La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, April 28, 1917, Image 1

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    Both Phones
ANNO I. No. 4
La posizione dei disertori
ALL'ESTERO
Al momento in cui l'ltalia ebbe
bisogno, entrando nel conflitto
europeo, di richiamare le sue
classi, dall'Estero partirono en
tusiasticamente coloro che sen
tirono esplicitamente di potei
partire; partirono cioè tutti quel
li che, a conti fatti, ritenevano
più conveniente il partire che di
rimanere.
Tanti altri, molti altri rimase
ro, non partirono per codardia ;
la più parte però bisogna pux
dirlo ad onor del vero rimase
perchè ragioni impellenti di fa
miglia, prima, di affari, dopo,
impedirono loro di potersi muo
vere, di poter lasciare la famiglia
e gli affari lì, su due piedi, dop »
tanti anni di lavoro, dopo tanti
affanni per cercare di avviare c
condurre a buon termine e l'una
e gli altri, nei vortici turbinosi
nella vita di esilio.
Si potrebbe all'oggetto obiet
tare da qualcuna di quelli, al so
lito dalla voce grossa e che solo la
fregola del falso patriottismo
li prende e li canzona per puro o
semplice spirito di opportunismo
che tutta questa gente sia nien
t'altro che colpevole del grande
reato di diserzione. Ebbene, sissi -
gnori; le nostre leggi, i nostri
reali decreti così dicono, così af
fermano nella loro doverosa di
zione nei rapporti dello scoi» cui
s'informano; ma pria di giustifi
care queste leggi e questi decret
conviene scendere alla disami
na dielle circostanze specifiche
del caso, alla valutazione circo
stanziale di tutti quegli elementi
che portarono alla figura del rea
to di diserzione.
Ciò premesso, noi non credia
mo che j nostri saggi goveman
ti in patria non sapranno a tem
po ed a luogo perdonare a tutti
quelli che furono renitenti e di
sertori obbligati e non volontari
perchè ove una circostanza no i
dovesse e non potesse in al
cun modo militare a loro fa
vore, la legge non solo dovrebbe
fieramente colpirli, ma la ri
provazione di quanti sentono pei
davvero un attaccamento verso
la patria impegnata in un grand»
pimento dovrebbe colpirli in e
terno.
Al momento in cui il senatore
VVebb stava per presentare il
progetto di legge cfte dava auto
rizzazione ai governi dell'lntesa
di poter liberamente reclutare i
rispettivi disertori negli Stati U
niti, ci fu chi dette per davvero
importanza grave a tale proget
to, fino ad allarmarsene parec
chio. Il progetto poi non risultò
nei suoi dettagli, tanto erutto e
cattivo per come lo si era imagi
nato; nè sembrò a noi tale dn
impensierire così come altri vol
lero avere la premura di fare. E
ra un progetto di legge, dopo tut
to, dal lato assolutamente unila
terale. Gli Stati Uniti si sarebbe
ro obbligati di fare, ove alle po
tenze alleate fosse piaciuto ri
chiedere. Le potenze alleate, pe
raltro non hanno ancora chiesto
o creduto di chieder nulla ; pev
cui quel progetto non poteva se
non rimanere uno spauracchio
per quelli dalla ragione corta, u
na delle tante manovre politico
diplomatiche nel campo della
Heggiferazione".
Alla fine s'è venuto per dire
quando si trovò che il progetto
VVebb meritava di essere molto
S. LIBERATORE, Direttore
bene rimaneggiato perchè uscisst
assolutamente dai campo del ne
buloso e dell'assurdo, che i reni
tenti ed i disertori delle nazioni
alleate, che risiedono negli Stati
Uniti, potranno meritare il per
dono dalle patrie leggi ove si ar
ruolassei-o qui volontari, nell'e
sercito e nella marina.
La risoluzione, o il provvedi
mento che chiamar si voglia ha il
suo bel lato, non c'è dubbio, Però
ne hanno detto qualche cosa fino
ad oggi i governi delle nazioni al
leate? No. Onde non c'è ragione
da interessarsene o preoccupar
sene nè punto e nè poco. Perchè
ove per davvero un tale provve
dimento dovesse per davvero es
sere meritevole di approvazione
noi non sapremmo vedere la ra
gione plausibile perchè i nostri
renitenti, i nostri disertori non
dovrebbero immediatamente sen
tire il dovere di partire subito
per i nostri distretti e impugnare
l'arme sotto la protezione del no
stro glorioso tricolore e correre
fiduciosi al cimento al grido fati
dico di "Avanti Savoia!"; men
tre in terra straniera manchereb
bero ad essi tante cose per dare
a servizio della grande causa de
gli alleati tutta l'efficienza bol
lica di cui è capace la nostra
raz'ta.
