà-
JawfcEEtó Paftpooe.e a fare . noesi
de; ietti farmacia ed a p®bfc-~-
care i terrtbL. alfisdarits. Ma
Psfup-ijecio virò d. bordo e si r.~
' fisEtò <d_ pobbiieaic guato si rac
eMsdera contro di n«x nei sa©
famoso zlbakkae.
E la ragione ne è ovvia. In
qsje.l epoca. qneßio dei -Jne farma
cisti efee avrefcce combinata tatua
la faccenda, era ancora vivo e, ti
rato ~i baio, avref.';-:e potato r.v«-
are la ver.".a ssH'intrigo com
messo da Peppoccio a danno di
n.:i IMfatti dopo Sa minacciata
p "-izione di mister.osi docu
menti. noi. congettarande di cce
-. trainasse, a retammo da. far
macista ora defunto e gii chie
demmo che cosa d fosse di vere 112
nei farti ii Peff«t.»i aliis
deva nella poiemka contro di no»
Egu e. ri-po-.i: «ne ecfestivamen
te gicn prima .. signor Peppoc
:» erasi recato da ini e presentar
i . ;r.a carta :: e gl. fece eie
iere - riferisse ad art certo Dot
tore di »5 lesta colonia. So aveva
regat-i li f.rmaria. .. che fece
-erjia -ggerae nemmeno ilconte
auto, avendo fidocia in qaentc,
Peppoccio gii aveva asserito, s
Comprendendo a. che si trai.
cava di on tranello a lui teso per
:ar~ irne la -loona fede, mi assicu
rò che Peppoccio non si saret'óe l
azzardato a pubblicare . detti af- ;
-i.ij.vits poi:.-.e egli era sempre
i rr a -me'.:.re per ca
-, 112 :»--e fatto a ini inconinpe*
.mente atfermare. ed a rivela- ?
re tutta la verità- Noi allora
non potendo prevedere che ii det
Ift-farmacista sarebbe poco dopo
venuto a morte e che dì ciò si sa
reiifce p*>tato avrantagg il ge
-,ero- Peppoccio. non pe&ammr
.fatto a farci rilasciare dal det
to farmacista ima contro dichia
razione da wnservare per qsialur
Une evenienza.
Le acc -..-e certamente hanno u
ma base stona e non è che no:
" ""i h. an.. addiritt — i atto.
s< tanto s»vs teniamo che i particc-
ATi •■ annero completamente tra
at: ?. persone che hanno inna
ti j* •• ligliaccberia.
E Setti vam ente i detti farmac i
-:. erarjo stati presi in contrav
vemóone e quello che ora è morto
venne nei no
? tri . - ni.4 pregare i che non a
.--- ..lata ia n-:t;ma.N'.-:
considerando che detta pubblica
zione. Twin d'altronde a dan-.
neggiare le parti interessate, ac- '
cogliiemmc faciimente la rkhesta •
dei defmto farmacista il quale
:er m-'.-trar la sna fratxtndine
proir * di darci an piccoso av
-•"i -o e d. premurare anche un al
tre dei q jattro evi i eghi, a fare al
trettanto. abusando deD'amkizia '
che egli aveva per hsL
Se fi fatto non fosse andate |
proprio in questo modo e noe di
versamente, come con la massi
ma vigliaccheria è stato asserita
-e i i .11. iv-: - - ~r. ÌV-.: la mim
ma intenzione d'imporre a questi
due farmacisti di f'arcT ia «oro re
clame, non avremmo certamente
lasciati, stare in pace anche gii
altri due che erano «tati presi
parimenti in contravvenzione
Ma ci si potrà opporre: "A
morto potete ora far dire quelle
che a voi piace : e r.guardo alla di
:hiarazione del vivo?"
Ebbene 0 vivo non merita as
solutamente fede poiché egli, per
sua stessa confessione, fu un
grande vigliacco se acconsenti a
sottostare alle nostre imposizio
ni: e chi è vile, è un fatto ri
saputo da tutti —è anche bugiar
i do.
A rafforzare questa asserzio
> ne. giova qui ricordare un singo
1 iare aneddoto che è di una gran
- de eloquenza.
NelFepoea in cui un nostro re
a dattore faceva parte del comita
-4 to pei banchetto ad un Profes
LA EASSBGXA PHILADELPHIA. PA„ -ABATO. 19 MAGGIO 191?
sore. avvenne else uno sfruttato
re ri. Società di Matoo Soccorso.
