La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, August 23, 1917, Image 1

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    LA RAGIONE
contro i; A, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione.
* 1 LUI
F. SILVAGNI, Direttore, w>jl Christian Street, Philadelphia. Pa.
Il DEGENERATO sull'orlo dell'abisso,
GIUOCA DISPERATAMENTE L'ULTIMA CARTA
Quel grande delinquente che
noi ci siamo prefìssi di schiaccia-t
re senza misericordia e che in co
lonia è conosciuto sotto il nomi
gnolo di degenerato a causa del
le sue tendenze e dei suoi istinti
bestiali, come dicevamo nel nu
mero precedente, ha cambiato
-tìn'altra volta padrone, èd ore.,
proprio nell'istante che stava pei
ripiombare nella più lercia e nel
la più squallida miseria, si è at
taccato alle gambe del Cav. Uff.
C. C. A. Baldi ultima àncora di
salvezza, il quale in un mo r ufcr>tn
di grave tempesta, non ha sde
gnato di prendere a! proprio sol
do e al proprio servizio quegli al
quale qualche anno fa saggia
mente consigliava di dedicarsi ad
altro mestiere.
VerantSffte, il ladro di franco
bolli ed assassino della prima mo
glie venhè Ingaggiato da quel fa
moso Vittozzi che promise solen
nementè di assuntele la dire/io
ne del battaglio, ma l'ingaggia
mento venne poi approvato e ra
tificato dal il quale, de!
non pofPT^iei'mettcisi il
lusso di guardar .Unito per il sot
tile, perchè soltanto thdegenera
to, s{flrst(»4a,Ua miseria che gì''
bussa "alle "s'ufe porte, poteva as
sumersi un compito così odióso,
qual'è ìa difesa della figura più
nefasta e più sinistra della colo
nia di Filadelfia.
E così il cavaliere il dege
nerato dK* essere 1 li
no degno dell'altro; l'uno vale
l'altro per onestà, per dignità,
per coerenza.
Appena qualche anno addietro
ripetiamo il ricattatore di
Pasquale Teti presentavasi al
Cavaliere a sollecitare un avviso
per la sua "Cloaca" che allora ve
ramente chiamavasi "Fogna" ed
il Cavaliere, coll'usata gentilez
za e coll'usata mellifluità gli con
sigliava: Non potreste, Signor
Degenerato, attendere ad un al
tro mestiere?
Costui, per vendicarsi di quel
lo che credette un insulto ed era
saggio consiglio, lo attaccò fero
cemente in diverse occasioni e lo
chiamò, fra l'altro, meritevole di
portare il berretto a righe e la
catena al piede.
In diverse occasioni, dicevamo,
come i lettori hanno avuto occa
sione di leggere nel numero pre
cedente di questo giornale, il de
generato ha definito il Cav. C. C.
À. Baldi orditore infame che ha
avuto ed ha sempre lo scopo di
congiurare in danno di onesti
cittadini e di gentiluomini a tut
ta prova per rovinarli civilmente
e moralmente; illustre cavalie
re d'industria, ambizioso, ma
ligno e il solito deplorato, il cui
tonfo, il degenerato prognostica
va, avrebbe dovuto sentirsi pre
sto nel mare magno delle mo
struosità coloniali.
Questa non è solamente incoe
renza, o degenerato, che vorre
sti rimproveral e ad altri, ma per
vertimento, prostituzione di ogni
senso morale. E se dovessimo
continuare a sfogliare la tua Fo
gna d'allora, non la finiremmo
più nel riportare tutti i tuoi giu
dizii sull'uomo degno di portare
il berretto a righe e la catena al
piede.
n questo numero, e nel corpo
/questa stessa pagina i lettori
rileveranno che in un altra pun
tata il degenerato definisce il
Cav. C. C. A. Baldi auspice di li
na teppa che impera nella Fede
razione ed'anche qui il degenera
to ripete che le acque torbide dei
torrenti in piena hanno poca vita,
ciò. che per gli uomini di buon
senso significa che la vita teppi
stica del Cav. C. C. A. Baldi e
dei suoi associati avrà breve du
rata.
Ricorda il Cav. C. C. A. Baldi
queste ed altre pubblicazioni fat
te dal degenerato sul suo conto ?
