La rassegna. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, April 07, 1917, Image 7

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    I soldati Romeni
I Romeni si battono bene. Si
battono "accanitamente". i_,o di
chiarano — ; evi insistono ì co
municati tedeschi sempre parchi
di elogi al nemico quando non e
soverchiante.
In quest'ora di fraterna ansie
tà prendiamo atto di questo: la
fortuna delie armi è crudelmen
te avversa, in questo suo primo
vasto cimento, al giovane eserci
to romeno ; ma l'esercito romeno
cioè la Nazione romena
contende con tenace bravura il
suolo della Patria a soldati fra i
più agguerriti e i più feroci del
mondo, tedeschi e magiari, bul
gari e turchi, lanciati in un'av
ventura di vendetta e di rapina.
Nessuna débàcle. Date le con
dizioni nelle quali sono avvenute
l'intervento e le prime ostilità dei
Romeni, questo basterebbe ad
additarli all'ammirazione di ogni
popolo il quale sappia che cos'è
la guerra. Ma non solo nessuna
débàcle, bensì nel soldato come
nel Re, nella provincia già lambi
ta dall'invasione come nella Ca
pitale fino a ieri opulenta e fe
stevole, e oggi minacciata, un de
ciso proposito di resistere fino
alla rivincita, senza tremare e
senza risparmiarsi. Questo è bel
lo. Anzi, riflettendo all'odio e
stremo che stimola gli invasori,
ai veleni iniettati dalla lunga
neutralità e conoscendo talune
caratteristiche talune debolez
ze della società romena non
si può non riconoscere e non ap
prezzare tanto più il valore dello
sforzo romeni.
Lagrimare adesso per quello
«cui non si può non riconoscere e
non apprezzare tanto più il valo
re dello sforzo romeno.
Lagrimare adesso per quello
cui non si è provveduto prima è
del tutto sterile ; com'è indegno e
triste cercar di nascondere con
giochi di frasi che l'opinione pub
blica italiana, e certamente l'opi
nione pubblica di tutti i paesi Al
leati è stretta da un'amara an
goscia. Si salvi la Romania! La
coscienza popolare anche la più
oscura e la più umile, ha la sen
sazione precisa che lasciar com
piere il sacrificio della Romania
sarebbe deplorevole; verso i Ro
meni come verso noi stessi. Non
si cianci con trista disinvoltura di
debolezza sentimentali o che so
io. Questo è, sì, sacro sentimen
to; ma appunto per questo è sa
na intuizione della realtà.
Ciascune degli Alleati ha il suo
proprio dovere, in quell'aspro
frangente: occorre che ciascuno
agisca come può e come deve. In
prima linea, evidentemente, colo
ro fra gli Aliati sui quali incom
be la più diretta responsabilità
del passato e dell'avvenire. La
gente aspetta che la Russia fac
cia sentire il suo peso, al fronte
romeno. Sanno tutti, infatti, che
specialmente negli ultimi mesi
della neutralità romena, la quasi
assoluta trattazione dei negozia
ti con Bukarest si è svolta a
Pietrogrado. E chi, se non i valo
rosi generali russi, era in grado
di valutare con esattezza il grado
di preparazione e d'efficienza
dell'esercito romeno? Responsa
bilità politica come responsabili
tà militare, adunque, giustifica
no l'urgente aspettazione che i
Russi stieno con rapidità provve
dendo a ciò cui si deve provvede
re, per i Romeni, per i Russi e
per noi, per l'onore della Quadru
plice. Attesa, si badi bene, che è
fiducia. La gente è convinta che
le ferree divisioni moscovite stie
no già marciando a marcie for
zate a rincalzo dei soldati che di
fendono il suo romeno.
Ma, intanto, si dica forte che i
soldati romeni si battono, intre
pidi oppressi da una tempesta di
ferro e di fuoco che avanza pau
rosamente; nè li prostra l'evi
denza di errori commessi dai Ca
pi; nè li sfibra l'odor di tradi
mento che si respira nell'aria o
l'insidia non ancor schiacciata,
alle loro spalle. I contadini rome
ni si fanno uccidere bravamente
se bene delle terre che difendono
non siano ancora cittadini, ma
servi ; l'aristocrazia romena muo
re generosa, e smentisce moren
do chi la dispinse pervertita dal
lusso egoistico e complicato ; l'in
tellettualità romena senza distin
zione di fede nè di razza è tutta
nella tormenta. Mezzo milione di
soldati latini, per ora quasi soli,
sopporta il formidabile martella
mento dei barbari ben fusi in un
poderoso ed unitario arnese da
guerra.
Chi deve agire, agisca, da vi
jcino e da lontano, per alleviare la
J prova tremenda magnanimamen
te sostenuta.