I governi di Russia, di Francia
e, se non andiamo errati, anche
quello d'lnghilterra votarono leg
gi e passarono provvedimenti per
scambiarsi coattivamente i reni
tenti ed i disertori rispettiva
mente residenti nei loro territori
La cosa non ebbe però quel sue
cesso che i governi istessi si a
spettavano, giacché immense e
dure si presentarono subito le
difficoltà perchè * i fini delle
leggi e dei provvedimenti potes
sero essere conseguiti e raggiun
ti così come a prima vista sem
brava.
La quistione fu anche portata
in seno al nostro parlamento. In
quelle aule però, dove son soliti
sedere i magni, i muggiorj mae
stri delle tavole del diritto e del
la giurisprudenza, essa cadd;;
sotto il peso della propria assur
dita. La si dichiarò subjto con
traria al diritto delle genti, e dai
nostri legislatori non potevano
che aspettarsi solo una decisione
solenne di qqesto genere.
Noi certe cose siamo soliti se
guirle, studiarle attentamente
sforzandoci il più che ci sia pos
sibile di intenderle, capirle ed in
terporrle a dovere Ecco per
chè, all'occorrenza, quando altri,
sebbene più sapienti di noi ma
non fermi puntatori come noi,
si allarmano, si affannano per u
na data quistione, noi ci sentia
mo in dovere di non fare altret
tanto.
Per i nostri renitenti e diserto
eri all'Estero, ne siamo sicurissi
mi, verranno a guerra finita»
quei provvedimenti misericordio
si che dovranno venire. Sarà ne
cessario d'altronde che, nella do
vuta e giusta misura sempre
vengano e non si lascino aspetta ■
re molto per venire. Son soliti te
nere le redini del nostro gover
no auspice sempre Vittorio E
manuele 111, quegli che Leoni
da Bissolati, al tempo di un vilis
simo attentato alla sua august i
persona, ebbe a chiamare "il Re
democratico", uomini grandi
ed illustri nella vita de! parla
mento e del Senato; di questi uo
PHILADELPHIA, PA., SABATO, 28 APRILE 1917
mini, sieno essi di destra o di si
nistra, repubblicani o socialisti
bisognerà sempre aver fede pe:
un'esatta amministrazione dell
giustizia. Non ne abusino però
volontariamente colpevoli, perchi
per essi nessuno potrebbe mai a
ver la pretesa di sostenerne 1«
causa sballata.
Facciano, ad ogni modo il lorc
dovere verso la madre patria e ir
quella maniera che possono gl'l
taliani renitenti e residenti al
l'Estero ; sappiamo, o in un mo
do o in un altro, stabilire dei pre
cedenti che essi non si sono di
menticati della patria nell'ora del
suo supremo cimento, e si abbi*
sempre fiducia piena, illimitatr
nelle conseguenze che debbono
assolutamente tener dietro ad u
na buona ragione, ad un'opers
meritoria compiute con tutta la
ì sincerità di una mente, con tutte
l'ardore e lo slancio sublimi di ui
animo latinamente educato, ita
lianamente temprato.
Curiangiolo
Ancora i due Ordini
J.a bufera di contumelie e di
oscenità inqualificabili scatena
tasi improvvisamente in taluni
periodici locali mi ha scosso po'
un istante da un antico convinci
monto: essere il giornalismo un
lil ero campo alle feconde batta
glie dell'intelligenza, ad un utile
Contrasto di sentimenti e di opi
nioni.
Il nostro giornalismo colonia
le ha forse un carattere degene
rativo speciale, incurabile e con
tagioso? Io non credo, e passate
il primo e improvviso disgusto
ritorno con corretto linguaggio
alla discussione serena.
Chi con onesto sentire pensa
ed agisce doyrà imitarmi «incera
mente, aiutandomi a ristabilire
un'atmosfera respirabile, dopo
tante scariche alla Hindemburg
di gas velenosi...
Curi dunque il signor Angelo
in qualche modo le sue debolezze
renali, non adatte a un giornali
sta quasi laureato, e tragga le
sue inspirazioni soltanto dal|»
sua anima ch'io ritengo realmen
te libera e onesta.