---v segretar.o m tre o
«{uittro di qußeste. e che sma voi
ta rsi'i p». di sstì»ì ad -sna So:.e
là. di M. S faeen«à> cre»:ere cfce
-• x si fosse .neesidiata ia senva
ma a cai teneva nne&iusa detta
moneta jaeste bei g-alantHuscno.
credendo di farsi on mento con
Peppoccio, ii quaJìe spadreneggia
diverse di qtseiie Società, andò a
riferirgli che quel nostro redatto
re avesse detto nei seno del Co
mitato. che egii non voieva asso
ltamente cfce ne 112 .:ces.se parte lo
stesso- Peppoeekv né altri due in
iiv-.daà da Eri: parimenti menzio
nati.
Ora avvenne ma sera, nello
sanoàer di una Società, che s in
contrarono il nastro redattore.
Beppcceio e ia spia vigliacca. Ve
noti ad una spiegazione, il nostro
redattore ed altre persone pre
senti che facevano anche parte
.iei banchetto al Professore.
mentirono quanto era stato ri
ferito a Peppuccio. Chiamata Ila
spia, questo rettile cfae vive di
scrocco saie società, divette an
che ÈmL aßa presenza di tatti,
convenire di aver mentito.
Ecco in qual modo si usa ea
unniare dei galantuomini !
Clse quel signor farmacista
dell'affidavit. il vivo noe,
sia qualche cosa di sanile alla
spia del menzionato aneddoto?
Senza dubbio poi. noi possiamo
i.ò asserire dell'autore dei terzo
affidavit, il negoziante che non
ha più alcun negozio e delie cai
resta terremo, a tempo debito,
riformati i nostri lettori. Pecca
to che non abbiamo anche noè u
ao zibaldone come quello di Pep
poccio. altrimenti potremmo su
bito dire se quei signore ha sod
disfatti tutti i suoi creditori, e
i: qua. panni egli si vesta, in
gnisa da far apparire evidente
come nessuna fede debba pre
- tarsi alle d: lui asserzioni al no
stro riguardo.
Ad ogni modo questi fatti ri
confermano, non altro, quan
ti abb aito asserto, ri
guardo alìe ottime qualità di
sbirro, possedute dal signor Pep
puccio Noi invece ci siamo sem
pre comportati tatto all'opposto.
Fra le moltissime persone che
vengono difatti a piatire presso
di noi contro le cattive azioni loro
fatte da Peppuecio. vi furono
tempo fa due appaltatori che gii
costruirono S'attuale mondezza».
Questi ci narrarono Q modo
come fossero rimasti anche Boro
vittime delie male art: di Pep
poccio e conehiusero che ora
stanno in causa con lui per otte
nere 0 pagamento della dovuta
"ercede EJr.-óene noi senza pren
ierct nemmeno i nom e gi: indi
rizzi di questi die individui, ii
riandammo via dicendo che quel
. erano fatti che poco interessa
vano- al pubblico dei nostri letto
ri. e che erano i Giudici e non
ria 'ir: gi ornale, cui essi dovevano
rive yerei per ottenere giustizia.
l .lale differente modo di agire.
ALTRI SPUNTI VELENOSI
Peppucc'.o. fra le altre cose,
terna ad insistere che Q Cav.
Baldi debba dare t conti delia fe
-ta delle Regine, avvenuta l'anno
-corso. Dimentica Peppoccio,
ovvero e al solito in mala fede
che il Cav. Baldi non fu altro che
.in "Presidente Onoraro" di
-ella festa, e che vi fa un appo
rto Comitato eoi relativo presi
dente effettivo, ai quali egli po
trebbe rivolgere tale domanda ?
Peppoccio infine asserisce che
egli un gran dottore (sic)
non può seguitare a competere
coi sottoscritto Pe;a. perché que
sti è un analfabeta. Ebbene, caro
Peppoccio, fatti entrare bene in
testa e persuaditi una buona vol
ta. che hai alfine trovato un pa
ne troppo duro per i tuoi denti e
che Q signor Peja saprà darti
quella lezione che finora nessuno
è riuscito ad infliggerti, e che è
deciso a non smetterla fino a che
non sarà riuscito a farti finire
nel manicomio od a farti fuggire
dalia colonia, perseguitato dal
l'obbrobrio e dalla maledizione di
tutti i connazionali.
Ci siamo intesi ? Peja.
GIUSEP, D: SILVESTRO
ci risponde sconnettendo .
Etopo Übariotse ricerche fatte t
ittnveno te camere oscure di
<mso indecente :.- x gior
la&two» distanza di 'oeo due -
settimane 0 «%»' # G-'-seppe g
da qùi ;• • " '■ i^wntee
fonoaluiutt acc .sa.t>: ii Sraffa e
dt appropriacene trtdeè.ta per « _
azioni de "La Voce dei! Fopote"". E
d ha risposto.