Non curviamoci a raccattar ce
nere per cospargercene i capelli
biascicando lamentazioni sulla
Romania allo sbaraglio. Sentia
mo forte la volontà, più decisi a
vincere quanto più il cimento è
duro. La Romania è in un morta
le periglio: non dissimuliamo
nulla nè abbiamo aspettato ades
so ad accorgercene, se da qualche
tempo lo prevedevamo. Ma la Ro
mania non è perduta. I Romeni
si battono bene. Onoriamoli a
vendo fede in loro come essi eb
bero ed hanno fede in noi.
E. C. T.
11. SIGNOR FRANCESCO
TOFINI, l N INTELLIGENTIS
SIMO GIOVANE MOLTO NOTO
NEL CAMPO COMMERCIALE
DELLE NOSTRE COLONIE,
VIENE, DALLA NOSTRA AM
MINISTRAZIONE, ASSUNTO
ALL'UFFICIO 1)1 AGENTE
PER LA RISCOSSIONE E CON
TRATTAZIONE 1)1 AVVISI ED
ABBONAMENTI. LO RACCO
MANDIAMO CALDAMENTE A
TUTTI QUELLI CUI POTRÀ'
PRESENTARSI IN NOME E
PER CONTO DEL NOSTRO
GIORNALE.
LA RASSEGNA PUB. CO.
Organizzazione Civiie
E PATRIOTTICA
Questa e troppo bella perchè io
non ve la racconti. In Francia, un
signore, non abbastanza convin
to dell'efficacia dei vari istituti
di organizzazione civile per la
guerra e tendenti al soi'ievo ed
alla riparazione dei gravi effetti
della medesima, e conscio d'al
tra parte, del suo sacrosanto do
vere di buon cittadino francese
che non è al fronte, di dedicare
almeno altrimenti le proprie for
ze a vantaggio del suo paese, ha
escogitata e creata una sua par-
ticolare istituzione la quale si
prefigge tre scopi.
Primo : provvedere alle vedove
dei militari morti in guerra che
non abbiano altri sostegni e alle
"filles-meres" che abbiano avuto
o portino ili grembo il frutto del
le loro "mesalliances" che la
guerra ha interrotte, o con la
morte degli uomini cui le sud
dette "filles-meres" si erano ab
bandonate o con l'abbandono di
esse da parte dei medesimi. Tut
to questo, naturalmente, sempre
quando quelle vedove e quelle
"filles-meres" siano disposte ad
affidarsi all'istituzione che quel
signore offre loro come rifugio.
Secondo: dare un padre ai fi
gli dell'amore che quelle "filles
meres" daranno o han già' dato
alla luce e che altrimenti un pa
dre dal punto di vista dello
Stato Civile non avrebbero.
Terzo: concorrere al ripopola
mento della Francia, che la guer
ra ha reso anche più di prima ne
cessario ed urgente.
A questo intento, complesso e
commendevole, quel signore ha
fondato un asilo, nel quale racco
glie quelle vedove, quelle ragazze
quei marmocchi, provvedendo co
sì al numero uno del suo pro
gramma: ha dato e continua a
dare a quei figli di nessuno il pro
prio nome, riconoscendoli per
propri figliuoli, ciò' che corri
sponde al numero due del pro
gramma. Tutta roba che, come
comprendete perfettamente, quel
signore può fare perchè è solo e
ricchissimo. E già' l'istituzione
LA RASSEGNA PHILADFLPHIA, PA., SABATO, 7 APRILE 1917
figuratevi conta la bellezza
-di una trentina di pensionanti, le
quali trovano in essa alloggio,
vitto, assistenza completa e
tutti i giorni crescono di nume
ro.
Mi direte: e il terzo numero
del programma? Ecco: a questo
quel signore provvede facendo
qualcosa che rappresenta, dire
mo così, gli utili che egli ritrae
dall'azienda: e cioè facendo quel
lo che è necessario e sufficiente
perchè, con la sua collaborazione
esclusiva ed obbligata, beninte
so, quelle vedove e quelle "filles
meres" abbiano ancora dei fi
gliuoli. Figliuoli che egli si è im
pegnato a regolarmente ricino
scere e nutrire.
Non sono mancate, com'è faci
le intendere il mondo è così e
sigente ! le critiche alla nuova
istituzione filantropico-patriot
tica. A quel raro esempio di be
nefattore e di cittadino è stato
mosso l'appunto che egli sotto il
pretesto della filantropia e del
patriottismo abbia voluto costi
tuirsi un "harem". Ma noi, meno
esigenti e più ragionevoli, dire
mo non è vero? che quel
la è forse un'insinuazione e che
comunque, anche se non è tale,
il nostro Machiavelli ha detto
e ha detto bene che il fine
giustifica i mezzi.
