La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 12, 1917, Page 7, Image 8

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    Per l'onore
IN ella saletta appositamente
preparata, si odono delle risa e
degli armonici alterchi.
Gli eterni frequentatori ed
ammiratori della contessa On
da, sono più agitati del solito.
Arele e il giovane bruttissimo,
di animo delicato e che facilmen
te divampa alle fiamme tentatri
ci dell'amore.
Vi sono i due giovani Gioielli e
Briello, i soliti vagheggini, am
pollosi e vuoti, eleganti e illusio
nari, chiamati dagli amici: Gli
affascinatori della propria im
magine.
Ed infine Ramo, l'adoratore di
Bacco e Venere, il refrattario al
l'amore, che è ammiratore delle
soffici poltrone della contessa
per fare i suoi molteplici sogni
della giornata.
La discussione era caduta su
questa domanda: "Se può una
donna innamorarsi d'un uomo
brutto". E questa domanda, i due
vagheggini l'avevano fatta appo
sta per inasprire Arele, per ren
derlo oggetto di spregio agli oc
chi della contessa.
Questa si accalorava ancor più.
Giacché i vostri amici so
stengono che un uomo brutto non
può piacere ad una donna, voi
Arele che giudizio mi date?
Vuole ch'io compia un'auto
difesa? rispose egli arrossen
do.
No! insistè la contessa
Voi non siete nel numero di
ciucili che parliamo, voi Via!
Rispondete alla mia domanda.
Ebbene, giacché lo vuole,
io, spogliato da ogni personale
egoismo, posso credere che una
donna abbia ad innamorarsi di
un uomo brutto; ma occorre che
l'individuo della degenerata ma
schera dell'umanità, rispecchi in
sè delle doti eccezionali, e dal
l'altro canto, la donna in questio
ne dovrebbe essere di una squisi
tezza d'animo insuperabile.
Gioiello e Briello ebbero un ge
sto di collera. Arele si era trop
po splendidamente difeso, ma
non vollero darsi vinti e tenta
mmo di stuzzicarlo sino all'ultimo
momento.
Voi Arele nel vostro "libro
delle Conquiste" non v'è segnato
qualche vostra innamorata? 0 le
pagine sono ancora in bianco?!...
Arele saettò il suo amico
Gioiello, e con un sorriso signifi
cantissimo rispose:
Ed io, imagino che voi, nel
vostro "libro delle delicatezze"
le pagine non solo sono in bian
co ; ma le avete strappate perchè
eravate sicuro che non avevate
nessuna delicatezza a segnarvi.
La contessa rise soddisfatta e
Gioiello abbassò il capo confuso.
Onda continuò ancora, perchè
quella discussione aveva un fine
importantissimo per lei.
ln molti libri lessi simili
cose. Io sono convinta giacché mi
sentirei capace di sposarne uno
anch'io di mia conoscenza. Fran
camente vi dico che sarei più af
fascinata da una delicatezza di
un mostro, che da una banalità
d'un bello
Contessa ! rispose Briello
II vostro linguaggio si fa mag
giormente più strano.
La contessa impallidì. Aveva
detto forse troppo? Avevano in
dovinato le sue intenzioni? Lei
forse non sapeva fingere.
Che intendete dire? do
mandò essa ansiosa.
Oh! Semplicemente una
semplice cosa. Voi con tropi»
calore vi fate paladina degli uo
mini brutti, e non vorrei sa le
Pazzie il matrimonio per ca
priccio poiché noi tre e noi
quattro capite contessa in tali
momenti bisogna agire con pru
denza e noi non vorremmo es
sere di disturbo
Giustissimo! rispose la
contessa ridendo. Il giorno che
conoscerò di essere innamorata,
immancabilmente ve ne farò av
vertiti. Così voi tre o voi quat
tro per non essere importuni
mi lascerete sola.