E dopo il prologo necessario
entro in argomento
Io denuncia anche una volta a)
giudizio degli imparziali la ingiu
sta campagna di denigrazione
iniziata contro l'Ordine Indipen
dente Figli d'ltalia .da una schie
ra di facinorosi in mala fede, I
quali calpestando i più santi do
veri di fratellanza e d'italianità
cercano, in piccole lotte persona
li, con raggiri e calunnie d'ogni
genere, di creare la sfiducia e la
diffidenza intorno ad una grande
famiglia d'ltaliani, rispettabile
sotto tutti i riguardi, per le per
sone che la compongono e per g'
Ideali che la inspirano. Questi av
versari sleali appartengono pur
troppo all'Ordine dei Figli d'lta
lia in America, col quale l'lndi
pendente ha comune il nobile pro
gramma, che si compendia nella
protezione, in o*rni modo e con
ogni mezzo, del buon nome d'lta
lia all'estero.
Questa comunanza di finalità o
d'ldeali avrebbe dovuto logica
mente produrre un'armonia di a
zione, e svilupparla in una bene
fica gara, tutta a favore di que
sta nostra comunità italiana: in
vece n'è sorta una spietata con
correnza, fortunatamente unila
terale, feconda di rancori e d'in
vidie, germinanti nel fango.
Ho detto "unilaterale" perchè
l'Ordine Indipendente Figli d'lta
lia con serietà e coerenza
ha sempre taciuto e sopportato,
per carità di patria, proseguen
do nella sua opera di propaganda
utile e disinteresgi&t;i.
Come spiegare intesto risultalo
diametralmente apposto?
Io lascio l'indugine e la risolu
zione del problema agli stessi fi
gli d'ltalia, agli onesti beninteso
che certamente formano la mag-
Al FRATELLI GIUSEPPE E
GIOVANNI DI SILVESTRO
Dopo parecchi giorni di fredde
doglie, avete alfine partorito; a
vate messo alla Ilice una grande
bella, paffuta creatura somigliali
tevi a meraviglia. Ha tutta la
figura dei vostri zigomi spor
genti, tutto il colorito marcato
dei vostri pomelli bianco-nero-roi
saccj, stemma autentico ed em
hlema legittimo di quell'agone, d 1
quell'arena gloriosa e valorosi»
sima dove, "consumando batta
glie nel nome di Venere, ri arrlv i
perfino a sentire la necessità me
dica di monna morfina.
E)' bella, è paffuta, è rubiconda
invero la creatura die avete mes
sa fuori dalle vostre viscere di u
na ultru-potente. per davvcri
meravigliosa f&ònuìtfi. E' nati
financo con tanto di barba e ca
pelli, giacche l'ho vista porta
re al fonte battesimale da com
pari bravissimi che han mentito il
bisogno di ricorrere al corteo di
bravi manovratori del pennello e
del rasoio.
Le mie più vive congratula
zioni per tanto avvenimento i
voi fausto e felice.
l' t.'A<
Giovanni e Giuseppe Di Silve
stro, giù la maschera! io vi ri
peto ancora una vo'ta ; voi non a
vete il diritto, no, non lo avete
per dio, il diritto di combattere e
di colpire nell'ombra, di sparar.)
fucilate dalla macchia, dalla pa
lestra ignobile cioè che
disse sempre dei briganti e
dei senza coscienza. TI
vostro metodo di guerreggiare è
semplicemente ripugnante; voi
non fate, cosi comportandovi, che
dire a meraviglia delle classi di
nostra gente che decadono, di
sgraziatamente decadono.
Sentite: avete voi dei parenti,
avete voi una famiglia; se sì, sap
piatemi dite, a fronte scoperta e
non a viso oendato, che cosa in
tendete per l'amiglia. Aveste ma»
dei morti tra la gente dei vostri
casati ? Se si, vogliatemi risponde
re che concetto avete delle tom
be, che cosa vi salta in testa
quando il pensiero possa portar
vi per un solo momento al racco
glimento ed alla preghiera presse
una tomba.
Non è la prima volta che osat=
valicare brigantescamente la so
glia di casa mia, dove vive sem
pre bene la famiglia di un indi
viduo cui voi non foste mai de
gni di pulire le scarpe, per oltrag
giarne brigantescamente il foco
iare domestico, il santuario, 1?
santità delle muliebri pareti. Nor
è la prima volta, ripeto che, var
cando la soglia di casa mia, vo
abbiate osato financo di profa
narne le tombe.
