La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, April 14, 1917, Image 1

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    La Rassegna
Jjoth Phones
ANNO L No. 2
BASTA !...
Da qualche tempo a questa
arte, da due o tre anni cioè,
[amo andati assistendo in Colo
;ia ad un fenomeno curioso di
Drze evolutive che, in altri ter
mini, potrebbe ben definirsi svi
ippo completo e rigoglioso del
! poche energie degenerate e
ìalefiche esistenti in mezzo a
oi, contro il ristagno completo,
Bsoluto, dispiacentissimo peral
ro, di ogni forza motrice van
ente la sua origine da congegni
Dciali di fede indubbia, di bon
à ed onestà provatiesime.
La nostra Colonia, adunque,
ia comè ente virtualmente loca
», sia come gran parte della no
tra gente stabilitasi all'Estero,
on può dirsi oggi più in mano di
Dchi o di molti pionieri che la vi-
Bro nascere, crescere e 112 elice
lente prosperare attraverso
tolti anni di pacifismo colonia
(. Essa, fatalmente, troppo
è caduta nelle mani
cianche di un piccolo gruppo di
Bri e proprii malversatori della
Jde pubblica, di pochi "azzecca
arbugli", di una combriccola di
asnadieri in guanti gialli cioè
pve i "Cuocolo", gli "Alfano",
li "Abbatemaggio" e tutta la
ega caterva dogli eroi delle Rub
lo e delle scranne della Corte di
tsisi di Viterbo avrebbero avu
► d? cw Tfrtlillrm'^'rfrr'
studio, l'interpretazione e la
>noscelìza di certe tavole di
bdagogia e di lestofantismo so
lali che librano il loro volo si
[stro è minaccioso dall'alto di
pa base che vuol dire pericolo
isoluto in tema di collettività
Coniale.
[ Un pericolo questo, invero, del
Uale bisognerà guardarsi ocula
imente, cercando ogni via, usan
-0 di ogni mezzo per scongiurar
| addirittura.
[ Sonò dei lupi orribilmente af
finati, insaziabili a tutta prova
lie minacciano di divorare tutto
\ nostro normale, corretto ed o
festo organismo sociale, ed a
Uesti lupi, disgraziatamente,
a corona un gran numero di
sne, di sciacalli immondi, seni-
Ire pronti allo spolpamento raf
irato e spregevole all'istesso
£mpo di ossi lasciati lungo il
entiero di una truce carneficina.
E E' inutile sperare ancora, è so
erchio, proprio soverchio segui
rsi a fare delle illusioni : i buo
-1 sono terribilmente minacciati
ai cattivi ; i disonesti, i ladri, i
«ratti ed i ruffiani stanno per
rendere camorristicamente il
Dpravvento sui buoni e sugli o
icsti ; tutto è in pèricolo in mez
-0 a noi; è necessàrio, essenzial
mente necessario che si aprano
fli occhi e si diventi non solo
juardinghi, ma aggressivi anche
jerchè la malavita coloniale non
irogredisca ulteriormente, non
tionfi alla fine nei buoni rappor
-1 delle ragioni di altri.
112 Dovunque si abbia ragione di
redere un mascalzone, lo si com
fatta coraggiosamente; nessuno
i lasci intimidire dalle chiac
ihiere e dalle voci che sogliono
►render vita dai corpi sociali, dai
estaurants e dalle cantine. Si
ibbia sempre il coraggio di ri
fondere a tuono alle rodomon
late dei soliti bravi della mac
hia e della ignomia propria; è
[uesto il solo mezzo per isgo
(lentare gl'impudenti e gli sfac
ciati ; sara' questa la sola via per
Iwiare la nostra massa coloniale
iulla via di un salutare risana
Devoted to welfare and advancement of the Italiana in America
S. LIBERATORE, Direttore
mento, su quella via cioè che do
vrà sempre dire, a parere dei
buoni, di vera, pura, assoluta- ;
mente positiva rigenerazione dei
la nostra collettività.