D'un'altra cosa, piuttosto, io
mi preoccupo, nell'interesse del
l'istituzione, del suo sviluppo e
della sua prosperità'. Quel signo
re possiede larghi mezzi finan
ziari e ciò è rassicurante circa
l'adempimento dei due primi nu
meri del programma. Ma, quanto
al terzo, possiede egli tale lar
ghezza di mezzi che gli permet
ta di sobbarcarsi al carico di da
re alla Francia tanti figliuoli
quanti il suo patriottismo si ri
promette di darne, e al correla
tivo peso di coltivare trenta mo
gli morganatiche? (Trenta per
ora Domani chissà' quante )
Poiché sarebbe certo deplorevole
che tanto zelo dovesse al bene
merito cittadino costare dei
Chi mi da' un eufemismo?
dei sopraecapi.
Sull'orlo di una
stella....
Venite, vi prego, gentile Let
trice, un momento, alcuni mo
menti, con me. Su, su niente
paura nelle altissime regioni
eteree; nell'empireo, come dice
vano tanto volentieri, raggianti
nelle buone facce rubiconde, i no
stri cari vecchi classici autori.
Nessuna paura, vi dico. Non è
che un'aeronavigazione, o volo
che dir vi piaccia, in ispirito; e
quindi, il rischio è in proporzio
ne. Una eventuale precipitazione
dello spirito è poco più che niente
0 press'a poco. Guardate Lucife
ro: era un bello spirito, no?
dei più belli: precipitò; ebbene,
rimase un Bel zebù.
Dunque, su, su ancora, verso il
livello delle celesti sfere
***
Ecco, ci siamo. Sediamoci qui,
su questa stella fissa. C'è su tan
to di cartello con la scritta, mes
sa dagli astronomi ; dunque, si
può star tranquilli che non si
muove.
Un magnifico Belvedere, del
resto. Guardate che bella miria
de di belle miriadi di luci palpi
tanti si vedono E, quel che è
più bello, non "sopra" come di
laggiù, dalla Terra nostra mise
rabile ma sotto, e intorno. Lu
ci palpitanti; lucciole del cielo.
Chi sa se, come in quelle della
Terra, la parte luccicante e pal
pitante non sia per avventura la
diremo così meno nobile.
Chi lo sa? Non si può veder be
ne. Non si muovono.
Ma sì, gran Dio. Non mi ingan
no; non vi inganno: eccone, lag
giù, una che si muove, che si
giurerebbe si avvicina. Guar
date, prima non c'era ; ossia, non
si vedeva: adesso si vede, e cre
sce. Cresce a vista d'occhio: pri
ma era un puntino lucente; poi,
qualche cosa come un centesimo
di rame nuovo fiammante ; ades
-Iso pare un soldo. Un palancone
' nuovo.
E cresce; si Avvicina di gran
corsa, nella spazio immenso, not
turno. E' gì grossa come la
luna. Ma non è la luna, evidente
mente. Ha troppe macchie.
Ecco: adesso è grande ed ar
dente come una gran bocca di
forno; no. piuttosto come un e
norme faro, perchè la sua è piut
tosto luce di riflesso che di fuo
co.
Si avvicina ancora: si precipi
ta. E' un globo spaventosamente
grande. E cresce sempre. Ma
no, non v'ingannate: quei con
dì ni geografici...
Sì, è lei ; è la Terra, la nostra
vecchia Terra, che fa il suo soli
to giro a termini di Calendario,
nello spazio.
Ne sentite il rombo, il rombo
cupo, come di tuono, come di raf
fica, come di locomotiva colossa
le che si appressa, che arriva?
Oh spaventoso, oh terribile, oh
bello, oh sublime a vedersi ! No.
non spaventatevi : non ci travol
gerà', non ci urterà'. Ci passera'
solo a portata di binocolo.
Guardate, guardate bene. Ec
cola, eccola: immensa, stragran
de. Già' domina e ci copre tutto
l'orizzonte. Già ci è vicina, e ne
| vediamo il roteare quotidiano: u
na trottola immane lanciata nel
lo spazio. Eccola, è qui, vedete? i
mari scuri agitati ; le Americhe,
l'Africa, l'Europa
Eccolo, sotto i vostri occhi, per
pochi momenti, nel fragore ul
traposente del suo passaggio, il
globo immenso.
Che è quel formicolìo, quello
straterello di bioccoli di fumo?
Miserie terrestri : sono gli uomi
ni vermiciattoli della Terra
che "si battono" ; cioè, si assassi
nano, si massacrano fra loro.
Sentite, nel gran fragore del glo
bo che passa, il crepitìo minusco
lo scoppiettante? Sono i loro
grandi cannoni, i 75, i 280, i 305,
i 420, i 520
Vedete quelle cosucce che si
muovono nel mare, lanciando mi
nuscoli getti di fumo Infuocato?
