Both Phones ANNO I. No. 4 La posizione dei disertori ALL'ESTERO Al momento in cui l'ltalia ebbe bisogno, entrando nel conflitto europeo, di richiamare le sue classi, dall'Estero partirono en tusiasticamente coloro che sen tirono esplicitamente di potei partire; partirono cioè tutti quel li che, a conti fatti, ritenevano più conveniente il partire che di rimanere. Tanti altri, molti altri rimase ro, non partirono per codardia ; la più parte però bisogna pux dirlo ad onor del vero rimase perchè ragioni impellenti di fa miglia, prima, di affari, dopo, impedirono loro di potersi muo vere, di poter lasciare la famiglia e gli affari lì, su due piedi, dop » tanti anni di lavoro, dopo tanti affanni per cercare di avviare c condurre a buon termine e l'una e gli altri, nei vortici turbinosi nella vita di esilio. Si potrebbe all'oggetto obiet tare da qualcuna di quelli, al so lito dalla voce grossa e che solo la fregola del falso patriottismo li prende e li canzona per puro o semplice spirito di opportunismo che tutta questa gente sia nien t'altro che colpevole del grande reato di diserzione. Ebbene, sissi - gnori; le nostre leggi, i nostri reali decreti così dicono, così af fermano nella loro doverosa di zione nei rapporti dello scoi» cui s'informano; ma pria di giustifi care queste leggi e questi decret conviene scendere alla disami na dielle circostanze specifiche del caso, alla valutazione circo stanziale di tutti quegli elementi che portarono alla figura del rea to di diserzione. Ciò premesso, noi non credia mo che j nostri saggi goveman ti in patria non sapranno a tem po ed a luogo perdonare a tutti quelli che furono renitenti e di sertori obbligati e non volontari perchè ove una circostanza no i dovesse e non potesse in al cun modo militare a loro fa vore, la legge non solo dovrebbe fieramente colpirli, ma la ri provazione di quanti sentono pei davvero un attaccamento verso la patria impegnata in un grand» pimento dovrebbe colpirli in e terno. Al momento in cui il senatore VVebb stava per presentare il progetto di legge cfte dava auto rizzazione ai governi dell'lntesa di poter liberamente reclutare i rispettivi disertori negli Stati U niti, ci fu chi dette per davvero importanza grave a tale proget to, fino ad allarmarsene parec chio. Il progetto poi non risultò nei suoi dettagli, tanto erutto e cattivo per come lo si era imagi nato; nè sembrò a noi tale dn impensierire così come altri vol lero avere la premura di fare. E ra un progetto di legge, dopo tut to, dal lato assolutamente unila terale. Gli Stati Uniti si sarebbe ro obbligati di fare, ove alle po tenze alleate fosse piaciuto ri chiedere. Le potenze alleate, pe raltro non hanno ancora chiesto o creduto di chieder nulla ; pev cui quel progetto non poteva se non rimanere uno spauracchio per quelli dalla ragione corta, u na delle tante manovre politico diplomatiche nel campo della Heggiferazione". Alla fine s'è venuto per dire quando si trovò che il progetto VVebb meritava di essere molto S. LIBERATORE, Direttore bene rimaneggiato perchè uscisst assolutamente dai campo del ne buloso e dell'assurdo, che i reni tenti ed i disertori delle nazioni alleate, che risiedono negli Stati Uniti, potranno meritare il per dono dalle patrie leggi ove si ar ruolassei-o qui volontari, nell'e sercito e nella marina. La risoluzione, o il provvedi mento che chiamar si voglia ha il suo bel lato, non c'è dubbio, Però ne hanno detto qualche cosa fino ad oggi i governi delle nazioni al leate? No. Onde non c'è ragione da interessarsene o preoccupar sene nè punto e nè poco. Perchè ove per davvero un tale provve dimento dovesse per davvero es sere meritevole di approvazione noi non sapremmo vedere la ra gione plausibile perchè i nostri renitenti, i nostri disertori non dovrebbero immediatamente sen tire il dovere di partire subito per i nostri distretti e impugnare l'arme sotto la protezione