Noi siamo di parere assoluta
mente fermo che molti, moltissi
mi ci sapranno seguire in Colo
nia in un'azione giornalistica as
solutamente altruistica, informa
ta sinceramente e correttamente
ai principii della più alta finali
; tà coloniale consentita legittima
mente da quelle idee che sanno e
che dovranno sempre sapere, per
ogni italiano all'Estero, di onesta
! affermazione dei meriti e dei
1 privilegi eoe solo le genti delle
italiche terre seppero far parla
re di sè le pagine di una storia
millenaria e gloriosa all'istesso
! tempo.
E' necessario, assolutamente
1 necessario che in Colonia i buo
ni si risveglino, si destino cioè
dal sonno letargico in cui vollero
1 o furono costretti cadere, perchè,
iove ciò essi non facessero, l'ele
mento corrotto e malintenziona
to avrebbe di che poter prendere
il sopravvento.
Colonia non deve essere
turlupinata, sfruttata e ulterior
mente rubata da pochi campioni
del mercimonio sociale. Ognuno
drfrfrp di mfrfViener fer
me le man» in tasca a guardia
vigile e contante delle poche gra
na che ess > potessero contenere e
custodire, giacché a Philadelphia,
in mezzo alla nostra Colonia, al
la distanza di un solo passo da
noi, un branco di masnadieri in
' guanti gialli, di farabutti in cra
vatta bianca e esco
quotidianamente di buon mattino
per cortesemente aggredire e
magnanimamente svaligiare.
Basta! noi gridiamo oggi e
grideremo sempre a questa gen
te. Il vostro regno non dovrà ul
teriormente durare a lungo; voi
siète disonesti e gli altri non lo
jsono; voi dovrete infallibilmente
I cadere perchè contro di voi sa
premo pazientemente organizza
re e disciplinare una grande, una
immensa marea di coscienze ret
te i di cui flutti dovranno irre
missibilmente sbalzarvi contro
! scogli durissimi capaci a fracas
! sarvi per sempre il cranio.
LA RASSEGNA
ìttìh
Una delicata quistione Si è
telegrafato da Washington che
, Mr. Webb, chairman dell' "House
i ludiciary Committee" stia per
: presentare un progetto di legge
i che permetta ai Governi Alleati
, di "reclutare i loro sudditi in
questo paese per il servizio all'E
stero."
Così la dizione laconica del te
legramma da Washington, tele
gramma sul quale s'è anche fu
gacemente fermato qualche gior
nale in nostra lingua allo intento
di commentarlo in qualche mo
do. Dato però che non s'è con la
dovuta chiarezza voluto o potu
to preannunziare lo scopo chiaro
cui vuol mirare Mr. Webb col suo
progetto di legge, non è possibi
le in alcun modo nè a voi e nè a
chiunque altro, una discussione a
fondo, esauriente dal punto di vi
sta giuridico internazionale, giac
ché non è che su questo campo
ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
PHILADELPHIA, PA., SABATO, 1 I APRILE 1917
che oggi vertono e si dibattono
tutti i provvedimenti extra legi
slativi delle nazioni in guerra.
La notizia del progetto di leg
ge che sta per presentare Mr.
Webb ha avuto però l'effetto, al
meno per il moemnto, di far ri
tornare sul tappeto della discus
sione l'eterna, la tanto dibattuta
quistione dei nostri renitenti re
sidenti negli Stati Uniti. In gene
rale, giacché v'è sempre qual
cuno dalla vista un pochino lun
ga che usa vedere piccolo laddo
ve gli altri vedono grosso grosso,
la notizia del progetto di leg
ge Webb ha prodotto scompiglio
e scoraggiamento in mezzo ai no
stri moltissimi renitenti di leva
che, se non risposero alla chiama
ta del patrio Governo al momen
to in cui l'ltalia nostra si lancia
va ardimentosamente in una
guerra difficile e scabrosa, non lo
fecero se per ragioni d'indole as
solutamente economiche dalle
quali non era possibile prescin
dere.