Qui il servo comparve. Con
serietà solita, come automa, e:
chiudendo glio echi, (poiché nei
.alotti, i servitori devono fingere
di non veder niente), pianamen
te e scandendo le sillabe disse:
11 signor Arele è invitato
nella saletta, ove c'è una lettera
importante.
Arele si meravigliò. Una lette
ra? Chi l'avrà portata? Chi?!
Via Arele! Siete atteso.
Permesso disse ancor
sorpreso. Scusi signora con
tessa.
Il servitore fece un segno con
venzionale con la padrona, e sol
levando le tendine dell'uscio, la
sciò passare il signor Arele per
ooi seguirlo.
Ormai i tre amici erano stan
°hi di vagheggiare inutilmente.
Ora che Arele era assente, po
nevano parlare liberamente.
Contessa! fece Gioiello
appassionatmeante Io vi amo,
vi amo follemente. Sino a pochi
minuti fa, io scherzavo, ridevo,
cercavo di essere apatico in tutti
i miei sentimenti. Ora non ne
posso più, non so più fingere,
troppo vi amo ed esigo una pron
ta risposta.
La contessa si fece seria. Un
lampo. Essa tornò allegra, e cer
cò di ridere.
Gioiello ! Sapete che siete un
originale, che in presenza a due
vostri amici mi spifferate delle
dichiarazioni ardenti? Ma io vi
perdono e vi dico solamente: a
spettate! Che ne dite voi Briel
lo, voi ghiro d'un Ramo, dormi
te?! Ramo non sentite quello che
vi dico?! Inutile, dorme sempre.
Dunque io potrei amarvi ed an
che non considerarvi, e questo
secondo il responso che si fa di
là però aspettate!!
Contessa, avete ragione
fece Briello con comicità sor
prendente. Io non sono come
molti altri indelicati che non
hanno cuore, e che in presenza di
terze persone vi dichiarano aper
tamente il loro amore. Io vi amo,
vi idolatro, ho il cuore gonfio di
amore, ma con tutto ciò io non
parlo, e soffoco il mio amore im
pulsivo come Ramo che soffo
ca i suoi lamenti di cinghiale fra
quei cuscini. Che ne dici Gioiello,
sono cosciente di ciò che dico ?
Sì, dovresti essere coscien
te di essere un mascalzone ri
spose irato l'interpellato.
Che ne dite voi Contessa?
domandò Briello ancora impa
vido.
Che siete uno scaltro, Però
anche voi aspettate.
S'udì un campanello squillare
con insistenza. La contessa pron
tamente si scosse, con una biri
china mossa fece un inchino.
Permesso signori !
I due rimasti con l'altro che
dormiva, si guardarono stupiti.
Che succedeva? Perchè la
momentanea coincidenza dell'as
senza della contessa e di Arele?
Mistero! I sorrisi enigmatici! La
difesa della contessa!
A rompere i loro sgomentati
pensieri, fu la comparsa di Are
le che cingeva la vita della con
tessa.
Signori! Sono altamente o
norata di annunciarvi il mio fi
danzamento con Arele. Fui io
stessa che scrissi la lettera di
chiaradogli il mio amore. Ora si
gnori io ho mantenuta la mia
promessa voi mantenete la vo
stra.
Contessa sognamo o siamo
desti ? domandarono sbigot
titi.
Giovanni, fate lume a que
sti signori e ritirate le loro chia
vi Addio, addio cari amici.
Guardate di non rompervi il naso
discendendo da quella scala così
scabrosa.
Gioiello e Briello se ne anda
rono come hriachi, dimenticando
si perfino Ramo che pacificamen
te se ne stava sdraiato, russando
maledettamente. Il rumore degli
ultimi saluti lo fece svegliare.
Dove sono gli altri ? do
mandò ancora cogli occhi sonno
lenti.
Sono andati via per sem
pre rispose la contessa abbat
tuta Purtroppo sono andati
via, ed ora anche Arele vi ac
compagnerà fuori per sempre.