del no stro glorioso tricolore e correre fiduciosi al cimento al grido fati dico di "Avanti Savoia!"; men tre in terra straniera manchereb bero ad essi tante cose per dare a servizio della grande causa de gli alleati tutta l'efficienza bol lica di cui è capace la nostra raz'ta. I governi di Russia, di Francia e, se non andiamo errati, anche quello d'lnghilterra votarono leg gi e passarono provvedimenti per scambiarsi coattivamente i reni tenti ed i disertori rispettiva mente residenti nei loro territori La cosa non ebbe però quel sue cesso che i governi istessi si a spettavano, giacché immense e dure si presentarono subito le difficoltà perchè * i fini delle leggi e dei provvedimenti potes sero essere conseguiti e raggiun ti così come a prima vista sem brava. La quistione fu anche portata in seno al nostro parlamento. In quelle aule però, dove son soliti sedere i magni, i muggiorj mae stri delle tavole del diritto e del la giurisprudenza, essa cadd;; sotto il peso della propria assur dita. La si dichiarò subjto con traria al diritto delle genti, e dai nostri legislatori non potevano che aspettarsi solo una decisione solenne di qqesto genere. Noi certe cose siamo soliti se guirle, studiarle attentamente sforzandoci il più che ci sia pos sibile di intenderle, capirle ed in terporrle a dovere Ecco per chè, all'occorrenza, quando altri, sebbene più sapienti di noi ma non fermi puntatori come noi, si allarmano, si affannano per u na data quistione, noi ci sentia mo in dovere di non fare altret tanto. Per i nostri renitenti e diserto eri all'Estero, ne siamo sicurissi mi, verranno a guerra finita» quei provvedimenti misericordio si che dovranno venire. Sarà ne cessario d'altronde che, nella do vuta e giusta misura sempre vengano e non si lascino aspetta ■ re molto per venire. Son soliti te nere le redini del nostro gover no auspice sempre Vittorio E manuele 111, quegli che Leoni da Bissolati, al tempo di un vilis simo attentato alla sua august i persona, ebbe a chiamare "il Re democratico", uomini grandi ed illustri nella vita de! parla mento e del Senato; di questi uo PHILADELPHIA, PA., SABATO, 28 APRILE 1917 mini, sieno essi di destra o di si nistra, repubblicani o socialisti bisognerà sempre aver fede pe: un'esatta amministrazione dell giustizia. Non ne abusino però volontariamente colpevoli, perchi per essi nessuno potrebbe mai a ver la pretesa di sostenerne 1« causa sballata. Facciano, ad ogni modo il lorc dovere verso la madre patria e ir quella maniera che possono gl'l taliani renitenti e residenti al l'Estero ; sappiamo, o in un mo do o in un altro, stabilire dei pre cedenti che essi non si sono di menticati della patria nell'ora del suo supremo cimento, e si abbi* sempre fiducia piena, illimitatr nelle conseguenze che debbono assolutamente tener dietro ad u na buona ragione, ad un'opers meritoria compiute con tutta la ì sincerità di una mente, con tutte l'ardore e lo slancio sublimi di ui animo latinamente educato, ita lianamente temprato. Curiangiolo Ancora i due Ordini J.a bufera di contumelie e di oscenità inqualificabili scatena tasi improvvisamente in taluni periodici locali mi ha scosso po' un istante da un antico convinci monto: essere il giornalismo un lil ero campo alle feconde batta glie dell'intelligenza, ad un utile Contrasto di sentimenti e di opi nioni. Il nostro giornalismo colonia le ha forse un carattere degene rativo speciale, incurabile e con tagioso? Io non credo, e passate il primo e improvviso disgusto ritorno con corretto linguaggio alla discussione serena. Chi con onesto sentire pensa ed agisce doyrà imitarmi «incera mente, aiutandomi a ristabilire un'atmosfera respirabile, dopo tante scariche alla Hindemburg di gas velenosi... Curi dunque il signor Angelo in qualche modo le sue debolezze renali, non adatte a un giornali sta quasi laureato, e tragga le sue inspirazioni soltanto dal|» sua anima