Questi renitenti sono stati pre
si dallo spauracchio che gli Stati
Uniti, con una legge qualsiasi,
potesse un giorno obbligarli al
reclutamento o per conto suo o
per conto degli Alleati.
No, noi non crediamo ad un
pericolo di tal genere; molti ne
parlano, ne discutono è vero; ma
sarebbe assolutamente follia pen
sare che in una terra libera come
Ài signori de' la
'Sons of Italy State Bank
( Noi non abbiamo avuta nèt
( l'intenzione e nè la pretesa di at-1
, taccarvi come voi supinamente e
stupidamente avete ritenuto che
, fosse. Ci si è data l'occasione di
discutervi e lo abbiamo fatto, lo
abbiamo fatto notate con
quella obiettività' di argomenti e
di ragionamenti che dissero, di
cono e diranno sempre ed a me
raviglia di noi, del giornale che
scriviamo, di tutta quella falan
ge di onesti, rispettabilissimi co
loni che, senza mai pagarci un
solo soldo di mercede, va superba,
altera, contentissima dell'opera
nostra.
Da voi, o signori affaristi, pa
gnottisti, scribi e farisei della
. "Sons of Italy State Bank" ci a
spettavamo più seria, più positi
va, più logica risposta al comuni
cato del sig. Felice Garibaldi ed
agli opportuni commenti nostri
che lo seguirono. Ci aspettava
i mo una più logica, coerente ri
; sposta, ripetiamo, perchè parti
-5 vamo dal principio che l'ineffa
• bile Angio'o Curi, cancelliere
ì affezionatissimo all'impero glo
i bo-vino-terraqueo di Donna Gio-,
i vannina, avesse saputo scri
- vere per l'occasione un po' meglio I
di quello che sia riuscito a fare. |
Avendolo sempre stimato per e
simio, celebre masturbatore di
ginnasiali reminiscenze scolasti
che, ritenevamo, eravamo quasi
certi che, per combatterci, a-j
vrebbe ricorso a qualche bel pun
to di mitologia, oppure a delle |
preziosissime nozioni di storia
greca pronunzianti sentenze su
blimi se non nel campo della real
tà, almeno in quello dell'astrazio- j
ne.
Non è stato così, invero, e ce
ne addoloriamo immensamente,
illustri signori della "Sons of;
3 Italy State Bank", perchè avrem
gli Stati Uniti si potessero com
piere di simili anormalità' legi
slative, contradicenti in ogni
punto, in ogni passo le regole più
elementari di diritto intemazio
nale non solo, ma anche ogni
principio civico delle genti intor
no al quale ì nostri giuresperiti e
legislatori sonimi hanno sempre
detto e scritto vastamente, non
solo, ma scientificamente anche.
"11 Progresso Italo America
no" è stato, bisogna dirlo, il solo
a dare l'allarme interne a tale
quistione ; incerto e peritoso pe
rò perchè, ove avesse avuta l'in
tenzione vera di parlar chiaro ai
nostri Coloni, avrebbe dovuto es
sere di forma più chiara, più e
splicita, più ragionatrice.
"Il Progresso" ha saputo, in
vece, usare di un'arma a doppio
taglio; ha usato cioè di quell'ar
ma che, all'occorrenza, come
mezzo paliativo per far quattrini
in mezzo ai gonzi, è purtroppo
efficace per pervenire allo scopo
di certe, di talune obligue ed an
fibie finalità'. Ha prima difesa la
causa dei renitenti e poi l'ha or
ribilmente offesa. E così si usa
fare in America, è questo che
conviene fare in America per far
quattrini alle spalle dei gonzi, per
affermarsi alle spalle dei gonzi,
per rendere popolare un giorna
le in mezzo ai gonzi,
i Verità»
i mo voluto, desiderato almeno che
ci aveste fornito di un terreno
1 più solido sul quale discutervi e
combattervi. Voi, invece, non
sappiamo se per malizia o insi
piènza, ci sfuggite come pe
sci dalla rete, ed in fede nostra
non sappiamo se voi siete per la
circostanza più degni di pietà o di
disprezzo. Di pietà crediamo ad
ogni modo ; perchè ove volessimo
toccarvi coi frustino del nostro
disprezzo, ora come ora, alla stre
gua dei comunicati che avete vo
luto diramare su tutti i nostri
settimanali, sapcemmo di fare
opera c di commettere azione nè
più e nè meno di quello che Ma
ramaldo ebbe il cinismo di con
sumare ai danni di Ferruccio.