Per i vostri morti, per le vostn
famiglie io ho saputo sempre e SJ
prò sempre avere i dovuti riguar
di. Verso di voi però non so qua
I gioranza del patriottico Ordine.
10, noi degli Indipendenti, ab
itiamo già studiato il fenomeno e
siamo venuti a questa conclusio
ne che potrebbe essere la vera :
"11 patriottismo, l'ltalianità, la
fratellanza etc. servono spesso a
coprire ottimi affari e in "busi
ness" è buona ed utile tattica
prevenire l'eventuale concorren
te oin qualche modo eludere il
controllore inesorabile.
Un Indipendente
le espressione potrà un giorno
lanciarvi, esprimervi l'animo
mio.
A voi, fratelli Di Silvestro, ri
peto ora quello ohe ebbi motivi'
di dirvi in altri rincontri: venite
fuori di perdona quando credete
di potere attaccare chicchessia
Lasciate stare i sicari irrespon
sabili sempre in tutte le loro po
se multiformi che, da bravi bu
rattinai che siete, sapete far lo
ro assumere a vostro bell'agio
Questa povera gente, questa bra
va gente non avrà mai il merito
di farmi spostare di un solo gra
do la bussola che mi son procn
rata per venirvi a scovare dal
fondo sinistro della caverna dov ;
vi sn»te abilmente rannicchiati.
Vogliate, sappiate assumere la
responsabilità morale almeno di
quello che volete e comandate si
faccia in danno di altri; saprò io,
sapranno gli altri come rispon
dervi allora.
Tutto questo, solo questo vo
glio dirvi pr>r questo numero.
Silvio Liberatore
Ai bumi de la
nostra colonia
Allorquando facemmo conosce
re ai buoni de la nostra Colonia
quale sarebbe stato il nostro pro
gramma, e quali i mezzi e le vie
che avremmo usati e percorse
per dare ad esso tutta la più sod
disfacente esplicazione, tutta l i
più possibile assoluzione sem
pre per il conseguimento di giù
ste finalità di indole coloniale,
molti, moltissimi risposero entu
siasticamente al nostro appello.
Ci furono tutti larghi di auguri
non solo, ma di incoraggiamenti
anche, perchè seppero rendersi
piena ragione, buon conto dei fini
cui ci ispirevamo. Eravamo pochi
coraggiosi che, volontariamente
senza dipendenze di sorta, ci ac
cingevamo alla formazione di un
battaglione di forti, di bravi e di
buoni, animati solo dal desiderio
vivissimo, dalla speranza ferm i
di intraprendere un'offensivi
quasiasi, debole o energica che
siasi, per spazzare dal nostro am
biente tutta la bieca caterva de
ricattatori e degl'imbroglioni in
guanti gialli che, da parecchio
tempo, l'affliggono e l'infestano.
La lotta s'è ingaggiata tale e qua
le come noi la prevedevamo. Nelle
nostre purtroppo cavalleresche a
zioni di semplice, di assoluta
schermaglia sapevamo, eravamo
convinti e sicuri di provocare un i
terribile reazione, morbosa solo
peraltro ed impressionante nella
sua tattica, nei suoi movimenti
nelle sue azioni puramente stra
tegiche, ma niente temibile pei
LETTERA APERTA AGLI SFRUTTATORI
DELL'ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA,
ED A TUTTI I LORO RUFFIANI
INCOSCIENTI ED IMMORALI
Educalo alla scuola del dovere e della corret
lezza, stanco e nauseato per 1 continui abusi che
ia vostra losca cameriiia commette a danno della
massa proletaria, ua voi lusingata e turlupinata
con laisi paroloni di solidarietà e di patriottismo,
io dichiaro, da queste libere colonne purificatrici,
ui uscire dall'Ordine dei itigli d Italia in America.
Avevo preso il mio posto di combattimento in
un'Associazione eh io credevo dovesse attingere
la sua lorza e ì suoi scopi nel sacro nome d'ltalia,
ma ( abbandono oggi con sicura coscienza, dopo di
aver constatato le mali arti, i loschi l'ini, le bruttu
re d'ogni specie, che l'avvelenano e l'avviliscono
per opera vostra, o profanatori di ogni cosa sacra,
luridi mercanti che trai fica te ignomini osamente
sul limitare del sacro tempio della Patria.
A voi, o lupi 1 amelicissimi, camuffati da tene
ri pastori, che un'innumerevole schiera di pecore
segue, belando inconsapevolmente, io, libera e for
te coscienza di lavoratore e d'ltaliano, esprimo,
con l'ultimo saluto, il mio profondo disprezzo.