E come mai è ricorso ad un cri
minale della peggiore specie per
la sua difesa? Non è ancora con
ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ'
vinto che certe difese dannejggia
tno piuttosto che giovare e che
noi e gli altri siamo persuasi che
queste difese sono pagate lauta
mente- perchè ognuno sa che il
degenerato non fa niente pei'
niente, specialmente dopo avere
eruttato certi giudizii che oggi
deve rimangiare insieme all'ar
gon tdi cui viene fornito? r
# * * •
Ma torniamo a bomba. Oggi la
situazione è cambiata. Oggi il de
generato canta le lodi del Cava
lieve che gli ha dato la possibi
lità di comprarsi il panama nuo
vo e di prolungare di qualche me
se ancora la vita di bagordi ; il
cavaliere, da parte sua, accetta
il patrocinio di colui che avrebbe
dftvuto darsi ad altro mestiere,
perchè sa ejie nessiin'altra voce
onesta ed autorevole si leverebbe
a difendere il suo operato.
PjUrtuttaviiftil degenerato è ta
le un tipo di crfininale pericoloso
e volgare che il Cavaliere il (pia
le calpesta colla massima facili
tà qualsivoglia scrupolo e qual
sivoglia sentimentalismo, in sulle
prime, stando a ciò che qualcuno
.iuccònta, sentii ritegno di assu
mere in sua difesa un essérè così,
abbietto e così vile, ed alla fine
lo accettò, perchè non, c'era da
scegliere.
E la titubanza del Cavaliere
nel l'accettare un tanto campione,
èva giustifìcatissimà, perette" na
quando il degenerato lia preso la
penna per scrivere su un foglio
di carta, non ne ha mai imbroc
cata una. Lasciamo da parte il
suo passato remoto, fosco passa
to che gli ha conferito la fama
del più abbietto e vile satellite, e
riesaminiamo per la decima volta
le sue gesta degli ultimi tempi.
Tutte le accuse che egli ha lan
ciate, son crollate miseramente,
tento che persino coloro che lo
affiancavano, se si eccettua qual
che maestro di sincerità e qual
che fabbricante di pignatte e
spacciatore di monete false, lo
hanno abbandonato al suo grigio
destino.
11 programma della "Cloaca" si
compendia in una sola parola:
sogno, ed il sogno venuto fuori
dalla niente del mascalzone, ot
tenebrata dall'alcool, era quello
di abbattere la figura di Giusep
pe Di Silvestro. La viscida rana
sentiva invidia del toro gigante
sco.
Perciò il meschinissimo illuso
lanciò, come prima sfida, la lette
ra aperta .al Supre. Concilio del
l'Ordine Figli d'ltalia, in cui in
fliggeva la vecchia storiella del
le azioni della Voce del Popolo.
A questa stolta accusa il Supre
mo Concilio rispose con un Comu
nicato che fu una staffilata nel
grugno incallito del degenerato,
e Giuseppe Di Silvestro con do
cumenti che mostrarono a luce
meridiana essere l'accusa niente
altro che una volgare calunnia,
sebbene 1111 certo professore in
erba, mentre faceva sdilinqui
menti verso l'attaccato, insinua
va gesuiticamente contro di lui
e contro i redattori di questo fo
glio.
Ma il degenerato non se ne
diede per inteso e, come se aves
se assodato la prima parte del
suo programma, saltò fuori con
un altro parto della sua fantasia
di delinquente nato e disse che
Giuseppe Di Silvestro aveva car
pito con arti indegne la carta di
cittadinanza, e, scoperto, era sta
to condannato come falso e sper
giuro!
Seguirono le smentite docu
mentate, ma il vigliacco non se
ne preoccupò, come non si preoc
cupò dell'altro documento a suo
tempo pubblicato, provante che
Giuseppe Di Silvestro, contraria
mente a quando scriveva l'assas
sino della prima moglie, il colpe
vole della tragica morte del figlio,
il mantenuto di Fiorina, in una
parola colui che non si vergogna
PHÌL ADELPHIA, Pa., 23 AGOSTO lf>l7.
IL DEGENERATO
DEFINISCE LA FEDERAZIONE UNA ISTl'rf /IONE DI
TEPPISTI, AUSPICE IL Cav. C. C. A. BALDI
" r
*" Nell'epoca del Comitato della Mobilitazione Civile la Fede
razione decise di dare il denaro raccolto per l'Ospedale Italiano
alla Croce Rossa o al fondo per le famiglie dei richiamati. Il de
generato, che allora per attaccare il Cav. C. C. A. Baldi non si
i faceva sfuggire occasione, prendendo atto di un tal deliberato
si fece scrivere una lettera-comunicato dal ladro di francobolli,
a firma D. S.', per scagliarsi contro la Federazione ed il suo Pre
sidente.