Noi non siamo peraltro dei fe
roci sanguinari, dei Maramaldo
prepotenti cui piace inveire e col
pire da bravi contro i deboli e gli
impotenti; nè voi, o egregi si
gnori della Sons of Italy State
Bank, siete addirittura dei nobi
li "Ferruccio". Per cui vi rispar
miamo fino ad un certo punto,
giacché la vostra debolezza sa
semplicemente, più che di impo
tenza assoluta nella difesa, ori
ginata da una naturale, impre
scindibile forza maggiore, di
debolezza ingenita proveniente e
scaturiente dai vostri difetti ori
ginali, dalle vostre colpe volonta
rie, dalla vostra falsa presunzio
ne e dalla vostra arrogante pre
tenzione financo.
j Altri vi ha esposti fatti brevi,
concisi, compendiosi che valeva
no un mondo per la loro natura e
per la loro eloquenza; noi li com
mentammo appena. Di rimando
ci avete solo saputo gratificare
di una buona frittata di parole,
paroline e paroloni cui nessun
lettore dal naso fino e dalla vi
sta buona ha potuto attribuire
j nemmeno il merito della momen-
I tanea coesione logica di idee e di I
argomenti.
Noi, parlando così di passaggio
intorno al comunicato Felici,
demmo la dovuta importanza a
quattro fatti positivamente seri
della vostra banca :"L'ammontar
delle azioni non ancora versate", |
'una cambiale per tre giorni cu- j
stodita nella saccoccia di "Gio j
j vannino", "la pretesa insulsa di •
! redimere il nostro emigrato dal- ,
lo sfruttamento supposto e pre- ,
sunto semplicemente ad opera ,
dei banchieri privati", "le parec- v
chie migliaia di dollari di cui ,
qualche direttore della Sons of'|
Italy State Bank è sempre debi- ,
tore verso parecchi dei nostri j
banchieri privati locali." (
Invece di risponderci a tuono, |
si giuoca di parole, di sole paro- ,
le al di cui affastellamento scor- 112
retto può sempre essere prepo- |
sto ed incaricato un imbecille ,
qualsiasi, fosse anche della na- r
tura di quelli pagati a ventitré ,
pezze la settimana per la sola ri
conoscenza di certi piccoli servi- c ,
zi sporchi resi in gabinetto pu-
! litO. ,
Ai fatti è necessario, quando si c
vuole stare ben* in gamba in u
na qualsiasi arena di combatti
mento, sempre contrap- (
1 porre i fatti, ove non si abbia la j
| voglia di cadere nel cattivo con
cetto del pubblico e nel ridicolo
anche nei rapporti di chiunque è y
uso appassionarsi alle altrui ten- ,
Jtfl: - • • • 1
Si sarebbe potuto essere più j
forti e più virili in una risposta
giacché s'era deciso di farcela. (
Meglio sarebbe stato però a non v
darla una tale risposta quando si 112
doveva riuscire così meschini,
tanto piccini in argomenti ed ar- (
gomentazioni.
Gli scribi che si son voluto as- 112
sumere l'incarico di certe difese, }
ci fanno semplicemente pietà, <
giacché essi mancano addirittu- |
radi argomentazione non solo, t
ma di raziocinio anche. A noi ,
piace avere avversari forti ; solo |
allora c'è cara e piacevole la lot- ,
ta, anche se dovessimo sempre ,
perderla. I giuocatori di parola, ,
i disquisitori masturmanti senza (
rima e senza concetto alla Angio- |
lo Curi, ci fanno pena semplice- \
mente; li lasceremmo in pace, .
senza un cenno qualsiasi di ri- |
sposta, ove non avessimo la di-],
sgrazia di trovarci in un ambien- ]
te coloniale dove non sempre si
trovano giudici sereni e spassio- .
nati, più amanti della eloquenza j,
dei fatti che delle filastrocche di |
parole polemiche.