Nei vostri conciliaboli venefici, maledicetemi
ora; squarciatemi metaforicamente colle vostre
cariatissinic zanne: lo non temo ne il vostro ana
tema, ne i vostri morsi impotenti.
La mia libera voce vi schiaffeggia oggi, vi ad
dita a tutte le coscienze oneste per il bando igno
minioso, vi rivela ai vostri stessi seguaci, vi con
danna fin d'ora, o schifosissimi rettili, alla vostra
inevitabile fine ad essere schiacciati senza pietà.
* ANGIOLO CUSANO 1
l'azione ultimu, finale della lotta
giacché siamo sicuri di vincerli»
noi la battaglia finale, quella bat
taglia cioè che dovrà portarci al
le porte di un campo di assoluta
risurrezione coloniale.
La lotta che abbiamo ingaggia
ta non è ad ogni modo senza dif
ficoltà e senza pericoli ; perchè la
si possa vincere definitivamente
è necessario che i buoni della Co
lonia, tutti quelli cioè cui nessun
rimorso li morde per poter legit
tintamente rimanere al nostro
fianco, non si lascino pren
dere da alcun timore, non
si lascino raggiungere dalla
preoccupazione più menoma
Un semplice allarme, il più
piccolo allarme in mezzo alle no
stre fila potrebbe, se non nuoce
re a morte la nostra buona causa
e le finalità che essa si propon,-
di conseguire, giovare gran
demente agli avversari i quali sa
prebbero avvantaggiarsene non
molto per riprender fiato nel ten
tativo di nuovi bassissimi, insi
diosi attacchi.
La piovra malefica che con 1
jsuoi terribili tentacoli ci sta da
t tempo minacciando seriamente
in tutto il nostro corretto anda
mento di cose e di vita coloniale,
si è mostrata, si è esposta alfine
audacemente, disperatamente ai
tiri delle nostre armi. Avremo d<
che certamente combattere, un
bel i>o' di che indietreggiare, per
poi riprender nuovo vigore nella
lotta, pria di poterla colpire -i
morte; ma si stia tranquilli nd o
gni modo che la colpiremo la ir
remissibilmente colpiremo.
I buoni della nostra Colonia
I sanno bene che, questa volta, 1 b
lotta tra gli onesti ed i cattivi s'ìS
ingaggiata fieramente, "all'ulti
mo sangue" come si direbbe ir'
frase piuttostochè conosciuta
Questa lotta bisognerà che si vir.-
ca ad ogni costo; noi abbiamo fi
ducia che ciò avvenga; nessuno
5 soldi la copia
UFFICIO: 920 So. lOth Street
però ai muova dal suo posto, Per
non rimanere vittima dei gai
asfissianti si soli create delle ot
time maschere che ne neutraliz
zano e ne respingono come
per incanto la venefica a
zione; ognuno, adunque, si
procuri di una di queste
maschere protettrici, se la appli
chi a tempo ed a luogo, ed aspetti
a sera inoltrata oppure a giorno
fatto che dal comando della fa
zione combatteste si dichiari so
lennemente: "nessun colpito dal
la parte nostra' ; il nemico ha fu
cilato inutilmente e vanamente. '
La Rassegna
HATE e COMMENTI
La missione francese a Wash
ington Di questi giorn ; è giun
ta a Washington una missione di
diplomatici francese, a capo della
quale stanno l'on. Viviani ed ii
(Jen. Jofi'rè. Essa s'è avuto dal
popolo americano, dal corpo de»
diplomatici delle nazioni alleate
tutta quella cordiale, doverosa
accoglienza che d'altra parte si
aspettavano, si attendevano con
sicurezza matematica, dato l'ec
cezionale momento che rendeva
necessaria se non obbligatoria u
na visita alla capitale della più
glande, della più forte, della più
generosa repubblica del mondo.
I«i delegazione francese è ve
nuta a Washington in un momen
to assolutamente propizio per
maggiormente coltivare fino albi
raccolta più rigogliosa ed über
tosa il campo dell'imbrogliata
quistione internazionale.
La delegazione francese, ve
nendo qui, accompagnato ancha
da un diplomaticQ inglese, ha
anche parlato a nome e per con
to dell'lnghilterra, e questo fat
to lo si è desunto da tutto quelle ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER .*
I )evoted to welfare and advancement of the Italians in America