Alla lettera del ladro di francobolli ci voleva il commento
del degenerato che dopo aver dichiarato di essere costretto a
dar ragione a D. S. (leggi degenerato) ed aggiunto essere do
veroso dare alla patria e alle famiglie 'dei richiamati in quel
riscontro quando più si potesse raccogliere, conchiudeva:
Noi siamo certi che qualunque cosa si potesse scrivere in
opposizione alla deliberazione che è stata presa, auspice il
GRANDE C. C. A. Baldi, dalla Federazione italiana, non sareb
be altro che fare opera semplicemente vana. ANCHE NELLA
FEDERAZIONE IMPERA LA TEPPA ED ALLE PERSONE
DI BUON SENSO NON CONVIENE PROPRIO SCENDERE
AD OGNI MODO A COMPETENZA CON ESSA. Però ricordi
ognuno che le acque torbide dei torrenti in piena hanno poca
vita, ed al cessare del temporale deve sopra ogni altra cosa ri
prendere il dominio la ragionevolezza dell'ordinario tempo se
reno, ecc. ecc.
* Secando i,/.4 ) voi e>,
Federazione rappresentate te acque torbide dei torrenti in pie
na e l'ltalian Recostruction Committee rappresenta invece il
mezzo, perchè voi facciale « tonfo, prognosticato dal ladro di
francobolli, in modo che, distrutto voi e la vostra istituzione,
la ragionevolezza riprenda il dominio dell'ordinario tempo se
reno.
Quegli che di voi altra volta parlava così è colui che oggi
vi difende. Diteci, Cav. C. C. A. Baldi, non siete voi orgoglioso
di tanto difensore?
di parlare di santuario domesti
co, aveva soddisfatto fino al cen
tesimo i contrattori Vincenzo De
Santi e Sante Cossa che gli ave
vano costruito il building dèlia
Voce del Popolo.
Ma a che ripetere ancora Cose
già.dette? Oramai tutti sono con-
I vinti della pravità delle intenzio
ni del mestierante ricattatore nel
tentativo stolto di menomare la
figura di Giuseppe Di Silvestro;
ma dei diversi capi d'accusa non
è rimasta neppure la benché mi
nima traccia.
Era naturale quindi che il Cav.
C. C. A. Baldi, prima di affidar
si ad un simile sostenitore della
sua causa, dovesse rimanere a
lungo titubante. E se alla fine si è
dovuto decidere ad assoldarlo, è
statt» perchè non ha potuto tro-
di meglio.
Ed ecco che la "Cloaca", che
altrimenti sarebbe già sepolta, ha
potuto prolungare ancora di po
che settimane la vergognosa esi
stenza.
+ * *
II degenerato, ricevuta l'offa
ed il comando, non sapeva come
cominciare. Égli ricordata ciò
che aveva scritto del Cav. C. C.
A. Baldi qualche anno fa e, non
perchè gli ripugnasse la contrad
dizione, ma per timore del pub
blico, incominciò da principio a
mantenersi sulle linee generali.
Ma più tardi, forse perchè co
strettovi da chi lo pagava, vinse
le prime titubanze e si mise ri
solutamente sotto la sferza J 2l
nuovo padrone. E così si afcde a
criticare senza ritegno il sistema
di lotta, iniziato per l'emaficipa
zione coloniale, dai migliori con
nazionali.
Ma tutti i difetti e tutte le
manchevolezze dei componenti il
Comitato suddetto; la moralità
ed onestà più o meno discutibile
di essi ; il sistema di lotta correte
to o scorretto non riusciranno
mai a far dimenticare che il de
generato straccione, oggi stre
nuo difensore, altra volta scrive
va del Cav. C. C. A. Baldi che
era meritevole eli un berretto a
righe e della catena al piede. I
difetti e le manchevolezze altrui
dunque, non potevano annienta
re il patrimonio morale del Cav.
C. C. A. Baldi, così bene illustra
to per il passato dal degenerato
* » #
Circola una voce per la colo
nia, la «piale assicura che ai due
sobillatori.del degenerato, mono
polizzatoci di sincerità, ahi
mè, lfc fi [e 'si sono spaventosa
mente
giunta unjaltra torbida figura, un
mangiatore di abbonamenti «li
scene illustrate e di forbici colo
niali. E'ppssibile.