Abbiamo delle ragioni positi
vamente positive per finirla in
questo numero. Ritorneremo pe
rò alla carica prossimamente, per
essere ancora più precisi e più
dettagliati intomo a taluni altri:
argomenti che la ristrettezza del
: tempo non ci consente oggi di po
ter trattare come vorremmo.
Sarà per i prossimi numeri.
La Cavalletta
IL PROSSIMO NUMERO DE
"LA RASSEGNA" CONTERRÀ'
ARTICOLI INTERESSANTI E
DI GRANDE NOVITÀ'. NON
MANCATE DI LEGGERLO E
FARLO CONOSCERE ANCHE
AI VOSTRI AMICI.
Cicale, Grilli
e-Zanzare
Ci si minaccia! Per un po
co poco appena di verità che ab
biamo voluto pubblicare e dove
rosamente contentare col nostro
primo numero a riguardo della
"Sons of Italy State Bank", ci
siamo sentiti tuonare attorno al
nostro povero capo tutti i fulmini
di cui Giove abbia mai potuto di
sporre a questo ed a quell'altro ;
mondo. Tuoni fragorosi e terribi
li in verità; ma essi non ci han
no scosso ne punto e nè poco, nè
impensieriti menomamente. Dac
ché Franklin fece la scoverta del
parafulmine, gli uomini impara
rono ad arrestare l'azione fune
sta del fulmine di Dio. Noi
parafrasando il principio, fisica
mente assiomatico ci sentia
mo di poter dire, dalle sponde di
un giornale ultra-indipendente
che nessun fulmine ci fa paura,
ci spaventa o ci rgomenta, cada o j
tuoni essi vicino o distante da
noi. Siamo muniti noi di parec- 1
chi e ben potenti parafulmini.
I soliti giannizzeri e sparafu
cili di Peppuccio Romano e di
Giovannino Alfano si son dato un i
bel da fare in questa settimana
per incutere timore, non a noi
che non abbiamo mai saputo che
volesse dire a questo mondo ti
moro e r. giialcung dei
'pòchi' coraggiosi clrrisi "STm (fo
lliti unire a noi per un'azione in- !
dipendentemente detta nel campo
del giornalismo coloniale, al solo
scopo di radicalmente purgare ed
epurare il nostro ambiente da
certi elementi nocivi e funesti per j
esso nel senso vero della parola.
Minacce a destra e minacce a
sinistra; giornali che vi sono e
giornali che sorgeranno per at
taccare, violentemente, implaca
bilmente attaccare Tizio e Caio,
Sempronio e Mevio. Appunta
menti di qua e chiamate a tele
fono di là; tutto un movimento
di battaglioni e di batterie in ri
serva, a chi dandi ed a chi pro
mettendo Tutte manovre queste
che ci fanno ridere, semplicetpen
te ridere, perche non dicono al- '
tro se non mostrarci la pagina j
aperta, chiara e nitida di quel li-j
bro che ha di già scritto qualche j
cosa sul crollo immancabile, ine- 1
vimabile di certe consorterie co
loniali che a noi non sono mai
andate a genio per nessun verso
e che, per giunta, abbiamo sem
pre combattute ad oltranza, con
tutta la somma delle forze di cui
ci è stato consentito disporre.
Lo sappiamo, lo abbiamo sem
pre pensato: qualche foglietto
affidato alla direzione pro-forma
di un irresponsabile qualsiasi ri
vedrà presto la iuce. Vi scara
bocchieranno Angiolo Curi, Don
na Giovannina e financo il ranoc
chiaio Notar Peppe "il grande".