LA RASSEGNA PHItiADfSLPHIA, PA., SABATO, 12 MAGGIO 1917
Arele a malincuore seguì Ra-;
mo. Quando fu sulla soglia si
sentì afferrare per la testa ed
assaporò un lungo bacio che la
contessa con le lacrime vi aveva
posato.
Ora voi siete compensato.
Disilludetevi subito, io non vi a
mo, e non voglio sposarvi. Tutto
fu un giuoco per liberarmi da
Briello e da Gioiello. Io sapeva di
non essere forte abbastanza, per
sostenere senza una caduta diso
norevole, il fascino e la melodia
(iella voce di Gioiello. Voi incon
sciamente vi siete prestato a
questo mio giuoco pericoloso, ed
• io vi ringrazio.
Mi sarei data anima e corpo a
Gioiello ; ma il mio onore non me
10 permette, la mia vedovanza
diventa barriera insormontabile.
Come mi guardate?! dis
|se spingendolo verso l'uscita
ì voi mi fate paura .
; Arele non si moveva, pareva
I elettrizzato da una forza potente.
La contessa s'avviò verso la
sua camera.
-- Giovanni fate lume a que
sti signori.
Essa sentì chiudersi l'uscio per
sempre si gettò sopra un letto e
colà sfogò il suo pianto in una
invocazione straziante: Gioiello,
Gioiello, io ti amo e non ti posso
avere.
Renate» Già vera
NOTE VARI!
COME (ÌLI UCCELLI CONO
SCONO LE ORE
"Dallo spuntare e dal moversi
del sole" risponde la sapienza co- !
mime. Ma questa sapienza a
vrebbe torto, a quanto comunica!
alai "Società biologica" di Pari >i
una scienziata, la signora Na
geotte Willonchevich, Questa al
inola ha l'abitudine di attraver
.i.re tutte le mattine alle otto in
punto il giardino del Lussem
burgo, gettando briciole agli uc
•elli. I passeri se ne sono accorti,
e stanno ad aspettarla. Quando
vi fu il cambio dell'ora, e gli oro
logi segnarono le otto, mentre e
rano le sette, la signora Nageot
te ebbe la sorpresa di trovar gli
uccelletti ad attenderla, come al
solito.
Questo proverebbe, secondo la
•ignora, che gli uccelli giudicano
del tempo a seconda di quel che
•ivviene nelle vie sulle quali sono
avvezzi a volare.
LA VASTITÀ* DI LONDRA
Partendo dal fatto che nei mo
menti di calca vengono a trovar
si quattro persone su poco meno
di un metro quadrato di terreno,
uno studioso ha calcolato che la
totalità degli abitanti della terra
potrebbe stare nell'area occupa
ta dalla contea di landra.
Tutti gli abitanti del Canada
troverebbero posto nei 400 acri
di Hyde Park, mentre Battersee
Park potrebbe dar comoda ospi
talità alla popolazione dell'Au
stralia. Se Re Giorgio volesse in
vitare ad una testa all'aperto
tutta la Nuova Zelanda, gli abi
tanti di questa potrebbero di
sporsi nei cinquanta acri occupa
ti da Buckingham Palace. La
Francia intera potrebbe trasfe
rirsi in Richmond Park, mentre
in Epping Forest starebbe, cu
randone un po' la distribuzione,
nientemeno che la popolazione
della Russia.
LA FERMA DEI TRE PIGLI
"Da ben dieci mesi, signore ;
voi avete fatto tutto il vostro do
vere, assai più del vostro dovere.