Il simile cei*ca il proprio simi
le; il ladro sr associa al proprio
collega; ogni degenerato cerca la
compagnia di un altro degene
rato. t
E questa nuova recluta forni
sce al ladro di francobolli ritagli
di vecchi giornali, di cui costui
si serve' per pubblicare attacchi
fatti molti anni addietro ai fra
telli Di Silvestro e smentiti so
lennemente. Ma se il mascalzone
che vive di ricatti e di dedizioni
avesse in minima pafte il senso
della propria responsabilità, pub
blicherebbe anche le risposte a
quegli attacchi, facendole segui
re magari dai suoi commenti ve
lenosi, e così il pubblico potrebbe
formarsi un convincimento pro
prio.
Certamente non è detto che,
allorquando un galantuomo viene
attaccato e gli si ripetono per
dieci volte le stesse accuse, debba
ripetere le stesse cose in sua dì
fesa.
Si dovrebbe fare per la gente
scfpraggiunta più tardi, la quale
potrebbe in certa maniera im
fjlessionarsi, ma noi non voglia
mo fare il giuoco del sudicio ma
scalzone.
Del resto i nostri amici, i fra
telli Di Silvestro, sono abbastan
za noti, perchè si possa abboccare
all'amo teso dal ladro di franco
-1 bolli.
In ogni modo, si sarebbero po
luti riesumare, oltre alla risposta
'all'attacco di lacolucci, tutti gli
articoli polemici di Giovanni Di
I Silvestro non solo, ma anche di
i Giuseppe che firmava con lo pseu
donimo di Alpha.
In quegli articoli il pubblico a
vrebbe potuto rilevare le dichia
razioni di coloro che smentivano
1 l'addebito, che del resto non co
stituiva manchevolezza, di lavori |
tipografici- della Corte Amerigo j
Vespucci.
Il Di Silvestro più volte si era
rifiutato di eseguire lavori di
'stampa per (inella Corte; ed il
pubblico avrebbe avuto campo di
leggere una dichiarazione di sti
ma e di fiducia della Ditta Ed
ward Whitehill con cui Giuseppe
Di Silvestro ha lavorato per un
periodo di 1 anni, i cui com
ponenti furono testimoni a suo
, favore nella causa Naselli, di
chiarazione che fu ripubblicata
anche a gennaio scorso allora
quando un ragioniere malvagio,
ladro, aveva ripetuto l'allusione
che disse aver sentita dal dege
nerato.
La pubblichiamo di nuovo per
dimostrare ancora una volta che
questo vilissimo mestierante,
questo farabutto che ha perduto
ogni senso di pudore e di onora
bilità, nella sua opera infame di
basso prezzolato, ha una mira
' que'Ut di .vfi cry/.r.i'c i!
falso, per poter gustare poi la fe
roce soddisfazione di nuocere al
l'altrui reputazione.
"Riceviamo e pubblichiamo:
Sig. T. Catalano, direttore
de La Voce della Colonia.
Caro Catalano,
Qualche furfante, nell'intento,
forse, di distrarre l'altrui atten
zione sulle proprie gesta con i si
dice di un Tizio e di un Caio, vor
rebbe offuscare la onorabilità di
chi si trova troppo in alto perchè
le velenose insidie di vendetta
possano contaminarlo.
Ti prego di pubblicare inte
gralmente, e nei suo testo ingle
se, perchè non perda nulla della
sua originalità, la seguente di
chiarazione che la ditta Edward
Whitehill, per la quale lavorai
circa I aiuti, mi rilasciava il 19
marzo 1 <>/), senza l'intromissio
ne di alv/in reverendo.
Giova notare anche, che il ca
po di detta Ditta, Mi . Whitehill.
nella causa Naselli-Tresca-Di Sil
vestro rese la più lusinghiera te
stimonianza sul patrimonio mo
rale del sottoscritto, senza la rac
comandazione del quale non a
vrebbe preso altri agenti italiani
che hanno poi lavorato con lui.
Questa dichiarazione fu pub
blicata altra volta su "La Voce
del Popolo" e se la ripubblico lo
fo per metterla sotto il grugno
di alcuni bollati.
"EDWARD WHITEHILL
Furniture, Carpets,
and Household Goods
fil9 Market St.