ch'io ritengo realmen te libera e onesta. E dopo il prologo necessario entro in argomento Io denuncia anche una volta a) giudizio degli imparziali la ingiu sta campagna di denigrazione iniziata contro l'Ordine Indipen dente Figli d'ltalia .da una schie ra di facinorosi in mala fede, I quali calpestando i più santi do veri di fratellanza e d'italianità cercano, in piccole lotte persona li, con raggiri e calunnie d'ogni genere, di creare la sfiducia e la diffidenza intorno ad una grande famiglia d'ltaliani, rispettabile sotto tutti i riguardi, per le per sone che la compongono e per g' Ideali che la inspirano. Questi av versari sleali appartengono pur troppo all'Ordine dei Figli d'lta lia in America, col quale l'lndi pendente ha comune il nobile pro gramma, che si compendia nella protezione, in o*rni modo e con ogni mezzo, del buon nome d'lta lia all'estero. Questa comunanza di finalità o d'ldeali avrebbe dovuto logica mente produrre un'armonia di a zione, e svilupparla in una bene fica gara, tutta a favore di que sta nostra comunità italiana: in vece n'è sorta una spietata con correnza, fortunatamente unila terale, feconda di rancori e d'in vidie, germinanti nel fango. Ho detto "unilaterale" perchè l'Ordine Indipendente Figli d'lta lia con serietà e coerenza ha sempre taciuto e sopportato, per carità di patria, proseguen do nella sua opera di propaganda utile e disinteresgi&t;i. Come spiegare intesto risultalo diametralmente apposto? Io lascio l'indugine e la risolu zione del problema agli stessi fi gli d'ltalia, agli onesti beninteso che certamente formano la mag- Al FRATELLI GIUSEPPE E GIOVANNI DI SILVESTRO Dopo parecchi giorni di fredde doglie, avete alfine partorito; a vate messo alla Ilice una grande bella, paffuta creatura somigliali tevi a meraviglia. Ha tutta la figura dei vostri zigomi spor genti, tutto il colorito marcato dei vostri pomelli bianco-nero-roi saccj, stemma autentico ed em hlema legittimo di quell'agone, d 1 quell'arena gloriosa e valorosi» sima dove, "consumando batta glie nel nome di Venere, ri arrlv i perfino a sentire la necessità me dica di monna morfina. E)' bella, è paffuta, è rubiconda invero la creatura die avete mes sa fuori dalle vostre viscere di u na ultru-potente. per davvcri meravigliosa f&ònuìtfi. E' nati financo con tanto di barba e ca pelli, giacche l'ho vista porta re al fonte battesimale da com pari bravissimi che han mentito il bisogno di ricorrere al corteo di bravi manovratori del pennello e del rasoio. Le mie più vive congratula zioni per tanto avvenimento i voi fausto e felice. l' t.'A< Giovanni e Giuseppe Di Silve stro, giù la maschera! io vi ri peto ancora una vo'ta ; voi non a vete il diritto, no, non lo avete per dio, il diritto di combattere e di colpire nell'ombra, di sparar.) fucilate dalla macchia, dalla pa lestra ignobile cioè che disse sempre dei briganti e dei senza coscienza. TI vostro metodo di guerreggiare è semplicemente ripugnante; voi non fate, cosi comportandovi, che dire a meraviglia delle classi di nostra gente che decadono, di sgraziatamente decadono. Sentite: avete voi dei parenti, avete voi una famiglia; se sì, sap piatemi dite, a fronte scoperta e non a viso oendato, che cosa in tendete per l'amiglia. Aveste ma» dei morti tra la gente dei vostri casati ? Se si, vogliatemi risponde re che concetto avete delle tom be, che cosa vi salta in testa quando il pensiero possa portar vi per un solo momento al racco glimento ed alla preghiera presse una tomba. Non è la prima volta che osat= valicare brigantescamente la so glia di casa mia, dove vive sem pre bene la famiglia di un indi viduo cui voi non foste mai de gni di pulire le scarpe, per oltrag giarne brigantescamente il foco iare domestico, il santuario, 1? santità delle muliebri pareti. Nor è la prima volta, ripeto che, var cando la soglia di casa mia, vo abbiate osato financo di profa narne le tombe. Per i vostri morti, per le vostn famiglie io ho saputo sempre e SJ prò sempre avere i dovuti riguar di. Verso di voi però non so qua I gioranza del patriottico Ordine. 