11 vostro compito non sarà, però
finito con la guerra. Un nuovo
sforzo la Francia vi chiederà a
guerra finita: durante la guerra
avrete fatto quanto era necessa
rio per supplire all'assenza degli
uomini ; bisognerà poi fare ciò
che è necessario per sostituire gli
scomparsi, e per creare un nuovo
contingente di uomini alla Pa
tria. Per crearle un contingente
che da parecchi anni non ha più
e del cui difetto ha sentito più
i che mai il danno e il pericolo nel
la gravissima ora che ha attra
versato e dalla quale ancora non
è uscita, un contingente che deve
togliere per sempre a qualunque
nemico della Francia la baldanza
Idi tentarne la conquista o l'asser
vimento". Così, press'a poco, ha
parlato, due anni or sono, alle
donne francesi, la signorina Cle
ment, della Sorbona, mettendo,
con molta chiarezza, con crudez
za quasi ma con lodevole sin
cerità la grande, la vitale que
stione della Francia la* que
stione della ricostruzione nazio
nale, del ripopolamento. "La
Francia ha detto la signorina
Clement non ha più bambini,
od ha, oggi, assai meno uomini
che non avesse dieci messi or so
•10. Risogna dare uomini alla
Francia; ed io mi auguro veder
presto fatta la più fervida e at
tiva propaganda per l'adempi
mento di questo dovere." Sarà,
dunque, una specie di servizio
militare feminile, cui le donno
francesi saranno un
servizio militare che imporrà a
quelle graziose signore, così si
noia aborrenti da essi, i fastidi
della maternità. Assai gravoso
compito, per esse, ma il cui adem
pimento, per la sua gravezza ap
punto, dovrebbe procurar loro li
na grande soddisfazione. E poi
ché agli uomini in Francia è sta
ta imposta la ferma dei tre anni,
allo donne bisognerebbe imporre
almeno la ferma dei tre figli. Co
me c'è per gli uomini atti a por
tare le armi, il servizio dei tre
anni, vi sarà, per le donne, in e
tà di essere madri, il servizio dei
tre figliuoli. E che le bon Dieu
de la France dia alla medesima
molte patriotte.
ì TUTTO E' BUONO PER FARE
IL BENE
Nei giornali francesi trovo 1111
in ddoto che merita di essere
■•1 toriato. Una vecchia damaci
incile che si sono austeramente
otate alla civile e santa opera
li conforto delle famiglie povere
«lei combattenti, gira )>er le case,
in compagnia di una suora, rac
cogliendo indumenti. In questo
loro pietoso e patriottico pelle
«rrinaggio, la dama e la suora si
trovano nel salotto d'una divet- 1
ta da caffè-concerto. Non prati
he di certi ambienti, non hanno
''adato a qual ]>orta picchiasse
| ro, o, fors'anche, hanno pensato
'
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1713 S. 12th SI. Pliiladelptii»
i
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MAIA FASTA MARCA "LA PREMIATA"
Bellino
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STUDIO
ed a tuona ragione che la
carità 110 deve guardare a chi si
rivolga, e che, meglio ancora,
| non è giusto escludere dal benefi
cio di farla una divetta da caffè
concerto. Costei, una bella ra
gazza che esce in quel momento
dal letto, tutta assonnata e tutta
truffata, nei capelli all'acqua
ossigenata, riceve con grande de
fevenza la visita e accoglie con
viva gioia la richiesta che la da
ma e la suora le fanno.
Qualche vestito smesso, per
le mogli dei soldati poveri? Ma
sì, ma volentieri, ma subito!
grida la piccola bionda battendo
lo mani. E corre di là: e torna po
co dopo tutta ridente e felice di
poter fare anch'essa un po' di be
ne.
-- Ecco grida, porgendo al
la dama dai bianchi capelli ed alla
suora dagli occhi bassi, un abito
di seta rossa tutta paillette d'ar
gento. E' ancora quasi nuovo:
l'ho indossato pochissimo So
lo ha lo spacco a sinistra è
un modello 1111 po' vecchio
Dinanzi all'imbarazzo della da
ma e della suora rimane un po'
interdetta, sconcertata: capisce,
arrossisce, balbetta qualche pa
rola di scusa:
1.0 spacco si potrà, si po
trà ricucire Ma, proprio, non
ho altro, non ho altro di me
glio-
li suo rossore, la sua confusio
ne tolgono d'imbarazzo la vec
chia signora, che sorride, pren
do l'abito, abbraccia la ragazza,
maternamente.
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