Peccato che per il momento non
ci sia quel grande mascalzone di
Peppe Landolfi, del quale poter
si servire a bell'agio, giacché quel
delinquente, tanto caro a certa
canaglia che ebbe financo il co
raggio di salutarlo con un ban
chetto, venne, appena pochi gior
ni (jopo la sua assunzione all'uf
ficio di assistente "manager" del
la Casa Armour a Milano, licen
ziato vergognosamente dall'uffi
cio per un giusto reclamo della
locale ditta "Philadelphia Maca
ronì Co." alla quale ebbe l'abilità
di truffare l'ammontare di due
cento casse di pasta proprio al
momento in cui Giovanni Di Sii-
5 soldi la copia
UFFICIO: 920 So. lOth Street
i vestro, il focoso, il grande, il con
cettoso, il facondo oratore delle
nostre Colonie, lo definì "un gio
vane degno di grande avvenire,
dal passato, e dal futuro finan-
L'O, fulgidi e sereni come le stel
' le mattutine.
Vengano, vengano pur fuori di
questi giornali ; ne avremo sem
pre per tutti. Compassione e mi
sericordia per gli straccioni che
vi possano prestare il nóme a
guisa di gerenti irresponsabili;
canzoni e biografie per tutti
tinelli che vi saranno parte inte
ressata. Ricorrano o non i man
datari alla prosa prezzolata del
socialistoide o a quella assassina
I dell'anarchico, noi non faremo
j mai un sol passo indietro. Sapre
mo affrontare gli sgherri con
l'arma al piede e, non si dubiti,
| sapremo anche aver la forza di
i colpire, mortalmente colpire.
Giù la visiera, adunque, ed a
| vanti Nè avrà chi più non ne
: saprà mettere. Ci vorranno fatti
però e non chiacchiere, perchè la
nostra religione è quella di la
sciarci sempre guidare dai fatti,
| dalla filosofia dei fatti, dalla lo
jgica e dalla ragione di essi, da
nient'altro. Si stia pur sicuri.
Felice Cavallotti e Giovanni Di
Silvestro Un assemblea di sti
mabili azionisti della Sons of lta
iy Stale Bank, riunita a solenne
seduta per protestare contro il
commento ad un comunicato in
ferito nel nostro giornale, in un
ottime del giorno brillante solo di
mancanza di veritàÌS dì rettitudi
ne bancaria "proclama aperta
mente che Giovanni Di Silvestro
rimane sempre per la massa ope
raia la figura simpatica del Fe
lice Cavallotti coloniale."
Tanta prosa gonfiata a mo' di
| cornamusa, tanto grandioso pa
ragone tra due nomi che fanno a
calci, si rincorrono, si persegui
tano così come può fare un cane
ed un gatto, un lupo ed un agnel
lo, una volpe ed una gallina, là
sul piazzale vasto dell'aia di un
selvaggio contado, non ci fa, nei
rapporti del nostro grande cam
pione senza valore signor Gio
vanni Di Silvestro, se non l'effet
to dell'ossigeno cautamente e
i pazientemente somministrato ad
j un ammalato cui non rimangono
se non pochi istanti di vita.
Forre Giovanni Di Silvestro,
eroe di ogni nostra porcheria co
loniale, a paragone di Felice Ca
vallotti il campione vero della
democrazia italiana che non si
sognò mai di chiamare figlio di
p un Conte Naselli, nè si fece
tacitare certe fameliche pretese
nella campagna contro gl'imbro
gli che in un tempo si facevano
per la leva militare, nè si recò in
un tempo a Scranton per inneg
giare al regicida Bresci, è co
sa che raggiunge solo il colmo del
la imbecillaggine umana, passata
attraverso il filtro di ventitre
dollari la settimana pel mastur
batoli Angiolo Curi, di una mez
za dozzina di bottiglie di buona o
cattiva birra che siasi nei ri
guardi dei focosi, stimabili, sem
pre illustri votanti uji ordine del
giorno cui solamente i pesci stan
tii e puzzolenti che si vendono al
i le nove strade potrebbero batte
• re fragorosamente le mani.
1 Ci rivedremo, signori, ci rive-
I dremo, siatene certi.
Don Procopio