10, noi degli Indipendenti, ab itiamo già studiato il fenomeno e siamo venuti a questa conclusio ne che potrebbe essere la vera : "11 patriottismo, l'ltalianità, la fratellanza etc. servono spesso a coprire ottimi affari e in "busi ness" è buona ed utile tattica prevenire l'eventuale concorren te oin qualche modo eludere il controllore inesorabile. Un Indipendente le espressione potrà un giorno lanciarvi, esprimervi l'animo mio. A voi, fratelli Di Silvestro, ri peto ora quello ohe ebbi motivi' di dirvi in altri rincontri: venite fuori di perdona quando credete di potere attaccare chicchessia Lasciate stare i sicari irrespon sabili sempre in tutte le loro po se multiformi che, da bravi bu rattinai che siete, sapete far lo ro assumere a vostro bell'agio Questa povera gente, questa bra va gente non avrà mai il merito di farmi spostare di un solo gra do la bussola che mi son procn rata per venirvi a scovare dal fondo sinistro della caverna dov ; vi sn»te abilmente rannicchiati. Vogliate, sappiate assumere la responsabilità morale almeno di quello che volete e comandate si faccia in danno di altri; saprò io, sapranno gli altri come rispon dervi allora. Tutto questo, solo questo vo glio dirvi pr>r questo numero. Silvio Liberatore Ai bumi de la nostra colonia Allorquando facemmo conosce re ai buoni de la nostra Colonia quale sarebbe stato il nostro pro gramma, e quali i mezzi e le vie che avremmo usati e percorse per dare ad esso tutta la più sod disfacente esplicazione, tutta l i più possibile assoluzione sem pre per il conseguimento di giù ste finalità di indole coloniale, molti, moltissimi risposero entu siasticamente al nostro appello. Ci furono tutti larghi di auguri non solo, ma di incoraggiamenti anche, perchè seppero rendersi piena ragione, buon conto dei fini cui ci ispirevamo. Eravamo pochi coraggiosi che, volontariamente senza dipendenze di sorta, ci ac cingevamo alla formazione di un battaglione di forti, di bravi e di buoni, animati solo dal desiderio vivissimo, dalla speranza ferm i di intraprendere un'offensivi quasiasi, debole o energica che siasi, per spazzare dal nostro am biente tutta la bieca caterva de ricattatori e degl'imbroglioni in guanti gialli che, da parecchio tempo, l'affliggono e l'infestano. La lotta s'è ingaggiata tale e qua le come noi la prevedevamo. Nelle nostre purtroppo cavalleresche a zioni di semplice, di assoluta schermaglia sapevamo, eravamo convinti e sicuri di provocare un i terribile reazione, morbosa solo peraltro ed impressionante nella sua tattica, nei suoi movimenti nelle sue azioni puramente stra tegiche, ma niente temibile pei LETTERA APERTA AGLI SFRUTTATORI DELL'ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA, ED A TUTTI I LORO RUFFIANI INCOSCIENTI ED IMMORALI Educalo alla scuola del dovere e della corret lezza, stanco e nauseato per 1 continui abusi che ia vostra losca cameriiia commette a danno della massa proletaria, ua voi lusingata e turlupinata con laisi paroloni di solidarietà e di patriottismo, io dichiaro, da queste libere colonne purificatrici, ui uscire dall'Ordine dei itigli d Italia in America. Avevo preso il mio posto di combattimento in un'Associazione eh io credevo dovesse attingere la sua lorza e ì suoi scopi nel sacro nome d'ltalia, ma ( abbandono oggi con sicura coscienza, dopo di aver constatato le mali arti, i loschi l'ini, le bruttu re d'ogni specie, che l'avvelenano e l'avviliscono per opera vostra, o profanatori di ogni cosa sacra, luridi mercanti che trai fica te ignomini osamente sul limitare del sacro tempio della Patria. A voi, o lupi 1 amelicissimi, camuffati da tene ri pastori, che un'innumerevole schiera di pecore segue, belando inconsapevolmente, io, libera e for te