610 Commerce Street
Phila., Pa., 3-19-10
To whom it will may concerti
This will certify that Jos.
A. Hi Silvestro was in our
employ as solicitor and col
lector for about four years.
We found him to be honest,
sober and industrious and
recommend him with the
best terms. He left on his
own accord to enter the
Newspaper business.
Yours very truly
E. Whitehill."
Grazie della pubblicazione e
credimi
Giuseppe Di Silvestro."
Del resto la seguente franca e
sincera dichiarazione di Giusep-
Anno I. N. 8 "> soldi la copia.
pe lacolucci, apparsa ultimamen
te, anche sulle colonne della "Vo
ce della Colonia," costituisce una
altra piova lampante che U de
generato, nella sua opera diffa
matoria, non ne ha imbroccata
una. E noi siamo sicuri che la di
fesa che ha assunta del Cav. C.
C. A. Baldi, nuocerà infinitamen
te a costui, e se si dovesse e.- er
giusti, non Baldi ma l'ltalian Re
construction Coni ni il te dovrebbe
essere a gettargli l'offa nelle can
ne insaziabili.
UNA DICHIARAZIONE
DEL SIC. IACOLUCCI
Un giornale settimanale di qui
riproduce una mia lettera pub
blicata oltre otto anni fa, duran
te una polemica giornalistica tra
i signori fratelli Di Silvestro e
me.
Tengo a dichiarare:
Durante la polemica, tanto io
quanto il giornale "La Voce del
Popolo" ne dicemmo di cotte e
di crude, terminando la \erten
y.a con arresti e minacce di peg
gio;
Che la polemica nacque in oc
casione della nomina di un Comi- |
tato coloniale per l'Esposi/aone
Internazionale a Roma e comin
ciò con uno scambio di parole
piuttosto vivaci, terminando co
me usualmente terminano le po
lemiche tra gente di razza latina,
giungendo ajsli estremi;
E qui mi si permetta denotate
che i vari capi di accusa contro i
signori C.iuseppe e Giovanni Di
Silvestro erano basati su infor
mazioni fornitemi da loro nemi
ci. In buona fede le credetti vere
e genuine; con mia sorpresa le
trovai assolutamente false, in
quanto potessero intaccare la re
putazione dei signori fratelli Di
Silvestro: fui burlato e ne pagai
il (io.
Che prima del malinteso esi
steva fra noi. più che amicizia,
affetto fraterno, poiché, lo dico
ad onor del vero, non ebbi mai a
dubitare della sincerità e dell'o
nestà di Giuseppe e Giovanni Di
Silvestro nella lotta da essi intra
presa per purgare la colonia da
spudorati speculatori, da imbro
glioni d'alto bordo;
Che cessata la causa, finirono
gli effetti della polemica e tra noi
di nuovo ritornò duplicata l'ami
cizia sincera, disinteressata, pro
prio quando essi ed io ci trova
vamo sull'orlo del precipizio,
spintivi dal genio malefico colo
niale;
Che se la pubblicazione della
mia lettera ui otto anni fa mira
a suscitare discordia fra i sono
ri Giuseppe e Giovanni Di Silve
stro e me» posso assicurare l'edi
tore del settimanale che egli
spreca invano dell'inchiostro e
fa, come suol dirsi, un buco nel
l'acqua. L'esperienza del passa
to ci ha insegnato a stare in guar
dia specie da chi ha interesse a
seminar zizzanie.
G. lacolucci."
Anche lacolucci, nell'articolo
polemico contro iDi Silvestro,
per il fatto della carta di citta
dinanza, scriveva a suo tempo
nell'articolo polemico riportato
dal degenerato : io lo so, ma è
necessario che egli lo dice, perchè
lacolucci stesso sapeva della sco
perta del Di Silvestro della ille
galità della carta e delle prati
che che costui stava facendo fin
dal 1909 e non dal marzo 1910,
quando Di Silvestro spontanea
mente si presentava in Corte a
j rifiutare la carta. Nè egli è tenu
to a rivelare quale fu l'incidente
avvenuto proprio in Camden,
perchè non esercitando egli l'in
fame mestiere della spia, come fa
il degenerato per conto dell'Au
stria, non intende compromette
re persone.
Il lurido frequentatore dei più
abbietti lupanari ripete ancora
una volta la stupida storiella del-
I la biada, pur convinto di non a-