II fovero Di Silve
stro» tormentar,.: funestamente ;
•iaia sifilide di* o» ha rese- curro
per tire- palasi, i~ • rfmotnane «è *-
Fé da parecchio t.e -tra":
§>• degeneraiarrente tao: anr tri
sQeciti «sa la <•«& ' >s* ■radawa al*
lesta, non ha potute rima
difesa, migflsorf.
Ove si fesse trastato di una dc
sqoiséiioeie HHtotogtea. te avrei" oe
potuto gran tk a ..tare STHustre
Arageio Cari; r ?rattand>- d:
ben altro è «tati? ««stretto a fare 1
da solo. D'altra, parte La qutstioae
rifletteva soldi <- e »te - era
mangiati: Angei>"- Cori 808 T«>
fera intervenire : • • • 4 iw~
.e e La anitoteg :i: il niosofo fra
te'.'.* è trop?-" : -7-àt'-. ter g'.: ,
•esami di: passag? io alte classi del
-grandmar setto •' ha quaranta
inni joofati il r -trt Giovanni- !
so ed è necesi.ir \ c.. n«: . che
(
sappia toen pensare ai casi suoi).
Dunque negami": ■ ■. potuto a:u
--(
tarlo per cotante tiraentoso nn
contro; ha dov : per forza ri
correre ai suoi v<- poker «.'
sadici ribaldor. usando come
meglio ha potir. • i: un povero,
sgrammaticato. v "gare frasario
per rjfcttdere. !
Che « -«a ha reschiuso in sua
iifes signor - -eppe Di Si'- '
vestr: ? Xuila. proprio nulla a
soddisfazione nostra non solo. ma
anche di quei tanti che ancora
.aspettano di essere pagati dei
soldi a loro truffati in maniera
assolutamente volgare ed abile <
aD'istesfcso feSsp>-
Egli Darla * srar'.a, e disdice;
afferma-in *iii
pecorinamente a negare ad esse
re reticente in un altro. La sua
prosa non può esaere seguita po
nemicamente, fiacche s igni fiche
rebbe segare te locuzioni e le
escandescenze di un matto : e chi,
in giornalismo, volesse andare
dietro ad ur " atto, darebbe prò
va di essere matto anch'esso.
Non abbiamo, quindi, che a
confermare ietterà per lettera,
parola per parola tutto quanto a
venino ad e -porre agi: on. de! Su- ;
premo Consilio O. F. di. in or
dine a! denaro che il signor Giu
seppe Di Silvestro truffò agli a
rioFi Mi de "Li Voce dei Popok»**
Di fronti ad un individuo che
non ha per tante ragioni la for
za di ragionare, noi ci sentianw
impotenti ad efficacemente con
tro attaccar- e giacché il Supr
Concilio ha credete in modo ino
pinato correre anticipatamente ■
al salvataggio de» suo caro ed
illustre collera, ove la recisa qua
lifica ài truffatore che noi g«
Lanciamo da queste cotenne do
vesse in qualche modo sembrare
ancora incerta e malferma, no:
sfidiamo gli oc. del Supremo Con
cilio, che fino a questo momento
sentiamo D dovere di ritenere
gentiluomo! aà «strare in pole
mica con noi. Ad essi diremmo
ancora molte cose in proposito: a
Giuseppe Di Silvestro, grande ve
nerabile per te Stato di Pennsyl
vania, non sapremmo più che
dire. Egli è solo un volgare de
linquente per noi.
La Rassegna
LETTERA APERTA AL SIG.
GIOVANNI DI SILVESTRO
Egregio Sig jiov. Di Silvestro
Immerso stadi. (Faust),
come leggo in un giornale citta
dino, per conseguire la laurea in
giurisprudenza, non hai potute
distrarre un po' di tempo per ri
spondere a quanto in precedenza
ti ho domandato.
Con la pre ti torno a ripe
tere la preghiera di voler essere
cortese di una risposta in propo
rle, ai.-a Eia tenera aperta dttJa
IT. * v -
Net contempo vorrà- saper ri
spoetitene aile seguenti domande.
i —E' vero che nei, 12 Set
ter.: .: e Ivi" sei venato ut così
,ii persona, a quekep«ca
. ,e. jjk amica, nei mio negozio a
IL> Carpenter St per sp.egarm:
1.1 far ;arte de..a Mi&sonena?
2Lo E' vero che dopo te tue
p,regte.iie.re so acoxisenti: e versai
i te- iò/f*} che semvano, come
tr'.. d.cev".. per accompagnare la
detnanda di ammissione ?
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