coscienza di lavoratore e d'ltaliano, esprimo, con l'ultimo saluto, il mio profondo disprezzo. Nei vostri conciliaboli venefici, maledicetemi ora; squarciatemi metaforicamente colle vostre cariatissinic zanne: lo non temo ne il vostro ana tema, ne i vostri morsi impotenti. La mia libera voce vi schiaffeggia oggi, vi ad dita a tutte le coscienze oneste per il bando igno minioso, vi rivela ai vostri stessi seguaci, vi con danna fin d'ora, o schifosissimi rettili, alla vostra inevitabile fine ad essere schiacciati senza pietà. * ANGIOLO CUSANO 1 l'azione ultimu, finale della lotta giacché siamo sicuri di vincerli» noi la battaglia finale, quella bat taglia cioè che dovrà portarci al le porte di un campo di assoluta risurrezione coloniale. La lotta che abbiamo ingaggia ta non è ad ogni modo senza dif ficoltà e senza pericoli ; perchè la si possa vincere definitivamente è necessario che i buoni della Co lonia, tutti quelli cioè cui nessun rimorso li morde per poter legit tintamente rimanere al nostro fianco, non si lascino pren dere da alcun timore, non si lascino raggiungere dalla preoccupazione più menoma Un semplice allarme, il più piccolo allarme in mezzo alle no stre fila potrebbe, se non nuoce re a morte la nostra buona causa e le finalità che essa si propon,- di conseguire, giovare gran demente agli avversari i quali sa prebbero avvantaggiarsene non molto per riprender fiato nel ten tativo di nuovi bassissimi, insi diosi attacchi. La piovra malefica che con 1 jsuoi terribili tentacoli ci sta da t tempo minacciando seriamente in tutto il nostro corretto anda mento di cose e di vita coloniale, si è mostrata, si è esposta alfine audacemente, disperatamente ai tiri delle nostre armi. Avremo d< che certamente combattere, un bel i>o' di che indietreggiare, per poi riprender nuovo vigore nella lotta, pria di poterla colpire -i morte; ma si stia tranquilli nd o gni modo che la colpiremo la ir remissibilmente colpiremo. I buoni della nostra Colonia I sanno bene che, questa volta, 1 b lotta tra gli onesti ed i cattivi s'ìS ingaggiata fieramente, "all'ulti mo sangue" come si direbbe ir' frase piuttostochè conosciuta Questa lotta bisognerà che si vir.- ca ad ogni costo; noi abbiamo fi ducia che ciò avvenga; nessuno 5 soldi la copia UFFICIO: 920 So. lOth Street però ai muova dal suo posto, Per non rimanere vittima dei gai asfissianti si soli create delle ot time maschere che ne neutraliz zano e ne respingono come per incanto la venefica a zione; ognuno, adunque, si procuri di una di queste maschere protettrici, se la appli chi a tempo ed a luogo, ed aspetti a sera inoltrata oppure a giorno fatto che dal comando della fa zione combatteste si dichiari so lennemente: "nessun colpito dal la parte nostra' ; il nemico ha fu cilato inutilmente e vanamente. ' La Rassegna HATE e COMMENTI La missione francese a Wash ington Di questi giorn ; è giun ta a Washington una missione di diplomatici francese, a capo della quale stanno l'on. Viviani ed ii (Jen. Jofi'rè. Essa s'è avuto dal popolo americano, dal corpo de» diplomatici delle nazioni alleate tutta quella cordiale, doverosa accoglienza che d'altra parte si aspettavano, si attendevano con sicurezza matematica, dato l'ec cezionale momento che rendeva necessaria se non obbligatoria u na visita alla capitale della più glande, della più forte, della più generosa repubblica del mondo. I«i delegazione francese è ve nuta a Washington in un momen to assolutamente propizio per maggiormente coltivare fino albi raccolta più rigogliosa ed über tosa il campo dell'imbrogliata quistione internazionale. La delegazione francese, ve nendo qui, accompagnato ancha da un diplomaticQ inglese, ha anche parlato a nome e per con to dell'lnghilterra, e questo fat to lo si è desunto da tutto quelle ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER .* I )evoted to welfare and advancement of the Italians in America