Sono le loro "dreadnoughts".
Ecco, è passato. Già lontano:
una bocca di forno un faro
una lùnàyTTn aoirto Sfiammante,
un centesimo lucente; un punto
luminoso, fra i tanti, nello spazio.
Ecco: è scomparso. Più nulla.
Possiamo ridiscendere dalle
nuvole.
NOTE VARIE
L'eroe romanzesco
E' il più giovane generale del
l'esercito britannico. L'avventu
ra che lo ha immortalato risale
allo scorso settembre. John Vau
ghan Campbell era allora soltan
to colonnello e serviva nella
guardia. Il suo reggimento era
in prima linea, di fronte alle trin
cee nemiche. Una sera giunge
l'ordine di attaccare a mezzanot
te: l'ordine riguarda proprio il
reggimento di Coldstream
Guards. La notte è dolce, serena,
suggestiva : meravigliosa notte
che concilia il sonno. Pure, giun
ge l'ora di uscir fuori. Il colon
Bellino
Photo
STUDIO
nello guarda i suoi ragazzi, com
prende la depressione dei loro
corpi, intuisce quella probabile
dei loro corpi. Bisogna risvegliar
li, questi spiriti, esaltarli. Che
fare? il colonnello, cacciatore
magnifico, si ricorda d'aver un
corno da caccia, uno di quei
"hunting horn" più squillanti di
qualsiasi cornetta. Detto fatto:
raduna gli uomini, lancia l'ordine
dell'assalto e balzando primo fra
tutti dalla trincea, ritto sullo
spalto breve formato dal para
petto, dà voce al corno che squil
la spavaldo le note dello "hallali".
Come se il richiamo destasse nei
cuori tutte le voci della lontana
patria, delle leggende tradiziona
li, della nostalgica giovinezza, i
Coldstream Guards si lanciano
all'assalto. 11 colonnello è in capo
a tutti. Coi corno alle labbra egli
balza nella trincea nemica. Nar
! ramno poi i suoi soldati che i
suoi brevi e ispidi mustacchi si e
rano drizzati in quel momento
come quelli di una tigre. Certo
due sassoni che gli si pararono
dinnanzi, vennero dall'audace co
lonnello spacciati netto. E due
linee di trincee sono conquistate.
L'episodio ha fatto il giro di tut
ta l'lnghilterra e il Re ha pre
miato il colonnello Campbell con
la promozione e generale e con la
Croce della Regina Vittoria.
Un tesoro favoloso
Da un telegramma al "Figaro"
da Rio de Janeiro togliamo : "Un
immenso tesoro è stato or ora
scoperto in una località dello
Stato dei Minas-Geraes, denomi
nata Pomba, dove era stato in
terrato. Secondo il rapporto del
l'autorità si sono trovati circa
3.050 grammi di brillanti, 1800
grammi di rubini, topazi di una
grandezza Ignora sconosciuta, e
dei "colliers" di perle di un valo
re incalcolabile, il tutto frammi
sto ad una grande quantità di
monete e medaglie antiche."
Macabra collana
In una mostra di gioie a Chica
[go un ricchissimo negoziante ha
presentato una collana, certa
mente unica al mondo, composta
di tre file di occhi umani, perfet
tamente conservati, incastonati
in una splendida montatura in
oro. Gli occhi erano stati estratti
da mummie trovate nella necro
poli dell'antico Messico, del tem
po cioè dei Monteruna. Da quei
giornali poi apprendiamo come la
collana lugubre sia stata acqui
stata da una miss miliardaria e
capricciosa, la quale, natural
mente, l'ha pagata un occhio
della testa
I danni di un insetto
Un giornale americano denun
cia i danni prodotti da un inset
to che si nutre di piombo. Esso
prende di mira sopratutto i fili
telefonici di cui divorava l'invo
lucro. Il direttore dei telefoni di
Santa Barbara (California) assi
cura che il suo servizio è stato
danneggiato da questo insetto, e
si è trovato nella necessità di
presentare il colpevole a una riu
nione di ingegneri. E' uno scara
beo nero, dall'aspetto placido ed
innocuo. Si fece un esperimento:
rinchiuso in una scatola, sotto un
coperchio di vetro, insieme ad un
pezzo di filo telefonico, si mise
-libito all'oliera. Poiché il piom
bo non ha alcuna qualità nutriti
va, si ritiene che il roditore non
abbia altro scopo se'non quello
:li scavarsi un nido per deporvi le
uova. Ma allora perchè inghiot
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deve avere uno stomaco meravi
glioso. E' anche fuori dubbio che
il piombo, al prezzo enorme a cui
è ora salito, è un alimento di gran
lusso